Il testamento biologico

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Che cos’è il testamento biologico?
Il testamento biologico (detto anche: testamento di vita, dichiarazione anticipata di trattamento) è
l'espressione della volontà da parte di una persona (testatore), fornita in condizioni di lucidità
mentale, in merito alle terapie che intende o non intende accettare (somministrazione di farmaci,
sostentamento vitale, rianimazione, etc.) nell'eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di
incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte
(consenso informato) per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti, malattie
che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una
normale vita di relazione.
Origine del testamento. La parola testamento viene presa in prestito dal linguaggio giuridico
riferendosi ai testamenti tradizionali dove di solito si lasciano scritti (di pugno) le volontà di
divisione dei beni materiali per gli eredi o beneficiari. Nel mondo anglosassone lo stesso
documento viene anche chiamato living will (impropriamente tradotto come "volontà del vivente").
La volontà sulla sorte della persona passa ai congiunti di primo grado qualora la persona stessa
non è più in grado di intendere e di volere per motivi biologici.
Contenuti: I contenuti del testamento possono essere vari: dalla donazione, alla cremazione,
alla terapia del dolore e all'accanimento terapeutico.
Secondo la costituzione italiana nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento
sanitario se non per disposizione di legge (art. 32) e l'Italia ha ratificato nel 2001 la
Convenzione sui diritti umani e la biomedicina (L. 28 marzo 2001, n.145) di Oviedo del 1997
che stabilisce che i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico
da parte di un paziente che, al momento dell'intervento non è in grado di esprimere la
propria volontà, saranno tenuti in considerazione.
Accanimento terapeutico
L'accanimento terapeutico consiste nell'applicazione, in assenza di consenso informato, di
tecniche mediche che prevedono l'uso di macchinari e farmaci al fine di sostenere artificialmente le
funzioni vitali di individui affetti da patologie inguaribili e tali da determinare la loro morte in
assenza dell'impiego di tali tecniche.
Per i casi nei quali una terapia si rivela inefficace per la guarigione e al limite utile ad un
prolungamento della vita di alcuni mesi, si apre una discussione sull'opportunità di sospendere
delle cure dolorose ed onerose per il malato. La sospensione di cure inutili non significa la fine
delle sofferenze del malato, in quanto la malattia reca un dolore forte anche nella sua fase
terminale; pertanto, si necessita una terapia del dolore efficace e un'adeguata assistenza
domiciliare.
Etimologia: Il
termine "accanimento" indica uno "sforzo perseverante" quale significato
figurativo derivato dall'etimo originario che trae origine dal proverbiale sforzo ostinato dei
cani nella caccia e nell'esecuzione di lavori (ad esempio il traino di slitte). Il termine in sé è
definibile "ossimoro". Terapia è l'insieme delle azioni finalizzate alla cura ed alla prevenzione
di malattie. Si parla di "accanimento terapeutico" laddove le terapie sono volte al
mantenimento in vita — e non alla guarigione, giudicata impossibile — di pazienti affetti da
patologie altrimenti mortali.
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