Una storia normale

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Una storia normale
Nell’aria fresca della sera, le nuvole si rincorrevano nel cielo quasi buio.
Tirava vento, ma Leo uscendo da lavorare, si sentì bene come non mai.
Si diresse subito verso la fermata dell’autobus e guardando l’orologio si rese conto, di essersi
trattenuto più del solito in ufficio.
Osservava il mondo che passava sotto i suoi occhi e pensava ad Anna. La sua Anna.
La persona che aveva condiviso con lui la vita.
Era una donna particolare, piena di contraddizione,forte ma fragile, dolce ma decisa, altera ma
appassionata.
Era la sua donna.
L’autobus era in ritardo, il vento si faceva più freddo e Leo si rannicchiò sotto la pensilina.
Una pubblicità attirò il suo sguardo.
Vinci una crociera.
Che bello, come gli sarebbe piaciuto andare in crociera con Anna. Il mare azzurro, il cielo azzurro e
l’azzurro degli occhi della sua donna.
Quell’azzurro intenso, cangiante, che a volte s’adombrava, come quando sul mare passano le nuvole.
Passò , invece, un autobus; non era il suo.
Si ritrovò così a leggere il manifesto.
Era un concorso, semplice, bastava scrivere una storia, una storia qualsiasi e si poteva vincere.
Leo era bravo a scrivere,nonostante i suoi studi scientifici, lo era sempre stato.
Da ragazzo spesso immaginava di diventare uno scrittore.
Poi la sua vita aveva preso un corso diverso.
Perché non provare?
Si, ma quale storia ?
Ripensò alla loro vita insieme, ai problemi, alle difficoltà dei primi tempi, quando vivevano solo
d’amore.
Si perse nei ricordi, si aggiustò la sciarpa ed ammiccando pensò all’effetto strano che poteva fare
sulla mente dell’uomo, un semplice cartello pubblicitario.
Ad Anna piaceva il mare, lei diceva sempre di non poter vivere in una città lontana dal mare. Garda
caso si erano conosciuti in montagna.
Ricordava bene quel giorno all’inizio degli anni settanta, tutti e due studenti del liceo in gita
scolastica.
Prepotentemente gli tornavano in mente i colori: sciarpa bianca, cappello bianco, naso rosso ciliegio e
degli enormi occhi azzurro fiordaliso.
Un contrasto incredibile. “ ciao, ti piace la montagna “.
Il solito stupido approccio. “ no, sai preferisco il mare, ma non volevo perdere l’occasione di andare
in gita con gli amici”.
Fu così che cominciò la loro storia, una storia normale.
Fatta di momenti belli, momenti brutti e tanta “santa normalità”, come spesso diceva sua moglie .
Ma anche di amore, tenerezza ed entusiasmo per la vita.
La gioia per la nascita del loro bambino.
Fantasticavano e mentre le accarezzava il pancione le diceva : “vedrai, verrà fuori una bimba,
splendida come la mamma e con due meravigliosi occhi azzurri”.
A quei tempi non si faceva ancora l’ecografia.
Ma di azzurro ci fu solo il fiocco, fuori dalla camera della clinica dove Anna aveva partorito un
maschietto, con gli occhi scuri del papà.
Per un attimo il filo dei ricordi si interruppe e tornando razionale pensò che una storia così normale,
coi tempi che corrono, non sarebbe piaciuta a nessuno.
Senza tradimenti, senza niente di losco o di proibito, non sarebbe stata accattivante.
1 Sorrise tra sé e sé , in fondo a scriverla non perdeva niente e certe volte la fortuna è a portata di mano,
basta crederci.
Glielo diceva sempre Anna, accusandolo di essere un pessimista nato.
Per una volta le avrebbe dimostrato il contrario.
Le avrebbe fatto una bellissima sorpresa e chissà con un po’ di fortuna uno splendido regalo di
compleanno.
Ormai era buio, ma gli occhi di Leo si illuminarono.
L’autobus era finalmente arrivato ed egli salì i gradini canticchiando: “poi la strada la trovi da te,
porta all’isola che non c’è”.
Stavolta però l’isola l’avrebbero raggiunta insieme.
Vide riflessa negli occhi azzurri di Anna la sagoma di una maestosa nave da crociera.
E mentre l’autobus ripartiva, pensò di essere l’uomo più fortunato ed innamorato del mondo.
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