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CAP. 1
LA SOCIETÀ CIVILE
L’IRRUZIONE DELLE MASSE NELLA STORIA

La società di massa
Tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900, nei Paesi Europei e negli Stati Uniti si verificò un
grande flusso delle masse nella storia che determinò la nascita di un nuovo tipo di società:
“Società di massa” che ha caratterizzato tutto il XX sec.
 Le Bon
La nascita della società di massa destò enormi preoccupazioni da parte delle classi dirigenti.
Questa preoccupazione fu espressa in maniera molto efficace dal francese Gustav Le Bon,
nell’opera: “Psicologia delle folle”; dove descrive la rilevanza che la massa ,da lui definita “folla”
avevano acquistato in tutti i settori (Economico, Sociale e Politico).
Le Bon evidenzia come le masse apparivano incontrollabili dagli strumenti di dominio, ed erano,
infatti, in grado di:
- Formare delle autonome associazioni come le: “Camere di lavoro e partiti” che determinarono lo
sviluppo della società civile, ben distinta dalla società politica (lo Stato) perché agivano
liberamente e autonomamente senza dipendere dal potere statale
- Organizzare le attività per il tempo libero dando origine a numerose società ginniche.
 La Nazionalizzazione della masse
Così con il passare del tempo le classi dirigenti intuirono che non era più possibile impedire alle
masse di prendere parte alla vita nazionale e così fecero in modo che la loro partecipazione fosse
controllata attraverso cerimonie, feste, riti, associazioni che organizzassero il loro tempo libero dei
lavoratori.Si ha così la Nazionalizzazione delle masse. Questo processo, promosso dall’alto, si
sviluppò soprattutto in Germania, dove le masse svolsero un’azione politica autonoma con la
fondazione nel 1875 del Partito Social Democratico.
L' ESTENSIONE DEL DIRITTO DI VOTO E LA NASCITA DEI PARTITI DI MASSA
 L’Estensione del diritto di voto
Le masse riuscirono ad esercitare una forte influenza sulla vita politica attraverso: Esercizio del
diritto di voto e La formazione di partiti di massa ,(che coinvolsero un numero eleveto di
cittadini).
L’Estensione del diritto di voto segna il passaggio dalla società liberale a quella liberaldemocratica. Mentre nella società liberale la partecipazione alla vita politica richiedeva al cittadino
l’indipendenza economica( una rendita fornita da una proprietà o da una professione), nel corso
dell’8ca00 con la società liberal-democratica il diritto di voto si estese ai maschi che fossero in grado
di leggere e scrivere indipendentemente dalla loro condizione economica :si arrivò così al suffragio
universale maschile(In Francia nel 1870 - In Germania nel 1871 - In Svizzera nel 1874 - In Belgio nel
1893 - In Italia nel 1913 - In Inghilterra 1918).
 La formazione dei partiti di massa
I partiti di massa si sono evoluti da una struttura federativa,( una sorta di federazione di gruppi
diversi), a una struttura centralizzata costituita da una direzione centrale prendeva le decisioni
circa la linea politica da adottare all’interno del partito.
 Nel 1875 fu costituito in Germania , durante un congresso svoltosi nella città di Gotha, Il primo
partito social democratico nato dalla fusione dei due partiti già esistenti :
- L’associazione degli operai tedeschi
- Il partito social democratico dei lavoratori.
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Nel 1890 divenne Partito Socialdemocratico tedesco che avrebbe dovuto provvedere al:
-passaggio dei mezzi di produzione dalla proprietà privata (sistema liberale) a quella collettiva ( sistema
marxista).
- Sicurezza sociale.
-Formazione di un esercito popolare.
 Nel 1880 nacque il PARTITO OPERAIO FRANCESE, il quale però rimase frammentario fino al
1905 quando fu fondato il PARTITO SOCIALISTA SFIO (Sezione Francese dell’Internazionale
Operaia).
 In Italia nel 1892 nacque il PARTITO DEI LAVORATORI ITALIANI che nel 1895 prese il nome
di PARTITO SOCIALISTA ITALIANO.
 Nel 1898 nacque il PARTITO SOCIAL DEMOCRATICO RUSSO.
Nel 1876 si sciolse la PRIMA INTERNAZIONALE (associazione internazionale dei lavoratori,fondata
nel 1864 durante un congresso tenuto a Londra da Marx e da un gruppo di sindacalisti inglesi e
francesi, con lo scopo di conseguire l’emancipazione economica della classe operaia) perché a
Marx si era contrapposto il rivoluzionario russo Bakunin,fondatore del movimento anarchico e
contrario ad ogni forma di autorità della massa operaia.
 La Seconda internazionale
Nel 1889 ad un Congresso di Parigi i Partiti Socialisti formarono una nuova organizzazione
internazionale dei lavoratori ,la 2° internazionale, da cui restarono esclusi gli anarchici.
Come per la 1°internazionale, in cui erano in contrasto anarchici e socialisti, anche per la 2° si
contrapposero due tendenze che rifiutavano la guerra ma che proponevano linee di azioni disuguali
per ottenere il pacifismo:
- Una tendenza rivoluzionaria: per la quale le contraddizioni della società borghese si potevano
risolvere solo con la rivoluzione.
I rivoluzionari intendevano adottare metodi duri e violenti nella lotta contro le guerre.
- Una tendenza riformista: per la quale la trasformazione della società in senso socialista si poteva
raggiungere solo con la promulgazione di una serie di riforme;
I riformisti proponevano di lottare per la pace negando ai governi borghesi i finanziamenti per gli
armamenti e conducevano una propaganda pacifista.
I riformisti ebbero un maggior successo rispetto ai rivoluzionari per la richiesta di riforme sociali ,
per la spinta al suffragio universale e alla realizzazione di un parlamento democratico .
 Il Bipartitismo In Gran Bretagna E Negli Stati Uniti
Inghilterra
Nel 1893 in Inghilterra i riformatori fondarono il Partito Laburista Indipendente.
In precedenza i socialisti riformatori inglesi, contrari alla rivoluzione e favorevoli alle riforme, si
raccoglievano nella Fabian Society .
Fino al allora la difesa degli interessi della classe lavoratrice inglese era affidata al partito Whig
(liberale) contrapposto a quello Tori (conservatore).
Il partito laburista limitò l’influenza del partito Whig cosicché in Inghilterra
continuò ad esistere un sistema bipartitico, con la contrapposizione tra
conservatori e laburisti (riformisti).
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 Stati Uniti
Anche negli Stati Uniti esisteva un sistema bipartitico in cui si opponevano :
-Repubblicani
-Democratici
Ma nel 1911 un repubblicano,Theodor Roosevelt,tentò di creare una
3° formazione politica: il PARTITO PROGRESSISTA per farsi sostenere nella sua candidatura alle
elezioni presidenziali del 1912, ma fu battuto sia da Toft che da Wilson,suoi avversari,ed il nuovo
partito scomparve rapidamente dalla scena politica.
I SINDACATI
 La formazione dei sindacati
Un'altra forma di organizzazione autonoma delle masse furono i sindacati i quali si proponevano
di conseguire obiettivi
sia economici come aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro e
sia politici come intervento delle masse nella gestione pubblica per tutelare i propri interessi.
Inizialmente i sindacati assunsero la forma di federazioni di mestiere (organizzazioni di operai che
esercitavano lo stesso tipo di lavoro), in seguito queste associazioni si riunirono in grandi
confederazioni nazionali.
Tra i sindacati Europei assunsero un carattere e una funzione molto particolari Le Trade Unions
Inglesi che si avvicinarono molto alle idee socialiste per la presenza di operai non qualificati.
Nel 1900 il PARTITO LABURISTA INDIPENDENTE prese il nome di PARTITO LABURISTA e
formò con le TRADE UNIONS una confederazione e poté diventare il secondo partito inglese dopo
quello conservatore, mentre il partito liberale, a cui i sindacati non affidavano più la rappresentanza
dei loro interessi, perse importanza sulla scena politica inglese.
 Il primo Maggio
La principale forma di lotta adottata dai sindacati fu lo sciopero contro cui gli imprenditori
adottavano la serrata (chiusura delle fabbriche). Per impedire gli scioperi il governo adottava
legislazioni repressive mentre gli imprenditori per portare avanti il funzionamento delle loro
fabbriche si rivolgevano ai Crumini cioè lavoratori che sostituivano gli scioperanti rompendo cosi
l’unità degli operai.
Una data importante nella storia del movimento operaio è costituita dalla nascita della festa dei
lavoratori in America : nel 1882 il sindacalista statunitense Peter J. McGuire, suggerì di dedicare
una festività alla celebrazione del lavoro ,due anni più tardi il + combattivo sindacato americano,I
Cavalieri del Lavoro, indicò nel 1° lunedì di settembre la giornata del lavoro
mentre poi nel 1889 il Congresso internazionale socialista scelse il 1° Maggio come Festa di tutti
i lavoratori del Mondo perché in questa data nel 1886 a Chicago durante una manifestazione svolta
per ottenere la giornata di 8 ore di lavoro scoppiò una bomba che uccise un poliziotto e molti
lavoratori.
 Le associazioni di imprenditori
Insieme ai sindacati dei lavoratori si formarono anche associazioni d'imprenditori che intendevano
tutelare i loro interessi.
Nel 1906 in Italia nacque la CGIL, Confederazione Generale del Lavoro, e nel 1910, gli industriali
fondarono un’ASSOCIAZIONE NAZIONALE con lo scopo di riunire in un unica confederazione
tutte le organizzazioni regionali già esistenti in Lombardia, in Piemonte e in Liguria e diedero così
origine alla CDI –Confederazione Italiana dell’Industria- che rese più decisiva la lotta degli
imprenditori contro le agitazioni dei lavoratori.
RIFORMISTI, RIVOLUZIONARI E REVISIONISTI
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 I programmi dei Riformisti e dei Rivoluzionari
I riformisti si battevano per ottenere riforme sociali per migliorare le condizioni di vita dei
lavoratori e credevano che l'estensione del diritto di voto era il modo migliore e + pacifico per far
conquistare il potere ai rappresentanti della classe operaio .
I Rivoluzionari invece erano concordi con Marx nel ritenere che nella società liberale o anche
liberaldemocratica le riforme non potessero cambiare in maniera sostanziale le condizioni del
proletariato e occorreva reagire con le rivoluzioni.
 Il revisionismo e Bernstein
Anche i “Revisionismo” e il loro maggior esponente Eduard Bernstein credevano nella possibilità
di conquistare pacificamente il potere attraverso le elezioni.
Bernstein criticò i principi di Marx :
 la teoria del plusvalore : mentre per Marx il valore delle merci è dato dalla quantità di lavoro che
i lavoratori hanno impiegato per produrle per Bernstein è dato dalla loro utilità.
 la progressiva proletarizzazione della società e di conseguenza la sua polarizzazione politica :
mentre per Marx gli artigiani e piccoli imprenditori si sarebbero trasformati in operai, per
Bernstein si starebbe andando verso una maggiore articolazione della società formata sia da
imprenditori che da lavoratori le cui condizioni erano state migliorate dall’incremento
dell’occupazione, dall’aumento dei salari e dalle riforme sociali.
 La lotta di classe che per Bernstein non era un essenziale strumento rivoluzionario
 La dittatura del proletariato: per Bernstein lo Stato non costituiva più lo strumento di cui la classe
dominante si serviva per esercitare il suo dominio sul proletariato perché anche il proletariato
poteva partecipare alla direzione dello Stato eleggendo i propri rappresentanti attraverso il voto
e di conseguenza per i socialisti la dittatura del proletariato poteva essere instaurata non
eliminandolo come classe sociale ma riformandolo attraverso lo stato.
LE CLASSI ED I GRUPPI SOCIALI
 Le classi per Marx
Le condizioni economiche dei cittadini determinarono l’articolazione della società in classi sociali.
A metà dell’800 Marx aveva posto al centro della storia le classi sociali,la lotta e la coscienza di
classe:per Marx le classi fondamentali della società sono la Borghesia e il proletariato entrambi
protagoniste del mondo della produzione capitalistica in cui ognuna svolge una propria funzione:
-La Borghesia investe suo
capitale in mezzi di produzioni
Mentre le altre classi sociali come quella degli artigiani erano solo-Ilil proletariato
residuo dei vecchi
metodi
di
investe
propria
produzione e quindi destinate a scomparire.
forza nel lavoro
Per Marx quando le classi ossia i membri di un gruppo sociale che svolgono la stessa funzione nel
processo di produzione (borghesia e proletariato) acquisteranno una coscienza di classe e
diventeranno consapevoli di avere interessi in comuni scoppierà una lotta di classe che costituiva
il motore delle grandi trasformazioni.
 Le classi per Bernstein
Bernstein a differenza di Marx sostenne che le classi si contraddistinguono non solo per la funzione
che svolgono nel modo di produzione ma anche per il reddito , la posizione sociale e le abitudini di
vita in quanto possono esistere salariati che vivono come borghesi e borghesi che si sentono
proletari .
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Rispetto a Marx che aveva analizzato la società inglese, Bernstein teneva presente la società tedesca
più stratificata in quanto composta non solo da borghesia e proletariato ma anche da aristocrazie,i
sottoproletariati ed i poveri.
 Articolazione dei gruppi sociali e i caratteri distintivi .
Oggi, all’interno di ogni classe sociale esistono ulteriori stratificazioni che storici e sociologi
distinguono in base ad altri elementi aggiunti a quelli indicati da
SOREL E IL SINDACALISMO RIVOLUZIONARIO
Bernstein
come
il patrimonio, i consumi, il prestigio offerto da alcune
 La teoria
di Sorel
Mentre
i partiti si prefiggevano obiettivi
i sindacati
perseguivano
finalità economiche che
professioni,abitudini,valori,tipo
dipolitici,
educazione
e scelte
matrimoniali.
miravano a migliorare le condizioni di vita e di lavoro degli iscritti.
Il Francese Sorel, deluso della linea riformista dei partiti socialisti, individuò nel sindacato uno
strumento di lotta non solo economica, ma anche politica: Sorel non credeva nella politica pacifica
dei riformisti e vedeva nel sindacato il mito politico che doveva suscitare negli operai sentimenti di
violenza che li dovevano spingere ad insorgere con atti rivoluzionari e con lo sciopero generale
contro la borghesia ed abbatterla per conquistare il potere e cambiare la società.
 I sindacalisti rivoluzionari e lo sciopero generale
Il pensiero di Sorel ispirò una forte corrente sindacale, “Il Sindacalismo Rivoluzionario”, che
adottò violenti metodi di lotta (sabotaggio della produzione) e a cui diedero un certo contributo gli
anarchici e per questo motivo fu chiamato anche ANARCOSINDACALISMO.
I sindacalisti rivoluzionari consideravano il grande sciopero generale a carattere insurrezionale
l'arma più efficace che i lavoratori potessero usare non più per ottenere i migliori salari, ma per
allenarsi in previsione di un attacco finale al potere borghese come aveva previsto Sorel.
IL CATTOLICESIMO SOCIALE E LA RERUM NOVARUM
 Il movimento cristiano-sociale
Anche la Chiesa guardava la nascita della società di massa con preoccupazione.
Nel 1890 il cattolicesimo diede vita al movimento cristiano- sociale che si propose di lottare sia
contro il liberalismo a cui rimproverava l’allontanamento dalla religione e l’indifferenza per le
classi più povere sia contro il socialismo a
cui rimproverava l’ateismo e la volontà di sovvertire la società dalle fondamenta.
Nota: Il Liberalismo è una dottrina politica che ha come fondamento la richiesta delle libertà
proprie delle società borghesi (di parola, di stampa, di associazione e di proprietà).
Il Liberismo è una dottrina economica che ha come fondamento la richiesta della libertà
d’impresa e il rifiuto degli interventi statali in campo economico.
 La Rerum Novarum
I cattolici erano impegnati in attività di assistenza agli strati sociali più poveri.
Nel 1891 Il Papa Leone XIII fece pubblicare l’Enciclica (documento del Papa) “RERUM
NOVARUM” (“Delle cose Nuove) in cui espresse la dottrina
sociale-cattolica cui dovranno ispirarsi tutti i papi .
In questo documento il papa attaccava i socialisti che alimentavano l’odio dei poveri contro i ricchi
provocando il conflitto di classe e difendeva la proprietà privata: per il pontefice era impossibile
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eliminare la disuguaglianza sociale che era nella natura delle cose perciò invitava tutte le classi
sociali ,operai e imprenditori a vivere in concordia e ad osservare reciprocamente i propri doveri.
L’Enciclica aprì la strada del futuro impegno politico e sociale dei cattolici.
DUE DIVERSI MODELLI DELLA SOCIAL DEMOCRAZIA
 Il partito social democratico tedesco.
Il PARTITO SOCIAL DEMOCRATICO TEDESCO aveva indicato nel Programma Del Congresso
tenuto a Gotha gli obiettivi che si sarebbero dovuti raggiungere in modo pacifico attraverso la
democratizzazione dello Stato.
Marx criticò il programma di Gotha di essere troppo vago e di non prevedere un periodo di
dittatura del proletariato.
 Il Partito operaio Social democratico Russo e Lenin
Il PARTITO OPERAIO SOCIAL DEMOCRATICO RUSSO, fondato nel 1898 ,fu diverso dal
PARTITO SOCIAL DEMOCRATICO TEDESCO e dagli altri partiti socialisti a causa dell’azione
svolta da Lenin.
Il MOVIMENTO SOCIALISTA RUSSO era diviso in due grandi filoni:
- Social rivoluzionario che si rifaceva alle posizioni dei populisti e che chiedeva la distribuzione
delle terre ai contadini.
- Socialdemocratico d’ispirazione marxista diretto da Lenin per il quale il partito doveva avere
un carattere estremamente coeso e compatto per poter assumere la guida del processo
rivoluzionario e portare il proletariato alla conquista del potere (Concezione
GIACOBINA):Lenin affidava agli intellettuali borghesi il compito di dare, attraverso il partito
,agli operai la consapevolezza della propria forza e aiutarli a formarsi una coscienza politica.
Nel 1903 il partito social - democratico Russo si divide a sua volta in due correnti:
- La maggioritaria Bolscevica, guidata da Lenin, che voleva un partito disciplinato e
centralizzato.
- La minoritaria Menscevica guidata da Martov che chiedeva un’organizzazione politica meno
rigida della socialdemocrazia tedesca.
LE DONNE E LA FAMIGLIA NELLA SOCIETÀ DI MASSA
 La concezione dei compiti delle donne
Nell’800 nella società era ancora diffusa la concezione della divisione dei ruoli secondo cui l’uomo
apparteneva al mondo della ragione,della cultura e della politica mentre la donna apparteneva al
mondo della casa,del sentimento,della cura dei figli e del marito ed era esclusa dalla sfera politica.
 Il lavoro delle donne
Le condizioni delle donne stavano cambiando, soprattutto a causa del lavoro fuori casa.
L’emigrazione dalle campagne verso le città determinò nuove forme di lavoro: la donna lavorava
non più solo nei campi ma anche nelle fabbriche e persino nelle miniere.
Le donne cominciarono a frequentare anche le Università,ad esercitare le libere professioni nel
settore della medicina;ad entrare nel mondo del lavoro grazie all’insegnamento nella scuola
elementare,un mestiere molto adatto alle donne.
 Una nuova libertà per le donne
Alla fine dell’800 le donne della piccola e media borghesia cominciarono a godere di una certa
libertà di movimento:poterono accedere a luoghi di vacanza come le spiagge, ai luoghi di svago
come le sale da ballo e le associazioni sportive.
 Il passaggio dalla famiglia multipla a quella nucleare
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L’industrializzazione,l’emigrazione dalle campagne alle città ,il nuovo lavoro delle donne misero in
discussione i ruoli tradizionali,modificarono i rapporti familiari,le abitudini e le norme di vita e
soprattutto fecero ridurre le nascite determinando il passaggio dalla famiglia multipla a quella
nucleare(composta da un solo nucleo familiare:padre,madre,figli)
 La diminuzione del numero delle nascite
La diminuzione delle nascite si ebbe non solo per il lavoro fuori casa ma anche per una scelta
consapevole,per garantire ai figli migliori condizioni di vita in base alle risorse a disposizione.
LA QUESTIONE FEMMINILE
Alla fine del 1800 le donne non avevano diritti politici in nessun paese europeo e perciò nacquero
negli Stati Uniti , in Inghilterra e in Italia i primi movimenti politici per rivendicare il diritto di voto.
 Il movimento femminile degli Stati Uniti: NAWSA
Proprio in America nel 1890 nacque la NAWSA (ASSOCIAZIONE
DELLE DONNE AMERICANE PER IL SUFFRAGIO) presieduto da
CHAPMAN la quale ottenne nel 1919 il diritto al voto delle donne in tutti
Stati dell’America.
Ilgli
movimento
femminile in Inghilterra: “SUFFRAGETTE”

In Inghilterra nacque il movimento delle “SUFFRAGETTE” così chiamato perché si batteva per
rivendicare il diritto di voto delle donne e chiedeva il suffragio.
 Il movimento femminile in Italia
In Italia furono formati diversi movimenti che si battevano per realizzare l’emancipazione sociale
delle donne per farle uscire dalla condizione di subordinazione in cui si trovavano ,per ottenere
l’uguaglianza giuridica tra uomo e donna garantendo alla donna l'inserimento nella vita politica
attraverso il suffragio femminile e quindi il diritto di voto:
 Anna Maria Mozzoni fondò LA LEGA PROMOTRICE DEGLI INTERESSI FEMMINILI
 Ersilia Bronzini fondò L’UNIONE FEMMINILE
 Anna Kuliscioff fondò L’ASSOCIAZIONE GENERALE DELLE DONNE OPERAIE .
 Le donne nell’attività politica e sindacale
In Europa le donne coprivano un rilevante ruolo politico in quanto si battevano nei sindacati , nei
movimenti e nei partiti di sinistra per ottenere il riconoscimento dei diritti politici e delle pari
opportunità.
Rosa Luxemburg fu la rappresentante più illustre della sinistra europea, fondatrice del Partito
socialdemocratico polacco
che era favorevole all’instaurazione di rapporti democratici all’interno del
suo partito.
CAP.2 LA SOCIETÀ DI MASSA IN ITALIA E IL SISTEMA GIOLITTIANO
GIOLITTI E L’INSERIMENTO DELLE MASSE NELLA VITA POLITICA
 La società di massa in Italia
In Italia la società di massa si sviluppò agli inizi del XX secolo con il sovrano,Vittorio Emanuele III,
successore di re Umberto I che fu ucciso il 29 luglio 1900, dall’anarchico Gaetano Bresci perché
adottava una politica repressiva.
Vittorio Emanuele III affidò il governo a Giovanni Giolitti (1903-1914 inizia l’età giolittiana), un
uomo contrario ai vecchi metodi repressivi, che adottò una linea politica antirepressiva per inserire
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le masse nella vita politica dello stato in modo pacifico senza provocare lo sconvolgimento del
sistema liberale.
 La società dell’Italia Giolittiana
Nell’Italia Giolittiana la società era formata da:
 alta borghesia composta dai proprietari,dagli imprenditori e dai dirigenti,
 piccola borghesia composta dagli impiegati e dai liberi professionisti che erano i coltivatori
diretti,i commercianti e gli artigiani,
 proletariato composto da operai,braccianti e contadini poveri.
L’ECONOMIA ITALIANA DURANTE IL PERIODO GIOLITTIANO
 Lo sviluppo economico al nord e al sud
Il periodo Giolittiano conobbe uno sviluppo economico tale da essere definito “decollo”.
Ma lo sviluppo industriale interessava soprattutto l'Italia settentrionale :
 l’industria automobilistica
In Italia fallirono anche i tentativi di alcune aziende automobilistiche private di impiantare la
grande industria a sud: infatti, alcuni imprenditori stranieri che cercarono di stringere accordi con
imprenditori italiani per far nascere a Napoli un’industria automobilistica che produsse auto,
siccome Napoli era scarsa di manodopera qualificata, scelsero Milano, dove nacque l’Alfa (Anonima
Lombarda Fabbrica Automobili) e Torino dove Agnelli fondò la Fiat.
L' Italia restò comunque arretrata per la produzione di autovetture rispetto agli altri paesi europei
perché l’acquisto di un’automobile era allora solo un privilegio dei ricchi ed il mezzo di trasporto
individuale più diffuso restò per molto tempo la bicicletta.

Le difficoltà dell’industrialismo
Le industrie continuarono a svilupparsi al nord dove incominciarono a nascere le prime
associazioni degli industriali come la CIDI, (Confederazione italiana
dell’industria),
fondata nel 1910 e che esprimeva gli interessi degli imprenditori

L’emigrazione
L’età
giolittiana fu
caratterizzata
del “triangolo
industriale”
delanche
nord.dal fenomeno dell’emigrazione della popolazione dal
Meridione verso il Nord Italia e L'America(gli Stati Uniti, l'Argentina e Brasile).
L’emigrazione trasformò le regioni meridionali a livello culturale ed economico:
gli emigranti, che tornavano dall’America, portavano nelle loro regioni d’appartenenza nuove
esperienze di vita, abitudini di altre culture ed inoltre facevano affluire nelle povere campagne
meridionali enormi quantità di denaro che investivano in case ed in appezzamenti di terra
trasformandosi in piccoli proprietari terrieri.

L’istruzione
Mentre nel 1900, l’istruzione elementare,ricevuta nelle scuole statali e private, era rivolta soltanto
alla parte + agiata della popolazione durante il Governo Giolitti l’istruzione fu estesa anche alla
massa, ma l’analfabetismo era ancora elevato.
La classe dirigente affidò alle scuole il compito dell'istruzione della massa e le attribuì la funzione
pedagogica di realizzare la <<Nazionalizzazione>>della massa ossia di formare nelle masse una
coscienza nazionale al fine di ottenere il suo inserimento nella vita istituzionale e politica.
 Le lotte degli insegnanti
Mentre alcuni insegnanti erano riuniti nella: “Federazione nazionale insegnante scuola media”,
fondata nel 1902 da Gaetano Salvemini che elaborò un progetto pedagogico che prevedeva una
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selezione tra gli studenti basata sul profitto e riservava il liceo classico ai figli delle famiglie
benestanti: questa scuola era una scuola di Elite, esistevano moltissimi insegnanti che si battevano
per ottenere una scuola e un insegnamento più democratici.
LA POLITICA DI GIOLITTI
 Il programma politico di Giolitti
Giolitti elaborò un programma politico anti-repressivo.
Giolitti era a favore delle organizzazioni sindacali che lottavano e scioperavano per accrescere i
salari dei lavoratori.
Giolitti adottò una linea di politica non intervento nelle lotta tra imprenditori e lavoratori: secondo
Giolitti il Governo non doveva intervenire per impedire gli scioperi e non doveva sostenere gli
industriali perché avrebbe commesso un' ingiustizia,un errore economico e politico.
 Un’ingiustizia perché lo Stato, se si fosse schierato dalla parte di una sola classe,quella degli
imprenditori, avrebbe mancato al suo dovere di neutralità e di imparzialità fra i cittadini.
 Un errore economico perché il salario basso avrebbe bloccato l’economia e squilibrato il rapporto
tra domanda ed offerta delle merci.
 Un errore politico perché si sarebbe opposto alla classe lavoratrice che costituiva la maggioranza
della popolazione.
Di conseguenza Giolitti mentre a livello politico cercò di accordarsi con i socialisti che erano
disposti ad operare verso la legalità non per abbattere ma per riformare lo Stato borghese,a livello
sindacale adottò una linea di non intervento nei contrasti tra imprenditori e lavoratori.
 La politica di Giolitti nel Mezzogiorno
Giolitti, consapevole della gravità della questione meridionale ossia del ritardo dello sviluppo
economico nel meridione rispetto a quello del triangolo industriale del nord, formato da
Lombardia, Piemonte e Liguria, abbandonò il criterio di uniformità legislativa seguito dopo l’Unità
d’Italia (1861) e attuò una politica economica fondata su una legislazione speciale per favorire lo
sviluppo del mezzogiorno: approvò una legge speciale per la Basilicata e un'altra per Napoli dando
inizio all’industrializzazione del Mezzogiorno.
Inoltre, l’Italia Meridionale rappresentava proprio la base del potere di Giolitti in quanto forniva la
maggioranza dei suoi deputati al parlamento :Giolitti attraverso il sistema delle clientele
prometteva favori agli elettori per far eleggere i candidati meridionali appartenenti alla sua
maggioranza.
 La politica di Giolitti verso il sindacato.
Giolitti mantenne un atteggiamento di neutralità nelle vertenze sindacali anche durante il grande
sciopero generale organizzato il 15 settembre 1904 dalla Camera di Lavoro di Milano, che
protestava contro l’uccisione da parte della Polizia di alcuni lavoratori durante una manifestazione
di protesta presso Cagliari. Lo sciopero si estese in Italia settentrionale e in misura minore in Italia
centrale e meridionale.
La direzione del PSI ,pur approvando lo sciopero, non intervenne attivamente in esso e si divise tra:
 Riformisti: che volevano limitare la sua durata;
 Rivoluzionari: volevano utilizzare tale protesta per far cadere il Governo.
 La politica di Giolitti verso i socialisti.
Fallì il tentativo di Giolitti di stringere rapporti di collaborazione con i socialisti riformisti, che
rappresentavano la classe operaia dell'Italia settentrionale, per portare avanti il suo progetto di
sviluppo industriale e di riforme:anche Filippo Turati, socialista riformista, pur volendo non potette
stringere rapporti di collaborazione con Giolitti perchè dovette tener conto dell’avversione che i
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rivoluzionari nutrivano per la politica giolittiana e perché altrimenti non avrebbe avuto dalla sua
parte la maggioranza del partito e sarebbe stato accusato di tradimento degli ideali socialisti.
Negli ultimi anni dell’età giolittiana la corrente riformista del PSI (che proponevano un programma
minimo
da attuare attraverso le riforme) s’indebolì mentre quella rivoluzionaria, dei
massimalisti(così chiamati xchè volevano realizzare il programma socialista massimo, cioè la
rivoluzione) si rafforzò.
Nel luglio 1912, durante il XII Congresso del PSI che si tenne a Reggio Emilia, Benito Mussolini
chiese e ottenne l’espulsione dei riformisti dal PSI che costituirono un nuovo partito, il PARTITO
SOCIALISTA RIFORMISTA; così i massimalisti assunsero la guida del PSI con Lazzari alla
segreteria del partito e Mussolini alla direzione dell’ "Avanti", usando il giornale come mezzo di
propaganda e di agitazione politica contro Giolitti e la sua politica.
 La politica di Giolitti verso i Cattolici:il "patto Gentiloni"
Dopo l’approvazione nel maggio del 1912 della legge elettorale sul suffragio maschile con cui
potevano votare tutti i maschi che avevano compiuto 21 anni e 30 se analfabeti e che fece triplicare il
numero degli elettori a favore del PSI nelle regioni del Nord, ma non in quelle del Sud, dove,
Giolitti attraverso il sistema delle clientele riusciva a controllare gran parte del voto contadino a
Giolitti serviva l’alleanza con i cattolici per bilanciare i voti al partito socialista: durante il
Risorgimento il papa PIO IX, contrario all’Unificazione dell’Italia(1861) ed alla conquista di Roma
(1870) che aveva posto fine al potere temporale dei papi , nel 1874 promulgava il decreto “NON
EXPEDIT” (Non Conviene) con cui chiedeva ai cattolici di non impegnarsi nella vita politica italiana
e con cui limitava il loro diritto al voto .
I cattolici si organizzarono in un’associazione chiamata “Opera dei Congressi”per ribellarsi al
papa.
Nel 1916 Gentiloni fondò l'"Unione Elettorale Cattolica Italiana"che aveva il compito di indicare ai
cattolici i candidati da votare.
Nel 1913, prima delle elezioni, Giolitti stipulò con i cattolici il “Patto Gentiloni”, con si impegnava
a salvaguardare alcuni principi religiosi come l’istruzione religiosa e il rifiuto del divorzio in cambio
del voto: Giolitti riteneva necessaria la collaborazione con i cattolici e la loro partecipazione alla vita
politica attraverso il diritto al voto per ottenere la maggioranza alle elezioni del 1913.
 Le elezioni del 1913
Nell’elezioni dell’ottobre del 1913, anche se i socialisti raddoppiarono i loro deputati, (tra questi
deputati c’erano anche Radicali e Repubblicani) i deputati liberali guidati da Giolitti ottennero la
maggioranza dei voti grazie al contributo dei Cattolici.
Giolitti nelle elezioni del 1913 ottenne la fiducia della camera ma ritenne che la sua maggioranza
non era più solida come un tempo e nel marzo 1914 si dimise.
Finiva l’età giolittiana e il nuovo governo fu formato da Salandra, un liberale
conservatore.
 La politica estera di Giolitti:La guerra in Libia
Nella politica estera Giolitti, pur essendo un pacifista, nel 1911 intraprese la guerra contro la
Turchia, per la conquista della Libia (conclusa nel 1912).
La guerra alla Turchia può sembrare in contraddizione con la linea politica di Giolitti che era
contrario alle guerre tra i paesi europei ma non a quelle coloniali che riteneva utili per civilizzare
quelle popolazioni che altrimenti sarebbero rimaste nelle barbarie.
2.6 L’INTERVENTO DEGLI INTELLETTUALI NELLA LOTTA POLITICA
 Il nazionalismo ed Enrico Corradini
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Da destra i nazionalisti in maggioranza intellettuali si opponevano a Giolitti e rifiutavano la sua
politica ritenendola priva di fondamenti ideologici.
I Nazionalisti oltre a celebrare il concetto di “Nazione”, volevano uno stato forte, che per loro era
irrealizzabile nel parlamento; essi si battevano contro la democrazia ed il socialismo :
Ai democratici rimproveravano di rinunciare ad una politica estera diretta a rendere grande l’Italia
attraverso l’espansione imperialistica mentre
ai socialisti rimproveravano il sabotaggio degli interessi nazionali a causa delle loro posizioni
internazionaliste.
Il maggiore rappresentante del Nazionalismo fu Corradini che riteneva che solo con la guerra
l’Italia sarebbe potuta diventare grande ed elaborò il concetto della “Nazione Proletaria”secondo
cui la protagonista della storia non era la classe come sostenevano i socialisti, ma la Nazione, e
quindi non dovevano esserci divisioni di classi tra borghesia e proletariato ma divisioni tra nazioni,
nazioni ricche e nazioni povere che dovevano conquistare ricchezza e povertà attraverso la
violenza.
CAP. III LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
L’economia della società di massa fu caratterizzata da uno sviluppo industriale così imponente da
essere definito:“SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE”
La II RI, con i grandi progressi scientifici e tecnologici, migliorò le condizioni economiche e la vita
quotidiana della popolazione .
La produzione di beni destinati al consumo immediato si sviluppò di più rispetto al passato ed i
produttori dei beni essenziali ,artigiani e contadini,diventavano anche consumatori dei beni che
producevano.
Gli anni della seconda rivoluzione industriale sono stati chiamati “età dell’acciaio, dell’elettricità
e della chimica” perché caratterizzati da:
- un’alta produzione di acciaio che aveva migliorato il trasporto perché l'acciaio era impiegato nella
costruzione di navi più solide e leggere e di binari su cui potevano viaggiare treni più pesanti e
veloci,
- dall’impiego dell’elettricità come fonte di energia che poteva essere trasmessa a distanza
permettendo l’industrializzazione di zone dell’Italia,come l’Italia settentrionale,lontane dalle
miniere del carbone e più vicine ai corsi d’acqua e inoltre grazie all’invenzione della lampadina
l’elettricità arrivò in tutte le case.
- dalla produzione di nuovi prodotti chimici come i concimi che favorirono lo sviluppo
dell’agricoltura
LE NUOVE INVENZIONI E SCOPERTE
Gli anni della seconda rivoluzione industriale furono caratterizzate da nuove invenzioni e scoperte
in vari settori:
NEL SETTORE DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE:sono inventati il fonografo ,la telegrafia senza
fili, il telefono,la stampa, la radio,il cinema;la pubblicità.
La stampa si diffuse giornali grazie all'invenzione delle rotative,capaci di stampare e di piegare
migliaia di pagine e della stampa a rotocalcografia a colori che grazie alle illustrazioni diventò un
efficace veicolo pubblicitario.
La radio e il cinema si diffusero soprattutto tra il popolo :la radio,inventata da Marconi, adoperava
il linguaggio acustico ed il cinema adoperava il linguaggio iconico, due linguaggi che non
richiedevano un alto livello di istruzione e che erano comprensibili da tutti.
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Grazie alla pubblicità, che dava informazioni sui nuovi prodotti, e ai nuovi metodi di vendita come
vendite per corrispondenza attraverso i cataloghi, l’installazione di macchine distributrici
automatiche, le catene dei grandi magazzini e i ristoranti self-service crebbe il numero dei
consumatori e si ampliò il mercato.
Le pubblicità di alcuni prodotti come gli elettrodomestici per esempio le macchine per cucire
(Singer), erano dedicate soprattutto alle donne che ormai lavoravano e disponevano di denaro per
acquistarli.
NEL SETTORE DEI MEZZI DI TRASPORTO:le biciclette, le automobili (la locomobile con motore
a vapore, l’automobile con motore a scoppio ,l'automobile con motore a benzina e poi a
nafta,l’automobile con il pneumatico),l’aereo.
Lo sviluppo dei trasporti, con la costruzione di tranvie e di metropolitane, consentì una maggiore
articolazione delle città rendendo più agevoli e rapidi gli spostamenti degli abitanti:nelle città
tranviarie le abitazioni degli operai non dovettero più essere costruite accanto agli stabilimenti e
quelle degli uomini d’affari non sorgevano più al centro vicino le banche e gli uffici.
NEL SETTORE ENERGETICO è usato il petrolio come fonte di energia: Il petrolio quando costava
troppo era usato solo per lubrificare,illuminare e riscaldare poi in seguito alla scoperta dei
giacimenti di petrolio nel Texas incominciò ad essere impiegato al posto del carbone per alimentare
i motori dei mezzi di trasporto.
Per estrarre il petrolio i pozzi erano scavati con la tecnica della perforazione.
L’asta perforatrice non veniva + mossa dalla forza degli uomini e degli animali ma dalla macchina
a vapore;grazie alle piattaforme petrolifere fu possibile estrarre il petrolio da profondità maggiori
ed anche dal fondo del mare.
Con la diffusione dell’auto il petrolio diventò la + importante fonte di alimentazione esistente.
NEL SETTORE CHIMICO: Nobel inventò la dinamite che era usata in guerra e per scavi delle
miniere, furono inventate la cellulosa che era usata per produrre materiali di plastica e l' aspirina.
IL TEMPO LIBERO
Alla fine dell’800 grazie alla nascita di macchinari che sbrigavano parte del lavoro degli uomini e
alla diminuzione ad 8 ore della giornata di lavoro e della concessione di mezza giornata festiva il
sabato gli operai ebbero più tempo libero da occupare con attività di svago come il turismo,la
villeggiatura e lo sport.

Il turismo e la villeggiatura: Si faceva turismo compiendo viaggi culturali e villeggiatura
trascorrendo i mesi estivi in alberghi o pensioni.

Lo sport: gli operai praticavano molti sport come il ciclismo,il pugilato,l’atletica leggera,il
football,il calcio.
LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE NEGLI STATI UNITI

Lo sviluppo del mercato interno
La seconda rivoluzione industriale accentuò la differenza tra le economie dei diversi paesi perché
mentre alcuni rimasero arretrati altri ne trassero molti vantaggi;infatti negli Stati Uniti i ricchi
giacimenti minerari determinarono lo sviluppo delle industri petrolifere ed estrattive,allo stesso
tempo gli industriali non sentirono la necessità di cercare materie prime all’estero e di attuare una
politica estera di espansionismo territoriale e s’impegnarono a sviluppare il mercato interno,
considerando le esportazioni non + necessarie alla crescita economica.
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L’industriale Carnegie sostenne che gli americani dovevano rinunciare alla conquista di “popoli
barbari” in terre lontane e dovevano limitarsi a guardare il loro destino :“il dominio industriale ed
economico nel mondo”.
 La conquista del primato dell’economia
Nel corso del 900 gli Stati Uniti conquistarono il primato economico mondiale grazie ai
 Progressi tecnologici che consentirono l’aumento della produttività assorbita dal mercato interno
e non più dalle esportazione che per questo erano limitate rispetto alla Gran Bretagna e alla
Germania.
 Aumento dei consumatori grazie al miglioramento delle condizioni di vita.
 Sviluppo dell'Industria e dei servizi: la popolazione era attiva più nelle industrie e nei servizi che
nel settore agricolo.
 Nascita dei manager,dei Cartelli e i dei Trust: con la nascita delle società per azioni le imprese
non erano + gestite a livello familiare e le decisioni no erano + prese dal proprietario ma dal
possessore di più azioni e dai manager,i soci più importanti.
Inoltre la nascita dei Cartelli e dei Trust segnò l'inizio della fase del capitalismo monopolistico e la
fine della libera concorrenza:I Cartelli erano costituiti da aziende che si accordavano sui i prezzi dei
prodotti in modo da annullare la concorrenza e i Trust erano formati da aziende associate tra di
loro e guidate da un unico direttore in modo da isolare le piccole società rimaste fuori.
Al capitalismo monopolistico si opposero:
Shermann, un senatore del partito repubblicano, che promosse la “Shermann Anti-trusts Act”,
legge volta a salvaguardare il privatismo e l’individualismo degli industriali per un’economia libera
e concorrenziale.
Il presidente Wilson che promosse la “Clayton Anti-trust Act”, legge volta a favorire il libero
mercato con la riduzione dei dazi doganali e un’imposta progressiva sul reddito con cui
compensare la diminuzione delle entrate.
 Nuova organizzazione del lavoro da parte di Ford e di Taylor
Ford, il primo industriale delle auto,per incrementare la produzione e abbassare i costi e i prezzi
delle auto,
rivoluzionò i metodi di lavoro con l’utilizzo nelle sue fabbriche delle Catene di Montaggio,con cui
riuscì a produrre e ad assemblare il maggior numero di auto.
allargò il mercato ad altri consumatori attraverso la pubblicità, la vendita rateale, la riduzione del
prezzo delle auto e l'aumento del salario dei suoi operai in modo che potessero acquistare loro
stessi le auto che producevano stesse auto che producevano.
La combinazione di prezzi bassi e salari alti rese l’automobile, un consumo di massa.
Taylor teorizzò un’organizzazione scientifica del lavoro sull'eliminazione dei tempi morti della
lavorazione e sulla divisione dei compiti del lavoro:Teylor
affidò l’organizzazione del lavoro alla direzione e l’esecuzione del lavoro alla manodopera
realizzando così la “scienza della direzione del lavoro altrui”.
Taylor avrebbe voluto trasformare l’operaio in una sorta di “Scimmia ammaestrata” ma fu impedito
dai sindacati dei lavoratori: FEDERAZIONE AMERICANA DEL LAVORO e i LAVORATORI
INDUSTRIALI DEL MONDO a cui parteciparono anche i disoccupati e che si opposero allo
sfruttamento degli operai
La catena di montaggio e il taylorismo determinarono l’alienazione dell’operaio dal lavoro,
imponendo l'assoluta meccanicità e la ripetitività dei gesti.
LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN EUROPA.
In Europa lo sviluppo industriale si ebbe soprattutto in Germania e in Gran Bretagna
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 In Germania lo sviluppo economico fu favorito :
 dalla crescita della produzione dell’acciaio stimolata dalla costruzione delle ferrovie e
dall’aumento degli armamenti
 dalla nascita dell’industria chimica
 dalla crescita dell’urbanizzazione
 dalla nascita delle "Banche miste" che utilizzavano i depositi dei clienti per finanziare la
costituzione di nuove imprese che erano in parte gestite dai loro rappresentanti.
Il sistema delle banche miste,sviluppato in Germania, diventò modello per molti paesi
d’Europa, compresa l’Italia dove il direttore della BANCA COMMERCIALE ITALIANA
prese come esempio la Deutsche Bank tedesca.
 In Gran Bretagna il benessere aumentò dalla fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento
fino al 1914 ,anno dello scoppio della seconda guerra mondiale:sebbene diminuirono i
prezzi provocando una riduzione dei profitti,gli imprenditori non diminuirono ma
aumentarono i salari per
l’impegno del sindacato.
La Gran Bretagna vedeva la crescita economica della Germania nel settore industriale e
commerciale come una minaccia al suo primato economico mondiale che aveva esercitato per
tutto l’800 e fu spinta a sfidarla .
CAP. IV: LE PRIME GUERRE DEL XX SECOLO
L’IMPERIALISMO
 Dal colonialismo all’imperialismo
Alla fine dell'800 finì il periodo del colonialismo e incominciò quello dell' imperialismo.
Tra il 1884-1885 durante la Conferenza di Berlino le + grandi potenze europee delimitarono le loro
sfere d’influenza in Africa e in Asia dando avvio ad un vero e proprio PROCESSO
IMPERIALISTICO.
Il colonialismo è diverso dall’imperialismo sia sul piano politico-militare che sul piano economico.
Sul piano politico-militare mentre durante il colonialismo i governi europei avevano solo il
desiderio di trovare terre dove poter trasferire la popolazione eccedente, durante l'imperialismo
c’era anche la volontà di rafforzare la propria potenza politica attraverso una politica
espansionistica per conquistare egemonia e supremazia nel mondo.
Sul piano economico mentre durante il colonialismo i governi europei miravano a sfruttare
economicamente le colonie,durante l’imperialismo le colonie erano viste come nuovi mercati dove
poter trasferire capitali che non trovavano impiego nella madre patria.
Nota: Il colonialismo è un fenomeno che nasce nel 1500, con l’espansione spagnola, portoghese e inglese
nelle Americhe e successivamente, in Asia. Nell’Ottocento assume caratteri più massicci con la spedizione in
Africa. Il Colonialismo moderno non ha nessun rapporto con i processi di colonizzazione che si verificarono
nell’età antica, soprattutto da parte dei Greci. Anche l’Imperialismo è un fenomeno del tutto differente da
quello dell’età antica.
 L’imperialismo britannico
In Gran Bretagna si cominciò a parlare per la prima volta d’imperialismo nel 1880.
Il 1° ministro Inglese, Disraeli, aveva un’idea dell’impero come una sorta d’imperialismo
romantico, fondato sul fascino dell’immagine imperiale e dell’avventura:all'inizio questa tesi non fu
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accettata dalla popolazione e nello stesso anno Disraeli perse le elezioni;solo nei decenni seguenti la
tesi dell’imperialismo romantico venne accettata sia dalla classe dirigente che dalla maggioranza
della popolazione inglese.
Nel 1900 Chamberlain, che aveva fondato il Partito Unionista Liberale, alleato dei conservatori,
divenne un grande sostenitore di un “IMPERIALISMO AGGRESSIVO”,con cui diede
all'imperialismo inglese un’impronta sociale facendo leva sull’orgoglio nazionale presente nella
maggioranza degli inglesi.
Tale imperialismo fu definito Jingoismo, ossia la celebrazione della presunzione della superiorità
del popolo inglese soprattutto dei piccoli borghesi e dei disoccupati che nonostante le loro
condizioni di vita limitate si sentivano orgogliosi di appartenere ad un impero.
Note:Il Jingoismo: Nel 1877, durante la guerra tra Russia e Turchia, gli inglesi inviarono truppe a
Gallipoli (Turchia europea) per ammonire i Russi a non minacciare gli interessi inglesi nella zona. I
sostenitori di questa politica furono chiamati jingoes, dal ritornello di una loro canzone, in cui
ricorreva l’espressione by jiungo (per Bacco ed esprimeva la loro coscienza nazionalistica.

L’imperialismo Tedesco
In Germania lo sviluppo economico alimentò il desiderio di spinte espansionistiche in politica
estera.
Il Nazionalismo di Bismarck,cancelliere artefice dell’unificazione della Germania e della nascita
dell’impero tedesco, si trasformò in imperialismo con Bulow nominato cancelliere della Germania
nel 1900 dall'Imperatore Guglielmo II che lo vedeva il realizzatore della sua aspirazione a fare della
Germania una grande potenza non solo europea ma mondiale e quindi a riservarle un "posto al
sole".
L'inglese Chamberlain tentò di stabilire buone relazioni con la Germania, ma la rivalità tra i due
Paesi nella politica degli armamenti che riguardava sopratutto le flotte era tale che sembrò
impossibile un’alleanza tra di loro.

Le alleanze internazionali e i timori di una guerra
L’aggressività dell’imperialismo tedesco rese inevitabile lo scontro con l’Inghilterra che aveva una
tradizione imperialistica più antica e contava su un sistema coloniale più vasto.
Lo scontro si svolse tra 2 schieramenti di alleanze internazionali :
 la triplice alleanza, nata il 1882: Germania, Austria - Ungheria, Italia;
 la triplice Intesa, nata il 1907: Gran Bretagna –Francia, Russia;
La formazione di due schieramenti suscitava timori di un conflitto nei partiti politici:in Germania
mentre alcuni temevano che lo scoppio di una guerra avrebbe indebolito il Partito
Socialdemocratico altri temevano che una guerra avrebbe accresciuto in tutta l’Europa l’ influenza
del partito socialdemocratico,sostenitore della pace, e avrebbe fatto cadere molti troni.
MILITARISMO E PACIFISMO
 MILITARISMO
Il Militarismo si sviluppò in Francia dove i francesi volevano una rivincita sull’esercito prussiano
che aveva sconfitto Napoleone III nel 1870.
Il capo dell'esercito francese,Joffrè, rinnova la sua dottrina strategica passando dalla difesa
all’offensiva.
La contrapposizione tra questi stati imperialisti,FRANCIA E PRUSSIA, rendeva sempre più realistic
l’idea che questo scontro sfociasse in una guerra e ciò comportò l'aumento nella produzione deg
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armamenti.
 PACIFISMO:i socialisti e il problema della guerra
il “Pacifismo” era diffuso soprattutto tra i socialisti riformisti che s’illudevano che le classi dirigenti
non avrebbero mai scatenato una guerra europea per paura di provocare delle rivoluzioni.
Nel 1907 al Congresso del Partito Socialista Francese Jean Jaurés da un lato invitò la classe operaia e
lo stesso partito socialista a sforzarsi per evitare la guerra e dall'altro ammise che una nazione e una
classe operaia aggredite dovevano difendersi per tutelare la loro indipendenza:quindi per Jaurés la
guerra poteva essere giustificata se si trattava di difendersi da un’aggressione che però doveva
essere accertata.
Nel 1907, al Congresso della II Internazionale tenutosi a Stoccarda, Jaurés,Adler e Vandervelde
sostenevano che siccome le guerre sono procurate dal sistema capitalistico esse cesseranno solo
quando il capitalismo sarà soppresso:i socialisti dovevano sforzarsi per impedire la guerra ma se
essa fosse scoppiata avrebbero dovuto far leva sulla crisi economica e politica che ne sarebbe
scaturita per innescare una rivoluzione capace do sopprimere il sistema capitalistico.
 Il pacifismo borghese in Italia
In Italia, il pacifismo, diffuso soprattutto negli strati popolari, era sostenuto dai socialisti e dalla
borghesia che vedevano nella guerra un freno per lo sviluppo economico ed erano convinti che
l’economia poteva svilupparsi solo in tempo di pace attraverso il commercio internazionale.
Il maggior esponente del pacifismo in Itala fu ERNESTO TEODORO MONETA al quale, nel 1907
fu assegnato il premio Nobel per la Pace.
LE GUERRE ISPANO-AMERICANA, ANGLO BOERA ,RUSSO GIAPPONESE
Anche se la lotta per l’egemonia mondiale si svolgeva tra Germania e Gran Bretagna, tra la fine
dell’800 e i primi anni del 900 furono combattute tre guerre tra :
LA
 Spagna e Stati Uniti(1898);
 Gran Bretagna e i Boeri del Sudafrica(1899-1902);
 la Russia e il Giappone(1904-1905);
GUERRA
TRA
SPAGNA E STATI
UNITI (1898)
Negli ultimi anni dell’800 e primi anni del 900 negli Stati Uniti il forte sviluppo economico era
accompagnato dall’ISOLAZIONISMO cioè dalla rinuncia ad una politica estera espansionistica per
concentrarsi sullo sviluppo economico interno.
Lo stesso presidente degli Stati Uniti Georg Washington (1° presidente degli Stati Uniti), affermava
che il nuovo stato non doveva stringere alleanze con le potenze straniere; nel 1823 il suo successore
James Monroe aveva invitato gli Stati Uniti ad impegnarsi e ad intervenire per tenere le grandi
Potenze Europee lontane dall’America latina sostenendo che l’America apparteneva agli americani.
Quindi gli Americani non poteva restare indifferenti alla presenza a Cuba della Spagna che
ostacolava la realizzazione della dottrina di Monroe.
Nel 1895 Josè Martì ,esule cubano alla testa di un gruppo di rivoluzionari, sbarcò a Cuba dove
proclamò la Repubblica Cubana e diede inizio alla lotta contro gli spagnoli.
Nel 1898 Il governo STATUNTENSE, che aveva interessi per Cuba, per proteggerla dagli Spagnoli,
inviò all’Havana, porto Cubano, la Maine,una nave da guerra, che però esplose provocando la
morte di 266 marinai.
IL 15 FEBBRAIO 1898 Il nuovo presidente americano, William McKinley, convinto che
l’esplosione della nave fosse stata provocata dalla Spagna, le dichiarò guerra.
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La distruzione di molte navi spagnole nelle Filippine costrinse la Spagna a chiedere la pace con la
quale:
gli Stati Uniti ottennero le isole di Guam e di Puerto Rico e acquistarono le Filippine con 20 milioni
di dollari
mentre Cuba diventò una Repubblica indipendente dalla Spagna sulla quale però
gli Stati Uniti estesero la loro sfera d’influenza politica ed economica rendendola un paese
dipendente da loro e da cui compravano la produzione dello zucchero di canna.
Con questa politica americana si ebbe una nuova forma d’imperialismo:
a differenza delle altre potenze europee gli Stati Uniti giustificavano i loro interessi economici per
Cuba,le conquiste e l’estensione della loro sfera d’influenza non in nome della civilizzazione dei
popoli barbari ma in nome dell’umanitarismo e della democrazia.
Nel 1901 il nuovo presidente dell’America,il repubblicano Roosevelt, in politica estera mirò a
rafforzare la presenza degli Stati Uniti sulla scena internazionale ed aggiunse un “corollario” alla
dottrina di Monroe secondo cui gli Stati Uniti dovevano impegnarsi ed intervenire direttamente per
tenere lontane le potenze europee non solo dall’America latina,ma da tutto il continente Americano.
Roosevelt concentrò la sua politica sugli affari interni ed affermò che le relazioni tra i cittadini
americani sono + importanti delle relazioni con le altre potenze europee.
LA GUERRA tra Gran Bretagna e i Boeri del Sudafrica (1899-1902)
Alla fine del 1700 la Gran Bretagna aveva tolto all’Olanda l’estremità meridionale dell’Africa,
assoggettandosi i Boeri, cioè i coloni olandesi che erano arrivati lì nel 600.
Nel 1800 la Gran Bretagna aveva creato in quella regione la colonia del Capo, ma una parte dei
Boeri, non volendo sottostare al dominio inglese, si ritirò verso l’interno (emigrazione detta grande
TREEK) dove fondarono gli stati di Orange e del Transvaal riconosciuti indipendenti
dall'Inghilterra.
Quando furono scoperti ricchissimi giacimenti di oro e diamanti nel Transvaal, Rhodes, cercatore di
diamanti, riuscì ad acquistare il monopolio della produzione dei diamanti ed estese il controllo
britannico sul territorio.
La situazione si aggravò sempre di più finchè, nell’ottobre del 1899, scoppiò una guerra tra i
britannici e i Boeri del Transvaal, che si concluse nel 1902, con la sconfitta dei Boeri: però ,il governo
Britannico riconobbe piena autonomia ai Boeri del Transvaal e dell’Orange che nel 1910 formarono
con la Colonia del Capo l’Unione SudAfricana.
La guerra Anglo-Boera,combattuta, come tutte le guerre coloniali, tra un paese europeo,la Gran
Bretagna,e una popolazione indigena,quella Boera,fu considerata anche una guerra imperialistica
perché fu provocata anche dalla volontà della Gran Bretagna di opporsi alla Germania che
intendeva estendere la sua influenza sull’AFRICA MERIDIONALE.
LA GUERRA TRA RUSSIA E GIAPPONE (1904-1905)
Sia il Giappone che la Russia avevano interessi per la Manciuria e quando nel 1898 la Russia la
conquistò, nel 1904 il Giappone le dichiarò guerra.
Le truppe giapponesi sbarcarono in Manciuria,attaccarono e conquistarono Port Arthur.
Allora le truppe Russe si spostarono in Oriente dove nel 1905 furono sconfitte sull’isola di
Tsushima nel Mar Del Giappone e con la fine della guerra la Russia dovette rinunciare a Port
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Arthur e riconoscere l'influenza del Giappone sulla Corea ma potette conservare la Manciuria
settentrionale.
La Guerra tra Russia e Giappone è stata considerata la prima battaglia navale dei tempi moderni e
suscitò un grande interesse perché il Giappone con la sua vittoria affermò la sua influenza sulla
Corea divenendo una potenza industriale.
LA RIVOLUZIONE RUSSA DEL 1905
Nel 1905,in seguito alla guerra tra Russia e Giappone, le difficili condizioni economiche-sociali
diffusero a San Pietroburgo in Russia un malcontento che sfociò in una manifestazione
popolare:quando i manifestanti giunsero davanti al Palazzo d’Inverno (residenza dello Zar) con le
immagini sacre e i ritratti dello zar Nicola II , furono sparati dalle truppe imperiali.
Questa carneficina, detta “Domenica di Sangue”, diede avvio a numerose sommosse.
Durante la rivoluzione del 1905 in Russia si crearono i Soviet ossia dei Consigli eletti dagli operai
che si battevano per ottenere la rivoluzione del governo in senso socialista.
Lo Zar Nicola II non riuscendo a soffocare la rivoluzione, nell’ottobre del 1905, concesse la
formazione di un parlamento detto Duma e sciolse i Soviet.
Nel 1906 La Duma si riunì e alle elezioni il Partito costituzionale democratico ebbe la maggioranza.
Un conservatore alla guida del governo realizzò un’importante riforma agraria volta a sciogliere le
antiche comunità di villaggio per trasformare le campagne russe in senso capitalistico:tele riforma
fu indispensabile per lo sviluppo agricolo anche se furono i contadini a pagarne le conseguenze
perché furono privati delle terre che avevano in comune (Comunità di villaggio) da cui avevano
tratto buona parte dei loro mezzi di sostentamento e solo pochi furono capaci di trasformarsi in
proprietari.
NOTA: La comunità di villaggio era una particolare forma di organizzazione rurale fondata sulla proprietà
collettiva delle terre che erano distribuite in modo provvisorio ai componenti della comunità.
ALTRE GUERRE EUROPEE DEL XX SECOLO
 Guerra tra Germania e Francia
Tra Germania e Francia nacquero tensioni per assoggettarsi l’Africa:mentre in Germania
l’Imperatore Guglielmo II affermò che avrebbe difeso “i suoi grandi e crescenti interessi in
Marocco,la Francia,con il consenso della Gran Bretagna, già aveva trasformato il Marocco in una
sorta di protettorato francese.
Nel 1906 la Francia grazie
d’influenza sul Marocco.
all'appoggio della Gran Bretagna riuscì ad estendere la sua sfera
Nel 1911 i tedeschi si opposero alla presenza francese in Marocco ed inviarono una cannoniera nel
porto marocchino di Agadir.
La Francia con l’aiuto della Gran Bretagna costrinse Guglielmo II a fare
marcia indietro:il Marocco rimase alla Francia.
 Le guerre Balcaniche.
Negli stessi anni (1905-1906), nella penisola Balcanica si registravano tensioni dovute :
 a cause interne come rivalità etniche e nazionali tra Croati e Serbi ossia al NAZIONALISMO:
Mentre i nazionalisti Serbi (slavi Ortodossi) sognavano di unirsi ai loro connazionali del Sud,gli
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Slavi della Macedonia,che apparteneva alla Turchia,per creare una grande Serbia e per avere lo
sbocco sul mar Egeo (Questa ideologia fu definita “Panserbismo”-ossia tutti serbi),I Croati(slavi
cattolici) sognavano di creare una grande Croazia che comprendesse oltre alla Macedonia anche
la Dalmazia, la Bosnia-Erzegovina e il Montenegro quindi le loro aspirazioni erano molto più
grandi.

a cause esterne come rivalità tra Austria e Russia che aspiravano ad affermare la loro
egemonia sulla penisola balcanica ossia all' IMPERIALISMO: l’Austria riuscì ad esercitare una
certa influenza sulla Serbia fino al 1903 quando fu contrastata dai Serbi che guardavano alla
Russia,con cui avevano in comune la religione ortodossa, come alla sola potenza in grado di
appoggiarli per consentire loro di creare un grande stato jugoslavo.
Nel 1903 la Russia riuscì ad avere il sopravvento sull'Austria quando,durante un colpo di stato
militare, fu assassinato il re Alessandro, autoritario e favorevole all’Austria, e sul trono della Serbia
salì Pietro I, liberale e amico della Russia.
Allora nei Balcani cominciò la guerra tra Russia e Austria per la conquista della supremazia:
la guerra si concluse nel 1908 a favore dell' Austria che si annetté la Bosnia-Erzegovina nel
timore che il nuovo governo turco intendesse conquistarla ed estese la sua influenza sulla
Penisola Balcanica.
LA PRIMA GUERRA BALCANICA.
Nel 1912 la Lega Balcanica, formata da Grecia, Serbia, Montenegro e Bulgaria appoggiata dalla
Russia, dichiarò guerra alla Turchia che alla fine del conflitto(1913) fu costretta a cedere i territori
slavi ancora in suo possesso alla Lega.
La seconda guerra balcanica.
Siccome i componenti della Lega non riuscirono ad accordarsi sulla spartizione dei territori ottenuti
dalla Turchia scoppiò la seconda guerra balcanica tra Bulgaria da un lato e Grecia e Serbia
dall’altro. La Bulgaria fu sconfitta e la Macedonia fu divisa tra Grecia e Serbia.
LA GUERRA IN LIBIA.
Nel 1896,durante il Governo Crispi, le truppe italiane furono sconfitte ad Adua (Libia)
dall’Imperatore d’Etiopia, Menelik II e l’Italia dovette limitare le sue aspirazioni solo alla Somalia e
all’Eritrea.
Nel 1911, durante il governo Giolitti, l'Italia, per controbilanciare la potenza della Francia, che
aveva instaurato il suo protettorato sul Marocco, occupò la Libia che apparteneva all’impero
Ottomano(Turchia).
La guerra in Libia fu sostenuta dai nazionalisti, dai socialisti riformisti e in particolare dal banco di
Roma che aveva fatto investimenti in Libia,mentre
incontrò l'opposizione dei socialisti
rivoluzionari, tra cui Mussolini, che rimproverava i governi di sperperare risorse in Africa invece di
occuparsi dei gravi problemi italiani come quelli che esistevano nelle campagne del Mezzogiorno.
La guerra iniziata nel settembre 1911 con lo sbarco della flotta italiana in Libia si concluse
nell’ottobre del 1912 quando l’impero Ottomano fu costretto a firmare il Trattato Di Losanna con
cui riconobbe la sovranità dell’Italia sulla Libia.
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CAPITOLO 5 LA PRIMA GUERRA MONDIALE
LA GRANDE GUERRA
La I Guerra Mondiale,che si combatté dal 1914 al 1918,fu detta anche Grande Guerra, perché non
coinvolse solo gli eserciti al fronte, ma anche le intere popolazioni civili di tutti i paesi belligeranti
e non.
La I Guerra Mondiale in realtà non fu un vero e proprio conflitto mondiale perché fu combattuta in
Europa e in Africa, dove si trovavano le colonie tedesche e coinvolse:
in modo diretto la Germania, l'Austria-Ungheria e Impero Ottomano da un lato
e la Gran Bretagna ,la Francia,la Russia e l'Italia dall'altro
ed in modo indiretto gli Stati Uniti che intervennero a fianco del gran Bretagna etc.
Va ricordato che in Europa già esistevano due schieramenti:
LA TRIPLICE ALLEANZA - (1882): Germania,Austra-Ungheria, Italia
LA TRIPLICE INTESA – (1907): Gran Bretagna –Francia, Russia.
Le cause dello scoppio della prima guerra mondiale furono diverse:
1) Rivalità navale tra Germania e Gran Bretagna per la supremazia marittima,
2) Contrasto tra Germania e Francia dopo per estendere loro influenza sulle regioni meridionali
dell'Africa dopo che Francia conquistò il Marocco.
3) Contrasto AUSTRIA e RUSSIA per l'egemonia nei Balcani dopo che Russia si era annessa la
Bosnia –Erzegovina durante le guerre Balcaniche.
4) Gli irredentismi, come il desiderio dell'Italia di conquistare Trento e a Trieste e della Serbia di
conquistare la Bosnia-Erzegovina.
Nota: L'Irredentismo è un movimento politico che si propone di riunire alla madrepatria terre che per lingua
e cultura sono ad essa legate e che politicamente sono invece soggette a uno stato straniero. Furono forti in
Italia e in Serbia.
LO SCOPPIO DELLA GUERRA
La miccia che provocò l’esplosione della guerra fu accesa dall’attentato di Sarajevo,in BosniaErzegovina annessa all'Austria, con il quale il 28 giugno 1914 furono uccisi l’arciduca d’Austria
Francesco Ferdinando, erede al trono,e la moglie.
L’attentatore fu Princip, uno studente nazionalista serbo-bosniaco, che agì per conto della Mano
nera,un’associazione segreta serba, che aveva sede a Belgrado.
Dopo l’attentato Il governo austriaco decise di dare un colpo decisivo all’irredentismo serbo senza
alcuna intenzione di provocare una guerra europea perché convinto che la Russia,protettrice dei
Serbi, non sarebbe intervenuta per timore della Germania.
Allora l’Austria, sostenendo che esistevano le prove di un complotto rivolto a distaccare dalla
monarchia austro-ungarica parti del suo territorio,inviò un Ultimatum alla Serbia con cui le chiese

lo scioglimento della Mano nera,

la consegna degli ufficiali coinvolti nel complotto

la fine della propaganda antiasburgica da parte dei nazionalisti serbi

la partecipazione dei poliziotti austriaci alle indagini da svolgere contro i nazionalisti serbi.
Il 25 luglio 1914 la Serbia accettò tutte le condizioni contenute nell’ultimatum, tranne l'ultima
clausola (partecipazione dei poliziotti austriaci alle indagini da svolgere contro i nazionalisti serbi)
in quanto violava la sovranità della Serbia.
Per questo il 28 luglio 1914, l’Austria dichiarò guerra alla Serbia provocando una mobilitazione a
catena delle altre potenze europee:
20
Si mobilitò La Russia per appoggiare la Serbia
1° Agosto la Germania dichiarò guerra alla Russia.
Nello stesso giorno la Francia mobilitò il suo esercito per sostenere la Russia
3 Agosto la Germania invase il Belgio, che era neutrale,per attaccare la Francia
4 Agosto la Gran Bretagna intervenne nel conflitto a fianco della Francia.
L’Impero Ottomano intervenne al fianco della Germania e dell’AustriaUngheria.
LA CRISI DELLA SECONDA INTERNAZIONALE ED I SOCIALISTI
L’invasione del Belgio,che era neutrale,da parte della Germania mise in crisi la Seconda
Internazionale e il PARTITO SOCIALISTA che fino ad allora si erano battuti per il
pacifismo:infatti,allo scoppio della guerra, mentre il
Partito Socialista Tedesco abbandonò la posizione della Seconda Internazionale e si schierò per
l’intervento alla guerra in nome dell’unità nazionale,
il Partito Socialdemocratico Russo, guidato da Lenin, lottò contro la guerra
ed il Partito Socialista Italiano dichiarava la neutralità assoluta dell'Italia.
Con la crisi della Seconda Internazionale finirono sia il pacifismo che l’internazionalismo che
precedentemente rappresentavano gli aspetti fondamentali dei programmi di tutti i partiti socialisti.
IL FRONTE INTERNO
Allo scoppio del conflitto i governi erano impegnati in una politica di consolidamento del fronte
interno essenziale in una guerra che coinvolgeva anche la popolazione civile.
 Autoritarismo e dirigismo
I governi intervennero in campo politico con Militarismo e Autoritarismo
in campo economico con Dirigismo:Infatti i governi mentre a livello politico adottarono la censura
per mettere a tacere le voci di opposizioni alla guerra,
a livello economico incrementarono la produzione interna e aumentarono i controlli dei consumi
perché gli scambi commerciali internazionali diventarono più difficili soprattutto per la Germania e
per l’Austria che ben presto si ritrovarono senza approvvigionamenti per la limitazione delle
importazioni da parte delle altre potenze avversarie e perciò dovettero contare solo sulla
produzione interna.
 Le donne nella grande guerra
Con la GRANDE GUERRA le donne entrarono nel mondo del lavoro per sostituire gli uomini
partiti per il fronte e per mantenere le loro famiglie private del salario del capofamiglia e inoltre In
Italia incominciarono a organizzare manifestazioni spontanee contro il carovita e contro la guerra.
Il lavoro delle donne però non fu duraturo ma provvisorio perché alla fine della guerra con il
ritorno dei mariti dal fronte riprendevano a svolgere il ruolo di casalinghe.
DALLA GUERRA DI MOVIMENTO ALLA GUERRA DI POSIZIONE
I tedeschi invasero il Belgio,violando la sua neutralità, per attaccare la Francia con l’intenzione di
dare inizio a una guerra di movimento cioè ad una guerra che secondo le loro aspettative sarebbe
dovuta durare poco perchè speravano di raggiungere subito Parigi ma all'incontrario i Francesi,
comandati da Joffrè, organizzarono una resistenza sul fiume Marna dove riuscirono a fermare i
Tedeschi che a loro volta passarono alla controffensiva dando inizio così ad una lunga e sanguinosa
guerra di posizione destinata a durare a lungo.
La lunghezza della guerra preoccupò soprattutto la Germania e l’Austria che si videro interrotti i
loro rifornimenti dagli altri continenti perchè costrette a starsene ancorate nelle loro basi navali
21
accerchiati nel centro dell’Europa dalle flotte nemiche francesi e inglesi,che dominavano i mari,fino
al 1916.
L’INTERVENTO DELL’ITALIA

Le ragioni della neutralità italiana
Nell’agosto del 1914,quando scoppiò la guerra, l’Italia faceva ancora parte della triplice
Alleanza,(formata da Italia,Germania,Austria-Ungheria) il cui trattato prevedeva la preventiva
consultazione degli alleati nel caso uno dei paesi decideva di fare una guerra e l’intervento in
guerra solo se uno dei paesi dell’Alleanza fosse stato aggredito.
Siccome l'Austria e la Germania non rispettarono il trattato dell'Alleanza l'Italia dichiarò la sua
neutralità con la speranza di avere comunque vantaggi territoriali alla fine della guerra:infatti da un
lato l'Austria, invece di consultare preventivamente l’Italia, l'avvertì solo il giorno prima
dell’ultimatum alla Serbia, quando già aveva messo in moto la macchina di guerra e dall'altro la
Germania dichiarò per prima guerra alla Francia senza essere stata aggredita.
Nel 1887 l’Austria rinnovò il trattato della Triplice Alleanza aggiungendo la clausola che l'Italia
avesse avuto vantaggi territoriali solo se fosse intervenuta in guerra a fianco dell’Austria.
 Le posizioni degli interventisti e dei neutralisti
L’ipotesi della partecipazione dell’Italia alla guerra come membro della Triplice Alleanza era
irrealizzabile.
Mentre gli interventisti (nazionalisti) volevano che l’Italia si battesse a fianco della Triplice Intesa
_Francia, Inghilterra e Russia_ contro l’Austria-Ungheria per completare il processo risorgimentale
riunendo Trieste e Trento all’Italia,
i Neutralisti (socialisti, cattolici, liberali), tra cui Giolitti, rimasti fedeli alla II Internazionale e
appoggiati dalla classe operaia, erano contrari alla guerra e al militarismo e privilegiavano la
neutralità dell'Italia,perchè pensavano che l’Italia, restando neutrale, avrebbe potuto guadagnare
comunque “parecchio” dall’inevitabile dissoluzione dell’impero Austro-Ungarico ;inoltre il
neutralismo dei cattolici era appoggiato dalla Chiesa che considerava l’Austria-Ungheria uno dei
paesi di sicura fede cattolica.
Il tentativo degli interventisti di far entrare l'Italia in guerra si concluse con successo nell’aprile
1915 quando furono stipulati gli accordi di Londra tra la Triplice intesa e l’Italia con cui l'Italia si
impegnava a intervenire in guerra entro un mese al fianco della Triplice Intesa per ricevere in
cambio Trento, Trieste,l'Istria compresa Fiume e Dalmazia.
Però il governo italiano, guidato da Salandra, per poter decidere l’Intervento doveva superare
l’opposizione dei neutralisti.
 La posizione di Benito Mussolini
Benito Mussolini, direttore del giornale l’Avanti, mentre all'inizio fu contrario alla guerra e a favore
del pacifismo e del neutralismo, dopo, condizionato dall’idea dei socialdemocratici tedeschi,
cominciò a ritenere che solo la guerra poteva trasformare la società e propose una “neutralità attiva
e operante”.
Mussolini,accusato di tradimento per quest’atteggiamento ed espulso dal Psi, fondò un nuovo
giornale, “Il Popolo d’Italia”, con cui svolse una propaganda interventista che rivolse soprattutto
alle masse, agli operai e ai contadini ponendosi contro Giolitti e i socialisti.
 Le “radiose giornate di maggio” e la vittoria della piazza sul parlamento.
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Quando Giolitti venne a conoscenza della stipulazione del Patto di Londra si impegnò ancora di + a
favore della neutralità e per il non intervento e grazie alla maggioranza parlamentare costituita dai
neutralisti chiese le dimissioni di Salandra,alla guida del governo, che insieme a Sonnino,ministro
degli esteri,erano favorevoli alla guerra.
Gli interventisti Salandra e Sonnino, per vincere la loro battaglia contro i neutralisti che
rappresentavano la maggioranza del parlamento e quindi per riuscire a portare l’Italia in guerra,
ricorsero alle manifestazioni di piazza e nelle cosiddette “Radiose giornate di maggio” D’Annunzio,
primo uomo politico di destra che stabilì un diretto contatto con la folla,con i suoi comizi politici
caratterizzati da un linguaggio violento e acceso esortava la folla a reagire con violenza,a formare
“pattuglie civiche” con il ”bastone e il ceffone, con la pedata e il pugno” per ottenere l'intervento
dell'Italia alla guerra.
I Neutralisti non seppero opporsi; siccome Giolitti non volle succedere a Salandra
Vittorio Emanuele III respinse le dimissioni di Salandra e il 23 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra
all’Austria.
LO SVOLGIMENTO DELLA GUERRA DAL 1915 AL 1917

Battaglie del 1915
L'italia subì una serie di sconfitte dall'Austria nelle battaglie dell'Isonzo con altissime perdite di
vite umane a causa del capo di stato maggiore Cadorna che aveva adottato una tattica errata, della
scarsa preparazione militare dei soldati che erano in maggioranza militari di leva che non avevano
avuto un particolare addestramento e dell’armamento che era inferiore rispetto a quello austriaco.
La Germania e all’Austria che,a causa del blocco navale attuato dall’Intesa, videro ridotti i loro
approvvigionamenti, a loro volta impiegarono i sottomarini per tagliare i rifornimenti alla Francia e
alla Gran Bretagna, ma nonostante l’affondamento di molte navi della Gran Bretagna,tra cui il
transatlantico inglese Lusitania,la flotta tedesca fu costretta a tornare alla base.
 Battaglie del 1916
Sul fronte italiano fallì “la spedizione punitiva”dell'Austria contro l’Italia per il tradimento con
l’uscita dalla triplice Alleanza.
Nell’agosto l’Italia dichiarò guerra alla Germania per conquistare Trieste ma riuscì a conquistare
solo Gorizia.
Sugli altri fronti All’inizio del 1916 I tedeschi tentarono una nuova offensiva sul
fronte occidentale ma subirono una serie di sconfitte dall'esercito dell'intesa:
A febbraio furono battuti nella Battaglia di Verdun.
A maggio furono battuti nella Battaglia di Jutland.
A luglio furono battuti sul fiume Somme.
Ci furono perdite elevate per entrambe le parti: i tedeschi dichiararono di aver vinto perché
riportarono molti successi nelle battaglie sottomarine durante le quali avevano affondato molte
navi inglesi, ma in realtà la vittoria andò agli inglesi che costrinsero la flotta tedesca a restare
nelle sue basi fino alla fine della guerra .
 Battaglie del 1917
Il 1917 fu l’anno decisivo della guerra grazie a due avvenimenti:
 la rivoluzione Russa
 l’intervento degli USA
23
Nel febbraio i tedeschi iniziarono una guerra sottomarina indiscriminata con l’affondamento di
tutte le navi, nemiche e non che si avvicinavano alla costa della Gran Bretagna e degli altri paesi con
cui erano in guerra.
Il 23-24 Febbraio in Russia, a Pietrogrado, il malcontento diffuso da 3 anni di guerra, provocò
un’insurrezione popolare che costrinse lo zar Nicola II ad abdicare , che portò alla formazione di
un governo democratico provvisorio che decise di continuare la guerra indebolendo la Russia.
L’Intesa riuscì a controbilanciare la sua forza grazie all’intervento degli Stati Uniti al suo fianco
che proponevano la loro mediazione perché il conflitto terminasse senza vincitori né vinti: gli Usa,
con il presidente Wilson, in Aprile intervennero con le loro flotte e attaccarono la Germania perché
i sommergibili tedeschi avevano attaccato anche le navi americane.
L’intervento degli Usa fu determinante non solo sul piano militare ed economico ma anche su
quello psicologico perché riuscì ad accentuare la sensazione che le sorti della guerra erano
decisamente a favore dell’Intesa.
Dall'intervento economico e militare degli USA trassero vantaggio Francia e la Gran Bretagna
perché l’apparato industriale degli USA fu messo al servizio delle loro necessità belliche.
Nell’agosto 1917 il Papa Benedetto XV rivolse ai capi delle potenze belligeranti l’ invito a porre fine
ad una guerra che sembrava ormai una “inutile strage” indicando che la pace doveva concludersi
sulla base di principi fondati sulla giustizia. Questa posizione fu criticata dai nazionalisti
interventisti ma incontrò una risposta positiva dalle popolazioni.
Mentre i fronti interni di tutti i paesi stavano cedendo i governi della potenze dell’Intesa che si
sentivano vicini alla vittoria non volevano rinunciarvi.
A ottobre in Russia scoppiò la rivoluzione bolscevica che si concluse rapidamente a favore dei
bolscevichi che presero il potere e formarono un nuovo governo guidato da Lenin;Le truppe
imperiali opposero resistenza a Lenin dando vita ad una guerra civile;Lenin,per potersi dedicare
alla lotta contro i nemici interni decise di far uscire la Russia dalla guerra mondiale e firmò
l'armistizio di Brest-LitovsK con cui rinunciava alla sua egemonia sulla Penisola Balcanica e
riconosceva l'indipendenza della Polonia,Finlandia,Ucraina e dei 3 paesi Baltici di Estonia, Lettonia
e Lituania.
Il cedimento del fronte russo consentì alla Germania e all’Austria-Ungheria di spostare le loro
truppe dal fronte orientale a quello occidentale verso l’Italia
Ad Ottobre gli Austriaci e i tedeschi riuscirono a sfondare il fronte italiano a Caporetto dove
l’esercito italiano subì una dura sconfitta per colpa degli inefficienti comandi militari del
comandante Cadorna che perciò fu sostituito da Vittorio Emanuele Orlando, che era alla guida del
governo, con il generale Armando Diaz che riuscì ad organizzare un efficace resistenza sul fiume
Piave.

Battaglie del 1918 e la fine della prima guerra mondiale
Nel gennaio il presidente americano Wilson presentò i suoi 14 punti per il mantenimento della
pace mondiale che prevedevano una pace giusta senza rivendicazioni territoriali e che si ispiravano
ai valori universali della democrazia, giustizia, libertà per i popoli.
24
Nel 1918 la guerra volse sempre più a favore dell’intesa:
Mentre Inglesi,Francesi e Americani bloccarono l'avanzata della Germania sul fiume Marna e la
sconfissero nella Battaglia di Amiens,l'esercito italiano,guidato da Diaz, attaccarono l’Austria a
Vittorio Veneto , a Trento e a Trieste e la sconfissero sul fiume Piave.
Ad Ottobre 1918 mentre la Germania,in seguito ad una serie di rivoluzioni interne,chiese a Wilson
la pace fondata sui suoi 14 punti, l’impero Austrioungarco,con l’abdicazione di Carlo IV
d’Asburgo,firmò con L'Italia l'armistizio a Villa Giusti e si trasformò in Stato federale,primo segno
dell’inizio della sua dissoluzione a causa del malcontento popolare e delle rivendicazioni
nazionalistiche dei popoli che lo componevano:la Grande Guerra terminò e fu considerata come
una “inutile strage”.
 La rivoluzione in Germania
Il 30 ottobre i marinai della flotta tedesca, ancorata nella base di Kiel, diedero vita ad
un’insurrezione con cui costrinsero Guglielmo II ad abdicare e con cui ,sull’esempio Russo,
attennero:
-la formazione dei consigli di operai e dei soldati
-la costituzione di un governo, definito “governo dei commissari del popolo”, presieduto da
Scheidemann a cui fecero parte i partiti di centro-sinistra:socialdemocratici, i socialisti indipendenti,
il partito “Zentrum” dei cattolici e da cui restavano fuori sia l’estrema destra sia l’estrema sinistra
comunista.
-la Proclamazione della Repubblica di cui fu nominato presidente Ebert.
Nel dicembre 1918 i dirigenti della Lega di Spartaco, Rosa Luxemburg e Liebknecht, fondarono il
Partito Comunista Tedesco KPD e nel gennaio 1919 con l'appoggio degli operai, seguendo la
strada che aveva portato Lenin al successo in Russia,diedero vita, a Berlino, a un moto
rivoluzionario conto il governo socialista;ma questa insurrezione fu repressa dall’esercito con il
sangue e Rosa Luxemburg e Liebknecht furono arrestati e uccisi.
L’11 novembre a Compiégne la Germania firmò l’armistizio con cui si impegnava a consegnare
tutto l’armamento pesante(aerei, navi, sottomarini) e ad annullare tutte le sue conquiste fatte in
Polonia e Russia.
Nel 1918 a Monaco nella Baviera un movimento rivoluzionario rovesciò la monarchia e proclamò la
Repubblica Bavarese fondata sui consigli.
Nota:La Lega Spartachista fu un movimento rivoluzionario organizzato in Germania nel 1916 durante la
prima guerra mondiale dai socialisti comunisti tedeschi (Rosa Luxemburg) ostili alla guerra e contrari ai
socialisti interventisti e favorevoli ad una rivoluzione come quella russa che avrebbe portato ala fine della
guerra .
 Le Nuove e Vecchie Armi
Nel corso della GRANDE GUERRA furono impiegate vecchie armi perfezionate come l’artiglieria e
nuove armi come aerei, carri armati e sottomarini che sarebbero rimasti tra i principali strumenti di
guerra del XX,mentre non sarebbero più stati usati i gas tossici, fosgene e iprite.
In seguito, i gas furano usati episodicamente da parte di tutti e due gli schieramenti violando cosi
gli accordi presi alla 1° conferenza per la pace (1899) dove le grandi potenze si erano impegnate a
non utilizzare armi chimiche.
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I TRATTATI DI PACE
I trattati di pace furono discussi alla Conferenza di Parigi che si svolse nella prima metà del 1919 e
furono elaborati dalle potenze vincitrici: Francia, Gran Bretagna, USA e Italia.
 Il Trattato di pace di VERSAILLES stipulato con la Germania stabilì:
 la fine dell’impero tedesco:
 le colonie della Germania furono affidate alla Gran Bretagna e alla Francia come
“Mandati”;
l’’Alsazia e la Lorena passarono alla Francia.
 pesanti spese che la Germania avrebbe dovuto sostenere per pagare le riparazioni di guerra
alla Gran Bretagna,alla Francia e agli Stati Uniti .
 Il Trattato di pace di Saint-Germain stipulato con L’Austria – Ungheria sancì:
 la dissoluzione dell'impero Austroungarico e la nascita di nuovi stati come la Cecoslovacchia
e la Jugoslavia.
 l'indipendenza dell’Albania che era stata occupata durante la guerra dai greci, italiani e serbi.
 La ricostruzione della Polonia con i territori che alla fine del 1700 erano stati
occupati dalla Russia ,dalla Prussia e dall’Austria e divenne uno stato indipendente ottenendo
di nuovo Danzica per avere uno sbocco a mare.
 Il trattato di pace di Sévres stipulato con l'Impero Ottomano stabilì
la neutralizzazione degli stretti della Turchia
la fine dell'Impero ottomano che perse parte dei suoi territori come l’Iraq,la Palestina,la Siria e la
Giordania che finirono sotto l’Influenza dell’Inghilterra e la Francia e si ridusse alla sola Turchia la
cui capitale fu trasferita da Istanbul (Costantinopoli) ad Ankara e che diventò una repubblica laica
,moderna che ebbe come presidente Mustafà Kemal, chiamato Ataturk.
LA NASCITA DELLA SOCIETÀ DELLE NAZIONI
Gli Stati Uniti non ottennero dal conflitto vantaggi territoriali, ma conquistarono un grande
prestigio sulla scena internazionale e rafforzarono l’economia.
Nel 1919, alla Conferenza di pace di Parigi, Wilson, per evitare altre rovinose guerre in futuro,
chiese l’istituzione della Società delle Nazioni ispirandosi al primo dei suoi 14 punti.
La Società delle Nazioni era composta da un’assemblea, da un consiglio e da un segretariato:i paesi
partecipanti avrebbero dovuto impegnarsi a non stipulare accordi segreti, a procedere al disarmo,
ed ad avviare l’indipendenza delle colonie.
Però molte potenze non vollero aderirvi e cercarono di stipulare comunque accordi al di fuori della
Società delle Nazioni:
 Nel 1922 A Genova in una conferenza internazionale si riunirono i paesi vincitori e vinti per
discutere sui problemi economici riguardanti la Germania e la Russia che alla fine con il trattato
di Rapallo si impegnarono a stringere rapporti diplomatici e a rinunciare alle reciproche
rivendicazioni;
 Nel 1925 con il trattato di Locarno la Germania riconobbe la frontiera
franco-tedesca e nel 1926 entrò a far parte della Società delle Azioni.
 Nel 1928 con il patto di Parigi fu sottoscritta la Pace tra USA e la Francia che si impegnarono a
risolvere pacificamente tutte la questioni internazionali.
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CAPITOLO 6 LA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA
IL PROGETTO DI LENIN
 Le teorie di Marx e di Lenin sulla rivoluzione al centro del mondo e nella periferia
La Rivoluzione Bolscevica iniziata nell’ottobre del 1917 a Pietrogrado in Russia con l’assalto al
Palazzo d’Inverno fu una delle più importanti conseguenze della Grande Guerra che aveva
provocato la diffusione di carestie e il malcontento.
Nel corso del conflitto mondiale Lenin aveva compiuto una profonda revisione del pensiero di
Marx:
Marx riteneva che lo sviluppo economico fosse il vero motore della rivoluzione che perciò sarebbe
potuta scoppiare soltanto nel centro del mondo ossia in Inghilterra ed in Germania e non in un
paese economicamente arretrato come la Russia:quando lo sviluppo economico della società
borghese fosse giunto al suo massimo livello,evidenziando la differenza tra società borghese e
quella di massa,allora la classe operaia avrebbe conquistato il potere con la forza.
Lenin sosteneva che la rivoluzione sarebbe potuta scoppiare in uno dei punti + deboli del sistema
capitalistico come la Russia per poi estendersi al resto del mondo:secondo Lenin il capitalismo
avvolgeva il mondo come una catena che se fosse stata spezzata dalla rivoluzione in un punto
qualsiasi dei suoi anelli il mondo sarebbe stato liberato dal capitalismo.
All’inizio del 900 le vicende del movimento operaio sembrarono dar ragione a Marx ma la
possibilità di una rivoluzione al centro del mondo sembrava svanire quando allo scoppio della
guerra la socialdemocrazia tedesca,il + forte partito europeo,non aveva scelto una rivoluzione ma
l’unione con gli altri partiti tedeschi in nome della nazione .
Nel 1917 Lenin ritenne che la Russia fosse diventata l’anello più debole della catena capitalistica che
imprigionava il mondo perché il governo dello zar era stato logorato dalla vicende belliche.
LA RIVOLUZIONE RUSSA DI FEBBRAIO E LA NASCITA DELLA REPUBBLICA.
 La caduta dello Zarismo
Le vicende della grande guerra contribuirono a far diminuire ulteriormente lo scarso prestigio di
cui lo zarismo ancora godeva.
Nel 1917 il diffuso desiderio di arrivare alla pace, a qualsiasi costo, diede avvio alla rivoluzione in
Russia che portò alla fine dello Zarismo.
 Lo sciopero di Pietrogrado
I primi a muoversi furono gli operai delle officine Putilov di Pietrogrado che attuarono uno
sciopero a cui i proprietari risposero con la serrata provocando l’estensione della lotta che coinvolse
altre categorie di lavoratori trasformandosi in uno sciopero generale.
La protesta non fu guidata dai socialisti,perché la social democrazia era stata divisa dalla polizia
zarista e Lenin era andato in esilio in Svizzera, ma dalle forze politiche Borghesi, che avanzavano la
richiesta politica di un governo democratico in cui la Duma avesse poteri effettivi. Lo Zar respinse
questa richiesta e decise di rispondere con la forza impegnando l’esercito contro i manifestanti. I
soldati si rifiutarono di obbedire e si schierarono a favore dei rivoltosi.
 La rivoluzione di Febbraio e la nascita della Repubblica
A Febbraio le manifestazioni si trasformarono in una vera e propria rivoluzione, che fu chiamata
RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO.
Il 23 Febbraio(nel calendario russo) i Rivoluzionari, operai e soldati guidati dal Soviet(comitato che
rappresentava operai e soldati le due forze che avevano dato origine alla rivolta ), si impadronirono
di Pietrogrado e attaccarono il Palazzo d'inverno(sede dello zar Nicola II).
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Il 15 marzo Nicola II abdicò a favore del fratello, il gran duca Michele, per mantenere al potere la
monarchia dei Romanov, ma Michele si rifiutò di salire al trono e il Soviet ordinò l’arresto di Nicola
II e della zarina Alessandra, ponendo così fine alla monarchia zarista dei Romanov e trasformando
la Russia in Repubblica.
La RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO portò alla formazione di un governo provvisorio sostenuto
dalla Duma, a cui il Soviet non volle partecipare, guidato dal principe GEORGIJ L’VOV che decise
di convocare una Assemblea Costituente
In cui ci furono due Poteri contrapposti,la Duma ed il Soviet che erano d’accordo sulla demolizione
dell’autocrazia ma nutrivano interessi politici e militari diversi:
- La Duma, che rappresentava la borghesia, accettava la repubblica ma auspicava alla nascita di
un regime liberale e perciò avrebbe voluto proseguire con la guerra.
- Il Soviet,che rappresentava la massa, che aveva sofferto di più per la
guerra, chiedeva al governo di porre fine alla guerra e di stipulare trattati
di pace con gli imperi centrali,voleva un governo socialista in cui il potere
fosse nelle mani del popolo; chiedeva la distribuzione delle terre ai
contadini(un obiettivo che destava enormi preoccupazioni nel governo in
cui erano rappresentati anche i problemi del proprietari latifondisti).
LA RUSSIA TRA GUERRA E RIVOLUZIONE
 Il programma di Lenin
Lenin,in seguito alla caduta della monarchia e alla costituzione della Repubblica, ritornò in Russia e
presentò al governo il suo programma nelle TESI DI APRILE:Lenin chiedeva al Soviet,che
rappresentava il proletariato di conquistare il potere per porre fine alla guerra e agli operai di
allearsi con i contadini poveri(che Marx ed Engles non consideravano una classe rivoluzionaria)che
avevano già occupato spontaneamente le terre e che formavano la maggioranza della popolazione
Russa per realizzare una rivoluzione del governo in senso socialista.
 Kerenskij
All’interno del Soviet,la maggioranza formata dai Menscevichi e dai social rivoluzionari, non era
d’accordo con il programma di Lenin di fare una rivoluzione popolare per creare un governo in cui
il potere fosse in mano al proletariato per mettere fine alla guerra e a Maggio entrarono nel governo
per chiedere la continuazione della guerra e frenare le rivendicazioni dei contadini: si decise di
proseguire la guerra a cui però era contraria la maggior parte della popolazione Russa .
II ministro di guerra Kerenskij, membro del movimento social rivoluzionario e vicepresidente del
Soviet, ottenne all'inizio un importante successo militare contro le truppe tedesche, ma molto presto
l’esercito Russo guidato da Kornilov fu costretto a indietreggiare .
A luglio il tentativo del Soviet di Pietrogrado (sostenuto dai bolscevichi) di conquistare il potere fallì
e furono i Bolscevichi a pagare il prezzo più alto per questo fallimento.
Fu formato allora il nuovo governo guidato da Kerenschi che alla fine di agosto rimosse dal suo
incarico Kornivol (generale che guidò l’offensiva contro i tedeschi) perché questi per poter
proseguire la guerra con successo impose una dura disciplina interna e proclamò lo stato di assedio
a Piertogrado, minacciata dall’avvicinamento dell’esercito tedesco.
Il generale Kornivol a sua volta marciò su Pietrogrado ma i bolscevichi,di fronte alla minaccia di
un colpo di stato militare, invitarono gli operai ad armarsi a difesa della città e a formare la
GUARDIA ROSSA, facendo fallire così il tentativo di kornivol.
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I Bolscevichi,grazie al loro successo, acquistarono pregi tra operai e soldati.
LA CONQUISTA DEL POTERE DA PARTE DEI BOLSCEVICHI
 La Rivoluzione Bolscevica di Ottobre
Nel partito bolscevico nacquero delle convergenze:
Mentre Lenin propose al partito di cominciare una rivoluzione per tentare la conquista del
potere,altri dirigenti del partito erano contrari perché temevano che la rivoluzione potesse mettere a
rischio la posizione che erano riusciti a conquistare fino a quel momento.
Alla fine prevalse la decisione rivoluzionaria di Lenin che,appoggiato anche da Stalin,la notte del
25 ottobre (secondo il calendario russo) guidò i bolscevichi in una rivoluzione a Pietrogrado che si
concluse rapidamente:I bolscevichi attaccarono il palazzo d’inverno, sede del governo Kerenschi,
riuscirono ad ottenere il potere e formarono un nuovo governo ,definito Soviet dei commissari del
popolo,guidato da Lenin e da Stalin.
 L’affermazione della dittatura del proletariato
Il nuovo governo emanò subito due decreti che realizzarono le aspirazioni della maggioranza della
popolazione russa:
-il primo,in politica estera, sancì l’apertura delle trattative di pace senza conquiste che nel rispetto
dei principi della nazionalità lasciasse i popoli liberi di scegliere ;
-il secondo,in politica interna, decretò la confisca delle grandi proprietà terriere da distribuire ai
contadini e l’attribuzione agli operai del controllo sull’attività di tutte le aziende e le ditte
commerciali.
 Le elezioni per la Assemblea Costituente e il suo scioglimento
Alle elezioni per l'Assemblea Costituente,svolte subito dopo la formazione del nuovo governo, la
maggioranza dei voti andò ai MENSCEVICHI e ai SOCIAL RIVOLUZIONARI e non ai
BOLSCEVICHI che,erano ancora rappresentati dalla minoranza della popolazione.
Così si ebbe di nuovo un dualismo di potere nell’Assemblea Costituente tra BOLSCEVICHI,che
rappresentavano il proletariato, e MENSCEVICHI e ai SOCIAL RIVOLUZIONARI,che
rappresentavano la borghesia, a cui Lenin si opponeva perché riteneva che loro non avevano nessun
diritto di potere visto che dopo la rivoluzione il potere era stato conquistato dal proletariato e
quindi dai bolscevichi.
Lenin allora sciolse l’assemblea e instaurò la “Dittatura del Proletariato”che era in realtà la
"dittatura di Lenin e dei Bolscevichi".
LA GUERRA CIVILE ED ESTERA
A questo punto, menscevichi e socialrivoluzionari, rimasti fedeli a Kereski e sostenuti dalle potenze
dell’Intesa occuparono Pietrogrado per opporsi ai bolscevichi provocando una vera guerra civile.
 La firma della pace dei Tedeschi
Lenin,per dedicare tutte le sue energie alla lotta contro i nemici interni, che avevano dato origine ad
una sanguinosa guerra civile,sottoscrisse con i Tedeschi, il trattato di pace di Brest-Litovsk con cui
riconosceva l'indipendenza della Polonia,Finlandia,Ucraina e dei 3 paesi baltici(Estonia,Lettonia e
Lituania) e rinunciò a parte delle conquiste zariste determinando per 20 anni l’assetto politico
dell’Europa orientale.
 Guerra civile tra terrore rosso e il terrore bianco
29
La guerra civile scoppiò tra il Terrore Bianco,formato da tutte le forze che erano contro il potere dei
bolscevichi (menscevichi, conservatori, socialrivoluzionari sostenuti dall’intesa) ed il Terrore Rosso
costituito dai bolscevichi (comunisti, riformatori ,contadini e soldati volontari inesperti e
disorganizzati)
Il Terrore Rosso, guidato da Trockij, riuscì ad avere il sopravvento sul terrore bianco e sulle truppe
straniere intervenute in loro sostegno.
L’INTERNAZIONALE COMUNISTA
Nel marzo 1919 Lenin durante un Congresso tenuto a Mosca fondò costituì la III Internazionale
che, formata dai partiti comunisti,fu detta Internazionale Comunista che avrebbe dovuto guidare
anche in altri paesi del mondo , sulla scia della rivoluzione d'ottobre, le masse sfruttate a liberarsi
dalla schiavitu' capitalistica .
 La Rivoluzione comunista in Ungheria
Sull'esempio della Russia anche in Austria,dopo l'esilio di Carlo IV d'Asburgo , e la dissoluzione
dell'impero, Nel marzo 1919 si ebbe una rivoluzione comunista con cui l'Ungheria ottenne
l'indipendenza, i comunisti e i socialisti rivoluzionari conquistarono il potere e proclamarono la
Repubblica ungherese dei Soviet, con a capo Béla Kun.
Però questa venne repressa dalle truppe cecoslovacche e romene quando i comunisti avviarono la
"nazionalizzazione" delle terre che i contadini avrebbero voluto ricevere in proprietà e il 31 luglio
dello stesso anno venne proclamata la monarchia basata su un sistema politico parlamentare,
fondato sul pluralismo dei partiti, ma limitato dal ruolo straordinario del "Governante", il capo
dello stato.
 La lotta dei comunisti contro i socialisti riformisti
Durante il II Congresso della III Internazionale Comunista, tenuto a Mosca nel luglio 1920, i
dirigenti comunisti,Lenin e Stalin, dettano le condizioni per l'ammissione dei Partiti Socialisti
all'Internazionale: i Partito Socialista per partecipare all' Internazionale dovranno liberarsi dei
riformisti accusati di essere “social traditori” perché impedivano al proletariato di unirsi al partito
comunista.
Durante il III Congresso dell'Internazionale Comunista, tenuto a Mosca nel giugno 1921, il fatto
che i comunisti erano in minoranza e che la maggioranza dei lavoratori apparteneva ai partiti
socialisti, spinse i comunisti a cambiare indirizzo strategico e lancarono la proposta della " politica
del Fronte Unico" con cui invitavano a far parte dell'Internazionale solo ai militanti dei partiti
socialisti e non ai loro dirigenti con l’intento di ottenere lo “smascheramento” dei dirigenti
riformisti.
 La nascita dell’Unione delle Repubbliche socialiste Sovietiche
Lenin con il I decreto sulla pace impedì ai popoli ogni forma di annessione e dichiarò il diritto dei
popoli all’autodeterminazione.
Stalin affermò che la forma di governo più adatta alla Russia era una flessibile federazione nel cui
ambito però i diversi popoli non avrebbero avuto alcuna autonomia.
Con la Rivoluzione Bolscevica dell’Ottobre 1917 fu definito l'assetto istituzionale dello Stato
Sovietico con la nascita nel dicembre del 1922 dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche
(URSS) formato da Russia, Bielorussia, Ucraina e Transcaucasia.
30
Nel Gennaio 1924 fu approvata una Costituzione che prevedeva per URSS una struttura federale in
cui il governo centrale era incaricato solo a svolgere gli affari in interessi
generali:moneta,trasporti,difesa,relazioni internazionali.
l’Unione Sovietica ,nonostante la centralizzazione rimase un mosaico di nazioni e di etnie
differenti.
DAL COMUNISMO DI GUERRA ALLA NUOVA POLITICA ECONOMICA(NEP)
Dopo la Rivoluzione Russa dell’Ottobre 1917 il governo bolscevico trasformò radicalmente
l’economia con l’abolizione della proprietà privata e la statalizzazione delle fabbriche dando vita al
modello dell’economia comunista.
Questa collettivizzazione generale,nata dalla necessità di disciplinare la produzione e la
distribuzione delle merci,fu denominata “comunismo di guerra” con cui vennero nazionalizzate
tutte le attività economiche e fu abolita addirittura la moneta.
Il comunismo di guerra ebbe gravi conseguenze:

Diffusa carestia perché i contadini non volevano consegnare i prodotti della terra al governo
che doveva darli agli operai.

Instaurazione di una burocrazia che fosse capace di imporre a tutto il paese i decreti del
governo

Nascita di un movimento di opposizione degli operai delle fabbriche che chiedevano di
potersi autogestire con una limitazione del potere del partito comunista che per disciplinare la
produzione impose una dura regolamentazione nella gestione delle fabbriche.
Le rivolte degli operai furono represse e a tale repressione reagirono dei Marinai che formarono un
Comitato rivoluzionario e chiesero l’espulsione dei bolscevichi dai Soviet,la scarcerazione dei
socialisti,la fine della dittatura,la libertà di stampa e la liberalizzazione economica.
Le truppe governative attaccarono e schiacciarono i rivoltosi.
 La sostituzione del<<comunismo di guerra>> con la NEP
Lenin si convinse della grave situazione economica e nel marzo del 1921 decise di sostituire il
comunismo di guerra con la Nuova Politica Economica (Nep) che prevedeva:
 una parziale reintroduzione della proprietà privata ai contadini:i contadini, una volta consegnate
allo stato le quote fissate,potevano disporre liberamente del resto della produzione.
 una libertà d’iniziativa per i piccoli industriali e commercianti
 il ritorno alla moneta come mezzo di scambio.
La NEP favorì il miglioramento delle condizioni di vita di parte dei contadini e degli operai creando
una ristretta classe di ricchi a cui si oppose il resto della popolazione il cui livello di vita restava
basso.
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CAPITOLO 7 IL PRIMO DOPOGUERRA IN ITALIA E IN GERMANIA
IL PRIMO DOPOGUERRA
La grande guerra ebbe pesanti conseguenze politiche, sociali ed economiche soprattutto in
Germania, un paese sconfitto e in Italia che aveva vinto la guerra. La Germania perché aveva
colpito l’orgoglio del popolo tedesco.
L’Italia perché era entrata in guerra con due obiettivi ben precisi:
1) la piena realizzazione del processo di unificazione nazionale con la conquista di Trento e
Trieste
2) l’affermazione del primato italiano nell’Adriatico.
Fu raggiunto, però, solo il primo obiettivo, il secondo invece fu solo parzialmente raggiunto
nonostante gli accordi di Londra.
I nazionalisti perciò parlarono di una “Vittoria mutilata”, perché la guerra non aveva portato al
totale soddisfacimento dell’obiettivo italiano in quanto non riuscì ad ottenere nè la Dalmazia e nè
Fiume.
ITALIA:PERIODO FASCISTA
 Il malcontento dei socialisti per i sacrifici sofferti
L’opinione pubblica era insoddisfatta e delusa per i risultati ottenuti e giudicava negativamente
l’intervento nonostante la vittoria della guerra a causa dei sacrifici che erano soprattutto ricaduti
sulle masse popolari.
Neanche la conclusione del conflitto aveva placato la polemica tra socialisti ed interventisti
sull’intervento dell’Italia alla guerra.
 I socialisti,neutralisti, erano contro la guerra e accusavano gli interventisti di aver trascinato
l'Italia in guerra solo per soddisfare il loro desiderio imperialistico senza considerare la
volontà del parlamento e gli interessi del popolo;
 I nazionalisti, interventisti,erano favorevoli alla guerra e accusavano i socialisti di essere i
responsabili della sconfitta di Caporetto per il loro atteggiamento disfattista.
 L’atteggiamento del governo italiano alla conferenza di Parigi
Alla Conferenza per la pace di Parigi il Governo Italiano si richiamò all'Accordo di Londra senza
tener presente il principio di Nazionalità di Wilson che riteneva ingiustificabile la richiesta della
Dalmazia, non abitata dai popoli Italiani, e sosteneva invece la conquista di Fiume.
Siccome alla Conferenza per la pace di Parigi, Vittorio Emanuele Orlando, alla guida della
delegazione italiana,non riuscì a mostrare grandi capacità diplomatiche, perchè si decise che
l'Italia non avrebbe ottenuto la Dalmazia e che Fiume fosse divenuto uno Stato libero, fu
sfiduciato dal Parlamento che nel 1919 affidò il governo a Nitti, sostenitore
dell’industrializzazione del Mezzogiorno.

1919:l’ingresso ufficiale dei cattolici nella vita politica italiana
Il 1919 fu un anno fondamentale per la storia dei partiti politici in Italia per la nascita di 2 nuovi
movimenti:
* PPI (partito popolare italiano), fondato dal sacerdote Luigi Sturzo, che segna l’ingresso ufficiale
dei cattolici nella vita politica italiana.
* Fasci di combattimento, fondati da Mussolini:gruppi politici composti da ex combattenti,
interventisti, sindacalisti rivoluzionari, che attaccavano i socialisti riformisti e che elaborarono
una politica anticapitalistica che prevedeva una forte imposta sul capitale che avesse la forma di
32
una vera espropriazione parziale delle ricchezze dei capitalisti e l'affidamento ai proletari della
gestione di industrie e dei servizi pubblici.
 La Nuova Destra
La nascita del PPI e il rafforzamento del PSI rendevano per D'Annunzio e Mussolini la necessità di
una nuova formazione politica formata dagli ex-combattenti(contadini) e dalla media e piccola
borghesia: una Nuova Destra capace di mobilitare le masse contro il sistema socialista liberale.
Sia D’Annunzio che Mussolini desideravano realizzare l’espansione dell’Italia oltre ai confini
però Mussolini rispetto a D'Annunzio chiedeva non solo il pieno soddisfacimento di tutte le
rivendicazioni territoriali italiane, ma voleva anche un rinnovamento totale della classe dirigente
e sostituire con la "trincerocrazia" (la nuova élite che si era formata nelle trincee) il vecchio ceto
politico liberale, giudicato inadeguato ai nuovi compiti posti dall’ingresso delle masse nella storia.
 D'Annunzio, che non aveva mai rinunciato a rivendicare i diritti dell'Italia su Fiume,due mesi
prima delle elezioni, il 12 settembre 1919 , entrò trionfale nella città di Fiume alla testa di una
spedizione di legionari.
La notizia del suo trionfo non viene fatta divulgare per paura che essa potesse compromettere il
risultato delle elezioni del 1919
Le elezioni del 1919 videro la sconfitta dei Fasci di combattimento e la vittoria dei partiti
riformisti,neutralisti, che non erano favorevoli all’intervento dell'Italia nel conflitto: Il primo
partito fu Il PSI seguito dal PPI.
Nel 1920 Giolitti sostituisce Nitti come Presidente del Consiglio.
Terminò l'avventura fiumana di Gabriele D'Annunzio:con il trattato di Rapallo
Fiume è riconosciuto stato indipendente e la Dalmazia è assegnata alla Jugoslavia tranne la
citta' di Zara che passa all'Italia. Il "poeta soldato" viene invitato ad andarsene da Fiume.

Benito Mussolini con il suo giornale “Il popolo d’Italia”,si faceva portavoce del capitalismo
moderno e appoggiava la piccola e media borghesia produttiva:Mussolini affidava ai
produttori,capitalistici e proletari, il compito comune di portare al massimo la produttività del
paese per cercare di eliminare la differenza di classe però in realtà nella produzione continuava
ad esistere un rigido ordine gerarchico: nella fabbrica e nella società mentre il produttorecapitalista continuava a svolgere il ruolo di dirigente, il produttore operaio continuava ad avere
una funzione esecutiva. Per Mussolini Milano era il centro della produzione mentre Roma era
considerata sede delle inconcludenti discussioni politiche.
 Il Biennio Rosso e la fondazione del Partito Comunista d'Italia
Gli anni 1919- 1920 furono definiti: Biennio Rosso, perché il successo dei socialisti alle elezioni
del 1919 provocò molti scioperi ed agitazioni popolari contro il carovita e contro l’aumento dei
prezzi.
Inoltre nel 1920, la Fiom (federazione italiana operai metalmeccanici) e alcuni socialisti,come
Togliatti e Gramsci, organizzarono movimenti di rivolta di operai che occuparono le fabbriche
per protestare contro la serrata attuata dagli industriali in risposta alle loro richieste di aumento
dei salari.
L'occupazione delle fabbriche fu appoggiata sia dal PSI che dalla CGL che però si proponevano
obiettivi diversi: i socialisti l'obiettivo politico: assalto al potere,il CGL obiettivo
sindacale:aumento del salario.
Il movimento si concluse con un accordo che prevedeva l'aumento del salario, ma non accettava
che gli operai avessero potere di controllo sull’attività della direzione.
Sul piano sindacale questa fu una conquista importante ben lontana dall' obiettivo che si erano
proposti i rivoluzionari.
 Scissione del PSI
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Il 25 gennaio 1921 a Livorno nel corso del 17° congresso nazionale del Psi, i massimalisti
comunisti,socialisti rivoluzionari espressero la loro intenzione di voler aderire all’Internazionale
Comunista e quindi di voler uscire dal Partito Socialista Italiano,per allontanarsi dai socialisti
riformisti,così come volevano i dirigenti della III Internazionale Comunista,e formarono il Partito
Comunista d'Itlia(PCd'I) capeggiato da Bordiga e al quale fece parte anche Gramsci.
Diversamente dai riformisti, i comunisti massimalisti, ritenevano che non fosse possibile
conseguire importanti risultati attraverso l’azione parlamentare e credevano nell'importanza dei
movimenti di piazza che avrebbero portato alla rivoluzione;ma questa loro previsione fu errata, in
quanto la maggior parte degli operai era disposta a condurre lotte sindacali per difendere i loro
interessi economici ma non a proseguire la strada della rivoluzione per ottenere il potere
ed instaurare la dittatura del proletariato così come era avvenuto in Russia.
 Mussolini conquista il potere:1922
Mussolini con la trasformazione dei fasci di combattimento in Partito Nazionale Fascista, con cui si
proponeva di riportare all'ordine e alla disciplina lo squadrismo impegnato all'attacco armato al
PSI, ottenne la fiducia di uomini politici Giolitti che si illudevano di usare la forza dei fascisti
contro i socialisti rivoluzionari e di normalizzare il fascismo.
Infatti proprio nell’inverno 1921-1922, le squadre fasciste, anche con l’appoggio delle forze
dell’ordine, attaccarono i loro avversari politici,i socialisti, e s’impadronirono di molte piazze
italiane.
Nella Primavera del 1922 il Partito socialista e la Stato liberale entrarono in crisi:tale crisi fu
dovuta all' assenza di un partito socialdemocratico forte,contrario alla rivoluzione e disposto a
collaborare con i borghesi.
Nell’estate del 1922 il Partito socialista e i sindacati di SX,con l'intenzione di fermare l’avanzata
del fascismo, promossero uno “sciopero Legalitario”, con cui chiedevano al governo di imporre
alle squadre fasciste il rispetto della legge ma Mussolini definì questo sciopero illegale e invitò gli
iscritti al PNF a reprimerlo .
Nel settembre Mussolini di fronte allo sfascio del governo aveva chiesto al Re di poter formare un
nuovo governo.
Mussolini chiese al presidente del consiglio dei ministri, Luigi Facta l'inserimento dei fascisti nel
ministero ma Facta gli propose di formare un nuovo governo, guidato da Giolitti, con solo quattro
ministri Fascisti; Mussolini respinse la proposta di Facta e decise per la MARCIA SU ROMA.
Il 24 ottobre del 1922 Mussolini nel suo ultimo discorso tenuto a Napoli annunciò che avrebbe
preferito conquistare il potere con le elezioni ma che il governo lo costringeva ad attaccare Roma
per conquistare il potere con la forza ed Il governo Facta, pur prevedendo un eventuale colpo di
stato da parte di Mussolini, non fece nulla per impedirlo; infatti, qualche giorno prima di
cominciare la sua marcia su Roma, sul giornale “Popolo d’Italia affermava che in Itala ,lo stato non
c’era e che doveva per forza andare lui al potere”.
Il 27 ottobre del 1922, mentre le squadre fasciste si preparavano per entrare a Roma, Facta
presentò al re il decreto per proclamare lo stato d’Assedio, ma il re rifiutò di firmarlo,forse per
paura di ridare forza alla sinistra e ritenne che Mussolini, chiamato a presiedere un nuovo
governo, avrebbe potuto normalizzare il fascismo.
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Il 28 ottobre del 1922 Mussolini marciò su Roma dove fu accetto sia dal prefetto che dal questore e
perciò ordinò ai fascisti che erano giunti a Roma di fare marcia indietro entro 24 ore per paura che
avrebbero rovinato il suo ingresso trionfale.
Mussolini si presentò al re che loincaricò di formare il suo primo governo, nel quale entrarono a
far parte anchè i deputati del Partito liberale,del PPI.
Giolitti non si oppose al nuovo governo perchè ritenne che Mussolini avrebbe potuto garantire
l’ordine pubblico.
GERMANIA:LA NASCITA DELLA REPUBBLICA DI WEIMAR
Nell' immediato dopoguerra, in Germania come in Russia, l'insurrezione dei
marinari, portò
-alla formazione dei consigli di operai e dei soldati
-Alla costituzione di un governo, definito “governo dei commissari del popolo”, presieduto da
Scheidemann a cui fecero parte i partiti di centro-sinistra:socialdemocratici, i socialisti
indipendenti, il partito “Zentrum” dei cattolici e da cui restavano fuori sia l’estrema destra sia
l’estrema sinistra comunista.
-Alla Proclamazione della Repubblica di cui fu nominato presidente Ebert.
Nel dicembre 1918 i dirigenti della Lega di Spartaco, Rosa Luxemburg e Liebknecht, fondarono il
Partito Comunista Tedesco KPD.
I comunisti tedeschi, tentarono di seguire la strada che aveva portato Lenin al successo in Russia e
nel gennaio 1919 con l' appoggio degli operai diedero vita, a Berlino, a un moto rivoluzionario
conto il governo socialista..
Ma questa insurrezione fu repressa dall’esercito con il sangue e Rosa Luxemburg e Liebknecht
furono arrestati e uccisi.
Nel 1918 a Monaco nella Baviera un movimento rivoluzionario rovesciò la monarchia e proclamò
la Repubblica Bavarese fondata sui consigli.
Nel 1919 il governo sciolse la Repubblica e la Baviera entrò a far parte della Repubblica Tedesca.
 La Costituzione di Weimar.
L’Assemblea Costituente si riunì a Weimar dove diede alla Repubblica la Costituzione fondata
sugli elementi della democrazia: Parlamentarismo, Presidenzialismo e Federalismo
I poteri erano esercitati da:
 (Reichstag) Parlamento centrale, esercitava il potere legislativo, era eletto a suffragio
universale ogni quattro anni con un sistema proporzionale per garantire anche la presenza dei
piccoli partiti.
 (il Reichsrat)Camera dei rappresentanti dei singoli stati federali (Lander), in cui essi
esprimevano direttamente il loro interesse, poteva porre il veto alle leggi.
 Il Cancelliere, che era a capo del governo, era nominato dal presidente della Repubblica e
doveva rispondere dei suoi atti al Parlamento.
 Presidente Della Repubblica era eletto dai cittadini e durava in carica sette anni.
Nella Costituzione era presentato anche il progetto di uno "stato sociale"che avrebbe provveduto
ad assicurare mezzi di sussistenza ai cittadini che non avevano lavoro e se non ci fosse riuscito la
delusione dei cittadini avrebbe potuto alimentare sfiducia nella democrazia e generare il
malcontento mettendo in crisi la Costituzione.

La crisi politica ed economica nella repubblica di Weimar del 1923
La repubblica Tedesca di Weimar,dopo i moti rivoluzionari e la guerra, fu attraversata da una
crisi politica ed economica causata dalle condizioni di guerra poste dalle potenze vincitrici come
il pagamento delle riparazioni di guerra.
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Crisi Politica caratterizzata da :
Opposizione di destra e sinistra:
la SX,comunisti,proponeva la rivoluzione come soluzione dei problemi del paese:crisi economica
e sociale
La DX,conservatori,restava fedele alle istituzioni.
Uscita dal governo dei socialdemocratici, con l'uccisione da parte degli esponenti della dx
dell'industriale Rathenau, ministro degli Esteri,che riteneva necessario l’intervento dello Stato in
economia e proponeva un’intesa tra imprenditori e sindacati; i socialdemocratici entrarono
nuovamente nel nuovo governo guidato dal cancelliere Stresemann.
Crisi Economica, causata dal pagamento delle riparazioni di guerra e dall'occupazione da parte
dei francesi della Rhun,da cui i tedeschi ricavavano il carbone e caratterizzata da:
 forte inflazione,
 alto tasso di disoccupazione
 Malcontento
La crisi economica e politica della Repubblica Tedesca costituì la premessa per l’ascesa di Hitler
che ne approfittò per tentare un colpo di Stato a Monaco per rivoluzionare la destra.
Il tentativo di Hitler di impossessarsi del potere fallì perchè quando occupò Monaco fu
arrestato:Hitler giustificò il suo comportamento con il desiderio di voler distruggere il marxismo
per dare il meglio al popolo tedesco.
 Ripresa economica
I socialdemocratici uscirono di nuovo dal governo per formarne uno nuovo di centro-destra
guidato da Marx.
Dopo la morte di Elbert le elezioni presidenziali del 1925 furono vinte Hindenburg sostenuto dalla
destra;siccome le destre non raggiunsero la maggioranza nel Parlamento e quindi si formò un
governo con socialdemocratici,cattolici,liberali guidato da Muller.
In questi anni la Repubblica di Weimar visse momenti di ripresa economica nonostante che i
rapporti tra i partiti non erano solidi.
Tra il popolo si diffuse l'antisemitismo ossia atteggiamento persecutorio e discriminatorio nei
confronti degli ebrei e delle idee sull' eugenetica ossia la volontà di migliorare la razza:elementi
che aprirono la strada al razzismo:gli ebrei immigrati in Germania erano visti come pericolosi
concorrenti dei lavoratori tedeschi perchè si accontentavano di salari bassi.
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CAPITOLO 8 IL FASCISMO AL POTERE
La Marcia su Roma del 28 ottobre del 1922 non segnò l’inizio della dittatura fascista infatti
Mussolini formò un governo di coalizione a cui fecero parte anche i liberali e i popolari (Sturzo).
A dicembre 1922, Mussolini chiese alla Camera i pieni poteri per un anno e li ottenne, perché molti
parlamentari credevano che una volta risolti i problemi finanziari e sociali, Mussolini avrebbe
lasciato il governo.
Mussolini si servì dei suoi poteri per ridurre l’intervento dello Stato nell’economia e per ottenere il
sostegno sia degli industriali che dei lavoratori: agli industriali concesse le privatizzazioni e sgravi
fiscali;
ai lavoratori la riduzione a otto ore della giornata di lavoro.
Nel gennaio del 1923 Mussolini istituzionalizzò la:
- Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN) che per molti deputati rispondeva
all’esigenza di tenere a freno le squadre fasciste ma che in effetti per Mussolini rispondeva all'
esigenza di limitare l’attività dell’opposizione
Per rafforzare il potere del governo fece approvare la legge Acerbo, riforma elettorale presentata
dal sottosegretario del presidente del consiglio, Giacomo Acerbo, che assegnava i due terzi dei
seggi alla lista che avesse riportato la maggioranza relativa dei voti.
Nell’aprile del 1924 Mussolini indisse le elezioni con la legge Acerbo che gli consentiva di
ottenere la maggioranza: per vincere le elezioni fascisti formarono un “Listone”che gli squadristi
imposero ai elettori con la forza ed intimazioni per cui il Paartito Nazionale Fascista vinse le
elezioni.
 Delitto Matteotti.
All'opposizione,Il deputato socialista, Giacomo Matteotti, denunciò brogli e violenze e perciò fu
rapito e ucciso dai fascisti; La scomparsa di Matteotti e il ritrovamento del suo cadavere
suscitarono una forte indignazione nei deputati dell’opposizione con il rischio di far cadere il
governo Mussolini, ma Mussolini aiutato dalla Monarchia, superò la crisi e I socialisti guidati da
Filippo Turati, per protesta dell’uccisione di Matteotti,abbandonarono il Parlamento e si ritirarono
sull’Aventino.
Su questo episodio lo stesso re non si mosse temendo di rimanere isolato.
Il 3 gennaio 1925 Mussolini tenne un duro discorso alla camera assumendosi la piena
responsabilità della violenza degli squadristi durante le elezioni e per l'uccisione di Matteotti:con
questo discorso dette avvio alla dittatura del Fascismo.
Mussolini durante la sua Dittatura, per mettere a tacere le opposizioni e rafforzare i poteri del
governo, approvò le leggi Fascistissime che prevedevano
Sul piano politico:
 Censura della stampa con cui si decideva che i giornali potevano essere diretti, scritti e stampati
solo sul consenso del Capo del governo;tutti gli altri venivano considerati illegali e sequestrati.
 Istituzione di una Polizia segreta chiamata OVRA(Organizzazione di Vigilanza e di
Repressione dell'Antifascismo)con il compito di individuare le persone pericolose per il
governo
 Istituzione del tribunale speciale per la difesa dello stato che puniva gli oppositori con il
carcere o l'esilio:tra i condannati ci fu Antonio Gramsci alla guida del Partito comunista d'Italia.
 Legge con cui il presidente del Consiglio era chiamato Capo del Governo, che non era + eletto
dal Parlamento ma direttamente dal re a cui doveva dar conto delle sue decisioni.
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 Istituzione del Gran Consiglio del Fascismo, presieduto da Mussolini,che era l'organo
istituzionale del Partito Fascista e quindi dello Stato e che avrebbe dovuto assolvere il potere di
indicare al re i nomi di personalità tra cui scegliere il Capo del governo ma che in realtà non
potette prendere autonomamente decisioni.
 Legge elettorale per cui gli elettori potevano votare soltanto una lista unica nazionale formata
da 400candidati proposti dal fascismo e convalidati dal Gran Consiglio del Fascismo;Le prime
elezioni con questo sistema si svolsero nel marzo del 1929.
 Ammissione di un unico partito,il Partito Nazionale Fascista, che Mussolini considerava
strumento di potere personale:Il Patito PNF non aveva piena autonomia di governo ma aveva
solo compiti della propaganda e dell’assistenza sociale; Mussolini preferì accentrare tutti i
poteri nel governo che era tutto nelle sue mani.
 Sostituzione della Camera dei deputati con la Camera dei fasci e delle corporazioni formata
dai membri del consiglio nazionale del partito fascista e dal consiglio nazionale delle
corporazioni i cui membri non erano eletti + dal popolo ma dal re,eliminando così ogni traccia
del Sistema Parlamentare.
Sul piano Economico:
 Legge che riconosceva soltanto i sindacati fascisti, unici che potevano stipulare contratti
collettivi e che , inoltre,dovevano proibire scioperi e serrate.
 Creazione del ministero delle corporazioni, organismo di cui facevano parte i rappresentanti
dei lavoratori e degli imprenditori con il compito di sopprimere le libertà sindacali e dei
lavoratori di ricorrere a scioperi.
 Rivalutazione della lira rispetto alla sterlina
 Modificò la politica economica con l’intervento massiccio dello stato da cui
l’economia doveva dipendere.
 Deflazione che favorì l'importazione delle materie prime e quindi lo sviluppo dell'industria a
sfavore delle esportazione dei prodotti agricoli e quindi del Mezzogiorno.
 Riduzione dei salari
Nota:Deflazione è il processo inverso dell'inflazione ovvero all'aumento dei prezzi. Aumentando il valore
della moneta nazionale rispetto a quella estera e' possibile ottenere la riduzione dei prezzi ,la diminuzione
delle spese dello stato e degli stipendi;Inflazione è consiste nella diminuzione del valore della
moneta,nell'aumento della moneta circolante,del prezzo dei prodotti e del costo del lavoro.
Sul piano sociale:
 Mussolini per avere il consenso dei lavoratori e della Borghesia
o Ridusse a 8 ore la giornata di Lavoro e a 4 ore quella del sabato
o Creò dell’Istituto nazionale Fascista per la previdenza sociale (INFPS).
o Istituì l’Opera Nazionale per la maternità e l’infanzia (ONMI) con il compito di creare,
attraverso l’assistenza alle madri, giovani sani e forti, pronti a combattere.
 Intervenne nell’organizzazione del tempo libero e della vita quotidiana degli italiani per far
crescere in loro uno spirito nazionalistico e guerresco istituendo organismi paramilitari come:
o l’Opera Nazionale dopolavoro per il tempo libero
o l’Opera Nazionale Balilla e la gioventù Italiana del littorio per dare ai ragazzi un
addestramento paramilitare.
 Mussolini,a causa dell'incremento demografico dovuto alla limitazione all'immigrazione della
popolazione italiana posta dagli Stati Uniti,attuò una politica demografica che prevedeva aiuti
finanziari ai giovani che si sposavano e alle famiglie con almeno 7 figli.
 Mussolini incaricò Giovanni Gentile di elaborare una riforma scolastica con cui
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o assegnò il ruolo primario all'indirizzo umanistico mettendo in secondo piano le materie
scientifiche .
o Introdusse nelle scuole primarie l'insegnamento della religione cattolica come "fondamento e
coronamento dell'istruzione".
o Introdusse l'esame di Stato che consentì il controllo dello Stato sulla qualità dell' istruzione
acquisita nelle scuole private
o Ingresso nei licei di alunni provenienti dalle famiglie agiate per la formazione
della futura classe dirigente
o Esclusione delle donne dalle università del settore scientifico:la scuola così
creava differenze sociali.
 per avere il consenso della popolazione in maggioranza cattolica e migliorare i rapporti con la
Chiesa stipulò con il Vaticano nel 1929
o I patti lateranensi basati su compromessi che stabilivano che il Concordato con cui
Mentre la Chiesa avrebbe accettato che i vescovi avessero giurato
fedeltà allo Stato, in cambio lo Stato avrebbe riconosciuto la validità civile
dei matrimoni celebrati dalla chiesa e l'insegnamento della religione cattolica
nelle scuole.
mentre lo stato italiano avrebbe riconosciuto alla chiesa la sovranità su tutto il territorio della
città del vaticano ;avrebbe proclamato la religione cattolica come la sola religione dello stato
italiano e si sarebbe impegnato a versare alla città del vaticano un miliardo e 750.000 come titolo
risarcitorio della perdita nel 1870 dello Stato Pontificio
la Santa Sede avrebbe riconosciuto Roma capitale del Regno d’Italia
 In politica estera
 nel 1924 Mussolini riuscì ad ottenere pacificamente l’annessione di Fiume all’Italia e stabilì
buoni rapporti con l’Ungheria, Albania, Romania e Gran Bretagna.
 Mussolini attuò una politica espansionistica guardando alla colonia della Libia dove i
contadini italiani avrebbero trovato le terre perche non ne avevano a sufficienza in Italia e che
avrebbe dovuto assorbire la popolazione eccedente.

L’ideologia fascista e la questione demografica.
L’ideologia fascista fu espressa nel nazionalismo ed imperialismo:solo la guerra poteva fare il
popolo grande e poteva forgiare l'Italiano.
La politica antiborghese di Mussolini non era diretta contro il capitalismo ma contro il pacifismo
promosso dai borghesi e che non rispondeva alla sua volontà di mobilitare la massa. L'ideologia
di Mussolini era la Totalitarietà,l'essere l'unico titolare del potere perché la presenza del re
poneva dei limiti all'esercizio del potere del duce.
 L’antifascismo
Molti si opposero al fascismo assumendo nei suoi confronti diversi atteggiamenti:
Antifascista tollerante come quello di Benedetto Croce,Filosofo Napoletano,che assunse un
atteggiamento perche lo stesso Mussolini gli concesse la libertà di pubblicare le sue
opere;Antifascismo popolare che si opponeva alla violenza degli squadristi;Antifascismo di
classe diffuso tra borghesi e gli operai; Antifascista intellettuale diffuso tra
intellettuali,politici(comunisti e socialisti) che, dopo il delitto Matteotti, si opposero al regime
fascista,alla violenza dei fascisti e si batterono per la legalità come Sturzo,Giovanni
39
Amendola e Antonio Gramsci che in seguito ad una lotta clandestina furono costretti a
rifugiarsi all'estero.
CAP. IX LA DITTATURA SOVIETICA
IL FALLIMENTO DELLA “RIVOLUZIONE PERMANENTE” E LA COSTRUZIONE DEL
SOCIALISMO IN UN SOLO PAESE
Il testamento politico di Lenin
Alla morte di Lenin, gennaio del 1924, la città di Pietrogrado fu ribattezzata “Leningrado”.
Lenin lasciò un importante testamento politico nel quale esprimeva giudizi sui diversi dirigenti:
Per Lenin:
Bucharin e Trochij sarebbero stati incapaci di svolgere un’azione pratica adeguata.
Stalin era una volta diventato segretario generale avrebbe concentrato nelle sue mani un illimitato
potere e consigliava di sostituirlo con un uomo più tollerante e leale.
Il testamento non fu mai reso pubblico,non fu fatto conoscere ai membri del partito ma solo ai
dirigenti;
Quando il “NEW YORK TIMES” lo pubblicò ormai Stalin già aveva conquistato il potere.
Stalin,per il suo potere illimitato, fu contrastato da Trochij, che era stato amico di Lenin:
Trochij proponeva alla classe operaia di conquistare il potere svolgendo un' “attività autonoma”
non diretta rigidamente dal partito; era convinto che la rivoluzione russa avrebbe avuto successo
solo se il movimento rivoluzionario si fosse diffuso in altri paesi altrimenti la società russa sarebbe
andata incontro a processi degenerativi;riteneva che in un paese arretrato come la Russia era
impossibile che il proletariato arrivasse al potere prima della borghesia in un paese capitalistico.
Trochij e Stalin erano in contrasto su molti punti:
 in politica interna: Durante la NEP una parte degli agricoltori si era arricchita ed era nata la
classe dei KulaKi (contadini ricchi) che si erano inseriti nel mercato commerciale;mentre
Trochij sosteneva che occorreva combattere subito contro i Kulaki per poter avviare un
processo d'industrializzazione,Stalin pensò che non era ancora giunto il momento e si schierò
con Bucarin che era contrario alla posizione di Trochij.
 sull'idea del concetto di Rivoluzione:mentre Trochij sosteneva il concetto di RIVOLUZIONE
PERMANENTE basato sull'idea che nei Paesi arretrati il compimento della rivoluzione
democratico-borghese non potesse essere realizzato e che l’Internazionale comunista dovesse
organizzare la rivoluzione nei paesi economicamente più avanzati, perche se fosse fallita in
questi paese lo sarebbe stato anche in Russia;
Prima della morte di Lenin la tesi della “RIVOLUZIONE PERMANENTE” ricevette un duro
colpo per il fallimento del tentativo rivoluzionario in Germania: Siccome la rivoluzione in
Germania,dove c'erano molti operai, voluta da Trochij, fallì ,allora la sua tesi decadde.
La tesi sostenuta da Stalin ossia quella della possibilità di costruire il socialismo con la rivoluzione
in un solo paese,la Russia, prevalse e si rinunciò alla possibilità di una rivoluzione permanente,
Trochij fu espulso dal partito e fu costretto a rifugiarsi all'estero.
LA DITTATURA DI STALIN
Stalin invece sosteneva il concetto della RIVOLUZIONE RUSSA basato
sulla possibilità di costruire il socialismo con la rivoluzione in un solo
paese:la Russia.
40
Stalin intraprese relazioni con tutti gli altri Stati ottenendo successi e fu invitato a partecipare, nel
1922, alla conferenza di Genova riuscendo anche a coinvolgere l’URSS nella ricostruzione
dell’Europa.
Stalin riprese l’idea di un’industrializzazione accelerata di Trochij e ,con lo scopo di eliminare
dalla vita economica del paese ogni traccia del capitalismo, nel 1928 elaborò un piano economico
quinquennale che prevedeva
o
La “collettivizzazione” delle terre
o
la formazione di cooperative agricole, dette Kolchoz e di aziende statali, i Sovchoz:I
contadini riluttanti furono costretti a entrare nei Kolchoz con la forza, ma la maggior parte di essi
sabotò la produzione di cereali e i prodotti dell’allevamento.
Questo piano favorì l'aumento della produzione agricola e dell'industria ma incontrò una forte
resistenza da parte dei Kulaki (i contadini ricchi) che furono deportati o chiusi in campi di
concentramento (i Gulag) insieme agli altri oppositori.
Nel 1932 Nelle campagne ci fu un crollo della produzione e si ebbe una terribile carestia che
provocò un elevato numero di morti,mentre nella città gli abitanti dovettero sopportare pesanti
sacrifici dovuti al sovraffollamento.
LA TRASFORMAZIONE DELLE CLASSI.
Nell’Unione Sovietica non si realizzò un' uguaglianza assoluta, infatti, si formò una nuova classe
dirigente,di origine popolare,definita “Nomenklatura” alla quale appartenevano tutti quelli che
svolgevano una funzione di rilievo sia nella produzione che nella cultura come operai e contadini,
funzionari di partito, tecnici, grandi burocrati, scienziati e scrittori.
Ci furono anche operai minatori detti “Stachanovisti”che riuscivano a lavorare e a produrre molto
di più del normale per un certo prestigio sociale oltre al fatto che ricevevano un compenso e un
cottimo maggiore.
Stalin esercitò una grande repressione contro la borghesia, e all’interno del partito:eliminò
l’estrema sinistra del partito, alleandosi con Bucharin, che poi fu eliminato con la tortura, insieme
agli oppositori, per estorcere confessioni di molti omicidi politici di cui si è spesso sospettato che
lo stesso Stalin fosse il mandante.
IL CULTO DI STALIN E LA COSTITUZIONE DEL 1936
Nonostante, la repressione, in quegli anni si diffuse un vero e proprio culto verso la persona di
Stalin soprattutto tra i contadini che, nonostante avessero subito la trasformazione della grande
industria, avevano conservato la fiducia nel sovrano.
Stalin, nel 1936, fece approvare una Costituzione che avrebbe dovuto garantire alcuni diritti
democratici come il diritto al lavoro, all’istruzione, e alla sicurezza sociale ma che in realtà
rimasero solo sulla carta perchè la presenza del solo Partito Comunista consentì a Stalin di
rafforzare la sua dittatura.
L’ANTICOMUNISMO
La dittatura di Stalin fece sviluppare fin dal 1918 il fenomeno dell'anticomunismo diffuso tra la
borghesia che vedeva messo in discussione il diritto alla proprietà privata, tra liberali e
democratici che accusarono la politica repressiva che Stalin attuava con processi e torture,tra i
partiti di sinistra, i cui rappresentanti denunciavano la dittatura di Stalin che porgeva forti
polemiche contro i comunisti.
Questi contrasti impedirono la formazione di un fronte unitario di sinistra per la lotta clandestina
al fascismo italiano e all’avanzata del nazionalsocialismo tedesco
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CAPITOLO X IL MONDO TRA DEMOCRAZIA E AUTORITARISMO
LA RIVOLUZIONE FUORI DELL’UNIONE SOVIETICA: LA CINA
In Cina alla fine dell’Ottocento furono concesse alcune riforme con la spinta dovuta alla
pubblicazione di alcuni classici del pensiero liberale, come le opere di Smith, teorico
dell’economia liberista e alcune opere del filosofo inglese Stuart. Ma queste riforme erano
insufficienti, in quanto, mancavano le basi economiche e sociali. Fautore delle riforme fu Sun Yatsen che conosceva la cultura occidentale viaggiando in Europa e in Giappone e nel 1911 fondò il
Kuomintang -il Partito nazionale del popolo e chiese la liberazione della Cina da qualsiasi
influenza straniera. Tre i principi sostenuti:
La democrazia;
Equa distribuzione di mezzi di sussistenza
Il Nazionalismo (non alle chiusure nazionalistiche).
Nel 1911 scoppiò la rivoluzione, organizzata dai militari, e fu proclamata la repubblica. Con
questa rivoluzione si concluse, la vicenda millenaria dell’Impero Cinese, nato nel 221 a.C. Sun
Yat-sen divenne presidente della Repubblica ma con scarsi poteri in quanto questi erano nelle
mani dei militari, detti i “signori della guerra”. Il Partito comunista cinese fu fondato nel 1921.
In un primo tempo esso appoggiò il Kuomintang di Sun Yan Set, seguendo le indicazioni
dell’Internazionale Comunista. In quegli anni Stalin sosteneva che nella lotta contro
l’Imperialismo occorreva allearsi con tutte le forze interessata a combatterlo. Il partito comunista
cinese scelse di appoggiare la borghesia nazionale, rappresentata dal Kuomintang,partito
nazionale del popolo, nella sua lotta per l’indipendenza del paese e stabilì rapporti stretti con l’ala
sinistra del movimento nazionalista.
Nacque l’alleanza tra comunisti e nazionalisti, la quale, si ruppe quando Chiang Kaishek prese il
posto di Sun Yat-Sen, morto nel 1925.
Nell’Aprile del 27 le truppe del Kuomintang si scontrarono con gli operai comunisti di Shangai e
riuscirono ad avere la meglio.
I fatti del 27 provocarono un mutamento nella linea politica all’interno del partito comunista
Cinese guidato da Mao Zedong. Mao sostenne che la rivoluzione cinese doveva spostarsi dalle
città alle campagne, in grado di provocare un Tornado. Affidò ai contadini la rivoluzione dando
inizio ad una guerra che durò 20 anni che si concluse e con la conquista del potere.
LA RIVOLUZIONE MESSICANA
Un'altra rivoluzione contadina avvenne anche nel Messico verso i primi anni del Novecento. Il
liberale Francisco Madero riuscì a riunire attorno a sé la borghesia e i contadini per combattere la
vecchia classe dirigente del Paese che non era stato capace di risolvere i problemi sociali del
Messico.
La rivoluzione fu guidata da Pancho Villa ed Emiliano Zapata alla testa di vere e proprie bande
contadine. Essi non riuscirono a conquistare il potere ma la loro iniziativa favorì la vittoria dei
liberali che nel 1917 elaborarono una Costituzione di carattere progressista che sanciva i diritti dei
lavoratori e la proprietà dello Stato sulle terre;venne anche decisa una riforma agraria con una
vasta distribuzione delle terre ai contadini.
LE GRANDI DEMOCRAZIE EUROPEE: FRANCIA E GRAN BRETAGNA
Le tensioni sociali che avvennero in Francia e in Inghilterra non sfociarono in rivoluzioni, in
quanto, non misero in pericolo la democrazia.
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In Francia la necessità della ricostruzione aumentò la produzione nelle industrie,esisteva una
fiorente industria siderurgica e gli operai nel 1919 realizzarono una serie di scioperi che portarono
alla conquista della giornata lavorativa di otto ore.
In Gran Bretagna vi fu un grande sciopero generale nel 1926: i minatori scioperarono in risposta
alla serrata dei proprietari delle miniere i quali avevano visto calare le esportazioni di carbone. Lo
sciopero fu represso dal governo e non ebbe conseguenze politiche, poiché, il governo rimase nelle
mani dei conservatori senza dar posto ai comunisti.
Nel 1931, l’Impero inglese fu trasformato in una comunità detta Commonwealt formata da stati
sovrani (dominions) + fedeli alla corona inglese; L’Irlanda fu divisa nel 1921 in due parti:
- Una a maggioranza cattolica, a sud dell’isola;
- L’altra a maggioranza protestante, posta a Nord.
Nel 1938, l’Irlanda del Sud, dopo dure lotte politiche, conquistò la piena indipendenza e solo
l'Irlanda del Nord continuò a far parte della gran Bretagna.
AUSTRIA, CECOSLOVACCHIA E UNGHERIA
AUSTRIA
In Austria il regime parlamentare sopravisse alla sconfitta subita nella Grande Guerra e alla fine
dell’Impero. Nel novembre del 1918 nacque la repubblica austriaca con una costituzione federale.
In essa si disegnarono due tendenze politiche fondamentali:
- Una che voleva mantenere l’indipendenza dalla Germania, rappresentata dal partito Cristianosociale, d'indirizzo conservatore;
- E quella che invece chiedeva l’unione,con la Germania,Partito socialdemocratico,che guidava il
paese in quegli anni.
Gli effetti dell’inflazione tedesca si fecero sentire anche in Austria e nel 1924 le elezioni furono
vinte dai cristiano-sociali con cui ebbe indipendenza da Germania.
Nel 1927 scoppiò a Vienna una rivolta guidata dai social democratici che rivelò
la frattura sociale e politica esistente in Austria. I social democratici erano forti soprattutto a
Vienna, centro della vita economica e culturale, mentre nel resto del territorio prevalevano i
cristiano-sociali, che avevano la loro base elettorale nelle compagne, grazie alle loro posizioni
conservatrici. I social cristiani vinsero e i socialdemocratici si indebolirono.
Nel 1933 il cristiano sociale Dollfuss eletto cancelliere impresse una svolta autoritaria al governo.
CECOSLOVACCHIA
La Cecoslovacchia nacque dopo la Grande Guerra dall'unione di Boemia e Slovacchia ad opera di
Masaryk che ne fu presidente dal 1918 al 1935. Fu tra i primi ad avvertire la pericolosità di Hitler e
ad abbattersi contro il nazionalsocialismo. Il governo di Masaryk diede alla Cecoslovacchia tra le
due guerre un periodo di stabilità politica e di sviluppo economico.
UNGHERIA
In Ungheria, dopo il fallimento della rivoluzione di Belakun, si formò un regime autoritario: Il
Parlamento proclamò la restaurazione della monarchia e ne affidò la reggenza a Horthy:egli in
politica interna si oppose al ritorno sul trono di Carlo IV ed assunse lui i pieni poteri;In politica
estera prevedeva la revisione dei confini dell'Ungheria fissati dal trattato di Versaill e che aveva
affidato la Transilvania alla Romania.
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EUROPA ORIENTALE
Jugoslavia
La Jugoslavia nacque dalla grande guerra ma solo nel 1929 assunse questo nome perchè prima Il
nuovo stato fu chiamato Regno dei Serbi, dei Croati, e degli Sloveni per sottolineare il suo
carattere multietnico.
Alla sua nascita i Serbi avevano chiesto una struttura statale forte, mentre i Croati e gli Sloveni si
erano battuti per i diritti della nazionalità. Alla fine prevalsero i Serbi e nel 1929, il re Alessandro
I assunse i poteri dittatoriali. Pavelic, un nazionalista Croato ed avverso ai Serbi si recò in esilio in
Italia, dove fondò il movimento degli Ustascia (Insorti) che rivendicava l’indipendenza della
Croazia e riceveva aiuti finanziari da Mussolini.
Nel 1934 Pavelic organizzò un attentato contro Alessandro I il quale era in visita a Marsiglia dove
venne ucciso;ma in Iugoslavia non mutò nulla perchè gli successe il figlio Pietro II.
Romania
Anche in Romania,dopo la grande guerra si ebbe un regime liberale nonostante le tensioni
etniche tra i Romeni e gli Ungheresi della Transilvania attribuita alla Romania dal trattato di
Versaill e le tensioni politiche provocate da un movimento di destra, la Legione dell’arcangelo
Michele, chiamata la Guardia di ferro, caratterizzata dalla religione ortodossa, dal nazionalismo,
dall’antisemitismo, dall’anticomunismo.
Nel 1930 salì sul trono Carol II sovrano autoritario deciso a reprimere le rivolte sociali nate per
difficoltà economiche.
Polonia.
Anche in questo stato si formò nel 1926 un regime autoritario basato su un nazionalismo con
connotazione antirussa promosso da Pilsudski che apparteneva alla nobiltà polacca che odiava i
Russi e lo zar.
Aveva sperato che la Grande Guerra si concludesse con la sconfitta della Russia e la liberazione
della Polonia. Formò un esercito polacco per combattere contro la Russia e perciò dopo il
conflitto fu considerato un eroe nazionale e fu eletto presidente della nuova REPUBBLICA
POLACCA;
nel 1920 in risposta la Russia mandò in Polonia l’Armata Rossa, ma non riuscì ad arrivare a
Varvavia perchè l’esercitò di Pulsudski passò alla controffensiva e riuscì a fermarla:ciò mise fine
all'illusione dei rivoluzionari europei che la rivoluzione potesse mettere fine al conflitto
mondiale.
La Polonia ebbe una costituzione democratica, ma nel 1926, Pulsudski impose al parlamento una
svolta autoritaria. Non sciolse i partiti e represse duramente i tentativi rivoluzionari dei suoi
vecchi compagni socialisti.
BULGARIA
Dopo la grande guerra nacque un regime democratico ad opera del capo dell'unione
Agraria,partito formato dagli agricoltori.
Nel 1923 l'unione agraria vinse le elezioni ma i militari con un colpo di stato uccisero il capo
dell'unione Agraria e conquistarono il potere.
Anche se lo Zar accettò la dittatura militare durante una cerimonia religiosa i militare attuarono
un attentato nei confronti dello zar che riuscì a salvarsi perché la rivolta militare fu repressa:
ritornò la democrazia.
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La Spagna:un paese tra libertà e dittatura
Anche in Spagna ci furono lotte politiche e sociali. L’industria era sviluppata solo in alcune
regioni e città, dove la classe operaia sentiva la suggestione dell’anarco-sindacalismo e credeva
nella possibilità di un’insurrezione capace di spazzare via il regime borghese.
L'ANARCOSINDACALISMO, controllava la Confederazione nazionale del lavoro,mentre i
socialisti controllavano l'Unione Generale dei lavoratori.
Nei conflitti tra borghesia e popolo fu coinvolta anche la Chiesa. La Spagna era una nazione con
forti basi cattoliche dove la Chiesa aveva grandi proprietà e potere politico ed economico che
suscitò una forte reazione anticlericale da parte dei contadini e degli operai.
Siccome il sovrano non era + in grado di affrontare tensioni sociali nel 1923, fu attuato un colpo
di stato da parte del generale Miguel Primo de Rivera, il quale instaurò un regime dittatoriale,
sciolse il parlamento (le cortes) e tentò di arginare la crisi economica introducendo il
corporativismo, ma senza esiti positivi e il re Alfonso XIII lo allontanò dal governo. Nelle elezioni
del 1931 vinsero i repubblicani e i socialisti, provocando la fine della monarchia e la nascita della
repubblica.
CAP. XI GLI ANNI VENTI E LA DEMOGRAFIA
LE CONSEGUENZE DELLA GRANDE GUERRA SULL’ECONOMIA
Nei paesi invasi dai paesi stranieri durante la prima guerra mondiale ci furono gravi
conseguenze nel campo dell’economia:è il caso della Francia e del Belgio occupati dalle truppe
tedesche.
Si salvò solo l’economia degli USA che divenne più forte:l’intervento degli Usa alla Grande
Guerra scaturì sia dal timore dell’espansione tedesca sia perché aveva prestato denaro alla Gran
Bretagna e alla Francia che serviva per l’acquisto di armi dagli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti per fornire armi, sia alla Francia sia alla Gran Bretagna dovette aumentare lo
sviluppo dell’industria bellica.
Anche in Italia, la guerra favorì la crescita dell’industria siderurgica e meccanica: rilevante fu lo
sviluppo sia dell’Ansaldo sia della FIAT, attraverso la produzione dei motori per gli aerei.
La grande guerra causò una contrazione del commercio internazionale tra i paesi belligeranti
soprattutto a causa dell'uscita dalla guerra della Russia che cessò le relazioni industriali o
commerciali con l’estero dedicandosi a un’economia autonoma; in Germania e in Austria che non
potettero + far affidamento sul rifornimento di approvvigionamenti da parte delle potenze
avversarie lo Stato decise di intervenire in economia con finanziamenti per incrementare la
produzione del mercato interno.
LA DEMOGRAFIA NEGLI ANNI "20 e "30
Con la grande guerra s’interruppero i flussi migratori dall’Europa all’America. Tra il 1880 e il
1920 negli Stati Uniti si verificò un forte incremento demografico e per la conseguente
impossibilità di garantire a tutti i cittadini un miglioramento del tenore di vita il governo
Statunitense decise di porre un freno all’immigrazione Italiana.
Solo nel 1921 l'approvazione della "Johnson Act" consentì l’immigrazione di gruppi ristretti: per
ogni etnia solo il 3% in rapporto alle etnie che si erano già stabilite precedentemente in
America:ciò comportò un forte incremento demografico in Europa.
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IL PASSAGGIO DEL PRIMATO ECONOMICO MONDIALE DALLA GRAN BRETAGNA E
LA GERMANIA AGLI STATI UNITI
La Gran Bretagna e la Germania non riuscirono a conservare il primato
economico mondiale a causa delle ingenti spese sostenute per partecipare alla guerra e per le quali
dovettero indebitarsi con gli Stati Uniti.

Crisi economica della Gran Bretagna
La Gran Bretagna abbandonò la convertibilità della sterlina in oro:
ciò comportò una forte deflazione,una riduzione della produzione industriale e l'aumento della
disoccupazione.

Gold Exchange Standard
La situazione economica internazionale cambiò grazie all'adozione del Gold Exchange Standard
che sostituì il Gold Standard:mentre il Gold Standard ancorava la stampa di altra cartamoneta
all'esistenza di un'adeguata riserva di oro che potesse consentirne la convertibilità,il Gold
Exchange Standard consentì ai governi di stampare di altra cartamoneta indipendentemente
dall'esistenza di un'adeguata riserva di oro che potesse consentirne la convertibilità in quanto
invece dell'oro si potevano usare anche la sterlina inglese ed il dollaro statunitense.
La sterlina fu sopravvalutata,i prezzi dei prodotti inglesi crebbero, la produzione diminuì e le
esportazioni furono limitate:tutto nel 1926 provocò uno sciopero generale; infatti, a causa della
riduzione delle esportazioni del carbone nelle miniere gli industriali effettuarono le serrata e i
minatori risposero con lo sciopero. La Gran Bretagna diventava la seconda potenza economica
mondiale, cedendo il suo primato agli Stati Uniti.
 Crisi Economica Tedesca
La Germania, dopo grande guerra subì un vero e proprio tracollo, a causa delle "riparazioni di
guerra" nei confronti della Gran Bretagna,della Francia e degli Stati uniti previste dal trattato di
Versaill.
La situazione finanziaria tedesca si aggravò ulteriormente per la questione del risarcimento dei
danni di guerra. Alla conclusione del conflitto, la Francia e la Gran Bretagna avevano ingenti
debiti con le banche Statunitensi. Il governo Francese sosteneva che avrebbe potuto restituire i
prestiti agli Stati Uniti solo se il governo tedesco avesse pagato le pesanti riparazioni imposte dal
trattato di Versailles. La posizione della Francia si fondava sul fatto che la guerra era stata
combattuta anche dentro i suoi confini e, quindi, essa ne aveva sofferto più degli alleati. Ma la
Germania non aveva risorse finanziare per soddisfare le richieste della Francia e riuscì a versare
solo una prima rata.
Nel 1919 iniziava ufficialmente l’inflazione che si trasformò in
un' "iperinflazione" portando all'aumento del costo della vita.
Nel 1923 si ebbe la catastrofe con uno sciopero generale causato dall'occupazione della Ruhr da
parte della Francia: la Germania per pagare gli stipendi agli scioperanti dovette incrementare
l'emissione delle banconote e ciò fece registrare un forte indebolimento del marco e una
drammatica crescita del costo della vita che provocò molte violente proteste con saccheggi di
negozi. Il risanamento finanziario e la fine della crisi si ebbero grazie ad un banchiere che
provvide a far stampare una nuova moneta, il Rentenmark, e ad annullilare il pagamento degli
interessi su ogni debito pubblico; successivamente, nel 1924, un finanziere americano, il Daves,
attuò un programma a sostegno dell’economia tedesca che prevedeva la dilazione dei debiti di
pagamento nel tempo però con rate che ammontarono ad una somma enorme e un forti prestiti
concessi alla Germania.
46
LA CRESCITA ECONOMICA DEGLI STATI UNITI :ANNI “20
Negli anni 20 gli Stati Uniti conobbero un decennio di forte sviluppo economico;l’economia degli
Stati Uniti diventa il centro del mondo capitalistico, che aveva le sue basi solide sulla finanza e
sull’industria.
Gli Stati Uniti diventarono i maggior creditori del mondo :Le banche statunitensi occuparono il
posto di quelle inglesi per la concessione di crediti.
Si sviluppa l’industria automobilistica e delle radiocomunicazioni:infatti, gli Stati Uniti rilevarono
l’American Marconi, ossia la società di Guglielmo Marconi per la radiofonia grazie alla quale si
diffusero la radio e la TV.
Venne incrementata la produzione dell’agricoltura grazie all'introduzione delle macchine ;ne
conseguì un eccesso della manodopera nelle campagne che però trovò posto nelle industrie e nel
settore terziario:
La potenza degli Stati Uniti fu evidente anche sul piano culturale attraverso la diffusione
dell’Americanismo grazie al cinema.
La società americana divenne presto un modello economico per gli altri stati capitalistici; ma la
stessa rapidità di crescita provocava effetti negativi sul piano sociale: era presente il Gang
Starismo, ossia la criminalità organizzata soprattutto per il traffico illegale degli alcolici.
Questi fattori provocarono in Europa una forma di antiamericanismo, fenomeno che vedeva nella
società americana la formazione di una cultura lontana dalle tradizioni europee.
CAPITALO XII LA CRISI DEL 1929 E GLI ANNI 30
IL CROLLO DI WALL STREET
Hoover, eletto presidente degli USA, dovette affrontare una terribile crisi economica. Verso la fine
degli anni 20 il mercato non era più in grado di assorbire l’offerta perchè il mercato mondiale non
offriva + sbocchi a causa dell'isolazionismo delle singole potenze. La ricchezza quindi divenne
causa di una crisi perché l’abbondanza di denaro aveva favorito investimenti speculativi
soprattutto in azioni e i prezzi delle azioni erano fortemente saliti,e + salivano i prezzi e +
aumentavano gli investitori provocando la formazione nella borsa la cosiddetta "bolla
speculativa"che prima o poi sarebbe scoppiata e il prezzo di tutte le azioni sarebbero scesi. Da
ottobre 1929 i prezzi delle azioni cominciarono a scendere, molti azionisti per paura cominciarono
a vendere le loro azioni, e a catena la vendita delle azioni aumentò e la borsa di Wall Street crollò
provocando la cosiddetta "CRISI ECONOMICA DEL 29": molte banche fallirono non potendo più
effettuare crediti visto che ne avevano concesso già tanto con eccessiva facilità e molte aziende,non
potendone ottenere altro dovettero chiudere; si registrò anche un elevata disoccupazione .
La crisi del 1929 fu seguita da un lungo periodo di stagnazione economica, chiamato la GRANDE
DEPRESSIONE ECONOMICA.
Mentre la crisi è un avvenimento breve, la grande depressione riguarda un intero periodo, più o
meno lungo .
LA TEORIA ECONOMICA: KEYNES E LA PIANIFICAZIONE.
La grande depressione spinse gli economisti,tra cui l’economista inglese Keynes, a rivedere i loro
piani economici.
Keynes, nella sua opera "Teoria generale dell’impiego, dell’interesse e della moneta" affermava
che lo Stato doveva effettuare la "PIANIFICAZIONE" di una nuova politica economica che
preveda l'intervento dello Stato nell'economia per alleviare la disoccupazione attraverso lavori
pubblici,concedendo crediti a basso interesse e fornendo salari migliori al fine di far crescere il
numero di consumatori e quindi rilanciare il mercato interno.
47
Per keyness era necessario ridistribuire il credito introducendo imposte progressive sulle rendite
improduttive.
La teoria di Keyness era una risposta agli economisti italiani :mentre gli economisti italiani
sostenevano la necessità di un maggiore intervento dello Stato; keyness sl contrario affermava che
lo Stato non doveva assumere un ruolo imprenditoriale, ma solo correggere le distorsioni e gli
squilibri di un’economia senza regole.
Negli Anni 30, la “Pianificazione” fu attuata anche in Unione Sovietica dove molti economisti
cominciarono a credere che l'intervento dei governi in economia per introdurvi elementi di
pianificazione potessero essere necessari per favorire la ripresa economica.
C’è una differenza tra la pianificazione sovietica e quella adottata da keyness il quale proponeva
elementi di razionalizzazione e di sostegno all’industria senza intaccare le regole del mercato.
IL NEW DEAL (NUOVO CORSO ECONOMICO)
Roosevelt, presidente degli Stati Uniti per ben quattro volte (1932, 1936, 1940 e 1944), rimanendo
in carica dal 1933 al 1945, attuò un programma di riforme economiche e sociali conosciuto con il
nome di New Deal, (nuovo corso economico) grazie al quale gli Stati Uniti riuscirono a superare
la grande
depressione dei primi anni '30.
Fra le sue più importanti innovazioni vanno ricordati
 il Social Security Act,con il quale vennero introdotte per la prima volta negli Stati Uniti
l'assistenza sociale e le indennità di disoccupazione, malattia e vecchiaia
 la creazione dell'Agenzia per il controllo del mercato azionario (SEC),
 la creazione di lavori pubblici determinando la diminuzione della disoccupazione
 Finanziamenti per gli agricoltori
Nemmeno il New Deal pose fine alla Grande Depressione ma sicuramente ul piano sociale rivestì
una grande importanza in quanto sanò le gravi fratture della società americana e alleviò la vita
degli strati più poveri della popolazione.
LA CRISI DEL 1929 NEL MONDO : LE CONSEGUENZE
Le banche statunitensi avevano concesso crediti a molti paesi e quando il sistema bancario degli
Stati Uniti entrò in crisi,le conseguenze si ripercossero in tutto il mondo provocando fallimenti di
banche, restrizioni nei crediti e maggiore disoccupazione;:
Furono particolarmente drammatiche per la Germania, che aveva fatto ampio ricorso al credito
statunitense
Furono – gravi in Francia e in Gran Bretagna la cui economia poteva fare affidamento su alcuni
possedimenti coloniali;
In Italia furono ridotti stipendi e salari;
Nel Sudamerica si arrestò lo sviluppo degli anni Venti fondato essenzialmente sulle esportazioni.
In molti paesi il mercato per la contrazione del mercato del commercio internazionale si affermò la
tendenza all’autosufficienza economica per dipendere di meno dal mercato estero e rendere meno
forti i contraccolpi da altre eventuali crisi.
Questa tendenza, che fu adottata soprattutto in Italia dai governi fascisti, prese il nome di
“Autarchia”, ossia di "autosufficienza economica".
Ma l’Italia trovò difficoltà ad adottare la soluzione dell' autarchia a causa della mancanza di
materie prime.
Dopo la crisi del 29 gli economisti fascisti cominciarono a sostenere che la crisi era stata causata dal
sistema capitalistico e quindi la politica economica doveva essere cambiata con un forte intervento
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da parte dello Stato e perciò Il governo fascista elaborò una pianificazione economica attuando
nuove regole.
L’ECONOMIA ITALIANA NEGLI ANNI TRENTA.
In Italia gli effetti della crisi del 1929 in Italia si fecero sentire con il calo degli investimenti,la
riduzione degli stipendi e dei salari e la diminuzione dei tassi di interessi sul debito
pubblico,aumentarono le spese per gli armamenti e quindi la crisi si aggravò
Mussolini giustificava il suo atteggiamento con la necessità di sostenere la concorrenza straniera
sui mercati internazionali e adottò la soluzione dell' autarchia che comportò la separazione
dell'economia italiana dal mercato mondiale.
Il tentativo di superare la crisi del 29 attraverso l'autarchia fu espresso nella politica economica del
fascismo che prevedeva un decisivo intervento dello Stato nell’economia nel settore industriale ed
agricolo
 Nel settore industriale l'intervento statale avvenne con due strumenti :
 l’IMI (istituto mobiliare italiano) che si occupava di finanziamenti all’industria
 l’IRI (Istituto per la ricostruzione industriale) assumeva la gestione delle numerose aziende
in cui lo Stato aveva partecipazioni azionarie; con questa istituzione lo Stato divenne quindi
imprenditore investendo il suo capitale nelle imprese in crisi per evitare disoccupazione e
tensioni sociali a spese della collettività.
 Nel settore agricolo l'intervento dello stato fu espressa dalla "battaglia del grano"che avrebbe
dovuto portare la produzione cerealicola interna ad un livello tale da rendere l'Italia
autosufficiente a livello economico in modo da non dipendere + dall'importazione di prodotti
esteri date le alte tasse imposte sulle importazioni.
Questa battaglia fu combattuta soprattutto per motivi politici perchè l'Italia in casa di guerra
avrebbe potuto far affidamento solo sulla produzione interna evitando malcontento e
carestia;pertanto Mussolini per favorire l’aumento della produzione del grano provvide a
“Bonificare” i terreni paludosi, come le famose “Paludi Pontine” dove furono fondate nuove
città, come Littoria (Latina) e Sabaudia, dove si trasferirono coloni da altre regioni.
Attraverso questi interventi Mussolini intendeva farsi pubblicità;infatti si fece ritrarre a dorso
nudo mentre mieteva il grano insieme ai contadini.
L’ECONOMIA SOVIETICA
L’Unione Sovietica riuscì ad evitare la crisi e le sue conseguenze grazie ai “Piani
Quinquiennali”attuati da Stalin, con i quali lo Stato assunse il controllo assoluto dello sviluppo
economico, privilegiando il potenziamento delle industrie pesanti.
Migliorarono i risultati nell’industria e peggiorarono le condizioni dell’agricoltura perchè fu
eliminata la proprietà privata,le terre furono collettivizzate e i Kulaki furono eliminati.
La trasformazione di migliaia di contadini in operai provocò una sorta di “ruralizzazione” delle
città, con conseguenze economiche negative:i contadini non riuscirono ad adattarsi alla vita di
fabbrica e ciò provocò assenteismo e scarso rendimento.
La nascita in URSS di un nuovo tipo di economia non + fondata sulla proprietà privata aveva
suscitato enormi speranze negli operai e nei contadini in molti paesi del mondo. L'economia
comunista sembrava segnare la fine dello sfruttamento dovuto all'economia capitalistica.
Il successo economico sovietico attenuto da piani quinquennali attuati da Stalin fece passare in
secondo piano la politica repressiva di cui si serviva Stalin per ottenere la disciplina necessaria
allo sviluppo.
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LE CONSEGUENZE DELLA CRISI DEL 1929 NELL’IDEOLOGIA E NELLA POLITICA
Le conseguenze della crisi del 1929 non furono soltanto economiche, ma anche ideologiche e
politiche.
La conseguenza ideologica fu la crisi del liberismo con il rafforzamento del nazionalismo e del
militarismo, soprattutto in Germania.
La conseguenza politica fu il rafforzamento della dittatura per esempio in Germania favorì
l'ascesa di Hitler.
Nota: Liberismo è una dottrina economica fondata sulla richiesta della libertà d'impresa
e sul rifiuto dell'intervento statale in economia.
Nazionalismo consiste nell'intervento statale nell'economia che appariva una difesa
contro i pericoli di crisi che potevano provenire dal mercato mondiale
Militarismo consiste nella necessità di conquistare nuovi territori che fornissero materie
prime e che rappresentassero uno sbocco per i prodotti Giapponesi.
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CAP. XIII LA GERMANIA NAZIONALSOCIALISTA
HITLER CONQUISTA IL POTERE
In Germania, la crisi del 1929, registrò conseguenze nel settore sociale ed economico, ma anche in
quello politico, contribuendo così in maniera decisiva alla conquista del potere da parte dei
nazionalsocialisti. Nel 1930 si era formato in Germania un governo di centro-destra presieduto dal
cattolico Bruning, il
maggiore esponente del Zentrum (partito del centro-cattolici). Questi adottò una politica di
risanamento attraverso una contrazione delle spese statali e una riduzione di salari e stipendi.
L’effetto di questa politica fu una grande disoccupazione che rese drammatiche la vita di milioni
di persone. Bruning trovò molte resistenze in parlamento e indisse nuove elezioni che si tennero
nel settembre 1930.
L’esito non fu favorevole al governo e alle forze liberaldemocratiche ma per partito
nazionalsocialista e socialdemocratico.
Nel 1932 scadeva il mandato presidenziale di Hinderburg e Hitler presentò la sua candidatura, ma
fu sconfitto dallo stesso Hinderburg che affidò il governo a Von Papen, cattolico come Bruning, il
quale indisse nuove elezioni dalle quali i nazionalsocialisti.
La NSDAP di Hitler aspirava a fare entrare i suoi rappresentanti nel governo ma il governo rifiutò
e furono indette nuove elezioni.
Alle elezioni del 1932 la NSDAP perse molti voti ma restò il più forte partito a base popolare. Si
accentuò cosi la “polarizzazione politica su posizioni estreme”.
Nota: Polarizzazione è un'accentuata divisione delle forze politiche in due schieramenti contrapposti .
Sebbene il Partito di Hitler fosse rimasto il partito di maggioranza relativa, Hindenburg si rifiuto
di dare il cancellierato a Hitler nominando von Schleicher. Ma la NSDAP, partito di destra,
riusciva a dare sicurezza agli ambienti capitalistici preoccupati della continua avanzata dei
comunisti. In un documento presentato a Hindenburg dagli industriali, banchieri e agrari,
tornarono a dare pieno appoggio a Hitler.
Nel gennaio 1933, si dimise Schleicher e Hindenburg si decise di affidare il governo a Hitler e il 30
gennaio 1933 lo nominò cancelliere.
Ma in parlamento Hitler non aveva la maggioranza e indisse nuove elezioni .
Le elezioni si tennero il 3 marzo, la NSDAP ottenne il 44% dei voti e pur non avendo la
maggioranza, Hitler chiese al parlamento i pieni poteri, cioè la dittatura.
REALIZZAZIONE DELLA DITTATURA di HITLER
Finiva la repubblica di Weimar, iniziava la dittatura di Hitler e nasceva il Terzo Reich.
Hitler rispetto a Mussolini conquistò il potere con l’incarico di cancelliere dopo una vittoria
elettorale e non con la forza.
Dopo aver conquistato il potere legalmente, Hitler, instaurò rapidamente la dittatura:
 Il potere fu centralizzato
 Sciolse i partiti e i sindacati;
 Sostituì i sindacati con il fronte del lavoro a cui facevano parte imprenditori ed operai e che
aveva il compito di militarizzare operai per far aumentare la produzione degli armamenti.
 Il solo partito riconosciuto fu quello Nazionalsocialista (NSDAP);
 Internò gli oppositori in campo di concentramento
Alla morte del presidente della repubblica, Hindenburg, Hitler assunse i poteri di Capo
utilizzando la Gestapo (polizia segreta di Stato), le SS (reparti di difesa) e le SA (squadre d’assalto).
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Nella notte del 30 giugno 1934 (detta la notte dei coltelli) le SS eliminarono molti nemici interni al
SA che avrebbero voluto trasformarsi in un esercito popolare e dar vita ad una rivoluzione con
carattere anticapitalistico.
L’IDEOLOGIA NAZIONALSOCIALISTA E L’ANTISEMITISMO
L’ideologia di Hitler era fondata sul
Nazionalismo:desiderio di nazionalizzare il popolo tedesco ossia di unire alla madrepatria tutti
coloro che sono di nazionalità tedesca.
Razzismo: persecuzione degli ebrei in maggioranza appartenenti alla borghesia e che sociale
perciò suscitava invidia e timore nella popolazione e provocava tensioni sociali.
Anticomunismo:repressione dell’opposizione dei membri dei partiti comunisti che erano internati
in campi di concentramento.
Hitler riuscì ad ottenere il consenso dei lavoratori con la garanzia del posto di lavoro,basso prezzo
delle merci,servivi sociali,dalla pensione per vecchiaia e malattia all'assistenza medica per
assicurare a tutti migliori condizioni di vita.
LA POLITICA VERSO LA CHIESA E L’EBRAISMO
Hitler, nonostante la sua posizione di antireligioso cercò di stringere rapporti con la chiesa e nel
1933 stipulò un Concordato con la Chiesa Cattolica con cui erano garantite le libertà di
proselitismo e di culto.
Solo quando Hitler limitò l'insegnamento della religione cattolica nella scuola le relazioni con il
Vaticano si guastarono e nel 1937 il Papa Pio XI pronunciò nell’enciclica “Con viva ansia” una
dura condanna del nazionalsocialismo.
Quando Hitler attuò la legge con cui istituiva la Chiesa Evangelica Tedesca nella quale si
sarebbero dovute raccogliere tutte le chiese evangeliche regionali anche i rapporti con i protestanti
divennero tesi.
Contro gli Ebrei, Hitler prese provvedimenti legislativi di tipo razziale con una dura persecuzione
antiebraica e con la loro esclusione dalle cariche pubbliche perchè ritenuti contagiosi per la razza
tedesca.
L'8 novembre 1938 nella “notte dei cristalli” le SS e la SA devastarono migliaia di negozi, centinaia
di sinagoghe e uccisero molti ebrei.
La caratteristica principale della persecuzione antiebraica nazista fu il modo con cui era attuata,
essa infatti era applicata non solo a livello fisico con l'uso della violenza ma anche a livello
burocratico,proibendo l'adozione dei nomi ebraici. Hitler,Nell' opera Mein Kampf espresse
l’intenzione non solo di sbarazzarsi degli ebrei, ma anche di “sterminarli”, non solo escludendoli
dalla pubblica amministrazione e dalla scuola ma anche uccidendoli.
LA POLITICA ECONOMICA E SOCIALE
Sul piano economico e sociale Hitler adottò una politica di "Corporativismo”: il Fronte del lavoro,
infatti, riuniva operai e imprenditori, con il dichiarato obiettivo di conciliarne gli interessi.
Molti operai aderirono al nazionalsocialismo, sia perché ritenevano che li avesse salvati dalla
disoccupazione, sia perché Hitler aveva promosso una intensa attività assistenziale e di
organizzazione del tempo libero e sia per la capacità persuasiva delle tecniche propagandistiche di
Goebbels.
L'ORGANIZZAZIONE DEL TEMPO LIBERO
Hitler riuscì ad ottenere il consenso dalla massa, dagli operai,dai lavoratori e dai disoccupati
grazie alla azione propagandista di Goebbels che si servì della radio e del cinema che usavano un
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linguaggio che poteva essere compreso da tutti e grazie ad un processo di nazionalizzazione che
avvenne attraverso:
L'Istruzione militare con il fine di inculcare nelle masse uno spirito guerriero nazionalistico.
CAP. XIV LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA
IL RITORNO DELLA GERMANIA SULLA SCENA INTERNAZIONALE: finisce la sicurezza
collettiva. Nel 1931, Il Giappone invadeva la Manciura e usciva dalla Società delle Nazioni
attribuendo un primo colpo alla politica di sicurezza collettiva. Decisive furono le azioni sia di
Hitler che di Mussolini. Infatti, nel 1933 Hitler fece uscire la Germania dalla Società delle Nazioni e
nel 1934, minacciò di annettere l’Austria, suscitando l’opposizione di Mussolini. Nell’aprile del
1936 si riunì a Stresa una conferenza in cui Francia, Gran Bretagna e Italia protestarono: il governo
italiano continuava a temere che la Germania potesse conquistare l’Austria. Ma Hitler non tenne
conto dei risultati della conferenza e nel 1936 rioccupò militarmente la Renania, riportandola sotto
la piena sovranità dello Stato tedesco.
LA POLITICA ESTERA DELL’ITALIA e ASSE ROMA-BERLINO
Nel 1935 anche Mussolini abbandonò il principio della sicurezza collettiva con l’attacco
dell’Etiopia per farne una colonia di popolamento,per far diventare l’Italia una potenza imperiale
e rendere il popolo italiano un popolo bellicoso.
L'organizzazione del tempo libero affidata alla "Forza attraverso la gioia "
che organizzava gite,crociere,rappresentazioni teatrali,attività sportive:nel
1936 infatti si tennero a Berlino le Olimpiadi durante le quali Hitler
colse l'occasione per dimostrare la propria capacità organizzativa del suo regime. .
La guerra fu rapida e breve: le truppe italiane guidate da Pietro Badoglio penetrarono in Etiopia
senza trovare resistenza e Il 5 maggio del 1936 la conquistarono rendendola una colonia italiana,
ma la Società delle Nazioni decretò sanzioni economiche contro l’Italia. La conseguenza della
conquista dell'Etiopia fu l’abbandono dell’Italia della Società delle Nazioni e l’avvicinamento al
Terzo Reich da cui aveva ottenuto un sostegno.
Nell’ottobre del 1936 fu sancito un' alleanza fra l’Italia e la Germania chiamata ASSE ROMA –
BERLINO che sancì l'adesione di Mussolini alle teorie razziste; in pratica il sistema fascista attuò
riforme antisemitiche: vietava i matrimoni di italiani e italiane con ebrei;vietava agli ebrei di
esercitare la professione dell'insegnamento e di iscriversi alle scuole e alle università.
I FRONTI POPOLARI
 La Fine Delle Divisioni A Sinistra
Dopo la vittoria di Hitler, l’Internazionale comunista, che aveva sottovalutato li Fascismo, capì la
pericolosità del nazionalsocialismo. Nel 1935, al VII congresso, l’Internazionale invitò i partiti
comunisti a promuovere la formazione di “Fronti Popolari” antifascisti con il coinvolgimento di
tutte le sinistre. Anche se in Unione Sovietica la Costituzione del 1936 si ispirava ai principi
democratici, Stalin con la formazione dei "Fronti Popolari" attuò una politica vrepressiva contro i
suoi avversari.
 La Guerra In Spagna
Nel febbraio 1936 il fronte popolare vinse le elezioni in Spagna e con la legge elettorale
maggioritaria la sinistra ottenne un numero di deputati repubblicani molto superiore a quello
delle destre. Il governo fu affidato al repubblicano, Manuel Azana. Le destre reagirono con un
colpo di stato militare promosso dal movimento della Falange e dal generale Francisco Franco.
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Inizia una guerra civile tra le forze fasciste e quelle che si richiamavano ai principi della
democrazia(comunisti).
Italia e Germania si allearono con Franco, inviando armamenti e soldati; mentre la Francia e
l’Inghilterra dichiararono il principio del non intervento.
A favore della repubblica si batterono alcune brigate internazionali provenienti da alcuni paesi e
l’Unione Sovietica che inviò armi. La Chiesa e il Vaticano si schierarono a favore di Franco. Dopo
tre anni di sanguinosa guerra civile, Franco riuscì a prevalere. Furono effettuati anche
bombardamenti contro la popolazione. Il 26 aprile del 1937 gli aerei italiani e tedeschi
bombardarono Guernica, una città della Biscaglia dove persero la vita moltissimi civili.
 Il Fronte Popolare In Francia
In Francia i partiti del Fronte popolare formarono nel 1936 un governo guidato da Lèon Blum,
socialista riformista. Il governo, però, incontrò molte difficoltà: i provvedimenti economici che
prese, come aumenti salariali e riduzione dell’orario di lavoro a 40 ore settimanali, da un lato non
soddisfacevano a pieno le aspettative dell’elettorato dell’estrema sinistra e dall'altro provocarono
l'inflazione.
Nel 1938 succedette a Blum il radicale Daladier, anch’egli promotore del Fronte popolare, ma su
posizioni più moderate. I contrasti sulla linea economica e sull’aiuto da dare al governo
repubblicano spagnolo provocarono la fine del Fronte popolare.
L’AUTORITARISMO IN EUROPA E NEL MONDO
I paesi dove esistevano regimi autoritari non formarono un fronte unitario, poiché in tutti questi
paesi erano forti le rivendicazioni nazionalistiche. L’assetto dato all’Europa dai vincitori della
grande guerra continuava a essere causa di forti tensioni. Non c’erano solo i propositi di rivincita
della Germania nazionalista, ma anche le rivendicazioni da parte dell'Ungheria, Romania, Polonia:
i tre paesi chiedevano che le frontiere statali coincidessero con quelle etniche.
Anche nel Giappone ci fu un governo autoritario che attuò una politica di espansione ai danni
della Cina.
Nel 1936, Giappone, Germania e Italia firmarono un documento contro il comunismo, ossia, il
“Patto Anticomintern”.
In Sudamerica s’instaurarono dittature a Cuba, con Fulgenzio Batista. Lo stesso in Argentina dove
le elezioni portarono a un governo conservatore e poi un regime oligarchico. In Brasile Vargas,
sconfitto alle elezioni del 1930 depose il presidente legittimo e istaurò un regime con forti poteri
presidenziali. Nel Cile il presidente progressista Alessandri, per risolvere i problemi economici
legati alla crisi del 29, adottò una politica conservatrice e repressiva contro le sinistre ma nel 1938
le elezioni furono vinte da un Fronte popolare. In Messico il presidente Càrdenas riprese la
riforma agraria e nel 1938 nazionalizzò l’industria petrolifera, espropriando le compagnie
petrolifere straniere.
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CAP. XV LA SECONDA GUERRA MONDIALE
1938 HITLER RIPRENDE L’OFFENSIVA
La conquista dell’Austria
Nel 1935 Hitler riuscì ad allestire un forte esercito e nel 1938 ritenne di essere pronto a passare
all’azione per occupare L’Austria e annetterla alla Germania.
Il 12 Marzo l’esercito tedesco entrò in Austria senza incontrare resistenza anzi fu accolto dalla folla
con entusiasmo mentre gli oppositori furono arrestati. L’Austria fu annessa alla Germania e fu
trasformata in una provincia del Terzo Reich.
Gran Bretagna e Francia perché erano convinte che Hitler non avesse intenzione di arrivare alla
guerra ma di apportare ai trattati di pace delle modifiche e questo la Gran Bretagna avrebbe
potuto accettarlo.
La conquista della Cecoslovacchia.
Dopo l’annessione dell’Austria, Hitler si pose l’obiettivo di conquistare i Sudeti, una ragione della
Cecoslovacchia con un elevato numero di cittadini di lingua tedesca, i quali chiedevano di riunirsi
alla madre patria.
Per evitare un conflitto, il 29 e 30 settembre 1938 si riunì a Monaco una conferenza cui partecipò,
oltre la Germania, la Gran Bretagna, la Francia e l’Italia, le quali diedero il loro consenso
all’occupazione dei Sudeti da parte dell’esercito tedesco.
Hitler non si fermò ai Sudeti e in Marzo 1939, Hitler conquistò l'intera Cecoslovacchia (Slovacchia,
Boemia, Moravia ,Mamel, una città di popolazione tedesca appartenente alla Lituania).
 Il patto D’Acciaio tra Germania e Italia
Nel maggio del 1939 Mussolini e Hitler firmarono il Patto d’Acciaio. Hitler in realtà non aveva
mai conquistato fino a quest’anno (1938) paesi stranieri, ma aveva annesso alla Germania alcuni
territori i cui abitanti essendo tedeschi consideravano i soldati di Hitler liberatori e non
conquistatori.
L'INIZIO DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE
Danzica (Polonia).
Nella primavera 1939, Hitler riteneva di potersi impadronire di Danzica e del corridoio polacco,
tra la Prussia orientale e il resto del territorio tedesco. Hitler era convinto che la Polonia non si
fosse opposta e avrebbe accettato le sue richieste ma la sua previsione fu errata. Infatti, Inglesi e
Francesi non intendevano più cedere alle richieste di Hitler.
Hitler organizzò un attacco segreto ala Polonia con la consapevolezza che avrebbe rischiato un
conflitto contro la Francia e la Gran Bretagna che invece cercava di evitare.
 Il Patto di non aggressione Tedesco-Sovietico
Hitler per paura che l'URSS potesse intervenire a favore della Francia e Gran Bretagna ed evitare
di combattere su 2 fronti:occidente,contro Francia e Gran Bretagna,e in Oriente,contro l'URSS,il 23
Agosto 1939 stipulò il patto di non aggressione, un trattato internazionale, con commissario
d'affari esteri dell'Unione Sovietica con il quale la Germania nazista e l'Unione Sovietica si
impegnavano reciprocamente a non compiere azioni ostili l'una nei confronti dell'altra, né a
prendere parte a coalizioni di potenze dirette contro una di loro e
A dividersi tra di loro la Polonia.
Così Hitler poteva attaccare la Polonia senza temere l'intervento dell'Unione Sovietica.
 Germania invade Polonia,Danimarca,Norvegia e Francia
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il 1 settembre 1939 La Germania invade la Polonia e il 3 settembre, Gran Bretagna e Francia
entrarono in guerra a fianco della Polonia, mentre l’Italia dichiarava la “non belligeranza”.
Mussolini preferì non entrare in guerra perchè le forze militari italiane non erano pronte per
affrontare il conflitto e la popolazione era contraria alla guerra.
La Germania attuò una “guerra lampo”contro la Polonia, con una rapida avanzata: in solo 17
giorni l’esercito tedesco ebbe il sopravvento sulla Polonia.
Il 17 settembre, come era stato previsto nel patto di non aggressione, le truppe sovietiche
entrarono in Polonia la quale fu spartita tra Unione Sovietica e Germania:la parte occidentale alla
GERMANIA e la parte orientale all'URSS.
In ottobre Hitler, raggiunto l’obiettivo, propone la pace,ma l'Inghilterra e la Francia respinsero la
proposta per paura che se avessero accettato Hitler avrebbe avanzato altre richieste.
Nel corso dell’inverno gli eserciti tedeschi ed anglo-francese restarono fermi nelle rispettive
fortificazioni, sulla frontiera tra Francia e Germania.
Nell’aprile 1940 la Germania attaccò e conquistò sia la Danimarca che la Norvegia, cogliendo di
sorpresa la flotta inglese.
La guerra lampo della Germania già sperimentata in Polonia, Norvegia e Danimarca fu impiegata
anche per attaccare la Francia.
Hitler invase l'Olanda ed il Belgio, ch avevano dichiarato la loro neutralità, ed entrò in Francia. Gli
eserciti inglesi e francesi furono sopraffatti e i tedeschi presero Parigi. Il 17 giugno la Francia chiese
l’armistizio e dopo questo intervento si formò un governo Filo-Tedesco guidato da Petain e la
capitale passò da Parigi a Vichy.La caduta della Francia non demoralizzò la Gran Bretagna.
L’INTERVENTO DELL’ITALIA
Il 10 Giugno 1940 , L’Italia abbandono la “Non Belligeranza” ed entrò in guerra con l’obiettivo di
conquistare Nizza, la Corsica, la Tunisia e Malta, per avere l’influenza nella penisola Balcanica e
in Africa.
Mussolini decise questa politica d’intervento poiché era stato assicurato dalla polizia segreta che la
guerra sarebbe terminata presto e che la stessa sarebbe stata facile. Furono scarsi i risultati
dell’Italia in guerra.
La battaglia dell’Inghilterra.
I tedeschi attaccarono la Gran Bretagna in una battaglia aerea che fu chiamata, battaglia
dell'Inghilterra in cui furono molte le perdite di aerei inglesi e tedeschi e la stessa Germania fu
bombardata. Il 27 settembre 1940 Germania, Italia e Giappone stipularono il patto tripartito con il
quale le tre potenze stabilivano le rispettive zone di influenza e ciascuna preparava i propri
progetti per il "nuovo ordine" ossia l'assetto geopolitico del mondo:Mentre al Giappone era
riconosciuto il predominio sull'Asia,Germania e Italia erano in contrasto sulla divisione delle sfere
d'influenza in Europa,Mussolini voleva estendere l'influenza italiana alla penisola
balcanica,mentre Hitler riteneva che essa dovesse limitarsi alle coste del mediterraneo.
 La guerra parallela di Mussolini
Il 28 Ottobre 1940 l’Italia per dimostrare il suo peso all’interno del patto tripartito decise di
attaccare la Grecia dove trovò una grande resistenza da parte degli Inglesi che appoggiarono la
Grecia però non ne uscì con grandi perdite grazie all'intervento delle truppe tedesche guidate da
Rommel .
Intanto le truppe italiane per la politica espansionistica di Mussolini, avevano attaccato anche il
fronte africano tra la Libia e l’Egitto e penetrarono in Egitto dove però trovarono di nuovo la
resistenza degli inglesi che riuscirono a superare solo grazie all' aiuto dei tedeschi.
Sia la guerra in Africa che quella in Grecia evidenziarono l’incapacità dell’Italia perchè ottenne
vittoria solo grazie al sostegno della Germania.
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LA GUERRA DIVENTA MONDIALE
Il 1941 rappresenta l’anno in cui la guerra diviene effettivamente mondiale in quanto, sono
coinvolte l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti.
Hitler non potendo impossessarsi dell'Inghilterra decise di impadronirsi delle ricchezze minerarie
dell'URSS.
Il 22 giugno del 1941 Hitler attuò il Piano Barbarossa e con le sue truppe invase l’Unione
Sovietica.
Le truppe sovietiche opposero una resistenza inattesa che provocò perdite tedesche. L'esercito
tedesco non riuscì a sconfiggere l'Armata Rossa e non fu neanche in grado di conquistare
Leningrado ma riuscì solo ad assediarla(Assedio dei 900 giorni) provocando molte perdite alla
popolazione civile.
Stalin mobilitò tutta la popolazione, richiamando i popoli al dovere di patriottismo e dando al
conflitto un carattere di grande guerra patriottica.
Anche gli Stati Uniti di Roosvelt entrarono in guerra al fianco della gran Bretagna perchè furono
attaccati di sorpresa dal Giappone con aerei e navi.
Il Giappone adottò un piano strategico: mentre l’ambasciatore Giapponese presentava la
dichiarazione di guerra agli Usa, gli aerei giapponesi bombardavano le basi navali americane a
Pearl Harbor nel Pacifico e per questo comportamento gli USA furono coinvolti nella II Guerra
mondiale.
Contemporaneamente al bombardamento di Pearl Harbor i Giapponesi sbarcarono in tutta l’aria
del pacifico conquistando l’Indocina, le Filippine, la Birmania e Singapore giungendo così in India
e Australia:la guerra diventò mondiale.
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CAP. XVI LA FINE DEL CONFLITTO
LA SVOLTA DELLA GUERRA
Nel giugno del 1942, la flotta e l’aviazione degli Stati Uniti arrestarono l’avanzata dei giapponesi
in Oriente,nel Pacifico, infliggendo gravi perdite in una battaglia aeronavale presso l’isola di
Midway, Hawaii.
Anche in Europa e in Africa riprendeva l’offensiva dei tedeschi e italiani con una serie di successi
per cui si convinsero che sarebbero giunti velocemente ad una conclusione vittoriosa della guerra.
Nell’estate del 1942, Rommel (Germania) avanzava fino a El-Alamein vicino ad Alessandria
d’Egitto, ma fu costretto a fermarsi per le difficoltà di rifornimento: infatti, gli inglesi partendo da
Malta, potevano facilmente attaccare i convogli italiani.
Il 23 ottobre del 1942 gli inglesi sferrarono la controffensiva anche in Egitto battendo le forze
dell’asse proprio a El-Alamein, avanzando fino a Tripoli.
L’8 novembre del 1942 intanto gli Anglo-americani, sbarcati in Marocco e Algeria, puntavano
verso la Tunisia dove ripiegarono le truppe italo tedesche che a maggio furono costrette a ritirarsi.
Intanto in estate le truppe alleate (Italiane, romene e ungheresi) ripresero l’offensiva anche sul
fronte orientale, spingendosi fino al Caucaso, raggiungendo Stalingrado. Ma questo fu il limite
estremo dell’avanzata tedesca in Russia, infatti, partì subito la controffensiva dei sovietici:
un’intera armata tedesca, accerchiata a Stalingrado fu costretta ad arrendersi e il 2 febbraio del
1943 il comandante Von Paulus disobbedendo agli ordini di Hitler firmò la resa.
LE ARMI
La guerra fu vinta dalle potenze che riuscirono a produrre molte armi:aerei,carri
armati,cannoni,navi.
Gli Stati Uniti soprattutto producevano più armi, aerei e armamenti da guerra, della Germania e
del Giappone, sia per la quantità che per la qualità delle armi.
Il 16 settembre del 1939 un gruppo di scienziati tedeschi si riunì presso il ministero della guerra
tedesca, per discutere sulla possibilità della scissione dell’uranio come possibile arma da guerra:
isotopo dell'uranio + neutroni libera molta energia nucleare.
Nel 1942, il presidente americano, Roosevelt, allertato dai servizi segreti americani circa un
possibile impiego dell'energia atomica da parte della Germania, autorizzò la realizzazione
del progetto Manhattan per la costruzione della bomba atomica. Alla ricerca collaborò con
un grande contributo anche il fisico italiano Enrico Fermi che si era recato negli Stati Uniti
con la moglie di religione ebraica per evitare la persecuzione delle leggi razziali che
sarebbero state approvate qualche mese + tardi.
LA CADUTA DI MUSSOLINI E LO SBARCO ANGLO_AMERICANO
Nell’ottobre 1941 in Italia la situazione alimentare divenne sempre più preoccupante: furono
razionati il pane, 200 grammi al giorno, la pasta, il riso e olio.
La penuria di cibo fece nascere il mercato nero o borsa nera, ossia, il contrabbando dei generi
alimentari, alimentato dai contadini che vendevano clandestinamente, a prezzi più alti di quelli
ufficiali, una parte dei prodotti che avrebbero dovuto consegnare ai magazzini governativi.
Ci fu così una frattura tra le campagne e le città, poiché per molti cittadini i contadini erano dei
privilegiati dato che i bombardamenti colpivano solo città, soprattutto Napoli,e risparmiavano le
campagne.
Nell’ottobre 1942, i bombardamenti distrussero le maggiori fabbriche italiane, Genova, Torino e
Milano: la borsa nera diventò per gli Italiani una fonte principale di approvvigionamento.
Le notizie della disfatta, i bombardamenti a tappeto e la fame fecero crollare il fronte italiano
interno.
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Il mito di Mussolini andò a pezzi mentre restava ancora qualche speranza nell’intervento del re
Vittorio Emanuele III.
L'indebolimento del regime fascista, che aveva perso ormai il consenso, diede spazio alle forze
delle opposizione: gli ex popolari si riorganizzarono, i vecchi esponenti liberali si incontravano per
avere contatti con il Re mentre comunisti e socialisti organizzarono la lotta clandestina.
Nel marzo 1943 scoppiarono scioperi in Italia settentrionale organizzati dagli operai comunisti che
svolgevano attività politica clandestina a causa dell'aumento del malcontento.
il 10 luglio 1943 iniziò lo sbarco anglo-americano in Sicilia che inflisse un colpo decisivo al regime
fascista. Stalin,per distogliere le forze tedesche dal fronte orientale, chiese agli alleati che fosse
aperto un secondo fronte in Francia così da costituire una diretta minaccia per la Germania ma
Churchill al contrario preferiva uno sbarco in Sicilia perché l’Italia era più vicina alla penisola
balcanica dove gli inglesi avrebbero voluto arrivare prima dei sovietici. Si cominciavano così a
delineare i primi contrasti tra gli anglo-americani e i sovietici sul futuro assetto dell’Europa.
Il 25 luglio 1943: la caduta di Mussolini; Il primo bombardamento di Roma, avvenuto il 19 luglio,
affrettò la caduta del fascismo.
La notte fra il 24 e il 25 luglio si riunì il Gran Consiglio su ordine di Galeazzo Ciano, Bottai,
Grandi che volevano salvare il fascismo liquidando Mussolini al quale chiesero di rinunciare
all’incarico di capo del governo.
Mussolini il 25 luglio si recò dal re Vittorio Emanuele III per comunicargli la decisione del Gran
Consiglio e il re lo fece arrestare. Alla diffusione di questa notizia seguirono manifestazioni
antifasciste che fecero fallire il piano del Gran
Consiglio.
Il re chiamò Pietro Badoglio alla guida del nuovo governo composto da tecnici e militari e avvisò i
tedeschi che la guerra sarebbe continuata al loro fianco.
Ma il governo cominciò a stipulare trattative segrete con gli Anglo-Americani, trattative che
portarono alla firma dell’armistizio a Cassibile, in Sicilia.
L’ITALIA DIVISA IN DUE
L’8 settembre, gli Anglo-Americani diffondono la notizia dell’armistizio e iniziarono lo sbarco a
Salerno.
All’annuncio dell’armistizio, l’esercito tedesco che durante i 45 giorni del governo Badoglio aveva
rafforzato la sua presenza in tutta l' Italia, reagì ed occupò l’Italia Settentrionale e centrale
liberando Mussolini tenuto prigioniero sul Gran Sasso. Il Re si era rifugiato a Brindisi con la
famiglia abbandonando l’esercito che rimase privo di ordini.
In Italia molti soldati e ufficiali si rifugiarono sulle montagne, dove formarono più tardi i primi
gruppi di partigiani per combattere e fare Resistenza ai tedeschi, ma nel suo complesso l’esercito si
dissolse.
Dopo lo sbarco degli alleati Angloamericani e l'occupazione dell'Italia meridionale l'Italia rimase
divisa in due parti:
Mentre a Nord Mussolini fondò la Repubblica Sociale Italiana (RSI) con capitale a Salò (sul lago
di Garda) e non a Roma, come avrebbe voluto Mussolini, perché i tedeschi si opposero alla
richiesta di impegnare il loro esercito nella difesa della città (Roma) anche per accettare la richiesta
del Vaticano di proclamare Roma “Città Aperta” (città che aveva monumenti considerati
patrimonio dell’intera umanità);nelle città del Centro e del Nord, ancora occupate dai tedeschi,
cominciò a organizzarsi la resistenza partigiana.
Nell’Italia meridionale gli anglo-americani, che l'avevano occupata senza incontrare alcuna
resistenza tedesca, costituirono il cosiddetto “Regno del Sud”. Il Re Vittorio Emanuele e Badoglio
59
fuggirono da Roma a sud Italia costituendo un’autorità legittima a cui gli anglo-americani fecero
riferimento senza dover stabilire un regime di occupazione.
Nell’Italia meridionale i partiti, sciolti nel 1926 da Mussolini, ripreso l’attività politica.
La “morte della Patria” in Italia meridionale .
L’8 settembre rappresenta una delle date più drammatiche della storia d’Italia. Molti storici
discussero se in quei giorni si fosse verificata nell'Italia Meridionale la “morte della Patria” perché
la caduta del duce e la dissoluzione del regime fascista sembrò segnare anche la fine della Nazione
che si era identificata per 20 anni in Mussolini.
A Sud si cominciò a ricostruire una nuova immagine della Patria: essa non si basava + sui valori
del nazionalismo e del militarismo ma su altri valori come la libertà politica e l'amicizia con i
popoli demografici. A questi valori i partigiani, che formarono la resistenza in Italia centrale e
settentrionale, aggiunsero l'indipendenza dallo straniero e la giustizia sociale.
Formazione nel Sud di un "Governo di unità nazionale"
Nel "Regno del Sud" la vita politica era condizionata dalla presenza delle truppe angloamericane.
L’11 ottobre 1943 il governo Badoglio dichiarò la guerra alla Germania e in seguito i reparti italiani
furono impiegati al fronte. L’Italia diventò così “cobelligerante”: questa definizione fu adoprata
perché i Greci e i Francesi non l’avrebbero accettata come alleata.
Riprese l’attività dei partiti anche se faticosamente: il Partito Socialista Italiano(PSI), Partito
Comunista Italiano, Democrazia Cristiana e si formò il Comitato di liberazione Nazionale per l'
Alta Italia costituito dal Partito Liberale e dalla Democrazia del Lavoro.
Nell'Aprile del 1944, il comunista Togliatti attuò “la svolta di Salerno”, presumibilmente
concordata con l'Unione Sovietica, con cui invitò tutti i Partiti comunisti a creare un nuovo
governo di <<unità nazionale>> con tutte le realtà riunite nel CLN per contribuire alla lotta contro
la Germania: il Secondo Governo
Badoglio si insediò a Salerno fino alla liberazione di Roma (4 giugno 1944).
LA LIBERAZIONE DI ROMA
Nel giugno del 1944, gli anglo-americani che a gennaio sbarcarono ad Anzio, si aprirono una
strada verso Roma che fu liberata e tornò ad essere la sede del governo italiano.
Il governo Badoglio fu sostituito da quello Bonomi, mentre Vittorio Emanuele III nominava
luogotenente il figlio Umberto.
Il 25 giugno il governo Bonomi stabilì che, a conclusione della guerra, sarebbe stata eletta
un’assemblea costituente, per dare all’Italia una nuova costituzione.
L'amministrazione statale affrontò la questione dell’epurazione di quanti avevano contribuito alla
vittoria e al consolidamento del regime fascista.
I contrasti nati nel governo per la questione dell'epurazione costrinsero Bonomi a dimettersi, fu
formato un altro governo in cui entrarono i comunisti, ma non i socialisti e gli azionisti (Partito
d’Azione).
La resistenza in Italia.
Nel gennaio 1944, era nato al Nord il CLNAI (Comitato Liberazione Nazionale per l’Alta Italia)
che aveva guidato la lotta contro i tedeschi e le forze della Repubblica Sociale Italiana .
La Resistenza italiana fu una
 guerra patriottica di liberazione dallo straniero tedesco, da parte dei comunisti, socialisti e
azionisti
60
 lotta per una maggiore giustizia sociale
 guerra civile, come la definiva la stampa sinistra clandestina perchè fu combattuta anche
dalla popolazione soprattutto dell'Italia del nord.
I combattenti delle due parti, Nord e Sud, si equivalevano nel numero, ma i partigiani del nord
furono sempre protetti dalla popolazione; inoltre nelle città industriali ci furono anche scioperi
contro Mussolini. Gli esponenti della RSI, riuscirono ad avere un processo contro alcuni gerarchi
che avevano votato la sfiducia a Mussolini e che furono condannati a morte, tra cui vi era anche
Galeazzo Ciano.
ULTIMA FASE DELLA GUERRA CONTRO LA GERMANIA
La Conferenza di Teheran
Nel novembre 1943 si tenne La Conferenza di Teheran alla quale parteciparono Roosevelt (USA),
Churchill (Inghilterra) e Stalin e nella quale
furono prese importanti decisioni militari e politiche per l'attacco all'Italia:
Fu deciso che
nella primavera 1944 si sarebbe aperto un secondo fronte
l’Unione Sovietica, dopo la sconfitta della Germania, sarebbe intervenuta contro il Giappone
nel 1939 gli Stati Baltici e la parte del territorio polacco occupata dall’Unione Sovietica avrebbero
continuato a far parte dell’URSS.
Dopo il conflitto la Germania sarebbe stata divisa
A Teheran, Roosevelt enunciò la dottrina dei “Quattro Poliziotti”, secondo la quale Stati Uniti,
Gran Bretagna, Cina e Unione Sovietica avrebbero dovuto mantenere la pace nel mondo.
L'operazione OVERLORD
Nel giugno 1944 ebbe inizio l’operazione OVERLORD, cioè lo sbarco in Normandia,in Francia, da
parte delle truppe anglo-americane che bombardano le difese tedesche le quali erano convinte che
si trattava di una mossa diversiva e che il vero sbarco sarebbe avvenuto sulle coste della Manica.
Un gruppo di militari e civili cercò di prendere il potere organizzando un attentato a Hitler che si
appellò alle SS e alla Gestapo per l'eliminazione di tutti i congiurati.
Il 24 agosto 1944 le truppe francesi guidate dal Generale de Gaulle opposero resistenza contro i
tedeschi, Parigi fu liberata e de Gaulle fu eletto Presidente della Repubblica Francese.
Conferenza di Yalta.
La guerra non era ancora finita sul fronte orientale:i sovietici avevano liberato il proprio territorio
raggiungendo la Polonia e i confini della Prussia orientale;le truppe tedesche sconfitte dovettero
abbandonare l'Europa e dovettero ritirarsi in Italia settentrionale. Hitler e Mussolini continuavano
a sperare non nella vittoria ma nella possibilità di una trattativa di pace ;speranza alimentata dalla
fiducia nelle loro armi distruttive e dalla rottura dell'alleanza tra Francia e Inghilterra,potenze
capitalistiche,e URSS paese comunista.
Nel 1945 Churchill, Roosevelt, e Stalin durante la Conferenza di Yalta (Russia) decisero
l’attacco finale contro la Germania
il futuro dell’Europa
Divisione della Germania in zone di occupazione: Alla Russia sarebbero andati i paesi occupati e
liberati dai sovietici (Romania,Bulgaria,Polonia,Ungheria) mentre alla Gran Bretagna sarebbe
andata la Grecia liberata dall'esercito inglese.
Ci fu una concordanza sulla denazificazione della Germania mentre ci furono dissensi sul futuro
della Polonia: Stalin appoggiava un governo comunista che si era insediato a Lublino mentre
Churchill sosteneva il governo polacco che si trovava in esilio a Londra; alla fine si arrivò ad un
compromesso: i membri del governo di Londra sarebbero entrati in quello comunista di Lublino;
questo compromesso era favorevole soprattutto ai sovietici.
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La fine della guerra contro la Germania
L’ultima fase del conflitto ebbe inizio nel marzo 1945 quando gli anglo-americani varcarono il
fiume Reno. Subito dopo le truppe sovietiche circondarono e assediarono Berlino, mentre Hitler, il
30 aprile del 1945, si suicidò.
Il 7 maggio 1945 la Germania firma la resa incondizionata,i nazionalisti furono fatti prigionieri.
Il 24 aprile 1945, gli anglo-americani erano passati all’offensiva anche in Italia e sfondarono la
Linea Gotica, ossia un complesso di fortificazioni costruite dai tedeschi sull’Appennino toscoemiliano.
Il 25 aprile 1945 i partigiani (gli uomini della resistenza contro i tedeschi) insorsero e liberarono
le grandi città del Nord prima che arrivassero gli alleati. Mussolini tentò la fuga verso la
Svizzera, ma i partigiani lo catturarono e
il 28 aprile, lo fucilarono;il giorno successivo le truppe tedesche che combattevano in Italia si
arresero.
LA RESA DEL GIAPPONE
Il 12 aprile 1945 moriva Roosevelt e la carica di presidente degli Usa fu assunta
da Truman.
Il 17 luglio 1945 i capi degli USA,URSS,Francia e Gran Bretagna si riunirono alla Conferenza di
Potsdam, un sobborgo di Berlino,e decisero la divisione della Germania in quattro zone di
occupazione.
Restava ancora da vincere la guerra contro il Giappone.
Il 5 novembre 1944 Il Giappone si battè nelle Filippine, con l’utilizzo di piloti suicidi, i cosiddetti
Kamikaze che si precipitavano con i loro aerei sugli obiettivi per poterli cogliere con sicurezza,ma
persero comunque.
Agli inizi del 1945 gli USA intensificarono i bombardamenti in Giappone;a Marzo attaccarono
Tokio;ad Aprile sbarcarono nell’isola di OKINAWA e la conquistarono subendo gravi perdite di
vite umane e di mezzi.
Gli americani decisero di impiegare la nuova arma: la bomba atomica sperimentata a New Mexico.
Il 6 e il 9 Agosto 2 bombe atomiche furono sganciate rispettivamente su Hiroshima e Nagasaki. I
Sovietici attaccarono la Manciuria e il 14 agosto Giappone annunciava la resa; la Seconda guerra
mondiale era finita.
LE ATROCITÀ E I PROCESSI AI CRIMINALI DI GUERRA.
La seconda guerra mondiale ha visto pagine tremende della storia dell’umanità: l’uso della bomba
atomica, i campi di sterminio, l’Olocausto,come furono definite le stragi degli ebrei nei campi di
sterminio, i bombardamenti a tappeto, le stragi civili.
In Italia le più atroci stragi di civili furono compiute presso le Fosse Ardeatine, a Roma (24 marzo
1944) e a Marzabotto, (Bologna, ottobre 1944).
Alle Fosse Ardeatine il 24 marzo furono trucidati 335 civili (una parte scelta solo perché erano
ebrei) come rappresaglia per un attentato effettuato da un gruppo di partigiani in Via Rasella,
nella quale erano morti 33 soldati tedeschi.
A Marzabotto, sull’Appenino, nell’ottobre dello stesso anno, furono uccisi oltre 1800 civili,
perché accusati di sostenere i partigiani.
Le stragi non finirono con la guerra.
Nelle FOIBE (voragini) dell’Istria furono gettati e uccisi centinaia d’italiani, incolpati di essere
fascisti. In realtà, non c’erano soltanto motivi ideologici (fascisti), ma anche motivi etnici. C’era
un’avversità tra italiani e slavi in alcune zone dell’Istria e Dalmazia la quale risaliva alla fine
dell’Impero austro-ungarico, quando erano state incluse nei confini del nuovo stato jugoslavo
anche città dove la popolazione italiana era in maggioranza.
62
NOTA: FOIBE: Vengono definiti Massacri delle foibe le uccisioni di cittadini italiani (ma in misura
minore anche sloveni e croati considerati nemici dal regime comunista, tedeschi e ungheresi) compiute nella
Venezia Giulia dai partigiani jugoslavi durante e subito dopo la seconda guerra mondiale.
Il nome deriva dalle foibe, pozzi di formazione naturale carsica in cui venivano occultati i cadaveri o
gettate vive le vittime.:
Le responsabilità di questi orrori sono da attribuirsi a entrambi gli schieramenti ma soprattutto a
Hitler che volle e iniziò la guerra.
I gerarchi nazionalsocialisti che erano sopravvissuti furono processati a Norimberga e quasi tutti
condannati a morte, con l’accusa di cospirazione, di crimini di guerra contro la pace e contro
l'umanità, di genocidio e di OLOCAUSTO come furono chiamate le stragi, soprattutto di ebrei,
avvenute nei campi di sterminio.
Un processo simile a quello di Norinberga si svolse nel maggio 1946 a Tokio dove furono accusati
i maggiori criminali di guerra giapponesi (generali, ufficiali, ammiragli) non per essere stati i
promotori del conflitto ma per aver commesso crimini specifici come massacri dei prigionieri di
guerra e per aver provocato una “guerra offensiva”.
Nei processi di Norimberga e di Tokio fu punito per la prima volta il crimine di “Genocidio!”
termine adoperato nel 1944 in un'opera sui crimini commessi dall' Asse dal giurista polacco
Lemkin per indicare "la distruzione di una nazione o di un gruppo etnico".
Nel 1948 anche l'ONU riconobbe il Genocidio come crimine contro l'umanità e lo definì "
distruzione,totale o parziale, di un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso".
I TRATTATI DI PACE E IL NUOVO ASSETTO MONDIALE
Nel febbraio 1947 a Parigi furono firmati I trattati di pace che sancirono il nuovo assetto mondiale
già determinato dalla guerra.
L'Ungheria cedette Transilvania alla Romania.
L'Unione Sovietica acquistò la Prussia orientale e la Polonia orientale;le regione tedesche
occidentali della Slesia e della Pomerania.
L’Italia perse la Libia, l’Etiopia, l’Eritrea e la Somalia, cedette una parete dell'Istria alla Jugoslavia;
Trieste fu divisa in due zone:
una occupata dagli anglo-americani; l’altra dagli Jugoslavi: solo nel 1954 Trieste tornò
CAP. XVII LA FASE INIZIALE DELLA GUERRA FREDDA.
all’Italia.
Non ci furono trattati di pace con la Germania che restò divisa dal muro di
LA NASCITA DELL’ONU.
Berlino in 2 parti: Germania dell'est,zona Sovietica, che divenne Repubblica
Al termine della Prima Guerra Mondiale fu fondata la Società della Nazioni che però non riuscì a
Democratica
Tedesca
e Germania
occidentali,dove
evitare il secondo
conflitto
mondiale.dell'Ovest,
Per questotre
al zone
termine
della II guerra avrebbero
mondiale si pensò di
formato
la
Repubblica
Federale
Tedesca.
fondare l’ONU al fine di risolvere le tensioni internazionali per salvaguardare la pace.
Il
Giappone
rimase
sotto l’occupazione
dell’esercito
Nel
1945 nacque
l’Organizzazione
delle Nazioni
Unitestatunitense.
(ONU):
25 Aprile le nazioni che combatterono contro la Germania ( dette nazioni Unite) si organizzarono
alla Conferenza di San Francisco dove elaborarono un documento in cui indicarono i principi a cui
l’organizzazione doveva ispirarsi
26 Giugno tale documento fu firmato da 50 nazioni.
L’ONU aveva il compito di garantire la pace e la sicurezza internazionale. Questo compito era
affidato al CONSIGLIO di SICUREZZA, inizialmente composto da 11 membri: i membri
permanenti del Consiglio di Sicurezza erano le cinque potenze che avevano vinto la II guerra
mondiale (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, URSS e Cina) e solo questi stati godevano del diritto
di VETO su ogni decisione.
Accordi di BRETTON WOODS
Le nuove relazioni economiche mondiali furono regolate nel 1945 con gli accordi di BRETTON
WOODS stipulati dalle Nazioni dell’ ONU, con i quali vennero istituiti la Banca Internazionale
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per la ricostruzione e lo sviluppo (BIRS) e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) con il
compito di soccorrere con aiuti finanziari i paesi che si fossero trovati in difficoltà economiche;
inoltre fu corretto il “Gold Exchange Standard” per cui il dollaro diventò la sola moneta di
riferimento per i pagamenti internazionali.
L’Unione Sovietica, anche se aveva partecipato alla conferenza di BRETTON WOODS, non
approvò questi accordi per paura che la subordinazione economica che ne sarebbe scaturita avesse
provocato anche dipendenza politica, rischiosa per il governo socialista.
LA FRATTURA TRA EST E OVEST
Alla fine della guerra, come deciso alla conferenza di Yalta e poi a quella di Potsdman,
l’Europa fu divida in due parti contrapposte: Mentre l’Europa Orientale era sotto l’influenza
dell’URSS, che aveva creato governi filosovietici comunisti, l’Europa occidentale era sotto
l’influenza degli USA, della gran Bretagna e della Francia. Questa “spartizione” metteva in
evidenza un possibile confronto militare tra Unione Sovietica da un lato, e gli USA ,Gran
Bretagna e Francia, dall’altro: mentre l’Unione sovietica era superiore per la presenza
dell’Armata Rossa, gli Anglo-americani lo erano per il possesso della bomba atomica.
L’INIZIO DELLA GUERRA FREDDA:formazione di 2 blocchi
Dal 1946 al 1948, nell’Europa Orientale i comunisti acquistarono il potere in tutti i paesi liberati
dall’ Armata Rossa, come nel caso dell’Ungheria e della Bulgaria.
Nel marzo 1946, Churchill (Inglese) in un discorso tenuto a Fulton affermò che sull’Europa
orientale era scesa una “Cortina di ferro”ossia un 2sipario di ferro” per indicare la difesa che l’
occidente doveva ereggere contro il comunismo che minacciava la libertà.
Stalin, dopo nove giorni, in un’intervista concessa alla “PRAVDA”, replicò con durezza,
accusando gli anglo-americani di adottare una politica paragonabile a quella di Hitler.
Era il riconoscimento dell’esistenza di una situazione di gravissime tensioni, che fu definita
“Guerra Fredda”.
All’inizio del 1947 crebbero le tensioni da parte degli USA per la conquista del potere dei partiti
comunisti in Grecia e in Polonia.
In Grecia i comunisti insorsero contro il governo di centro-dx e la monarchia creando un governo
provvisorio di cui però Stalin non ne riconobbe la legittimità perché secondo gli accordi di Yalta la
Grecia rientrava nell’influenza inglese.
In Polonia, invece, i comunisti vinsero le elezioni e gli oppositori furono costretti all’esilio.
Nel marzo 1947, il presidente degli USA, Truman, preoccupato per la Grecia e la Polonia enunciò
che il governo statunitense avrebbe inviato aiuti economici e militari al governo greco e proclamò
la “Dottrina Truman” che prevedeva l’intervento diretto degli Stati Uniti a difesa della libertà dei
paesi europei che non facevano ancora parte del blocco sovietico.
Ma tale dottrina non arrestò, ma anzi accellerò il processo di sovietizzazione dell’Europa orientale
infatti l’ URSS estese la sua influenza sulla Polonia, l’Ungheria, La Cecoslovacchia, la Jugoslavia, la
Romania, l’Albania che costituirono il “campo socialista”.
Nel 1947 Marshall, segretario di stato degli Stati Uniti, in risposta, avviò l’elaborazione e
l’attuazione del “Piano Marshall”, un vasto piano di aiuti economici-finanziari per l’Europa,
anche per l’ URSS e per gli altri paesi dell’ est, per avviare la ricostruzione dell’ Europa.
Questo programma, però, accentuò la frattura non solo politica ma anche economica fra i due
blocchi perché Stalin rifiutò gli aiuti economici offerti dagli Stati Uniti perché temeva una
penetrazione economica americana.
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I paesi europei, per usare gli aiuti del piano Marshall, formarono l’ Organizzazione europea per la
Cooperazione Economica (OECE).
Stalin, reagì sul piano politico con la formazione del Cominform (Ufficio d’informazione dei
partiti comunisti), un organismo politico internazionale che riuniva tutti i partiti comunisti, in
sostituzione dell’Internazionale comunista sciolta nel 1943, e sul piano economico con il Comecon,
organizzazione che avrebbe dovuto promuovere lo sviluppo economico del campo socialista
LA REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA E NATO
Il motivo di maggior attrito fra i due blocchi era la divisione della Germania che inasprì la guerra
fredda.
Nel 1948, quando USA, G.B. e Fr., che occupavano la Germania Occ. e parte di Berlino (Berlino
Occ.), unificarono economicamente le loro zone di occupazione con l’adozione di un nuovo
marco, Stalin ordinò attuò il blocco di Berlino perché Berlino Ovest si trovava nella zona
d’influenza dell’URSS.
Si avvertì il pericolo di una nuova guerra mondiale, ma gli Americani organizzarono un “ponte
aereo” per rifornire la città di Berlino di tutto ciò che serviva ai suoi abitanti e dopo quasi un anno
il blocco fu tolto.
Nel 1949 ad Aprile a nella Germania OCC. S.U., G.B., FR. fondarono la Repubblica Federale
Tedesca (struttura federale perché costituita da regioni con ampi poteri) e
nello stesso mese Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Canadà, Olanda, Belgio, Lussemburgo,
Italia, Danimarca, Portogallo, Islanda e Norvegia, stipularono il “Patto Atlantico” contro l’Unione
Sovietica. Questo patto univa le nazioni aderenti solo a livello politico ed economico poi prese il
nome di NATO (North Atlantic Treaty Organization) quando le nazioni vi aderirono con
impegno militare.
REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA e il PATTO di VARSAVIA
Ad Ottobre del 1949, Stalin, in risposta alla Repubblica Federale Tedesca, fondò nella Germania
orientale la Repubblica Democratica Tedesca.
Quando nel 1955 alla Nato aderì anche la Repubblica Federale Tedesca Stalin in URSS, Ungheria,
Romania, Polonia, Cecoslovacchia, Bulgaria, Albania e Repubblica Democratica Tedesca
stipularono il Patto di Varsavia.
Nel 1961, il Governo comunista, per impedire la fuga in occidente di coloro che erano contrari alla
dittatura sovietica, fece costruire il “muro di Berlino” che separava Berlino est da Berlino Ovest e
che fu abbattuto nel 1889, dopo 40 anni.
L’EQUILIBRIO DEL TERRORE
La guerra tra i 2 blocchi, est ed ovest, fu evitata grazie all’ “equilibrio del terrore”: entrambe le
potenze,Urss e Usa, avevano armi potenti per difendersi;
I sovietici possedevano la bomba atomica mentre gli americani la bomba all’ idrogeno. Ciascuno
dei 2 blocchi con le sue armi poteva distruggere o arrecare danni gravissimi all’altro. Fu questa
possibilità di reciproca distruzione ad impedire lo scoppio di una nuova guerra.
I PAESI VINCITORI DELLA GUERRA
In USA Truman modificò le linee di politica estera di Roosevelt, rendendo più duro
l’atteggiamento degli USA verso l’URSS: aveva adottato la strategia della “Containment”che
prevedeva di contenere le tendenze espansionistiche russe.
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Il suo successore, Elisenhower, tentò di adottare una nuova strategia contro l’Unione Sovietica,
detta roll back ossia <<spingere indietro>> URSS invece di contenerla. In realtà si continuò a
operare una politica di contenimento, com’era stato fatto fino ad allora, soprattutto cercando di
impedire affermazioni elettorali dei partiti comunisti nei paesi sotto la sfera d’influenza degli Stati
Uniti (soprattutto Italia e Francia) perché il roll back avrebbe potuto provocare un pericoloso
scontro nucleare dato che anche l’ URSS possedeva armi nucleari.
In Francia la guerra fredda portò alla fine dei governi di unità nazionale con la divisione tra le
sinistre, tra i comunisti e i socialisti.
In Inghilterra, invece, la guerra fredda non ebbe nessuna ripercussione:
I Laburisti,succeduti ai conservatori di Churcill,in politica interna attuarono un programma di
costruzione del Welfare State (Stato del benessere) che assicurasse i lavoratori contro le malattie,
la vecchiaia e la disoccupazione e in politica estera agirono secondo due principi: principio di
solidarietà con gli Stati Uniti e l’Europa occidentale e quello della graduale realizzazione del
processo di decolonizzazione (indipendenza delle colonie).
In Germania, la Repubblica Federale Tedesca (Ovest) procedette rapidamente alla ricostruzione
sotto la guida di Adenauer, esponente del partito dell’ Unione cristiano-democratica, che, in
politica estera, si prefisse l’obiettivo di garantire l’ Unità Europea e in politica interna e ricordato
per la lotta contro il comunismo e fu artefice del “miracolo economico tedesco”: in soli 6 anni la
Repubblica federale tedesca riparò i danni subiti dalla guerra soprattutto grazie agli aiuti
economici degli Stati Uniti.
In Giappone dopo la guerra si instaurò un regime di occupazione militare che finì nel 1951 con la
firma del trattato di pace. Gli Stati Uniti impostarono sul Giappone la democrazia e dettarono una
nuova costituzione.
QUESTIONE DELL’UNITA’ EUROPEA
L’Europa Occidentale cercava di raggiungere l’unità: riunire i paesi vinti e vincitori.
I promotori del progetto europeistico erano stati, già nei primi anni del dopoguerra, tre dirigenti
democristiani ( il tedesco Adenauer, il francese Schuman e l’italiano De Gasperi) che vedevano
l’unità cristiana dell’Europa come strumento da porre contro il comunismo.
Nel 1950, Schuman, ministro degli esteri francese, elaborò il “piano Schuman”che mirava
all’unificazione europea.
Il processo di unificazione economica dell’Europa fu avviato con l’istituzione nel 1951 della
Comunità Europea del Carbone e Acciaio (CECA),con il compito di regolare la produzione del
Carbone e dell’acciaio in modo che l’ Economia europea diventasse + autonoma rispetto
all’America.
e nel 1957 della Comunità Economica europea (CEE), con l’obiettivo della formazione di un
mercato economico comune (MEC).
Nel 1979 fu istituito il Sistema Monetario Europeo (SME) che adottò l’ECU come moneta
comunitaria.
In questo periodo si parlerà di miracolo economico perché grazie a questi organismi europei si
realizzerà la ricostruzione economica dell’Europa che raggiungerà una forte autonomia dall’
America.
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LA NASCITA DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE E LA GUERRA DI COREA
In Europa i conflitti si spostarono dalla Germania in Estremo Oriente: Cina e Corea.
Rivoluzione in Cina e nascita della Repubblica popolare cinese
In Asia l’avvenimento di maggiore rilievo fu la nascita della Repubblica popolare Cinese, fondata
nel 1949 dal comunista Mao Zedong.
Nel 1945, dopo la II guerra mondiale, in Cina riprende la Guerra civile tra i comunisti di Mao
Zedog e i nazionalisti di Ching Kai Shek, appoggiati dagli americani.
Nel 1949 la resistenza dei nazionalisti crollò di fronte alle pressioni dei comunisti e il 1° Ottobre
Mao Zedong proclamò la Repubblica popolare cinese.
In Cina, a differenza degli altri paesi dell’est, il comunismo aveva aquistato potere grazie alla sua
forza e alla sola insurrezione contadina, al mdifuori dell’influenza dell’ Unione Sovietica da cui la
Repubblica popolare cinese si sentiva diversa e indipendente. La Cina, infatti,era un paese molto
povero e arretrato a livello industriale, rispetto ai paesi occidentali e all’ Unione Sovietica e perciò
Mao cercò di superare questo divario promuovendo lo sviluppo economico.
La nascita della Cina popolare allargò il campo socialista.
Gli USA preoccupati per l’estendersi dell’influenza comunista nel mondo, adottarono un
atteggiamento tanto ostile nei confrontoi della Cina da farla avvicinare all’ URSS: Stalin (URSS) e
Mao (Cina) stipularono un trattato di alleanza con cui L’URSS doveva la Manciuria cedere alla
Cina e la Cina non doveva + avanzare richieste territoriali.
Guerra in Corea
Durante la seconda guerra mondiale la Corea fu divisa in due parti al 38° parallelo: Parte
settentrionale occupata dall’ URSS e
parte meridionale occupata dagli USA
In entrambi la parti i governi coreani intendevano riunificare il paese: la Corea del Nord cercò di
realizzare quest’ obiettivo con la guerra.
Nel 1950 il governo comunista della Corea del Nord invase la Corea del Sud e conquistò Seul
costringendo i sudcoreani a rifugiarsi a sud vicino al porto di Fusan.
Per ristabilire la situazione l’ONU invio gli Stati Uniti in aiuto della Corea del sud: gli americani
sbarcarono a porto Fusan, in corea del Sud, liberarono Seul e avanzarono verso la Corea del Nord
provocando l’intervento della Repubblica popolare cinese che sconfisse gli americani.
Il fronte si stabilizzò poi di nuovo lungo il 38°parallelo e solo nel 1953 fu firmato l’armistizio.
La guerra di corea esasperò le due parti ed ognuna fece ricorso ad ogni mezzo per colpire il
nemico:
I Cinesi e i Coreani del Nord accusarono gli americani di essersi serviti di armi battereolologiche ;
Gli USA, da parte loro, intensificarono la propaganda anticomunista a livello mondiale e inoltre
perseguitarono i comunisti e tutti coloro che nutrivano simpatia per l’URSS, creando un atmosfera
che fu definita Maccartista dal nome del senatore Joseph Mc Carthy, il + acceso sostenitore della
campagna anticomunista.
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Cap. XVIII GLI INIZI DELLA DISTENSIONE E I PROBLEMI DEL MEDIO ORIENTE
IL DISGELO E L’ATTENUAZIONE DE ELLA GUERRA FREDDA
Nel 1953 due avvenimenti segnarono una svolta nella politica sovietica:
-la morte di Stalin che attenuò le tensioni internazionali
-la sperimentazione della bomba all’idrogeno.
La morte di Stalin
La morte di Stalin arrivò in un momento in cui in Unione Sovietica sembrava riaprirsi l’epoca dei
grandi processi contro gli oppositori. Infatti qualche mese prima, era stata annunciata la scoperta
di un complotto dei più famosi medici sovietici, per eliminare esponenti del gruppo dirigente e lo
stesso Stalin. L’accusa era falsa ma dimostrava come l’atmosfera politica fosse carica di sospetti.
Tuttavia il mito di Stalin era ancora molto forte, sia nell’URSS che nel mondo. Gli stessi dirigenti
dei paesi occidentali erano preoccupati che con la scomparsa di Stalin avrebbe potuto succedergli
qualcuno meno prudente nel campo di politica internazionale.
Stalin non designò il nome del suo successore e perciò alla sua morte nell’Unione Sovietica ci fù
una direzione collegiale che diede inizio a una politica di disgelo atta ad attenuare le tensioni
interne ed internazionali.
Infatti Stalin non ebbe un unico successore:
-La guida del governo fu assunta da Malenkov;
-La direzione del partito fu assunta da Krusciov,carica che conferiva il potere reale;
-Esercito e Polizia segreta erano controllati dal partito comunista dell’Unione Sovietica
La sperimentazione della bomba all’idrogeno
La sperimentazione della bomba all’idrogeno
Da parte dell’ URSS e il possesso della bomba atomica da parte dell’America segnò l’ inizio di un
periodo detto “disgelo” perché caratterizzato” dalla fine della guerra fredda. Infatti in tale
equilibrio militare ossia il possesso da entrambi gli schieramenti di armi in grado di distruggere i
nemici rendeva la guerra troppo pericolosa per tutti e costringeva a cercare un modo per evitarlo.
Sia l’Unione Sovietica che gli Stati Uniti volevano conquistare la supremazia mondiale, ma
quando i loro governi non ritennero più di poterla conseguire con la forza per una sostanziale
parità militare trasferirono la competizione sul piano economico e diplomatico.
KRUSCIOV E LA DESTALINIZZAZIONE
Nel 1956, al 20° congresso del Partito comunista sovietico Krusciov ,che aveva ormai preso il
possesso del potere in Russia,denunciò,in un rapporto rimasto per il momento segreto, tutti i
crimini commessi da Stalin, avviando così il processo di “destalinizzazione”: Krusciov accusò
Stalin di aver governato con terrore e di aver trascurato gli avvertimenti degli inglesi di un
imminente attacco dei tedeschi portando così la Russia alla catastrofe; così K. Demolì un aspetto
essenziale del mito di Stalin, ossia di essere uscito vincitore dalla II guerra mondiale.
Con K. Si passò di nuovo all’egemonia di un solo capo ma la sua dittatura rispetto a quella di
Stalin fu caratterizzata da una certa libertà di espressione.
Quando la sua denuncia fu resa pubblica ebbe enorme ripercussione nei paesi dell’est,
soprattutto in Polonia e in Ungheria:
In Polonia ritornò al potere Gomulka, un comunista che era stato perseguitato da Stalin e che
dopo la sua morte fu liberato;
In Ungheria, invece, il processo di rinnovamento, avviato da Nagy, un altro comunista che si era
opposto a Stalin, assunse un carattere drammatico per l’intervento delle truppe sovietiche.
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Nel 1956, infatti, ci fu una vera e propria insurrezione popolare che fu soffocata con le armi e
Nagy fu giustiziato e condannato a morte mettendo l’Unione Sovietica in una situazione difficile
sul piano internazionale.
IL MEDIO ORIENTE: LA QUESTIONE PALESTINESE
Dopo la II guerra mondiale in Medio Oriente nacque la Questione Palestinese.
Tra il 1920 ne il 1929 in Palestina, dopo la conquista del potere da parte di Hitler e l’inizio delle
persecuzioni degli ebrei, si intensificò l’immigrazione degli Ebrei perché quella era la terra dei
loro antenati e vollero ritornarci: “legge del ritorno”era la legge che dava la possibilità agli arabi
di ritornare in Palestina.
Nel 1948 gli ebrei fondarono lo Stato di Israele, con il consenso degli stati europei che si
sentivano in debito verso gli ebrei dopo le persecuzioni che avevano subito dal
nazionalsocialismo.
La nascita di questo Stato in Palestina provocò la reazione armata dei paesi Arabi della Siria, del
Libano, della Transgiordania e dell’Iraq che attaccarono Israele per distruggerla, ma l’esercito
israeliano riuscì vincere e formò molti Kubbute (colonie agricole).
Gli altri Paesi del Medio Oriente
La questione palestinese coinvolse tutto il mondo arabo ed islamico che comprendeva anche paesi
africani ed asiatici.
Dopo la guerra i paesi arabi e islamici divennero indipendenti dalle potenze europee.
 Il regno dell’Arabia Saudita, ricchissima di petrolio, era considerato il centro dell’Islam,perché
comprendeva la città sacra della Mecca.
 L’Iran, che non era un paese arabo perché i suoi abitanti erano islamici e discendevano dai
Persiani, formava un paese indipendente che con l’aiuto della Gran Bretagna e degli Stati
Uniti, aveva impedito la Nazionalizzazione del petrolio.
 Iraq e Siria erano nati dalla dissoluzione dell’Impero Ottomano.
Nel 1956 l’Egitto di Nasser nazionalizzò il Canale di Suez;
questa mossa limitò i rifornimenti di petrolio all’ Europa che dovevano passare per forza da quel
canale.
La Gran Bretagna e la Francia decisero di intervenire con le armi in sostegno di Israele contro
Nasser, ma il loro piano fallì perché gli Stati Uniti rifiutarono il loro sostegno costringendo le
truppe israeliane a ritirarsi, dopo l’ultimatum dell’URSS.
L’Unione sovietica difendendo gli interessi delle ex colonie riuscì a riprendere parte del prestigio
che aveva perso dopo l’intervento militare in Ungheria.
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Cap. XIX LA CRISI DEI MISSILI E LA DEFINITIVA DISTENSIONE
LA LOTTA PER LA CONQUISTA DELLO SPAZIO
Nel 1957 L’Unione Sovietica lanciò nello spazio lo Sputnik, il primo satellite artificiale. Si aprì così
<<l’era spaziale>> in cui cominciò la competizione tra USA e URSS per la conquista dello spazio.
Il prestigio russo salì quando nel 1961 la Russia mandò nello spazio il primo uomo: Gagarin.
Gli Usa la seguirono inviando il primo uomo sulla luna: Armstrong
Le imprese spaziali avevano un grande significato politico-militare:il lancio dello Sputnik mostrò
che i sovietici se erano in grado di collocare satelliti nello spazio potevano anche lanciare armi
nucleari su obiettivi posti in altri continenti.
LA DESTALINIZZAZIONE.
Il processo di destalinizzazione in URSS si sviluppò con la riabilitazione degli uomini processati
ai tempi di Stalin ed ebbe nuovi sviluppi al XXII Congresso che si ebbe nel 1961.
In esso Krusciov, oltre a sferrare ulteriori e più duri attacchi allo stalinismo, delineò il progetto di
trasformazione della società socialista sovietica in società comunista, in cui ogni uomo avrebbe
dovuto ricevere secondo i suoi bisogni e non secondo il suo lavoro. Per attuare un progetto del
genere, sarebbe stato però necessario disporre di una grande quantità di beni materiali.
L’economia sovietica invece segnava il passo e i tentativi di Krusciov di far crescere la produzione
fallirono: particolarmente grave fu il fallimento della messa a cultura delle terre vergini.
LA ROTTURA TRA URSS E LA RPC
Al XXII Congresso ci furono divergenze tra l’URSS e La Repubblica Popolare Cinese sulle
questioni geopolitiche e per la richiesta da parte della Cina di possedere armamenti nucleari di cui
però l’URSS non voleva farsi promotrice. Quando Krusciov interruppe gli aiuti economici alla
Cina, la RPC reagì inasprendo i rapporti con la Jugoslavia e iniziando una politica di apertura agli
Stati Uniti. Il movimento comunista internazionale s’indebolì.
L’AMERICA DEL SUD
i paesi dell’America del Sud, Argentina e Brasile, conobbero nel dopoguerra alcuni progressi
economici ma non riuscirono a trovare uno stabile assetto politico in quanto si alternarono regimi
liberali e dittature militari:
In Argentina il malcontento popolare si indirizzò verso il giustizialismo, una corrente populista
fondata da Peron, presidente dal 1946, che attuò una politica sociale favorevole agli strati – agiati;
però nel 1955 un colpo di stato attuato da alcuni militari lo costrinse all’esilio.
In Brasile il presidente socialdemocratico attuò una serie di riforme per migliorare le condizioni di
vita delle classi popolari,ma nel 1964 i militari si impossessarono del potere approfittando delle
precarie condizioni finanziarie in cui era il paese.
In Cile invece le riforme furono attuate da un governo democristiano.
JOHN KENNEDY
Il processo di distensione tra URSS e USA continuò a svilupparsi soprattutto per mezzo del
contributo di JOHN KENNEDY,eletto Presidente degli Stati Uniti nel 1960.
Assunse la carica il 20 gennaio 1961 e la mantenne fino al suo assassinio, a Dallas, il 22 novembre
1963.
Kennedy, di origine irlandese, è stato il primo (e al momento unico) Presidente degli Stati Uniti di
religione cattolica.
La sua breve presidenza, nell’epoca della guerra fredda, fu segnata da alcuni eventi molto
rilevanti:
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-lo sbarco nella Baia dei Porci,
-la Crisi dei missili di Cuba,
-la costruzione del Muro di Berlino,
-la conquista dello spazio,
-gli antefatti della Guerra del Vietnam
-l'affermarsi del movimento per i diritti civili degli afroamericani.
Kennedy è rimasto nella storia perché ha portato al massimo livello lo sviluppo della democrazia
in USA.
Questo presidente contribuì allo sviluppo del processo di distensione tra USA e URSS con
l’elaborazione del progetto “la nuova frontiera” che si fondava sulla lotta alla povertà e
sull’affermazione dei diritti civili tra i quali si ebbe per la prima volta l’“uguaglianza tra bianchi e
neri”.
Siccome in molti stati americani esisteva la segregazione razziale, Martin Luther King,un pastore
nero,divenne capo di un grande movimento pacifico per l’emancipazione dei neri.
LA CRISI DEI MISSILI A CUBA E LA CADUTA DI KRUSCIOV
Kennedy riteneva che gli USA dovessero sostenere la democrazia anche nelle altre parti del
mondo.
A Cuba, Fidel Castro aveva abbattuto la dittatura di Batista e nel 1960 aveva instaurato un regime
di tipo comunista, stringendo rapporti economici e politici con i Sovietici: all’inizio Castro aveva
ricevuto anche gli aiuti degli USA ma quando nel 1960 nazionalizzò i beni in possesso dei cittadini
e delle aziende statunitensi stringendo rapporti politici e commerciali con l’ URSS se ne distaccò. Il
governo statunitense aveva sempre considerato l’America Latina zona di sua influenza e la
possibile penetrazione dell’URSS lo preoccupò fortemente.
Nel 1961, un gruppo di esuli cubani, con l’appoggio di Kennedy, tentò sbarcare a Cuba per
eliminare Castro e il suo regime, ma gli esuli, sorpresi nella Baia dei Porci, furono in parte respinti
e in parte catturati dalle truppe cubane e imprigionati.
La crisi dei scoppiò Missili a Cuba perché Castro voleva liberarsi della minaccia d’invasione degli
Stati Uniti, che conservavano a Cuba la base militare di Guantanamo, e perché Krusciov ritenne di
potersi servire dell’ostilità di Castro verso gli USA per spostare a favore dell’URSS l’equilibrio
nucleare.
Nel 1962 Castro autorizzò i sovietici a installare missili nucleari sull’isola per evitare un’eventuale
minaccia degli USA perché in questo modo potevano colpire + facilmente data la vicinanza di
Cuba con gli Stati Uniti.
Krusciov inviò alcune navi con a bordo dei missili che avrebbero minacciato direttamente le città
americane, ma Kennedy lo scoprì e rispose annunciando il blocco navale dell’isola di Cuba.
Il 28 ottobre del 1962 allora Krusciov diede l’ordine alle navi sovietiche di invertire la rotta,per
non incontrare la flotta americana, evitando il rischio di una III guerra mondiale.
La questione cubana diede un colpo decisivo al prestigio di Krusciov, che, nel 1964, fu costretto a
dimettersi perché non riuscì a far fiorire l’economia sovietica, cedendo il governo del paese a
Breznev.
LA CHIESA E LA DISTENSIONE
Un importante contributo al processo di distensione fu offerto dalla Chiesa e un ruolo da
protagonista fu svolto dal Pontefice Giovanni XXIII con le sue encicliche, rivolte non solo ai
credenti ma a tutti gli uomini e con la convocazione del Concilio Vaticano II.
La sua opera fu in parte continuata dal successore,Paolo VI.
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CAP. XX NAZIONALISMO E SOCIALISMO IN ASIA E IN AFRICA
LA DECOLONIZZAZIONE NELLA PENISOLA INDIANA
A partire dal 1945 la decolonizzazione che segnò la fine degli imperi coloniali fu la conclusione di
un processo iniziato molto tempo prima.
In Asia a differenza dell’Africa (ridotta quasi interamente a colonie dell’Europa) soltanto alcune
parti erano state colonizzate. Infatti, va ricordato che esistevano grandi stati indipendenti come il
Giappone e la Cina oltre che la Russia.
La decolonizzazione in Asia si verifica soprattutto nella parte meridionale, nelle regioni che si
affacciano sull’oceano Indiano e Pacifico ed esattamente lungo le rotte che avevano seguito gli
esploratori nel 1500, aprendo la strada alle conquiste coloniali.
-
Già alla fine dell’800 nacque in India un movimento nazionalista con la fondazione del primo
grande partito sorto in una colonia: il Partito del Congresso.
Nel Nazionalismo indiano un ruolo di I piano fu assunto da Gandhi che gli indiani chiamarono
“Grande anima”.
In Sudafrica, dove gli indiani immigrati erano soggetti a discriminazioni rispetto ai bianchi,
l’indiano Gandhi protestò contrò tali discriminazioni con un metodo di lotta non violenta.
Nel 1919, Gandhi, tornato in India, diede inizio ad un movimento di protesta fondato non sulla
violenza ma sulla disobbedienza civile per ottenere l’indipendenza dell’India dagli inglesi.
Gli Inglesi risposero con la repressione e con l’arresto di Gandhi: nella cella Gandhi utilizzò il
digiuno come forma di resistenza e di protesta per un conflitto locale tra induisti e musulmani.
Nel corso della II Guerra Mondiale, per controbilanciare la propaganda giapponese, Gran
Bretagna e Francia con l’intenzione di imposessarsi dell’India, promisero di abbandonare la
politica della colonizzazione e dopo la guerra, nel 1945, furono costrette a mantenere la loro
promessa.
Ma l’India ebbe difficoltà ad ottenere l’indipendenza .
L’India dopo essere stata conquistata nel 1947 si divise in due parti:
1) L’Unione Indiana di religione Induista;
2) il Pakistan di religione Mussulmana.
Tra le 2 parti di religione diversa cominciarono numerosi scontri perché nel territorio dell’unione
Indiana vivevano minoranze di religione mussulmana e viceversa.
Lo stesso Pakistan si divise per tensioni interne dovute alla formazione di una forte minoranza
induista.:
Il Pakistan di religione Mussulmana
Il Bangladesh, stato autonomo, dove vi è una forte minoranza induista
Dopo l’indipendenza dell’India il Partito del Congresso, guidato da Nehru, cercò di sviluppare
l’economia del paese attraverso le pianificazioni sull’esempio sovietico, ma il processo fu molto
lento perché si serviva solo di metodi democratici a differenza di quelli di Stalin basati sulla
durezza..
Nel 1956 il Pakistan divenne una Repubblica Islamica, ma nonostante l’ indipendenza in India
continuarono ad esistere problemi etnici e di sovrappopolazione.
I PAESI DEL SUD - EST ASIATICO
Anche nei paesi del sud-est asiatico, come la Birmania, l’Indonesia e la Malaysia, il processo di
decolonizzazione fu rapido,ma tra alcuni dei nuovi stati nacquero tensioni territoriali.
I governi di alcuni di questi paesi s’ispirarono al socialismo, adattandolo però alle tradizioni e alle
situazioni locali.
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In Birmania, dopo un lungo periodo di democrazia parlamentare con governo guidato da U Nu i
militari nel 1962 effettuarono un colpo di stato e instaurarono un regime dittatoriale.
In Malaysia l’indipendenza si ebbe più tardi, quando nel 1957 si verificarono scontri tra Malaysia
e una minoranza di cinesi: con l’indipendenza nacquero rivalità geopolitiche tra Malaysia e
Indonesia così come accadde tra il Pakistan e l’India infatti i paesi di recente formazione, dopo
aver lottato ed ottenuto la libertà, cominciarono a contendersi i territori di frontiera.
Nel 1965 Singapore, abitata da molti immigrati cinesi si separò da Malaysia e divenne uno stato
prospero.
Taiwan, sede del governo nazionalista cinese, fu l’unico paese del sud-est asiatico abitato da cinesi
a vivere un forte sviluppo economico grazie all’aiuto degli Stati Uniti e alla sua posizione
strategica (si trova nell’area economica del Giappone).
IL VIETNAM
In Asia il Vietnam,durante il processo di decolonizzazione visse una situazione ben specifica.
Nel Vietnam convivevano due linee politiche:
1) Il Nazionalismo
2) Il Comunismo
La guida politica di questo paese fu assunta dal comunista Ho Chi Minh che dovette lottare
contro i Francesi che erano ancora interessati a controllare la penisola indocinese.
Nel 1954 il governo francese, dopo una dura sconfitta,fu costretto ad abbandonare l’Indocina, sua
colonia.
Nello stesso anno a Ginevra vennero stipulati degli accordi con i quali il Laos e la Cambogia
sarebbero stati riconosciuti indipendenti,mentre il Vietnam sarebbe rimasto diviso in due parti in
attesa di un verdetto elettorale con cui avrebbe raggiunto l’unità.
IL NAZIONALISMO E IL SOCIALISMO IN AFRICA
La questione dell’indipendenza dell’Africa fu affrontata negli anni tra le due guerre mondiali per
l’impulso dato dai 14 punti di Wilson e da un’ideologia chiamata Panafricanismo (Tutta Africa)
secondo la quale l’Africa doveva essere governata con il consenso degli Africani.
I popoli africani, che conquistavano la libertà, governavano l’Africa secondo le ideologie del
nazionalismo e del socialismo.
Il Nazionalismo Africano nasce dalle diverse situazioni economiche e sociali del continente.
Innanzitutto occorre distinguere l’Africa settentrionale, che nell’età moderna era stata dominata
dagli arabi, da quella centrale, dove l’influenza degli arabi si era limitata alle coste mentre
all’interno prevaleva la civiltà tribale.
Per es. il Kenia fu prima un protettorato, poi nel 1920 si trasformò in colonia britannica fino a
diventare indipendente; invece il Congo diventò indipendente dal Belgio solo nel 1959 .
Di Socialismo parlarono alcuni padri fondatori dei nuovi Stati Africani
Nyerere affermava che il socialismo era un atteggiamento mentale che spingeva ognuno a curarsi
degli altri.
Kaunda affermava che la società africana si basava sull’aiuto reciproco ed era organizzata in modo
da soddisfare le esigenze fondamentali di tutti i suoi membri.
L’indipendenza però non fu sufficiente a risolvere i problemi economici dell’Africa.
Nella loro attività di governo i Capi dei nuovi stati africani avrebbero dovuto condurre i loro paesi
fuori dalla condizione tribale e avviarli sulla strada della modernizzazione.
Però, in pratica il socialismo africano registrò un fallimento: la principale forma attuata fu la
collettivizzazione delle terre che erano assegnate a cooperative agricole gestite da famiglie
allargate alla rete di parentela; così i membri della famiglia diventavano i responsabili del
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benessere di tutti realizzando la proprietà collettiva dei mezzi di produzione. I risultati economici
che ne derivarono furono disastosi.
L’AFRICA FRANCESE
Il processo di decolonizzazione dell’Africa Francese fu lungo e Faticoso.
Nel 1955 il Marocco divenne indipendente grazie ad azioni terroristiche da parte dei nazionalisti
marocchini.
Nel 1956 la Tunisia ottiene l’indipendenza attraverso lotte condotte da gruppi terroristici a cui i
coloni risposero con atti altrettanto violenti.
Nel 1954 in Algeria, dove vi erano persone di origine francese ma nati in questa nazione e che per
questo la consideravano come la vera patria, i nazionalisti rivoluzionari formarono il Fronte
Nazionale Liberale (FNL) e iniziarono una lotta armata contro i coloni dando così origine alla
guerra d’Algeria, tra Algeria e Francia, che si concluse solo nel 1962 grazie all’Intervento del
Presidente francese De Gaulle che indisse un referendum sull’indipendenza dell’Algeria.
IL 3° MONDO
Il termine TERZO MONDO fu usato per indicare l’insieme di quei paesi che non appartenevano
nè al mondo capitalistico nè a quello comunista.
Questi paesi cercarono di assumere una propria dimensione internazionale attraverso le
Conferenze di Bandung ,del Cairo e di Belgrado in cui dichiararono di volersi schierare su una
posizione di “non allineamento” fra i due blocchi URSS e USA, ponendosi come una forza di pace.
Ma questo patto in pratica risultò vano. Infatti, la Guerra del 1962 tra la Cina e L’India,cioè tra 2
stati + forti del fronte dei “non allineati”, terminata con l’occupazione di una parte del Kashmir da
parte dei Cinesi, mostrò come anche i paesi “non allineati” ricorrevano alla forza per difendere i
loro interessi geo-politici quando ritenevano che questi fossero minacciati.
CAP. XXI IL SESSANTOTTO E LA FINE DELL’IMPERIALISMO
GLI STATI UNITI DALL’UCCISIONE DI KENNEDY ALLA GUERRA DEL VIETNAM
Nel 1963 Kennedy fu assassinato forse la sua rinuncia ad abbattere il regime di Fidel Castro gli
mise contro gli esuli cubani degli Stati Uniti e perché le sue battaglie in difesa dei diritti civili
suscitarono odio nei razzisti; Nel 1968 venne ucciso anche Martin Luther King da un razzista
bianco ma non si conobbero ne i motivi e ne i mandanti.
Alla morte di Kennedy il nuovo presidente Lyndon Johonson riprese il progetto di rinnovamento
sociale, che definì la “grande società”: infatti, nel 1964 Johonson fece approvare la Civil Rights
Act (Legge sui “diritti civili”) con la quale terminò ogni discriminazione razziale.
Lo stesso Johonson, per arginare l’avanzata del comunismo, continuò anche la politica di Kennedy
in Asia intensificando i finanziamenti e la fornitura di armi al governo del Vietnam del Sud, dove
i comunisti, per intensificare il potere, avevano formato un Fronte nazionale di liberazione che,
con il sostegno del Vietnam del Nord, aveva dato inizio a una guerra civile detta “ guerra di
liberazione”.
Jonson temeva che, se i comunisti avessero vinto, avrebbero conquistato il potere anche in altri
paesi del sud-est asiatico in base alla “teoria del dominio”.
Nota: La Teoria del dominio è un gioco in cui la caduta di un pezzo trascina con se tutti gli altri.
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Nel 1964, in seguito ad un attacco da parte del Vietnam del Nord contro alcune navi americane,
cominciò l’intervento militare statunitense.
Nell’anno successivo furono spediti 180 mila soldati americani nel sud del paese per combattere
contro i comunisti che ricevevano dal Vietnam del Nord rifornimenti e perciò gli Americani
cominciarono a Bombardare anche questo paese, ma il Vietnam resistette grazie all’appoggio della
Repubblica Popolare Cinese e dell’Unione Sovietica.
Nel 1975, la guerra terminò con la sconfitta degli Stati Uniti, che dovettero abbandonare il Vietnam
che si unificò sotto un governo comunista.
La guerra ebbe conseguenze tragiche nella confinante Cambogia, dove nel 1975 Pol Pot prese il
potere e, volendo attuare una forma estrema di comunismo, massacrò milioni di abitanti.
RIVOLUZIONE E SVILUPPO ECONOMICO NEI PAESI POVERI
Fidel Castro aveva accettato a Malincuore la decisione di Krusciov di ritirare i missili da Cuba e
continuò a sostenere che l’unica soluzione dei problemi dei paesi poveri fosse la rivoluzione.
Il compito di promuovere la rivoluzione in altri parti del mondo fu assunto da Ernesto Ghevara
soprannominato Che, un dirigente cubano che aveva combattuto al fianco di Castro.
Il Progetto di Che, di trasferire la rivoluzione in tutti i paesi poveri fallì perchè nel 1967 fu ucciso in
Bolivia .
Alcuni paesi asiatici (Corea del sud,Singapore,Malaysia,Indonesia,Hong Kong) invece riuscirono
ad uscire dall’arretratezza grazie ad una rapida crescita economica e alla capacità delle industrie di
produrre merci a prezzi bassi e molto competitivi e di porsi così nel mercato mondiale.
IL SESSANTOTTO
Il termine SESSANTOTTO è usato per indicare l’insieme dei movimenti che, verso la fine degli
Anni Sessanta, contestarono le tradizioni e il principio di autorità e che coinvolsero sia la società
occidentale sia quella comunista, anche se ci furono notevoli differenze fra i movimenti europei e
quelli americani.
Negli Stati Uniti, dove il movimento ebbe origine, i protagonisti del 68, gli studenti universitari, si
batterono soprattutto per la pace nel Vietnam mentre in Europa la lotta si indirizzò contro tutte le
istituzioni e in primo luogo contro la stessa università che si stava trasformando da istituzione che
accoglieva la classe + agiata per la formazione della classe dirigente a università di massa aperta a
tutti che dava a tutti la possibilità di conseguire un laurea e divenendo uno strumento per
l’emancipazione e la mobilità sociale.
IL SESSANTOTTO NEL MONDO COMUNISTA
Anche il mondo comunista fu scosso dalla protesta nel corso del 1968.
Nella primavera del ’68 a Praga, in Cecoslovacchia, si elaborò un programma di rinnovamento
del socialismo, che prese il nome di “Primavera di Praga”, con cui si volevano garantire maggiori
libertà all’individuo come libertà politica, di parola, di pensiero e di associazione.
Ma i tentativi di realizzare un <<Socialismo dal volto umano >> attraverso le riforme furono
soffocati dall’intervento dei sovietici preoccupati che tali riforme potessero arrivare anche in
Russia : 21 agosto 1968, quando i carri armati russi invasero il territorio cecoslovacco, il presidente
cecoslovacco Dubcek, che era stato l’ispiratore del tentativo di svolta (primavera di Praga), con
l’elaborazione di riforme democratiche, come libertà di movimento, di stampa ed un certo
pluralismo, fu costretto ad abbandonare la vita politica.
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LA “RIVOLUZIONE CULTURALE” IN CINA
In Cina Mao Zedog aveva promosso una “Rivoluzione Culturale” che, nelle sue intenzioni,
avrebbe dovuto cancellare ogni traccia del passato e che avrebbe dovuto far uscire il paese
dall’arretratezza.
Mao, già nel 1958, per realizzare l’obiettivo di far fare alla Cina un “grande balzo in avanti”
saltando un’ intera fase dello sviluppo storico, quella della costruzione di una società socialista di
tipo sovietico, passando direttamente al comunismo, creò le Comuni, entità amministrative che
comprendevano città e campagne, industrie e agricoltura: Mao riteneva che con le Comuni sarebbe
stato possibile sanare la secolare contrapposizione tra il mondo cittadino e il mondo rurale e che
grazie alla mobilitazione delle risorse umane sarebbe stato possibile produrre tutto e dappertutto.
Tale tentativo fallì, le condizioni di vita del territorio cinese peggiorarono ed perciò Mao perse
parte del suo potere.
Mao per riconquistare il potere avviò una Rivoluzione Culturale contro tutti i poteri esistenti e
contro la stessa direzione del partito comunista. La parte del partito che voleva sperimentare il
progetto delle Comuni era a favore di Mao mentre il gruppo dirigente era contro di lui. Mao così
ordinò di aprire il fuoco contro la direzione del Partito Comunista che non era d’accordo con la
sua linea politica di estrema sinistra.
Protagoniste di questa rivoluzione furono le “guardie rosse”, costituita da studenti, che, su
indicazione di Mao, attaccarono tutte le autorità compresi i dirigenti del partito comunista.
La loro azione gettò il Paese nell’anarchia e alla fine dovette intervenire l’esercito per ristabilire
l’ordine, ponendo fine alla rivoluzione culturale.
La rivoluzione culturale rappresentò un modello ideologico anche per il movimento del
Sessantotto europeo.
Nota Anarchia: disordine politico dovuto alla mancanza di potere.
GLI STATI UNITI DA NIXON A CARTER
Negli USA il Sessantotto provocò uno spostamento a destra degli elettori in alcuni paesi che erano
stati investiti dal movimento.
Nel 1968 fu eletto presidente degli USA Nixon, un deputato del partito repubblicano che iniziò ad
adottare una politica di riavvicinamento alla Repubblica popolare Cinese.
Nixon , che combattè il comunismo ovunque e con ogni mezzo, però, nel 1974 fu costretto a
dimettersi a causa di uno spionaggio politico avvenuto nella sede del Partito Democratico a
Washington, nel palazzo Watergate (scandalo Watergate) ed in cui furono coinvolti alcuni suoi
collaboratori.
Nixon fu sostituito dal vicepresidente Ford che nel 1975 pose fine alla guerra del Vietnam perché
costretto a ritirare le sue truppe.
Le elezioni del 1976 furono vinte da Carter, del partito democratico, che
in politica estera convinse Israele ed Egitto a trovare un accordo sul Medio Oriente, ma inasprì i
rapporti con l’URSS in seguito all’invasione sovietica dell’Afghanistan.
In Politica interna si pose importanti obiettivi senza riuscire a raggiungerli.
L’AUTORITARISMO NELL’AMERICA LATINA: PINOCHET IN CILE.
Nel 1964 in Cile furono attuate alcune riforme relative sia alla situazione sociale interna e sia ai
rapporti con l’estero; infatti limitato l’ intervento straniero nello sfruttamento delle miniere di
rame che costituivano la principale ricchezza del paese.
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Tale riforme portarono all’affermazione delle sx e alla presidenza della Repubblica del socialista
Salvator Allande.
Siccome Allande non riuscì a bloccare la crescita dei salari, provocando una forte inflazione e una
stagnazione economica, nacque un blocco di forze che gli erano avverse, sostenute dalla CIA
(polizia segreta), organizzazione statunitense di spionaggio e di controspionaggio, e dalla piccola e
media borghesia.
Nel 1973, durante la presidenza di Nixon (USA), la CIA sostenne l’azione del generale Pinochet in
Cile e alimentò un complotto contro il presidente del Cile, Salvador Allende, un socialista
sostenuto dal partito comunista, che portò alla sua uccisione l’ 11 Settembre e all’instaurazione
della dittatura.
Il miglioramento economico in Cile garantì a Pinochet un certo appoggio da parte dei ceti medi e
solo nel 1988 la sua dittatura terminò pacificamente.
Anche in Brasile ed in Argentina i militari governarono in modo autoritario:
In Brasile la dittatura terminò nel 1985
mentre in Argentina il regime militare, che perseguitò duramente gli oppositori, terminò perché
l’Argentina fu sconfitta dalla Gran Bretagna nel 1982 quando il presidente Galtieri cercò di
attenuare il malcontento popolare attraverso il nazionalismo occupando le isole Falkland,
possedimento britannico.
LA FRANCIA, LA GERMANIA E LA GRAN BRETAGNA
In Francia gli avvenimenti del ’68 continuarono a spaventare conservatori e moderati che
costituivano ancora la maggioranza della popolazione definita
“ maggioranza silenziosa”.
A conclusione del 68 nacquero in Francia governi di destra, guidati prima da De Gaulle e poi da
Pompidou e Giscard d’Estaing.
Solo nel 1981, la Francia avrebbe avuto il socialista Mitterand come Presidente Della Repubblica.
In Germania proseguì l’ascesa dei socialdemocratici che nel 1969 furono chiamati dagli elettori alla
presidenza del paese con a capo Brandt.
In Inghilterra si alternarono al governo laburisti e conservatori fino al 1979, quando la guida del
governo fu assunta da Margaret Thatcher che
in politica interna fu la prima in Europa a sostenere il ridimensionamento del “Welfare state”
infatti fondò la politica economica sulle privatizzazioni e sulla contrazione delle spese.
In politica estera dovette affrontare la guerra con l’Argentina ma la “Lady di ferro”(dal suo nome
e dalla sua ferrea politica sia interna sia estera, fu coniato il termine Thatcherismo) portò la Gran
Bretagna ad una rapida vittoria.
LA FINE DELLE DITTATURE IN EUROPA OCC. E LE RIVOLUZIONI IN AFRICA
Tra il 1974 e il 1977 ebbero fine i regimi autoritari in Portogallo, in Grecia e in Spagna e tutta
l’Europa occidentale tornò alla democrazia.
La liberazione delle colonie portoghesi (Angola e Mozambico) e la contemporanea sconfitta degli
USA nel Vietnam mise fine all’imperialismo politico-militare.
In Angola, Mozambico ed Etiopia si instaurarono regimi ispirati al marxismo, sostenuti da Cuba
e soprattutto dall’Unione Sovietica, che estese così la propria influenza.
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CAP. XXII LA FINE DEL COMUNISMO NELL’EUROPA ORIENTALE
LA SFIDA DELL’URSS E LA RISPOSTA USA
La crisi dell’imperialismo statunitense spinse i dirigenti sovietici a prendere l’iniziativa: la
sconfitta degli Stati Uniti nel Vietnam e i successi delle rivoluzioni in Monzambigo, Angola ed
Etiopia, spinsero Breznev, che sostituì Krusciov nel 1964 a proseguire la sfida contro gli Stati Uniti.
La politica espansionistica iniziata in Africa si sviluppò anche in Asia dove l’ Afganistan sembrava
il terreno pìù favorevole per mettere in difficoltà gli Americani.
Nel 1973 un colpo di Stato mise fine alla monarchia in Afganistan e nel 1978, un partito
d’ispirazione marxista, il Khalq, s’impadronì del potere in Afghanistan.
Il nuovo governo comunista attuò una riforma agraria, provvide all’istruzione di massa, e al
rafforzamento delle strutture statali.
Tali riforme ( agraria e dell’istruzione) però vennero attuate senza tener conto della reale
situazione afghana ( le campagne erano organizzate in Clan e i religiosi islamici erano contrari
all’alfabetizzazione di massa), alimentando perciò un grande movimento di resistenza dei
contadini e dei religiosi, combattenti in difesa della fede islamica che furono riforniti di missili
dagli USA per ostacolare l’estensione dell’influenza dell’URSS.
Allora nel 1979 il governo dell’ Unione Sovietica intervenne inviando truppe di militari a sostegno
del governo dell’Afghanistan, commettendo lo stesso errore degli USA nel Vietnam; infatti anche i
sovietici si trovarono di fronte ad una guerriglia che era largamente sostenuta dalla popolazione e
dall’estero.
La Russia con l’invasione dell’Afghanistan e con l’installazione di nuovi missili nelle basi
sovietiche dislocate in Europa Orientale, così come era avvenuto a Cuba, sfidava la politica degli
USA.
Il nuovo presidente degli USA, Ronald Reagan, reagì duramente alla sfida dell’ URSS, attuando la
sua dottrina, “dottrina di Regan”, volta a sostenere i “combattenti per la libertà”, prima
installando in Europa altri modernissimi missili capaci di colpire più rapidamente il territorio
sovietico e poi progettando lo SDI (l’iniziativa di difesa strategica), chiamata in gergo militare
anche “Guerra stellare”, cioè uno scudo difensivo che si sarebbe servito anche di molti satelliti
artificiali posti nello spazio e che, se realizzato, avrebbe messo l’Unione Sovietica in una posizione
di netta inferiorità rispetto agli USA e avrebbe messo fine all’equilibrio nucleare.
LE DIFFICOLTÀ DELL’UNIONE SOVIETICA: ULTIMA FASE DEL CONFRONTO TRA EST
ED OVEST
L’economia dell’URSS non era in grado di rispondere alla sfida, mentre il sistema politico
mostrava sempre più evidenti segni d’invecchiamento.
La Russia, infatti attraversò un periodo di scarsa produttività agricola che la costrinse a ricorrere
ad importazioni cerealicole dagli Stati Uniti, rese possibili solo dall’aumento del prezzo del
petrolio, di cui era esportatrice.
Le difficoltà economiche dell’ URSS derivavano dall’incapacità del rinnovamento industriale. L’
assoluta mancanza di concorrenza tra le aziende per conquistarsi quote di mercato faceva si che i
manager sovietici non si preoccupassero della qualità delle merci prodotte ma solo della quantità.
Pur mancando la concorrenza tra le aziende nel mercato interno esisteva la concorrenza sul
mercato internazionale, soprattutto da parte del sistema industriale statunitense che l’ Unione
Sovietica non era in grado di superare: il flusso di informazioni che arrivavano attraverso la TV in
Russia su un Occidente economicamente + sviluppato spinsero l’URSS ad una politica di
rinnovamento economico e politico.
78
Michail Gorbaciov, segretario del Partito comunista, per riformare la società sovietica e risolvere i
problemi economici del paese elaborò il progetto della Perestrojka: una ristrutturazione
dell’economia che prevedeva la privatizzazione delle piccole imprese e una più efficiente
organizzazione e gestione di quelle grandi; ma questa riforma non assicurò all’economia sovietica
i benefici del libero mercato e causò l’aumento dei prezzi e la disoccupazione.
Per modificare la struttura politica sovietica introdusse la Glasnost: il “principio della
trasparenza” nelle decisioni del governo per dare avvio ad una democratizzazione del paese: le
decisioni del governo dovevano essere rese pubbliche e potevano essere soggette alle critiche dei
cittadini.
In politica estera Gorbaciov rinunciò alla politica espansionistica e di riarmo, nel tentativo di
migliorare le condizioni di vita dei cittadini sovietici, riducendo appunto le spese militari;
Gorbaciov si incontrò con Reagan per accordarsi sulla limitazione dei missili: accettò di non
istallare altri missili in Europa, ritirò le truppe sovietiche dall’ Afganistan e annunciò tagli agli
armamenti.
Nonostante queste innovazioni,l’economia sovietica incominciò a crollare a causa dell’elevato
livello raggiunto dal deficit del bilancio statale.
LA FINE DELL’URSS
Mentre le riforme venivano attuate, lentamente in Unione Sovietica nasceva la questione delle
diverse nazionalità che la componevano: si diffuse il Nazionalismo.
Prima alcune repubbliche periferiche, come l’Armenia e le Repubbliche Baltiche (Lituania,
Lettonia, Estonia), e poi la stessa Russia, sotto la guida del nuovo presidente Boris Eltsin, si
avviarono sulla strada dell’indipendenza.
Nel 1991, un gruppo di dirigenti del Partito Comunista, tentò un colpo di stato che segnò la
disintegrazione dell’Unione Sovietica e la fine politica di Gorbaciov, che era nel mar Nero e che fu
accusato da Eltsin di essere stato troppo debole perché non aveva previsto il colpo di stato.
Gorbaciov era stato in precedenza indebolito proprio da Eltsin che aveva decretato la fine del
partito unico in Russia ed assunse il potere. L’ URSS si dissolse e fu sostituita dalla CSI ( Comunità
degli Stati Indipendenti): Gorbaciov fu considerato il maggior responsabile della caduta dell’
URSS.
LA FINE DEGLI ALTRI REGIMI COMUNISTI EUROPEI
Dopo la fine del partito unico in Russia, il sistema politico comunista crollò anche in Ungheria,
Polonia, Cecoslovacchia, Bulgaria e Romania dove nascevano nuovi governi fondamentalmente
democratici.
In Romania, il dittatore Ceausescu fu destituito grazie ad una rivolta armata che terminò con un
processo e la sua condanna a morte.
In Ungheria e Polonia, dove già prima erano state attuate delle riforme, la democrazia fu ottenuta
in modo pacifico.
In Cecoslovacchia, la fine del regime comunista portò, nel 1992, alla separazione pacifica delle due
regioni che la componevano (La Boemia e la Slovacchia) con la formazione della Repubblica Ceca e
della Repubblica Slovacca.
Disgregazione della jugoslavia
Anche nella Penisola Balcanica il crollo del comunismo ebbe effetti catastrofici sulla Jugoslavia.
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Nel 1970 la Jugoslavia era un paese stabile e il comunista Tito, croato, era riuscito a far
convivere etnie che nel cosso dei secoli si erano scontrate.
Alla morte di Tito (1980) però le strutture unitarie si erano indebolite e l’adozione
dell’autogestione economica accentuò le differenze tra le parti che componevano la federazione
jugoslava.
Presto esplosero tutte le tensioni etniche che fino ad allora erano state soffocate e non spente.
La Slovenia fu la prima a chiedere l’indipendenza (1991), poi seguirono la Croazia, la Macedonia e
la Bosnia-Erzegovina, la Jugoslavia si ridusse a Serbia, Montenegro e regione del Kosovo .
La presenza di forti minoranze serbe in Bosnia provocò guerre prima tra Croati e Serbi, e poi tra
serbi e musulmani. In queste guerre si attuarono le “pulizie etniche”che miravano all’eliminazione
o all’espulsione delle minoranze etniche dai nuovi stati.
Alla fine delle guerre la Bosnia con capitale a Sarajevo fu divisa in Federazione croatomussulmana e in Repubblica serba di Bosnia.
Nel 1998 in Serbia, Milosevic presidente della Jugoslavia, inviò truppe serbe in Kosovo per dare
inizio ad una “pulizia etnica”dei Kosovari, di origine albanese, e riuscire a cacciarli dalla sua terra
ma quando la guerra cominciò ad inasprirsi a favore dei kosovari intervenne la Nato che
bombardò la Serbia costringendo Milosevic a ritirare il suo esercito dal Kosovo che passò sotto il
controllo delle potenze dell’ONU.
In Germania la crisi del regime comunista della Repubblica Democratica Tedesca portò alla
riunificazione: nella Repubblica Democratica Tedesca il governo comunista aveva continuato a
negare ogni apertura alla democrazia, perciò molti giovani emigravano verso la Germania
Occidentale alla ricerca di benessere e di libertà.
Nel 1989 il regime comunista cadde e la Germania, con l’abbattimento del famoso muro di Berlino,
si riunificò sotto la guida del democristiano Helmut Kohl, che era cancelliere della Repubblica
Federale Tedesca dal 1982 e che rimase anche il cancelliere della nuova Germania fino al 1998.
Negli anni ‘80 la Chiesa esercitò un forte peso politico, grazie al papa polacco Karol Wojtyla, eletto
pontefice nel 1978 con il nome di Giovanni Paolo II, il quale appoggiò il Solidarnosc, un
movimento sindacale e politico che si opponeva al governo comunista in Polonia e che
condannava il marxismo.
LA RUSSIA E L’EUROPA DELL’EST DOPO IL CROLLO DEL COMUNISMO
In Russia, dopo la dissoluzione dell’URSS e il crollo del comunismo, il presidente Eltsin, dovette
affrontare una grave crisi economica provocata dalla difficoltà di trasformare l’economia
comunista, interamente regolata dallo Stato, in un’ economia capitalistica realizzabile solo
attraverso l’avvio di un processo di privatizzazione dell’economia a cui si oppose il parlamento.
Elstin perciò sciolse il parlamento e fece approvare una Costituzione che gli consentisse di
governare senza l’appoggio del Parlamento e di avere poteri decisionali + estesi.
Elstin, per evitare che la Russia si dividesse in + stati come era avvenuto con l’URSS, impiegò la
forza contro la Repubblica della Cecenia che aveva chiesto l’ indipendenza: la guerra si concluse
nel 1996 rendendo difficili le condizioni economiche soprattutto degli Stati meno agiati della
popolazione e aumentando il malcontento popolare che portò al rafforzamento del potere dei
comunisti.
I comunisti riacquistarono lentamente i consensi tra gli strati + poveri della popolazione e tra gli
operai delle industrie statali che spesso non erano pagati dal governo russo. La Russia ricorse a
prestiti esterni senza però riuscire ad avviare l’economia verso il sistema capitalistico.
80
Nel 1998, a causa di una grave crisi finanziaria, Eltsin fu costretto a formare un nuovo governo
sostenuto da una maggioranza a cui facevano parte anche i comunisti.
In Russia il successore di Eltsin, Vladimir Putin, iniziò un’opera di risanamento economico
cercando di inserire il paese sovietico nel mercato mondiale e fondando l’economia sul libero
mercato: la maggiore risorsa della Russia era il petrolio.
Putin riconquistò la Cecenia dove era iniziata una rivolta di nazionalisti e di gruppi islamici che
combattevano attraverso azioni di guerriglia e attentati.
Anche in altri paese dell’Europa orientale dopo un periodo di governo delle destre ritornavano al
potere gli ex comunisti che si erano rinnovati infatti avevano abbandonato l’idea di realizzare il
comunismo e miravano a garantire il mantenimento dello stato sociale in difesa degli strati +
deboli della popolazione.
GLI STATI UNITI
Negli Stati Uniti Reagan, che aveva vinto la sfida contro l’Unione Sovietica, attuò una linea
politica economica di Deregulation cioè di riduzione dell’intervento statale nell’economia e di
Reaganomics cioè di contrazione del Welfare Stare. Questa linea politica economica mentre fece
crescere il prodotto interno lordo, grazie alla riduzione dell’inflazione, diminuzione dei tassi
d’interesse e aumento dell’occupazione, accentuò la differenza economica tra i ricchi e i poveri e
fece nascere il deficit pubblico a causa delle minori entrate provocate dalla riduzione delle
imposte.
Reagan perciò conservò la sua popolarità anche in politica estera, attuata contro i paesi arabi e in
Nicaragua.
Dopo la sua presidenza fu sostituito nel 1988 da Bush, un altro repubblicano che continuò a
perseguire la sua stessa linea di politica economica.
Questa non fu modificata neanche da Clinton che succedette a Bush nel 1992: anche Clinton, pur
appartenendo al Partito Democratico, ridimensionò il welfare State; mentre all’inizio estese
l’assistenza sanitaria agli strati sociali + deboli poi, quando la spesa sociale aumentò, per non
accrescere le tasse, dovette ridurre i sussidi ai disoccupati e ai poveri.
Gli stati Uniti vissero un periodo di forte sviluppo economico durante la presidenza di Clinton che
perciò vinse anche le elezioni del 1996.
Le elezioni del 2000 furono vinte per pochi voti dal Repubblicano Bush Junior che si era
dimostrato favorevole alla ripresa del progetto di ricostruzione dello scudo spaziale (“guerre
stellari”) e contrario alla politica ambientalistica.
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CAP. XXIII LE ALTRE GRANDI POTENZE
GIAPPONE E CINA
In Asia le + forti potenze economiche erano il Giappone e la Cina.
Il Giappone negli anni 70 e 80 era la + grande potenza per la crescita economica, ma, quando
negli anni 90 questa si arrestò, il Giappone era diventato anche il maggior paese creditore del
mondo.
Anche se negli anni 80 il livello del benessere era molto alto, solo negli anni 90 la popolazione
riuscì ad ottenere aumenti salariali proporzionali alla crescita economica del paese infatti prima di
allora il Giappone aveva usato la crescita economica per incrementare il commercio con l’estero ed
assumere un ruolo di assoluto rilievo nel mercato mondiale: il governo restrinse le importazioni
alle sole merci indispensabili allo sviluppo industriale e al soddisfacimento dell’alimentazione
della popolazione anche grazie ai sacrifici economici della popolazione e accrebbe le esportazioni
grazie ai prezzi bassi dei prodotti.
In Cina, con la morte di Mao nel 1976, iniziava un nuovo periodo nella storia del Paese. Deng
Xiaoping, rappresentante dell’ala riformista del Partito Comunista Cinese, assunse il potere nel
1978 e cominciò un’ opera di “demaoizzazione” del paese abbandonando la politica interna di
Mao e tutto ciò che era nato dalla “rivoluzione culturale”ed iniziò un processo di
“modernizzazion”e del Paese attraverso l’attuazione di riforme economiche come la
“decollettivizzazione delle terre” e la promozione di un’economia mista che diedero alla Cina un
periodo di grande sviluppo e stabilità politica.
L’UNIFICAZIONE EUROPEA
L’Europa accelerò il processo di unificazione delle sue nazioni per la necessità di competere con la
crescita economica degli Stati Uniti e del Giappone.
Il PROCESSO DI UNIFICAZIONE EUROPEA può essere diviso in tre fasi:
1 Fase si svolse sotto la protezione e la tutela degli Usa contro l’espansionismo sovietico e
nell’ambito del Patto Atlantico, infatti l’Europa non era in grado di condurre una politica estera
autonoma da quella statunitense sia perché solo la potenza militare statunitense poteva servire da
baluardo contro quella sovietica, sia per le divisioni tra gli stati europei a causa delle divergenze di
interessi geopolitici e dei forti sentimenti nazionalistici.
2 fase si svolse dalla metà degli anni 50 alla metà degli anni 70 e fu caratterizzata dalla ricerca di
un coordinamento delle economie.
Nel 1957 i paesi che avevano costituito la Ceca (Comunità dell’acciaio e del carbone), firmarono il
trattato istitutivo della CEE (Comunità economica europea), entrato in vigore l’anno successivo,
che determinò la formazione di un MEC (Mercato Europeo Comune).
L’Organo Direttivo della CEE era Il consiglio composto dai membri di tutti gli stati aderenti.
L’Organo Esecutivo era costituito da una commissione, in cui i paesi con popolazione più
numerosa (fra cui l’Italia) erano rappresentati da due membri.
1. L’Organo Legislativo era il Parlamento con sede a Strasburgo.
2. L’Organo Giuridico era una Corte Di Giustizia.
Ma la CEE comprendeva solo una parte dell’Europa Occidentale: solo nel 1973 entrarono a farne
parte la Gran Bretagna, l’Irlanda e la Danimarca.
Il traguardo dell’unificazione politica era ancora ben lontano. I paesi che facevano parte degli
organismi dirigenti della CEE difendevano strenuamente gli interessi nazionali:la Gran Bretagna
non voleva rinunciare al ruolo che svolgeva sulla scena mondiale grazie ai suoi rapporti con i
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paesi della Commonwealth mentre la Francia temeva che l’Unità dell’Europa potesse realizzarsi
sotto l’egemonia delle Germania.
3 fase si ebbe dal 1980 al 1986 quando entrarono a far parte della CEE anche Grecia, Spagna,
Portogallo, Austria, Finlandia e Svezia.
Nel 1986, con l’Atto Unico Europeo, fu stabilito che entro la fine del 1992 sarebbe dovuto entrare
in vigore un vero e proprio mercato unico (MEC), in cui tutte le frontiere sarebbero dovute
effettivamente cadere.
Nel 1992 i rappresentanti dei paesi europei s’incontrarono a Maastricht dove firmarono il Trattato
di Maastricht in cui fissarono i parametri economici (tasso d’inflazione, prodotto interno lordo e
livello del debito pubblico) ai quali i singoli stati dovevano attenersi per poter entrare in questo
grande mercato unico in cui ci sarebbe stata una sola moneta: L’ EURO.
Nel 199, con la nascita dell’Unione Europea e di un mercato unificato, entrarono in vigore le
norme per la libera circolazione dei capitali e delle merci e nel 1995 furono attuati gli “accordi di
Schengen” che prevedevano l’abolizione delle frontiere interne dell’Europa Occidentale e quindi
dei controlli doganali.
EFFETTI DEL PROCESSO DI UNIFICAZIONE EUROPEA
Il processo di unificazione determinò effetti rilevanti sull’assetto politico europeo.
All’est provocò la divisione dei paesi privi di una forte coesione etnica; infatti la Cecoslovacchia si
divise in due stati: La Repubblica Ceca e la Slovacchia.
Il processo di costruzione dell’Europa mentre rafforzava la forza d’attrazione esercitata dalla
Germania, metteva in crisi le identità nazionali dei paesi + deboli: mentre le regioni + progredite
guardavano all’Europa quelle + arretrate si isolavano per paura che la libertà degli scambi potesse
mettere in crisi la loro economia ancora bisognosa dell’aiuto dello stato.
Quando la NATO, si allargò all’Ungheria, alla Polonia e alla Repubblica Ceca, l’Europa acquistò
più coesione e autonomia militare per cui in caso di guerra avrebbe potuto difendersi senza aiuti
degli Stati Uniti
Nonostante la crisi degli stati nazionali e l’allargamento della Nato, in Europa si diffuse la
consapevolezza che, se il processo di unificazione non fosse stato portato a termine, l’Europa nel
suo complesso e tutti gli stati europei presi singolarmente si sarebbero trovati in difficoltà sul
mercato mondiale, di fronte ai colossi economici come Stati Uniti, Giappone e quelli emergenti
come Cina e Sud est Asiatico.
Le resistenze al processo di unificazione furono fortissime, ma nel maggio del 1998 si decise di
introdurre, al posto delle singole monete nazionali, una moneta unica europea, l’Euro, entrato
definitivamente in vigore il 1 gennaio 2002.
FRANCIA, GERMANIA E GRAN BRETAGNA
All’interno dell’Europa la Francia, la Germania e la Gran Bretagna continuavano a svolgere un
ruolo rilevante.
In Francia, destra e sinistra si alternarono al potere e spesso lo divisero vincendo, una volta la
destra e una volta la sinistra, le elezioni presidenziali e le elezioni politiche.
In Germania, prima 1998 e poi nel 2002, i socialdemocratici vinsero le elezioni, anche se molti voti
si spostarono verso il Partito dei verdi.
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In Gran Bretagna la Thatcher aveva imposto una tassa comunale sulle abitazioni colpendo gli
strati + poveri della popolazione e perciò il suo prestigio diminuì rapidamente.
Nel 1990, infatti, la T. fu costretta a dare le dimissioni della carica di I ministro e nel 1997 i
Laburisti riuscirono a tornare al governo sotto la guida di Tony Blair che diede al partito una
connotazione meno socialista e + aperta al liberismo economico. Il suo programma, definito “New
Labour”, prevedeva il riordino del sistema educativo, la non partecipazione della Gran Bretagna
al Trattato di Maastrich, la sua esclusione dall’Europa e la fortificazione del sistema bancario.
CAP. XXIV LE ZONE DI CRISI
PALESTINA E ISRAELE
Agli inizi del XX secolo il Medio Oriente costituiva una pericolosa zona di crisi per la
QUESTIONE PALESTINESE.
Nel 1964 in Palestina fu fondata l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP), che
rappresentava legittimamente la Palestina e nel 1969 ne diventò il presidente Yasser Arafat.
Quest’organizzazione fu riconosciuta dai paesi arabi e non da Israele così come lo stesso Arafat
non riconosceva l’esistenza dello stato di Israele.
Per questo motivo nel 1967 e nel 1973 scoppiarono 2 nuove guerre tra arabi, sostenuti dall’Egitto, e
Israeliani, appoggiati dagli USA, provocate dall’Egitto, che, sostenuto da una forte coalizione di
Paese arabi, attaccò per ben due volte Israele:
nel 1967, durante la guerra, che durò solo 6 giorni, “Guerra dei sei giorni”, Israele occupò il Sinai,
la città di Gaza e la Cisgiordania.
nel 1973 nella guerra scoppiata nel giorno di Kippur, una festività ebraica, la “guerra del Kippur”,
Israele riuscì di nuovo a vincere sottraendo altri territori all’Egitto.
Gli USA soccorsero gli Israeliani per combattere gli arabi per ragioni economiche: nel MedioOriente si concentravano le riserve petrolifere che costituivano la maggior fonte energetica
dell’Occidente, le cui importazioni subirono una contrazione quando l’Egitto nazionalizzò il
canale di Suez.
Nel 1987 l’OLP promosse l’Intifada, cioè delle sommosse da parte dei Palestinesi nei territori
occupati da Israele durante la guerra di Kippur con lanci di pietre contro i soldati e i coloni
israeliani.
Sia tra gli Israeliani che tra i Palestinesi esistevano forze moderate, che volevano la pace, e forze
estremiste, che, invece, intendevano continuare a lottare.
Tra i palestinesi gli estremisti volevano distruggere lo stato d’Israele.
Tra gli Israeliani :
I “Falchi”, estremisti, guidati da Shamir, sostenuto dai movimenti religiosi legati all’ortodossia
ebraica, volevano una politica di repressione e volevano dare allo Stato d’Israele i confini storici
che gli erano attribuiti dalla Bibbia e perciò rivendicavano il diritto degli israeliani su tutte le terre
che, secondo la Bibbia, erano state abitate dal popolo d’Israele.
Le “Colombe”, i moderati, guidati dal laburista Rabin, intendevano arrivare alla pace.
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nel 1993, Rabin, alla guida dei moderati, grazie alla mediazione degli USA, riuscì ad incontrare il
palestinese Arafat per porre le basi per una soluzione pacifica della crisi e per la nascita di un
nuovo stato Palestinese.
Ma nel 1995 Rabin fu ucciso e la situazione precipitò di nuovo: da un lato riprese l’intifada, anche
con attacchi armati da parte di gruppi palestinesi estremisti, e dall’altro il governo israeliano
rendeva + dura la repressione .
Fino ad Oggi non è cambiato nulla, la situazione è sempre la stessa infatti lo stato palestinese non
esiste ancora.
IL GOLFO PERSICO
Nel 1979, per cause sociali e religiose, scoppiò in Iran una rivoluzione guidata da un movimento
islamico che avevano a capo Khomeini che accusò Pahlavi, re dell’Iran, di voler occidentalizzare
l’Iran: lo scia voleva cambiare i costumi tradizionali concedendo più libertà alle donne.
Il re Pahlavi, amico dell’Occidente, fu costretto andare in esilio mentre in Iran Khomeini instaurò
una repubblica islamica in cui le donne continuavano ad occupare una posizione subordinata agli
uomini (indossavano abiti scuri e dovevano coprirsi il volto e i capelli) .
Nel 1980 l’Iran dovette combattere una lunga e sanguinosa guerra contro l’Iraq di Saddam
Hussein che voleva fare del suo paese la potenza dominante del
medio-oriente. Il Conflitto si concluse senza vincitori né vinti .
Nel corso di questo conflitto gli Usa appoggiarono l’Iraq di Saddam Hussein contro l’Iran di
Khomeini per timore dell’integralismo iraniano.
Ma nel 1990 quando Saddam Hussein invase e occupò il Kuwait, minacciando le fonti di
approvvigionamento petrolifero del mondo capitalistico, Gli Stati Uniti di Bush, appoggiati dai
paesi occidentali e col consenso dell’ONU, intervennero e sconfissero l’Iraq e liberarono il Kuwait
ma Saddam Hussein, costretto ad accettare umilianti condizioni di pace, rimase a capo dell’Iraq.
Tale guerra fu detta “guerra del Golfo” perché combattuta nel golfo Persico in Arabia Saudita.
PENISOLA BALCANICA
Anche sulla Penisola Balcanica ci furono zone instabili:
La Jugoslavia, con la caduta del comunismo, si ridusse alla Serbia e a Montenegro perché Slovenia,
Croazia, Macedonia e Bosnia-Erzegovina proclamarono l’indipendenza.
In Albania si affermarono correnti nazionalistiche che Auspicavano alla formazione di una grande
Albania con l’Unione di alcune regioni appartenenti agli stati confinanti abitate prevalentemente
da albanesi
L’AFRICA
L’Africa era impegnata nella soluzione dei problemi interni per le drastiche condizioni
economiche che sembravano far prevedere future esplosioni.
La Nigeria, paese dell’Africa sub sahariana, grazie ai suoi giacimenti di petrolio, poteva assicurare
migliori condizioni di vita alla sua popolazione anche se nel paese esistevano tensioni etniche e
religiose.
Nell’Unione Sudafricana, le rivalità tribali tra Hutu del Ruanda e Tutsi nel Burundu, sfociavano
in massacri che assumevano l’aspetto del genocidio, ma verso gli anni 20 nacque l’African National
Congress (ANC), un partito che rivendicava i diritti dei neri e che nel dopoguerra fu messo fuori
legge. Il Governo boero aveva adottato una politica di rigida separazione tra la popolazione bianca
e quella nera sfruttata e costretta a vivere nelle riserve minerarie.
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Nel 1948 la separazione tra bianchi e neri fu irrigidita con l’adozione dell’APARTHEID che
assegnava ad ogni gruppo etnico un suo territorio e erano proibiva i matrimoni tra membri di
etnie diverse.
L’ANC spinse i lavoratori neri a ribellarsi con lotte armate e così nei sobborghi abitati dai
lavoratori scoppiarono delle sommosse duramente represse.
Il maggior leader del’ANC, Mandela, nel 1962 fu arrestato e nel 1989, quando la condanna
divenne + dura, Botha, capo del Partito Nazionalista, fu costretto a dimettersi.
Nel 1990 Mandela fu liberato; nel 1994 le leggi dell’Apartheid furono abolite e si svolsero libere
elezioni che furono vinte dall’ANC: Mandela diventò presidente.
IL TERRORISMO
Nell’Afganistan, dopo il ritiro dei sovietici, si scatenarono lotte interne che terminarono nel 1996
con la conquista del potere da parte dei talebani. Questi si definivano “studenti di teologia” ed
erano sostenitori di una visione integralista dell’Islam.
I loro capi fondarono nell’Afganistan una società islamica pura come è delineato nel Corano; a
soffrirne di più erano le donne, coperte dalla testa ai piedi da una veste chiamata burka, costrette a
restare in casa, escluse dall’educazione e dal mondo lavorativo.
I talebani, duramente ostili all’Occidente e al comunismo, erano sostenuti dal Pakistan, che
appoggiava, in Oriente, anche i guerrieri mussulmani che si battevano nel Kashmir per ottenere
l’indipendenza dall’India.
l’11 settembre 2001, un gruppo terroristico islamico, Al Qaeda, guidato da Osama Bin Laden, un
emiro miliardario animato dalla fede nell’islam, dirottò 4 aerei statunitensi carichi di passeggeri di
cui:
2 furono scagliati contro le Twin Towers (torri gemelle) grattacieli di New York, considerate il
simbolo del mondo capitalistico dell’Occidente.
1 fu scagliato contro il Pentagono di Washington, sede dei comandi militari degli Stati Uniti
1 non raggiunse nessun obiettivo
Tale attacco ha dimostrato come anche la superpotenza statunitense non sia al sicuro dagli
attentati devastanti.
Oggi il Terrorismo rappresenta un grave pericolo e uno strumento di guerra tra la società islamica
e quella occidentale.
Nel 2001 gli USA attaccarono il regime dei talebani in Afganistan, che aveva rifiutato di
consegnare Osama Bin Laden.
Nonostante la liberazione dell’Afganistan dal potere di Bin Laden e il crollo dei talebani, grazie
alla Gran Bretagna e ed altri paesi ed etnie afgane contro i talebani, la minaccia del terrorismo
rimase viva.
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CAP. XXV LA RICOSTRUZIONE E IL MIRACOLO ECONOMICO
LA NASCITA DELLA REPUBBLICA E LA COSTITUZIONE
Nell’Aprile 1946 Vittorio Emanuele III abdicò a favore del figlio Umberto con l’intenzione di
salvare la monarchia ma non ci riuscì.
Il 2 giugno 1946 si svolse il Referendum a suffragio universale, al quale parteciparono per la prima
volta anche le donne, con cui gli italiani votarono per scegliere la forma istituzionale dello Stato,
tra la Monarchia e la Repubblica, e per un’Assemblea Costituente che avrebbe dovuto dare
all’Italia una nuova Costituzione; la forma Repubblicana vinse con circa 2 milioni di schede in più
rispetto a quella Monarchica.
Le elezioni per l’Assemblea Costituente videro un sostanziale equilibrio tra la DC (Democrazia
cristiana) e le sinistre (PCI e PSIUP ossia Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria): la DC ebbe +
voti dal Mezzogiorno mentre le sinistre ebbero + voti dal Centro e dal Nord.
Dato questo equilibrio di forze tra centro e sinistra, la Costituzione fu il frutto di un compromesso
tra tutti i partiti che costituivano la maggioranza governativa e che riuscirono a conciliare i
principi di liberalismo e quelli di una maggiore giustizia sociale. La collaborazione tra la sinistra
della DC da un lato e i socialisti e i comunisti dall’altro fece includere nel testo della Costituzione i
diritti sociali, dal diritto al lavoro a quello all’istruzione, e i diritti politici, come libertà di stampa,
d’opinione e d’associazione.
Nelle discussioni i costituenti affrontarono anche la questione della struttura unitaria o federale
dello stato italiano: mentre la tesi del federalismo fu appoggiata solo dai separatisti siciliani e da
alcuni gruppi autonomisti, la scelta a favore dell’unità fu decisa dalle sinistre.
La Costituzione, nonostante le tensioni politiche, fu completata il 31 dicembre 1947, ed entrò in
vigore il 1° gennaio 1948.
Il 1° Presidente della Repubblica fu Enrico de Nicola mentre il Capo di Stato fu De Gasperi.
I GOVERNI DI UNITA’ NAZIONALE
Dopo la Liberazione (25-04-1945) l’Italia fu guidata da governi di unità nazionale, formati da tutti i
partiti antifascisti. Tra i capi di governo di quest’unità nazionale ricordiamo: Ferruccio Parri del
Partito d’ Azione, simbolo della resistenza, e De Gasperi, uno dei fondatori della Democrazia
Cristiana.
In questo difficile periodo di gravi problemi economici i partiti svolsero un importante compito di
ricostruzione materiale e morale del paese: a causa di una forte inflazione furono ridotti stipendi e
salari, la produzione era scarsa a causa delle distruzioni provocate dai bombardamenti e furono
aumentati i prezzi dei prodotti.
Dal punto di vista economico, però, la presenza nel governo di tutte le forze politiche
rappresentava un ostacolo, perchè non permetteva l'adozione di una rigida linea di politica
economica, indispensabile per frenare l'inflazione.
LA FINE DELL’UNITÀ NAZIONALE
In Italia finì l’Unità Nazionale perché nei partiti nacquero le stesse divisioni che esistevano a
livello internazionale tra Est (sfera d’influenza Russia) e Ovest (sfera d’influenza Americana) a
causa della guerra fredda.
Anche i partiti italiani si orientarono verso questi due blocchi e scelsero tra est e ovest, tra 2
differenti modelli di società, uno ad economia collettivistica e uno ad economia capitalistica: i
partiti di sinistra, PCI e PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) guardavano al modello
collettivistico sovietico dell'EST mentre quelli di Centro, DC, guardavano al modello capitalistico
americano dell'OVEST, riservando comunque allo stato un'importante funzione nei settori
dell'economia e dell'assistenza.
87
A causa di queste divisioni politiche la corrente riformista guidata da Saragat si distaccò dal PSIUP
e formò il PSLI (Partito Socialista dei Lavoratori Italiani) mentre il PSIUP riprese la sua antica
denominazione di PSI (Partito Socialista Italiano)e fu guidato da Nenni.
In Italia, quindi, esisteva una vera e propria spaccatura: mentre la maggioranza dei borghesi e
degli agricoltori, che possedevano un appezzamento di terreno avevano come punto di
riferimento il mondo capitalistico degli Stati Uniti, che fondava l’economia sul liberalismo, la
maggior parte degli operai italiani e dei braccianti agricoli (proletariato) guardava al mondo
dell’economia collettivistica della Russia, ritenendo che lì con la collettivizzazione dell’economia
fosse stata realizzata la giustizia sociale.
Nel Maggio 1947 l’ unità nazionale finì con l'esclusione dei comunisti e dei socialisti dal governo
che si organizzarono in una coalizione di sx, il Fronte Democratico popolare, in opposizione alla
D.C.
Le elezioni del 18 Aprile 1948 furono vinte dalla D.C che prevalse nettamente sul Fronte
Democratico popolare formato dai comunisti e dai socialisti: P.C.I guidato da Togliatti e P.S.I
guidato da Nenni.
Il PCI, però, ebbe + voti rispetto al PSI, diventando il maggior partito della sinistra.
Il 14 luglio 1948 Palmiro Togliatti, segretario del PCI, venne ferito da un giovane di estrema
destra, Antonio Pallante, e le tensioni politiche e sociali crebbero:
a Genova, Milano e Torino scoppiarono delle sommosse insurrezionali che però non portarono
alla temuta guerra civile. Però la tensione rimase alta a causa delle condizioni economiche e le
rivendicazioni di contadini e operi di una riforma agraria portarono a scontri sanguinosi fra
polizia e manifestanti che occuparono la terre incolte.
Le lotte contadine trovarono un parziale sbocco nella “Legge Stralcio” del 1950 con cui fu avviata
una riforma agraria
IL CENTRISMO
Negli anni 1948-1953 il governo Italiano guidato da De Gasperi fu caratterizzato dal cosiddetto
“centrismo” ossia dall' alleanza tra la DC e i partiti socialdemocratici (PSI), liberali (PLI) e
repubblicani (PRD), con l’esclusione della destra e della sinistra.
Il centrismo ebbe come mente politica De Gasperi, al governo, mentre come mente economica
Einaudi, presidente della Repubblica.
De Gasperi, per dare all’Italia un ruolo internazionale, nel 1949 aderì al Patto Atlantico,
nonostante le resistenze della sx, che erano contrarie perché la guerra era da poco finita ed esisteva
una diffusa avversione alla nascita di nuove alleanze militari.
De Gasperi, per rafforzare il governo, elaborò la “legge maggioritaria”, una riforma elettorale che
consentisse al centro di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento con la sola
maggioranza relativa dei voti, ma gli elettori alle elezioni del 1953 si rifiutarono di votare secondo
questa riforma e nel 1954, alla morte di De Gasperi, il centrismo finì, ma non si era delineata una
nuova alleanza politica in grado di sostituirlo.
Nella DC emerse Fanfani che sul piano politico rafforzò la rete clientelare nel Mezzogiorno
attraverso la creazione della Cassa del Mezzogiorno che regolava il flusso degli investimenti del
governo al sud in sostegno prima dell'agricoltura e poi dell’industria. Invece, sul piano economico
nel 1950 approvò la “legge Stralcio”,riforma agraria che prevedeva l’ assegnazione ai contadini
parte delle terre confiscate ai latifondisti.
I risultati economici della riforma agraria furono scarsi a sud Italia perchè i contadini, non avendo
capitali per acquistare le macchine, non riuscirono a far fruttare le loro terre e ripresero la strada
dell'emigrazione verso il Nord Italia, dove lo sviluppo industriale aveva creato nuovi posti di
lavoro, e in Europa.
88
LA CRESCITA ECONOMICA
Nei primi anni 50 si avviò un processo di trasformazione economica e sociale attraverso la
ricostruzione delle fabbriche distrutte durante la guerra e la motorizzazione di massa.
L'Italia cominciò a trasformarsi rapidamente soprattutto perchè con lo sviluppo industriale e
automobilistico del Nord crebbe la mobilitazione della popolazione dal Sud verso il Nord dove era
+ possibile trovare lavoro, provocando lo spopolamento delle campagne del Sud
e
l’invecchiamento della popolazione e il sovraffollamento delle città del Nord e l’insufficienza dei
servizi.
Negli anni 1958-1963 la crescita economica si accentuò al punto che quegli anni furono definiti
“Anni del miracolo economico” caratterizzati soprattutto dallo sviluppo dell'industria
automobilistica. L’auto e la televisione modificarono le abitudini degli italiani. La crescita
industriale consentì alle donne di entrare nel mondo della produzione.
IL CENTRO – SINISTRA
Nel 1956 la situazione politica cominciò a cambiare: il XX Congresso del Partito Comunista
dell’Unione Sovietica (PCUS), infatti, segnò l'inizio della rottura dell'alleanza fra PCI e PSI e la
nascita del centro-sinistra con la partecipazione ai governi del Psi guidato da Nenni.
L’incertezza della situazione politica aprì la strada ad avventure pericolose.
Nel 1960, Gronchi, presidente della Repubblica Italiana dal 1955, affidò l’incarico di formare il
nuovo governo al democristiano Tambroni che, al Congresso tenuto a Genova, cercò di stabilire
un’ alleanza tra Democrazia cristiana e Destra da cui ottenne la maggioranza dei voti.
Il popolo rispose con manifestazioni cui Tambroni reagì con la forza.
Questa drammatica situazione fu risolta da Aldo Moro,segretario della DC.
Aldo Moro, dopo il fallimento del tentativo di Tambroni di un'alleanza tra DC e la destra, lo
costrinse a dimettersi e favorì la formazione di un governo di Centro-sinistra guidato da Fanfani.
Siccome la D.C. si sarebbe messa in una situazione difficile con un alleanza con la DX accettò una
maggioranza formata dal PSI.
Nel 1962 al VIII Congresso della D.C. Aldo Moro propose la formazione di uno schieramento di
centro SX (DC + PSI).
Per Moro l’alleanza della DC con il PSI doveva servire ad allargare la base del consenso del
governo, mentre per Nenni, capo del PSI, doveva rappresentare solo una tappa di transizione al
“socialismo”. Moro, per impedire che li alleanza con i socialisti provocasse una frattura interna
della DC, doveva offrire al partito alcune garanzie: la + importante fu l’elezione a presidente della
Repubblica del democristiano, Antonio Segni (1962).
Nel 1963 nacque il I governo di centro-sx presieduto da Aldo Moro con Nenni alla vicepresidenza.
Nel Giugno 1964 il I Governo di centro-sx fu costretto a dimettersi dal PLI: quando i socialisti
chiesero al governo di nazionalizzare le aziende produtrici di energia elettrica e di approvare una
legge urbanistica si oppose il PLI che rappresentava i timori di una parte della borghesia che
vedeva minacciata la libertà di proprietà.
Nenni, preoccupato per un eventuale colpo di Stato, accettò di formare un nuovo governo dal
programma + moderato rinunciando ad attuare alcune riforme promesse che avrebbero
determinato cambiamenti sul piano economico e sociale.
Nel 1964 fu eletto presidente della Repubblica Giuseppe Saragat.
Il centro-SX cercò il consenso attraverso l’attuazione di un programma politico che andava verso la
democratizzazione della società italiana, fu previsto l’estensione del Welfare state nel settore
assistenziale (aumentarono le pensioni d’invalidità).
Il benessere aumentava e si rifletteva anche nell’organizzazione del tempo libero con l’aumento
delle auto e degli apparecchi televisivi. Questa crescita però destò desideri che non potettero
essere del tutto soddisfatti e perciò provocò delusioni nell’opinione pubblica.
89
CAP. XXVI DAL SESSANTOTTO ALLA CRISI DELLA REPUBBLICA
IL SESSANTOTTO
Il centro-sx attuò una serie di riforme nella scuola.
Nel 1961 venne concessa ai diplomati degli istituti tecnici la possibilità di iscriversi alle facoltà
scientifiche e nel 1962 la scuola dell’obbligo venne portata fino ai 14 anni.
Le riforme scolastiche attuate dal centrosinistra resero più facile l’accesso alle università, ma
l'aumento degli studenti universitari mostrò l’inadeguatezza nelle didattiche e nelle strutture
edilizie. Nello stesso tempo molti giovani si accorsero che la laurea non apriva loro la strada alla
conquista di un posto di rilievo nella società in cui avevano valore la capacità individuale, la
creatività, presenti in tutti gli studenti.
Nel 1966 Il malcontento studentesco alimentò le prime agitazioni che l’anno dopo diventarono un
vero fenomeno di massa. I gruppi che dirigevano il movimento di protesta, prima fecero alcune
richieste che riguardavano l’ordinamento degli studi, e poi si posero obiettivi politici ispirandosi
all'ideologia del marxismo, e soprattutto alla rivoluzione culturale di Mao Zedong intesa come
rivolta contro le tradizioni e il principio d’autorità.
Infatti era diffusa la convinzione che il sistema produttivo delle società capitalistiche avrebbe
potuto assicurare il benessere a tutti e se ciò non avveniva la colpa era di chi deteneva il potere, di
chi svolgeva la funzione di dirigente nelle fabbriche, nelle università, nelle amministrazioni
pubbliche e perciò operai, studenti, impiegati insorsero dando origine ad una vera rivoluzione
anticapitalistica per la realizzazione di una società fondata sull’uguaglianza delle condizioni
economiche.
Siccome esistevano diverse opinioni e progetti sui modi di proseguire la rivoluzione il movimento
del 68 si divise in gruppi.
Nel 1969 al Sessantotto degli studenti si aggiungeva quello operaio: iniziò il cosiddetto “Autunno
caldo”, giornate di intensi scioperi che portarono gli operai, a differenza degli studenti, a una serie
di conquiste normative e salariali.
Gli operai meridionali, che erano emigrati al Nord, cominciarono a ribellarsi per ottenere
l’abolizione delle “Gabbie salariali” per cui un operaio del Sud, che a parità di qualifica lavorava
nelle fabbriche del nord, guadagnava meno di un operaio del nord.
Nel maggio 1970 fu approvato lo Statuto dei Lavoratori che tutelava i diritti costituzionali degli
operai all’interno delle fabbriche.
Il movimento del Sessantotto non conseguì risultati evidenti sul piano politico ma in realtà agì
soprattutto sul piano socio-antropologico provocando cambiamenti rilevanti nelle abitudini e nei
costumi degli Italiani.
In quegli anni, il Movimento Femminista, che tra Ottocento e Novecento si era prefisso
soprattutto obiettivi politici, mutò carattere, perché oltre a porre la questione dell’uguaglianza,
rivendicò orgogliosamente “la diversità delle donne”. Una delle conquiste più importanti fu
l’approvazione nel 1975 del nuovo diritto di famiglia, che prevedeva la parità giuridica tra i
coniugi, contrapponendosi al consuetudinario predominio dell’uomo in ambito familiare.
GLI ANNI “DI PIOMBO”.
Gli anni 70, i cosiddetti “anni di piombo” furono caratterizzati da due fenomeni potenzialmente
destabilizzanti: Lo Stragismo e il Terrorismo.
Il termine STRAGISMO stava ad indicare l'insieme di stragi compiute in Italia tra il 1969 e il 1980
per alimentare paura nell'opinione pubblica attraverso alcuni attentati che colpivano luoghi
affollati in modo da provocare morti fra la popolazione civile.
90
Nel 1969 si ebbe Il primo attentato con lo scoppio di una bomba a Milano presso la Banca
nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana;
nel 1974 se ne ebbero altri 2:
uno a Brescia durante un comizio sindacale ed
un altro sul treno Italicus;
infine nel 1980 fu fatta esplodere una bomba alla stazione di Bologna.
In alcuni casi vennero condannati gli esecutori degli attentati, ma rimasero ignoti i nomi dei
mandanti. Attraverso delle indagini si ritenne che queste stragi fossero espressione di un
complotto antidemocratico.
Il terrorismo, sviluppato nel 1974 tra gli appartenenti alla sinistra extraparlamentare, invece
spingeva le masse alla lotta armata per colpire uomini del potere che sembravano sostenere la
classe borghese e il sistema capitalistico: le Brigate Rosse fu il gruppo terroristico + importante
formato nel 1970; esso andava soprattutto contro i riformisti perché riteneva che le riforme
avrebbe frenato la rivoluzione.
Nel 1973, Berlinguer, segretario del PCI, preoccupato per le forti tensioni sociali provocate dallo
stragismo e per paura che in Italia potesse verificarsi un colpo di stato da parte della dx, progettò
un accordo con la DC, che fu definito “Compromesso storico”.
In questo compromesso entrambi i partiti (DC e PCI) avrebbero dovuto rinunciare a qualcosa (da
cui la parola compromesso) ma sul fondamento di alcuni favori comuni che avrebbero consentito
all’alleanza di durare nel tempo (di qui il termine storico).
Il progetto di Berlinguer si ispirava alla politica d’unità nazionale voluta da Togliatti nel 1944
fondata su un’alleanza duratura tra i partiti di massa.
Nel 1974 il referendum sul divorzio, che fu vinto da coloro che ne erano favorevoli (PCI), provocò
nuovi contrasti tra DC (che era contraria al divorzio) e PCI, ma senza romperne del tutto i
rapporti.
Nel Marzo 1978 il democristiano Andreotti formò un governo che avrebbe
dovuto essere
sostenuto dal DC e dal PCI così da realizzare il “Compromesso storico”; ma il progetto fallì con il
rapimento e l'uccisione, nel 9 Maggio 1978, da parte delle Brigate Rosse, che intendevano
arrestare il processo riformistico per mantenere vivo quello rivoluzionario, del democristiano Aldo
Moro, sostenitore del compromesso, in quanto intendeva realizzare una forma di coalizione
politica tra DC e PCI per formare un governo di centro-sx, e iniziò un periodo di gravi difficoltà e
di pericoli per il partito democratico.
I “Governi di solidarietà Nazionale” cercarono di superare tali difficoltà: per es. il PCI cercò di
superarle votando la fiducia in nome di tale solidarietà.
A Giugno del 1979, poco dopo il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, il Presidente della
Repubblica, Giovanni Leone, fu costretto a dimettersi a causa di alcune accuse e fu sostituito dal
socialista, Sandro Petrini;
A Gennaio il Governo di Solidarietà Nazionale si dimise.
L'idea di un "compromesso storico" svanì e si formò un governo costituito da 5 partiti (DC, PSI,
PRI, PLI, PSDI) che prese il nome di Pentapartito e che fu guidato dal Repubblicano Spadolini, un
esponente dei partiti laici.
Il predominio della DC finì nel 1983 con la nascita del governo guidato da Bettino Craxi, segretario
del PSI.
Nel 1984 fu eletto come Presidente della Repubblica il democristiano, Francesco Cossiga.
Siccome l’inflazione diminuì e la spesa pubblica rimase elevato, il debito pubblico aumentò.
La società italiana degli anni ‘80 era costituita da famiglie che vivevano al di sopra delle loro
possibilità economiche contraendo debiti che prima o poi erano obbligati a pagare.
91
LA CRISI DELLA PRIMA REPUBBLICA.
Il rapido aumento del debito pubblico rendeva incerta la situazione economica e metteva in crisi
quella politica.
Tale crisi politica riguardava soprattutto il PSI coinvolto nello scandalo di Tangentopoli.
Negli anni ‘90 un gruppo di magistrati scoprì un meccanismo di tangenti e di corruzioni
(Tangentopoli) su cui si era fondato il finanziamento dei partiti politici utile al loro
funzionamento.
Per il funzionamento delle macchine politiche, divenute sempre più complesse, il funzionamento
dei partiti in parte era ottenuto apertamente e legalmente con il denaro pubblico ed in parte era
procurato attraverso un delicato sistema di scambi di denaro in cambio di favori (soprattutto
concessioni di appalti).
Le inchieste investirono un po’ tutti i partiti soprattutto il Psi e ad eccezione del PCI:
-I dirigenti del PSI e il segretario,Craxi vennero condannati.
-Il PCI si trasformò in PDS (Partito democratico della Sinistra) ispirandosi a principi democratici e
opponendosi all’ideologia comunista italiana mentre una parte degli iscritti e dei dirigenti si
separò formando un nuovo partito, Rifondazione Comunista, che rimase fedele all'idea della
trasformazione comunista della società.
-Al centro, la DC si divise in tre partiti:
- Nascevano nuovi partiti:
 PPI (partito popolare italiano),il +
importante
 CCD (centro cristiano democratico)
 CDU (cristiani democratici uniti)
 Partito di centro-destra,Forza Italia
 Partito di destra,Alleanza Nazionale,guidato da
Fini
 Lega Nord guidata da Bossi che chiedeva il
federalismo
CRIMINALITA' ORGANIZZATA
Anche se nel corso degli anni 70 e 80 le condizioni economiche del mezzogiorno d’Italia erano
migliorate era ancora molto alto il divario tra il Nord e il Sud a causa della forte presenza al Sud
della criminalità organizzata che spesso rendeva inefficaci gli investimenti: la criminalità
organizzata si stava pian piano esponendo (mafia in Sicilia e la Camorra a Napoli). Il primo ad
accorgersi di ciò fu il giudice Giovanni Falcone.
Negli anni 80 si diffondeva la criminalità organizzata:la mafia passò all'attacco diretto contro i
rappresentanti dello stato.
Nel 1982 fu ucciso il generale dei carabinieri, Dalla Chiesa, prefetto di Palermo
Nel 1983 fu ucciso il magistrato Chinnici
Nel 1992 furono uccisi i giudici Falcone e Borsellino, impegnati nella lotta alla mafia.
La mafia costituiva ormai un fenomeno diffuso a livello nazionale non + solo locale anche se
continuava ad avere la sua base in Sicilia.
92
La mafia alla fine degli anni 90 riuscì ad entrare anche nel mondo degli affari e a partecipare agli
appalti delle grandi opere pubbliche grazie ad uomini politici che l'appoggiavano in cambio di
voti.
Nacque un grande malcontento di cui si fece portatore il Presidente della Repubblica, Cossiga, che
decise di dimettersi e al suo posto fu eletto un oltro democristiano, Oscar Luigi Scalfaro.
ALTERNANZE DI GOVERNO
Silvio Berlusconi, alla guida di Forza Italia, Partito di centro-destra, si prefisse di realizzare il suo
progetto politico, cambiare il modo di fare politica, trasformare lo Stato limitando al massimo il
suo interventi in economia, riunendo tutta la destra, stringendo alleanza con il partito “Alleanza
Nazionale” di Fini e con la “Lega Nord” di Bossi formando il POLO DELLA LIBERTA’.
I problemi economici del paese potevano essere risolti con governi più forti e + autorevoli, frutto
della riforma elettorale maggioritaria: la rinuncia al proporzionalismo avrebbe dovuto consentire
la formazione di 2 forze politiche contrapposte, dx e sx, che si sarebbero dovute alternare al
governo.
Le elezione del 1994 furono vinte dal Polo della Libertà, formato da Forza Italia e da Alleanza
Nazionale,e dalla La Lega Nord ,che formarono un governo di centro-dx guidato da
Berlusconi,che però subito entrò in crisi per l'uscita della Lega Nord dalla maggioranza.
Le elezioni del 1996 furono vinte dall'Ulivo di centro-sinistra appoggiato da Rifondazione
Comunista, che formarono il governo di centro-sx guidato da Prodi che avviò l'azione di
risanamento delle finanze.
Intanto Bossi avanzava la richiesta di una secessione dell'Italia settentrionale.
L’INGRESSO DELL' ITALIA IN EUROPA
Prodi, nel Maggio 1998, ottenne l'ammissione dell'Italia tra i Paesi Europei che avrebbero avuto
come moneta unica l’Euro. L'ingresso dell'Italia nella moneta unica europea diminuì il rischio di
una crisi finanziaria e allontanò il pericolo di una secessione: la Lega Nord tornò a proporre il
federalismo.
A causa dell'opposizione della Rifondazione Comunista e della presenza nell'Ulivo di forze
eterogenee, il partito si scisse e la parte che voleva continuare a sostenere il governo fondò il
Partito dei Comunisti Italiani. Prodi però non riuscì ad ottenere la fiducia e si dimise.
Nel 1998 nacque un nuovo governo guidato da D'Alema, segretario dei Democratici di
Sinistra(DS), nuovo nome del PDS.
Le elezioni del 2001 furono vinte dal Polo guidato da Berlusconi con Alleanza Nazionale, CCD,
CDU e la Lega Nord.
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Cap. XXVII L’ECONOMIA DELLA SECONDA METÀ DEL XX SECOLO
LA RICOSTRUZIONE DELL’ECONOMIA NEI PAESI CAPITALISTICI
La competizione economica
Nella seconda metà del XX secolo la Storia economica fu caratterizzata da una competizione tra
due modelli economici: quello liberistico e capitalistico, proprio dei paesi occidentali e quello
collettivistico, proprio dei paesi comunisti dell'Unione Sovietica, aspetto fondamentale della
guerra fredda.
La differenza tra i due modelli risiede nel fatto che nel modello liberistico dominavano le leggi
dell’economia capitalistica, mentre nel modello collettivistico le decisioni economiche erano prese
dallo Stato, la Stato cioè interviene in economia.
Tale competizione si concluse con la fine della guerra fredda , con la vittoria del modello
economico capitalistico, con l'elaborazione del Piano Marshall da parte degli USA, con la rinascita
delle economie dei paesi sconfitti (Germania dell’Ovest e Giappone), con la formazione del
mercato europeo comune e il rinnovamento delle economia europea e con il Welfare State.
Piano Marshall
Il Piano Marshall, denominato ufficialmente, dopo la sua attuazione, Piano per la Ripresa
Europea (European recovery program), fu un Piano elaborato dagli Stati uniti per la ricostruzione
economica dell'Europa dopo la Seconda guerra mondiale.
Il 5 giugno 1947 il segretario di Stato, George Marshall, con un discorso tenuto all’Università di
Harvard, annunciò al mondo la decisione degli Stati Uniti di avviare l’elaborazione e l’attuazione
di un PIANO, "Piano Marshall", che avrebbe previsto aiuti economico-finanziari per la
ricostruzione economica dell’Europa nell’immediato secondo dopoguerra.
Marshall affermò che l’Europa avrebbe avuto bisogno, almeno per altri 3-4 anni, di ingenti aiuti
economici da parte degli Stati Uniti senza i quali avrebbe conosciuto un gravissimo
deterioramento delle condizioni politiche, economiche e sociali. Siccome dall'economia europea
dipendeva parte dell'economia statunitense e mondiale Marshall con questo piano intendeva
migliorare le condizioni economiche degli europei in modo da accrescere il numero dei
consumatori in grado di acquistare i prodotti degli USA.
Mercato Europeo Comune (Mec)
Lo sviluppo proseguì poi con la formazione di un mercato comune europeo, che consentì la lenta
integrazione delle economie dei paesi occidentali nel mercato mondiale, soprattutto dei paesi
usciti sconfitti dalla II guerra mondiale, Germania dell’Ovest e Giappone.
In Germania la politica economica del periodo hitleriano caratterizzata dall’Intervento statale
nell’economia fu sostituita da una politica fondata sulla fusione tra 2libera iniziativa” e
“intervento statale” a correzione degli squilibri sociali che consenti il “miracolo economico
tedesco”.
In Giappone la ripresa economica fu rapida perchè fu sostenuta dagli Stati Uniti e perché i
giapponesi si impadronirono rapidamente delle moderne tecnologie.
La formazione del Mercato Europeo Comune fu favorita dalla nascita, in Europa dell’Ovest, dalla
OECE (Organizzazione europea per la cooperazione economica), della CECA (Comunità Europea
del Carbone e dell’Acciaio), della CEE (Comunità Economica Europea) e della SME (Sistema
Monetario Europeo).
L’avvio del processo d’integrazione europea consentì ai governi di procedere allo svecchiamento
dell’apparato industriale concentrando le risorse nei settori che apparivano + aperti ai futuri
sviluppi.
94
Questo processo di ricostruzione europea comportò dei sacrifici: esso infatti richiese una profonda
ristrutturazione industriale con l'abbandono dei settori che non erano in grado di reggere la
concorrenza.
Il Welfare State
Sul piano sociale il risultato + importante della crescita economica dell'Europa fu la costruzione
del WELFARE STATE (stato di benessere), conosciuto anche come Stato assistenziale o Stato
sociale.
Il welfare state rappresenta un sistema di norme e di riforme previdenziale verso i ceti meno
abbienti promosse dallo Stato per eliminare le diseguaglianze sociali ed economiche fra i cittadini.
Lo Stato sociale è un sistema che si propone di fornire servizi sociali e garantire diritti considerati
essenziali per assicurare ai cittadini un tenore di vita accettabile: Assistenza sanitaria, Pubblica
istruzione, Indennità di disoccupazione, sussidi familiari, in caso di accertato stato di povertà o
bisogno, accesso alle risorse culturali (biblioteche, musei, tempo libero), assistenza d'invalidità e di
vecchiaia, difesa dell'ambiente naturale.
Le prime forme di assistenza ad opera dello Stato nacquero nell’800 quando i governi di alcuni
paesi si occuparono della vecchiaia dei loro dipendenti, militari ed impiegati, assegnando loro
delle pensioni.
Il Welfare State si affermò in Gran Bretagna dopo le elezioni del 1945 vinte dai laburisti che
emanarono alcune leggi che unificavano le assicurazioni già esistenti contro le malattie, la
vecchiaia e l'invalidità in un sistema gestito dallo Stato, in modo da garantire condizioni agiate ai
cittadini per tutta la vita.
La crisi del ’29 portò alla diffusione del welfare State anche negli Stati Uniti dove tutte le iniziative
assistenziali fino ad allora erano state affidate ai privati.
Il 1° provvedimento adottato da Rooswelt nel campo assistenziale nell’ambito del New Deal
(Nuovo corso economico) furono i sussidi di disoccupazione, un sistema obbligatorio di pensioni
di vecchiaia per i lavoratori dei principali settori dell’industria e del commercio.
Le pensioni sarebbero state pagate dagli stessi lavoratori con la detrazione di una parte del salario.
Il Welfare State si affermò negli Usa faticosamente perchè molti imprenditori americani
sostenevano che il Welfare State avrebbe potuto impedire il liberismo e la protezione sociale,
assicurata dallo stato, avrebbe bloccato l'iniziativa individuale.
LE ECONOMIE COMUNISTE: SVILUPPO E CRISI
Dopo la II guerra mondiale, i governanti sovietici si prefissero lo scopo di trasformare la società
socialista, in cui ciascuno poteva ricevere qualcosa in base al proprio lavoro, in una società
comunista nella quale ciascuno potesse ricevere ciò di cui aveva bisogno. Era un progetto che non
fu realizzato né da Stalin né da Krusciov.
In realtà, nel corso della competizione economica, che si svolse durante la guerra fredda, il
modello economico sovietico del collettivismo non riuscì a dimostrarsi superiore a quello
capitalistico dei paesi occidentali. Fu assicurata la sicurezza sociale e per qualche tempo si
ottennero elevati ritmi di crescita, ma la mancanza di concorrenza dovuta all’assenza del mercato,
la rigidità produttiva e l’incapacità del Comecon di unificare realmente le economie dei paesi
comunisti furono le cause principali di una sconfitta economica che ebbe ripercussioni politiche
perchè determinò il crollo del sistema comunista.
Fino agli anni 70 il modello economico sovietico sembrò dare buoni risultati: lo stato si incaricò di
soddisfare i “bisogni collettivi” delle persone come la fondazione di asili-nido gratuiti, l’accesso
delle donne al mondo lavorativo, l’istruzione gratuita fino al livello universitario, mantenimento
del sistema sanitario e pensionistico.
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Inoltre la risposta dell’Unione Sovietica al Piano Marshall degli Stati Uniti rappresentata dal
Comecon si rilevò insufficiente.
Il Comecon prevedeva che l’URSS avrebbe dovuto fornire agli altri Stati Comunisti della periferia
materie prime (ferro, carbone, petrolio) e ricevere manufatti.
Si trattava di un processo inverso a quello del sistema capitalistico degli stati uniti in cui era il
Centro ad esportare manufatti alla periferia importando materie prime.
L’URSS ad un certo punto si trovò in una posizione di svantaggio sul piano economico perché il
costo delle materie prime cresceva di meno rispetto a quello dei manufatti.
Il problema dei paesi dell’est era di tipo quantitativo. Poiché non esisteva concorrenza le industrie
non si sforzavano a migliorare la qualità dei prodotti e a produrre quantità minori di merci con
costi maggiori.
Aumentavano le estrazioni delle materie prime e la produzione dei manufatti ma non c’era un
rinnovamento dei macchinari e non si perseguiva nessuna razionalizzazione dei metodi di
produzione.
In pratica il difetto maggiore del modello economico sovietico, adottato anche dagli altro paesi
governati dai partiti comunisti, consisteva nella rigidità del sistema produttivo: le fabbriche non
erano mai chiuse e i lavoratori non erano mai licenziati, ma la domanda e la produttività
diminuivano.
I direttori delle fabbriche si preoccupavano solo di raggiungere i livelli quantitativi dei prodotti
fissati dalla pianificazione, senza preoccuparsi di produrre merci qualitativamente migliori e i
consumatori non avevano possibilità di scelta.
IL CASO della CINA
La Cina, dove l’economia era sviluppata soprattutto nel settore agricolo, perché formata
prevalentemente da campagne ed abitata da contadini e dove le industrie erano concentrate solo
in poche città, + di tutti gli altri paesi comunisti, aveva tentato di realizzare una società ad
economia collettivistica, fondata sull’uguaglianza assoluta e sull’abolizione della divisione tra
industria e agricoltura, tra città e campagna.
A questo scopo Mao elaborò il progetto delle Comuni popolari, una struttura economica
organizzativa che avrebbe dovuto unire città e campagne, industria e agricoltura.
Però, in realtà, c’erano differenza tra le Comuni cittadine (dove era impossibile introdurre
l’agricoltura e servivano solo a dare una migliore collocazione dei quartieri rispetto alle fabbriche e
a curare l’instaurazione dei servizi collettivi) le Comuni rurali in cui invece fu introdotta
l’industria).
Questi progetti però non produssero risultati positivi, in quanto ci furono una caduta della
produzione e gravi carestie, e così si moriva di fame.
Dopo la sua morte i successivi dirigenti cinesi adottarono una linea politica economica che
introdusse elementi di capitalismo come nuove tecnologie nell'industria e metodi moderni di
gestione aziendale.
Tra il 1979 e il 1980 il governo creò 4 “zone economiche speciali” che furono aperte agli
investimenti stranieri e al commercio estero.
Grazie a questa apertura, negli ultimi 20 anni del secolo, affluì in Cina 1/3 di tutti gli investimenti
esteri affettuati nel mondo.
Da tale momento l’economia cinese iniziò a migliorare così come le condizioni di vita degli
abitanti.
Nel 2001, la Cina entrò a far parte del WTO, l’organizzazione che regola il commercio mondiale,
ossia del mercato globale. Si vennero comunque a creare forti contraddizioni nella società cinese
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perchè la riforma economica in senso capitalistico accentuò le differenze fra realtà rurali povere e
centri urbani industrializzati.
CRISI PETROLIFERA DEL 1973
Nel 1972 un’associazione di scienziati riuscì a prevedere un rapido esaurimento delle risorse
energetiche a causa dello sfruttamento indiscriminato che se ne faceva e si proponeva una
“crescita zero” in grado di frenare i consumi.
Nel 1973 si ebbe la I grande crisi energetica.
Essa fu dovuta a ragioni politiche in quanto nel 1973 i paesi esportatori di petrolio, riuniti
nell’OPEC (Organizzazione dei paesi esportatori del petrolio), decisero di ridurre l’estrazione e
la vendita del greggio per far salire il prezzo.
L’OPEC, fondata nel 1960, aveva il compito di regolare la produzione del petrolio in modo che
nessun paese ne riversasse sul mercato quantità eccessive, danneggiando l'economia degli altri
paesi. L’OPEC era formata in maggioranza da paesi islamici che in quegli anni non avevano buoni
rapporti con i paesi occidentali a causa del loro atteggiamento sulla questione palestinese.
La decisione dell'Opec di ridurre la produzione e la vendita del greggio ebbe conseguenze sia
economiche che politiche: la riduzione della produzione del gregge fece aumentare i prezzi del
petrolio e ridusse il consumo della benzina, provocando una fortissima crisi che colpì soprattutto
l’industria automobilistica, motore fondamentale dello sviluppo economico dell'Occidente; fu
necessario ridurre la circolazione delle auto e il consumo dell’elettricità nelle fabbriche.
Questa crisi energetica fu superata in breve tempo grazie a un maggior ricorso all’energia prodotta
dalle centrali nucleari e all’uso + razionale di quella già disponibile.
Le centrali nucleari assunsero molta importanza perché l’energia prodotta era destinata a non
esaurirsi e perché inquinava di meno.
Quindi tutti compresero che l’energia non era limitata e poteva non esserlo nemmeno il progresso.
La crisi economica petrolifera del 1973 ebbe conseguenze soprattutto economiche: per tutti gli anni
70, in tutti i paesi industrializzati, ci fu una fortissima inflazione accompagnata dall’aumento dei
prezzi e da una stagnazione della produzione industriale. Inoltre, a livello internazionale, il 1973
evidenziò il peso politico acquisito dai paesi produttori di petrolio che riusciva a mettere in
difficoltà le economie dei paesi industrializzati.
In seguito alla crisi si diffuse nei paesi dell'Occidente la consapevolezza che lo sviluppo economico
poteva essere limitato a causa della diminuzione della produzione del petrolio e si aumentò il
ricorso all'energia nucleare.
CROLLO DELL’ECONOMIA COMUNISTA.
Il livello economico dei paesi del blocco comunista si innalzò ma le popolazioni non avvertirono i
miglioramenti per il confronto con le condizioni di vita in Occidente dove erano diffuse auto, TV,
frigoriferi.
Lo stato tentò il decentramento economico ma allo stesso tempo l'aumento
dell'indebitamento verso i paesi e la diminuzione delle esportazioni provocarono il crollo del
modello economico comunista determinando anche la caduta di quasi tutti i governi:
l'economia capitalistica uscì vincitrice dal confronto con il modello economico comunista non
tanto per l’eccezionale sviluppo, che comunque aveva i suoi limiti ed i suoi problemi, quanto
per il collasso dell’economia comunista.
Cap. 28 IL PASSAGGIO DAL XX AL XXI SECOLO
LA <<BOMBA DEMOGRAFICA>>
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Nel 2000 la popolazione mondiale è aumentata rapidamente, soprattutto nelle regioni meno
sviluppate del mondo, mentre cominciò a diminuire in quelle + ricche.
L'aumento della popolazione era considerato una<<bomba demografica>> che sarebbe potuta
esplodere quando le risorse dei paesi poveri non sarebbero state + sufficienti ad assicurare la
sopravvivenza dei loro abitanti.
La crescita demografica comportò anche un forte incremento dell' urbanizzazione che coinvolse sia
i paesi poveri che ricchi: mentre nei paesi poveri i contadini cominciavano a fuggire dalle
campagne e ad affluire nelle città non perché in esse c’era una forte domanda di manodopera ma
per sfuggire all’estrema povertà delle campagne, nei paesi ricchi, molte metropoli si
trasformavano in megalopoli (complessi urbani formati da diverse città strettamente collegate tra
di loro da una fitta rete di vie di comunicazione); infatti si formarono grandi centri urbani anche in
città che non erano capitali come a Bombai in India e a San Paolo in Brasile.
LE GRANDI MIGRAZIONI E L'INVECCHIAMENTO
I Paesi Occidentali dovettero affrontare il problema delle migrazioni e dell'invecchiamento della
popolazione.
La crescita demografica nei paesi poveri dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina alimentò forti
correnti migratorie verso l'Europa Occidentale e gli Stati Uniti dove l'integrazione degli immigrati
non fu facile a causa della differenza di tradizioni, abitudini e comportamenti.
L'Allungamento della vita, frutto dei progressi della medicina, e il conseguente invecchiamento
della popolazione rendevano + alti i costi dello stato sociale, fino a farli diventare a volte
insostenibili. La riduzione dei benefici del welfare state europeo gravò soprattutto sugli strati +
poveri della popolazione.
LA GLOBALIZZAZIONE
Il fenomeno + importante dell'ultimo decennio del XX secolo fu la globalizzazione cioè
l'inserimento di un numero crescente di paesi nel mercato mondiale, realizzata attraverso un
processo di internazionalizzazione dell’economia.
Già in passato si cercò di realizzarla ma la Rivoluzione d’ Ottobre e la crisi del ‘29 la bloccarono:
- La rivoluzione aveva portato la Russia fuori dal mercato mondiale
- La crisi del ‘29 aveva portato l’Italia e la Germania ad adottare una politica economica
autarchica e gli altri paesi a chiudersi nel protezionismo.
Solo dopo la II guerra mondiale riprese la formazione di mercati + vasti e riuscì a realizzarsi la
globalizzazione.
Nel campo del commercio la globalizzazione portò alla formazione di ampi mercati comuni in
Europa e nel Nord America e alla nascita di Organismi internazionali: infatti nel 1947 diversi paesi
costituirono il GATT (Accordo generale sulle tariffe e sul commercio) che nel 1995 si trasformò in
WTO (Organizzazione per il commercio mondiale) in cui nel 2001 entrò anche la Cina e che permise a
molte persone di entrare nel mercato mondiale.
In realtà gli spazi economici in cui era avvenuta una completa integrazione commerciale erano
limitati: i + importanti erano costituiti dal MEC (Mercato comune europeo) e dal NAFTA (Accordo
nordamericano
per
il
libero
commercio), un organismo che riuniva Stati Uniti, Canada e Messico.
La globalizzazione industriale comportò la delocalizzazione ossia la spostamento di alcune
produzioni dei paesi economicamente sviluppati nei paesi in via di sviluppo dove la manodopera
costava di meno rispetto ai paesi sviluppati e dove le tasse erano + basse. Così per favorire lo
sviluppo industriale e l’afflusso di capitali stranieri in alcuni paesi come la Cina, Filippine,
Indonesia vennero create delle zone di libero commercio cioè libere da qualsiasi tassazione dove si
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intensificarono fenomeni di sfruttamento del lavoro minorile e femminile per l'assenza di
protezioni legislative.
La globalizzazione agricola fu effettuata dalla più grande azienda chimica statunitense, la
MONSANTO COMPANY, che diventò una multinazionale cioè operava in tutti i Continenti
producendo concimi chimici e semi selezionati. Però le multinazionali incontrarono anche
l'opposizione di quanti erano interessati alla difesa delle agricolture locali.
GLOBALIZZAZIONE FINANZIARIA: ASPETTI POSITIVI E POSITIVI
Nel campo finanziario la globalizzazione ebbe effetti sia positivi che negativi: i mercati finanziari,
dove avveniva la compravendita dei titoli di stato e delle azioni, formavano ormai un unica rete,
attraverso cui era possibile spostare i capitali da un paese all'altro in poco tempo.
Per favorire l’afflusso dei capitali verso i loro paesi i governi usano il tasso d’interesse praticato
dalle banche centrali sui prestiti che concedono e che perciò determina il costo del denaro in un
determinato paese.
Se il costo del denaro in quel paese è alto, agli investitori conviene spostarvi il loro capitale, se è
basso, invece, conviene investire altrove.
Gli investimenti stranieri quindi sono attirati dai paesi che oltre ad offrire alti tassi d’interesse,
garantiscono il rimborso del capitale alla scadenza del titolo o dell’azione.
La globalizzazione finanziaria ha anche aspetti negativi:
- Lo spostamento di capitale può determinare lo sviluppo economico dei paesi in cui è investito
e la rovina di quelli da cui si allontana.
- Le proposizioni gigantesche assunte dal mercato finanziario rende difficile individuare
un’origine nazionale per i capitali che vi sono impiegati: siano essi statunitensi, tedeschi, arabi,
giapponesi, ecc, si comportano tutti allo stesso modo affluendo nelle parti del globo dove
traggono maggior profitto.
- Le Borse sono molto vulnerabili: ciò che avveniva in un punto qualsiasi del globo poteva
ripercuotersi sul resto del globo come una serie di effetti a catena perché lo sviluppo delle
singole economie nazionali dipendeva dall’economia del paese in cui affluiva maggior parte
del capitale e se lo sviluppo economico di quel paese si bloccava, tale crisi economica si
ripercuoteva sull’economia degli altri paesi.
Ad esempio, mentre alcune crisi avvenute nei paesi del sud-est asiatico, in Messico e in Argentina,
riuscirono ad essere circoscritte, la crisi che nel 2001 colpì la + importante borsa mondiale
statunitense, Wall Street, si ripercosse sul resto del mondo.
Tale crisi dipese dalle difficili situazioni economiche in cui si trovarono i paesi debitori nei
confronti degli Stati Uniti e che sconvolsero il mercato mondiale e dalla gigantesca bolla
speculativa che si formò per l'ottimismo degli investitori che iniziarono ad investire nelle azioni
delle aziende legate ad internet.
Quando l'economia mondiale cominciò a dare i primi segnali di crisi, la bolla speculativa scoppiò e
la borsa di Wall Street crollò.
ASPETTI CULTURALI E SOCIALI DELLA GLOBALIZZAZIONE
Alla fine del XX secolo nascevano speranze e preoccupazioni per diversi motivi: il consumismo
era un segno del crescente benessere ed il motore dell’economia ma l’aumento della produzione
provocava un intenso sfruttamento delle risorse esistenti con il rischio che queste potessero
esaurirsi e creava seri problemi sul piano ecologico per mezzo dell’aumento dell’inquinamento.
La diffusione di nuovi mezzi di comunicazione, come internet, annullava le distanze e rendeva +
completa l'unificazione del mondo, ma, nello stesso tempo, accresceva le differenze tra le zone
ricche e quelle povere, dove il computer era ancora un oggetto di lusso non accessibile a tutti
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CAPITOLO XXIX :RELIGIONI E IDEOLOGIE
LA VISIONE RELIGIOSA DEL MONDO
Le + grandi religioni sono nate nell’età antica (Cristianesimo e buddismo), nell’età
medioevale (islamismo) e nell’età moderna (protestantesimo).
Alcune di esse hanno adeguato lentamente la loro visione del mondo alle trasformazioni
della società senza però modificare i principi fondamentali.
Quindi, nell’età contemporanea, non è nata nessuna grande religione che ha visto
l’affermazione del pensiero laico.
Nell'età contemporanea il Cristianesimo si è conciliato con la modernità: mentre all'inizio del
XX secolo la Chiesa Cristiana condannava il progresso tecnologico, condanna che esprimeva
nel Sillabo, all'alba del XXI secolo Giovanni XXIII si apre al mondo moderno condannando
coloro che vedono in esso solo rovina ed esaltando i mezzi indispensabili e sufficienti per
assicurare un dignitoso tenore di vita.
Alla fine del comunismo nei paesi dell'Europa orientale, il pontefice Giovanni Paolo II
criticava il consumismo delle società capitalistiche dell'Occidente e si schierava sempre di + a
favore delle popolazioni povere dei paesi economicamente sottosviluppati.
Tra i movimenti religiosi d’ispirazione cristiana sorti tra la fine dell’800 e l’inizio del 1900 i +
diffusi furono: I Testimoni di Geova e i Pentecostali.
I testimoni di Geova, dal nome dato a Dio nell’antico testamento, è un movimento religioso
fondato negli Stati Uniti e diffuso successivamente anche in Italia. La loro religione si fonda
sull’interpretazione dell’antico e del nuovo testamento e in particolare sulla predizione,
contenuta nel Vangelo di Matteo, del ritorno di Cristo.
Dopo aver accettato le vaccinazioni che in I tempo avevano rifiutato, ritenendole contrarie
alle sacre scritture, essi respingono trasfusioni di sangue e trapianti.
I Pentecostali è un movimento anch’esso di origine statunitense il cui nome deriva dal fato
che viene individuato il momento centrale della rivelazione nel giorno della Pentecoste con la
discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli di cui si vorrebbe rivivere l’esperienza. I
Pentecostali rifiutano il concetto della Trinità considerando Dio, Cristo e lo Spirito Santo non
come tre persone ma come manifestazioni di 1 solo Dio, identificato in Gesù che salva,
battezza e guarisce.
I movimenti fondamentalisti o integralisti sostengono che nella religione c’è la verità
integrale e che i testi sacri devono costituire il fondamento della società.
La contrapposizione alla società occidentale era rappresentata soprattutto dal
fondamentalismo islamico che rifiuta la concezione del progresso e della laicità e che fonda
la religione sulla verità integrale delle sacre scritture. Alla fine del 900 era riuscito a
rafforzarsi in alcuni stati come l'Iran, il Sudan e l'Afganistan dove fu applicato dal regime dei
talebani che fecero sparire ogni traccia di modernità e diversità di religione, isolando il
paese.
Questi movimenti esistono nell’ebraismo, nell’islamismo e nel cristianesimo.
100
LA VISIONE LAICA DEL MONDO
Nella società contemporanea era molto diffusa in Occidente negli USA l'ideologia
dell'Americanismo che offriva una visione ottimistica della vita. Esso era inteso come
espressione energica della fiducia nello sviluppo e nella modernità. L'Americanismo fu
diffuso dal cinema di Hollywood che invase tutti i mercati del mondo influenzando le masse.
L' ideologia del progresso, nelle sue forme ha attraversato momenti di maggiore e di minore
favore:
Nietzsche considerava la storia dell'Occidente come storia di decadenza;
Spengler, nelle sua opera "Il tramonto dell'Occidente", criticava la società di massa, la
modernizzazione ed il progresso considerandoli espressione di decadenza.
Negli anni 70 alcuni filosofi occidentali ebbero visioni pessimistiche del futuro della società e
avevano il timore che uno sviluppoillimitato potesse provocare catastrofi.
CAP XXX: SCIENZA E TECNICA NELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA
LE NUOVE FRONTIERE DELLA SCIENZA
Durante il XX secolo la scienza e la tecnologia assunsero una straordinaria importanza, per la
prima volta l’uomo ebbe la possibilità di influire sulla vita stessa della terra, modificandola in bene
o in male.
Alla fine del XIX secolo si approfondirono gli studi sulla radioattività.
Le scoperte scientifiche + rivoluzionarie si ebbero nel campo della fisica:
Agli inizi del XX secolo molti scienziati incominciarono a studiare la struttura dell'atomo e a
modificarne la concezione della materia; Einstein, attraverso la teoria della relatività, aggiunse alle
3 dimensioni spaziali una quarta, il tempo e stabilì l'equivalenza tra massa ed energia. Questa
teoria fu alla base di tutta la fisica contemporanea e fu utilizzata per sfruttare l'energia nucleare.
Tra tutte le scoperte scientifiche quella della divisione dell'atomo ebbe le + gravi conseguenze:
venne, infatti, utilizzata per la costruzione delle armi distruttive, ponendo gravi problemi etici agli
scienziati.
LE INVENZIONI E L'INDUSTRIA
Il 900 fu caratterizzato dallo sviluppo del settore chimico e delle comunicazioni.
Nel settore chimico, con l'invenzione dell'automobile, iniziò l'era del petrolio, fonte energetica che
assunse un' importanza economica rilevante con la costruzione del motore a scoppio.
Il petrolio era usato in modo eccessivo per i bisogni dell'industria contemporanea divenendo un
elemento decisivo per tutte le nazioni, e quando sorse il problema dell'esaurimento del petrolio i
governi non si impegnarono a cercare fonti alternative di energia a causa dei forti interessi
economici e politici.
Alla metà del XX secolo sembrò che l'energia nucleare, derivante dalla scissione dell’atomo,
potesse risolvere il problema delle fonti alternative di energia e perciò furono costruite molte
centrali nucleari, ma nel 1986, l'esplosione di una centrale nucleare a Cernobyl, che causò
gravissimi danni, lasciando nell’atmosfera gran quantità di materiale radioattivo, spinse molti
paesi a rinunciare all'impiego dell'energia atomica.
I pericoli costituiti dalla presenza di centrali nucleari, l’inquinamento atmosferico provocato dalle
centrali termoidrauliche che usano il carbone e il petrolio hanno fatto nascere una nuova
sensibilità per i problemi dell’ambiente e hanno spinto alla ricerca di fonti alternative di energia:
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eolica (vento), delle maree, geotermica (prodotta grazie al vapore sotterraneo esistente nelle zone
vulcaniche), solare.
Le ricerche più recenti si stanno concentrando sull'utilizzo dell'idrogeno come fonte di energia ma
i costi sono ancora troppo alti.
Siccome alla fine del XX secolo l’intervento dello Stato a sostegno della ricerca è incominciato ad
essere insufficiente è aumentato il numero dei finanziamenti da parte dei privati così oltre alla
ricerca pubblica abbiamo anche quella privata.
Nel settore delle comunicazioni accanto alla radio e al telefono si svilupparono prima la
televisione e poi la comunicazione telematica che, grazie al computer e ad Internet, ha abbracciato
l'intero globo terrestre.
LE NUOVE STRADE DELLA RICERCA
Nella prima metà del XX secolo le + importanti invenzioni si verificarono grazie all'iniziativa
dell'industria privata. Solo più tardi gli stati decisero di intervenire economicamente nella ricerca
scientifica e in diversi settori economici.
Oggi l'equilibrio si è di nuovo spostato a favore dell'investimento privato: alcune grandi imprese
multifunzionali riescono ad investire grandi somme nella ricerca scientifica, nella speranza di
poterci ricavare in futuro grossi vantaggi economici.
L'ECOLOGIA E L'AMBIENTALISMO
Il Rinascimento aprì la strada, sul piano teorico, al dominio dell’uomo sulla natura.
Nell’età moderna gli uomini incominciarono a utilizzare in modo sistematico le risorse naturali (
per esempio il carbon fossile).
La rivoluzione industriale segnò l'inizio dell'inquinamento causato dall'attività delle industrie.
Nei secoli passati gli scienziati erano convinti che le risorse naturali fossero inesauribili e che lo
sviluppo potesse continuare all’infinito.
Questa convinzione è stata messa in discussione dalla nascita dell’ecologia e dell’ambientalismo.
Durante l'800 si posero le basi scientifiche dell'ecologia che si sviluppo durante il 900.
L'ecologia è la scienza che studia l’insieme delle relazioni dei singoli organismi viventi con
l'ambiente in cui vivono.
L'ambientalismo ne raccolse l'eredità trasformandosi in movimento politico in grado di
influenzare l'opinione pubblica e le scelte dei governi. L'ambientalismo è un movimento
ideologico e politico che chiede uno <<sviluppo sostenibile>> cioè uno sviluppo limitato in modo
da non consumare le risorse che dovranno servire alle future generazioni.
Le contraddizioni esistenti tra le esigenze dello sviluppo e quelle delle migliori condizioni di vita
non sono facilmente risolvibili.
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