visualizza appunto - appunti scuola superiore

annuncio pubblicitario
www.aliceappunti.altervista.org
LA VISIONE DELLA STORIA NEL ROMANTICISMO ED
ILLUMINISMO
Illuminismo e Romanticismo sono due correnti letterarie e filosofiche molto differenti nei
contenuti come nei principi.
In questa sede se ne analizzeranno le differenze unicamente per quanto concerne LA
VISIONE DELLA STORIA.
Per gli Illuministi la storia è opera dell’uomo (per Kant, inoltre, essa ha come fine la
MORALITA’) ed il progresso è POSSIBILE.
L’illuminismo rifiuta inoltre il passato, a meno che esso non rispecchi i canoni della
ragione, e si considera vertice del progresso umano, che è proporzionale alla ragione
stessa. Le tappe precedenti alla sua epoca sono invece LACUNOSE.
I Romantici hanno invece una concezione NECESSARIA della storia. La storia va
accettata come ogni momento della vita umana: essa è un processo naturale di cui ogni
momento è irrinunciabile ed ha ragion d’essere.
Nessun momento è paragonabile: è un tassello di un quadro generale senza il quale il
esso stesso non si sarebbe realizzato.
I momenti illogici collegano Dio all’uomo, poiché FORMA INTUITIVA DI CONOSCENZA.
Esiste poi un INDIVIDUO STORICO, che è il POPOLO. Il SUO SPIRITO è la CIVILTA’.
Tante civiltà formano lo spirito del mondo, il quale è eterogeneo.
Nasce così lo STORICISMO, una concezione opposta all’illuminismo secondo cui la storia
è opera della provvidenza (identificata con Dio o con un principio immanente) ed è
NECESSARIA. La REALTA’ UNIFICATRICE DELLA STORIA è sempre razionale, ma con
dimensioni diverse e specifiche forme di potere).
CARATTERISTICHE DEL ROMANTICISMO IN FILOSOFIA
Il Romanticismo consiste in un dissidio interiore verso qualcosa che sfugge. Esso
comporta perciò una PERENNE INSODDISFAZIONE.
“Romantico è un modo di sentire impressionabile, irritabile, reattivo”.
C’è un termine preciso che caratterizza questo modo di essere: SEHNSUCHT, che
significa “nostalgia”, ma anche “ansia” e “desiderio”.
SUCHT ha anche una stretta correlazione con il verbo “cercare”.
L’oggetto di questa ricerca è l’ASSOLUTO, e richiama il TENDERE (“streben”) all’infinito.
Questa ricerca può venir acquietata con l’ARTE e la RELIGIONE o con la FILOSOFIA. Ma
ciò appaga per poco e può portare all’IRONIA e al SUICIDIO.
Con il Romanticismo si vuole cogliere la relazione tra FINITO ed INFINITO, del quale il
finito è manifestazione. Si comincia ben presto a pensare che la conoscenza dell’infinito
non sia possibile, poiché finiti sono i mezzi dell’uomo. Nasce quindi l’IRONIA, che
esprime l’insufficienza dell’uomo. E’ un atteggiamento che suscita contraddizione nel
desiderio umano di assoluto e la sua irraggiungibilità. Si riabilita quindi l’IRRAZIONALE.
Allo stesso modo viene recuperata dai romantici anche la NATURA, nella sua concezione
PLATONICO-RINASCIMENTALE, in particolare BRUNINANA.
Nella natura ci sono infatti le basi per la creazione dello spirito. L’uomo ne è parte
integrante, quindi, avvertendo questo senso di appartenenza, si avvicina sia al
PANTHEISMO che alla TRASCENDENZA.
Nei secoli è infatti venuto meno il legame UOMO-NATURA greco. L’età classica dovrà
quindi essere ripresa con NOSTALGIA.
Il rapporto con il tutto potrà rinascere solo con la RELIGIONE.
Hölderlin dirà che “essere uno con il tutto, questo è il vivere degli dei; questo è il cielo per
l'uomo”.
Tale visione viene colta solo dal GENIO.
A Jena si costituisce pertanto il primo circolo romantico, con i fratelli Schlegel.
Nel 1797 viene fondata la rivista ATHENAUM, che sintetizza il movimento romantico.
Nel 1808 Friedrich Schlegel si converte al cattolicesimo per cercare, con la religione,
l’assoluto. Oltretutto essa è un sapere IMMEDIATO.
Nasce quindi il TITANISMO, la ribellione dell’uomo alla sua condizione, ed il SUICIDIO è
l’emblema dell’atto eroico. Di qui il mito dell’EVASIONE e dell’ECCEZIONALE (nel
SOGNO).
Accanto a questo Romanticismo ne esiste anche un altro, definito NERO. E’ il
Romanticismo macabro.
Nel “Kubla Khan” di Coleridge, scritto sotto l’effetto dell’oppio, si narra dunque di un
paese misterioso con un palazzo pieno di abissi, cioè l’animo.
Importante è la FIGURA DEL VIANDANTE (diverso dal viaggiatore-esploratore illuminista)
che fugge non si sa cosa. Esso cerca il legame con la natura fuggendo le convenzioni.
(QUESTO TESTO E' STATO INVIATO E PUBBLICATO ANCHE NELLA SEZIONE APPUNTI
DEL SITO "SKUOLA.NET").
www.aliceappunti.altervista.org
Scarica