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SPETTACOLI
MERCOLEDÌ 6 APRILE 2011 GIORNALE DI BRESCIA
Aref in musica
Omaggio a Maderna
con Boccadoro-Negri
BRESCIA Stasera,alle 20.30,allo Spazio Aref (in piazza Loggia 11/f) per la
rassegna «Aref in Musica» il maestro
Carlo Boccadoro tiene una conferenza su Bruno Maderna, con la collaborazionedel violinista brescianoRaffaello Negri.
BrunoMaderna (Venezia1920-Darmstadt 1973), compositore e direttore
d’orchestra, è una delle personalità
musicali più importanti della seconda metà del Novecento. Talento precocissimo,siavvicinòal serialismopostweberiano, che diffuse in Italia, ed
influenzò colleghi più giovani, come
Luciano Berio ed il suo allievo Luigi
Nono.
Tra i capolavori di Maderna possono
essere annoverati i 3 Concerti per
oboe e orchestra, l’opera dodecafonica «Don Perlimplin» e molte pagine
orchestrali («Aura», «Quadrivium»).
L’ingressoè libero, fino ad esaurimento posti; è consigliata la prenotazione
(030.3752369,333.3499545;www.arefbrescia.it; www.aref2011.com; info@
aref-brescia.it).
f. c.
In scena
Ganz-Germano, Con Gamba
devoto rispetto futuro sinistro
ma... attuale
per i Terzani
PRIMA VISIONE
Da sinistra: Gigio Alberti e Mario Sala sono Vladimiro e Estragone nel dramma di Samuel Beckett «Aspettando Godot»
Teatro La solitudine dell’uomo
nel Beckett di Aspettando Godot
Gigio Alberti tra i protagonisti del dramma simbolo della modernità
in scena stasera e domani al Sociale per la rassegna «Altri Percorsi»
BRESCIA Il teatro dell’assurdo approda alla rassegna «Altri percorsi» con
«Aspettando Godot» di Samuel Beckett,
stasera e domani alle 20.30 al Teatro Sociale, via Cavallotti 20, in città. Prodotto
da Teatro Out Off - Teatro Stabile di Innovazione, il testo è proposto nella traduzione di Carlo Fruttero, regia di Lorenzo
Loris. Scene di Daniela Giardinazzi, costumi di Nicoletta Ceccolini, consulenza
musicale Andrea Mormina, disegno video Dimitris Statiris e Fabio Cinicola, luci di Luca Siola. In scena Gigio Alberti,
Mario Sala, Giorgio Minneci, Alessandro
Tedeschi e Davide Giacometti.
Dopo l’apprezzata messa in scena di «Finale di partita» nel 2003, Lorenzo Loris si
misura con il capolavoro beckettiano, attrezzandosi, si legge nelle note di presentazione, «a restituire il testo nella sua potente e devastante forza teatrale», cercando - come il regista stesso afferma - «dentro le regole che Beckett impone», la libertà della propria interpretazione.
Due uomini vestiti come vagabondi,
Estragone (Mario Sala) e Vladimiro (Gigio Alberti), si trovano sotto un albero in
una strada di campagna. Un certo Godot
ha dato loro appuntamento, ma senza
precisare giorno, luogo e orario. I due
non sanno neanche esattamente chi sia
questo Godot, ma credono di poter rimediare qualcosa di caldo da mangiare e un
letto dove dormire all’asciutto. Mentre
attendono, passa una strana coppia di
personaggi: Pozzo (Giorgio Minneci), un
proprietario terriero, e il suo servitore
Lucky (Alessandro Tedeschi), tenuto al
guinzaglio dal primo. Estragone e Vladimiro sono incuriositi dall’istrionismo
del padrone e spaventati dalla misera
condizione del servo. Pozzo e Lucky riprendono il loro cammino. Intanto è calata la sera e Godot non si è fatto vivo.
Arriva però un ragazzo che riferisce loro
che il signor Godot non può venire. Arriverà sicuramente domani. I due prendono in considerazione l’idea di suicidarsi,
ma rinunciano. Poi pensano di andarsene, ma restano. Attendono pazientemente sotto l’albero l’arrivo di Godot. Passano di nuovo Lucky e Pozzo, che nel frattempo è diventato cieco. Sull’albero sono spuntate due o tre foglie. Pozzo e
Lucky se ne vanno. Arriva il messaggero
a dire che Godot anche stasera non potrà venire, ma verrà sicuramente domani.
Beckett racconta la solitudine dell’uomo
moderno, che si trova ad affrontare la
perdita di Dio in una condizione di rassegnazione, impotenza e ignoranza incolmabili, e senza avere modo di comunicare con qualcuno. «Aspettando Godot» è
stato rappresentato per la prima volta a
Parigi nel 1953 e nel ’69 Beckett ebbe il
Premio Nobel per la letteratura.
Biglietti: platea 18 €; galleria centrale 13
€; galleria laterale 12 €. I biglietti si possono acquistare al Sociale (030.2808600)
oggi e domani dalle 16 alle 19 e mezz’ora
prima dell’inizio; alla Libreria Tarantola,
c. Zanardelli (Ticket Point: 9.15-12.15;
15.30-19) e nei punti vendita (o on line)
Greenticket/Helloticket. Informazioni:
030.2928611/617. Lo spettacolo dura 2
ore, con intervallo. La rassegna «Altri Percorsi» ha il sostegno di Regione Lombardia - Circuiti Teatrali Lombardi, Provincia e Comune di Brescia, Fondazione Cariplo e Fondazione Asm Gruppo A2A.
■ «La fine è il mio inizio» edizione Longanesi 2006, lungo colloquio di quattro mesi
tra papà Tiziano Terzani, giornalista viaggiatore globetrotter filosofo ormai malato terminale, e figlio Folco, cui raccontare il grande viaggio della
vita prima che il «cerchio» si
chiuda - nel 2007 l’avevano interpretato a teatro Mario Maranzana e Roberto Andreoli.
Ora, per il grande schermo,
ambientandolo nello stesso
paesaggio tosco-appenninico
di Orsigna, lo ripropone il tedesco Jo Baier, con due interpreti di forte intensità e devoto rispetto dei ruoli, Bruno
Ganz, tutto dentro umanità e
spiritualità di Tiziano, barba
lunga, bianca tunica da santone, e Elio Germano, sensibile
e attento Folco intimamente
vibratile tra ammirazione di
papà esploratore dell’anima
prima ancora che del mondo
evolontà di esserese stesso, diverso, e tra loro, di quinta, trepide su Tiziano, l’austriaca
Erika Pluhar mamma Angela
e Andrea Osvart figlia Saskia.
Tra letto e cucina, soste all’apertoe quattro passi nel bosco sino a cime montane sopra le nubi, pur nella sospensione su un limite di morte cui
«lasciare il corpo» per librarsi
nell’infinito, Tiziano racconta
argutamente di sé, sempre
aneddoticonel privato deisentimenti, incontro con Angela
ma anchevolo di una coccinella, e nell’assillo avventuroso,
Cina, Vietnam, Cambogia,
Giappone, Thailandia sino all’eremitaggio sull’Himalaya.
Ma non c’è un solo flashback,
tutto è lasciato all’incrocio di
parole, sguardi, risate, silenzi,
in una scansione ritmica dove
l’inquadratura mai disturba
profondità di pensiero e, di riscontro, emotività e commozione dello spettatore.
Alberto Pesce
LA FINE È IL MIO INIZIO
Regia: Jo Baier
con: Bruno Ganz, Elio Germano,
Erika Pluhar, Andrea Osvart
BRESCIA «Se là fuori rimarranno senza risorse sarà un
guaio... assalteranno centri
commerciali e vicini di casa...
torneremo al Medio Evo».
Questi gli scenari futuristici
che ci raccontano Intensità,
Tensionee Resistenza,tre personaggi che lavorano in segreto nei sotterranei della centrale elettrica di una fantomatica
«Compagnia». I loro esperimenti giocano con la vita di
molte persone: mentre Intensità e Tensione sono assuefatti alle conseguenze del loro lavoro, apprezzandone i guadagni,il giovane edidealistaResistenza vorrebbe fermarne i
meccanismi perversi.
Parliamo di «Ohminidi», nuovo spettacolo dell’autore e registabrescianoGiacomoGamba, che dipinge un mondo futuristico sinistramente attuale. Tratto da un testo del 2007
(con la produzione del drammaturgo nella raccolta «Teatro» di Starrylink), la pièce, da
noi vista in anteprima, debutterà sabato 9, alle 21, all’Associazione Movente in viale Europa 47-49 a Concesio. Biglietti a 8 €. Info 333.2804537.
In scena, credibili ed efficaci,
gli attori Silvia Gardenghi,Tullio Mongodi ed Ettore Oldi.
Sulpalco poche parolescandite da azioni, nello stile a cui ci
haabituatoGamba,anchevincitore di festival internazionalie notosoprattuttoper ilpluripremiato «Sgorbypark». Qui
tuttavia i violenti scontri-incontri fisici e verbali si sublimano in un’intelligente ironia
sottilee surreale,che trova nella ripetizione ossessiva dei gesti (Intensità si versa di continuo caffè; Tensione aggiusta
marchingegni...) e delle parole, nel bianco uniforme di caschi, calzamaglie, volti (tranne le occhiaie, nere di trucco),
nella scenografia (che ricicla
con sapienza oggetti comuni),
il leitmotiv di un teatro maturo e spiazzante, che smaschera gli ipocriti meccanismi senza tempo dei poteri autoritari.
Simone Tonelli
Jazz Franco Cerri, una chitarra «confidenziale»
Presenta al JazzOnLive il dvd registrato proprio nel club. In arrivo poi Pete Levin e Girotto
Franco Cerri, che stasera sarà al JazzOnLive
BRESCIA La sua è una chitarra
«confidenziale». Che sa raccontare,
tra un accordoe l’altro, storie di musicale bellezza. Che respira e accarezza, come si faceva una volta. Ai
tempi di un jazz, per certi versi, più
umano. E accessibile.
Franco Cerri torna stasera... sul luogo del dvd, al JazzOnLive di via Genova 76 in città, per presentare la
versione videodel concerto registrato (per la serie «A night at JazzOnLive») nell’aprile 2009 sul palco del
music club bresciano (inizio dello
spettacolo alle 21.30. Ingresso gra-
tuito con tessera Jol. A tutti coloro
che ceneranno nel locale, sarà regalato il dvd. Info: 3477986100).
A capo del suo organ trio, completato da Alberto Gurrisi (hammond) e
Guido Tononi (batteria e vibrandoneon), l’85enne Cerri - uno dei padri nobili delle note blu del Belpaese - si muoverà su strade per lui abituali, ridisegnando da par suo standard rubati all’epoca aurea, ma facendo anche visita a illustri musicanti italiani (Domenico Modugno)
o del panorama pop internazionale. Uno spettacolo da assaporare
coi tempi giusti, godendosi uno dei
maestri della sei corde.
Franco Cerri lancerà la volata all’ultimo mese della programmazione
«invernale» del JazzOnLive, che ha
in serbo molte altre sorprese per i
jazzfan.Tra i «nomichecontano» sono da segnalare l’organista Pete Levin (di scena il 15 aprile con un trio
che può vantare Lenny White alla
batteria e Dave Stryker alla chitarra)
e anche il saxofonista argentino Javier Girotto, che il 29 aprile suonerà
in duo con il pianista-bandoneonista Gianni Iorio. Uno spettacolo in
bilico tra Italia e Sudamerica, basato sulla capacità di comunicare dei
due musicisti.
Se non vi basta, in cartellone ci sono
anche la Don Diego Band (mercoledì 13 aprile), i «3i0»(Richard Maggioni al piano, Juan Manuel Moretti al
contrabbasso e Matteo Giordani alla batteria, in programma il 10 aprile) e altri ancora.
Per il resto si vedrà. Non si sa ancora
se la musica smetterà... di circolare
al Jol durante il periodo estivo o se,
al contrario, ci farà compagnia per
qualche altro mese.
ramp