ANFIBI

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ANFIBI
CHI SONO GLI ANFIBI?
Gli anfibi sono animali vertebrati che vivevano esclusivamente in acqua, poi col passare del tempo
si sono evoluti ed hanno cominciato a vivere anche sulla terraferma. Sebbene ora vivano anche sulla
terra ferma, sono sempre legati all’acqua, infatti non possono farne a meno nel periodo degli amori e
della deposizione delle uova.
LE ORIGINI E LA STORIA
Alcuni resti fossili trovati in Groenlandia mostrano che intorno a
350 milioni di anni fa, esistevano pesci ossei dotati di quattro
zampe. In seguito la loro colonna vertebrale divenne abbastanza
robusta da sostenere il peso del corpo anche fuori dall’acqua. I
primi organismi che hanno lasciato l’acqua per vivere sulla terra
ferma hanno però incontrato numerose difficolta:
-SPOSTARSI SENZA LE PINNE
-LA RESPIRAZIONE SENZA BRANCHIE
-LA TEMPERATURA DELL’AMBIENTE MAGGIORE POTEVA
DANNEGGIARE LA LORO PELLE E LE LORO UOVA PRIVE DI
GUSCIO.
Probabilmente i primi quadrupedi che si avventurarono sulla terra
ferma lo fecero per sfuggire ai loro predatori acquatici e per nutrirsi
di invertebrati terrestri.
GLI ANFIBI NEL MONDO
Gli anfibi presentano gravi problemi di conservazione a livello globale poiché centinaia di specie
mostrano un forte declino anche all’interno di aree protette e apparentemente indisturbate. Secondo
la World Conservation Union, il 25% delle specie conosciute rientra in una delle categorie vulnerabile
in pericolo di estinzione.
RIPRODUZIONE
La maggior parte degli anfibi presenta una parte larvale, legata all’ambiente acquatico e una fase
adulta legata alla terra ferma. Per esempio, gli adulti di alcune specie di salamandre, sono
prevalentemente terrestri ma si recano in acqua nel periodo riproduttivo per deporvi le uova. Gli
anfibi si riproducono sessualmente con fecondazione esterna (ovipari): ogni rana, ad esempio,
depone le uova nell’acqua. Ogni volta ne produce circa un migliaio che sono avvolte in uno strato
protettivo gelatinoso.
CURIOSITÀ … IL PARTO PIÙ STRANO
Il Rheobatrachus Silus è una rana che inghiotte le uova e fa sviluppare i piccoli nel suo stomaco.
Dopo 6/7 mesi, i piccoli cresciuti escono dalla bocca della mamma. Questo stranissimo modo di
partorire viene chiamato “gestazione gastrica” e nel periodo in cui i girini si trovano nello stomaco, la
madre non produce nemmeno i succhi acidi che servono solitamente per digerire, proprio per non far
del male ai suoi piccoli.
STRATEGIE PER VIVERE
Le diverse specie di anfibi frequentano diversi tipi di habitat
e sono attive in diversi momenti del giorno. Ad esempio le
raganelle vivono sulle foglie delle piante erbacee, o sui
rami di arbusti e alberi, in attesa di piccoli ragni e insetti.
Numerose specie di raganelle possono convivere
distribuendosi a diverse altezze sulla stessa pianta. Alcune
sono attive di giorno, altre di notte. Alcuni anfibi depongono
le uova in acqua e poi sono abbandonate a se stesse.
Esistono numerose specie che preparano i nidi di fango o
di schiuma in cui si svilupperanno i girini.
I tritoni depongono le uova sulle foglie delle piante
acquatiche. La femmina sistema ciascun uovo sotto una
foglia appositamente ripiegata verso il fusto, in modo che
siano nascoste alla vista dei predatori.
Alcune specie hanno tagliato ogni rapporto con l’ambiente
acquatico, come i Geotritoni, che depongono le uova nel
terreno umido, fra le fessure delle rocce o nelle grotte. In
questi casi, le uova sono pochissime e vengono accudite
dalla femmina.
PELLE NUDA E UOVA SENZA GUSCIO
Tutti gli anfibi hanno in comune la pelle nuda, cioè priva di peli o di strutture protettive cornee, che
invece troviamo nelle altre classi di vertebrati. La difesa è affidata soprattutto alle sostanze prodotte
dalla pelle stessa, mantenuta umida da un velo di muco. Ciò rende l’animale molto viscido, capace
quindi di svincolarsi facilmente quando viene afferrato da un predatore. La pelle sottile degli anfibi
permette inoltre all’ossigeno di penetrare attraverso i pori quando si trovano nell’acqua. In questo
modo pur essendo provviste di polmoni, possono trascorrere lunghi periodi di tempo sul fondo degli
stagni e dei torrenti. Le uova degli anfibi, deposte in acqua, sono prive si un guscio protettivo,
l’embrione è protetto da una sottile membrana trasparente.
COLORI E VELENI
Molte specie di anfibi producono veleni assai potenti, o
sostanze che scoraggiano i predatori. Le ghiandole
paratotidi, poste dorsalmente ai lati del collo, nei rospi e
nelle salamandre, secernono un veleno così forte, e
dall’aspetto lentigginoso, che ha un effetto irritante sulle
mucose boccali dei mammiferi che cercano di morderli.
Ovviamente non impedisce ad alcuni predatori di
predarsi di essi: è il caso degli aironi e delle bisce, a cui
il veleno non nuoce e se ne possono cibare. Molto
spesso gli anfibi velenosi sfoggiano livree formate
dall’accostamento di colori vivaci (combinazioni di:
giallo, arancione, rosso, nero) che hanno una funzione
di avvertimento: i predatori non specializzati, imparano
così a riconoscere gli anfibi velenosi, ed evitano di
ferirli inutilmente. È il caso delle salamandre pezzate
(nere a macchie gialle) o di molte altre raganelle
tropicali. Pochi millimetri cubici del loro veleno possono
essere mortali anche per l’uomo se vengono iniettati
nel sangue e comunque creano grossi fastidi se messi
a contatto con l’occhio o con altre mucose. Non fatevi
ingannare dall’aspetto e dal colore, perché queste rane
hanno la pelle molto velenosa. Dal loro dorso trasuda
una neurotossina, che ogni rana produce a sufficienza
da uccidere 10 persone. Queste rane velenose le
possiamo trovare nel Sud America o nelle foreste
tropicali del Costarica e del Brasile.
IL ROSPO PIU' TERRIBILE
Molti tipi di rospo sono velenosi, ma il più
velenoso è il Rospo delle Canne.
Quando si sente minacciato si gonfia e fa uscire
una sostanza micidiale dalle ghiandole che
stanno dietro ai suoi occhi.
In casi eccezionali, riesce a spruzzare il nemico
col suo veleno anche a 1 metro di distanza.
Qualsiasi animale che mangi questo rospo
muore: anche alcuni indios del Perù sono morti
dopo aver mangiato una zuppa fatta con le sue
uova.
IL SISTEMA ORGANICO
Tutti gli anfibi sono predatori e si nutrono di vegetali e di piccoli invertebrati che inghiottiscono
interi. Privi di denti adatti a masticare e a sbranare, gli anfibi devono fare riferimento solo a piccoli
denti che hanno la funzione di trattenere la preda. Sono poi dotati di uno stomaco a forma di
sacco, dell’intestino lungo e spiralato nelle specie erbivore, più corto invece, in quelle carnivore,
che sbocca in una cloaca. Sono poi dotati di un primitivo polmone ed apparato circolatorio.
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