Sintomi - docvadis

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COLON IRRITABILE: LA DIETA E ALTRI FATTORI SCATENANTI
Il colon irritabile, detto anche colite spastica, non è una vera malattia
organica ma rappresenta una sindrome funzionale con disturbi
intestinali di diversa natura, spesso scatenati da fattori di stress e ansia,
alimentazione e stile di vita non corretti. Le donne sembrano essere più
colpite con un rapporto di 2 a 1 rispetto ai maschi. Certamente lo stile di
vita frenetico spiega l’ aumento del numero dei soggetti che oggi ne
soffrono sempre di più.
Sintomi
I sintomi più frequenti sono:
Dolore o fastidio addominale,
gonfiore addominale,
flatulenza ed eruttazione,
nausea,
irregolarità del transito intestinale con:
stipsi,
diarrea,
alternanza di stipsi e diarrea.
Altri disturbi secondari possono essere:
Mal di testa,
stanchezza,
difficoltà di concentrazione.
Spesso i sintomi possono presentarsi dopo i pasti e scomparire con la
defecazione.
Evoluzione
Il colon irritabile ha un andamento ciclico con fasi di acuzie e di quiescenza
senza disturbi di rilievo e, comunque, presenta un decorso benigno senza
complicanze pericolose per la salute; solo in caso di stitichezza ostinata, per lo
sforzo prolungato durante l’evacuazione, può presentarsi la possibilità di
formazione di diverticoli del colon, emorroidi e ragadi.
Fattori scatenanti
Ancora oggi sono dibattute le vere cause che possono scatenare la sindrome
dell’ intestino irritabile rendendolo più sensibile a stimoli normali. Diverse
sono comunque le condizioni a rischio.
Lo stress e la fretta
In molti casi si ha un notevole aumento della sintomatologia in relazione ad
eventi stressanti . Lo stress, comunque, può solo aggravare i sintomi , non
causarli. Accompagnato spesso da ansia ed agitazione, lo stress è responsabile
di un’ esagerata risposta intestinale con un’ ipersensibilità dei recettori nervosi
presenti
nelle pareti dell’ intestino che trasforma
sensazioni dolorose. In altre parole, i muscoli
gli stimoli normali in
dell’organo perdono la
fisiologica coordinazione necessaria per un regolare transito dei cibi digeriti: le
contrazioni diventano più lunghe ed energiche con produzione di gas nell’
intestino che provoca gonfiore dell’ addome e crampi dolorosi. Il transito delle
feci può essere pertanto rallentato per cui queste diventano dure ed asciutte
(stipsi), oppure può diventare più lento con feci meno formate e più liquide
(diarrea).
Gli alimenti da evitare e le intolleranze alimentari
Alcuni alimenti possono scatenare la sintomatologia e si tratta soprattutto di
quelli che producono gas intestinali. Alimenti a rischio possono essere
considerati i seguenti: legumi, patate, latte e derivati, soprattutto se esiste
intolleranza al lattosio, cipolle , cavoletti di Bruxelles, cavoli, spinaci, pesche,
albicocche, prugne, uva passa, pizza per la contemporanea presenza di pasta e
mozzarella, dolci e marmellate, spezie, gomme da masticare, cioccolato,
caramelle, cibi grassi, caffè, tè, bibite gassate, vino ed alcolici.
Enteriti batteriche e uso indiscriminato di antibiotici
Inoltre, può essere chiamata in causa l’ infiammazione della mucosa
intestinale che permane dopo episodi di enteriti batteriche, come pure l’uso
incontrollato di antibiotici con conseguente distruzione della normale flora
batterica dell’ intestino.
Diagnosi
La diagnosi è basata soprattutto sull’ analisi accurata dei disturbi e dei sintomi
riferiti dal paziente e solo quando il medico lo riterrà opportuno si potranno
richiedere
eventuali
esami,
di
laboratorio
e
strumentali,
per
un
approfondimento diagnostico e l’esclusione di altre malattie. Verranno così
suggeriti esami quali il clisma opaco a doppio contrasto, la colonscopia, il
Breath test per escludere la presenza di Helicobacter Pylori, gli esami per la
Celiachia e quelli per la ricerca di parassiti intestinali.
L’importanza dello stile di vita
Per ridurre i disturbi della colite spastica bisogna allora fare più attenzione alle
abitudini di vita, comprese quelle alimentari.
Alcune buone abitudini possono migliorare la qualità della vita:
 Abituarsi alla puntualità nella defecazione;
 regolarità degli orari e assunzione frazionata dei pasti giornalieri;
 dare preferenza a piatti semplici, poco elaborati e a cibi freschi;
 adeguato apporto di acqua (almeno 1,5-2 litri al giorno);
 assunzione adeguata di frutta e verdura, evitando quelle a rischio;
 abituarsi a mangiare con calma, masticando lentamente;
 rilassarsi per ridurre ansia e stress;
 l’ attività fisica quotidiana migliora la funzionalità dell’intestino in
quanto l’esercizio fisico moderato, senza sforzi eccessivi, contribuisce di
certo a migliorare il tono muscolare, fondamentale per un transito
intestinale coordinato, senza dolore o fastidio addominale.
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