Come costruire i lavori verdi

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Come costruire i lavori verdi
Come costruire i lavori verdi
Serena Rugiero
L'economia sostenibile cambia il lavoro vecchio e introduce mestieri nuovi: i risultati di uno studio
Ires sulla formazione di nuove figure professionali
Quest'articolo sintetizza i risultati di uno studio sullo sviluppo di nuove figure professionali (green
job) e dei relativi fabbisogni formativi connessi alla crescita delle energie rinnovabili contenuto nel
Rapporto di Ricerca Ires: S. Rugiero, S. Notargiovanni (a cura di), Lotta ai cambiamenti climatici e
fonti rinnovabili: gli investimenti, le ricadute occupazionali e le nuove professionalità, 2010, in
corso di pubblicazione
http://www.ires.it/files/Rapp_IRESFONTI%20RINNOVABILI_23mar2010.pdf
(in allegato pdf)
L’analisi
mostradell’impatto
come la promozione
della nuova
delle
politica energetica europea 1
fonti di energia rinnovabile (Fer) possa offrire concrete opportunità di crescita industriale,
avviando nuove attività che creano posti di lavoro e promuovendo la competitività dell’economia
nazionale attraverso l’utilizzo ecologicamente orientato delle risorse naturali.
Lo sviluppo della
green economy può infatti contribuire alla ripresa delle attività produttive e contrastare il calo
dell’occupazione, attraverso un “pacchetto di stimolo economico” in cui l’innovazione
costituisce il vero e proprio motore della ripresa economica. In questo quadro le fonti rinnovabili si
pongono come fattori portanti della riconversione in chiave sostenibile dei processi produttivi e
delle attività lavorative.
Per cogliere i possibili benefici che derivano dalla crescita delle fonti di energia rinnovabile è però
necessario invertire velocemente la rotta seguita finora nel nostro paese e investire fortemente in
ricerca, innovazione tecnologica e formazione a sostegno della costruzione dei nuovi profili
lavorativi chiamati ad operare all’interno dei settori delle
new green technologies.
La riqualificazione delle strutture produttive legata alle tecnologie verdi ha infatti profonde
implicazioni sulle attività lavorative, in termini di richiesta di nuove competenze, conoscenze e
abilità, fino al delinearsi di nuovi profili professionali che non godono ancora di un preciso
inquadramento nel sistema di classificazione ufficiale delle professioni.
Molte delle figure lavorative emergenti nel campo delle fonti rinnovabili possono essere
considerate come il frutto di processi di riqualificazione del lavoro tradizionale attraverso
l’acquisizione di nuovi
green skills, e si possono perciò collocare lungo un
continuum che va da una riconfigurazione minima del profilo classico fino alla transizione ad una
vera e propria nuova occupazione, sulla base delle seguenti ipotesi relative all’impatto sulle
professioni delle tecnologie rinnovabili. Secondo la prima ipotesi non si producono mutamenti
sostanziali nell’attività lavorativa e nei requisiti richiesti al lavoratore (i
tasks non cambiano), per cui i nuovi
green skills si configurano come supplementari: essi potrebbero aumentare l’occupabilità dei
lavoratori tradizionali. La seconda ipotesi prevede che si verifichino cambiamenti significativi nel
lavoro e nei requisiti richiesti al lavoratore (i
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tasks sono diversi). I nuovi
green skills sono necessari per il mantenimento del posto nell’occupazione tradizionale: essi
diventano un requisito per l’impiego. Vi è infine l’ipotesi secondo la quale i
nuovi
green skills
determinano la transizione a nuovi lavori, portando ad un’occupazione completamente nuova:
sono le professioni verdi emergenti.
Nell’ambito delle opportunità di impiego create dalle Fer si distinguono tre gruppi di figure
professionali che possono trarne vantaggio: un gruppo di professioni che ne beneficiano
indirettamente, svolgendo lavori che non implicano un contatto diretto con le
new green technologies e non richiedono, quindi, l’acquisizione di nuove competenze (è il caso,
ad esempio, della figura del contabile che lavora nell’azienda dove si produce energia
rinnovabile); un gruppo di figure professionali provenienti da settori in crisi, che possono godere
di una condizione di “rivitalizzazione” generata dalla fase di sviluppo delle tecnologie verdi (si
pensi al caso dei lavoratori del manifatturiero, per i quali si può verificare un incremento della
richiesta di forza lavoro qualificata per far fronte alla accresciuta domanda, ad esempio, di turbine
eoliche); un gruppo di professioni che lavorano direttamente a contatto con le nuove tecnologie
rinnovabili e che per questo hanno bisogno di nuove qualifiche e di aggiornamento (si pensi al
tecnico installatore del solare), configurandosi propriamente in termini di “occupazioni verdi
emergenti”.
Il settore delle fonti rinnovabili, in rapida e continua evoluzione, determina una crescente
domanda specialistica e la necessità di un costante adattamento dei set di competenze sul piano
tecnico; ma, al contempo, la natura stessa di queste tecnologie induce, per altri versi, ad
acquisire valori e sensibilità di carattere più sistemico e trasversale, che contraddistinguono i vari
profili professionali che operano nel campo delle energie rinnovabili e che si possono sintetizzare
in: a) una “visione sistemica”: la capacità di capire il sistema Fer nel suo complesso, dal quadro
normativo a quello tecnologico; b) una “visione socio-relazionale”: la capacità di relazionarsi e
comunicare efficacemente con i vari attori coinvolti nei processi di sviluppo delle energie
rinnovabili con i quali si è chiamati a confrontarsi (le comunità locali, gli
stakeholders, le autorità locali, il cliente), sviluppando abilità relazionali, comunicative e cognitive;
c) una “visione innovativa”: la capacità di leggere l’innovazione a partire da quella tecnologica
e di cogliere la dinamicità di un settore sempre incline al cambiamento, attraverso una vera e
propria apertura mentale verso nuove idee e processi.
In definitiva, a fronte delle trasformazioni indotte dallo sviluppo delle FER nei modelli organizzativi
della produzione e del lavoro appare di centrale importanza la realizzazione di programmi di
formazione adeguati a sostenere la crescita dei profili che stanno emergendo nel campo delle
rinnovabili, rispondendo tanto all’esigenza di un’ulteriore professionalizzazione delle figure già
consolidate, quanto a quella di definire competenze e funzioni dei nuovi soggetti del “lavoro
verde” in questo settore. Tali interventi dovrebbero pertanto essere finalizzati, da una parte, alla
riqualificazione delle figure professionali e, quindi, alla creazione di nuove competenze; e,
dall’altra, alla loro riconversione, e, quindi, alla creazione di nuovi profili.
È inoltre opportuno che le politiche formative siano dedicate sia all’orientamento professionale
degli inattivi, ovvero all’inserimento lavorativo dei giovani, che alle esigenze di chi già lavora e si
trova a dover affrontare nuove domande provenienti dai processi di innovazione tecnologica o a
coloro i quali, provenendo da settori in crisi, potrebbero beneficiare di un processo di
ricapitalizzazione nei comparti delle energie rinnovabili.
In tal senso è fondamentale che si attui uno sforzo di coordinamento degli interventi di formazione
in modo funzionale alle politiche volte a promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili e allo
scambio tra istruzione e mercato del lavoro e tra sistema formativo e mondo produttivo.
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1 Il 16 dicembre del 2008 il Consiglio europeo ha reso vincolante il Pacchetto clima-energia volto
a conseguire gli obiettivi in campo energetico che l’Unione europea si è data per l’anno 2020: di
ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra; di portare al 20% il risparmio energetico; di
aumentare al 20% la quota di energie da fonti rinnovabili. Il
Pacchetto Clima-Energia 20-20-20 è stato successivamente tradotto nella direttiva 2009/28/CE
approvata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Europeo il 23 aprile 2009.
Sì
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