Prima fase della guerra:l`asse all`attacco(capitolo 1)

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Tesina di Storia
Gabriele Russo
Prima fase della guerra:l’asse all’attacco
Il 1° Settembre del 1939 Hitler ordinò l'invasione della Polonia, l’attacco vide l’utilizzo dei Panzer e
della sua flotta aerea.
Il 3 Settembre, il Regno Unito e la Francia dichiararono guerra alla Germania, ma nel frattempo
Hitler, grazie alla guerra lampo, conquistò tutto il territorio polacco con la presa della città di
Varsavia nel Settembre del 1939.
Contemporaneamente, l’Unione Sovietica attaccò la Finlandia, inizialmente cercò di resistere
all'armata sovietica, ma venne sopraffatta. La Germania nel frattempo invase la Danimarca e la
Norvegia dove si assicurò delle basi per attaccare il Regno Unito.
Nel Maggio 1940 i tedeschi conquistarono l’Olanda e il Belgio. In sole 3 settimane arrivarono sul
canale della Manica. Quindi gli alleati organizzarono un'operazione di salvataggio per portare al
sicuro in Regno Unito, 230 mila soldati inglesi e 110 mila tra francesi e belgi.
Intanto i tedeschi sfondarono le difese francesi e arrivarono a Parigi, dove entrarono il 14 giugno.
Philippe Pétain, presidente del consiglio era convinto che la resistenza fosse troppo debole così
Hitler ottenne il 22 giugno la Capitolazione della Francia.
Mussolini, stupito dalla forza dell’armata tedesca, decise di entrare in guerra (10 Giugno 1940)
contro la Francia e il Regno Unito.
Sul piano navale l’Italia subì due importanti sconfitte nelle battaglie di Punta Stilo e di Capo
Teulada da parte degli inglesi, che affermavano la loro supremazia marittima.
Sconfitta la Francia, Hitler voleva un trattato di pace con il Regno Unito, che fu rifiutato da Wiston
Churchill. Il Fuhrer ideò allora il piano leone marino, che prevedeva l’invasione delle isole
britanniche attraverso il canale della Manica. Inizialmente l’attacco tedesco fu molto pesante,ma
il Regno Unito riuscì a respingere l’attacco tedesco.
Da quel momento in poi, Hitler continuò ad attaccare le flotte Inglesi con lo scopo di bloccare i
rifornimenti che giungevano dal Commonwealth e dagli Stati Uniti.
Sul fronte del Mediterraneo l’Italia perse l’Eritrea, la Somalia, l’Etiopia e la Cirenaica, così che la
Germania dovette intervenire in aiuto dell’Italia e riportò l’asse all’attacco.
Il 27 settembre del 1940 Mussolini firmò il patto tripartito con la Germania e il Giappone.
Il 28 ottobre Mussolini attaccò la Grecia senza avvertire Hitler e subì una strenua resistenza da
parte del popolo balcanico dalle armate britanniche.
Quindi, per salvare ancora una volta l’Italia, la Germania fu costretta ad intervenire e assumere il
controllo completo della penisola balcanica.
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Gabriele Russo
Seconda fase:apogeo dell’Asse e intervento americano
Hitler cercò di invadere l’Unione Sovietica, così il 22 Giugno del 1941 scattò l’Operazione
Barbarossa. Le armate tedesche si lanciarono in direzione di Leningrado, Mosca e riuscirono a
penetrare velocemente nei territori sovietici. Ma nei pressi di Mosca le truppe tedesche si
arrestarono, sconfitte dalla lunga campagna e dal freddo russo, così l’armata dovette ripiegare.
In Estremo Oriente il Giappone cercava di estendere il suo controllo nell’Indocina francese, ma,
grazie all’intervento tempestivo del Regno Unito e degli Stati Uniti, furono tagliati i rifornimenti di
materie prime verso Tokyo ed il popolo giapponese dovette retrocedere.
Più tardi, nel dicembre del 1941, il Giappone attaccò la base navale americana di Pearl Harbour
nelle isole Hawaii, distruggendo in poche ore quasi tutta la flotta statunitense. L'America entra in
Guerra.
Nel 1942 le potenze del Patto tripartito raggiunsero la loro massima espansione, il Giappone
minacciava l’India e l’Australia.
In Africa Settentrionale le truppe italo-tedesche comandate da Rommel entrarono in Egitto,
mettendo a rischio i possedimenti inglesi in Medio Oriente.
In Unione Sovietica, Hitler decise di attaccare Stalingrado e i campi petroliferi del Caucaso.
La Germania appariva, dunque, padrona di quasi tutta l’Europa Occidentale.
Svolta e crollo dell’Italia
Se nel 1942, l’asse aveva raggiunto la sua massima potenza, però nei mesi successivi l’alleanza
cominciò una forte e decisa ripresa.
Nel Pacifico, l’attacco Giapponese fu fermato dagli Americani con le battaglie del Mar dei Coralli e
delle isole Midway. Nell’Atlantico gli alleati cominciarono a contrastare i sottomarini tedeschi,
grazie all’uso di nuove bombe e di sonar sofisticati in grado di individuare gli U-Boote nascosti
sotto la superficie, infatti tra il 1943 e 45 furono affondati ben 630 sottomarini tedeschi.
In Africa Settentrionale le truppe italo-tedesche furono attaccate dall'armata inglese e costrette a
capitolare il 13 maggio 1943.
Il 19 Novembre i sovietici accerchiarono le truppe tedesche attorno a Stalingrado e li costrinsero
alla resa nel Gennaio del 1943. Da quel momento in poi la Germania cominciò a ritirarsi.
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Dopo la resa della Germania a Stalingrado Churchill pensò bene di effettuare uno sbarco in Italia
meridionale. Contemporaneamente Roosevelt e Churchill decisero di colpire la Germania
bombardandola a tappeto per indebolirla ed entrare in Italia.
Nella notte fra il 9 e il 10 Luglio del 1943, gli anglo-americani sbarcarono in Sicilia, incontrando una
debole resistenza. Dopo i vari esiti negativi in Grecia ed Africa, lo spirito del popolo italiano non
era più lo stesso nei confronti del regime. Vedevano il Duce come responsabile delle sconfitte.
Nel pomeriggio del 25 luglio, Mussolini fu convocato da Vittorio Emanuele III, che lo invitò a
rassegnare le dimissioni e poi lo fece arrestare, così l’incarico passò nelle mani di Pietro Badoglio.
Questo comportò la chiusura del Partito nazionale fascista.
Con l'annuncio della caduta di Mussolini, il popolo italiano scese in strada e reclamò la fine della
guerra, ma Badoglio annunciò che la guerra continuava, però successivamente venne sottoscritta
l'armistizio con gli alleati il 3 settembre del 1943.
L’8 settembre, dopo la notizia dell’armistizio il paese precipitò nel caos. Badoglio non aveva dato
alcuna istruzione sulla predisposizione delle difese di Roma e della penisola dai tedeschi.
La fuga del re e del governo verso Brindisi, per farsi difendere dagli alleati appena sbarcati, fu vista
come un tradimento. Immediatamente Roma cadde nelle mani dei nazisti.
Dopo l’8 settembre l’Italia era divisa in due parti, i tedeschi a nord e gli alleati al sud, a
settentrione il fascismo risorse nella Repubblica di Salò. Mussolini fu liberato il 12 Settembre 1943
e diede vita alla Repubblica Sociale Italiana (RSI) e al Partito Fascista Repubblicano (PFR)
nell’intento di combattere i traditori e creare una nuova patria. Nel Centro-Nord ci fu una guerra
civile fra italiani.
Intanto al Sud, il governo Badoglio, dichiarò guerra alla Germania. Contemporaneamente era
rinato il Comitato di liberazione Nazionale. Il Cln non collaborò con Badoglio, anzi reclamò
l’abdicazione del re e propose il popolo sovrano. Il leader comunista Palmiro Togliatti riuscì a far
nascere un Governo di Unità Nazionale che costrinse Emanuele III ad abdicare il 4 Giugno 1944.
Nello stesso momento Badoglio si dimise e venne sostituito dal socialista Ivanoe Bonomi
(presidente del Cln).
Dopo l’8 settembre le forze tedesche opposero una strenua resistenza contro gli anglo-americani,
però si videro costretti ad abbandonare Napoli a seguito di una rivolta popolare e si arrestarono
sulla Linea Gustav riuscendo a rallentare le truppe alleate.
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Alla fine di Maggio le armate tedesche furono sconfitte e Roma venne liberata, quindi i tedeschi si
ritirarono sulla Linea Gotica che attraversava gli Appennini, dove avevano resistito solo per
qualche mese. Infine il 28 aprile le forze armate tedesche in Italia si arresero e nello stesso giorno
Mussolini venne giustiziato.
Il contributo della Resistenza europea e italiana
Il duro regime che era stato imposto dal Reich nazista all’Europa aveva suscitato nelle popolazioni
assoggettate un odio contro i tedeschi, che spesso sfociò in moti di ribellione.
In Unione Sovietica l’occupazione tedesca venne respinta dall’esercito e la Resistenza fu un
sostegno di forze civile volontarie.
Al Nord, come in Belgio e Danimarca, prevalse l’istanza patriottica.
In Francia, nel maggio del 1943, De Gaulle guidò la France Libre alla liberazione del paese.
Un caso molto particolare fu in Polonia, occupata dalla Germania e dall'Unione Sovietica, dove nel
febbraio del 1942 l’Armata dell’Interno raggiunse circa 300 mila soldati e organizzò l’anno
successivo l'insurrezione di Varsavia.
In Jugoslavia, nacquero due movimenti di resistenza subito in lotta tra loro, uno filo monarchico
guidato da Mihajlovic, l’altro comunista guidato da Tito. Prevalsero i titini, i quali furono l’unica
Resistenza a contribuire significativamente alla sconfitta delle forze dell’Asse.
In Germania ogni opposizione era stata messa a tacere con la forza e con la manipolazione delle
informazioni, tuttavia i segni della crisi o di ribellione cominciarono a manifestarsi negli studenti
del gruppo della Rosa Bianca di Monaco, scoperto e annientato nel febbraio del 1943. Infine, la
ribellione dei militari, culminata nel fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944.
Dal 9 settembre del 1943, il Comitato di Liberazione Nazionale invitò gli italiani a lottare contro i
tedeschi e i fascisti.
I partigiani in Italia erano 82mila nell’estate del 1944 e circa 200 mila al momento dell’insurrezione
nella primavera del 1945. I partigiani agirono prevalentemente in montagna e nelle campagne,
mentre nelle città operavano piccole formazioni come i Gruppi di Azione Patriottica.
Inizialmente gli Alleati ebbero degli atteggiamenti insicuri nei confronti della Resistenza,
specialmente nei confronti dei comunisti, che aumentavano sempre di più ed erano in continuo
contrasto con formazioni di diverso orientamento. Anche per questo il generale britannico
Alexander invitò i partigiani a sospendere le operazioni su vasta scala. La Resistenza si rifiutò di
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smobilitare, il (Clain) Comitato di Liberazione dell’Alta Italia fu riconosciuto dal governo Bonomi
come suo rappresentante nei territori occupati.
La rivolta che condusse la Resistenza italiana fu una guerra di liberazione contro i tedeschi, una
guerra civile tra italiani ed infine una guerra di classe, i rappresentanti di sinistra ebbero
l’occasione per una rivoluzione dei rapporti sociali.
Verso la fine:il crollo della Germania e del Giappone
A metà del 1943 il conflitto entrava nella sua ultima fase, fu una guerra totale perché tutte la
nazioni utilizzarono tutti i mezzi di distruzioni possibili, dai bombardamenti aerei, ai campi di
concentramento fino alla bomba atomica.
Nonostante i giganteschi sforzi tedeschi di riarmare l’esercito per continuare la guerra, era nulla
perchè la capacità industriale di Stati Uniti,Regno Unito e Unione Sovietica era superiore di tre
volte e mezzo superiore a quella dell’Asse.
Sconfitto il fascismo mussoliniano, la caduta del Reich era ormai vicina e gli Alleati dovevano solo
decidere la strategia migliore per ottenere nella maniera più rapida e conveniente la resa della
Germania.
Alla fine del 1943, Stalin, Roosevelt e Churchill, incontratisi a Teheran pianificarono un nuovo
piano d’attacco (Piano Overlord), così il 6 Giugno 1944 gli Alleati approdarono sulle spiagge della
Normandia. Dopo aver preceduto le mosse di Hitler, gli Alleati riuscirono a penetrare in Germania
grazie a continui bombardamenti Hitler fu costretto a retrocedere ma ordinò una resistenza a
oltranza.
Così, dopo aver accerchiato Hitler, il 25 Agosto fu liberata Parigi e in autunno il Belgio.
Dopo aver sconfitto le truppe tedesche in Italia e Francia, l’armata rossa espulse i tedeschi
dall’Unione Sovietica. La Germania era sul punto di crollare.
Per cercare di ristabilire l’ordine Hitler ordinò due attacchi, che non ebbero risvolto positivo.
Contemporaneamente, gli Alleati discutevano sulla spartizione dei territori una volta finita la
guerra.
Successivamente, nel febbraio 1945, Roosevelt, Churchill e Stalin si incontrarono a Jalta e decisero
una resa incondizionata da parte della Germania e stabilirono per il futuro il suo disarmo e la
divisione del paese in quattro zone.
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La conferenza di Jalta è stata inoltre vista come la nascita della Guerra Fredda tra Stati Uniti e
Unione Sovietica.
Nello stesso anno Hitler decise di resistere a ogni costo e questo porto gli Alleati a dei
bombardamenti a tappeto sul territorio tedesco, l’Unione Sovietica inviò un’armata a Berlino e
successivamente si impossessò della città di Brema e altre città vicine, fino ad arrivare alla
conquista di Vienna.
Hitler non si arrese e continuò a resistere, nominò un suo successore e poi si uccise prima che il
suo impero crollasse, così al generale Donitz non restava che arrendersi agli Alleati e il 9 maggio
del 1945 finirono le ostilità in campo Europeo.
In Estremo Oriente il Giappone era ormai da tempo sulla difensiva e grazie ad una seria di massicci
attacchi gli Stati Uniti riconquistarono i territori dell’Oceano Pacifico.
La flotta nipponica però non si arrese e fece esplodere dei Kamikaze sulle navi americane per
testimoniare la loro volontà di resistere. Fu in questo momento che Harry Truman decise di
utilizzare le bombe atomiche.
Il 6 e il 9 Agosto vennero sganciati due ordigni nucleari sulle rispettive città ci Hiroshima e
Nagasaki, provocando più di 150mila morti e la distruzione delle città. Pochi giorni più tardi
l’imperatore Hirohito firmò il 2 Settembre 1945 la resa senza condizioni . La seconda guerra
mondiale era finita.
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