Nel corso della manifestazione “Il treno nelle Dolomiti”, tenutasi

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CONVEGNO A LONGARONE 12 APRILE 2015
Nel corso della manifestazione “Il treno nelle Dolomiti”, tenutasi domenica scorsa a Longarone,
organizzata dall’Aics di Belluno, si è svolto l’interessante Convegno “L’anello ferroviario delle
Dolomiti. Una grande opportunità”. Un folto pubblico ha gremito la sala che ospitava l’incontro,
dimostrando l’interesse che il Bellunese pone nello sviluppo della ferrovia come volano per la ripresa
della nostra economia. Il Presidente Daniela Larese Filon ha portato i saluti della Provincia, mentre e il
vice Presidente nonché Sindaco di Longarone Roberto Padrin, con delega ai trasporti, ha ribadito
l’intenzione di andare finalmente oltre le parole per giungere agli studi di fattibilità dell’Anello; questo
incontro, ha detto, è la conferma di un sentire comune.
Il coordinatore del Convegno, dr. Tomaso Pettazzi, ha ricordato il valore del treno durante la grande
Guerra. Ha quindi ripercorso la storia del tracciato che Austriaci ed Italiani realizzarono con tratti di
ferrovia a scartamento ridotto, le famose “Feldbahn”, ferrovia da campo, che alla fine costituirono il
nucleo della successiva Ferrovia delle Dolomiti che avrebbe poi congiunto Calalzo di Cadore a
Dobbiaco. Lo stesso avvenne a sud da Feltre a Primolano, realizzando nei fatti l’Anello delle Dolomiti
esattamente un secolo fa. Il motto che alla fine ha proposto è:”L’Anello delle Dolomiti si può e si deve
fare!”
L’ing. Mauro Masini, Direttore di esercizio della ferrovia Trento-Malè-Marilleva, di Trentino
Trasporti S.p.A., ha quindi esposto la realtà di una linea ultracentenaria che assolve egregiamente la
funzione di trasporto in un comprensorio di valenza civile e turistica, sfiorando lo scorso anno la quota
di tre milioni di passeggeri. Ne hanno decretato il successo in continuo ammodernamento,
l’interconnessione con la linea del Brennero, coi parcheggi intermodali, la frequenza delle fermate e la
puntualità. Allo stesso modo si sta agendo sulla tratta a sud Trento-Bassano del Grappa, che farebbe poi
parte dell’Anello proposto.
E’ quindi intervenuto l’ing. dei trasporti Leo Cargnel di Sedico, che ha relazionato sulla sua tesi di
laurea “La ferrovia delle Dolomiti. Tra presente e futuro: un’analisi tecnico economica”, dimostrando,
pur con le dovute variazioni intervenute nel tempo, la sostenibilità di un progetto che attualmente risulta
irrealizzabile, ma che può essere proposto in altra direzione. Belle e suggestive le immagini da lui
proposte del mitico trenino delle Dolomiti, sul quale Evaldo Gaspari ha a suo tempo realizzato un
magnifico volume, da tempo esaurito.
E’ seguita la relazione dell’ing. Ferroviario Aldo De Nard, già direttore dell’Ufficio Catasto di
Belluno, grande amante ed esperto di ferrovie, che ha trattato il tema “La storia si ripete, oltre cento anni
di studi sull’Anello ferroviario delle Dolomiti”. Un intervento che ha rivelato come l’idea fosse già
chiara nelle menti più fervide del Bellunese, a partire da don Natale Talamini, che fu il primo nel 1838 a
scrivere di una immaginaria strada ferrata che da Venezia avrebbe raggiunto la Germania attraverso la
valle del Piave e le Alpi Cadorine,. Ha quindi ripercorso, talvolta amaramente e causticamente, la storia
delle nostre vie ferrate, confrontandole con altre realtà alpine al passo coi tempi.
E’ stata poi la volta degli ing.ri G.Pupolin, preside del Collegio ingegneri ferroviari italiani di
Venezia, G.Giacomello, del dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale dell’Università di Padova,
COMITATO PER L’ANELLO FERROVIARIO DELLE DOLOMITI - Organizzazione per la tutela dei cittadini
c.f. 93052390254
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R.Gai, della Commissione Giovani dell’Ordine degli Ingegneri di Treviso, che congiuntamente hanno
esposto il progetto “Venezia Dolomiti. Come migliorare il collegamento ferroviario”. Un’ampia
trattazione su un percorso alternativo che, baipassando la stazione di Ponte nelle Alpi, ammodernando il
tracciato esistente fino a Calalzo di Cadore, raggiunge Auronzo, la Foresta di Somadida e con una
galleria si sposta in Valboite per salire a Cortina. Questo tracciato, della durata di due ore e mezza,
avrebbe la capacità di attrazione di oltre 250.000 utenti annui con un tour giornaliero solo tra gli ospiti
delle grandi navi che attraccano a Venezia. Agirebbe inoltre come metropolitana di superficie in un
territorio popolato da decine di migliaia di persone e valenza turistica invernale ed estiva.
Interessante ed importante l’intervento del dr. Marco Melchiori, direttore di Confindustria Belluno
Dolomiti, che ha intrattenuto la platea sul lavoro commissionato dalla sua Associazione ad un
importante Studio ferroviario sulla sostenibilità del progetto da tutti auspicato. Il risultato è stato più che
positivo, evidenziando che una singola realizzazione fine a se stessa non avrebbe alcuna possibilità di
successo; si deve giungere ad un disegno complessivo, pur se a fasi successive, dato anche l’importante
investimento necessario. Ha ribadito infine l’assoluta necessità che il tutto debba essere seguito da una
forte cabina di regia da riconoscersi, allo stato, nell’ente Provincia, pur con le problematicità che
attualmente lo caratterizzano. Melchiori ha concluso portando a conoscenza del pubblico contatti
intervenuti con esponenti economici della Repubblica cinese, interessati all’investimento di ingenti
capitali nei progetti di trasporto nel nostro territorio.
Infine il dr. Filiberto Dal Molin, del Lions Club San Martino Belluno, anche a nome della Fiab
(Federazione degli Amici della Bicicletta di Belluno) ha parlato di “Treno e piste ciclabili: percorsi
integrati per il Circuito delle Dolomiti”.Ha ricordato che nel tempo si è giunti finalmente alla
realizzazione di un tragitto cicloturistico che da Dobbiaco giunge alla Valbelluna, essendo state risolte le
situazioni di grande pericolo esistenti nell’attraversamento del tratto Termine di Cadore-Longarone. Si è
quindi soffermato sia sul ritorno economico delle piste cicloturistiche, sia su quello ancor più importante
della salute e della prevenzione. C’è ancor più amarezza quindi, ha aggiunto, pensare che attualmente le
Ferrovie statali non contemplino un vagone per biciclette per alcuna corsa in salita a Calalzo. Dal Molin
ha confermato quanto accennato da Melchiori su possibili investimenti esteri, non solo cinesi.
Nell'intervento finale Silvano Martini, già Consigliere provinciale, riguardo all'anello ferroviario
delle Dolomiti ha ribadito l'urgenza di una decisione politica, ormai improcrastinabile, da parte delle
istituzioni preposte, provincia di Belluno e Regione Veneto. il treno delle Dolomiti è l'opera che segna
la rinascita del nostro territorio, ha detto Martini, siamo di fronte alla comune volontá di realizzarla da
parte di tutti i soggetti coinvolti, Trento e Bolzano compresi, e si aprono interessanti prospettive anche
per quanto riguarda il reperimento delle risorse economiche. Rintracciabili anche a livello europeo e, per
quanto riguarda i lavori di corollario, anche attingendo dai Fondi per i Comuni di confine, che lo
contemplano espressamente. È il momento giusto per decidere e fare il Treno delle Dolomiti.
Il convegno si è protratto per oltre due ore e la presenza costante di un folto uditorio ne ha decretato
il successo, che si auspica dia il via ad un tavolo permanente sul tema. Quindi ripetiamo,” L’Anello
delle Dolomiti si può e si deve fare!”
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