Aree inquinate: ambiente a rischio. E la salute? Si tiene oggi al CNR

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Aree inquinate: ambiente a rischio. E la salute?
Si tiene oggi al CNR il workshop “Studi su ambiente e salute nei siti inquinati”, durante il quale
viene presentato il Rapporto “Indagini epidemiologiche nei siti inquinati”, che propone la
promozione della ricerca sul tema
Alcune tra le più recenti indagini di epidemiologia ambientale vengono illustrate oggi a Roma,
presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche, nel workshop “Studi su ambiente e salute nei
siti inquinati: prospettive di sviluppo metodologico e applicativo”. Intervengono tra gli altri il
presidente del CNR, Fabio Pistella, il direttore del Programma Ambiente e Salute
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Roberto Bertollini, e la vice presidente
dell’Associazione Italiana Epidemiologia, Adele Seniori Costantini.
Nel corso del workshop viene presentato il rapporto ISTISAN 06/19 “Indagini epidemiologiche nei
siti inquinati: basi scientifiche, procedure metodologiche e gestionali, prospettive di equità”, curato
da Fabrizio Bianchi dell’Istituto di Fisiologia Clinica (IFC) del CNR di Pisa e da Pietro Comba del
Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria dell’Istituto Superiore di Sanità, che
approfondisce la riflessione sullo stato di salute delle popolazioni residenti nei siti inquinati.
Numerosi studi recenti hanno infatti segnalato situazioni critiche per i residenti nelle aree a rischio.
Eccessi di mortalità, malformazioni congenite o altre condizioni anomale sono riscontrate in molte
zone studiate (tra cui Augusta-Priolo, Gela, Porto Torres, Taranto, Genova, Mantova, Massa
Carrara e vaste aree della Campania interessate dallo smaltimento incontrollato dei rifiuti). I risultati
emersi dalle ricerche condotte sui residenti in prossimità di poli industriali e siti di smaltimento di
rifiuti tossici, hanno evidenziato un generale incremento di molte patologie e del relativo tasso di
mortalità.
“In molte di queste zone sono in corso attività di monitoraggio ambientale, sorveglianza sanitaria e
in alcune di bonifica delle matrici contaminate”, osserva Fabrizio Bianchi dell’IFC-CNR, “che
coinvolgono diverse istituzioni ed enti e che richiedono studi multidisciplinari rigorosi, tecnologie
innovative, sistemi avanzati di misura e valutazione, misure di prevenzione primaria, nuove
tecniche di comunicazione e partecipazione. Su questi argomenti il CNR è impegnato a dare il
proprio contributo in collaborazione con gli altri soggetti, in primo luogo l’Istituto Superiore di
Sanità e Ministeri competenti, soprattutto per capire meglio i meccanismi di contaminazione della
catena alimentare e di passaggio all’uomo di inquinanti ambientali persistenti, sviluppare tecniche
di misura individuale dell’esposizione, sperimentare nuove tecniche di bio-depurazione, usare
efficacemente le risorse di geo-osservazione e localizzazione satellitare”.
Nelle aree industriali siciliane si sono intensificate le malformazioni infantili e i casi di aborto,
come pure i tumori a polmoni, colon-retto e pleura. In Campania, dove la mortalità nel ventennio
1982-2001 è diminuita ma si mantiene al di sopra della mortalità nazionale, le malattie del sistema
circolatorio rappresentano la prima causa di morte in entrambi i sessi (40% per gli uomini, 50,3%
donne), seguite da tumori (30% maschi, 21,3% femmine), in particolare a stomaco, reni, fegato,
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bronchi e polmoni, pleura e vescica. Preoccupanti anche i dati provenienti dall’area dell’acciaieria
di Cornigliano, dove si osserva una maggior incidenza (+10%) di tumori negli uomini rispetto al
resto di Genova, in particolare a laringe, encefalo, sistema nervoso centrale e sistema
emolinfopoietico. Nella zona di Massa-Carrara, i dati di mortalità generale (più elevati di quelli
regionali, specialmente tra i maschi: eccesso del 10%) rilevati a dieci anni dalla chiusura degli
impianti ANIC-Agricoltura e Farmoplant mostrano un indice di mortalità maschile, rispetto alla
media toscana, maggiore per i tumori al fegato del 53% a Carrara e del 69% a Massa, per i tumori
della laringe del 64% e 52%, per il tumore della pleura a Carrara del 131%. Nel polo industriale di
Termoli e nella zona della discarica di Guglionesi, in Molise, si verifica l’aumento della mortalità
dal 1980 al 2001 per cause tumorali, in genere nei maschi e quindi associabili a esposizioni
lavorative, e di malattie dell’apparato respiratorio (+17% a Termoli e + 42% a Guglionesi).
Roma, 14 dicembre 2006
La scheda
Che cosa: workshop “Studi su ambiente e salute nei siti inquinati: prospettive di sviluppo
metodologico e applicativo”
Quando: 14 dicembre 2006, ore 10.00-16.30
Dove: Cnr -Aula Convegni, P.le Aldo Moro, Roma
Per informazioni: Fabrizio Bianchi, Ifc-Cnr, Pisa, tel. 050-3152100/1; e-mail
[email protected]; Liliana Cori, Dipartimento Medicina, Cnr, Roma, tel. 06-492712205; email: [email protected]
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