Concetta Irace - Società Italiana di Diabetologia

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Concetta Irace
CURRICULUM DELL’ATTIVITA’
SCIENTIFICA, DIDATTICA ED ASSISTENZIALE
1
PREMESSA
Concetta Irace, nata a Forio d’Ischia (Napoli) il 3 aprile 1965, è coautrice di 80 pubblicazioni, di
cui 30 come primo nome nel settore della Medicina Interna, in particolare nello Studio
dell’Aterosclerosi extracoronarica e dell’associazione tra Malattia Aterosclerotica e Fattori di
Rischio Metabolici, tra cui in Diabete Mellito ed Iperlipidemie, e tra Malattia Aterosclerotica e
Fattori Emoreologici.
La carriera universitaria è stata svolta presso Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università
degli Studi di Napoli Federico II e la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di
Catanzaro "Magna Græcia" in qualità di:
• Dottorando di Ricerca dal 1992 al 1997
• Assegnista di Ricerca dal 2001 al 2005
• Ricercatore Universitario, Settore Scientifico Disciplinare MED/09, dal 2005 ad oggi
• Professore Aggregato nel 2008
• Abilitazione SSD 06/B1 nel 2013
• Abilitazione SSD 06/N1 nel 2014
L'attività di ricerca è stata svolta presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli
Studi di Napoli "Federico II" prima e poi presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli
Studi di Catanzaro "Magna Græcia". Inoltre una parte della ricerca è stata svolta all’estero presso il
Department of Physiology, “School of Kinesiology and Health Studies” Queen’s University, Kingston
(Ontario), Canada, e presso il General Clinical Research center (GCR), Dir: Prof Eugene Barrett,
University of Virginia Health Sciences Center, Charlottesville, VA.
L'attività didattica è stata svolta presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli
Studi di Catanzaro "Magna Græcia" nei cosi di Laurea delle Professioni Sanitarie, nel Corso di Laurea in
Medicina e Chirurgia (didattica integrativa) nelle Scuole di Specializzazione di Medicina Interna,
Malattie Infettive, Cardiologia, Radiologia, Nefrologia, Geriatria e Genetica Medica.
L’attività assistenziale è stata svolta presso l'U.O. di Medicina Interna e Malattie Dismetaboliche
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della II Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Napoli Federico II, Dir Prof. Mario
Mancini, presso l’U.O. di Medicina d'Urgenza dell'Ospedale S. Paolo di Napoli, Dir Prof. Luigi Nappi e
presso l’U.O. di Medicina Interna della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di
Catanzaro "Magna Græcia", Direttori: Prof. Pier Luigi. Mattioli, Prof. Sebastiano Filetti, Prof. Giorgio
Sesti.
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Nelle pagine seguenti sono descritte dettagliatamente la carriera, l'attività nell’ambito della
Ricerca, Didattica ed Assistenza, di Concetta Irace svolte con continuità dalla laurea ad oggi.
4
NOTIZIE SULLA CARRIERA E SULL’OPEROSITA’ SCIENTIFICA
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Note biografiche
Nome:
Concetta Irace
Nascita:
03.04.1965
Cittadinanza:
Italiana
Stato civile:
Coniugata con due figlie
Domicilio:
via S. Giuseppe Moscati nr. 6 - 88068 Soverato (CZ)
Telefono ufficio:
+3909613647072
Cellulare:
+393316718143
FAX:
+3909613647250
e-mail:
[email protected]
CARRIERA
1989 - Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli
Studi di Napoli Federico II, con voti 110 e lode/110, discutendo una Tesi Sperimentale dal titolo:
"Arteriosclerosi extracoronarica nell'Ipercolesterolemia Familiare";
1989 - Abilitazione all'esercizio della professione di Medico Chirurgo presso la Facoltà di Medicina e
Chirurgia dell'Università degli Studi di Napoli con voti 67/70;
1989-1990 - Allieva Interna Laureata presso l'Istituto di Medicina Interna e Malattie Dismetaboliche
della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Napoli Federico II, Dir. Prof. Mario
Mancini;
1990 - Vincitrice di concorso per la Scuola di Specializzazione in Medicina Interna presso la Facoltà di
Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, Dir. Prof. Mario Mancini;
1991 - Vincitrice di borsa di studio del C.N.R. nell'ambito del progetto FATMA - Prevenzione e
controllo dei fattori di malattia per la seguente tematica: "Indagine ecotomografica nello studio dei
fattori di malattia";
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1992 - Vincitrice del Dottorato di Ricerca in Patologia e Clinica delle Vasculopatie, VIII ciclo,
coordinatore Prof. Gianni Chinali, Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Napoli
Federico II
1997 - Conseguimento del titolo di Dottore di Ricerca in Patologia e Clinica delle Vasculopatie, VIII
ciclo, discutendo la tesi: "Studi sullo spessore medio-intimale dell'arteria carotide comune e sui suoi
rapporti con i fattori di rischio cardiovascolare";
1997 - Vincitrice di un premio SISA (Società Italiana per lo Studio dell'Aterosclerosi) per la
presentazione del lavoro: "Wall shear stress and arterial stiffness indexes in subjects with asymmetric
carotid atherosclerosis" in occasione del XI International Symposium on Atherosclerosis di Parigi;
2000 – Conseguimento del titolo di Specialista in Medicina Interna (Dir. Prof. Sebastiano Filetti), con
voti 70 e lode/70, presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi Magna Græcia di
Catanzaro, discutendo la tesi sperimentale dal titolo: "Una variante genetica nel promoter del gene
per la stromelisina è associata con la geometria dell'arteria carotide comune";
2001 - Vincitrice di un Assegno di Ricerca presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica
"G. Salvatore" Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro,
settore scientifico disciplinare MED/09, per il seguente progetto: "Influenza delle metalloproteinasi
sullo sviluppo delle lesioni aterosclerotiche e sulla funzione endoteliale in soggetti diabetici";
2003 – Conseguimento della Certificazione di “Basic competence in Clinical Research and Good
Clinical Practice” presso l’Istituto Mario Negri Sud;
2004 – Vincitrice di concorso per Ricercatore settore scientifico disciplinare MED/09, presso la
Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro;
2005 ad oggi – Dirigente Medico Ospedaliero presso l’U.O. di Medicina Interna, Azienda Ospedaliera
"Mater Domini" Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro;
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2006 (settembre-novembre) – Invited Visitor presso lo Human Vascular Control Laboratory, prof. M.
Tschakovsky, Department of Physiology School of Kinesiology and Health Studies”, Queen’s
University, Kingston (Ontario), Canada;
2008 Conferimento del titolo di Professore Aggregato;
2010 (marzo-aprile) – Invited Visitor presso il General Clinical Research center (GCR), Director:
Prof Eugene Barrett, University of Virginia Health Sciences Center, Charlottesville, VA;
2011 (settembre-ottobre) – Invited Visitor presso il General Clinical Research center (GCR),
Director: Prof Eugene Barrett, University of Virginia Health Sciences Center, Charlottesville, VA;
2012 : Nomina di Coordinatore didattico del CdL in Podologia;
2013-2015: Presidente SID Regione Calabria;
2014: Nomina nel consiglio direttivo del Gruppo di Studio nazionale sulla Neuropatia Diabetica
della Società Italiana di Diabetologia e coordinatore eletto;
2013: conseguimento abilitazione SSD 06/B1 (MED09);
2014: conseguimento abilitazione SSD 06/N1;
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I RISULTATI DELL’ATTIVITA’ DI RICERCA DI CONCETTA IRACE SONO PUBBLICATI SULLE
SEGUENTI RIVISTE INTERNAZIONALI CON PEER REVIEW
1. Acta Diabetologica
2. Age
3. Archives of Internal Medicine
4. Arteriosclerosis Thrombosis and Vascular Biology (ATVB)
5. Artery
6. Atherosclerosis
7. British Journal of Ophtalmology
8. Circulation
9. Clinical Hemorheology and Microcirculation
10. Coronary Heart Disease
11. Diabetes
12. Diabetes Care
13. Diabetes Technology and Therapeutics
14. Diabetes and Vascular Disease Research
15. Diabetologia
16. European Journal of Applied Physiology
17. European Journal of Epidemiology
18. European Journal of Clinical Investigation
19. European Radiology
20. Geriatric Cardiovascular Medicine
21. Hypertension
22. Hypertension Research
23. International Angiology
24. International Journal of Angiology
25. International Journal of Clinical Practice
26. Journal of Human Hypertension
27. Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism
28. Journal of Clinical Periodontology
9
29. Journal of Gastroenterology
30. Journal of Investigative Medicine
31. Nutrition Metabolism and Cardiovascular Disease
32. PLosOne
33. Stroke
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CONTRIBUTI
L’attività scientifica è stata sviluppata principalmente nell’ambito delle seguenti tematiche:
-
-
Diagnostica non-invasiva mediante ultrasuoni dell’aterosclerosi extracoronarica in soggetti
con fattori di rischio cardiovascolare
Misurazione computerizzata dello spessore medio-intimale dell’arteria carotide comune in
soggetti con fattori di rischio cardiovascolare in particolare con diabete mellito di tipo 2
Studio dei fattori emoreologici (viscosità ematica ed ematocrito) ed emodinamici (shear
stress, circumferential wall tension): associazione con lesioni aterosclerotiche precoci e loro
impatto nel controllo del tono arterioso (elasticità del vaso e funzione endoteliale)
Rapporto tra polimorfismi di restrizione e fattori di rischio cardiovascolare
Studi sulla funzione endoteliale misurata a livello dell’arteria brachiale
Studi sulla variabilità glicemica ed impatto sulla funzione endoteliale
Effetti della Iperglicemia acuta sulla funzione endoteliale, viscosità e forze emodinamiche
Studi sulla Sindrome metabolica (osservazionali e di intervento) ed impatto sulla funzione
endoteliale ed aterosclerosi carotidea
Di seguito sono riportati nel dettaglio i contributi per le principali linee di ricerca e per altre linee di
ricerca parallele.
Gli studi sulla Diagnostica non-invasiva mediante ultrasuoni dell’aterosclerosi extracoronarica
in soggetti con fattori di rischio cardiovascolare sono iniziati con la Tesi Sperimentale di Laurea e
proseguiti successivamente portando alla pubblicazione degli articoli 2, 3, 4, 5, 9 e 20. In tali studi
sono stati reclutati soggetti con fattori di rischio cardiovascolare quali: Ipercolesterolemia Familiare
omozigote ed eterozigote, Omocistinuria, Iperlipidemia Combinata Familiare e Diabete Mellito di tipo
2. I risultati ottenuti sono stati in linea con quelli presenti in letteratura al momento della
pubblicazione ed hanno confermato l’importanza della diagnostica vascolare nell’identificare placche
e/o stenosi arteriose anche in assenza di eventi cardiovascolari. Le arterie studiate con tale metodica
sono state soprattutto le arterie carotidi e degli arti inferiori.
L’introduzione di sonde ecografiche ad alta risoluzione nell’ambito della diagnostica vascolare
ha consentito, in tempi successivi, la migliore definizione della morfologia della parete arteriosa cioè
misurare lo spessore del complesso intima+media del vaso in esame. Sfruttando la nuova tecnologia
sono stati disegnati studi per effettuare la Misurazione computerizzata dello spessore mediointimale dell’arteria carotide comune in soggetti con fattori di rischio cardiovascolare in particolare
con diabete mellito di tipo 2, e bambini con Ipercolesterolemia Familiare Eterozigote. I risultati
ottenuti sono stati oggetto sia della tesi finale del Dottorato di Ricerca che delle pubblicazioni 6, 10,
11, 12, 13 e 14. Nei lavori pubblicati è descritto il metodo computerizzato sviluppato per la
misurazione dello spessore medio-intimale e la riproducibilità del metodo stesso. I risultati hanno
11
dimostrato la forte associazione tra spessore medio-intimale e fattori di rischio cardiovascolare, sia
negli adulti sia nei bambini, e l’associazione tra spessore medio-intimale e malattia cardiovascolare.
L’impatto clinico dei risultati ottenuti può essere riassunto come segue: la presenza di ”ispessimento”
medio-intimale consente di identificare soggetti potenzialmente a rischio per malattie cardiovascolari,
i quali avendo già un danno iniziale dell’arteria carotide richiedono un più attento controllo dei fattori
di rischio. Il grado di ispessimento medio-intimale è funzione del tempo di esposizione al fattore di
rischio e del numero dei fattori di rischio. La scelta di studiare l’arteria carotide comune deriva dal
fatto che l’arteria è superficiale e quindi più facilmente accessibile agli ultrasuoni. Inoltre, come è
noto, è una sede di predilezione per lo sviluppo di stenosi e/o placche soprattutto nel punto di
biforcazione.
La ricerca successiva ha preso spunto dalla evidenza che l’aterosclerosi è asimmetrica e le
placche si formano in sedi specifiche quali appunto le biforcazioni o curvature 17. Sono stati disegnati
studi basati sull’ipotesi che forze emodinamiche locali potessero rendere alcune zone dell’albero
arterioso più suscettibili alla formazione di placche ed ispessimento medio intimale. Tra le forze
studiate lo shear stress di parete. Come ricerca metodologica preliminare è stata sviluppata una
tecnica per la misurazione dello shear stress (pubblicazione 16) che rappresenta l’attrito esercitato
dalla colonna di sangue sulla parete del vaso. Lo shear stress può essere calcolato partendo dalla
viscosità ematica, dalla velocità del sangue e dal diametro del vaso. Le pubblicazioni 17, 21, 32, hanno
dimostrato come lo shear stress di parete sia un fattore emodinamico in grado di influenzare
localmente lo sviluppo di placche o l’ispessimento medio intimale delle arterie carotidi. Nel lavoro 23
è stato invece misurato lo stress cinconferenziale di parete che esprime la tensione che agisce
perpendicolarmente al vaso. Anche in questo caso è emerso che la maggiore tensione di parete si
associa ad un maggiore spessore medio-intimale. In altre parole, la conclusione da trarre è che nello
studio dell’aterogenesi è necessario considerare fattori locali che favoriscono, in alcuni distretti più
che in altri, l’insorgenza di lesioni in presenza di fattori di rischio cardiovascolare sistemici. L’impatto
dei fattori locali risalta maggiormente nei soggetti considerati a basso rischio cardiovascolare.
Successivamente abbiamo ipotizzato che la variazione delle forze emodinamiche potesse determinare
una modifica della struttura della parete arteriosa. Abbiamo quindi disegnato uno studio in cui
l’intervento era rappresentato dalla sostituzione della valvola aortica in soggetti con stenosi severa. I
risultati sono stato oggetto della pubblicazione 29, in cui si dimostra come la sostituzione valvolare
aortica sia in grado di ridurre già in un intervallo di 6 mesi lo spessore medio-intimale dell’arteria
carotide comune attraverso un incremento dei valori di shear stress. Quindi la variazione di fattori
locali emodinamici influenza la storia naturale della malattia aterosclerotica.
L’attenzione è stata successivamente rivolta ai fattori emoreologici (viscosità ematica ed
ematocrito) e l’ipotesi di studi successivi è stata che l’aumento della viscosità ematica si associasse a
danno della parete arteriosa. I risultati degli studi effettuati hanno confermato che l’aumento
dell’ematocrito e della viscosità ematica si associano significativamente alla presenza di placche
carotidee indipendentemente dai classici fattori di rischio cardiovascolare (19,23,31). Nel 2012 è
stato pubblicato uno studio prospettico della durata di 12 anni in cui è stato dimostrato il ruolo
indipendente della viscosità sullo sviluppo delle placche aterosclerotiche e sull’ispessimento medio
12
intimale dell’arteria caroritde comune (59). La viscosità ematica si associa a valori di glicemia normali
alti. L’ipotesi è che un aumento della viscosità possa considerarsi un fattore di rischio per il diabete
78.
Gli studi sul rapporto tra polimorfismi di restrizione e fattori di rischio cardiovascolare sono
contenuti negli articoli 8, 15, 22, 24, 26, 28, 37, 44, 45. Tra i polimorfismi studiati quello I/D
dell’introne 16 del gene ACE ovvero del gene che codifica per l’enzima Angiotensin Converting
Enzyme coinvolto nel sistema renina-angiotensina. Il genotipo D/D si associa alla presenza di lesioni
aterosclerotiche, sia placche sia ispessimento medio-intimale, dell’arteria carotide comune. Nelle
pubblicazioni 22, 26, 28, 45 è descritta l’associazione tra aterosclerosi ed il polimorfismo del codone
192 del gene PON 1. L’enzima PON, ovvero Paraoxonase, coinvolto nel metabolismo di xenobiotici, è
legato alle lipoproteine ad alta densità (HDL) e previene la formazione dell’ossidazione delle
lipoproteine aterogene a bassa densità (LDL). La variante Arg in posizione 192 del codone si associa
maggiormente all’aterosclerosi carotidea soprattutto in soggetti che potrebbero essere classificati a
basso rischio cardiovascolare per le loro caratteristiche metaboliche. Un ulteriore polimorfismo
studiato è stato quello del gene della Stromelisina. La stromelisina o MMP-3 è una metalloproteinasi
coinvolta nei meccanismi di turnover della matrice extracellulare. La presenza in eccesso dell’enzima
all’interno delle placche aterosclerotiche ha fatto ritenere che questo possa essere coinvolto nei
processi di rottura della placca e quindi causa di trombosi acute. La variante 6A del gene MMP-3
tuttavia è stata associata ad una bassa attività dell’enzima inducendo ad un accumulo di matrice
extracellulare per ridotta degradazione. In entrambi i casi, e cioè maggiore o minore attività
dell’enzima, vi può essere o tendenza ad eventi cardiovascolari acuti (rottura di placche) o maggiore
predisposizione a formare placche (accumulo di matrice nei vasi arteriosi). I risultati ottenuti negli
studi 24 e 45 hanno dimostrato che i soggetti portatori della variante 6A hanno un maggiore spessore
medio-intimale dell’arteria carotide comune, un maggiore diametro arterioso ed un minore shear
stress, quest’ultime due condizioni che predispongono all’aterosclerosi.
Le pubblicazioni più recenti hanno avuto come scopo quello di valutare la funzione endoteliale
a livello dell’arteria brachiale. È noto che l’endotelio è in grado di sintetizzare numerose sostanze che
agendo sulla muscolatura liscia del vaso possono indurre vasodilatazione (rilascio soprattutto di
Ossido Nitrico) o vasocostrizione (rilascio soprattutto di Endotelina), in base alle esigenze metaboliche
o in seguito a variazioni fisiche o chimiche locali. Oltre a queste sostanze l’endotelio produce anche
fattori antiaterogeni che contrastano, in condizioni fisiologiche, la formazione di placche. Utilizzando
gli ultrasuoni è possibile misurare la risposta vasodilatatoria dell’arteria brachiale in seguito ad unos
timolo ischemico. Tale tecnica è nota come FMD o Flow-Mediated-Vasodilation (vasodilatazione
flusso mediata). Con questa tecnica si valuta la percentuale di incremento del diametro dell’arteria
brachiale, in seguito ad una ischemia transitoria della durata di 5 min all’avambraccio. L’entità della
vasodilatazione è una misura indiretta della funzione endoteliale. Una ridotta vasodilatazione è indice
di disfunzione endoteliale ritenuta, in base agli studi presenti in letteratura, una condizione di
aterosclerosi iniziale. La vasodilatazione flusso mediata, oltre ad essere compromessa nei soggetti con
fattori di rischio cardiovascolare, è influenzata dalle forze emodinamiche locali quali lo shear stress
25. Essa può variare in acuto, per esempio, come riportato nel lavoro 34, dopo trattamento con un
13
farmaco (infliximab) in grado di ridurre la sintesi di sostanze infiammatorie quali il TNFalfa, o dopo
l’iniezione di sostanze che possono modificare la viscosità e quindi lo shear stress come i mezzi di
contrasto iodati (lavoro nr 39). Prima dell’utilizzo degli ultrasuoni la funzione endoteliale era misurata
con la Pletismografia ed infusione di acetilcolina, metodica invasiva, non ripetibile, ma soprattutto in
grado di fornire esclusivamente informazioni indirette sulle variazioni del flusso arterioso. La
pubblicazione 27 descrive una correlazione significativa tra le due metodiche, almeno nei soggetti
sani. Come già descritto per le arterie carotidi, le forze emodinamiche sono in grado di influenzare
oltre la struttura del vaso anche la funzione dello stesso (pubblicazione nr 23, 25). Tali risultati hanno
rinforzato l’idea che l’aterosclerosi non può essere studiata macroscopicamente prescindendo dalle
forze emodinamiche.
Durante il periodo svolto presso lo Human Vascular Control Laboratoty alla Queen’s University, è stata
approfondita la metodica di studio della funzione endoteliale ed è stato considerato il ruolo
fondamentale dello shear stress come stimolo per l’attivazione dell’endotelio al rilascio di Ossido
Nitrico. In altre parole l’entità dell’ischemia e quindi la variazione percentuale dello shear stress
possono meglio discriminare i soggetti con una funzione endoteliale normale o alterata
(pubblicazione 42). I risultati di questo studio hanno anche evidenziato come, nei soggetti con diabete
di tipo 2, la riposta temporale dell’endotelio all’ischemia sia differente rispetto a quella dei soggetti
non diabetici. In dettaglio i soggetti con diabete hanno risposta vasodilatatoria ritardata. Sulla base
dei risultati di questa ricerca abbiamo classificato i soggetti con Early dilators (dilatazione entro 1 min
dal termine della ischemia), Late dilators (dilatazione oltre 1 min dal termine della ischemia) e No
dilators (assenza di dilatazione dopo ischemia). La vasodilatazione ritardata è stata riconfermata in
lavori successivi e non solo in soggetti con diabete. Interessanti sono i lavori che hanno dimostrato
che i soggeti Late dilators a parità di dilatazione con gli Early dilators hanno una maggiore
aterosclerosi coronarica, un rischio cardiovascolare maggiore ed una maggiore prevalenza di eventi
cardiovascolari (70,77). il trattamento con fitoestrogeni si è dimostrato efficace nel modificare il
tempo di comparsa di dilatazione in donne in post-menopausa con sindrome metabolica 65.
Altre di linee di ricerca sono state sviluppate parallelamente alle maggiori, sempre nell’ambito delle
malattie del metabolismo. In particolare è stata posta attenzione ai determinanti del fallimento
secondario agli ipoglicemizzanti orali nei soggetti con diabete di tipo 2. Sono stati associati al
fallimento due polimorfismi di restrizione: la variante E23K del gene che codifica per KCN511 e la
variante Arg972 del gene che codifica per IRS-1. Entrambe queste proteine sono coinvolte nei
meccanismi recettoriali e post-recettoriali attivati dall’Insulina (33,38). Tra i determinanti non
genetici, la presenza della ipertransaminasemia, suggestiva di NAFLD, sembra influenzare il fallimento
agli ipoglicemizzanti orali (60).
Nell’ambito delle alterazioni metaboliche, grande interesse ha suscitato la Sindrome Metabolica
come condizione associata ad un’aumentata morbidità e mortalità cardiovascolare e ad aterosclerosi
precoce. In questo ambito abbiamo effettuato studi volti ad analizzare: l’impatto della SM sulle
caratteristiche emoreologiche (47) e sulla steatosi epatica (49); l’associazione tra le diverse
componenti della SM e l’aterosclerosi iniziale (36); il ruolo dell’obesità nella sindrome metabolica
(48).
In collaborazione con diversi centri italiani è stato sviluppato un progetto volto a studiare gli effetti
14
dell’esercizio fisico combinato rispetto all’esercizio fisico solo aerobico sulle componenti della SM, e
citochine infiammatorie nei soggetti con diabete di tipo 2 (46,52,56,57,58). Il risultato ottenuto, da
considerare innovativo in confronto alla letteratura corrente, ha dimostrato come la combinazione di
due attività controllate sia superiore rispetto all’esercizio fisico solo aerobico nel controllare i fattori
metabolici ed infiammatori nel diabete di tipo 2.
L’introduzione nella pratica clinica di nuove molecole quali l’agonista del recettore del GLP-1,
exenatide, efficaci non solo nel controllare il compenso glicemico ma in grado di svolgere numerose
funzioni extrapancreatiche, ci ha spinto a valutare sia gli effetti sulla variabilità glicemica che sulla
funzione endoteliale. I risultati ottenuti sono in linea con i dati sperimentali ottenuti utilizzando
direttamente il GLP-1 in infusione continua. In altre parole exenatide sembra migliorare la funzione
dell’endotelio anche attraverso una migliore stabilizzazione della variabilità glicemica (54,64).
Quanto descritto riassume per grandi linee la ricerca che nel corso degli anni ha consentito di
pubblicare i lavori riportati. I risultati ottenuti hanno dato la possibilità di sviluppare, approfondire e
creare ulteriori stimoli per comprendere parte dei meccanismi che sono alla base dello sviluppo
dell’aterosclerosi in presenza di fattori di rischio cardiovascolare, fattori emoreologici soprattutto
nell’ambito delle malattie del metabolismo.
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ELENCO PUBBLICAZIONI DI CONCETTA IRACE
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NOTIZIE SULL’ATTIVITA’ ASSISTENZIALE
23
L’attività assistenziale è stata svolta presso l'U.O. di Medicina Interna e Malattie Dismetaboliche
della II Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Napoli Federico II (Dir: Prof. M.
Mancini), presso l’U.O. di Medicina d'Urgenza dell'Ospedale S. Paolo di Napoli (Primario Prof. L.
Nappi) e presso l’U.O. di Malattie del Metabolismo e Medicina Interna della Facoltà di Medicina e
Chirurgia dell'Università degli Studi di Catanzaro "Magna Græcia" (Direttori: Prof. P.L. Mattioli, prof. S.
Filetti, prof. G. Sesti). Inizialmente l’attività è stata svolta come internato pre-laurea, tirocinio postlaurea ed assistente volontario.
Dal 2005 ad oggi l’attività assistenziale è svolta regolarmente in qualità di Dirigente Medico presso
l’U.O. di Medicina Interna della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Catanzaro
"Magna Græcia" presso il reparto di degenza ordinaria e presso l’ambulatorio di diabetologia.
L’attività di reparto prevede guardie attive diurne e notturne, quest’ultime in regime interdivisionale
(Medicina Interna, Neurologia, Epatologia, Nefrologia e Pneumologia).
Durante il periodo presso l'U.O. di Medicina Interna e Malattie Dismetaboliche del II Policlinico di
Napoli è stata svolta attività nel reparto di degenza, nell’ambulatorio di diabetologia, nell’ambulatorio
per le iperlipidemia, per l’obesità e nell’ l’ambulatorio di patologia e diagnostica Vascolare.
Nell’ambito dell’attività svolta presso gli ambulatori dedicati alle malattie del metabolismo, sono
state acquisiste le conoscenze per gestire la Terapia Medica Nutrizionale e Terapia Farmacologica
specifica. Nell’ambulatorio di patologia e diagnostica Vascolare, oltre alla gestione delle malattie
vascolari, sono state acquisite le tecniche di diagnostica vascolare non invasiva, utilizzando strumenti
quali Doppler, eco-Doppler, eco-color-Doppler, tonometro e pletismografia per lo studio sia dei
distretti arteriosi (carotideo, extracranico ed intracranico, arti inferiori, addominale e renale) che del
circolo venoso degli arti superiori ed inferiori.
L’attuale attività clinica ambulatoriale è svolta presso l’ambulatorio di diabetologia (diabete di tipo 1
e tipo 2) e diagnostica vascolare non invasiva. In particolare nell’ambito dell’ambulatorio di
diabetologia, oltre alla prevenzione e cura del diabete, screening delle complicanze, alla diagnosi e
cura del diabete, si effettuano corsi di training per impianto di microinfusore e si eseguono
monitoraggi in continuo della glicemia.
sono stati programmati e seguiti corsi residenziali di educazione al paziente con diabete di tipo 1. Tali
corsi avevano principalmente come scopo l’educazione alimentare (counting dei carboidrati) e
l’automonitoraggio della glicemia. Negli ultimi anni è stato realizzato un ambulatorio dedicato alle
tecnologie nel diabete. In particolare nell’ambito di tale attività ambulatoriale si eseguono
monitoraggi continui della glicemia, training ed impianti di microinfusore per la somministrazione
continua di insulina.
24
NOTIZIE SULL’ATTIVITA’ DIDATTICA
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ATTIVITA' DIDATTICA
L’Attività didattica (frontale ed integrativa) è stata svolta presso la Facoltà di Medicina e
Chirurgia dell'Università degli Studi di Catanzaro "Magna Græcia" dal 2005 ad oggi nell’ambito di
- Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia
- Corsi di Laurea di I livello delle Professioni Sanitarie
- Corso di Laurea Magistrale delle Professioni Sanitarie
- Scuole di Specializzazione:
•
Scuola di Specializzazione in Medicina Interna
•
Scuola di Specializzazione in Cardiologia
•
Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive
•
Scuola di Specializzazione in Radiologia
•
Scuola di Specializzazione in Genetica Medica
L’ Attività didattica integrativa è stata svolta nell’ambito del corso di Medicina Interna/Clinica
Medica per gli studenti del 5° anno del corso di laurea in Medicina e Chirurgia
L’Attività didattica frontale è stata svolta nei corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie. Gli
affidamenti hanno riguardato materie nell’ambito dei SSD MED/09, BIO/09, MED/45:
-
Primo Soccorso
-
Reumatologia
-
EBM
-
Scienze Mediche
-
Attività Terapeutiche
-
Malattie Internistiche
-
Fisiopatologia Generale e Scienze Medico Chirurgiche
-
Fisiopatologia Generale e Scienze Medico Chirurgiche e Primo Soccorso
-
Infermieristica Clinica
-
EBN
-
Fisiologia
Di seguito sono riportati i Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie presso cui tali insegnamenti
26
sono stati effettuati:
-
Corso di Laurea Specialistica per la Classe delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione
-
Corso di Laurea in Educatore Professionale
-
Corso di Laurea in Fisioterapista
-
Corso di Laurea in Igiene Dentale
-
Corso di Laurea in Podologo
-
Corsi di Laurea di Tecnico di Neurofisiopatologia
-
Corso di Laurea in Tecniche Audioprotesiche
-
Corso di Laurea di Tecnico di Radiologia Medica
-
Corso di Laurea di Tecnico di Laboratorio Biomedico
-
Corso di Laurea in Dietistica
-
Corso di Laurea Ortottista
-
Corso di Laurea di Terapista Occupazionale
-
Corso di Laurea della Terapia della Neuropsicomotricità ed Età Evolutiva
-
Corso di Laurea in Infermieristica
-
Corso di Laurea in Logopedista
-
Tecnico di Neurofisiopatologia
-
Tecnico della Fisiologia Cardiocircolatoria e della Perfusione Cardiovascolare
Dal 2012 Coordinatore didattico del CdL in Podologia
27
FINANZIAMENTI
Finanziamento dal MIUR nell’anno 2007, nell’ambito dei Programmi di Ricerca Scientifica di Rilevante
Interesse Nazionale, in qualità di Responsabile di Unità di Ricerca per un progetto dal titolo: “Ruolo
della Genisteina nella Sindrome Metabolica in post-menopausa: dimostrazione di efficacia e sicurezza
in un trial clinico randomizzato, controllato in doppio cieco: valutazione dello spessore medio intimale
dell’arteria carotide comune e della funzione endoteliale.
PARTECIPAZIONE A TRIALS CLINICI
La dr.ssa Irace ha partecipato in qualità di Co-Investigator a numerosi Trials clinici in fase II, III e IV di
sperimentazione clinica in ambito metabolico soprattutto sperimentazioni di farmaci per il diabete. E’
stata inoltre Principal Investigator in uno studio clinico di fase IV che ha arruolato soggetti con diabete
di tipo1.
REFEREE RIVISTE SCIENTIFICHE
La dr.ssa Irace ha effettuato revisioni in qualità di Invited Referee per le seguenti riviste scientifiche:
Atherosclerosis, Stroke, Diabetes Care, Journal of Applied Physiology, Scandinavian Journal of
Rheumatology, Journal of Rheumatology, PlOSone, Diabetic Medicine e Journal of Endocrine
Investigation, Endocrine, NMCD.
SOCIETA’ SCIENTIFICHE DI APPARTENENZA
Concetta Irace è membro della Società Italiana di Diabetologia (SID), nel 2011 ha ottenuto ha la carica
di Presidente Eletto, e dell’EASD (European Association for the Study of Diabetes).
28
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