1° art. economia politica

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1° ART. ECONOMIA POLITICA
Roma lì 16-01-2013 – Autore:- Dr. PAOLUCCI S.
Si pubblica un articolo del Dr. PAOLUCCI S. [Tel. 3334535635 – Email:- [email protected] ] che
anticipandoci un suo studio prospettico di lungo termine analitico-tecnico-grafico sulla dinamica dei prezzi reali
delle materie prime, ci informa che è attualmente in corso un trend inflazionistico delle materie prime
internazionali ascendente di lungo termine 2002-2032 ca. . Inoltre ci informa del possibile futuro crollo
dell’EURO ed EUROZONA probabilmente nel periodo 2013-2016, a parità di politiche dei paesi dell’UE ed USA
invariate (inerziali) o insufficienti o contraddittorie, impeditive di un vero sviluppo socio-economico (crescita
forte e di lungo periodo). Tale crollo sommandosi alla crisi debitoria e finanziaria degli USA, etc., avranno un
fortissimo impatto globale negativo, concausando (insieme alla dinamica dei prezzi delle materie prime = causa
maior) il ritorno della stag-flazione nel lungo termine macro-economico (come previsto sommariamente nella tesi
di laurea dell’Autore del 13-12-1996, pubblicata dalla TESIONLINE:- http://www.tesionline.it, al N.°27.592.
L’UEM e gli USA ce l’ha potrebbero ancora fare se si agissero in modo forte e coordinato, ma tempestivamente,
poiché siamo all’ultimo giro, (2013?), per questo l’attività risolutiva politica necessaria è molto difficile da
realizzarsi, ora siamo proprio in mezzo al guado dell’impetuoso fiume della storia, come l’Autore scrisse e motivò
dettagliatamente in una lettera (con allegato il suo 1° studio scientifico multidisciplinare globale, sintetizzante le
sue tesi e previsioni macro-economiche e geopolitiche) indirizzata ad un gruppo ristretto di illustri studiosi ed
economisti, a 2 ex Governatori d’una Banca Centrale del G8 ed un ex Capo di Stato (promotori e padri dell’Euro).
– Roma lì 16-01-2013. Dr. PAOLUCCI S. [Tel. 3334535635 – Email:- [email protected] ] –
In base ad un mio recente studio inedito, del 15 dicembre 2012, prospettico di lungo termine, (metodologia
personale eterodossa analitico-tecnico-grafica-quantitativa), sulla dinamica dei prezzi reali delle materie prime
sono arrivato alla certezza che sia attualmente in corso un trend inflazionistico delle materie prime internazionali
ascendente di lungo termine trentennale, vista la storica dinamica ultradecennale dei fattori eziologici dominanti
(fattori causali dominanti) e dei relativi conseguenti effetti in particolare la dinamica dei prezzi reali delle materie
prime degli anni 2001-2012, questa dinamica conferma oggi e confermerà sempre più in futuro anche la mia
ultima (5a) previsione sul ritorno della stagflazione come fenomeno internazionale dominante nei primi decenni
del XXI° secolo (2000-2020/30) contenuta originariamente nella mia tesi di laurea discussa il 13-12-1996, che
sarà sempre più verificata e valida con il passare del tempo. Preciso che sono giunto alla suddetta conclusione
studiando approfonditamente un Grafico degli dei prezzi reali, cioè ai prezzi del 1980=100, delle materie prime
internazionali, elaborato da Il Sole 24 Ore, sulla base dei dati della CRB-Bls relativi agli anni 1957-2012,
pubblicato il 03-09-2012, [Fonte:- Biblioteca multimediale de Il Sole 24 Ore, Settimanale n.°2/2012, pag.93].
Analizzando con attenzione il suddetto grafico a mezzo di una serie di trend line di lungo periodo (1° trend dei
prezzi reali trentennale discendente 1972-2002 ed il 2° trend trentennale ascendente 2002-2032, costituenti
complessivamente una lunga (ca.60 anni) traiettoria curva para-ellissoidale:-1972-2002-2032), si può
ragionevolmente concludere che:- la dinamica dei prezzi medi reali delle materie prime internazionali (post
esplosione geo-politica mediorientale = concausa minore) dal 2002 al (settembre) 2012 ha manifestato un trend
ascendente più lento ma più regolare e prolungato dei trends inflazionistici ascendenti registrati negli anni 19721982 (rectius 1973-1979), il noto decennio stag-flativo internazionale (una pseudo grande stagflazione rispetto a
quella in corso che potrebbe divenire una delle più grandi fasi stagflative della storia). Di conseguenza se
permanessero o variassero non significativamente i relativi fattori economici eziologici di base la crescita
strutturale ultradecennale dei prezzi reali delle materie prime continuerà nel futuro come trend di lungo termine
ultradecennale, (condizionata fortemente dalla curva dei prezzi delle materie prime energetiche e relativi fattori
eziologici di base), in quanto nel suddetto periodo oggetto d’analisi:- 1972–2012, per l’Autore vi è stata
un’inversione storica della dinamica dei fattori causali del suddetto trend delle materie prime. In sintesi dopo che
si manifestarono strutturalmente nelle economie europee gli effetti di lungo termine della scoperta delle Americhe
1492, cioè dopo ca. 400 anni di materie prime abbondanti e relativi connessi prezzi discendenti (Bairoch), stiamo
assistendo tra la fine degli anni 60 (Peak Oil negli U.S.A., ca. 1970) ed il 1972/1973 ai primi segnali del ritorno
della stagflazione, come fenomeno dominante internazionalmente nel decennio 1972-1982. Se dopo ca. 4 secoli si
sta passando dall’abbondanza quantitativa delle risorse naturali verso la scarsità quantitativa delle risorse
economiche base esistenti dell’economia globale preannunciata da alcuni studi scientifici notevoli (del M.I.T.,
USA), purtroppo contrastati da molti economisti mediocri o idealisti illusi, persino dei premi Nobel, tutti
ottimisti, tra cui in primis l'economista indostano Amartya Sen, assolutamente convinti ingenuamente che lo
sviluppo ed il progresso tecnologico internazionale avrebbe eliminato e risolto il grave problema della scarsità
delle risorse base dell’economia internazionale preannunciata più lucidamente invece dagli studiosi del MIT già
nel 1972 (Fonti:-vedasi il cd. Teorema del MIT relativo all’equilibrio disponibilità/impiego economico delle
risorse naturali; il The Limits to Growth. I limiti dello sviluppo, venne commissionato al M.I.T. dal Club di Roma,
pubblicato nel 1972, aggiornato nel 1992 e nel 2004, la cui nuova edizione I nuovi limiti dello sviluppo 2006,
ricalcola e conferma complessivamente il 1° Rapporto del 1972; Studi della Trilateral Commision 1996 e 2001,
vecchi pioneristici e geniali studi di Nicholas Georgescu-Roegen, etc.). Se siamo entrati o prossimi ad entrare
nell’era della scarsità delle risorse economiche fondamentali-dominanti l’economia globale necessariamente la
dinamica di lungo termine dei prezzi reali deve necessariamente essere ascendente, perché se la quantità totale
delle risorse economiche-naturali decresce progressivamente, in assenza di validi reali risorse naturali sostitutive
cd. succedanee, di conseguenza necessariamente l’offerta delle risorse economiche basate sulle risorse naturali
scarseggianti deve diminuire progressivamente, di contro la domanda di risorse economiche condizionata dalla
dinamica demografica globale, inerzialmente crescente, continuerà a crescere e restare più elevata, quindi se la
relazione Domanda/Offerta = D/S sarà crescente da ciò consegue che i prezzi dovranno essere crescenti [livello
quantitativo reale degli scambi = YEX tot < YEQ tot = livello quantitativo totale di equilibrio di Domanda/Offerta
delle risorse naturali da cui si derivano le materie prime, e non, base economiche, disequilibrio forte e di lungo
termine, al livello reale degli scambi economici si ha YEX Tot = QSPS = QDPD = MSVS =MDVD], a causa
dell’eccesso di domanda di beni e servizi di massa (Mass Economy) che l’offerta produttiva non potrà più
bilanciare in modo equilibrato e costante, tenuto conto che le macro-entità monetarie ed i relativi fattori monetari
(M e V) sono quantità dipendenti così come le macro-entità produttive ed i relativi fattori produttivi (Q e P) con
cui interagiscono in modo ciclico interdipendente, dalla dinamica delle vere quantità dominanti ab origine cioè a
monte di tutto il processo socio-economico globale, cioè:- La dinamica interattiva, Domanda/Offerta, del quantum
totale d’Energie (E) e Materie (M) sussistenti e fluenti nell’economia globale, oscillante ciclicamente intorno al
livello d’equilibrio YEQ tot ⪋ YEX tot, dove X è la variabile indipendente causa del processo socio-economico:YEQ tot ⪋ YEX tot = ⨍[XEM] = ⨍[XE+XM] = ⨍[PEQE+PMQM] = ⨍[(PELQEL+PENQENL)+(PMRNQMRN + PMonQMon)]
YEQ tot ⪋ YEX tot =⨍[XEM] =⨍[QS(EM)PS(EM)] = ⨍[QD(EM) PD(EM) ] = [QSPS]= [QDPD]= [MSVS]= [MDVD]
E’ questo un anticipo della mia spiegazione teorica generale della reale dinamica del processo socio-economico
fondata su dati storici (dati di 235 anni 1776-2011, in primis per gli USA e UK, poi per la maggior parte, >75%,
dell’Economia Internazionale), che unifica, invertendo le causalità, in una sola teoria che ho denominato:- Teoria
Generale macro-economica-fisica degli scambi totali tutte le varie divise scuole economiche:- monetarismo, neoliberismo, produttivismo, Keynesianesimo, N.M.C., etc.). Per il sottoscritto è questa la vera grade crisi
economica globale, dominante in questo secolo e successivi, dominando la dinamica dei mercati finanziari
globali, quella cioè delle scarsità di fonti d’energia/materie base dell’economia internazionale, che a parità di
condizioni inerziali, può far crollare l’economia globale, spingendo le nazioni dominanti o più forti militarmente
USA, RUSSIA, CINA, etc. verso una corsa di assalto alle risorse chiave strategiche del pianeta, concentrate nel
Medioriente e nell’Eurasia (vedasi le ultime 2 previsioni probabilistiche la 6 e la 7 elaborate nel Preview
pubblicate l’08-09-2009). Per il sottoscritto in base ai dati attuali nonché ai tassi di variazioni medi decennali
attuali l’apogeo (il punto di massimo) dei prezzi reali (1980=100) delle materie prime si dovrebbe ipoteticamente
collocare nel decennio 2025-2035 ca. (con un errore di 5 anni). I prezzi all’apogeo dovrebbe dapprima eguagliare
per poi superare i prezzi massimi registrati nella metà degli anni 70 (tra il 1973 ed il 1976), oscillando tra 175 ed
oltre 200 ca. (225/250?). Le conseguenze più importanti nel medio-lungo termine sono:- la crescita dei prezzi
medi internazionali dei beni e servizi (di massa) che causeranno la crescita dei tassi d’interesse nominali medi
internazionali che impatteranno necessariamente sui bilanci pubblichi (deficit e debiti crescenti degli Stati ed
Imprese). La dinamica negativa dei tassi d’interesse e dei bilanci pubblici nazionali e della bilancia commerciale
(Uscite, Deficit, Debito, Importazioni) non sufficientemente bilanciata dalla crescita del PIL, Entrate e delle
Esportazioni (di cui stiamo assistendo in questi anni ai primi segnali) alla fine avranno effetti destabilizzanti sulle
relazioni economiche commerciali internazionali (Export-Import) e necessariamente infine sugli scambi monetari
internazionali (Euro, Yuan, Dollaro, etc.), in primis sull’Euro dell’Eurozona, la quale, con le attuali invariate
politiche economiche, gravemente errate, potrebbe crollare nel breve-medio termine (24/36 mesi) o al
massimo slittare in avanti per gli effetti delle politiche azionate nel medio termine (24/36 - 60 mesi ca.) cioè ca.
nel 2013-2016, contando dal luglio 2011, come tempo-evento critico di tendenziale default, a parità di politiche
insufficienti e tardive dell’UE degli stati PIIGS. La crisi dovrebbe avere come epicentro proprio l’Italia ed i paesi
PIGS del sud Europa. Per cui il sottoscritto non comprende l’ottimismo (politico?) di dicembre 2012 – gennaio
2013 del premier uscente Monti su cosa si fondi di solido e strutturale, (mancando una vera, risolutiva,
patrimoniale per i più ricchi:- con reddito > 250.000 Euro e/o patrimonio immobiliare personale per > 500.000
Euro), forse sul cd. SPREAD? Cioè il differenziale dei diversi tassi d’interesse nazionali e della migliore nazione,
in particolare il decennale BTP-BUND, ritornato a ca. 260/270 pt base proprio in questi giorni. Esso registra il
merito di credito finanziario di una nazione sui mercati finanziari, esso era oscillato intorno alla media ca. di 150
prima dell’esplodere della crisi nel luglio 2011. Ma lo spread è un indice di portata limitata ed è a valle del
processo economico di risanamento, è cioè un indice-effetto non è un indice-eziologico che registra e/o anticipa la
dinamica delle cause maggiori della crisi economica-finanziaria quali:- la dinamica del deficit o del debito
pubblico, entrate e uscite delle AP, squilibri bilancia commerciale, inoltre è influenzato anche da altri fattori:- i
diversi tassi d’inflazione e le diverse dinamiche monetarie delle nazioni. Esso appare più utile e indicativo quando
la crisi finanziaria è nella fase acuta o massima o all’ultimo stadio, in cui si sta rischiando il default di un paese,
come la dinamica dei tassi dei PIGS ha provato nel 2010-2012. In merito al risanamento pubblico il Governo
Monti ha operato:- in parte male (si c’è stata la stabilizzazione della finanza pubblica ma con una crescita rapida
pericolosa del rapporto del Debito/PIL passato dal 120,7% del 2011 ad oltre il 126% dal 24-10-2012. Infatti tra il
settembre ed l’ottobre 2012 il debito pubblico italiano ha superato per la prima volta la soglia storica dei 2.000
miliardi di Euro, passando da 1.995 a 2.014, (Fonte:- Banca d’Italia), ma l’opera di riforme è incompleta, in
primis è mancato e manca lo sviluppo, cioè un crescita stabile e costante strutturale dell’economia italiana, l’unica
che può salvare l’Italia e l’Eurozona. Lo sviluppo è mancato perché sussiste una correlazione economica inversa,
o meglio un trade-off di politica economia, tra gli effetti (contrattivi forti) delle politiche di risanamento
finanziario pubblico adottate dal Governo Monti e le insufficienti o assenti politiche di riforme strutturali (effetti
espansivi deboli o nulli), che avrebbero dovuto costruire le basi del rilancio economico e poi dello sviluppo, dopo
il risanamento finanziario. Quindi non ci sarà alcuno sviluppo ci sarà la recessione o la stagnazione, senza una
detassazione forte e rapida (è necessario il doppio o più di quanto preannunciato da Monti ca. il 2%/12 mesi di
PIL l’anno sull’esempio delle politiche espansive e riformiste sperimentate, negli USA e UK, in particolare quelle
varate dal 1960-63 dall’Amministrazione Kennedy o quelle di Tatcher e Blair, migliori di quelle eccessive di R.
Reagan, 1980-1987). Ma il grande problema è che i vincoli dell’Euro lo impediscono e lo impediranno o
limiteranno. Sarebbe il colmo se l’Eurozone crollasse perché i PIGS + l’Italia hanno subito gli effetti del trade-off
tra il risanamento finanziario pubblico perseguiti e realizzati con tenacia e l’insufficiente sviluppo economico che
è stato impossibile conseguire, poiché è certo è impossibile che una politica economica sia contemporaneamente
restrittiva ed espansiva. La scelta migliore sarebbe rinegoziare immediatamente il Trattato dell’U.E.M.
sospendendo ove necessario al momento giusto l’adesione all’attuale suddetto trattato a causa della grave crisi
economica europea ed internazionale in corso (Debiti dell’UE, Debito e Bilancia Commerciale degli USA, Cina,
Giappone, etc.), La sospensione temporanea del Trattato sospenderebbe anche i deleteri vincoli dell’UEM e
relative sanzioni, quindi contemporaneamente va lanciata una forte politica fiscale espansiva contestuale (non
necessariamente eguale in intensità nella fase di recessione/depressione) ad una politica di forte riduzione della
sola spesa pubblica improduttiva-inutile, escludendo gli investimenti della AP o altre componenti fortemente utili
alla crescita del PIL. Questo porterà necessariamente al rialzo dell’inflazione, ma sarà il segnale del ritorno
finalmente alla crescita forte del PIL. Questa nuova strategia di politica economica qui abbozzata che ho
denominato “Modello B.C.S. flessibile funzionale al ciclo economico reale” cioè una politica economica
massima possibile flessibile e funzionale in primis allo sviluppo economico quale obiettivo-strumentale diretto al
fine ultimo della conservazione ed evoluzione dell’attuale ibrido mediocre sistema socio-economico europeo
dell’U.E.M. verso una Nuova Economia di Mercato dell’U.E. nonché verso una Nuova U.E.M. Unione
Economica Monetaria, cioè il nuovo sistema socio-economico europeo de quo è in parole più semplici un sistema
equo-sociale e flessibile-competitivo, il giusto mix modulabile intermedio (darwiniano-funzionale adattabile al
ciclo economico reale) tra il sistema socio-economico fortemente liberal anglosassone (UK, USA) e quello
fortemente social Germanico-Scandinavo. Esso potrebbe essere il grande obiettivo finale difficile da realizzare,
(come lo stesso Monti nel suo libro La democrazia in Europa intravede, ma sopravaluta eccessivamente (paraidolatria del liberismo-liberalismo) la concorrenza e il libero mercato, sembra misconoscere l’importanza
maggiore del grado flessibile di concorrenza e libertà giuridico-economica come strumento flessibile (fine tuning)
di politica economica, mentre contestualmente sottovaluta pericolosamente la grande differenza tra la formazione
degli USA e la costruzione dell’UEM. Il nuovo sistema avrebbe le caratteristiche positive dei 2 sistemi socioeconomici vincenti globalmente (l’anglosassone e germanico), minimizzando le caratteristiche negative di
entrambi. Infatti il nuovo sistema sarebbe basato su un giusto mix ottimale possibile reale di equità, solidarietà e
redistribuzione sociale insieme al più alto grado possibile di efficienza, produttività e competitività, un giusto
grado di concorrenzialità, tenuto conto dei limiti dei trade-off, migliore e diversa dall’attuale rigida e supertassata
nell’E.S.M. dominante in Germania, Austria, Paesi Scandinavi. La suddetta nuova strategia potrebbe funzionare
bene in tempi di crisi forte come l’attuale limitando al massimo gli effetti della gravissima crisi socio-economica
europea e nazionale verso cui stiamo andando, con effetti negativi globali, che nel breve-medio termine
macroeconomico dal luglio 2011:- ca. 2013-2016, potrebbe materializzarsi, a politiche invariate o insufficienti
analoghe a quelle passate:- crollo dell’U.E.M. attuale, Default di alcuni paesi dell’UE, l’esplodere della
disoccupazione europea, USA ed internazionale, destabilizzazione finanziaria-monetaria/valutaria dell’UEM, ed
USA, etc.; infine i conseguenti gravi problemi politico-economici e finanziari interni ed esterni internazionali
all’UEM, USA, CINA, etc.. L’UEM e gli USA ce l’ha potrebbero ancora fare se si agissero in modo forte e
coordinato, ma tempestivamente, poiché siamo all’ultimo giro (2013?), per questo l’attività risolutiva politica
necessaria è molto difficile da realizzarsi, siamo ora proprio in mezzo al guado del fiume della storia come scrissi
e spiegai scientificamente in una lettera (con allegato il mio 1° studio scientifico multidisciplinare macroeconomico e geopolitico globale inedito, sintetizzante le mie tesi e previsioni, da allora integrate ed aggiornate,
ma sostanzialmente le medesime di oggi) indirizzata nel 2001 ad un gruppo ristretto di illustri studiosi ed
economisti, a 2 ex Governatori di una Banca Centrale del G8 ed a un ex Capo di Stato, (promotori e padri
dell’Euro). La crisi del decennio 1929-1939 terminò (come le altre lunghe crisi, es. quella del 1873-1896) per i
mercati finanziari solo dopo 25 anni, nel 1954, anche per effetto anche della guerra mondiale, ma questa crisi
finanziaria collaterale a quella molto più grave delle materie prime (che si manifesterà più a lungo e lentamente
dell’attuale crisi finanziaria pubblica europea iniziata con la crisi greca del 2010 e quella dei mercati finanziari
globali iniziata nel luglio-agosto 2007, non termineranno necessariamente intorno al 2017-18 come alcuni
pensano, come mi è parso che la cancelleria tedesca crede (fatto molto pericoloso), utilizzando ingenuamente le
statistiche passate, poiché se i fattori causali della crisi permangono, in tutto ed in parte devono permanere anche
gli effetti della crisi, in tutto o in parte. Qui né la Merkel né Obama hanno compreso che le cause maggiori e
profonde delle attuali crisi globali non sono state rimosse integralmente, visto che finora le politiche e le riforme
Europee ed USA sono state insufficienti e/o contraddittorie. In conclusione il probabile futuro crollo dell’EURO
ed EUROZONA è collocabile nel breve-medio termine macroeconomico, dal luglio 2011, più precisamente nel
periodo 2013-2016, a parità di politiche dei paesi dell’UE ed USA invariate (inerziali) o insufficienti o
contraddittorie, impeditive di un vero sviluppo socio-economico (crescita forte e di lungo periodo). Tale crollo
sommandosi alla crisi debitoria e finanziaria degli USA, etc., avranno un fortissimo impatto globale negativo,
concausando (insieme alla dinamica dei prezzi delle materie prime = causa maior) il ritorno della stag-flazione (=
stagnazione/recessione/depressione + inflazione) nel lungo termine macroeconomico, (come previsto
sommariamente nella mia tesi di laurea del 13-12-1996, pubblicata dalla TESIONLINE:- http://www.tesionline.it,
al N.°27.592).
Una curiosità la traduzione esatta in tedesco della frase obamiana - Yes, we can - di Obama (elezioni USA 2008) è
Wir können (verbo potere in senso fisico cioè di capacità fisica di fare una data azione oppure di sapere) non è il
Wir dürfen (verbo potere in senso giuridico cioè di essere o no autorizzato o legittimato giuridicamente a fare una
data azione) utilizzato dal premier Monti nel suo libro La democrazia in Europa, a pag.177, Ed. Ottobre 2012,
invece l’espressione interrogativa Dürfen wir? utilizzata espressamente da Monti come suo motto è una forma di
cortesia (potere fare in senso etico-cortese, cioè di rispetto verso gli altri). Questo uso del verbo potere è la
manifestazione di una grande e raffinata educazione, dimostrata quasi costantemente in pubblico dal Prof. M.
Monti, ma nel mondo politico che è darwiniano, in cui vige la legge del più forte, potrebbe essere scambiata per
debolezza e sudditanza politica verso le istituzioni dell’UE e della Germania (nazione dominante), potrebbe
apparire erroneamente come l’espressione di un maggiordomo o un dipendente sottoposto rivolta ad un’autorità
superiore o più forte politicamente, (es. la Cancelliera Frau A. Merkel?), a cui si chiede in modo cortese, ma
sottomesso, d’essere autorizzato a fare una data azione?
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