Al di là del principio di piacere: sul principio di Piacere e la Coscienza.

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Al di là del principio di piacere: sul principio di
Piacere e la Coscienza.
Além do princípio do prazer: sobre o princípio do prazer e a consciência
(Lavoro presentato nel convegno su ‘Al di là del principio del piacere’, ‘Il caso Dora’ e
‘Psicopaologia della Vita Quotidiana’, presso Lo Spazio Psicoanalitico di Roma)
LEONARDO DELLA PASQUA
Psicólogo, psicanalista com formação no Spazio Psicoanalitico di Roma, diretor
da Sociedade de Psicologia do Rio Grande do Sul, sócio-fundador do Laboratorio
Psicoanalitico di Roma.
L’intenzione di questo lavoro è presentare il punto di vista economico di Freud
in Al di là del principio di piacere del 1919-1920. Mi occuperò in particolar modo
del principio di piacere e la coscienza, trascurando altri aspetti dell’opera che
verranno sviluppati dagli altri colleghi del Laboratorio Psicoanalitico Tiburtino.
Vorrei approfondire il concetto del principio di piacere e le idee sulla coscienza
come viene presentato esclusivamente in questo testo, senza fare riferimento ai
lavori precedenti di Freud. A noi interessa focalizzare l’attenzione su come la
teoria della mente e le sue forze si presentava nel 1920, senza avere la pretesa di
fornire un panorama generale della teoria psicoanalitica freudiana.
Nel primo capitolo dell’opera, Freud comincia affermando che l’andamento dei
processi psichici è regolato automaticamente dal principio del piacere – modalità
primaria di lavoro dell’apparato psichico. Tale principio è messo in moto da una
tensione spiacevole; il risultato finale consiste nell’abbassamento di questa
tensione, ossia l’annullamento del dispiacere o produzione di piacere. Non è
chiaro cosa intenda Freud per produzione di piacere ed in che modo essa sia
diversa dall’annullamento del dispiacere.
Piacere
/
Dispiacere – quantità di eccitazione nella vita psichica non
legata in un determinato periodo di tempo
Diminuzione
/ Aumento della quantità di eccitazione
Queste idee hanno avuto una forte influenza dallo psicofisico Gustav
Theodor Fechner (1801-87), da cui Freud cita un libro, Einige ideen zür schöpfuns
und entwicklungsgeschichte der organismen [Qualche idea sulla genesi e lo
sviluppo degli organismi (1873)]. Dice Fechner:
“...ogni accadimento psichico che superi la soglia della coscienza è
accompagnato da piacere quanto più si avvicina alla stabilità totale,
sempre naturalmente oltre un certo limite, ed è accompagnato da
dispiacere quanto più si allontana da questa stabilità totale, sempre oltre
un certo limite”
Nella mente esiste una tendenza alla stabilità, il Principio di costanza, dove
l’apparato psichico tende a mantenere il più basso livello possibile o mantenere
costante il quantum d’eccitazione presente.
Per Freud, esiste nella psiche una forte tendenza verso il principio di piacere.
Quando entrano in gioco le pulsioni di autoconservazione, il principio del piacere
viene sostituito dal principio di realtà, che ha come obiettivo:
1. differimento del soddisfacimento;
2. rinuncia a certe possibilità di gratificazione;
3. sopportazione del dispiacere.
Il principio di piacere è un modello operativo utilizzato dalle pulsioni sessuali,
che sono le più difficili da ‘educare’. I tabù, le convenzioni sociali e la morale
sessuale rendono difficile tale compito, perché va oltre alle regole di convivenza
civili e aziona nella psiche meccanismi difensivi dinamici, che cercano di rendere
tale ‘educazione’ più tollerabile.
Il piacere ed il dispiacere sono sensazioni consce, legate all’Io. Ogni
sensazione nevrotica spiacevole, è una sensazione piacevole che non può essere
provata come tale, in conseguenza della rimozione. La maggior parte delle
esperienze spiacevoli che proviamo sono di origine percettiva. Tali sensazioni
possono essere messe in moto dalle pulsioni insoddisfatte, oppure da stimoli
esterni. In ogni caso, sono sensazioni riconosciute come un pericolo.
Nel quarto capitolo, Freud si propone di rispondere alle seguenti domande:
quando e in che modo nasce la coscienza? Le teorie delle localizzazioni
dell’anatomia cerebrale pongono come sede della coscienza, la corteccia
cerebrale, lo strato più esterno del cervello. Il contenuto della coscienza consiste
di percezioni di stimoli provenienti dal mondo esterno, e di sensazioni di piacere e
dispiacere che si originano all’interno dell’apparato psichico. La coscienza (o la
corteccia cerebrale) deve essere rivolta verso il mondo esterno e deve includere
tutti gli altri sistemi. I processi eccitatori che avvengono in questi altri sistemi
lasciano tracce permanenti, i fondamenti della memoria. Nel Sistema C, il
processo di eccitazione diventa cosciente, ma non lascia traccia permanente –
viene trasmesso agli altri sistemi ed è in questi che vanno ricercate le sue tracce
(1° topica, cap. VII, L’interpretazione dei sogni).
Per Freud “la coscienza sorge al posto della traccia mnestica” (Freud, 1920; p.
70); non può occuparsi di immagazzinare i ricordi perchè diventerebbe ben presto
satura e non sarebbe più in grado di svolgere appieno le sue funzioni. Prendendo
come spunto le idee di Breuer, presenti negli Studi sull’Isteria, Freud mantiene
l’idea di allora, nella quale gli elementi del sistema C non conterrebbero energia
legata, ma soltanto energia libera che può essere scaricata liberamente. L’origine
della coscienza va collegata alla posizione del Sistema C e alle modalità che
operano i processi d’eccitazione.
Continuando le sue osservazioni, Freud ipotizza l’esistenza di uno schermo di
protezione contro gli stimoli della superficie corticale. Secondo lui, la superficie
più esterna della corteccia perde i connotati della struttura organica vivente e
diventa, in un certo senso, inorganica. Ciò permette che lo schermo funzioni come
uno speciale involucro o membrana resistente agli stimoli stessi. Le eccitazioni
che vengono dall’esterno riescono ad arrivare agli strati più profondi che hanno
conservato la struttura vivente, ma perdono gran parte della loro energia iniziale.
Questi strati possono dedicarsi alla ricezione degli stimoli e l’accesso è consentito
attraverso la barriera esterna;
“Per l’organismo vivente la ‘protezione contro gli stimoli’ è una funzione
quasi più importante che non la ‘ricezione’ degli stimoli stessi” (Freud,
1920; p. 72)
Lo scopo principale della ricezione degli stimoli è scoprire la direzione e la
natura degli stimoli esterni. Gli organi di senso si trovano immediatamente sotto lo
schermo di protezione e sono impegnati con piccole quantità di stimolazioni
esterne.
I processi psichici inconsci sono atemporali. Questa caratteristica
dell’inconscio può essere compresa appieno, se è messa a confronto con i
processi mentali consci.
Il sistema C riceve stimoli anche dall’interno dell’apparato psichico. Nel suo
interno non esiste lo schermo di protezione contro gli stimoli. Di conseguenza:
o le sensazioni di piacere e dispiacere dominano su gli stimoli esterni;
o nasce una tendenza a trattare queste sensazioni come se provenissero
dall’esterno – l’origine della proiezione.
Nel capitolo settimo dell’opera, Freud ribadisce che, una delle funzioni più
antiche dell’apparato psichico è legare le pulsioni che premono nel sostituire al
processo primario il processo secondario, e trasformare le cariche energetiche
libere in un investimento quiescente (tonico). L’atto di legare è un’attività che
introduce e assicura il dominio del principio del piacere.
Il principio del piacere opera a servizio di alcune funzioni: a) tenere l’apparato
psichico sgombro da eccitazione; b) mantenere costante o al livello più basso
possibile o di sopprimere la quantità d’eccitazione (Principio di Nirvana –
Barbara Low); c) ritornare alla quiete del mondo inorganico. La coscienza segnala
dall’interno non solo sensazioni di piacere e dispiacere, ma anche di una tensione
che può essere piacevole o spiacevole.
“Ora, potremmo affidarci alla differenza tra questi due tipi di sensazioni, per
riuscire a distinguere i processi legati da quelli che non lo sono? O piuttosto la
sensazione di tensione sarebbe da collegarsi con la grandezza assoluta, o
probabilmente, con il livello della carica energetica, mentre la serie piaceredispiacere starebbe piuttosto a indicare una modificazione della grandezza
della carica energetica, ‘entro una determinata unità di tempo’?” (Freud, 1920;
p. 132)
Il mio obiettivo non è trovare una risposta immediata a tutte queste
domande. Possiamo invece concludere, in consonanza con Freud, ipotizzando
che il principio di piacere sia al servizio delle pulsioni di morte .
Principio di piacere
Pulsione di morte
Eros
Tanatos
Principio di Nirvana
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