La Mosca
Almeno un milione di scale
Spettacolo finalista
Premio Anteprima del Festival Collinarea 2013
Di Chiara Tessiore
Messo in scena ed interpretato da
Federica Ombrato e Chiara Tessiore
Progetto sviluppato con l’assistenza di
Jean-paul Denizon
Cosa prova la moglie di un grande poeta, leggendo le
poesie dedicate, ispirate ad altre donne?
Le Muse prendono voce e raccontano il poeta che le ha
raccontate
“ un testo drammaturgico ben
scritto e ben interpretato,
[...]
una
vera
chicca
teatrale da non perdere.”
(Varese Report)
“Un'ora e mezza che scorre
veloce,
tra
poesie,
epistolari, musiche e fischi
dall'aldilà, capaci di cucire
insieme un perfetto ritratto
dell'uomo-poeta
in
una
dolente
dichiarazione
di
amore all'amore."
(Gazzetta di Parma)
“Spettacolo
intenso
emozionante” (La Stampa)
ed
“ Le due giovanissime attrici
sono
travolgenti:
la
semplicità della scenografia,
volutamente
spoglia,
ma
riccamente
simbolica,
si
scontra
con
una
capacità
interpretativa
che
lascia
senza parole.“
(Gazzetta di Parma)
“La Mosca – Almeno un milione di scale”
è la storia di un’attesa.
Sospesa in un limbo, in uno
spazio che è insieme evocazione
e soffitta, memoria e polvere,
c’è una donna.
È Mosca. La Mosca.
Colei che ha sceso milioni di
scale al braccio del poeta
Eugenio Montale, che ne è stata
compagna di vita e poi moglie,
per diventarne Musa solo dopo
la morte.
Musa dell’affetto quotidiano,
della
tenerezza,
dell’abitudine, La Mosca - una
volta scomparsa - lascia solo
il vuoto dell’Assenza.
Vogliamo sondare una vita che,
all’ombra di spessi occhiali,
ha accompagnato con la costanza
della presenza quel poeta che
cantava
altre
donne,
altre
Muse.
Mosca
come
Gemma
Donati,la
moglie di Dante,che si trova a
leggere i versi per Beatrice.
E le Beatrici arrivano. Si incontrano e si scontrano come fossero
ricordi,evocazioni. Si incarnano nel corpo di una sola attrice e
raccontano il poeta che le ha raccontate.
Aneddoti buffi, affettuosi, dolorosi, amori amati in modi tanto
diversi:
ad ascoltarli c’è sempre la stessa donna.
Mosca non parla mai, questa la sua forza e la sua sfida.
Non cede e non concede nulla.
Le muse affollano di ricordi quell’attesa, come hanno affollato
quella vita.
Portano le loro ragioni:
la Volpe, la poetessa Maria Luisa Spaziani, racconta le risate, la
complicità, le corse in tandem e i gelati all’amarena; Arletta il
suo mistero, la vera o immaginata morte di una bambina che è stata
compagna di giochi di un poeta ancora ragazzo; Clizia, il grande
amore, porta l’ingiustizia di una donna che ha dovuto rinunciare
alla felicità per la vigliaccheria di un uomo che non sapeva
scegliere, che non riusciva ad abbandonare la compagna.
Ma questo spettacolo non è un processo: non si sta dalla parte di
nessuno.
Si riflette. Si indaga come la grande poesia possa scaturire
dall’anima di un poeta “troppo rassegnato e pigro per desiderare
di essere felice”.
Un poeta che si abitua a cibarsi di nuvole e di lontananza.
Non un vate, né un titano, né un eroe, semplicemente un uomo.
...Anche i poeti fanno le corna...
Spesso pensiamo ai poeti come esseri senza tempo e senza spazio,
persi nell'atmosfera divina dei loro stessi versi, lontani da noi.
Ma sepolta sotto quei versi c'è una storia, una vita vissuta,
fatta di piccoli segreti, di ricordi buffi o dolenti, amari o
ironici.
E
se
raccogliessimo
quella
storia?
Quel
vivere
quotidiano, eppure intenso, pieno di contraddizioni.
Se ci mettessimo sulle tracce del poeta celato dietro le sue
liriche, non potremmo rimanere affascinati dalla sua fragile ed
appassionata umanità?
La storia di Eugenio Montale, poeta Vate e Don Giovanni, impettito
premio Nobel e goffo villeggiante stretto in un buffo costume
intero, con un topo disegnato sopra.
La sua storia raccontata dalle donne che lo hanno incontrato,
dalle amanti che hanno ispirato la sua poesia, vegliato sulla sua
esistenza.
Dall’incontro con Jean-Paul Denizon (attore storico e assistente alla
regia di Peter Brook dal 1979 al 1991, attualmente tra i maggiori
pedagoghi teatrali internazionali) si sviluppa un lavoro che mette in
primo piano “la storia” facendo dell’attore un mezzo e spostando,
finalmente, l’inquadratura, il punto di vista.
Quanto fa compagnia l’abitudine? Quanto è fedele un’amante?
Quanto è pesante una presenza e quanto asfissiante un’assenza?
Musa e compagna, quotidiano e poetico, ispirazione e concreto.
Donne. Donne che si incontrano per sondare cosa sia davvero importante,
cosa resti quando tutto il resto passa.
Donne che smettono di essere angeli ispiratori e prendono voce.
Questo spettacolo non vuole essere una biografia, né – tantomenoun’analisi critica della poesia di Montale; lasciamo da parte il grande
poeta, il premio Nobel, la Storia (quella con la maiuscola). Ciò che
vogliamo raccontare è la storia di chi ha vissuto l’uomo Montale, la sua
paura del buio, la sua buffa ironia, la sua passione per il gelato alle
amarene.
TEATRO CHIARO D’OMBRA
FEDERICA OMBRATO E CHIARA TESSIORE
Si diplomano nel 2011 presso la CIVICA ACCADEMIA D’ARTE DRAMMATICA “NICO
PEPE” di Udine.
Federica Ombrato continua la sua formazione presso ATIR- Teatro
ringhiera di Milano, diretto da Serena Sinigaglia; collabora
inoltre con la Compagnia Quinta Parete - Reggio Emilia, la
Compagnia dei Cardini e Minima Theatralia – Milano e con il
Teatro del Cerchio di Parma.
Chiara Tessiore entra a far parte di Assemblea Teatro - Teatro
Stabile di Innovazione, Torino, e collabora con OPS - Officina
per la Scena – Torino, Trabateatro- Compagnia Teatrale
Indipendente e Compagnia Teatrale Salamander .
Lo spettacolo “La Mosca – Almeno un milione di scale“ è, di fatto, la
prima produzione del gruppo e ne segna la nascita; progetto autoprodotto
ed autofinanziato riceve successi di critica e pubblico ed importanti
riconoscimenti quale la finale al PREMIO ANTEPRIMA del Festival
COLLINAREA 2013.
Dopo l’anteprima a Parma(Theatro del Vicolo), debutta nel Marzo 2013
nell'ambito della rassegna ligure “La Riviera dei Teatri“;replica per il
Comune di Finale Ligure, per il Teatro Santuccio di Varese.
Viene presentato come progetto di avvicinamento alla poesia per le scuole
superiori: rappresentato per il Liceo Classico Romagnosi di Parma, il
Liceo Scientifico Grassi e il Liceo Classico Chiabrera di Savona.
GAZZETTA DI PARMA del 25 febbraio 2013, Spettacoli - pag 31
“MONTALE RIVIVE NEI VERSI E NEI RICORDI: A RACCONTARLO SONO LE SUE MUSE.”
di Margherita Portelli
Il sipario del teatro non
si alza e non cala. Nel
gioiellino
di
Vicolo
Asdente, nelle serate di
sabato
e
ieri,
ad
accogliere gli spettatori
che
prendevano
posto
c'erano
una
radio
gracchiante, un gomitolo e
una donna. Ma la poesia,
protagonista senza vergogna
della pièce in anteprima
"La
Mosca
Almeno
un
milione di scale", non ha
tardato ad inondare palco e
platea. Quando si spengono
le luci le donne diventano
due (come mille): compagna
fedele e amanti sedotte di
un uomo che non si vede
mai. Eccole, le muse del
poeta.
Ispiratrici
solitamente
nascoste,
femmine tradotte in versi
che prendono la parola.
Per una volta sono loro a
raccontare colui che le ha
raccontate. La "Mosca", Drusilla Tanzi, storica compagna e poi moglie di Eugenio
Montale, si incontra con la "Volpe", Maria Luisa Spaziani. e poi con Arletta,
Clizia e così con tutte le altre donne i cui reperti appesi a un filo penzolano
stanchi da mollette di legno. Il poeta, sviscerato nella sua umanità, rivive nei
ricordi come nei versi, letti dalla moglie sotto una scala e alla luce di una
lampadina che sembra dire "silenzio, gente, ora parla lui!".
L'amore, nelle sue tante fasi e perifrasi, è insieme docile animale domestico e
selvaggia bestia incontenibile: non c'è ragione o torto, e non si sta dalla
parte di nessuno. Si riflette, si soffre, incantati e delusi. Le due
giovanissime attrici sono travolgenti: la semplicità della scenografia,
volutamente spoglia, ma riccamente simbolica, si scontra con una capacità
interpretativa che lascia senza parole. Il testo, che porta la firma di una
delle due interpreti (Chiara Tessiore), è infarcito qua e là dai sublimi versi
del premio Nobel, ma non sembra farsi intimidire dal gigante Montale, e , al
contrario"accarezza" chi ascolta, forte di dolcezza e verità.
Con la supervisione registica del maestro Jean Paul Denizon(storico attore e
assistente alla regia di Peter Brook) le due attrici, diplomate alla Civica
Accademia d'Arte Drammatica Nico Pepe di Udine, dimostrano che con poco si può
davvero fare parecchio. Un'ora e mezza che scorre veloce, tra poesie,
epistolari, musiche e fischi dall'aldilà, capaci di cucire insieme un perfetto
ritratto dell'uomo-poeta in una dolente dichiarazione di amore all'amore.
Da WWW.VARESEREPORT.IT, 23 novembre 2013,
“MOSCA” E LE MUSE DI EUGENIO MONTALE: CHICCA TEATRALE AL SANTUCCIO
Clizia, Dora, Arletta, nomi diversi che
al cultore delle Muse richiamano momenti
indimenticabili della poesia di Eugenio
Montale.
Figure di donna che, nella lunga stagione
poetica di Eusebio (così battezzò il
poeta un genio come Bobi Bazlen), entrano
nei versi e nella vita di Montale.
A mettere in scena queste figure, forse
fantasmi, forse vizi segreti, un testo
drammaturgico
ben
scritto
e
ben
interpretato, che purtroppo, in questa
Varese dispersiva e spesso incapace di
rispondere ai richiami del bello, è
passato colpevolmente sotto silenzio. Colpevolmente perchè è stata una vera
“chicca” da non perdere.
Come si comprende dal titolo, ”La Mosca - Almeno un milione di scale”, le figure
femminili, tra biografia e arte, sono evocate dalla “Mosca”, soprannome di
Drusilla Tanzi, amica e poi moglie di Montale, che dialoga, spesso attonita e
addolorata, con le donne che hanno abitato l’opera di Montale, presenze
passionali ed egoiste che tendono a sminuire la metodicità quotidiana del
rapporto tra Drusilla ed Eugenio.
Dietro tutto questo si muove Chiara Tessiore, giovane autrice ed attrice di
sicuro valore, che in scena interpreta la “Mosca” e che ha curato testo e
drammaturgia. Il lavoro è stato presentato ieri sera al Teatro Santuccio di
Varese, “prima” in Lombardia dopo la finale al Premio Anteprima del Festival
Collinarea 2013.
Accanto alla Tessiore, la poliedrica Federica Ombrato, capace di vestire i panni
delle donne che abitano la poesia di Montale.
Le due attrici hanno dato vita ad una compagnia che, intrecciando i loro nomi,
si chiama Teatro Chiaro d’Ombra (nella foto un momento dello spettacolo sul
palco del Santuccio).
Per tutto lo spettacolo, la Tessiore si aggira sul palco con pesanti pantofole e
un paio di occhiali dalle spesse lenti, segno iconografico inconfondibile di
Drusilla. Vaga tra ricordi e ossessioni, tra melodie operistiche irradiate da un
vecchio grammofono, che si riferiscono alla passione predominante del critico
del “Corriere” Montale, e l’apparizione delle evanescenti figure femminili.
Figure che svelano i rapporti multipli di Eusebio con l’universo femminile,
irriducibili ad un menage famigliare piccolo borghese. E tuttavia, nella scena
finale dello spettacolo, “Mosca” rivendica un’intimità discreta e quotidiana, ma
nello stesso tempo illuminata dall’abbagliante universo poetico del compagno.
Una rivendicazione che si sposa con la salita di una scala e, sullo sfondo,
molteplici letture dei versi che l’hanno fatta entrare nella storia: “Ho sceso,
dandoti il braccio, almeno un milione di scale ...
Link all’articolo:
http://www.varesereport.it/2013/11/23/varese-mosca-e-le-muse-di-eugenio-montale-una-chicca-teatrale-al-santuccio/
LA PROVINCIA DI VARESE
LA MOSCA DI MONTALE E “LE ALTRE” SUL PALCO L’ALTRO VOLTO DELLA POESIA
Cosa prova la moglie di un grande poeta
leggendo le poesie ispirate e dedicate ad
altre donne? Questa la domanda da cui nasce
uno spettacolo teatrale giovane e originale
capace di riscuotere un successo crescente di
pubblico e di critica e che venerdì ha
debuttato in anteprima regionale al Teatrino
Santuccio di via Sacco, a Varese.
Si intitola ”La Mosca, almeno un milione di
Scale” e protagoniste sono due donne e milioni
di versi, aneddoti e poesie. C’è innanzi tutto
la Mosca, la compagna di vita e poi moglie del
poeta Vate italiano e premio Nobel per la sua
arte Eugenio Montale e interpretata da Chiara
Tessiore.
E poi ci sono le altre, le muse che hanno
ispirato i versi d’amore più appassionati del
poeta e che rivivono in un’unica attrice sul
palco: Federica Ombrato. «Mosca come Gemma
Donati, la moglie di Dante, che si trova a
leggere i versi per Beatrice – si legge nella presentazione dello spettacolo - E
le Beatrici arrivano, si incontrano e scontrano come fossero ricordi, evocazioni
e raccontano il poeta che le ha raccontate».
Aneddoti buffi, affettuosi, dolorosi, amori amati in modi diversi: ad ascoltarli
c’è sempre la stessa donna, che non parla mai, non cede e non concede nulla,
lei, che divenne musa di Montale solo dopo la morte, quando lascia solo il vuoto
dell’assenza, dell’affetto quotidiano, della tenerezza, dell’abitudine.
Le muse affollano di ricordi quell’attesa, quella soffitta e portano le loro
ragioni: c’è la Volpe, la poetessa Maria Luisa Spaziani, che racconta le risate,
la complicità, le corse in tandem e i gelati all’amarena o il grande amore,
Clizia, che racconta l’ingiustizia di una donna che ha dovuto rinunciare alla
felicità per la vigliaccheria di un uomo che non sapeva scegliere, che non
riusciva ad abbandonare la compagna.
Furono tante le amanti di Montale, perché «anche i poeti fanno le corna»,
scrivono le due attrici e registe dello spettacolo con l’assistenza di Jean-Paul
Denizon.
Link all’articolo:
http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cultura%20e%20Spettacoli/la-mosca-di-montale-e-le-altre-sul-palco-laltro-volto-dellapoesia_1033585_11/?fb_action_ids=759883224025951&fb_action_types=og.likes&fb_source=other_multiline&action_object_map=%7B%2275988
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D
SCHEDA TECNICA
LA MOSCA - ALMENO UN MILIONE DI SCALE
Uno spettacolo di Teatro Chiaro d’Ombra
Numero attori in scena: 2
durata spettacolo : 75 minuti
spazio scenico minimo: 6m x 4m (altezza minima 3m)
tempi di montaggio: circa 1ora
tempi di smontaggio: circa 1ora
Scenografia:
-a carico della compagnia: una scala in legno a pioli smontabile
(h. 247 cm) , un filo da fissare in quinta, una radio antica in
proscenio
-preferibilmente a carico del teatro:un tavolino piccolo\cassa (h.
circa 50 cm)
-necessaria quintatura o comunque possibilità di uscite laterali
e\o sul fondo.
Luci:
-possibilità di buio totale;
-luci sufficienti ad avere un piazzato diffuso sul palco,
-necessario 1 pc 1000 con gelatina ghiaccio da posizionarsi a
terra in proscenio (dimmerato)
-necessaria presa di corrente in prossimità della scena.
IL PARCO LUCI E’ ADATTABILE IN FUNZIONE DELLA GRANDEZZA DELLO
SPAZIO TEATRALE E DELLE DISPONIBILITA’ DEL TEATRO.
Ove possibile:
5 pc 1000 per illuminazione frontale
2 pc 1000 come tagli laterali con gelatina ambra
3 pc 1000 controluce
Canali luci\dimmer : 10
Carico massimo 12 kw
Fonica:
-Mixer audio
-lettore cd
-impianto di amplificazione adatto alla sala
Contatti :
CHIARA TESSIORE
Tel. 348 32 44 143
E- mail [email protected]
FEDERICA OMBRATO
Tel. 339 36 89 194
E- mail [email protected]
Per info:
https://www.facebook.com/LaMoscaAlmenoUnMiloneDiScale
Video promo dello spettacolo:
http://www.youtube.com/watch?v=UWUUJ4J0DSg&feature=share
Video integrale dello spettacolo presente sulla
piattaforma YouTube in modalità “non elencato”
(visualizzabile dagli utenti in possesso dei seguenti
link):
- Video integrale montato:
https://www.youtube.com/watch?v=RmhK8q5UNeU
- Video integrale a camera fissa non montato:
https://www.youtube.com/watch?v=xyuvdO_DIH0