Inserto ampliato in italiano ‡ Konstruktive Ehrlichkeit – Ein zeitloser Wert? ‡ Vom Gewerbebau zur Villa: Neun Beispiele von Zürich bis Tokio ‡ Ausdrucksmöglichkeiten der Oberfläche ∂ traduzione più ampia e approfondita dei testi e delle legende in internet versione in italiano di www.detail.de Zeitschrift für Architektur + Baudetail · Review of Architecture · Revue d’Architecture Serie 2008 · 1/2 · Bauen mit Beton · Concrete Construction · Construire en béton Contraddittorio, in alcuni casi quasi paradossale. Come raramente un altro materiale, il calcestruzzo palesa sulla sua superficie il processo produttivo subito con l’impronta della cassaforma, celando dietro se stesso la propria composizione strutturale. Se da un lato, diversi esempi di costruzioni in calcestruzzo della recente storia dell’architettura mostrano un’espressività formale senza eguali, dall’altro emerge la limitatezza di criteri etico-costruttivi nell’ambito delle più attuali tendenze architettoniche. Sebbene sia stato raggiunto un elevato grado di produzione del calcestruzzo, si attende ancora con trepidazione il distacco della cassaforma dalla superficie. Anche la lavorazione delle superfici di calcestruzzo in una fase successiva alla produzione sta assumendo una certa considerazione. Costruire in calcestruzzo è un processo ancora “in fieri”. Andreas Gabriel Rivista di Architettura 1/2 · Costruire con il Cemento 2 L’opinione Luciano Pia 3 Costruire con il cemento in Italia Edificio residenziale a basso costo a Casagiove CE, Gianfranco Racioppoli e Gennaro Russo 4 Nuove realizzazioni in Italia Piazza Alberti a Firenze, Paolo di Nardo e Alessandra Ciullini Il “Vulcano Buono” – centro servizi a Nola NA, RPBW 4 Pubblicazioni sul cemento 5 Prodotti Wierer, Nord Bitumi, Ingo Maurer, Sto, Appiani, Peri, Lecablocco, Tecnostrutture 6 Traduzioni in italiano di testi e legende Discussione Documentazione Tecnologia 2 L’opinione Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 1/2 ∂ L’opinione di Luciano Pia Costruire con il cemento 1 2 Art Hotel Olympic - Torino Edificio a guscio in calcestruzzo - Torino Luciano Pia, nato nel ’60, architetto dall’84, ha realizzato il Museo della Corsica, l’Università di Nimes e il Musée des arts et métiers a Parigi. A Torino: il restauro di Palazzo Graneri, un Villaggio Media - Torino 2006 e la Scuola di Biotecnologie. Ha progettato la trasformazione d’isolati torinesi, di aree industriali dimesse e la futura Città della Salute. 1 Sebbene sia uno dei materiali più utilizzati nelle costruzioni, ben pochi sono gli interventi in cui prende il sopravvento, poiché relegato a mere funzioni strutturali, poi rivestito con altri materiali. C’è la tendenza diffusa a considerare il calcestruzzo finalizzato solo alle strutture portanti, ed anche in questi casi, è sovente associato ad altri materiali d’alleggerimento. Data la facilità d’esecuzione dei getti e la sua capacità di riempire tutti gli spazi in cui viene colato, il cemento è largamente utilizzato in tutte le costruzioni. Il muratore ed il carpentiere edile sono mestieri che sempre più sono svolti da personale non qualificato con poche esperienze alle spalle e che non tramanda il sapere; si sono perse le maestranze. Lavorando in Francia, già parecchi anni fa mi accorsi, come il cantiere era diventato povero di capacità artigianali, le operazioni si erano semplificate per poter essere realizzate da operatori occasionali e il livello delle finiture era pressoché inesistente. In pochi anni anche in Italia ci siamo avviati nella stessa direzione ed ottenere buoni risultati nell’edilizia è estremamente difficile; pensare poi all’uso di nuove tecnologie costruttive, sovente è fantasia. La logica degli appalti al ribasso, che non tengono conto della qualità delle realizzazioni, genera situazioni perverse in cui il progettista direttore dei lavori, quando ha la fortuna di essere entrambe le figure, si trova nell’impossibilità di richiedere e di ottenere livelli qualitativi accettabili dagli appaltatori che annaspano per rimanere a galla. Lo scollamento delle competenze professionali tra l’architetto, lo strutturista e l’impiantista, generano progetti in cui ognuno svolge la propria parte aggiungendo strati costruttivi al fabbricato: alla struttura si aggiungono gli impianti e poi la “pelle esterna”. Nella maggioranza dei casi non vi è nessun rapporto formale tra le facciate e la maglia strutturale. Alle strutture viene chiesto di sorreggere il fabbricato con pilastri “nascosti” senza dare fastidio ad altri, spesso in falso tra un piano e l’altro. A differenza dell’artista che realizza in prima persona le proprie opere, l’architetto ha molti tramiti e molte mani diverse che danno for- 2 ma, corpo, materia, ai propri pensieri; tanto più la realizzazione è vicina all’idea progettuale, quanto più bravo è l’architetto ad organizzare la sua messa in opera. Partendo dal concetto dell’unicità della costruzione, come elemento che nel suo insieme risponde alle esigenze prefissate, che nasce da un processo progettuale – costruttivo del suo insieme intimamente connesso sviluppato e seguito passo passo dal primo momento al termine della costruzione e nella fase di gestione, si può ottenere un risultato che sia il più vicino possibile a quanto immaginato. Lo sviluppo dei nuovi calcestruzzi autocompattanti, permette certamente di ottenere ­risultati eccellenti che prima erano impensabili. Usando il calcestruzzo come unico elemento costruttivo, unico materiale strutturale, di finitura ecc., fluido che puoi colare nelle forme, materia naturale ed espressiva, giocando sull’alternanza volumetrica dei pieni e dei vuoti, ricavati per sottrazione di materia, che trova continuità nel rapporto tra elementi portanti in calcestruzzo e aperture. Gli spazi possono essere concepiti dal di fuori e dal di dentro con un lavoro di scavo, sottrazione e contrasto della materia compatta e monolitica. L’organismo può emergere con prepotenza, affermare la propria presenza di rottura e con la sua massa sottolineare una presenza forte. La struttura a guscio, nella quale può essere contenuta tutta l’impiantistica, lascia la massima flessibilità per realizzare grandi spazi e la libertà delle aperture di luce. Sono sempre stato attratto dalla possibilità di ridurre il progetto all’essenzialità nella purezza delle forme, ma anche nei materiali utilizzati. Attraverso lo studio delle casseforme, delle riprese di getto, degli inserti e ­delle mescole, si potranno certo ottenere grandi risultati. Ma ci vuole tempo, pazienza e volontà di fare. Non abbiamo ancora esaurito le capacità di sviluppo delle tecnologie attuali, mentre nuovi aspetti cambiano radicalmente il modo di affrontare il progetto: ambiente e consumo energetico. ∂ 2008 ¥ 1/2 Inserto ampliato in italiano Costruire con il cemento in Italia 3 Costruire con il cemento in Italia Edificio residenziale a basso costo, Casagiove CE Progettisti: Gianfranco Racioppoli e Gennaro Russo Collaboratori: Paola Ferraro Il progetto prevedeva un edificio residenziale plurifamiliare a basso costo da realizzare in un lotto di modeste dimensioni, seguendo un programma edilizio ben definito dal piano di zona PEEP e da una normativa altrettanto restrittiva. Inserito in un tessuto urbano privo di presenze significative, l’intervento si pone come obiettivo primario quello di ottenere un manufatto di buona qualità architettonica mediante una progettazione attenta agli aspetti formali e funzionali. A rendere complicato, ma non impossibile il raggiungimento di tali obbiettivi hanno contribuito la contenuta disponibilità economica, la mancanza di sensibilità da parte della committenza e la non sempre adeguata competenza delle maestranze. Il risultato è un edificio di qualità, di proprietà del Consorzio di Cooperative edilizie Ritmo s.r.l., che sorge su un’area di superficie complessiva di 2775 mq, situata nel Comune di Casagiove in prossimità del parco della Reggia di Caserta. Il manufatto, caratterizzato da un’organizzazione in pianta ad “H”, comprende in totale ventotto alloggi, ognuno di circa 105 mq, dislocati su cinque livelli fuori terra ed un piano interrato adibito a garage e cantine. I garage sono dislocati ai lati estremi del fabbricato e sono collegati da un percorso scoperto, posto a quota -4.00 m, che consente la percorribilità a senso unico. Il piano terra comprende un ampio porticato ad uso collettivo e quattro residenze con giardini di pertinenza esclusiva collegati da passerelle aeree che consentono gli attraversamenti in quota. I vari livelli sono collegati da due ascensori e corpi scala aperti/ coperti. La superficie del lotto non edificata è destinata a verde collettivo ed organizzata con attraversamenti pedonali pavimentati. L’impianto distributivo proposto garantisce una effettiva fruibilità dello spazio assicurando funzionalità e minimizzando gli sprechi. Tutti gli alloggi, comprendenti soggiorno/ pranzo, tre camere, cucina, doppi servizi e balconi, presentano due esposizioni contrapposte a favorire la ventilazione naturale degli ambienti interni, fondamentale per limitare il surriscaldamento eccessivo nei mesi estivi. La struttura è antisismica ed è costituita da telai spaziali in cemento armato controventati e solai in latero cemento, mentre la copertura dei singoli blocchi è a falda unica. 5 6 5 5 4 3 I prospetti, totalmente intonacati di bianco, sono lineari, complicati solo dal gioco dinamico dei balconi, alcuni dei quali sono tinteggiati di verde, mentre altri sono protetti da parapetti o da semplici ringhiere che rievocano quelle delle case a corte ottocentesche del centro storico. 1 7 2 2 Planimetria scala 1:800 1 Porticato 2 Rampa 3 Soggiorno 4 Cucina 5 Camera da letto 6 Servizi 7 Balcone 4 Nuove realizzazioni in Italia e pubblicazioni sul cemento Nuove realizzazioni in Italia Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 1/2 ∂ Pubblicazioni sul cemento Atlante del Cemento F. Kind Barkauskas, B. Kauhsen, S. Polonyi e J. Brandt, UTET, Torino, 1999, 285 pp., ISBN 88-02-05368-5, ™ 87,80 Atlante del Fibrocemento Fr. Grimm, C. Richarz, UTET, Torino, 2001, 358 pp., ISBN 88-02-05731-1, ™ 103,29 I volumi, che fanno parte della collana “Grande Atlante di Architettura”, costituiscono una guida completa per l’utilizzo del cemento armato e del fibrocemento, sia nelle applicazioni più tipiche, sia per la ricerca di nuove forme espressive. Le istruzioni tecniche necessarie sono corredate da numerosi esempi e da interessanti dettagli costruttivi. 1 Piazza Alberti, Firenze Progettisti: Paolo di Nardo e Alessandra Ciullini Progettisti impianti: Politecnica s.c.r.l. Progettisti strutture: A&I Ingegneri associati e Politecnica s.c.r.l. Il “Vulcano buono” - piazza e centro servizi, Nola NA Progettisti: RPBW - Renzo Piano Building Workshop L’occasione progettuale di ridisegno di piazza Alberti, inaugurata lo scorso primo dicembre a Firenze, diventa lo spunto per sperimentare in scala architettonica e urbana il rapporto con la storia e risolvere in maniera equilibrata la relazione con i linguaggi presenti nel contesto. La decisa rinuncia alla riproposizione del silos standardizzato fa’ si che al parcheggio multipiano venga restituita la sua dignità di architettura degna di una cura progettuale. Da questa premessa deriva la scelta di definire spazi legati alla piacevolezza di alcuni elementi sensoriali, quali: luci, ombre, filtri visivi, trame materiche, contrasti cromatici, incastri ed incontri volumetrici. Il progetto della piazza fa sue le istanze ­suggerite dal contesto. Quelle immediate, visive, degli allineamenti volumetrici con i fabbricati adiacenti e i rapporti tra i vuoti e i pieni degli edifici ma anche quelle “tattili” e materiche, eredità di una modernità fiorentina caratteristica del dopoguerra. Una modernità che, a sua volta, deve molto alla tradizione rinascimentale, ad esempio nel diverso trattamento fra il basamento ed il volume sovrastante, con un forte aggetto basamentale per creare un deciso fascio di ombra che avvolge il passante, nel contrasto materico fra la pietra/cotto e l’intonaco, nella proposizione degli elementi finestra come momenti importanti nella composizione di un prospetto, nel contrasto fra volumi orizzontali e volumi verticali a creare passaggi, coni visivi, tagli di luce. Infine il ritrovamento imprevisto di 3 sepolture longobarde durante gli scavi fornisce l’occasione di ricreare uno spazio per esporre i reperti all’interno del sistema urbano che si viene a creare. Il 6 dicembre scorso è stato inaugurato dal presidente del consiglio il“Vulcano Buono”: il nuovo Centro Servizi dell’Interporto di Nola (NA), progettato dall’architetto Renzo Piano. All’interno del complesso, caratterizzato dalla forma di vulcano, che sembra prendere forma da un sollevamento della crosta terrestre, trovano spazio un centro commerciale, negozi, alberghi, ristoranti, un cinema multisala, un centro benessere, gli uffici direzionali delle attività interportuali ed un’enorme piazza centrale. Per ora è stato inaugurato il centro commerciale, mentre l’ultimazione definitiva dei lavori è attesa per maggio 2008. La geometria tronco-conica dell’edificio si ispira al Vesuvio, di cui segue le sinuose forme fronteggiandole in un gioco speculare a scala territoriale. La bocca del cratere artificiale disegnato da Piano raggiunge l’altezza massima di 41 metri ed un’ampiezza di 170 metri. L’imponente diametro costituisce il nucleo aperto della struttura, una grande piazza-mercato circolare il cui vuoto diventa luogo di incontro tra le persone, interpretando le tipiche funzioni dell’antica polis greca. Attorno alla grande piazza si articolano gli spazi coperti della struttura conoidale all’interno dei quali si trovano le diverse funzioni. La complessa geometria tridimensionale è stata ottenuta intersecando tre solidi di rotazione con una serie di tagli radiali che garantiscono gli accessi al complesso e le cui dimensioni variano a seconda della funzione cui sono destinati: accesso pedonale, riservato alle auto o al trasporto delle merci. Pendii erbosi che assicurano l’isolamento termico e l’impermeabilizzazione dell’edificio completano lo spazio centrale pianeggiante accentuando la suggestione di un movimento naturale della superficie terrestre. 1 Piazza Alberti a Firenze. Le forme del cemento. Leggerezza Carmen Andriani, Gangemi Editore/Aitec, Roma, 2006, 109 pp., ISBN 88-492-1020-5, ™ 28,00 L’architettura contemporanea ha messo in atto un processo di progressivo e sostanziale alleggerimento delle forme; l’avanzamento tecnologico dei materiali leggeri e la competitività dei materiali plastici sembrerebbero aver limitato l’uso del cemento e ridotto, rispetto al Moderno di cui è stato il simbolo indiscusso, lo spettro delle sue espressioni formali. Di fatto non è così: numerosi architetti contemporanei privilegiano l’uso sperimentale del cemento: da Z. Hadid ad A. Siza, da R. Meier, ad Herzog & de Meuron da T. Ando, a T. Ito, si assiste a modalità sperimentali nell’uso del calcestruzzo, sia nella configurazione degli spazi che in ricercate finiture di superficie. Architetture in cemento armato Enrico Sicignano, Clean, Napoli, 2007, 220 pp., ISBN 88-8497-110-4, ™ 16,00 Questo saggio vuole essere una riflessione critica sul sistema costruttivo cemento armato analizzandone limiti e potenzialità attraverso alcune emblematiche opere della modernità. Le opere scelte sono i luoghi della vita, del transito, del lavoro, dei servizi, dello sport, della cultura e del culto. Storie di cemento. Gli architetti raccontano Diego Lama, Clean, Napoli, 2007, 224 pp., ISBN 88-8497-037-4, ™ 25,00 Il ‘900 è stato un secolo difficile per l’architettura a Napoli: la guerra, l’esplosione demografica, la speculazione edilizia, l’abusivismo, il conservatorismo, i vincoli, la mancanza di cultura, l’assenza di iniziative, lo spreco del denaro pubblico hanno procurato un danno enorme al sistema urbano partenopeo. In un periodo così confuso, però, c’è chi ha costruito la propria città cercando di far emergere una nuova immagine, quella dell’architettura e delle idee. Alla base di questo libro vi è la volontà di dare voce agli architetti che hanno pensato la città sorta negli ultimi cinquanta anni e che sono stati al centro del dibattito culturale. ∂ 2008 ¥ 1/2 Inserto ampliato in italiano Prodotti Prodotti Optima, Wierer Anthologhia, Appiani Optima, la nuova superficie ideata da Wierer, è caratterizzata da una miscela di cemento applicata alle tegole cementizie Tegal tramite un processo produttivo di doppia presso-estrusione che consente di creare prima il corpo della tegola e poi la superficie senza soluzione di continuità. La maggior densità e raffinazione del cemento nello strato superiore della tegola crea una superficie autopulente che protegge il colore aumentando la durata del manufatto. Anthologhia è un mosaico ceramico in monopressocottura formato da tessere 1≈1 su foglio 30≈30 cm. Ad uno ad uno, i punti-colore di una qualsiasi immagine scompongono l‘idea e la ricompongono in centinaia di tessere ceramiche. L’immagine pensata diventa opera finita all‘infinito mosaico ceramico. L’azienda produce ceramica tecnica per l‘architettura ad alto contenuto estetico e funzionale. Il mosaico ceramico è perfetto per disegnare pavimenti di abitazioni, hotel, negozi, piscine, centri benessere. Lafarge Roofing S.p.A Via Valle Pusteria 21, Chienes www.http://www.lafarge-roofing.it [email protected] Appiani Via Pordenone 13, 31046 Oderzo www.appiani.it [email protected] Nord Silence, Nord Bitumi Maximo, Peri Il sistema antirumore (calpestio, ecc.) è costituito dall‘accoppiamento di un materassino di polietilene espanso a cellule chiuse, reticolato per irradiazione (reticolazione fisica), spesso 3 mm, con una membrana di bitume polimero elastomero (BPE), armata con velo di vetro rinforzato, additivata con agenti fonoresilienti. L’unione di due componenti con differenti masse areiche produce un elevato potere isolante sia dalle basse che dalle alte frequenze. La rapidità di getto della nuova cassaforma è data da un nuovo sistema di tiranti di collegamento a cono. Un altro vantaggio unico del sistema è il netto miglioramento della finitura superficiale del calcestruzzo che deriva dallo studio attento delle dimensioni degli elementi a telaio e dalla posizione dei punti di collegamento. Indipendentemente dalle dimensioni delle casseforme a telaio, si ottiene un reticolo di giunti di accostamento sempre regolare e fori per il passaggio dei tiranti di collegamento sempre allineati. Nord Bitumi S.p.A. Via Campagnola 8, 37060 Sona www.nordbitumi.it [email protected] PERI S.p.A. via G. Pascoli 4, Basiano www.peri.it [email protected] YUU 420, Ingo Maurer Bioclima Zero30, Lecablocco Ogni progetto è occasione per il grande designer per creare nuovi corpi d’illuminazione e nuovi effetti di luce. Chiamato durante la ristrutturazione globale della struttura dell’Atomium di Bruxelles, Ingo Maurer e il suo team hanno sviluppato diverse nuove creazioni di luce e progettato l’illuminazione per gli interni. Una delle creazioni di grande dimensioni è YUU 420 realizzata in metallo a richiamo di forme UFO ed equipaggiato con ­lampadine CDM down light. Il nuovo blocco multi­strato brevettato per realizzare monopa­reti anche in zona sismica, è in grado di soddisfare i requisiti minimi del DL 311/06 che entre­ranno in vigore dal I° gennaio 2010. Le dimensioni del manufatto – 38≈20≈25 cm – sono il risultato dell’accoppiamento con procedimento industriale di un bloc­co portante in calcestruzzo di argilla espansa Leca, di un pannello isolante in polistirene estruso, e di una tavella di calcestruzzo Leca. Ingo Maurer GmbH Consulente: Filippo Fanfani Via Villa 20, 20057 Vedano al Lambro [email protected] www.ingo-maurer.com ANPEL Via Correggio 3 20149 Milano www.lecablocco.it [email protected] StoTherm Cell, Sto Pilastro PTC ®, Tecnostrutture Da oltre 30 anni StoTherm Classic , il sistema con isolante in polistirolo espanso rigido e materiali esenti da cemento, fissa gli standard qualitativi nel mercato delle protezioni termiche integrali. Oltre alla tipologia Classic, Mineral e Wood, Cell rappresenta un sistema con lastra in schiuma minerale a struttura microporosa, priva di fibre con eccellenti valori di resistenza a trazione ed a compressione. Il composto idrorepellente garantisce una protezione dall‘umidità. Il Pilastro PTC® assicura un‘estrema velocità di assemblaggio delle strutture. Realizzato in calcestruzzo turbocentrifugato, prevede la riduzione della sezione strutturale ed una maggiore fruibilità degli spazi interni. Il nodo con brevetto industriale, garantisce l’ottimale trasmissione dei carichi a livello di interpiano ed il facile e perfetto abbinamento con tutti i prodotti della gamma Trave Rep®. Il Pilastro PTC® può essere fornito a sezione circolare, circolare allungata e quadrata e con finitura pigmentata o cromata. Sto Italia S.r.l. Via G. Di Vittorio 1/3, 50053 Empoli (FI) www.stoitalia.it [email protected] Tecnostrutture S.r.l. Via Meucci 26, Noventa di Piave (VE) www.tecnostrutturesrl.it [email protected] 5 6 Traduzioni in italiano Pagina 4 Calcestruzzo, un materiale dai mille volti Andreas Gabriel Contraddittorio, in alcuni casi quasi paradossale. Come raramente un altro materiale, il calcestruzzo palesa sulla sua superficie il processo produttivo subito con l’impronta della cassaforma, celando dietro se stesso la propria composizione strutturale. Di solito, il primo passo è creare un’esile struttura ­reticolare per ottenere in ultimo qualcosa di massivo. Le casseforme riutilizzabili al termine dell’opera scompaiono dai cantieri; ­proprio là dove la cassaforma viene designata “a perdere”, rimane all’interno dell’architettura. Il calcestruzzo si adegua alla ­realizzazione di strutture di particolare plasticismo alla stregua della Torre Einstein di Erich Mendelsohn (che alla fine non è stata realizzata in calcestruzzo armato) o del Phaeno Science Center di Zaha Hadid. ­Contemporaneamente, diversi esempi di ­costruzioni in calcestruzzo della recente ­storia dell’architettura mostrano un’espressività formale senza eguali. Nel contributo di Cornelius Tafel emerge la limitatezza di criteri etico-costruttivi nell’ambito delle più attuali tendenze dell’architettura. Anche i progetti di edifici presentati non sono del tutto privi di contraddizioni. Gli archi di acciaio rivestiti di calcestruzzo progettati da Toyo Ito nella biblioteca di Tokyo non esprimono l’esigenza di onestà costruttiva quanto piuttosto hanno come obbiettivo quello di ammaliare. Sebbene sia stato raggiunto un elevato grado di produzione del calcestruzzo, si attende ancora con trepidazione il distacco della cassaforma dalla superficie. Anche la lavorazione delle superfici di calcestruzzo in una fase successiva alla produzione sta assumendo una certa considerazione. L’ampia risonanza ottenuta da uno spazio semplice ma al contempo di grande complessità come quello di Peter Zumthor presso la cappella vicina a Wachendorf, testimonia una crescente sensibilità verso certe forme espressive. Le evoluzioni più innovative nel campo del calcestruzzo mostrano d’altro canto un ampio potenziale tecnico di sviluppo del materiale. Costruire in calcestruzzo è un processo ancora “in fieri”. Discussione Pagina 6 L’onestà del costruire. Un ideale senza tempo? Cornelius Tafel Tra gli obbiettivi fondamentali dell’architettura contemporanea, l’onestà del costruire ha sicuramente un ruolo nella progettazione. Il concetto di onestà si identifica con qualcosa di molto di più di esatta realizzazione co- Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 1/2 ∂ struttiva; è riconoscibilità, leggibilità della costruzione come elemento della forma o fattore caratterizzante la forma stessa. Questa considerazione non assume valore solo in progetti architettonici di particolare rilievo tecnico o statico. Nella teorizzazione de “i cinque punti di una nuova architettura”, Le Corbusier deve l’apoteosi della propria architettura a quel fertile legame, ricorrente in ogni sua realizzazione, tra principi costruttivi e relative soluzioni formali e spaziali. Nella ville Savoye (1929), il concetto si sviluppa in maniera esemplare: il basamento arretrato che lascia libera la successione di pilastri esterni; il volume del piano superiore con le finestre a nastro che palesano il carattere non strutturale del volume; le leggere membrane della copertura: ad ogni livello, si percepisce il riferimento del principio costruttivo a determinati elementi formali. L’onestà accanto alla funzionalità è l’obbiettivo etico per eccellenza della moderna teoria dell’architettura al punto da rivendicare, come sembrava almeno fino a poco tempo fa, una validità senza tempo. base della sua validità costruttiva. L’ampio influsso delle tesi di Laugier si spinge ben oltre i confini di un mondo professionale conquistando un posto anche nel “Viaggio in Italia” di Goethe: l’autore critica il maestro del Rinascimento Palladio tanto conclamato da Laugier per la disposizione di colonne davanti ad una parete portante; Goethe ritiene che questa sia una contraddizione strutturale dato che la parete assume già funzione portante mentre i pilastri sono elemento formale e ritmico. Alcuni decenni più tardi, in un testo radicale per l’epoca Karl Friedrich Schinkel scrive: “L’architetura è costruzione. Tutto nell’architettura deve essere vero, ogni tentativo di mascherare, nascondere la struttura è un ­errore”. Almeno nelle teorie, la frase “l’architettura è struttura” anticipa la posizione dell’architettura classica contemporanea. Lo sviluppo dell’architettura non contribuisce, però, in modo diretto ad un’architettura che dà priorità all’aspetto costruttivo. Influenzati dal Romanticismo, con la rinascita del Gotico inizia uno sviluppo che, nel corso del XIX secolo, sfrutta l’intera storia della costruzione come archivio per la decorazione costruttiva. Al Gotico vengono attribuite soprattutto ­quelle qualità che avevano affascinato la letteratura romantica: il mistero, il mistico, la concezione chiusa del mondo cristiano. Solo pochi caldeggiano la logica costruttiva dell’architettura. A questi appartiene l’architetto e teorico francese Eugène Viollet-le-Duc: in “Entretiens sur l’architecture” (1863 –72), fa il tentativo, per altro senza successo, di sviluppare l’architettura gotica in uno stile ­moderno integrando nuove tecnologie costruttive. Il postulato dell’a-temporalità Il decoro, “vestito”dell’architettura Passando in rassegna la storia dell’architettura non troviamo riscontro del postulato di a-temporalità: emerge che tutte le culture raggiungono un completo sviluppo dell’aspetto strutturale delle costruzioni solo tramite un lungo percorso di sperimentazione. Vitruvio e gli autori a seguire hanno fornito indicazioni e disposizioni del ben costruire ma non si sono spinti mai ad esporre una teoria dell’architettura che proponga la struttura quale tema d’arte. Un’architettura che pone l’accento nel senso più moderno del termine sulla struttura portante richiede un atteggiamento per cui gli elementi costruttivi sono tali solo in quanto privi di qualsiasi veicolo semantico in un sistema di disegno simbolico. In altri termini, un pilastro porta e basta e non è al contempo assoggettato ad un linguaggio formale tramandato. Teorie di architettura Nel 1753 l’Abate Marc-Antoine Laugier indaga la retorica dell’architettura classica sulla Spesso si è scritto che nel XIX secolo in parallelo ad una tendenza eclettica sempre più dilagante dello stile architettonico, l’architettura apre la strada ad una corrente che enfatizza l’aspetto strutturale. Il fatto che la struttura è punto di partenza della progettazione formale, come sosteneva Schinkel, non solo viene più volte ignorato, ma non rimane nemmeno inconfutato: Gottfried Semper, l’architetto più rappresentativo del Neorinascimento e uno dei più rilevanti teorici dell’epoca, non porta l’architettura ad uno sviluppo strutturale-costruttivo ma la indirizza verso una delle tendenze più tradizionali da lui postulate: la teoria del “Bauschmuck”, del “vestito”. Alla fine del XIX secolo, H.P.Berlage, uno dei pionieri di una nuova corrente d’architettura e progettista della Borsa di Amsterdam (1896 –1903), nonostante la stima per Semper, condanna l’intera architettura stilistica che viene apertamente dichiarate “menzognera”. Come altri pionieri dell’architettura ∂ 2008 ¥ 1/2 Inserto ampliato in italiano moderna anche per Berlage, l’esigenza di onestà nel costruire non rappresenta soltanto una prospettiva positiva sulla nuova architettura ma soprattutto un freno alle realizzazioni dello storicismo architettonico. Un’idea di spazio orientata all’ornamento Con il Moderno scompare dall’architettura il concetto di “Bauschmuck” creato da Semper, l’ornamento tanto caldeggiato da Adolf Loos. Contemporaneamente emergono due esigenze di base: la funzionalità e l’onestà del costruire. Lavorare con la struttura ­possiede molteplici forme espressive: da artigianale a tecnicista, da elegante ad espressiva. In diversi lavori di Mies van der Rohe, la struttura viene mostrata nuda e cruda. Nell’Illinois Institute of Technology (IIT) a Chicago (dal 1940) non si mettono in mostra i pilastri d’angolo di acciaio con rivestimento ignifugo, ma una lamiera di acciaio che corrisponde a questi pilastri. Traduzioni in italiano Smithson nel 1950 –54 ne è un esempio, a fronte dello scenario della Seconda Guerra mondiale, rappresenta tra l’altro il tentativo di costruire con tecnologie semplici, ma contemporaneamente propone un’estetica grezza, una sorta di “Arte Povera” dell’architettura. A partire dagli anni ’60, l’architettura high tech esprime l’apice e un temporaneo epilogo dello sviluppo del progetto strutturale moderno, che viene messo in mostra enfatizzando scenograficamente la costruzione. La storia dell’architettura moderna conosce anche evidenti trasgressioni del principio di onestà costruttiva. Basti pensare al caso della torre Einstein simile ad una forma modellata in fusione realizzata tra il 1919 e il 1921 su progetto di Erich Mendelsohn (che fu in parte realizzata in mattoni) o la parete finestrata in apparenza massiva della Cappella di Ronchamp di Le Corbusier (1950– 1954) che nasconde una struttura in acciaio. Impressioni poetiche Rappresentazione della struttura Una sorta di “traduzione” dell’architettura provoca gli interpreti più radicali del concetto di onestà costruttiva ad una rappresentazione completamente deturpata della struttura e della tecnologia costruttiva. Il così detto Brutalismo di cui la Scuola Elementare di Hunstanton realizzata da Alison & Peter All’inizio degli anni ’80 si instaura una nuova relazione con i principi costruttivi. Parte dell’opera di Jean Nouvel esemplifica i nuovi sviluppi: tra il 1981 e il 1987 viene realizzato a Parigi l’Institut du Monde Arabe. L’idea di facciata che affiora a partire dal concetto di destinazione d’uso e che richiama l’ornamentalismo di tradizione musulmana, tecnicamente è ben giustificata dalla funzionalità degli elementi di facciata che fungono da lenti che si aprono e si chiudono regolando l’ingresso di luce naturale. Sebbene a suo modo l’Institut du Monde Arabe sia un edificio high tech, l’impressione che ne risulta è molto poetica e povera di associazioni con la tecnologia a differenza del Centro George Pompidou realizzato dieci anni prima e a distanza di pochi chilometri. Alcuni anni dopo (1989) viene realizzato sempre su progetto di Nouvel l’Hotel Rive a Bordeaux: le superfici esterne sia che si tratti di finestre, pareti o muri, vengono completamente ricoperte da una struttura reticolare a pannelli riconoscibile sono nel momento in cui alcuni elementi vengono aperti oppure 7 quando l’illuminazione interna sopravviene sulla luce naturale. In questo caso, Nouvel è un precursore di tutte le soluzioni di facciata nel frattempo sviluppatesi a migliaia che non mostrano ma rivestono l’edificio creando un gioco di strutture, superfici ed effetti di stratificazione dello spazio interno retrostante. Nel progetto della Sala concerti di Lucerna (1990 –98) di Nouvel la pensilina di ampio aggetto, una sorta di loggia urbana sul lago, sembra un corpo privo di dimensione, come una pellicola di metallo fluttuante e immobile. La struttura portante che si rivela all’intradosso della pensilina è riconoscibile anche da lontano. La pensilina di Mies van der Rohe della Crown Hall dell’IIT di Chicago (1950 –56) è sospesa da poderose travi non visibili all’interno ma che esternamente caratterizzano fortemente l’immagine dell’edificio. Nel progetto si legge chiaramente come vengono deviati i carichi sui pilastri. In questo caso, Jean Nouvel, contrariamente a Mies è più interessato all’effetto quasi ­surreale e illusionistico della struttura. Gli esempi tratti dall’opera di Nouvel, dove ­presumibilmente il principio di onestà della costruzione non ha alcun ruolo, mostrano che non si tratta di ripudiare un principio ­riconosciuto, ma piuttosto di abolire completamente questo principio costruttivo a favore di tutt’altre qualità come: l’immaginazione, la variabilità, la stratificazione, il gioco tra percezione e abitudine a vedere, la sensualità. Questo percorso non è privilegio di Nouvel ma trova sviluppi simili anche in altri studi di architettura: a partire dagli anni ’80 Herzog & de Meuron sperimentano facciate con sovrapposti involucri, iridescenti, stampati e illuminati. Uno dei primi lavori che ben interpretano la tendenza è la ristrutturazione del SUVA Haus a Basilea (1992–93), seguito dalla casa nella Schützenmattenstrasse sempre a Basilea, i Fünf Höfe a Monaco di Baviera fino al Prada Epicenter di Tokyo e all’IKMZ a Cottbus. Emerge di conseguenza una nuova grammatica della realizzazione costruttiva e in 8 Traduzioni in italiano particolare della realizzazione del fronte, un linguaggio che attualmente sta occupando molto spazio nel dibattito tra gli specialisti e sui media. Validità del principio costruttivo? Con l’esposizione “Modern Architecture: International Exhibition” del 1932 a New York e con la pubblicazione nel 1941, sempre a New York, del libro di Sigfried Giedion “Time, Space and Architecture”, l’Avanguardia inizia a trasmettere l’immagine di un’architettura libera di condizionamenti storici e l’immagine di un “edificio nuovo” di universale valenza basato su valori senza tempo: funzionalità e onestà costruttiva. In tutti gli sviluppi successivi dell’architettura moderna e anche in tempo di crisi o di reazioni nostalgiche lo storicismo non entra più nel dibattito del Movimento Moderno. Nel frattempo, la validità assoluta del principio costruttivo va relativizzandosi. Cornelius Tafel è nato a Monaco di Baviera nel 1963 e si è diplomato presso il Politecnico di Vienna nel 1986. Dal 1996 lavora come libero professionista e presso l’Università FH di Monaco di Baviera. Attualmente sta preparando pubblicazioni sugli edifici con scheletro di legno e guide d’architettura in Germania. Documentazioni Pagina 30 Padiglione multimedia a Jinhua Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 1/2 ∂ richiamo; prima e dopo le proiezioni, la facciata di vetro aperta offre una prospettiva all’interno del padiglione sfumando lo spazio interno con il paesaggio. Il piano di copertura mette a disposizione gradonate per un cinema all’aperto e invita all’intrattenimento. L’interno è definito da due coni di proiezione composti da una successione di venti telai con sezione trasversale variabile da asse ad asse che insieme formano un paesaggio scalare che integra superficie, struttura e programma in un’unica costruzione. La superficie dello spazio interno senza soluzione di continuità si trasforma in uno scenario ad aree differenziate. La sala è spazio polivalente con funzione multimediale ma anche ambiente di incontro e di relax nel cuore del parco, un luogo dove lo spazio fisico si sovrappone allo spazio virtuale. 1 2 3 4 5 6 7 8 Mosaico lamiera di acciaio inox spazzolato 18/18 mm sottile strato di collante c.a. 300 mm legno squadrato 60/20 mm pannello di compensato 8 mm tavole di bambù rivestite con trasparente 12 mm Profilo di acciaio inox Í20/10 mm Calcestruzzo faccia a vista bianco Tubolare di acciaio ¡ 80/60 mm Porta realizzata in vetro stratificato float 8 mm + vetro acrilico opaco 6 mm Copertura corpo illuminante vetro acrilico opaco 6 mm Altoparlanti Schermo piatto tattile Sezione Pianta scala 1:200 Sezione particolareggiata scala 1:20 Pagina 32 Casa a Zurigo Il padiglione multimedia è parte integrante del Jinhua Architecture Parks curato dall’artista e architetto Ai Weiwei e da Herzog & de Meuron. Il Parco amplia il New District di ­Jindong lungo il fiume Yiwu allungandosi su un lembo di terra di 80 metri di larghezza per circa due chilometri. Undici architetti internazionali e sei cinesi hanno progettato sulla base di un masterplan di Ai Weiwei alcune “follies” con programmi differenziati (Detail 5/2007, Pag.458ss). Il padiglione, sala di proiezione cinematografica, si apre con la facciata principale verso il parco e funge sia da ingresso che da superficie di proiezione per lo spazio interno. Durante le proiezioni, l’immagine che si rispecchia dall’esterno funge da punto di L’edificio costruito su una sottile striscia di pendio sul colle di Zurigo, è stato demolito e sostituito da una casa unifamiliare. Secondo le verifiche realizzate sulla base dei regolamenti edilizi, la superficie costruibile viene ridotta ad un piccolo comparto di dimensione quadrata prossimo alla strada. In base a queste indicazioni, gli architetti sviluppano un corpo di fabbrica distribuito su quattro li- velli alquanto compatto dal carattere scultoreo. Come in un’opera scultorea, l’architetto taglia il volume cubico a creare diversi spazi aperti ben proporzionati adibiti a diverse funzioni: parcheggio coperto, terrazza, ingresso coperto o dehors con sedute. Il carattere scultoreo dell’edificio viene sottolineato da quello massivo dell’involucro esterno realizzato in calcestruzzo in opera, pigmentato grigio scuro interrotto solo da rare aperture. La superficie cangiante alla luce attira in particolar modo lo sguardo: la texture raffinata e vellutata lavorata con spatola e a martello contrasta con le campiture lisce dei volumi scavati ad enfatizzare l’aspetto di volume intagliato. Planimetria generale scala 1:4000 Piante Sezioni scala 1:400 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Deposito Galleria, spazio giochi Camera Galleria, studio Camera da letto Bagno Ripostiglio Lavanderia Sala camino Studio Soggiorno Terrazza Ingresso Cucina Pranzo Garage Sezione scala 1:20 1 Impermeabilizzazione perimetrale della copertura realizzata con guaina sintetica liquida 2 Parapetto di vetro stratificato 8+8 mm 3 Copertura a terrazza: rivestimento in legno di bangkirai 90/25 mm correnti 60/40 mm elementi di compensazione di plastica materassino fonoassorbente in trucioli di gomma 10 mm impermeabilizzazione per coperture piane in guaina bituminosa a due strati isolamento sottovuoto 20 mm strato intermedio in XPS 20 mm barriera al vapore bituminosa solaio di calcestruzzo 240 mm estradosso in pendenza pannelli minerali di supporto fonoassorbenti 30 mm rivestimento minerale 10 mm 4 Copertura: ghiaia 50 mm isolante termico XPS 140 mm impermeabilizzazione fluida solaio in c.a. 240 mm estradosso in pendenza pannello minerale di supporto fonoassorbente 30 mm rivestimento minerale 10 mm 5 Pavimento: parquet di rovere 20 mm massetto radiante 70 mm materassino fonoassorbente rivestito di alluminio 20 mm isolante termico EPS 20 mm ∂ 2008 ¥ 1/2 Inserto ampliato in italiano 6 7 8 9 10 solaio c.a. 240 mm pannello minerale fonoassorbente di supporto 30 mm rivestimento minerale 10 mm Infisso alzante scorrevole Canale di drenaggio in acciaio inox Infisso in legno di rovere con profilo di copertura in bronzo vetrata isolante float 8 mm + intercapedine 16 + float 8 mm, U=1,1 W/m2K Protezione solare tessile Facciata: Parete in calcestruzzo gettato in opera 250 mm malta di cemento con graniglia di ghiaia e 3% di pigmento nero superficie sgrossata a mano isolamento termico in schiuma di vetro incollata a tutta superficie 160 mm rivestimento interno in pannelli di gesso 80 mm intonaco fine di gesso 3 mm Pagina 36 Casa in Val de Bianya Tra cime e querceti, in un’area a nord della Catalogna, immersa nell’orografia naturale, si colloca una casa raggiungibile da una stretta strada carrabile. Una parte del tetto è orientato verso il terreno degradante. Il resto dell’edificio sembra sfumare nell’intorno, il paesaggio di tetti è frastagliato come il contesto, le pareti si integrano senza cesure nel terreno collinoso. L’accesso avviene attraverso una rampa che articola il corpo di fabbrica in due volumi di diversa funzionalità: il volume maggiore contiene uno spazio di soggiorno, un piccolo garage e un’area tecnica. L’ingresso è un elemento indipendente. Lo spazio all’aperto lasciato tra i due volumi dell’edificio intrattiene un dialogo con la natura continuando e modellando la relazione tra spazio esterno e struttura edilizia. Anche all’interno dell’edificio, il paesaggio circostante ricorda la sua presenza integrato da un cortile interno e attraverso aperture di taglio preciso. Non solo tra interno-esterno ma anche tra i diversi spazi, la comunicazione è data da una grande apertura che favorisce la diffusione della luce ad ogni angolatura. Planimetria generale Scala 1:2000 Sezioni Pianta Scala 1:400 Traduzioni in italiano 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Ingresso Ufficio Cucina Anticamera Toilette Soggiorno Pranzo Camera Bagno Camera da letto Garage Studio 9 isolante termico in polistirolo estruso 50 mm rivestimento interno in muratura di laterizio 70 mm intonaco di gesso 15 mm Pagina 40 Edificio residenziale e commerciale a ­Baden Sezione verticale Sezione orizzontale porta Sezione verticale copertura scala 1:20 1 Strato di ghiaia 200 mm guaina impermeabilizzante isolante termico polistirolo estruso 50 mm massetto in pendenza 45 mm materassino in EPDM elemento orizzontale in laterizio 50 mm sistema di supporto in muratura di laterizio intercapedine d’aria tubazioni impianto di condizionamento isolamento termico in polistirolo estruso 50 mm c.a. 200 mm 2 Approvvigionamento aria fresca impianto di condizionamento 3 Parquet in legno di sucupira 22 mm autolivellante 15 mm massetto cementizio con riscaldamento a pavimento 60 mm strato di separazione materassino fonoassorbente 30 mm sistema di ventilazione e drenaggio nel getto di calcestruzzo 300 mm con elementi prefabbricati in plastica strato di magrone 150 mm 4 Porte in lamiera di alluminio nera anodizzata 5 mm con isolante termico in schiuma rigida 40 mm 5 Irrigidimento verticale: profilo di alluminio | 50x50 mm 6 Profilo di acciaio HEB 120 mm 7 Canale di raccolta delle acque meteoriche in lamiera di acciaio inossidabile 2 mm 8 Profilo di acciaio inossidabile ‰ 35x35 mm 9 Vetrata isolante: vetro di sicurezza 8 + intercapedine 10 + stratificato di sicurezza 8 mm 10 Strato di ghiaia 200 mm guaina impermeabilizzante isolante termico in polistirolo estruso 50 mm massetto in pendenza 45 mm materassino in EPDM c.a. 160 mm 11 Vetrata isolante su strato di neoprene stratificato di sicurezza 6 + intercapedine 6 + stratificato di sicurezza 6 mm 12 Parquet in legno di sucupira 22 mm massetto 50 mm strato di separazione materassino fonoassorbente 25 mm c.a. 160 mm 13 Avvolgibile, protezione solare tessile 14 Coperchio con fessure del canale di aerazione in MDF laccato 20 mm 15 Canale di aerazione per raffrescamento della ­vetrata 16 Telaio in profili ∑ di acciaio 100 ≈ 100 mm 17 Vetrata isolante stratificato di sicurezza 12 + intercapedine 10 + stratificato di sicurezza 8 mm 18 Lamiera di copertura in alluminio traforato 1 mm 19 C.a. 300 mm L’edificio di forte impatto cristallino si eleva in corrispondenza di un incrocio ad alta percorribilità là dove il tessuto delle espansioni urbane si fonde con quello dell’antico centro di Baden. Il volume reagisce all’eterogeneità dell’intorno con la forma: tagli ed aggetti in facciata pongono l’accento sull’immagine colma di corporeità. In corrispondenza dell’aggetto più importante si colloca l’ingresso a connessione del cortile interno e degli spazi commerciali. Nei due piani superiori, 14 duplex si dispongono intorno ad una terrazza interna sulla copertura. Una struttura in calcestruzzo armato precompresso di 30 – 40 cm di spessore crea la colonna vertebrale dell’edificio. Le lastre in calcestruzzo a grande dimensione vanno a rivestire diversi piani e hanno funzione di distribuire i carichi verticali al piano inferiore permettendo l’aggetto dei livelli. Un involucro di vetro a doppia pelle trasforma il corpo di fabbrica conferendo impatto scultoreo. Nell’intercapedine di facciata leggeri tendaggi policromi assumono la funzione di protezione solare. Piante Sezioni Scala 1:1000 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Cortile interno Spazi commerciali Ingresso sud Ingresso nord Direzione cancelleria Segreteria Sala riunione Attesa Area dibattimentale Sala udienze Stanza avvocati Giudice Cancelliere Praticanti Alloggio duplex Sezione particolareggiata Scala 1:20 1 Pannello di MDF nero 19 mm 2 Pilastro di acciaio ¡ 150/150 mm 3 Lamiera traforata di alluminio 10 Traduzioni in italiano laccata a fuoco 1,5 mm 4 Ante di aerazione in pannello di legno 80 mm 5 Vetrata isolante: 6 + intercapedine 20 + 6 mm 6 Vetrata in stratificato di sicurezza 8+8 mm 7 Protezione solare tessile motorizzata 8 Scossalina in lamiera di alluminio 1,5 mm 9 Pannello di compensato stratificato a tre fogli 40 mm 10 Substrato minerale 70 mm, foglio filtrante strato drenante strato di separazione barriera impermeabile antiradice due strati 10 mm, isolante 200 mm, barriera al vapore 5 mm primer, calcestruzzo in pendenza 220–300 mm 11 Canale con guaina impermeabilizzante 12 Elemento prefabbricato di calcestruzzo 150 mm 13 Parquet 10 mm, massetto 45 mm isolante 60 mm c.a. 300 mm soffitto acustico 14 Elemento in calcestruzzo prefabbricato 150 – 170 mm 15 Aria di smaltimento ventilazione forzata con avvolgibile oscurante opzionale 16 Isolante termico in schiuma rigida estrusa 100 mm 17 Giunto strutturale coibentato 18 Divisorio in cartongesso 125–150 mm 19 Pilastri di acciaio ¡ 160/80 mm 20 Lamiera di alluminio piegata 1,5 mm 21 Lamiera riflettente di alluminio 1,5 mm 22 Sistema di illuminazione RGB 23 Plexiglas colorato in pasta bianca 5 mm Pagina 45 Tipografia e media house ad Augusta Il monolite si eleva imponendosi gradevolmente tra i capannoni di un’area industriale. Nell’edificio razionale e pragmatico ma di forma inconfondibile al piano terra si distribuiscono la produzione e una caffetteria oltre a superfici ad ufficio e un appartamento per l’amministratore delegato al piano superiore. Il budget e il timing definito per la realizzazione hanno influito sulla scelta di un sistema di facciata con elementi sandwich prefabbricati antracite colorati in pasta. In relazione ai requisiti funzionali dello spazio interno, tra gli elementi di facciata sospesi si distinguono tre differenti moduli con possibilità di combinazione. Gli angoli arrotondati costituiscono un ulteriore tipo standardizzato. Aperture di finestre arrotondate ed elementi di protezione solare nei toni del rosso e dell’arancio conferiscono peculiarità ed espressività alla facciata composta di vuoti e pieni. Un volume in aggetto esce dal piano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 1/2 ∂ terra fino al foyer distribuito su due livelli. Elementi di arredo fissi colorati e porte fino a soffitto eludono l’effetto del solaio rosso in elementi di calcestruzzo e i cavi dell’impiantistica a vista. Il banco reception color melanzana collocato all’ingresso riprende il tema delle finestre arrotondate. Pagina 49 Edificio produttivo e amministrativo a ­Friburgo Piante Sezioni scala 1:500 1 Ghiaia 16/32 50 mm impermeabilizzazione 1,8 mm strato di separazione isolante in schiuma rigida 160 mm barriera al vapore pellicola PE 0,2 mm c.a. 300 mm 2 Pannello in pendenza 24 mm 3 Lamiera composita grigio scuro 1,5 mm 4 Sistema composito isolante 100 mm intonaco liscio granulometria 2 mm 5 Porta scorrevole vetrata isolante 6 + intercapedine 16+6 mm 6 C.a. 80 mm isolamento perimetrale 20 mm 7 Parquet 25 mm massetto 60 mm materassino fonoassorbente 22 mm strato di compensazione isolante 60 mm c.a. 300 mm cls. a vista 8 Tavole di legno in Douglas 80/30 mm legno squadrato in Douglas 60/80 mm quadrotti in calcestruzzo 400/400/40 mm materassino protettivo di gomma 10 mm strato di separazione impermeabilizzazione 1,8 mm strato di separazione isolante 100 mm barriera al vapore pellicola PE 0,2 mm c.a. 300 mm 9 Lamiera di alluminio verniciato a polvere 2 mm 10 Tensore in acciaio inox 8 mm 11 Pannello sandwich prefabbricato in calcestruzzo: lastra esterna antracite colorata in pasta 100 mm isolante 100 mm lastra portante 200 mm 12 Tenda motorizzata in tessuto 13 Vetro isolante 4 + intercapedine 16 + 4 mm 14 Parquet di betulla 25 mm massetto 60 mm isolante 40+60 mm guaina impermeabilizzante bituminosa c.a. 120 mm ghiaia 150 mm 15 Isolante perimetrale 50 mm Sezione particolareggiata scala 1:20 Sezione particolareggiata scala 1:20 1 2 3 4 5 Pannello sandwich prefabbricato in cls. lastra portante con lato interno lisciato a macchina 200 mm isolante 100 mm lastr di rivestimento in calcestruzzo a vista colorato in pasta antracite 100 mm fissata alla lastra portante con ancoraggi in acciaio inox Vetro isolante 4 mm + intercapedine 16 mm + 4 mm Elemento prefabbricato in cls. a vista 195/100 mm Scuretto 15 mm Tenda verticale in tessile, elettrica La tipologia di edificio realizzato per un ­produttore di generatori nel settore industriale prevede solitamente una divisione netta fra produzione e amministrazione. In questo intervento, invece, gli uffici e i laboratori per la ricerca e lo sviluppo sono stati disposti ­direttamente verso il capannone della produzione per garantire percorsi più brevi. L’inserzione di due terrazze sulla copertura risolve il volume del piano superiore in tre stecche di uffici. Camini di luce naturale sono stati predisposti per far confluire la luce diurna nell’area di produzione assolvendo tra l’altro alla funzione di apertura per l’estrazione di fumi in caso di incendio. I presupposti progettuali per la scelta della struttura e dei materiali sono stati la linearità e la funzionalità. I progettisti hanno selezionato elementi prefabbricati in calcestruzzo, al fine di garantire un’elevata prefabbricazione e di conseguenza una consistente contrazione dei tempi di realizzazione. Gli elementi in calcestruzzo prefabbricati sono stati impiegati sia per la realizzazione della struttura che per la facciata. Nel capannone della produzione, i pilastri, le travi e le piastre solaio sono elementi portanti a vista che scandiscono lo spazio conservando con spigoli vivi una geometria lineare. Nelle piastre prefabbricate del solaio sono stati predisposti pannelli in lana di legno leggeri per garantire un certo grado di fonoassorbenza. Sia all’interno che all’esterno, le superfici in calcestruzzo sono state realizzate con le tecnologie più semplici. Le lastre prefabbricate sospese davanti alla facciata sono state gettate in calcestruzzo autocompattante, successivamente pigmentate in grigio scuro. In corrispondenza del basamento, la superficie ha una texture ottenuta ­anteponendo alle casseforme una superficie di acciaio inossidabile lavorata. Le ­pareti in calcestruzzo gettato in opera ­vengono impiegate solo dove necessarie ­alla struttura del fabbricato, ad esempio in corrispondenza dell’estensione del corpo scala. Al sistema di casseforme impiegato, i progettisti sovrappongono tavole per il ­getto i cui spigoli smussati lasciano a vista le fughe sulle superfici di calcestruzzo. La trama della doppia casseratura è ­sfalsata. ∂ 2008 ¥ 1/2 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano Planimetria generale Scala 1:10.000 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 Ingresso principale Reception Direzione impianto Area break Produzione Meccanica Attivazione impianto Centrale controllo Centrale ventilazione Consegne/spedizioni CNC Ingresso dipendenti Sviluppo Formazione Ufficio Vendite Laboratorio Tecnica Elettronica Service Mensa arriera al vapore bituminosa elastomerica con b ­fasce di alluminio solaio alleggerito in ca. precompresso 320 mm controsoffitto: elementi in lamellare di abete con strato fonoassorbente 62,5 mm 3 4 5 6 7 Elemento in compensato 65 mm abete bianco Finestra di alluminio con vetrata a controllo solare float 6 mm + intercapedine 16 mm + float 6 mm con protezione antiabbagliamento interno Telaio finestra in lamiera di alluminio a spigoli vivi rivestita 10 mm Facciata: elemento edilizio in cls. prefabbricato 100 mm ­pigmentato grigio scuro, superficie generata da matrice intercapedine 30 mm lana minerale 60 mm elemento portante in calcestruzzo gettato in opera 230 mm Solaio: rivestimento in resina epossidica massetto 50 mm materassino fonoassorbente 10 mm pannello solaio 240 mm soffitto sospeso: elemento in compensato di legno di abete con strato fonoassorbente Pavimento: pavimento galleggiante rivestimento in rovere affumicato 350 mm pannello solaio in cls. armato 200 mm pellicola di PE isolante perimetrale 60 mm sabbia 20–30 mm strato di separazione 50 mm strato portante antigelivo in miscela di minerali 260 mm Riscaldamento/raffrescamento a pavimento Sezione verticale Sezione orizzontale scala 1:20 Sezione scala 1:20 1 2 3 4 5 amelle in vetro isolante con intercapedine in caL pillari per la riflessione luminosa Ug= 1,8 W/m2K Trave IPE 140 in acciaio Pannelo di alluminio anodizzato 5 mm ventilazione 35 mm isolante termico 100 mm cls. in opera 250 mm Elementi piani radianti 43 mm Copertura: ghiaia 50 mm, doppia guaina in bitume elastomerico rivestita di scaglie isolante termico in schiuma rigida di polistirolo 80–330 mm in pendenza 4 5 6 Pagina 55 Edificio universitario a Parigi 7 superficie verso l’atrio: colore naturale e liscia superficie verso la galleria: rivestimento colorato Rivestimento in resina epossidica colorata in pasta c.a. 200 mm Corpi illuminanti sospesi Inserto filettato in acciaio per il trasporto, stuccato dopo il montaggio Nicchia sul perimetro riempita dopo il montaggio con malta Sigillante per fughe nero Sezioni scala 1:750 Sezione particolareggiata scala 1:20 Prospetto elemento prefabbricato scala 1:100 Sezione facciata scala 1:20 Sezioni Piante Scala 1:1000 1 2 3 11 Il nuovo edificio del Campus Jussieu adiacente al centro storico di Parigi integra gli edifici universitari progettati sulla base di una rigida maglia ortogonale negli anni ’60 per 45.000 studenti e ricercatori. Gli architetti riprendono il tessuto inserendosi nel sistema preesistente, ma apportando al contempo una variazione. Non più un unico cortile ma due corti per il nuovo fabbricato di cui uno con copertura in cuscini di ETFE a creare un atrio di confluenza per tutti i percorsi e uno spazio di verticalità nell’edificio. Dalla strada, dal livello di ingresso si accede al padiglione tramite una rampa piegata più volte su sé stessa e al livello sopraelevato dell’edificio universitario esistente. Al di sopra di un intreccio di scale mobili e passerelle aeree, l’atrio al piano superiore può essere attraversato e consentire tragitti più brevi sul percorso anulare. Una colorazione monocromatica di contrasto abbinata alle diverse aree funzionali semplifica l’orientamento. Elementi prefabbricati di calcestruzzo in grande formato come parapetti lungo la scala e passerelle aeree anulari caratterizzano l’effetto dello spazio instaurando una relazione dialettica tra la massività e la fragilità del primo edificio con la leggerezza del rivestimento di facciata. Il motivo riportato a traforo su pannelli di alluminio filtra la luce naturale e conferisce profondità e mutevolezza al fronte architettonico. Planimetria generale scala 1:7500 Piante scala 1:1500 1 2 3 Edificio esistente Cortile Atrio 1 2 Spigolo smussato 5/5 mm Elemento prefabbricato in c.a. B40 120 mm gettato in cassaforma di acciaio 1 Rivestimento in caucciù 2 mm solaio in cls. armato 330 mm 2 Griglia di acciaio zincata 30/30/2 mm 3 Mensola in tubolare di acciaio | 80/80/3 mm 4 Lamiera di alluminio 2 mm 5 Guida tendaggio in profilo di acciaio zincato 6 Montanti in profilo di acciaio ‰ 60/50/4 mm 7 Elemento facciata 1800 –1000 x 1200 mm lamiera di alluminio traforata 3 mm 8 Aperture di emergenza infisso di alluminio con vetrata isolante 9 Corrimano profilo di acciaio | 40/40/2 mm 10 Fune di acciaio inox Ø 4 mm 11 Profilo parapetto in lamiera di acciaio piegato 3 mm 12 Protezione solare esterna Pagina 60 Biblioteca universitaria presso Tokyo Toyo Ito sperimenta con piacere tecnologie costruttive non tradizionali per edifici come le strutture ad albero discontinue della Mediateca di Sendai o la facciata generata da logaritmi del padiglione della Serpentine Gallery. La nuova biblioteca sorge sul Campus della Scuola superiore d’Arte ai margini di Tokyo. La trama all’apparenza irregolare di archi astratti lascia penetrare lo sguardo nell’edificio e spaziare verso l’intorno. L’atmosfera richiama vagamente la progettazione ipogea dell’edificio. La struttura composi- 12 Traduzioni in italiano ta con nocciolo di archi d’acciaio consente una snellezza della successione di archi spessi solo 20 cm. Il piano terra si adatta alla leggera salita del terreno. Un passaggio semiprivato con foyer e un teatro temporaneo dovrebbero fungere da luogo di attrazione per gli studenti e i collaboratori di diversi istituti e dipartimenti. La biblioteca diventa un luogo d’incontro. Lunghi tavoli si snodano offrendo i più recenti quotidiani mentre da qui sono ben in vista dietro pareti di vetro ad arco le postazioni media che invitano i visitatori del foyer a fermarsi e intrattenersi. Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 1/2 ∂ 8 Pavimento galleggiante lastra isolante solaio alleggerito in c.a. 250–400 mm 9 Strato di calcestruzzo con aggregati 100 mm 10 Intercapedine per disaccoppiamento sismico 11 Ammortizzatore sismico Pagina 66 Istituto di Biotecnologia a Torino Planimetria generale, scala 1:7500 Sezione facciata della sala convegni Scala 1:20 1 2 Planimetria generale Scala 1:4000 Piante Scala 1:1000 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Ingresso Caffè Foyer Teatro temporaneo Ingresso biblioteca Banco informazioni Quotidiani Postazioni multimedia Cabina per media audiovisivi Lounge Uffici amministrativi Laboratorio Sala lettura Magazzino Assonometria Struttura edificio Particolare facciata nord Scala 1:20 Sezione Scala 1:400 1 Elemento prefabbricato in calcestruzzo 45 mm isolamento termico 25 mm guaina impermeabilizzante bituminosa solaio alleggerito 300 mm intradosso rivestito con primer impermeabilizzante 2 Parete esterna in cls. con irrigidimento rivestita in resina siliconica, rivestita sul lato interno con primer impermeabilizzante 3 Arco di acciaio, anima 9 mm ali 22/65 mm 4 Giunto sigillato con materiale elastico 5 Profilo infisso di alluminio 6 Vetrata a controllo solare ad arco stratificato di sicurezza 15 mm 7 Montante di acciaio verniciato bianco 8 Tappeto di piastrelle 500/500/10 mm su pavimento flottante 9 C.a., strato superiore lisciato con aggiunta di aggregato rigido 100 mm Fasi di costruzione degli archi Scala 1:100 A Carpenteria di acciaio nascosta B Irrigidimento per limitare i fenomeni fessurativi C Struttura composita prefabbricata 1 2 3 4 5 6 7 Arco di acciaio: anima 9 mm, ali 22/65 mm Foro Ø 150 mm Piastra di collegamento di acciaio 320/167/9 mm Nucleo del pilastro in acciaio: anima 16 mm, ali 28/65 mm Rivestimento di irrigidimento in acciaio per limitare i fenomeni fessurativi Arco composito in c.a. (profondità totale 200 mm) Elemento in cls. prefabbricato isolamento termico impermeabilizzazione solaio a camera in c.a. 300 mm con intradosso trattato con primer impermeabilizzante Appare un’architettura priva di compromessi il fabbricato che si dispone nella successione di isolati di Via Nizza, a Torino, fiancheggiato da edifici storici del XIX secolo. Il complesso dell’Istituto di Biotecnologia si trova in un quartiere ai margini meridionali del centro storico su un lotto di terreno dove si collocava l’ex Facoltà di Medicina veterinaria, di cui riprende le originarie costruzioni ad isolato. Il caseificio Tornelli, l’unico edificio storico presente sull’area ad essere risparmiato dalla demolizione, è stato sottoposto ad un intervento di ristrutturazione ed innestato nel nuovo comparto. Con un fronte vetrato di 15 metri di altezza, il corpo di fabbrica che chiude l’intero isolato si apre verso strada, lasciando che verso l’interno si insedino intorno a quattro cortili i settori didattici e di ricerca per biotecnologia, chimica e immunologia. Il cortile di ingresso fiancheggiato dalla strada, lastricato e piantumato da pini marittimi, assume il ruolo di piazza mediterranea, luogo di scambio tra università e città. Ampie e teatrali aperture nei corpi di fabbrica mostrano all’esterno la vita che si svolge negli spazi interni dell’Istituto. Un volume a ponte si connette alla corte a giardino. Un secondo cortile di ricreazione e la corte ­Tornelli costituiscono insieme gli spazi di svago. Al piano superiore dell’edificio si trovano gli spazi didattici, le sale convegni e le sale seminari, gli uffici dell’amministrazione universitaria e un centro di aggregazione. Generose aperture offrono inaspettate prospettive verso la città. L’uso di calcestruzzo autocompattante, innovativo in Italia, consente luci interne considerevoli ma soprattutto supporta i tratti caratteriali dell’architettura. Superfici senza fughe, a vista prive di qualsiasi imperfezione e caratterizzate da spigoli e angoli taglienti che definiscono una chiara geometria del corpo di fabbrica e del vuoto, donano al visitatore l’impressione dell’astrattezza dell’intero volume. 3 4 5 6 Massetto in calcestruzzo spolvero al quarzo 100 mm guaina impermeabilizzante 6+6 mm isolante in polistirene 60 mm barriera al vapore in pellicola di PE 1,2 mm massetto in calcestruzzo in pendenza massimo 100 mm solaio in cls. armato 480 mm C.a. autocompattante superficie con impronta della struttura delle tavole 300/400 mm isolante termico fibre di poliestere 40 mm intercapedine d’aria 200 mm isolante termico e acustico fibre di poliestere 40 mm correnti 50/50 mm materassino in fibra di vetro 3 mm lamiera di acciaio traforata 2 mm foratura 0 –40 % rivestimento interno correnti di legno 20 mm Finestre di metallo con vetrate isolanti Malta levigata Canale di ventilazione Linoleum 3,2 mm massetto in cls. 120 mm isolante in polistirolo 80 mm solaio di c.a. 480 mm Sezioni Piano terra Piano primo scala 1:1000 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Cortile Cassone 1 Cortile Cassone 2 Cortile Tornelli 1 Cortile Tornelli 2 Atrio Caffetteria Laboratorio di ricerca Laboratorio studenti Sala lettura Sezione sala lettura scala 1:100 Sezione orizzontale facciata verso strada scala 1:20 1 2 3 4 5 6 Scala mobile garage sotterraneo Vetrata in stratificato di sicurezza 20 mm C.a. autocompattante superficie con impronta delle tavole 500 mm Tubo di scolo delle acque piovane inserito in nicchia Listello di fissaggio vetro in acciaio zincato 120/10 mm Montante in profilo di acciaio zincato ¡ 300/120 mm Tecnologia Pagina 72 Calcestruzzo faccia a vista. Tecniche di lavorazione superficiale. Martin Peck L’uso in un primo tempo puramente strutturale del calcestruzzo, materiale di rivoluzionarie potenzialità tecnico-costruttive, si trasforma ben presto in un’attenzione sulla ∂ 2008 ¥ 1/2 Inserto ampliato in italiano superficie che il materiale esibisce dopo la lavorazione. L’origine delle superfici di calcestruzzo lasciate a faccia vista sta nell’aspetto della cassaforma. Attualmente, sono disponibili diverse soluzioni tecnologiche che si differenziano per la capacità di controllare e di modificare l’aspetto del calcestruzzo. In seguito ad un periodo di intenso sviluppo della tecnologia del calcestruzzo, sarebbe motivato, allo stato attuale dei fatti, cercare di innovare le tecniche di finitura superficiale utilizzate. Realizzazione di superfici tramite involucro Casseforme in tavole di legno Le casseforme in tavole impiegano superfici di legno naturale o meglio tavole di legno di conifera non trattato. Il sistema, la più antica tecnica di costruttiva mai inventata per plasmare i materiali, consente da due a quattro utilizzi. Le prime casseforme sono state realizzate in tavole tagliate a sega calettate utilizzate senza ulteriore lavorazione ma esattamente come venivano consegnate: si usavano tavole nuove insieme a tavole usate, tavole con discreto tasso di umidità insieme ad assi asciutti e spesso si procedeva assemblando tavole di essenze diverse. Le forme in tavole a causa delle fughe e del differente stato di asciugatura e il diverso comportamento del materiale non erano stagne. Un rivestimento grezzo come quello usato per le casseforme di legno possiede un elevato potere di assorbimento e, di conseguenza, genera sulla superficie di calcestruzzo una trama rude impedendo tuttavia la formazione di pori sulla superficie dell’elemento edile. La struttura di rivestimento grezza non fornisce spigoli precisi che tuttavia raramente erano richiesti. Lo sviluppo del sistema porta alla selezione di tavole ad incastro piallate che in alcuni settori dell’architettura e dell’ ingegneria civile (ad esempio costruzione di ponti) è ancora di grande impiego. Alcuni punti sono importanti particolarmente importanti: • al primo uso, l’involucro deve essere preinvecchiato con pasta di cemento o di calcestruzzo, per il fatto che la produzione naturale di xilosio da parte del legno disturba il processo di indurimento del calcestruzzo oltre generare la formazione di alveoli sulla superficie • La capacità di estrarre umidità da parte della cassaforma si riduce dopo ogni uso • Il contenuto variabile di umidità nel legno naturale può causare sensibili deformazioni. Di conseguenza, durante l’asciugatura i giunti tra tavole con contenuto di umidità diverso si aprono facendo perdere al sistema la tenuta. Una forma asciutta dopo l’assemblaggio a contatto con il calcestruzzo fresco potrebbe imbarcarsi. Per questo motivo, nel caso di forme composte di tavole non trattate, al secondo o terzo impiego emerge un aspetto superficiale Traduzioni in italiano in linea di massima costante che negli utilizzi successivi può variare nella sfumatura più chiara delle tonalità. La cassaforma ventilata con tavole piallate o a taglio sega utilizzata ancora di frequente negli anni ’60 del secolo scorso viene sostituita dall’arrivo di casseforme di grandi dimensioni o a telaio. La realizzazione di superfici di calcestruzzo a vista con casseforme a tavole richiede molta esperienza nella scelta dei materiali per il getto e di consapevolezza dell’interazione con il calcestruzzo fresco. La realizzazione di superfici di calcestruzzo a vista di alta qualità prodotte tramite casseforme a tavole è un’opera di esecuzione particolarmente complessa. L’esecutore deve avere una certa dimestichezza nella realizzazione. In ogni caso, le superfici risultanti devono essere sperimentate su elementi edili di campione e successivamente migliorate. Casseri lisci I così detti casseri lisci attualmente sono sinonimo di una tipologia di involucro per il getto utilizzata con l’obbiettivo del risultato costante. Casseri lisci realizzano superfici lisce. Formalmente i caratteri peculiari delle superfici prodotte da casseri lisci sono le fughe e i passanti del sistema di bloccaggio della cassaforma. Con superfici in calcestruzzo a vista lisce le soluzioni si limitano alla realizzazione di una trama di fughe e alla variazione cromatica. La colorazione viene in prevalenza regolata integrando cemento mentre l’aggiunta di minerali ha un influsso trascurabile sull’intensità cromatica delle superfici di calcestruzzo. Le tonalità cromatiche del cemento e i calcestruzzi ­prodotti possono variare molto a seconda del tipo e l’origine dei materiali di partenza della miscela. Nella selezione dei materiali può essere molto vantaggioso esaminare progetti in fase di realizzazione. Se non si riesce ad ottenere il colore desiderato, la colorazione può essere perfezionata con l’aggiunta di pigmenti. In base all’obbiettivo cromatico, si aggiungono pigmenti schiarenti (ossido di titanio) o scurenti (nero di ossido ferroso). 13 Le aspettative di realizzare superfici di calcestruzzo a vista prive di difetti sono raramente soddisfatte se si usano involucri ventilati per il fatto che l’involucro permette la formazione di difetti sulle superfici del calcestruzzo. Il fatto che le casseforme utilizzate per la creazione di superfici di calcestruzzo faccia a vista in linea di massima non si distinguono per materiale, da quelle che vengono utilizzate nell’edilizia per la produzione di superfici in calcestruzzo convenzionale ha indotto diverse imprese esecutrici ad ottenere requisiti superficiali elevati anche con materiali tradizionali o fornendo caratteristiche standard dell’involucro di cassaforma. Per la cassaforma di superfici faccia vista, i requisiti da definire in ogni singolo caso non sono sempre riconoscibili agli operatori. Il progettista dovrebbe contribuire il più possibile nella scelta del materiale e prendere in seria considerazione che l’involucro della cassaforma e i disarmanti devono essere definiti solo a seguito di test condotti per il progetto con esito positivo. I sistemi pubblicizzati come monouso sono poco efficaci dato che gli involucri idonei a questa tipologia solo dal secondo o terzo impiego sviluppano una superficie robusta ed sono in grado di dare il medesimo risultato fino a 15 o più impieghi. L’analisi della superficie di calcestruzzo a vista in cantiere può provocare valutazioni errate. Di solito, in cantiere vengono rilasciate valutazioni eccessivamente rigide e giudizi qualitativi privi di tolleranza. Le superfici faccia a vista che nella prima campionatura sono giudicate divergenti o difettose, a fine lavori sono stimate riuscite sia negli interni che all’aperto. Negli edifici realizzati, le superfici in calcestruzzo faccia a vista più animate spesso vengono giudicate più attraenti di quelle completamente prive di imperfezioni. Matrici Le matrici sono involucri o casseri realizzati in materiale sintetico elastico per conferire una trama particolare alla superficie di calcestruzzo. Solitamente lo spessore della trama incisa raggiunge al massimo gli 80 mm, ma è possibile realizzare trame più profonde e incisioni più decise. Le trame superficiali ottenute tramite matrice sono adatte oltre che per la realizzazione di motivi standard tratti da catalogo anche per motivi speciali di unica realizzazione da colare tramite materiale sintetico fluido elastico come gomma ad indurimento. Le matrici o forme di plastica se opportunamente trattate possono fornire superfici di aspetto costante per oltre 100 impieghi. Le matrici si distinguono dalle casseforme a matrice. Le prime sono composte di un materassino in gomma con uno spessore di circa 8-10 mm cui si applica la particolare pro- 14 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 1/2 ∂ struzzo lavato conferisce un nuova considerazione di questa tecnologia costruttiva. Tecnicamente, una produzione di qualità di calcestruzzo lavato è realizzabile solo in stabilimento nella produzione di elementi prefabbricati di calcestruzzo. La realizzazione di elementi con superfici di calcestruzzo lavato gettati in opera è stata ripetutamente sperimentata e sta mostrando alcuni interessanti effetti. In caso di getto in opera il problema principale da risolvere e da pianificare è l’approvvigionamento di acqua. Il ritardante alla presa viene applicato al cassero in forma di pasta, di conseguenza decade l’uso di un mezzo disarmante. Nelle casseforme orizzontali è possibile posizionare anche una carta ritardante nella cassaforma e infine stendere il calcestruzzo lavato fresco. La profondità di lavaggio può variare e va da uno a sei millimetri in relazione alla granulometria degli inerti. Negli elementi prefabbricati di calcestruzzo, solitamente si lavorano due strati con uno strato superficiale di calcestruzzo lavato e uno strato di fondo in calcestruzzo strutturale. Calcestruzzo fotografico fondità di spessore. Le matrici sono realizzate in plastica elastica o in alternativa in plastiche termoindurenti. Le matrici a rivestimento devono essere incollate su un supporto; le casseforme a matrice hanno una struttura composta di due materiali: la trama costituisce il primo strato mantenuto da un supporto in resina espansa irrigidita. La tecnologia è adatta per trame profonde. Il sistema semplifica la movimentazione degli elementi dato che il supporto conferisce rigidità. Le casseforme a matrice possono essere incollate o disposte nel supporto. Telo filtrante I teli filtranti sono teli di drenaggio tessili per lo più dotati di uno strato portante. Vengono adagiati sull’involucro del cassero; il calcestruzzo fresco si indurisce direttamente sul telo. Tramite la proprietà filtrante, l’acqua in eccesso viene drenata. La superficie che ne risulta non è porosa e mostra una geografia cromatica di nuvole e chiazze. La trama fine del telo filtrante rimane leggibile a lungo e lascia comparire le macchie sul calcestruzzo in una tonalità più scura. Il sovrapprezzo dato dal telo viene ammortizzato da una riduzione dei tempi di lavorazione e dal fatto che non viene usato alcun disarmante. Pannello OSB L’impiego di pannelli OSB come superficie di cassero avviene nella maggior parte dei casi raddoppiando una cassaforma a telaio o una a grande superficie. • La struttura delle particelle lignee di composizione del pannello conferisce un viva- ce motivo alla superficie di calcestruzzo e sovrasta altri effetti presenti sulla superficie, ad esempio l’effetto nuovolato. • L’elevata capacità di assorbimento delle lastre genera superfici quasi prive di porosità. • L’effetto di leggero disturbo del processo di indurimento dato da legno di conifere non stagionato genera superfici più scure e più grezze. • L’umidità contenuta nel calcestruzzo provoca un leggero rigonfiamento del cassero, le fughe si chiudono su se stesse anche negli spigoli impedendo la fuoriuscita della pasta cementizia e le conseguenti irregolarità cromatiche. Il motivo superficiale di grande intensità ottenuto tramite l’involucro di cassero in OSB consente di influire moderatamente sull’aspetto della superficie: pesino sui calcestruzzi più chiari emergono macchie per la maggior parte dei casi relativamente scure. Per mitigarne l’intensità si può prevedere l’applicazione di una velatura trasparente. Una forma particolare di calcestruzzo lavato è il calcestruzzo fotografico. La tecnica consente di trasferire una fotografia nella ruvidità della superficie di calcestruzzo, creando sfumature di grigio generanti l’immagine su una superficie di calcestruzzo in origine liscia. Il procedimento richiede un esatto dosaggio meccanizzato di ritardante su una pellicola di supporto. Per i differenti spessori del supporto e le incisioni da dilavamento che ne derivano si riproduce l’immagine originaria sulla superficie di calcestruzzo. La pellicola di supporto così predisposta viene gettata e la superficie ritardante viene lavata dopo l’indurimento dell’elemento edile. La profondità del dilavamento è limitata e varia di poco da caso a caso. Nel calcestruzzo fotografico non si richiede l’inserimento di minerali in granuli di dimensioni maggiori. Il laborioso procedimento esecutivo del calcestruzzo fotografico limita la produzione allo stabilimento e solo a pezzi prefabbricati. Calcestruzzo lavato Superfici acidate Con il termine “calcestruzzo lavato” vengono designate superfici di calcestruzzo in cui l’indurimento della malta superficiale viene ritardata e dopo l’indurimento del calcestruzzo granulare viene rimossa tramite dilavamento. Dopo il processo, la struttura granulare emerge. Le superfici in calcestruzzo lavato frequenti soprattutto tra il 1965 e il 1980, successivamente sono scomparse quasi completamente pur mantenendo un’applicazione nella produzione di elementi prefabbricati come pianerottoli o gradini. Il potenziale formale del calce- Un effetto simile a quello del calcestruzzo fotografico si può ottenere lavorando una superficie di calcestruzzo con una soluzione acida. L’incisione superficiale viene determinata dall’intensità dell’acido usato. L’acido dissolve le particelle di cemento che con l’ausilio di attrezzature meccaniche vengono dilavate. L’aspetto cromatico di una superficie acidata è determinato dagli inerti minerali. Solitamente le superfici acidate hanno una brillantezza di colore ottimale motivata dal fatto ∂ 2008 ¥ 1/2 Inserto ampliato in italiano che gli acidi sono adatti soprattutto per realizzare superfici a colore chiaro. Come acidi di solito si usano acidi organici (succo di limone). Abrasioni La lavorazione di superfici prefabbricate tramite abrasione è un processo relativamente economico per il trattamento superficiale dei manufatti. Come mezzo utilizzato si usa solitamente sabbia. Dato che il procedimento di sabbiatura umida risulta difficoltoso per l’uso di acqua, di solito la lavorazione viene svolta a secco. Il processo di sabbiatura consente di ottenere superfici difficilmente prevedibili. Nel caso ad esempio di superfici gettate in opera verticali come pilastri e pareti portanti è impossibile ottenere un aspetto omogeneo anche a causa della distribuzione notevolmente variabile degli inerti in corrispondenza delle aree a margine. Nelle superfici sabbiate si moltiplica il numero e la dimensione delle porosità visibili. Il risultato è simile anche nella produzione di superfici verticali di elementi prefabbricati, anche se nei getti in opera non è possibile assolvere a richieste di trame omogenee. In caso di sabbiatura è importante pianificare la lavorazione anche degli spigoli che sarebbero inevitabilmente danneggiati dall’abrasione. Il risultato della sabbiatura dipende dalle finiture artigianali realizzate dagli esecutori e dalla stabilità del calcestruzzo. In caso di elementi gettati in opera si consiglia di lavorare in una fase successiva le superfici attendendo circa 10-20 giorni, mentre in caso di componenti edili prefabbricati si può sabbiare anche dopo due o tre giorni. Lavorazione a scalpello La lavorazione a scalpello delle superfici di calcestruzzo -la bocciardatura, la levigatura e la lucidatura- viene realizzata da imprese specializzate. I processi di lavorazione rimuovono una parte di materiale da una superficie di partenza generalmente liscia ottenendo risultati in linea di massima prevedibili. Le aziende per lo più in possesso di elevate qualifiche per realizzare questo tipo di trattamento superficiale offrono al progettista diverse occasioni di consulenza, sperimentazione e variazione, e nella maggior parte dei casi i risultati superano le aspettative. Per bocciardatura si intende la lavorazione di superfici in calcestruzzo tramite martelletti elettrici o ad aria compressa dotati di scalpelli più o meno appuntiti. In base alla scelta dello strumento di lavorazione è possibile generare trame profonde oppure è possibile rimuovere un sottile strato di materia. Nella lavorazione si tratta di superfici di calcestruzzo piane prive di alveoli di grandi dimensioni. Di solito le fessurazioni rimangono a vista anche dopo la lavorazio- Traduzioni in italiano ne. Le trame più incise vengono prodotte soprattutto su elementi esposti agli influssi meteorici. Le superfici realizzate con punte fini sono particolarmente indicate per gli interni. Le tonalità cromatiche possono essere modificate ad esempio tramite l’aggiunta di inerti. Il procedimento di superfici bocciardate con punte fini rettifica le superfici lisce del calcestruzzo a vista. La scalpellatura utilizza uno scalpello a punta larga invece di uno appuntito. Spesso la scalpellatura viene abbinata alla bocciardatura. La levigatura è operata manualmente con mole diamantate che di solito rendono la superficie più liscia. La lucidatura avviene a partire da una superficie levigata che viene lavorata ulteriormente con grani abrasivi di piccola dimensione. Ne risultano superfici lucidate a specchio in cui la luce viene riflessa e l’intorno si rispecchia. L’effetto lucido non dura a lungo ma degrada anno dopo anno. Colorazione di superfici di calcestruzzo faccia a vista. L’esigenza di colorare superfici faccia a vista è risolta dalla colorazione in pasta del calcestruzzo o dalla finitura cromatica della superficie finita. Il trattamento colorante di superfici di calcestruzzo finite è asportabile o comunque soggetto a modifica. La colorazione in pasta con pigmenti colorati si adatta invece alla combinazione di tutte le altre forme di lavorazione superficiale sopra esposte. Se il cemento produce superfici di calcestruzzo troppo scure, il materiale può essere schiarito con pigmento bianco o ossido di titanio. Per produrre superfici di calcestruzzo bianche o comunque molto chiare di solito non basta l’aggiunta di pigmenti bianchi ma bisogna utilizzare cementi bianchi. Se si richiede la produzione di superfici in toni colorati, è possibile miscelare il pigmento scelto al calcestruzzo. I produttori offrono oltre al prodotto anche consulenza per l’applicazione. Se l’obbiettivo è ottenere colori chiari, è necessario partire da cementi bianchi che con l’aggiunta del colore idoneo raggiungono il risultato desiderato. Le tonalità più scure come l’ocra, il marrone o il nero si possono raggiungere anche aggiungendo il pigmento più adatto a cementi grigi. Per colorare il calcestruzzo, i produttori consigliano l’aggiunta di pigmenti in una percentuale di 3 –6 % rispetto al contenuto cementizio. I calcestruzzi colorati hanno un costo di materiale più elevato rispetto ai cementi normali. Fra i trattamenti superficiali cromatici di una superficie di calcestruzzo si annovera anche la velatura colorata. Anche in questo caso, come superfici di base sono più idonee quelle chiare o quelle bianche rispetto a quelle più scure. ∂ - Inserto in italiano Zeitschrift für Architektur Rivista di Architettura 48° Serie 2008 · 1/2 C ostruire con il ­Cemento L’Impressum completo contenete i recapiti per la distribuzione, gli abbonamenti e le inserzioni pubblicitarie è contenuto nella rivista principale a pag. 125 Redazione Inserto in italiano: Frank Kaltenbach George Frazzica ­Rossella Mombelli Monica Rossi e-mail: [email protected] telefono: 0049/(0)89/381620-0 Traduzioni: Rossella Mombelli Partner italiano e commerciale: Reed Businness Information V.le G. Richard 1/a 20143 Milano, Italia [email protected] [email protected] Fonti delle illustrazioni: pag. 2: Luciano Pia, Torino pag. 3: Gianfranco Racioppoli, Caserta pag. 4: Studio ARX, Firenze pag. 6: da Gössel. Leuthäuser, Architektur des 20. Jhdts. Taschen Köln 1990 pag. 7 alto: Jean-Michel Landecy, Geneva pag. 7 basso: da Papadakis, Steele, Architektur der Gegenwart, Terrail, Parigi 1991. pag. 8 sinistra: Erhard An-He Kinzelbach, Vienna pag. 8 destra: Roger Frei, Zurigo pag. 9 sinistra: Hisao Suzuki, Barcelona pag. 9 destra: Grieta Attali pag. 10 sinistra: Peter Guggenhofer/ Ott Architekten pag. 10 destra: David Franck, Ostfildern pag.11 sinistra: Luc Boegly, Parigi pag. 11 destra: Iwan Baan, Amsterdam pag. 12: Manfredi & Melegatti pag. 13: Fabio del Re, BR-Porto Alegre pag. 14 Heinrich Helfenstein, Zurigo Piano editoriale anno 2008: ∂ 2008 1/2 Costruire con il Cemento ∂ 2008 3 Detail Conzept: Asili ∂ 2008 4 Luce e interni ∂ 2008 5 Materiali plastici e membrane ∂ 2008 6 Costruire semplice / microarchitetture ∂ 2008 7/8 Grandi strutture portanti ∂ 2008 9 Detail Conzept: abitare ∂ 2008 10 Facciate ∂ 2008 11 Costruire con il Legno ∂ 2008 12 Tema particolare 15 • Luce – naturale e artificiale Materia luce • Intonaci – stucchi e pitture Le facciate intonacate e poi -pittura, tinta o rivestimento? •T rasparenze – vetri plastiche e metalli Materiali trasparenti, traslucidi, perforati Lo stato dell’arte dei materiali da costruzione diafani Il materiale traslucido offre al progettista un’ampia libertà creativa, impensabile con il vetro, che consente un rapporto sensoriale con la luce e stimola l’avvincente alternanza di interni ed esterni. Attraverso l’impiego di nuovi vetri speciali, lastre di materiale sintetico, membrane e metalli perforati è possibile ottenere una nuova interpretazione delle atmosfere create dagli antichi finestroni colorati delle chiese, dalle sottili lastre di alabastro e dai riquadri di carta intelaiata dei tempi passati. Frank Kaltenbach, 2003 108 pagine con numerose ­illustrazioni e fotografie. Formato 21× 29,7 cm Gli intonaci, le tinteggiature e i rivestimenti determinano l’aspetto delle superfici, creano effetti spaziali, giocano con la luce. Il loro impiego è determinante per la caratterizzazione formale dell’edificio e per la qualità dello strato protettivo. Il nuovo volume di DETAIL Praxis “Intonaci, colori, rivestimenti” presenta convincenti soluzioni, sia tradizionali che innovative. Gli autori descrivono e definiscono i fondamenti della materia, indicano gli aspetti problematici e offrono utili suggerimenti per la pratica dell’edilizia. Utilizzando i particolari di due costruzioni esemplari, gli esperti documentano in scala 1:10 la realizzazione di tutti i giunti più importanti di un edificio. Alexander Reichel, Anette Hochberg, Christine Köpke 2004. 112 pagine con numerose ­illustrazioni e fotografie. Formato 21×29,7 cm La luce, più di qualsiasi altro materiale, determina gli effetti volumetrici dello spazio, crea l’atmosfera e mette in scena l’architettura. Negli spazi ben illuminati ci sentiamo bene e siamo produttivi; la luce migliora la salute. Inoltre, un’accurata progettazione illuminotecnica in grado di coordinare le fonti naturali diurne con quelle artificiali conduce invariabilmente a grandi risparmi energetici, soprattutto negli ambienti destinati ad ospitare uffici. Il nuovo volume della collana DETAIL Praxis approfondisce i fondamenti della progettazione illuminotecnica sia nel campo della luce diurna che artificiale avvalendosi del contributo dei migliori specialisti in questo campo. Accanto alle semplici regole di buona progettazione che coinvolgono il disegno planimetrico, l’orientamento dell’edificio e l’articolazione della facciata, il manuale offre un’ampia visione d’insieme dei più attuali sistemi d’illuminazione naturale e artificiale, valutandone l’efficacia nel contesto di alcuni progetti esemplari. Ulrike Brandi Licht, 2005 102 pagine con numerose ­illustrazioni e fotografie. Formato 21×29,7 cm Buono d’ordine Fax +49 (0)89 398670 · [email protected] · www.detail.de/italiano · Tel. +49 (0)89 3816 20-0 ∂ Praxis ___ 3 Libri + CD ROM in un cofanetto (Intonaci, Luce, Trasparenze) € 139,10 + costo di spedizione e imballaggio per un cofanetto: � 9,63 Desidero ricevere le pubblicazioni al seguente indirizzo: Modalità di pagamento: ¥ Carta di credito/Kreditkarte Nome/ Vorname ¥ VISA ¥ Eurocard/ Mastercard ¥ Diners ¥ American Express Carta no/ Kartennr. Scadenza (mese/anno) Verfallsdatum (Monat/Jahr) Importo ™/ Betrag ™ Cognome/Name Professione/Beruf Via, piazza, no/ Straße, Hausnummer CAP, città, prov./ PLZ, Stadt Telefono, Fax / Telefon, Fax ¥ In contrassegno/Gegen Rechnung Telefono cellulare/Handy E-Mail L981 ¥ Si, desidero ricevere gratuitamente per e-mail la newsletter mensile di DETAIL Data, Firma del titolare/ Datum, Unterschrift Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG, Sonnenstr. 17, 80331 Monaco di Baviera, Germania, Tel. +49 89 38 16 20-0, Fax +49 89 39 86 70, E-Mail: [email protected] I prezzi sono riferiti al listino di novembre 2007 ∂ Praxis 3 libri + CD ROM in un cofanetto: