Inserto ampliato in italiano
‡ Konstruktive Ehrlichkeit – Ein zeitloser Wert?
‡ Vom Gewerbebau zur Villa: Neun Beispiele von Zürich bis Tokio
‡ Ausdrucksmöglichkeiten der Oberfläche
∂
traduzione più ampia e approfondita dei testi e delle legende
in internet versione in italiano di www.detail.de
Zeitschrift für Architektur + Baudetail · Review of Architecture · Revue d’Architecture
Serie 2008 · 1/2 · Bauen mit Beton · Concrete Construction · Construire en béton
Contraddittorio, in alcuni casi quasi paradossale. Come raramente un altro materiale, il
calcestruzzo palesa sulla sua superficie il processo produttivo subito con l’impronta della
cassaforma, celando dietro se stesso la propria composizione strutturale. Se da un lato,
diversi esempi di costruzioni in calcestruzzo della recente storia dell’architettura mostrano un’espressività formale senza eguali, dall’altro emerge la limitatezza di criteri etico-costruttivi nell’ambito delle più attuali tendenze architettoniche. Sebbene sia stato raggiunto
un elevato grado di produzione del calcestruzzo, si attende ancora con trepidazione il distacco della cassaforma dalla superficie. Anche la lavorazione delle superfici di calcestruzzo in una fase successiva alla produzione sta assumendo una certa considerazione.
Costruire in calcestruzzo è un processo ancora “in fieri”.
Andreas Gabriel
Rivista di Architettura
1/2 · Costruire con il Cemento
2 L’opinione
Luciano Pia
3 Costruire con il cemento in Italia
Edificio residenziale a basso costo a Casagiove CE, Gianfranco
Racioppoli e Gennaro Russo
4 Nuove realizzazioni in Italia
Piazza Alberti a Firenze, Paolo di Nardo e Alessandra Ciullini
Il “Vulcano Buono” – centro servizi a Nola NA, RPBW
4 Pubblicazioni sul cemento
5 Prodotti
Wierer, Nord Bitumi, Ingo Maurer, Sto,
Appiani, Peri, Lecablocco, Tecnostrutture
6
Traduzioni in italiano di testi e legende
Discussione
Documentazione
Tecnologia
2
L’opinione
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 1/2   ∂
L’opinione di Luciano Pia
Costruire con il cemento
1
2
Art Hotel Olympic - Torino
Edificio a guscio in calcestruzzo - Torino
Luciano Pia, nato nel ’60, architetto dall’84, ha realizzato il Museo della Corsica, l’Università di Nimes e il
Musée des arts et métiers a Parigi. A Torino: il restauro di Palazzo Graneri, un Villaggio Media - Torino
2006 e la Scuola di Biotecnologie.
Ha progettato la trasformazione d’isolati torinesi, di
aree industriali dimesse e la futura Città della Salute.
1
Sebbene sia uno dei materiali più utilizzati
nelle costruzioni, ben pochi sono gli interventi in cui prende il sopravvento, poiché relegato a mere funzioni strutturali, poi rivestito
con altri materiali. C’è la tendenza diffusa a
considerare il calcestruzzo finalizzato solo
alle strutture portanti, ed anche in questi casi, è sovente associato ad altri materiali d’alleggerimento. Data la facilità d’esecuzione
dei getti e la sua capacità di riempire tutti gli
spazi in cui viene colato, il cemento è largamente utilizzato in tutte le costruzioni. Il muratore ed il carpentiere edile sono mestieri
che sempre più sono svolti da personale
non qualificato con poche esperienze alle
spalle e che non tramanda il sapere; si sono
perse le maestranze. Lavorando in Francia,
già parecchi anni fa mi accorsi, come il cantiere era diventato povero di capacità artigianali, le operazioni si erano semplificate
per poter essere realizzate da operatori occasionali e il livello delle finiture era pressoché inesistente. In pochi anni anche in Italia
ci siamo avviati nella stessa direzione ed ottenere buoni risultati nell’edilizia è estremamente difficile; pensare poi all’uso di nuove
tecnologie costruttive, sovente è fantasia.
La logica degli appalti al ribasso, che non
tengono conto della qualità delle realizzazioni, genera situazioni perverse in cui il progettista direttore dei lavori, quando ha la fortuna di essere entrambe le figure, si trova
nell’impossibilità di richiedere e di ottenere
livelli qualitativi accettabili dagli appaltatori
che annaspano per rimanere a galla.
Lo scollamento delle competenze professionali tra l’architetto, lo strutturista e l’impiantista, generano progetti in cui ognuno svolge
la propria parte aggiungendo strati costruttivi al fabbricato: alla struttura si aggiungono
gli impianti e poi la “pelle esterna”.
Nella maggioranza dei casi non vi è nessun
rapporto formale tra le facciate e la maglia
strutturale. Alle strutture viene chiesto di sorreggere il fabbricato con pilastri “nascosti”
senza dare fastidio ad altri, spesso in falso
tra un piano e l’altro.
A differenza dell’artista che realizza in prima
persona le proprie opere, l’architetto ha molti
tramiti e molte mani diverse che danno for- 2
ma, corpo, materia, ai propri pensieri; tanto
più la realizzazione è vicina all’idea progettuale, quanto più bravo è l’architetto ad organizzare la sua messa in opera.
Partendo dal concetto dell’unicità della costruzione, come elemento che nel suo insieme risponde alle esigenze prefissate, che
nasce da un processo progettuale – costruttivo del suo insieme intimamente connesso sviluppato e seguito passo passo dal primo
momento al termine della costruzione e nella fase di gestione, si può ottenere un risultato che sia il più vicino possibile a quanto
immaginato.
Lo sviluppo dei nuovi calcestruzzi autocompattanti, permette certamente di ottenere
­risultati eccellenti che prima erano impensabili. Usando il calcestruzzo come unico elemento costruttivo, unico materiale strutturale,
di finitura ecc., fluido che puoi colare nelle
forme, materia naturale ed espressiva, giocando sull’alternanza volumetrica dei pieni e
dei vuoti, ricavati per sottrazione di materia,
che trova continuità nel rapporto tra elementi
portanti in calcestruzzo e aperture. Gli spazi
possono essere concepiti dal di fuori e dal
di dentro con un lavoro di scavo, sottrazione
e contrasto della materia compatta e monolitica. L’organismo può emergere con prepotenza, affermare la propria presenza di rottura e con la sua massa sottolineare una
presenza forte. La struttura a guscio, nella
quale può essere contenuta tutta l’impiantistica, lascia la massima flessibilità per realizzare grandi spazi e la libertà delle aperture di luce.
Sono sempre stato attratto dalla possibilità
di ridurre il progetto all’essenzialità nella purezza delle forme, ma anche nei materiali
utilizzati. Attraverso lo studio delle casseforme, delle riprese di getto, degli inserti e
­delle mescole, si potranno certo ottenere
grandi risultati. Ma ci vuole tempo, pazienza
e volontà di fare. Non abbiamo ancora esaurito le capacità di sviluppo delle tecnologie
attuali, mentre nuovi aspetti cambiano radicalmente il modo di affrontare il progetto:
ambiente e consumo energetico.
∂   2008 ¥ 1/2 Inserto ampliato in italiano
Costruire con il cemento in Italia
3
Costruire con il cemento in Italia
Edificio residenziale a basso costo, Casagiove CE
Progettisti: Gianfranco Racioppoli e Gennaro
Russo
Collaboratori: Paola Ferraro
Il progetto prevedeva un edificio residenziale plurifamiliare a basso costo da realizzare
in un lotto di modeste dimensioni, seguendo
un programma edilizio ben definito dal piano
di zona PEEP e da una normativa altrettanto
restrittiva.
Inserito in un tessuto urbano privo di presenze significative, l’intervento si pone come
obiettivo primario quello di ottenere un manufatto di buona qualità architettonica mediante una progettazione attenta agli aspetti
formali e funzionali. A rendere complicato,
ma non impossibile il raggiungimento di tali
obbiettivi hanno contribuito la contenuta disponibilità economica, la mancanza di sensibilità da parte della committenza e la non
sempre adeguata competenza delle maestranze.
Il risultato è un edificio di qualità, di proprietà del Consorzio di Cooperative edilizie Ritmo s.r.l., che sorge su un’area di superficie
complessiva di 2775 mq, situata nel Comune di Casagiove in prossimità del parco della Reggia di Caserta.
Il manufatto, caratterizzato da un’organizzazione in pianta ad “H”, comprende in totale
ventotto alloggi, ognuno di circa 105 mq, dislocati su cinque livelli fuori terra ed un piano interrato adibito a garage e cantine.
I garage sono dislocati ai lati estremi del
fabbricato e sono collegati da un percorso
scoperto, posto a quota -4.00 m, che consente la percorribilità a senso unico.
Il piano terra comprende un ampio porticato
ad uso collettivo e quattro residenze con
giardini di pertinenza esclusiva collegati da
passerelle aeree che consentono gli attraversamenti in quota. I vari livelli sono collegati da due ascensori e corpi scala aperti/
coperti.
La superficie del lotto non edificata è destinata a verde collettivo ed organizzata con
attraversamenti pedonali pavimentati.
L’impianto distributivo proposto garantisce
una effettiva fruibilità dello spazio assicurando funzionalità e minimizzando gli sprechi.
Tutti gli alloggi, comprendenti soggiorno/
pranzo, tre camere, cucina, doppi servizi e
balconi, presentano due esposizioni contrapposte a favorire la ventilazione naturale
degli ambienti interni, fondamentale per limitare il surriscaldamento eccessivo nei mesi
estivi.
La struttura è antisismica ed è costituita da
telai spaziali in cemento armato controventati e solai in latero cemento, mentre la copertura dei singoli blocchi è a falda unica.
5
6
5
5
4
3
I prospetti, totalmente intonacati di bianco,
sono lineari, complicati solo dal gioco dinamico dei balconi, alcuni dei quali sono tinteggiati di verde, mentre altri sono protetti
da parapetti o da semplici ringhiere che rievocano quelle delle case a corte ottocentesche del centro storico.
1
7
2
2
Planimetria scala 1:800
1 Porticato
2 Rampa
3 Soggiorno
4 Cucina
5 Camera da letto
6 Servizi
7 Balcone
4
Nuove realizzazioni in Italia e pubblicazioni sul cemento
Nuove realizzazioni in Italia
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 1/2   ∂
Pubblicazioni sul cemento
Atlante del Cemento
F. Kind Barkauskas, B. Kauhsen, S. Polonyi
e J. Brandt, UTET, Torino, 1999, 285 pp.,
ISBN 88-02-05368-5, ™ 87,80
Atlante del Fibrocemento
Fr. Grimm, C. Richarz, UTET, Torino, 2001,
358 pp., ISBN 88-02-05731-1, ™ 103,29
I volumi, che fanno parte della collana
“Grande Atlante di Architettura”, costituiscono una guida completa per l’utilizzo del cemento armato e del fibrocemento, sia nelle
applicazioni più tipiche, sia per la ricerca di
nuove forme espressive. Le istruzioni tecniche necessarie sono corredate da numerosi
esempi e da interessanti dettagli costruttivi.
1
Piazza Alberti, Firenze
Progettisti: Paolo di Nardo e Alessandra
Ciullini
Progettisti impianti: Politecnica s.c.r.l.
Progettisti strutture: A&I Ingegneri associati
e Politecnica s.c.r.l.
Il “Vulcano buono” - piazza e centro servizi, Nola NA
Progettisti: RPBW - Renzo Piano Building
Workshop
L’occasione progettuale di ridisegno di piazza Alberti, inaugurata lo scorso primo dicembre a Firenze, diventa lo spunto per
sperimentare in scala architettonica e urbana il rapporto con la storia e risolvere in maniera equilibrata la relazione con i linguaggi
presenti nel contesto.
La decisa rinuncia alla riproposizione del silos standardizzato fa’ si che al parcheggio
multipiano venga restituita la sua dignità di
architettura degna di una cura progettuale.
Da questa premessa deriva la scelta di definire spazi legati alla piacevolezza di alcuni
elementi sensoriali, quali: luci, ombre, filtri visivi, trame materiche, contrasti cromatici, incastri ed incontri volumetrici.
Il progetto della piazza fa sue le istanze
­suggerite dal contesto. Quelle immediate, visive, degli allineamenti volumetrici con i fabbricati adiacenti e i rapporti tra i vuoti e i pieni degli edifici ma anche quelle “tattili” e
materiche, eredità di una modernità fiorentina caratteristica del dopoguerra.
Una modernità che, a sua volta, deve molto
alla tradizione rinascimentale, ad esempio
nel diverso trattamento fra il basamento ed il
volume sovrastante, con un forte aggetto
basamentale per creare un deciso fascio di
ombra che avvolge il passante, nel contrasto materico fra la pietra/cotto e l’intonaco,
nella proposizione degli elementi finestra come momenti importanti nella composizione
di un prospetto, nel contrasto fra volumi orizzontali e volumi verticali a creare passaggi,
coni visivi, tagli di luce.
Infine il ritrovamento imprevisto di 3 sepolture longobarde durante gli scavi fornisce l’occasione di ricreare uno spazio per esporre i
reperti all’interno del sistema urbano che si
viene a creare.
Il 6 dicembre scorso è stato inaugurato dal
presidente del consiglio il“Vulcano Buono”: il
nuovo Centro Servizi dell’Interporto di Nola
(NA), progettato dall’architetto Renzo Piano.
All’interno del complesso, caratterizzato dalla forma di vulcano, che sembra prendere
forma da un sollevamento della crosta terrestre, trovano spazio un centro commerciale,
negozi, alberghi, ristoranti, un cinema multisala, un centro benessere, gli uffici direzionali delle attività interportuali ed un’enorme
piazza centrale.
Per ora è stato inaugurato il centro commerciale, mentre l’ultimazione definitiva dei lavori è attesa per maggio 2008.
La geometria tronco-conica dell’edificio si
ispira al Vesuvio, di cui segue le sinuose forme fronteggiandole in un gioco speculare a
scala territoriale. La bocca del cratere artificiale disegnato da Piano raggiunge l’altezza
massima di 41 metri ed un’ampiezza di 170
metri. L’imponente diametro costituisce il nucleo aperto della struttura, una grande piazza-mercato circolare il cui vuoto diventa luogo di incontro tra le persone, interpretando
le tipiche funzioni dell’antica polis greca.
Attorno alla grande piazza si articolano gli
spazi coperti della struttura conoidale all’interno dei quali si trovano le diverse funzioni.
La complessa geometria tridimensionale è
stata ottenuta intersecando tre solidi di rotazione con una serie di tagli radiali che garantiscono gli accessi al complesso e le cui
dimensioni variano a seconda della funzione
cui sono destinati: accesso pedonale, riservato alle auto o al trasporto delle merci.
Pendii erbosi che assicurano l’isolamento
termico e l’impermeabilizzazione dell’edificio
completano lo spazio centrale pianeggiante
accentuando la suggestione di un movimento naturale della superficie terrestre.
1
Piazza Alberti a Firenze.
Le forme del cemento. Leggerezza
Carmen Andriani, Gangemi Editore/Aitec,
Roma, 2006, 109 pp., ISBN 88-492-1020-5,
™ 28,00
L’architettura contemporanea ha messo in
atto un processo di progressivo e sostanziale alleggerimento delle forme; l’avanzamento
tecnologico dei materiali leggeri e la competitività dei materiali plastici sembrerebbero
aver limitato l’uso del cemento e ridotto, rispetto al Moderno di cui è stato il simbolo indiscusso, lo spettro delle sue espressioni
formali. Di fatto non è così: numerosi architetti contemporanei privilegiano l’uso sperimentale del cemento: da Z. Hadid ad A. Siza, da R. Meier, ad Herzog & de Meuron da
T. Ando, a T. Ito, si assiste a modalità sperimentali nell’uso del calcestruzzo, sia nella
configurazione degli spazi che in ricercate
finiture di superficie.
Architetture in cemento armato
Enrico Sicignano, Clean, Napoli, 2007,
220 pp., ISBN 88-8497-110-4, ™ 16,00
Questo saggio vuole essere una riflessione
critica sul sistema costruttivo cemento armato analizzandone limiti e potenzialità attraverso alcune emblematiche opere della modernità. Le opere scelte sono i luoghi della
vita, del transito, del lavoro, dei servizi, dello
sport, della cultura e del culto.
Storie di cemento. Gli architetti raccontano
Diego Lama, Clean, Napoli, 2007, 224 pp.,
ISBN 88-8497-037-4, ™ 25,00
Il ‘900 è stato un secolo difficile per l’architettura a Napoli: la guerra, l’esplosione demografica, la speculazione edilizia, l’abusivismo, il conservatorismo, i vincoli, la
mancanza di cultura, l’assenza di iniziative,
lo spreco del denaro pubblico hanno procurato un danno enorme al sistema urbano
partenopeo. In un periodo così confuso, però, c’è chi ha costruito la propria città cercando di far emergere una nuova immagine,
quella dell’architettura e delle idee. Alla base di questo libro vi è la volontà di dare voce
agli architetti che hanno pensato la città sorta negli ultimi cinquanta anni e che sono stati al centro del dibattito culturale.
∂   2008 ¥ 1/2 Inserto ampliato in italiano
Prodotti
Prodotti
Optima, Wierer
Anthologhia, Appiani
Optima, la nuova superficie ideata da
Wierer, è caratterizzata da una miscela
di cemento applicata alle tegole cementizie Tegal tramite un processo produttivo di doppia presso-estrusione che consente di creare prima il corpo della
tegola e poi la superficie senza soluzione di continuità. La maggior densità e
raffinazione del cemento nello strato superiore della tegola crea una superficie
autopulente che protegge il colore aumentando la durata del manufatto.
Anthologhia è un mosaico ceramico in
monopressocottura formato da tessere
1≈1 su foglio 30≈30 cm. Ad uno ad uno,
i punti-colore di una qualsiasi immagine
scompongono l‘idea e la ricompongono
in centinaia di tessere ceramiche. L’immagine pensata diventa opera finita all‘infinito mosaico ceramico. L’azienda
produce ceramica tecnica per l‘architettura ad alto contenuto estetico e funzionale. Il mosaico ceramico è perfetto per
disegnare pavimenti di abitazioni, hotel,
negozi, piscine, centri benessere.
Lafarge Roofing S.p.A
Via Valle Pusteria 21, Chienes
www.http://www.lafarge-roofing.it
[email protected]
Appiani
Via Pordenone 13, 31046 Oderzo
www.appiani.it
[email protected]
Nord Silence, Nord Bitumi
Maximo, Peri
Il sistema antirumore (calpestio, ecc.) è
costituito dall‘accoppiamento di un materassino di polietilene espanso a cellule
chiuse, reticolato per irradiazione (reticolazione fisica), spesso 3 mm, con una
membrana di bitume polimero elastomero (BPE), armata con velo di vetro rinforzato, additivata con agenti fonoresilienti.
L’unione di due componenti con differenti masse areiche produce un elevato
potere isolante sia dalle basse che dalle
alte frequenze.
La rapidità di getto della nuova cassaforma è data da un nuovo sistema di tiranti
di collegamento a cono. Un altro vantaggio unico del sistema è il netto miglioramento della finitura superficiale del calcestruzzo che deriva dallo studio attento
delle dimensioni degli elementi a telaio e
dalla posizione dei punti di collegamento. Indipendentemente dalle dimensioni
delle casseforme a telaio, si ottiene un
reticolo di giunti di accostamento sempre regolare e fori per il passaggio dei tiranti di collegamento sempre allineati.
Nord Bitumi S.p.A.
Via Campagnola 8, 37060 Sona
www.nordbitumi.it
[email protected]
PERI S.p.A.
via G. Pascoli 4, Basiano
www.peri.it
[email protected]
YUU 420, Ingo Maurer
Bioclima Zero30, Lecablocco
Ogni progetto è occasione per il grande
designer per creare nuovi corpi d’illuminazione e nuovi effetti di luce. Chiamato
durante la ristrutturazione globale della
struttura dell’Atomium di Bruxelles, Ingo
Maurer e il suo team hanno sviluppato
diverse nuove creazioni di luce e progettato l’illuminazione per gli interni. Una
delle creazioni di grande dimensioni è
YUU 420 realizzata in metallo a richiamo
di forme UFO ed equipaggiato con
­lampadine CDM down light.
Il nuovo blocco multi­strato brevettato
per realizzare monopa­reti anche in zona
sismica, è in grado di soddisfare i requisiti minimi del DL 311/06 che entre­ranno
in vigore dal I° gennaio 2010. Le dimensioni del manufatto – 38≈20≈25 cm – sono il risultato dell’accoppiamento con
procedimento industriale di un bloc­co
portante in calcestruzzo di argilla espansa Leca, di un pannello isolante in polistirene estruso, e di una tavella di calcestruzzo Leca.
Ingo Maurer GmbH
Consulente: Filippo Fanfani
Via Villa 20, 20057 Vedano al Lambro
[email protected]
www.ingo-maurer.com
ANPEL
Via Correggio 3 20149 Milano
www.lecablocco.it
[email protected]
StoTherm Cell, Sto
Pilastro PTC ®, Tecnostrutture
Da oltre 30 anni StoTherm Classic , il sistema con isolante in polistirolo espanso
rigido e materiali esenti da cemento, fissa gli standard qualitativi nel mercato
delle protezioni termiche integrali. Oltre
alla tipologia Classic, Mineral e Wood,
Cell rappresenta un sistema con lastra
in schiuma minerale a struttura microporosa, priva di fibre con eccellenti valori
di resistenza a trazione ed a compressione. Il composto idrorepellente garantisce una protezione dall‘umidità.
Il Pilastro PTC® assicura un‘estrema velocità di assemblaggio delle strutture.
Realizzato in calcestruzzo turbocentrifugato, prevede la riduzione della sezione
strutturale ed una maggiore fruibilità degli spazi interni. Il nodo con brevetto industriale, garantisce l’ottimale trasmissione dei carichi a livello di interpiano ed
il facile e perfetto abbinamento con tutti i
prodotti della gamma Trave Rep®. Il Pilastro PTC® può essere fornito a sezione
circolare, circolare allungata e quadrata
e con finitura pigmentata o cromata.
Sto Italia S.r.l.
Via G. Di Vittorio 1/3, 50053 Empoli (FI)
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Tecnostrutture S.r.l.
Via Meucci 26, Noventa di Piave (VE)
www.tecnostrutturesrl.it
[email protected]
5
6
Traduzioni in italiano
Pagina 4
Calcestruzzo, un materiale dai mille volti
Andreas Gabriel
Contraddittorio, in alcuni casi quasi paradossale. Come raramente un altro materiale,
il calcestruzzo palesa sulla sua superficie il
processo produttivo subito con l’impronta
della cassaforma, celando dietro se stesso
la propria composizione strutturale. Di solito,
il primo passo è creare un’esile struttura
­reticolare per ottenere in ultimo qualcosa di
massivo. Le casseforme riutilizzabili al termine dell’opera scompaiono dai cantieri;
­proprio là dove la cassaforma viene designata “a perdere”, rimane all’interno dell’architettura. Il calcestruzzo si adegua alla
­realizzazione di strutture di particolare plasticismo alla stregua della Torre Einstein di
Erich Mendelsohn (che alla fine non è stata
realizzata in calcestruzzo armato) o del
Phaeno Science Center di Zaha Hadid.
­Contemporaneamente, diversi esempi di
­costruzioni in calcestruzzo della recente
­storia dell’architettura mostrano un’espressività formale senza eguali.
Nel contributo di Cornelius Tafel emerge la
limitatezza di criteri etico-costruttivi nell’ambito delle più attuali tendenze dell’architettura. Anche i progetti di edifici presentati non
sono del tutto privi di contraddizioni. Gli archi di acciaio rivestiti di calcestruzzo progettati da Toyo Ito nella biblioteca di Tokyo non
esprimono l’esigenza di onestà costruttiva
quanto piuttosto hanno come obbiettivo
quello di ammaliare. Sebbene sia stato raggiunto un elevato grado di produzione del
calcestruzzo, si attende ancora con trepidazione il distacco della cassaforma dalla superficie. Anche la lavorazione delle superfici
di calcestruzzo in una fase successiva alla
produzione sta assumendo una certa considerazione. L’ampia risonanza ottenuta da
uno spazio semplice ma al contempo di
grande complessità come quello di Peter
Zumthor presso la cappella vicina a Wachendorf, testimonia una crescente sensibilità verso certe forme espressive. Le evoluzioni più innovative nel campo del calcestruzzo
mostrano d’altro canto un ampio potenziale
tecnico di sviluppo del materiale.
Costruire in calcestruzzo è un processo ancora “in fieri”.
Discussione
Pagina 6
L’onestà del costruire.
Un ideale senza tempo?
Cornelius Tafel
Tra gli obbiettivi fondamentali dell’architettura contemporanea, l’onestà del costruire ha
sicuramente un ruolo nella progettazione. Il
concetto di onestà si identifica con qualcosa
di molto di più di esatta realizzazione co-
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 1/2   ∂
struttiva; è riconoscibilità, leggibilità della
costruzione come elemento della forma o
fattore caratterizzante la forma stessa. Questa considerazione non assume valore solo
in progetti architettonici di particolare rilievo
tecnico o statico.
Nella teorizzazione de “i cinque punti di una
nuova architettura”, Le Corbusier deve l’apoteosi della propria architettura a quel fertile
legame, ricorrente in ogni sua realizzazione,
tra principi costruttivi e relative soluzioni formali e spaziali.
Nella ville Savoye (1929), il concetto si sviluppa in maniera esemplare: il basamento
arretrato che lascia libera la successione di
pilastri esterni; il volume del piano superiore
con le finestre a nastro che palesano il carattere non strutturale del volume; le leggere
membrane della copertura: ad ogni livello, si
percepisce il riferimento del principio costruttivo a determinati elementi formali.
L’onestà accanto alla funzionalità è l’obbiettivo etico per eccellenza della moderna teoria dell’architettura al punto da rivendicare,
come sembrava almeno fino a poco tempo
fa, una validità senza tempo.
base della sua validità costruttiva. L’ampio
influsso delle tesi di Laugier si spinge ben
oltre i confini di un mondo professionale
conquistando un posto anche nel “Viaggio
in Italia” di Goethe: l’autore critica il maestro
del Rinascimento Palladio tanto conclamato
da Laugier per la disposizione di colonne
davanti ad una parete portante; Goethe ritiene che questa sia una contraddizione strutturale dato che la parete assume già funzione portante mentre i pilastri sono elemento
formale e ritmico.
Alcuni decenni più tardi, in un testo radicale
per l’epoca Karl Friedrich Schinkel scrive:
“L’architetura è costruzione. Tutto nell’architettura deve essere vero, ogni tentativo di
mascherare, nascondere la struttura è un
­errore”.
Almeno nelle teorie, la frase “l’architettura è
struttura” anticipa la posizione dell’architettura classica contemporanea. Lo sviluppo
dell’architettura non contribuisce, però, in
modo diretto ad un’architettura che dà priorità all’aspetto costruttivo.
Influenzati dal Romanticismo, con la rinascita del Gotico inizia uno sviluppo che, nel
corso del XIX secolo, sfrutta l’intera storia
della costruzione come archivio per la decorazione costruttiva.
Al Gotico vengono attribuite soprattutto
­quelle qualità che avevano affascinato la letteratura romantica: il mistero, il mistico, la
concezione chiusa del mondo cristiano. Solo
pochi caldeggiano la logica costruttiva dell’architettura. A questi appartiene l’architetto
e teorico francese Eugène Viollet-le-Duc: in
“Entretiens sur l’architecture” (1863 –72), fa il
tentativo, per altro senza successo, di sviluppare l’architettura gotica in uno stile
­moderno integrando nuove tecnologie costruttive.
Il postulato dell’a-temporalità
Il decoro, “vestito”dell’architettura
Passando in rassegna la storia dell’architettura non troviamo riscontro del postulato di
a-temporalità: emerge che tutte le culture
raggiungono un completo sviluppo dell’aspetto strutturale delle costruzioni solo tramite un lungo percorso di sperimentazione.
Vitruvio e gli autori a seguire hanno fornito
indicazioni e disposizioni del ben costruire
ma non si sono spinti mai ad esporre una
teoria dell’architettura che proponga la struttura quale tema d’arte. Un’architettura che
pone l’accento nel senso più moderno del
termine sulla struttura portante richiede un
atteggiamento per cui gli elementi costruttivi
sono tali solo in quanto privi di qualsiasi veicolo semantico in un sistema di disegno
simbolico. In altri termini, un pilastro porta e
basta e non è al contempo assoggettato ad
un linguaggio formale tramandato.
Teorie di architettura
Nel 1753 l’Abate Marc-Antoine Laugier indaga la retorica dell’architettura classica sulla
Spesso si è scritto che nel XIX secolo in parallelo ad una tendenza eclettica sempre più
dilagante dello stile architettonico, l’architettura apre la strada ad una corrente che enfatizza l’aspetto strutturale. Il fatto che la
struttura è punto di partenza della progettazione formale, come sosteneva Schinkel,
non solo viene più volte ignorato, ma non rimane nemmeno inconfutato: Gottfried Semper, l’architetto più rappresentativo del Neorinascimento e uno dei più rilevanti teorici
dell’epoca, non porta l’architettura ad uno
sviluppo strutturale-costruttivo ma la indirizza verso una delle tendenze più tradizionali
da lui postulate: la teoria del “Bauschmuck”,
del “vestito”.
Alla fine del XIX secolo, H.P.Berlage, uno
dei pionieri di una nuova corrente d’architettura e progettista della Borsa di Amsterdam
(1896 –1903), nonostante la stima per Semper, condanna l’intera architettura stilistica
che viene apertamente dichiarate “menzognera”. Come altri pionieri dell’architettura
∂   2008 ¥ 1/2 Inserto ampliato in italiano
moderna anche per Berlage, l’esigenza di
onestà nel costruire non rappresenta soltanto una prospettiva positiva sulla nuova architettura ma soprattutto un freno alle realizzazioni dello storicismo architettonico.
Un’idea di spazio orientata all’ornamento
Con il Moderno scompare dall’architettura il
concetto di “Bauschmuck” creato da Semper, l’ornamento tanto caldeggiato da Adolf
Loos. Contemporaneamente emergono due
esigenze di base: la funzionalità e l’onestà
del costruire. Lavorare con la struttura
­possiede molteplici forme espressive: da artigianale a tecnicista, da elegante ad
espressiva. In diversi lavori di Mies van der
Rohe, la struttura viene mostrata nuda e cruda. Nell’Illinois Institute of Technology (IIT) a
Chicago (dal 1940) non si mettono in mostra
i pilastri d’angolo di acciaio con rivestimento
ignifugo, ma una lamiera di acciaio che corrisponde a questi pilastri.
Traduzioni in italiano
Smithson nel 1950 –54 ne è un esempio, a
fronte dello scenario della Seconda Guerra
mondiale, rappresenta tra l’altro il tentativo
di costruire con tecnologie semplici, ma
contemporaneamente propone un’estetica
grezza, una sorta di “Arte Povera” dell’architettura.
A partire dagli anni ’60, l’architettura high tech esprime l’apice e un temporaneo epilogo
dello sviluppo del progetto strutturale moderno, che viene messo in mostra enfatizzando scenograficamente la costruzione.
La storia dell’architettura moderna conosce
anche evidenti trasgressioni del principio di
onestà costruttiva. Basti pensare al caso
della torre Einstein simile ad una forma modellata in fusione realizzata tra il 1919 e il
1921 su progetto di Erich Mendelsohn (che
fu in parte realizzata in mattoni) o la parete
finestrata in apparenza massiva della Cappella di Ronchamp di Le Corbusier (1950–
1954) che nasconde una struttura in acciaio.
Impressioni poetiche
Rappresentazione della struttura
Una sorta di “traduzione” dell’architettura
provoca gli interpreti più radicali del concetto di onestà costruttiva ad una rappresentazione completamente deturpata della struttura e della tecnologia costruttiva. Il così
detto Brutalismo di cui la Scuola Elementare
di Hunstanton realizzata da Alison & Peter
All’inizio degli anni ’80 si instaura una nuova
relazione con i principi costruttivi. Parte dell’opera di Jean Nouvel esemplifica i nuovi
sviluppi: tra il 1981 e il 1987 viene realizzato
a Parigi l’Institut du Monde Arabe. L’idea di
facciata che affiora a partire dal concetto di
destinazione d’uso e che richiama l’ornamentalismo di tradizione musulmana, tecnicamente è ben giustificata dalla funzionalità
degli elementi di facciata che fungono da
lenti che si aprono e si chiudono regolando
l’ingresso di luce naturale. Sebbene a suo
modo l’Institut du Monde Arabe sia un edificio high tech, l’impressione che ne risulta è
molto poetica e povera di associazioni con
la tecnologia a differenza del Centro George
Pompidou realizzato dieci anni prima e a distanza di pochi chilometri.
Alcuni anni dopo (1989) viene realizzato
sempre su progetto di Nouvel l’Hotel Rive a
Bordeaux: le superfici esterne sia che si tratti di finestre, pareti o muri, vengono completamente ricoperte da una struttura reticolare
a pannelli riconoscibile sono nel momento in
cui alcuni elementi vengono aperti oppure
7
quando l’illuminazione interna sopravviene
sulla luce naturale. In questo caso, Nouvel è
un precursore di tutte le soluzioni di facciata
nel frattempo sviluppatesi a migliaia che non
mostrano ma rivestono l’edificio creando un
gioco di strutture, superfici ed effetti di stratificazione dello spazio interno retrostante.
Nel progetto della Sala concerti di Lucerna
(1990 –98) di Nouvel la pensilina di ampio
aggetto, una sorta di loggia urbana sul lago,
sembra un corpo privo di dimensione, come
una pellicola di metallo fluttuante e immobile. La struttura portante che si rivela all’intradosso della pensilina è riconoscibile anche
da lontano.
La pensilina di Mies van der Rohe della
Crown Hall dell’IIT di Chicago (1950 –56) è
sospesa da poderose travi non visibili all’interno ma che esternamente caratterizzano
fortemente l’immagine dell’edificio. Nel progetto si legge chiaramente come vengono
deviati i carichi sui pilastri.
In questo caso, Jean Nouvel, contrariamente
a Mies è più interessato all’effetto quasi
­surreale e illusionistico della struttura. Gli
esempi tratti dall’opera di Nouvel, dove
­presumibilmente il principio di onestà della
costruzione non ha alcun ruolo, mostrano
che non si tratta di ripudiare un principio
­riconosciuto, ma piuttosto di abolire completamente questo principio costruttivo a favore di tutt’altre qualità come: l’immaginazione,
la variabilità, la stratificazione, il gioco tra
percezione e abitudine a vedere, la sensualità.
Questo percorso non è privilegio di Nouvel
ma trova sviluppi simili anche in altri studi di
architettura: a partire dagli anni ’80 Herzog
& de Meuron sperimentano facciate con sovrapposti involucri, iridescenti, stampati e illuminati. Uno dei primi lavori che ben interpretano la tendenza è la ristrutturazione del
SUVA Haus a Basilea (1992–93), seguito
dalla casa nella Schützenmattenstrasse
sempre a Basilea, i Fünf Höfe a Monaco di
Baviera fino al Prada Epicenter di Tokyo e
all’IKMZ a Cottbus.
Emerge di conseguenza una nuova grammatica della realizzazione costruttiva e in
8
Traduzioni in italiano
particolare della realizzazione del fronte, un
linguaggio che attualmente sta occupando
molto spazio nel dibattito tra gli specialisti e
sui media.
Validità del principio costruttivo?
Con l’esposizione “Modern Architecture: International Exhibition” del 1932 a New York e
con la pubblicazione nel 1941, sempre a
New York, del libro di Sigfried Giedion “Time, Space and Architecture”, l’Avanguardia
inizia a trasmettere l’immagine di un’architettura libera di condizionamenti storici e l’immagine di un “edificio nuovo” di universale
valenza basato su valori senza tempo: funzionalità e onestà costruttiva. In tutti gli sviluppi successivi dell’architettura moderna e
anche in tempo di crisi o di reazioni nostalgiche lo storicismo non entra più nel dibattito
del Movimento Moderno. Nel frattempo, la
validità assoluta del principio costruttivo va
relativizzandosi.
Cornelius Tafel è nato a Monaco di Baviera
nel 1963 e si è diplomato presso il Politecnico di Vienna nel 1986. Dal 1996 lavora come
libero professionista e presso l’Università FH
di Monaco di Baviera. Attualmente sta preparando pubblicazioni sugli edifici con
scheletro di legno e guide d’architettura in
Germania.
Documentazioni
Pagina 30
Padiglione multimedia a Jinhua
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 1/2   ∂
richiamo; prima e dopo le proiezioni, la facciata di vetro aperta offre una prospettiva all’interno del padiglione sfumando lo spazio
interno con il paesaggio.
Il piano di copertura mette a disposizione
gradonate per un cinema all’aperto e invita
all’intrattenimento. L’interno è definito da
due coni di proiezione composti da una successione di venti telai con sezione trasversale variabile da asse ad asse che insieme formano un paesaggio scalare che integra superficie, struttura e programma in un’unica
costruzione. La superficie dello spazio interno senza soluzione di continuità si trasforma
in uno scenario ad aree differenziate. La sala è spazio polivalente con funzione multimediale ma anche ambiente di incontro e di
relax nel cuore del parco, un luogo dove lo
spazio fisico si sovrappone allo spazio virtuale.
1
2
3
4
5
6
7
8
Mosaico
lamiera di acciaio inox
spazzolato 18/18 mm
sottile strato di collante
c.a. 300 mm
legno squadrato 60/20 mm
pannello di compensato 8 mm
tavole di bambù
rivestite con trasparente 12 mm
Profilo di acciaio inox
Í20/10 mm
Calcestruzzo faccia a vista bianco
Tubolare di acciaio ¡ 80/60 mm
Porta realizzata
in vetro stratificato float 8 mm
+ vetro acrilico opaco 6 mm
Copertura corpo illuminante
vetro acrilico opaco 6 mm
Altoparlanti
Schermo piatto tattile
Sezione
Pianta
scala 1:200
Sezione particolareggiata
scala 1:20
Pagina 32
Casa a Zurigo
Il padiglione multimedia è parte integrante
del Jinhua Architecture Parks curato dall’artista e architetto Ai Weiwei e da Herzog & de
Meuron. Il Parco amplia il New District di
­Jindong lungo il fiume Yiwu allungandosi su
un lembo di terra di 80 metri di larghezza
per circa due chilometri. Undici architetti internazionali e sei cinesi hanno progettato
sulla base di un masterplan di Ai Weiwei alcune “follies” con programmi differenziati
(Detail 5/2007, Pag.458ss).
Il padiglione, sala di proiezione cinematografica, si apre con la facciata principale
verso il parco e funge sia da ingresso che
da superficie di proiezione per lo spazio interno. Durante le proiezioni, l’immagine che
si rispecchia dall’esterno funge da punto di
L’edificio costruito su una sottile striscia di
pendio sul colle di Zurigo, è stato demolito e
sostituito da una casa unifamiliare. Secondo
le verifiche realizzate sulla base dei regolamenti edilizi, la superficie costruibile viene ridotta ad un piccolo comparto di dimensione
quadrata prossimo alla strada. In base a
queste indicazioni, gli architetti sviluppano
un corpo di fabbrica distribuito su quattro li-
velli alquanto compatto dal carattere scultoreo.
Come in un’opera scultorea, l’architetto taglia il volume cubico a creare diversi spazi
aperti ben proporzionati adibiti a diverse
funzioni: parcheggio coperto, terrazza, ingresso coperto o dehors con sedute. Il carattere scultoreo dell’edificio viene sottolineato da quello massivo dell’involucro
esterno realizzato in calcestruzzo in opera,
pigmentato grigio scuro interrotto solo da rare aperture. La superficie cangiante alla luce
attira in particolar modo lo sguardo: la texture raffinata e vellutata lavorata con spatola e
a martello contrasta con le campiture lisce
dei volumi scavati ad enfatizzare l’aspetto di
volume intagliato.
Planimetria generale
scala 1:4000
Piante
Sezioni
scala 1:400
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
Deposito
Galleria, spazio giochi
Camera
Galleria, studio
Camera da letto
Bagno
Ripostiglio
Lavanderia
Sala camino
Studio
Soggiorno
Terrazza
Ingresso
Cucina
Pranzo
Garage
Sezione
scala 1:20
1 Impermeabilizzazione perimetrale
della copertura realizzata con
guaina sintetica liquida
2 Parapetto di vetro stratificato 8+8 mm
3 Copertura a terrazza:
rivestimento in legno di bangkirai 90/25 mm
correnti 60/40 mm
elementi di compensazione di plastica
materassino fonoassorbente
in trucioli di gomma 10 mm
impermeabilizzazione per coperture piane
in guaina bituminosa a due strati
isolamento sottovuoto 20 mm
strato intermedio in XPS 20 mm
barriera al vapore bituminosa
solaio di calcestruzzo 240 mm
estradosso in pendenza
pannelli minerali di supporto
fonoassorbenti 30 mm
rivestimento minerale 10 mm
4 Copertura:
ghiaia 50 mm
isolante termico XPS 140 mm
impermeabilizzazione fluida
solaio in c.a. 240 mm
estradosso in pendenza
pannello minerale di supporto fonoassorbente
30 mm
rivestimento minerale 10 mm
5 Pavimento:
parquet di rovere 20 mm
massetto radiante 70 mm
materassino fonoassorbente
rivestito di alluminio 20 mm
isolante termico EPS 20 mm
∂   2008 ¥ 1/2 Inserto ampliato in italiano
6
7
8
9
10
solaio c.a. 240 mm
pannello minerale fonoassorbente di supporto
30 mm
rivestimento minerale 10 mm
Infisso alzante scorrevole
Canale di drenaggio in acciaio inox
Infisso in legno di rovere con
profilo di copertura in bronzo
vetrata isolante
float 8 mm + intercapedine 16 +
float 8 mm, U=1,1 W/m2K
Protezione solare tessile
Facciata:
Parete in calcestruzzo
gettato in opera 250 mm
malta di cemento con graniglia
di ghiaia e 3% di pigmento nero
superficie sgrossata a mano
isolamento termico
in schiuma di vetro incollata
a tutta superficie 160 mm
rivestimento interno in pannelli di gesso 80 mm
intonaco fine di gesso 3 mm
Pagina 36
Casa in Val de Bianya
Tra cime e querceti, in un’area a nord della
Catalogna, immersa nell’orografia naturale,
si colloca una casa raggiungibile da una
stretta strada carrabile. Una parte del tetto è
orientato verso il terreno degradante. Il resto
dell’edificio sembra sfumare nell’intorno, il
paesaggio di tetti è frastagliato come il contesto, le pareti si integrano senza cesure nel
terreno collinoso. L’accesso avviene attraverso una rampa che articola il corpo di fabbrica in due volumi di diversa funzionalità: il
volume maggiore contiene uno spazio di
soggiorno, un piccolo garage e un’area tecnica. L’ingresso è un elemento indipendente. Lo spazio all’aperto lasciato tra i due volumi dell’edificio intrattiene un dialogo con la
natura continuando e modellando la relazione tra spazio esterno e struttura edilizia. Anche all’interno dell’edificio, il paesaggio circostante ricorda la sua presenza integrato
da un cortile interno e attraverso aperture di
taglio preciso. Non solo tra interno-esterno
ma anche tra i diversi spazi, la comunicazione è data da una grande apertura che favorisce la diffusione della luce ad ogni angolatura.
Planimetria generale
Scala 1:2000
Sezioni
Pianta
Scala 1:400
Traduzioni in italiano
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Ingresso
Ufficio
Cucina
Anticamera
Toilette
Soggiorno
Pranzo
Camera
Bagno
Camera da letto
Garage
Studio
9
isolante termico
in polistirolo estruso 50 mm
rivestimento interno in muratura di laterizio 70 mm
intonaco di gesso 15 mm
Pagina 40
Edificio residenziale e commerciale a
­Baden
Sezione verticale
Sezione orizzontale porta
Sezione verticale copertura
scala 1:20
1 Strato di ghiaia 200 mm
guaina impermeabilizzante
isolante termico
polistirolo estruso 50 mm
massetto in pendenza 45 mm
materassino in EPDM
elemento orizzontale in laterizio 50 mm
sistema di supporto
in muratura di laterizio
intercapedine d’aria
tubazioni impianto di condizionamento
isolamento termico in polistirolo estruso 50 mm
c.a. 200 mm
2 Approvvigionamento aria fresca
impianto di condizionamento
3 Parquet in legno di sucupira 22 mm
autolivellante 15 mm
massetto cementizio con
riscaldamento a pavimento 60 mm
strato di separazione
materassino fonoassorbente 30 mm
sistema di ventilazione e drenaggio nel getto di
calcestruzzo 300 mm con elementi prefabbricati
in plastica
strato di magrone 150 mm
4 Porte in lamiera di alluminio
nera anodizzata 5 mm
con isolante termico
in schiuma rigida 40 mm
5 Irrigidimento verticale:
profilo di alluminio | 50x50 mm
6 Profilo di acciaio HEB 120 mm
7 Canale di raccolta delle
acque meteoriche in lamiera
di acciaio inossidabile 2 mm
8 Profilo di acciaio inossidabile ‰ 35x35 mm
9 Vetrata isolante:
vetro di sicurezza 8 + intercapedine 10 +
stratificato di sicurezza 8 mm
10 Strato di ghiaia 200 mm
guaina impermeabilizzante
isolante termico in polistirolo estruso 50 mm
massetto in pendenza 45 mm
materassino in EPDM
c.a. 160 mm
11 Vetrata isolante su
strato di neoprene
stratificato di sicurezza 6 + intercapedine 6 +
stratificato di sicurezza 6 mm
12 Parquet in legno di sucupira 22 mm
massetto 50 mm
strato di separazione
materassino fonoassorbente 25 mm
c.a. 160 mm
13 Avvolgibile, protezione solare tessile
14 Coperchio con fessure del canale di aerazione in
MDF laccato 20 mm
15 Canale di aerazione per raffrescamento della
­vetrata
16 Telaio in profili ∑ di acciaio 100 ≈ 100 mm
17 Vetrata isolante
stratificato di sicurezza 12 +
intercapedine 10 + stratificato di sicurezza 8 mm
18 Lamiera di copertura in alluminio traforato 1 mm
19 C.a. 300 mm
L’edificio di forte impatto cristallino si eleva
in corrispondenza di un incrocio ad alta percorribilità là dove il tessuto delle espansioni
urbane si fonde con quello dell’antico centro
di Baden. Il volume reagisce all’eterogeneità
dell’intorno con la forma: tagli ed aggetti in
facciata pongono l’accento sull’immagine
colma di corporeità.
In corrispondenza dell’aggetto più importante si colloca l’ingresso a connessione del
cortile interno e degli spazi commerciali. Nei
due piani superiori, 14 duplex si dispongono
intorno ad una terrazza interna sulla copertura. Una struttura in calcestruzzo armato
precompresso di 30 – 40 cm di spessore
crea la colonna vertebrale dell’edificio. Le
lastre in calcestruzzo a grande dimensione
vanno a rivestire diversi piani e hanno funzione di distribuire i carichi verticali al piano
inferiore permettendo l’aggetto dei livelli. Un
involucro di vetro a doppia pelle trasforma il
corpo di fabbrica conferendo impatto scultoreo. Nell’intercapedine di facciata leggeri
tendaggi policromi assumono la funzione di
protezione solare.
Piante
Sezioni
Scala 1:1000
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
Cortile interno
Spazi commerciali
Ingresso sud
Ingresso nord
Direzione cancelleria
Segreteria
Sala riunione
Attesa
Area dibattimentale
Sala udienze
Stanza avvocati
Giudice
Cancelliere
Praticanti
Alloggio duplex
Sezione particolareggiata
Scala 1:20
1 Pannello di MDF nero 19 mm
2 Pilastro di acciaio ¡ 150/150 mm
3 Lamiera traforata di alluminio
10
Traduzioni in italiano
laccata a fuoco 1,5 mm
4 Ante di aerazione in pannello di legno 80 mm
5 Vetrata isolante:
6 + intercapedine 20 + 6 mm
6 Vetrata in stratificato di sicurezza 8+8 mm
7 Protezione solare tessile
motorizzata
8 Scossalina in lamiera di alluminio 1,5 mm
9 Pannello di compensato stratificato a tre fogli
40 mm
10 Substrato minerale 70 mm, foglio filtrante
strato drenante
strato di separazione
barriera impermeabile antiradice
due strati 10 mm, isolante 200 mm, barriera al vapore 5 mm
primer, calcestruzzo in pendenza 220–300 mm
11 Canale con guaina impermeabilizzante
12 Elemento prefabbricato di calcestruzzo 150 mm
13 Parquet 10 mm, massetto 45 mm
isolante 60 mm
c.a. 300 mm
soffitto acustico
14 Elemento in calcestruzzo prefabbricato 150 –
170 mm
15 Aria di smaltimento ventilazione forzata con avvolgibile oscurante opzionale
16 Isolante termico in schiuma rigida estrusa
100 mm
17 Giunto strutturale coibentato
18 Divisorio in cartongesso 125–150 mm
19 Pilastri di acciaio ¡ 160/80 mm
20 Lamiera di alluminio piegata 1,5 mm
21 Lamiera riflettente di alluminio 1,5 mm
22 Sistema di illuminazione RGB
23 Plexiglas colorato in pasta bianca 5 mm
Pagina 45
Tipografia e media house ad Augusta
Il monolite si eleva imponendosi gradevolmente tra i capannoni di un’area industriale.
Nell’edificio razionale e pragmatico ma di
forma inconfondibile al piano terra si distribuiscono la produzione e una caffetteria oltre a superfici ad ufficio e un appartamento
per l’amministratore delegato al piano superiore. Il budget e il timing definito per la realizzazione hanno influito sulla scelta di un sistema di facciata con elementi sandwich
prefabbricati antracite colorati in pasta. In
relazione ai requisiti funzionali dello spazio
interno, tra gli elementi di facciata sospesi si
distinguono tre differenti moduli con possibilità di combinazione. Gli angoli arrotondati
costituiscono un ulteriore tipo standardizzato. Aperture di finestre arrotondate ed elementi di protezione solare nei toni del rosso
e dell’arancio conferiscono peculiarità ed
espressività alla facciata composta di vuoti
e pieni. Un volume in aggetto esce dal piano
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 1/2   ∂
terra fino al foyer distribuito su due livelli.
Elementi di arredo fissi colorati e porte fino a
soffitto eludono l’effetto del solaio rosso in
elementi di calcestruzzo e i cavi dell’impiantistica a vista. Il banco reception color melanzana collocato all’ingresso riprende il tema delle finestre arrotondate.
Pagina 49
Edificio produttivo e amministrativo a
­Friburgo
Piante
Sezioni
scala 1:500
1 Ghiaia 16/32 50 mm
impermeabilizzazione 1,8 mm
strato di separazione
isolante in schiuma rigida 160 mm
barriera al vapore pellicola PE 0,2 mm
c.a. 300 mm
2 Pannello in pendenza 24 mm
3 Lamiera composita grigio scuro 1,5 mm
4 Sistema composito isolante 100 mm
intonaco liscio granulometria 2 mm
5 Porta scorrevole
vetrata isolante 6 + intercapedine 16+6 mm
6 C.a. 80 mm
isolamento perimetrale 20 mm
7 Parquet 25 mm
massetto 60 mm
materassino fonoassorbente 22 mm
strato di compensazione isolante 60 mm
c.a. 300 mm cls. a vista
8 Tavole di legno in Douglas 80/30 mm
legno squadrato in Douglas 60/80 mm
quadrotti in calcestruzzo
400/400/40 mm
materassino protettivo di gomma 10 mm
strato di separazione
impermeabilizzazione 1,8 mm
strato di separazione
isolante 100 mm
barriera al vapore
pellicola PE 0,2 mm
c.a. 300 mm
9 Lamiera di alluminio
verniciato a polvere 2 mm
10 Tensore in acciaio inox 8 mm
11 Pannello sandwich prefabbricato in
calcestruzzo:
lastra esterna antracite colorata in pasta 100 mm
isolante 100 mm
lastra portante 200 mm
12 Tenda motorizzata in tessuto
13 Vetro isolante 4 + intercapedine 16
+ 4 mm
14 Parquet di betulla 25 mm
massetto 60 mm
isolante 40+60 mm
guaina impermeabilizzante bituminosa
c.a. 120 mm
ghiaia 150 mm
15 Isolante perimetrale 50 mm
Sezione particolareggiata
scala 1:20
Sezione particolareggiata
scala 1:20
1
2
3
4
5
Pannello sandwich prefabbricato in cls.
lastra portante con lato interno lisciato a macchina
200 mm
isolante 100 mm
lastr di rivestimento in calcestruzzo a vista colorato
in pasta antracite 100 mm
fissata alla lastra portante con ancoraggi in acciaio inox
Vetro isolante 4 mm + intercapedine 16 mm +
4 mm
Elemento prefabbricato in cls. a vista 195/100 mm
Scuretto 15 mm
Tenda verticale in tessile, elettrica
La tipologia di edificio realizzato per un
­produttore di generatori nel settore industriale prevede solitamente una divisione netta
fra produzione e amministrazione. In questo
intervento, invece, gli uffici e i laboratori per
la ricerca e lo sviluppo sono stati disposti
­direttamente verso il capannone della produzione per garantire percorsi più brevi.
L’inserzione di due terrazze sulla copertura
risolve il volume del piano superiore in tre
stecche di uffici. Camini di luce naturale sono stati predisposti per far confluire la luce
diurna nell’area di produzione assolvendo
tra l’altro alla funzione di apertura per l’estrazione di fumi in caso di incendio. I presupposti progettuali per la scelta della struttura
e dei materiali sono stati la linearità e la funzionalità. I progettisti hanno selezionato elementi prefabbricati in calcestruzzo, al fine di
garantire un’elevata prefabbricazione e di
conseguenza una consistente contrazione
dei tempi di realizzazione. Gli elementi in
calcestruzzo prefabbricati sono stati impiegati sia per la realizzazione della struttura
che per la facciata.
Nel capannone della produzione, i pilastri, le
travi e le piastre solaio sono elementi portanti a vista che scandiscono lo spazio conservando con spigoli vivi una geometria lineare.
Nelle piastre prefabbricate del solaio sono
stati predisposti pannelli in lana di legno leggeri per garantire un certo grado di fonoassorbenza.
Sia all’interno che all’esterno, le superfici
in calcestruzzo sono state realizzate con
le tecnologie più semplici. Le lastre prefabbricate sospese davanti alla facciata sono
state gettate in calcestruzzo autocompattante, successivamente pigmentate in grigio
scuro. In corrispondenza del basamento,
la superficie ha una texture ottenuta
­anteponendo alle casseforme una superficie di acciaio inossidabile lavorata. Le
­pareti in calcestruzzo gettato in opera
­vengono impiegate solo dove necessarie
­alla struttura del fabbricato, ad esempio
in corrispondenza dell’estensione del corpo
scala. Al sistema di casseforme impiegato,
i progettisti sovrappongono tavole per il
­getto i cui spigoli smussati lasciano a
vista le fughe sulle superfici di calcestruzzo.
La trama della doppia casseratura è
­sfalsata.
∂   2008 ¥ 1/2 Inserto ampliato in italiano
Traduzioni in italiano
Planimetria generale
Scala 1:10.000
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
Ingresso principale
Reception
Direzione impianto
Area break
Produzione
Meccanica
Attivazione impianto
Centrale controllo
Centrale ventilazione
Consegne/spedizioni
CNC
Ingresso dipendenti
Sviluppo
Formazione
Ufficio
Vendite
Laboratorio
Tecnica
Elettronica
Service
Mensa
arriera al vapore bituminosa elastomerica con
b
­fasce di alluminio
solaio alleggerito
in ca. precompresso 320 mm
controsoffitto:
elementi in lamellare di abete
con strato fonoassorbente 62,5 mm
3
4
5
6
7
Elemento in compensato 65 mm abete bianco
Finestra di alluminio con vetrata a controllo solare
float 6 mm + intercapedine 16 mm + float 6 mm
con protezione antiabbagliamento interno
Telaio finestra in lamiera di alluminio a spigoli vivi
rivestita 10 mm
Facciata:
elemento edilizio in cls. prefabbricato 100 mm
­pigmentato grigio scuro, superficie generata da
matrice
intercapedine 30 mm
lana minerale 60 mm
elemento portante in calcestruzzo gettato in opera
230 mm
Solaio:
rivestimento in resina epossidica
massetto 50 mm
materassino fonoassorbente 10 mm
pannello solaio 240 mm
soffitto sospeso:
elemento in compensato di legno di abete con
strato fonoassorbente
Pavimento:
pavimento galleggiante
rivestimento in rovere affumicato 350 mm
pannello solaio in cls. armato 200 mm
pellicola di PE
isolante perimetrale 60 mm
sabbia 20–30 mm
strato di separazione 50 mm
strato portante antigelivo in miscela di minerali
260 mm
Riscaldamento/raffrescamento a pavimento
Sezione verticale
Sezione orizzontale
scala 1:20
Sezione scala 1:20
1
2
3
4
5
amelle in vetro isolante con intercapedine in caL
pillari per la riflessione luminosa
Ug= 1,8 W/m2K
Trave IPE 140 in acciaio
Pannelo di alluminio anodizzato 5 mm
ventilazione 35 mm
isolante termico 100 mm
cls. in opera 250 mm
Elementi piani radianti 43 mm
Copertura:
ghiaia 50 mm, doppia guaina in bitume elastomerico rivestita di scaglie
isolante termico in schiuma rigida di polistirolo
80–330 mm
in pendenza
4
5
6
Pagina 55
Edificio universitario a Parigi
7
superficie verso l’atrio:
colore naturale e liscia
superficie verso la galleria:
rivestimento colorato
Rivestimento in resina epossidica colorata in pasta
c.a. 200 mm
Corpi illuminanti sospesi
Inserto filettato in acciaio per il trasporto, stuccato
dopo il montaggio
Nicchia sul perimetro riempita dopo il montaggio
con malta
Sigillante per fughe nero
Sezioni
scala 1:750
Sezione particolareggiata
scala 1:20
Prospetto elemento prefabbricato
scala 1:100
Sezione facciata
scala 1:20
Sezioni
Piante
Scala 1:1000
1
2
3
11
Il nuovo edificio del Campus Jussieu adiacente al centro storico di Parigi integra gli
edifici universitari progettati sulla base di
una rigida maglia ortogonale negli anni ’60
per 45.000 studenti e ricercatori. Gli architetti riprendono il tessuto inserendosi nel sistema preesistente, ma apportando al contempo una variazione. Non più un unico cortile
ma due corti per il nuovo fabbricato di cui
uno con copertura in cuscini di ETFE a creare un atrio di confluenza per tutti i percorsi e
uno spazio di verticalità nell’edificio. Dalla
strada, dal livello di ingresso si accede al
padiglione tramite una rampa piegata più
volte su sé stessa e al livello sopraelevato
dell’edificio universitario esistente. Al di sopra di un intreccio di scale mobili e passerelle aeree, l’atrio al piano superiore può essere attraversato e consentire tragitti più
brevi sul percorso anulare.
Una colorazione monocromatica di contrasto abbinata alle diverse aree funzionali
semplifica l’orientamento. Elementi prefabbricati di calcestruzzo in grande formato come parapetti lungo la scala e passerelle aeree anulari caratterizzano l’effetto dello
spazio instaurando una relazione dialettica
tra la massività e la fragilità del primo edificio con la leggerezza del rivestimento di
facciata. Il motivo riportato a traforo su pannelli di alluminio filtra la luce naturale e conferisce profondità e mutevolezza al fronte architettonico.
Planimetria generale
scala 1:7500
Piante
scala 1:1500
1
2
3
Edificio esistente
Cortile
Atrio
1
2
Spigolo smussato 5/5 mm
Elemento prefabbricato
in c.a. B40 120 mm
gettato in cassaforma di acciaio
1 Rivestimento in caucciù 2 mm
solaio in cls. armato 330 mm
2 Griglia di acciaio
zincata 30/30/2 mm
3 Mensola in tubolare di acciaio
| 80/80/3 mm
4 Lamiera di alluminio 2 mm
5 Guida tendaggio
in profilo di acciaio zincato
6 Montanti in profilo di acciaio
‰ 60/50/4 mm
7 Elemento facciata
1800 –1000 x 1200 mm
lamiera di alluminio
traforata 3 mm
8 Aperture di emergenza
infisso di alluminio
con vetrata isolante
9 Corrimano
profilo di acciaio
| 40/40/2 mm
10 Fune di acciaio inox Ø 4 mm
11 Profilo parapetto in lamiera di acciaio piegato
3 mm
12 Protezione solare esterna
Pagina 60
Biblioteca universitaria presso Tokyo
Toyo Ito sperimenta con piacere tecnologie
costruttive non tradizionali per edifici come
le strutture ad albero discontinue della Mediateca di Sendai o la facciata generata da
logaritmi del padiglione della Serpentine
Gallery. La nuova biblioteca sorge sul Campus della Scuola superiore d’Arte ai margini
di Tokyo. La trama all’apparenza irregolare
di archi astratti lascia penetrare lo sguardo
nell’edificio e spaziare verso l’intorno. L’atmosfera richiama vagamente la progettazione ipogea dell’edificio. La struttura composi-
12
Traduzioni in italiano
ta con nocciolo di archi d’acciaio consente
una snellezza della successione di archi
spessi solo 20 cm. Il piano terra si adatta alla
leggera salita del terreno. Un passaggio semiprivato con foyer e un teatro temporaneo
dovrebbero fungere da luogo di attrazione
per gli studenti e i collaboratori di diversi istituti e dipartimenti. La biblioteca diventa un
luogo d’incontro. Lunghi tavoli si snodano offrendo i più recenti quotidiani mentre da qui
sono ben in vista dietro pareti di vetro ad arco le postazioni media che invitano i visitatori
del foyer a fermarsi e intrattenersi.
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 1/2   ∂
8 Pavimento galleggiante
lastra isolante
solaio alleggerito in c.a. 250–400 mm
9 Strato di calcestruzzo
con aggregati 100 mm
10 Intercapedine per disaccoppiamento sismico
11 Ammortizzatore sismico
Pagina 66
Istituto di Biotecnologia a Torino
Planimetria generale, scala 1:7500
Sezione facciata della sala convegni
Scala 1:20
1
2
Planimetria generale
Scala 1:4000
Piante
Scala 1:1000
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
Ingresso
Caffè
Foyer
Teatro temporaneo
Ingresso biblioteca
Banco informazioni
Quotidiani
Postazioni multimedia
Cabina per media audiovisivi
Lounge
Uffici amministrativi
Laboratorio
Sala lettura
Magazzino
Assonometria
Struttura edificio
Particolare facciata nord
Scala 1:20
Sezione
Scala 1:400
1 Elemento prefabbricato in calcestruzzo 45 mm
isolamento termico 25 mm
guaina impermeabilizzante bituminosa
solaio alleggerito 300 mm
intradosso rivestito con primer impermeabilizzante
2 Parete esterna in cls. con irrigidimento rivestita in
resina siliconica, rivestita sul lato interno con primer impermeabilizzante
3 Arco di acciaio, anima 9 mm ali 22/65 mm
4 Giunto sigillato con materiale elastico
5 Profilo infisso di alluminio
6 Vetrata a controllo solare ad arco
stratificato di sicurezza 15 mm
7 Montante di acciaio verniciato bianco
8 Tappeto di piastrelle 500/500/10 mm su pavimento
flottante
9 C.a., strato superiore lisciato con aggiunta di aggregato rigido 100 mm
Fasi di costruzione degli archi
Scala 1:100
A Carpenteria di acciaio nascosta
B Irrigidimento per limitare i fenomeni fessurativi
C Struttura composita prefabbricata
1
2
3
4
5
6
7
Arco di acciaio: anima 9 mm, ali 22/65 mm
Foro Ø 150 mm
Piastra di collegamento di acciaio 320/167/9 mm
Nucleo del pilastro in acciaio: anima 16 mm, ali
28/65 mm
Rivestimento di irrigidimento in acciaio per limitare
i fenomeni fessurativi
Arco composito in c.a. (profondità totale 200 mm)
Elemento in cls. prefabbricato isolamento termico
impermeabilizzazione
solaio a camera in c.a. 300 mm con intradosso
trattato con primer impermeabilizzante
Appare un’architettura priva di compromessi
il fabbricato che si dispone nella successione di isolati di Via Nizza, a Torino, fiancheggiato da edifici storici del XIX secolo. Il complesso dell’Istituto di Biotecnologia si trova
in un quartiere ai margini meridionali del
centro storico su un lotto di terreno dove si
collocava l’ex Facoltà di Medicina veterinaria, di cui riprende le originarie costruzioni
ad isolato. Il caseificio Tornelli, l’unico edificio storico presente sull’area ad essere risparmiato dalla demolizione, è stato sottoposto ad un intervento di ristrutturazione ed
innestato nel nuovo comparto. Con un fronte
vetrato di 15 metri di altezza, il corpo di fabbrica che chiude l’intero isolato si apre verso
strada, lasciando che verso l’interno si insedino intorno a quattro cortili i settori didattici
e di ricerca per biotecnologia, chimica e immunologia. Il cortile di ingresso fiancheggiato dalla strada, lastricato e piantumato da pini marittimi, assume il ruolo di piazza mediterranea, luogo di scambio tra università e
città.
Ampie e teatrali aperture nei corpi di fabbrica mostrano all’esterno la vita che si svolge
negli spazi interni dell’Istituto. Un volume a
ponte si connette alla corte a giardino. Un
secondo cortile di ricreazione e la corte
­Tornelli costituiscono insieme gli spazi di
svago. Al piano superiore dell’edificio si trovano gli spazi didattici, le sale convegni e le
sale seminari, gli uffici dell’amministrazione
universitaria e un centro di aggregazione.
Generose aperture offrono inaspettate prospettive verso la città.
L’uso di calcestruzzo autocompattante, innovativo in Italia, consente luci interne considerevoli ma soprattutto supporta i tratti caratteriali dell’architettura. Superfici senza
fughe, a vista prive di qualsiasi imperfezione
e caratterizzate da spigoli e angoli taglienti
che definiscono una chiara geometria del
corpo di fabbrica e del vuoto, donano al visitatore l’impressione dell’astrattezza dell’intero volume.
3
4
5
6
Massetto in calcestruzzo
spolvero al quarzo 100 mm
guaina impermeabilizzante 6+6 mm
isolante in polistirene 60 mm
barriera al vapore in pellicola di PE 1,2 mm
massetto in calcestruzzo in pendenza massimo
100 mm
solaio in cls. armato 480 mm
C.a. autocompattante
superficie con impronta
della struttura delle tavole
300/400 mm
isolante termico
fibre di poliestere 40 mm
intercapedine d’aria 200 mm
isolante termico e acustico
fibre di poliestere 40 mm
correnti 50/50 mm
materassino in fibra di vetro 3 mm
lamiera di acciaio traforata 2 mm
foratura 0 –40 %
rivestimento interno
correnti di legno 20 mm
Finestre di metallo con vetrate isolanti
Malta levigata
Canale di ventilazione
Linoleum 3,2 mm
massetto in cls. 120 mm
isolante in polistirolo 80 mm
solaio di c.a. 480 mm
Sezioni
Piano terra
Piano primo
scala 1:1000
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Cortile Cassone 1
Cortile Cassone 2
Cortile Tornelli 1
Cortile Tornelli 2
Atrio
Caffetteria
Laboratorio di ricerca
Laboratorio studenti
Sala lettura
Sezione sala lettura
scala 1:100
Sezione orizzontale facciata verso strada
scala 1:20
1
2
3
4
5
6
Scala mobile garage sotterraneo
Vetrata in stratificato di sicurezza 20 mm
C.a. autocompattante
superficie con impronta delle tavole 500 mm
Tubo di scolo delle acque piovane inserito in nicchia
Listello di fissaggio vetro in acciaio zincato
120/10 mm
Montante in profilo di acciaio zincato
¡ 300/120 mm
Tecnologia
Pagina 72
Calcestruzzo faccia a vista.
Tecniche di lavorazione superficiale.
Martin Peck
L’uso in un primo tempo puramente strutturale del calcestruzzo, materiale di rivoluzionarie potenzialità tecnico-costruttive, si trasforma ben presto in un’attenzione sulla
∂   2008 ¥ 1/2 Inserto ampliato in italiano
superficie che il materiale esibisce dopo la
lavorazione. L’origine delle superfici di calcestruzzo lasciate a faccia vista sta nell’aspetto della cassaforma. Attualmente, sono disponibili diverse soluzioni tecnologiche
che si differenziano per la capacità di controllare e di modificare l’aspetto del calcestruzzo. In seguito ad un periodo di intenso
sviluppo della tecnologia del calcestruzzo,
sarebbe motivato, allo stato attuale dei fatti,
cercare di innovare le tecniche di finitura superficiale utilizzate.
Realizzazione di superfici tramite involucro
Casseforme in tavole di legno
Le casseforme in tavole impiegano superfici
di legno naturale o meglio tavole di legno di
conifera non trattato. Il sistema, la più antica
tecnica di costruttiva mai inventata per plasmare i materiali, consente da due a quattro
utilizzi. Le prime casseforme sono state realizzate in tavole tagliate a sega calettate utilizzate senza ulteriore lavorazione ma esattamente come venivano consegnate: si
usavano tavole nuove insieme a tavole usate, tavole con discreto tasso di umidità insieme ad assi asciutti e spesso si procedeva
assemblando tavole di essenze diverse. Le
forme in tavole a causa delle fughe e del differente stato di asciugatura e il diverso comportamento del materiale non erano stagne.
Un rivestimento grezzo come quello usato
per le casseforme di legno possiede un elevato potere di assorbimento e, di conseguenza, genera sulla superficie di calcestruzzo una trama rude impedendo tuttavia
la formazione di pori sulla superficie dell’elemento edile. La struttura di rivestimento
grezza non fornisce spigoli precisi che tuttavia raramente erano richiesti. Lo sviluppo
del sistema porta alla selezione di tavole ad
incastro piallate che in alcuni settori dell’architettura e dell’ ingegneria civile (ad esempio costruzione di ponti) è ancora di grande
impiego. Alcuni punti sono importanti particolarmente importanti:
• al primo uso, l’involucro deve essere
preinvecchiato con pasta di cemento o di
calcestruzzo, per il fatto che la produzione
naturale di xilosio da parte del legno disturba il processo di indurimento del calcestruzzo oltre generare la formazione di
alveoli sulla superficie
• La capacità di estrarre umidità da parte
della cassaforma si riduce dopo ogni uso
• Il contenuto variabile di umidità nel legno
naturale può causare sensibili deformazioni. Di conseguenza, durante l’asciugatura i
giunti tra tavole con contenuto di umidità
diverso si aprono facendo perdere al sistema la tenuta. Una forma asciutta dopo
l’assemblaggio a contatto con il calcestruzzo fresco potrebbe imbarcarsi. Per
questo motivo, nel caso di forme composte di tavole non trattate, al secondo o terzo impiego emerge un aspetto superficiale
Traduzioni in italiano
in linea di massima costante che negli utilizzi successivi può variare nella sfumatura
più chiara delle tonalità. La cassaforma
ventilata con tavole piallate o a taglio sega
utilizzata ancora di frequente negli anni
’60 del secolo scorso viene sostituita dall’arrivo di casseforme di grandi dimensioni
o a telaio. La realizzazione di superfici di
calcestruzzo a vista con casseforme a tavole richiede molta esperienza nella scelta
dei materiali per il getto e di consapevolezza dell’interazione con il calcestruzzo
fresco. La realizzazione di superfici di calcestruzzo a vista di alta qualità prodotte
tramite casseforme a tavole è un’opera di
esecuzione particolarmente complessa.
L’esecutore deve avere una certa dimestichezza nella realizzazione. In ogni caso, le
superfici risultanti devono essere sperimentate su elementi edili di campione e
successivamente migliorate.
Casseri lisci
I così detti casseri lisci attualmente sono sinonimo di una tipologia di involucro per il
getto utilizzata con l’obbiettivo del risultato
costante. Casseri lisci realizzano superfici lisce. Formalmente i caratteri peculiari delle
superfici prodotte da casseri lisci sono le fughe e i passanti del sistema di bloccaggio
della cassaforma. Con superfici in calcestruzzo a vista lisce le soluzioni si limitano
alla realizzazione di una trama di fughe e alla variazione cromatica. La colorazione viene in prevalenza regolata integrando cemento mentre l’aggiunta di minerali ha un
influsso trascurabile sull’intensità cromatica
delle superfici di calcestruzzo. Le tonalità
cromatiche del cemento e i calcestruzzi
­prodotti possono variare molto a seconda
del tipo e l’origine dei materiali di partenza
della miscela. Nella selezione dei materiali
può essere molto vantaggioso esaminare
progetti in fase di realizzazione. Se non si
riesce ad ottenere il colore desiderato, la colorazione può essere perfezionata con l’aggiunta di pigmenti. In base all’obbiettivo cromatico, si aggiungono pigmenti schiarenti
(ossido di titanio) o scurenti (nero di ossido
ferroso).
13
Le aspettative di realizzare superfici di calcestruzzo a vista prive di difetti sono raramente soddisfatte se si usano involucri ventilati per il fatto che l’involucro permette la
formazione di difetti sulle superfici del calcestruzzo.
Il fatto che le casseforme utilizzate per la
creazione di superfici di calcestruzzo faccia
a vista in linea di massima non si distinguono per materiale, da quelle che vengono utilizzate nell’edilizia per la produzione di superfici in calcestruzzo convenzionale ha
indotto diverse imprese esecutrici ad ottenere requisiti superficiali elevati anche con materiali tradizionali o fornendo caratteristiche
standard dell’involucro di cassaforma. Per la
cassaforma di superfici faccia vista, i requisiti da definire in ogni singolo caso non sono
sempre riconoscibili agli operatori. Il progettista dovrebbe contribuire il più possibile
nella scelta del materiale e prendere in seria
considerazione che l’involucro della cassaforma e i disarmanti devono essere definiti
solo a seguito di test condotti per il progetto
con esito positivo.
I sistemi pubblicizzati come monouso sono
poco efficaci dato che gli involucri idonei a
questa tipologia solo dal secondo o terzo
impiego sviluppano una superficie robusta
ed sono in grado di dare il medesimo risultato fino a 15 o più impieghi. L’analisi della superficie di calcestruzzo a vista in cantiere
può provocare valutazioni errate. Di solito, in
cantiere vengono rilasciate valutazioni eccessivamente rigide e giudizi qualitativi privi di tolleranza. Le superfici faccia a vista
che nella prima campionatura sono giudicate divergenti o difettose, a fine lavori sono
stimate riuscite sia negli interni che all’aperto. Negli edifici realizzati, le superfici in calcestruzzo faccia a vista più animate spesso
vengono giudicate più attraenti di quelle
completamente prive di imperfezioni.
Matrici
Le matrici sono involucri o casseri realizzati
in materiale sintetico elastico per conferire
una trama particolare alla superficie di calcestruzzo.
Solitamente lo spessore della trama incisa
raggiunge al massimo gli 80 mm, ma è possibile realizzare trame più profonde e incisioni più decise. Le trame superficiali ottenute tramite matrice sono adatte oltre che per
la realizzazione di motivi standard tratti da
catalogo anche per motivi speciali di unica
realizzazione da colare tramite materiale sintetico fluido elastico come gomma ad indurimento.
Le matrici o forme di plastica se opportunamente trattate possono fornire superfici di
aspetto costante per oltre 100 impieghi.
Le matrici si distinguono dalle casseforme a
matrice. Le prime sono composte di un materassino in gomma con uno spessore di circa 8-10 mm cui si applica la particolare pro-
14
Traduzioni in italiano
Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 1/2   ∂
struzzo lavato conferisce un nuova considerazione di questa tecnologia costruttiva.
Tecnicamente, una produzione di qualità di
calcestruzzo lavato è realizzabile solo in
stabilimento nella produzione di elementi
prefabbricati di calcestruzzo. La realizzazione di elementi con superfici di calcestruzzo lavato gettati in opera è stata ripetutamente sperimentata e sta mostrando
alcuni interessanti effetti. In caso di getto
in opera il problema principale da risolvere
e da pianificare è l’approvvigionamento di
acqua. Il ritardante alla presa viene applicato al cassero in forma di pasta, di conseguenza decade l’uso di un mezzo disarmante. Nelle casseforme orizzontali è
possibile posizionare anche una carta ritardante nella cassaforma e infine stendere il
calcestruzzo lavato fresco. La profondità di
lavaggio può variare e va da uno a sei millimetri in relazione alla granulometria degli
inerti. Negli elementi prefabbricati di calcestruzzo, solitamente si lavorano due strati
con uno strato superficiale di calcestruzzo
lavato e uno strato di fondo in calcestruzzo
strutturale.
Calcestruzzo fotografico
fondità di spessore. Le matrici sono
realizzate in plastica elastica o in alternativa
in plastiche termoindurenti. Le matrici a rivestimento devono essere incollate su un
supporto; le casseforme a matrice hanno
una struttura composta di due materiali: la
trama costituisce il primo strato mantenuto
da un supporto in resina espansa irrigidita.
La tecnologia è adatta per trame profonde.
Il sistema semplifica la movimentazione degli elementi dato che il supporto conferisce
rigidità. Le casseforme a matrice possono
essere incollate o disposte nel supporto.
Telo filtrante
I teli filtranti sono teli di drenaggio tessili per
lo più dotati di uno strato portante. Vengono
adagiati sull’involucro del cassero; il calcestruzzo fresco si indurisce direttamente sul
telo. Tramite la proprietà filtrante, l’acqua in
eccesso viene drenata. La superficie che
ne risulta non è porosa e mostra una geografia cromatica di nuvole e chiazze. La trama fine del telo filtrante rimane leggibile a
lungo e lascia comparire le macchie sul
calcestruzzo in una tonalità più scura. Il sovrapprezzo dato dal telo viene ammortizzato da una riduzione dei tempi di lavorazione
e dal fatto che non viene usato alcun disarmante.
Pannello OSB
L’impiego di pannelli OSB come superficie
di cassero avviene nella maggior parte dei
casi raddoppiando una cassaforma a telaio
o una a grande superficie.
• La struttura delle particelle lignee di composizione del pannello conferisce un viva-
ce motivo alla superficie di calcestruzzo e
sovrasta altri effetti presenti sulla superficie, ad esempio l’effetto nuovolato.
• L’elevata capacità di assorbimento delle
lastre genera superfici quasi prive di porosità.
• L’effetto di leggero disturbo del processo
di indurimento dato da legno di conifere
non stagionato genera superfici più scure
e più grezze.
• L’umidità contenuta nel calcestruzzo provoca un leggero rigonfiamento del cassero, le fughe si chiudono su se stesse anche negli spigoli impedendo la fuoriuscita
della pasta cementizia e le conseguenti
irregolarità cromatiche. Il motivo superficiale di grande intensità ottenuto tramite
l’involucro di cassero in OSB consente di
influire moderatamente sull’aspetto della
superficie: pesino sui calcestruzzi più
chiari emergono macchie per la maggior
parte dei casi relativamente scure. Per
mitigarne l’intensità si può prevedere l’applicazione di una velatura trasparente.
Una forma particolare di calcestruzzo lavato è il calcestruzzo fotografico. La tecnica
consente di trasferire una fotografia nella
ruvidità della superficie di calcestruzzo,
creando sfumature di grigio generanti l’immagine su una superficie di calcestruzzo in
origine liscia. Il procedimento richiede un
esatto dosaggio meccanizzato di ritardante
su una pellicola di supporto. Per i differenti
spessori del supporto e le incisioni da dilavamento che ne derivano si riproduce l’immagine originaria sulla superficie di calcestruzzo. La pellicola di supporto così
predisposta viene gettata e la superficie ritardante viene lavata dopo l’indurimento
dell’elemento edile.
La profondità del dilavamento è limitata e
varia di poco da caso a caso. Nel calcestruzzo fotografico non si richiede l’inserimento di minerali in granuli di dimensioni
maggiori. Il laborioso procedimento esecutivo del calcestruzzo fotografico limita la
produzione allo stabilimento e solo a pezzi
prefabbricati.
Calcestruzzo lavato
Superfici acidate
Con il termine “calcestruzzo lavato” vengono designate superfici di calcestruzzo in cui
l’indurimento della malta superficiale viene
ritardata e dopo l’indurimento del calcestruzzo granulare viene rimossa tramite dilavamento. Dopo il processo, la struttura
granulare emerge. Le superfici in calcestruzzo lavato frequenti soprattutto tra il
1965 e il 1980, successivamente sono
scomparse quasi completamente pur mantenendo un’applicazione nella produzione
di elementi prefabbricati come pianerottoli
o gradini. Il potenziale formale del calce-
Un effetto simile a quello del calcestruzzo
fotografico si può ottenere lavorando una
superficie di calcestruzzo con una soluzione acida. L’incisione superficiale viene determinata dall’intensità dell’acido usato.
L’acido dissolve le particelle di cemento
che con l’ausilio di attrezzature meccaniche
vengono dilavate.
L’aspetto cromatico di una superficie acidata è determinato dagli inerti minerali. Solitamente le superfici acidate hanno una brillantezza di colore ottimale motivata dal fatto
∂   2008 ¥ 1/2 Inserto ampliato in italiano
che gli acidi sono adatti soprattutto per realizzare superfici a colore chiaro. Come acidi
di solito si usano acidi organici (succo di limone).
Abrasioni
La lavorazione di superfici prefabbricate
tramite abrasione è un processo relativamente economico per il trattamento superficiale dei manufatti. Come mezzo utilizzato
si usa solitamente sabbia. Dato che il procedimento di sabbiatura umida risulta difficoltoso per l’uso di acqua, di solito la lavorazione viene svolta a secco. Il processo di
sabbiatura consente di ottenere superfici
difficilmente prevedibili. Nel caso ad esempio di superfici gettate in opera verticali come pilastri e pareti portanti è impossibile ottenere un aspetto omogeneo anche a
causa della distribuzione notevolmente variabile degli inerti in corrispondenza delle
aree a margine. Nelle superfici sabbiate si
moltiplica il numero e la dimensione delle
porosità visibili. Il risultato è simile anche
nella produzione di superfici verticali di elementi prefabbricati, anche se nei getti in
opera non è possibile assolvere a richieste
di trame omogenee. In caso di sabbiatura è
importante pianificare la lavorazione anche
degli spigoli che sarebbero inevitabilmente
danneggiati dall’abrasione. Il risultato della
sabbiatura dipende dalle finiture artigianali
realizzate dagli esecutori e dalla stabilità
del calcestruzzo. In caso di elementi gettati
in opera si consiglia di lavorare in una fase
successiva le superfici attendendo circa
10-20 giorni, mentre in caso di componenti
edili prefabbricati si può sabbiare anche
dopo due o tre giorni.
Lavorazione a scalpello
La lavorazione a scalpello delle superfici di
calcestruzzo -la bocciardatura, la levigatura
e la lucidatura- viene realizzata da imprese
specializzate.
I processi di lavorazione rimuovono una
parte di materiale da una superficie di partenza generalmente liscia ottenendo risultati
in linea di massima prevedibili. Le aziende
per lo più in possesso di elevate qualifiche
per realizzare questo tipo di trattamento superficiale offrono al progettista diverse occasioni di consulenza, sperimentazione e
variazione, e nella maggior parte dei casi i
risultati superano le aspettative.
Per bocciardatura si intende la lavorazione
di superfici in calcestruzzo tramite martelletti elettrici o ad aria compressa dotati di
scalpelli più o meno appuntiti. In base alla
scelta dello strumento di lavorazione è possibile generare trame profonde oppure è
possibile rimuovere un sottile strato di materia. Nella lavorazione si tratta di superfici
di calcestruzzo piane prive di alveoli di
grandi dimensioni. Di solito le fessurazioni
rimangono a vista anche dopo la lavorazio-
Traduzioni in italiano
ne. Le trame più incise vengono prodotte
soprattutto su elementi esposti agli influssi
meteorici.
Le superfici realizzate con punte fini sono
particolarmente indicate per gli interni. Le
tonalità cromatiche possono essere modificate ad esempio tramite l’aggiunta di inerti.
Il procedimento di superfici bocciardate
con punte fini rettifica le superfici lisce del
calcestruzzo a vista.
La scalpellatura utilizza uno scalpello a
punta larga invece di uno appuntito. Spesso la scalpellatura viene abbinata alla bocciardatura.
La levigatura è operata manualmente con
mole diamantate che di solito rendono la
superficie più liscia.
La lucidatura avviene a partire da una superficie levigata che viene lavorata ulteriormente con grani abrasivi di piccola dimensione. Ne risultano superfici lucidate a
specchio in cui la luce viene riflessa e l’intorno si rispecchia. L’effetto lucido non dura
a lungo ma degrada anno dopo anno.
Colorazione di superfici di calcestruzzo faccia
a vista.
L’esigenza di colorare superfici faccia a vista è risolta dalla colorazione in pasta del
calcestruzzo o dalla finitura cromatica della
superficie finita. Il trattamento colorante di
superfici di calcestruzzo finite è asportabile
o comunque soggetto a modifica. La colorazione in pasta con pigmenti colorati si
adatta invece alla combinazione di tutte le
altre forme di lavorazione superficiale sopra
esposte. Se il cemento produce superfici
di calcestruzzo troppo scure, il materiale
può essere schiarito con pigmento bianco o
ossido di titanio. Per produrre superfici di
calcestruzzo bianche o comunque molto
chiare di solito non basta l’aggiunta di pigmenti bianchi ma bisogna utilizzare cementi
bianchi. Se si richiede la produzione di superfici in toni colorati, è possibile miscelare
il pigmento scelto al calcestruzzo. I produttori offrono oltre al prodotto anche consulenza per l’applicazione. Se l’obbiettivo è
ottenere colori chiari, è necessario partire
da cementi bianchi che con l’aggiunta del
colore idoneo raggiungono il risultato desiderato. Le tonalità più scure come l’ocra, il
marrone o il nero si possono raggiungere
anche aggiungendo il pigmento più adatto
a cementi grigi.
Per colorare il calcestruzzo, i produttori
consigliano l’aggiunta di pigmenti in una
percentuale di 3 –6 % rispetto al contenuto
cementizio. I calcestruzzi colorati hanno un
costo di materiale più elevato rispetto ai cementi normali. Fra i trattamenti superficiali
cromatici di una superficie di calcestruzzo
si annovera anche la velatura colorata. Anche in questo caso, come superfici di base
sono più idonee quelle chiare o quelle bianche rispetto a quelle più scure.
∂ - Inserto in italiano
Zeitschrift für Architektur
Rivista di Architettura
48° Serie 2008 · 1/2 C
ostruire con il
­Cemento
L’Impressum completo contenete i recapiti per
la distribuzione, gli abbonamenti e le inserzioni
pubblicitarie è contenuto nella rivista principale a
pag. 125
Redazione Inserto in italiano:
Frank Kaltenbach
George Frazzica
­Rossella Mombelli
Monica Rossi
e-mail: [email protected]
telefono: 0049/(0)89/381620-0
Traduzioni:
Rossella Mombelli
Partner italiano e commerciale:
Reed Businness Information
V.le G. Richard 1/a
20143 Milano, Italia
[email protected]
[email protected]
Fonti delle illustrazioni:
pag. 2: Luciano Pia, Torino
pag. 3: Gianfranco Racioppoli, Caserta
pag. 4: Studio ARX, Firenze
pag. 6: da Gössel. Leuthäuser, Architektur des
20. Jhdts. Taschen Köln 1990
pag. 7 alto: Jean-Michel Landecy, Geneva
pag. 7 basso: da Papadakis, Steele, Architektur
der Gegenwart, Terrail, Parigi 1991.
pag. 8 sinistra: Erhard An-He Kinzelbach, Vienna
pag. 8 destra: Roger Frei, Zurigo
pag. 9 sinistra: Hisao Suzuki, Barcelona
pag. 9 destra: Grieta Attali
pag. 10 sinistra: Peter Guggenhofer/
Ott Architekten
pag. 10 destra: David Franck, Ostfildern
pag.11 sinistra: Luc Boegly, Parigi
pag. 11 destra: Iwan Baan, Amsterdam
pag. 12: Manfredi & Melegatti
pag. 13: Fabio del Re, BR-Porto Alegre
pag. 14 Heinrich Helfenstein, Zurigo
Piano editoriale anno 2008:
∂ 2008 1/2 Costruire con il Cemento
∂ 2008 3 Detail Conzept: Asili
∂ 2008 4 Luce e interni
∂ 2008 5 Materiali plastici e
membrane
∂ 2008 6 Costruire semplice /
microarchitetture
∂ 2008 7/8 Grandi strutture portanti
∂ 2008 9 Detail Conzept: abitare
∂ 2008 10 Facciate
∂ 2008 11 Costruire con il Legno
∂ 2008 12 Tema particolare
15
• Luce – naturale e artificiale
Materia luce
• Intonaci – stucchi e pitture
Le facciate intonacate e poi -pittura,
tinta o rivestimento?
•T
rasparenze –
vetri plastiche e metalli
Materiali trasparenti, traslucidi, perforati
Lo stato dell’arte dei materiali da costruzione diafani
Il materiale traslucido offre al progettista
un’ampia libertà creativa, impensabile
con il vetro, che consente un rapporto
sensoriale con la luce e stimola l’avvincente alternanza di interni ed esterni.
Attraverso l’impiego di nuovi vetri
speciali, lastre di materiale sintetico,
membrane e metalli perforati è possibile
ottenere una nuova interpretazione
delle atmosfere create dagli antichi
finestroni colorati delle chiese, dalle
sottili lastre di alabastro e dai riquadri
di carta intelaiata dei tempi passati.
Frank Kaltenbach, 2003
108 pagine con numerose ­illustrazioni
e fotografie. Formato 21× 29,7 cm
Gli intonaci, le tinteggiature e i
rivestimenti determinano l’aspetto
delle superfici, creano effetti spaziali,
giocano con la luce. Il loro impiego è
determinante per la caratterizzazione
formale dell’edificio e per la qualità
dello strato protettivo. Il nuovo volume
di DETAIL Praxis “Intonaci, colori,
rivestimenti” presenta convincenti
soluzioni, sia tradizionali che innovative.
Gli autori descrivono e definiscono
i fondamenti della materia, indicano
gli aspetti problematici e offrono utili
suggerimenti per la pratica dell’edilizia.
Utilizzando i particolari di due costruzioni
esemplari, gli esperti documentano in
scala 1:10 la realizzazione di tutti i giunti
più importanti di un edificio.
Alexander Reichel, Anette Hochberg,
Christine Köpke 2004.
112 pagine con numerose ­illustrazioni
e fotografie. Formato 21×29,7 cm
La luce, più di qualsiasi altro materiale,
determina gli effetti volumetrici dello
spazio, crea l’atmosfera e mette in scena
l’architettura. Negli spazi ben illuminati ci
sentiamo bene e siamo produttivi; la luce
migliora la salute. Inoltre, un’accurata
progettazione illuminotecnica in grado
di coordinare le fonti naturali diurne con
quelle artificiali conduce invariabilmente
a grandi risparmi energetici, soprattutto
negli ambienti destinati ad ospitare uffici.
Il nuovo volume della collana DETAIL
Praxis approfondisce i fondamenti della
progettazione illuminotecnica sia nel campo
della luce diurna che artificiale avvalendosi
del contributo dei migliori specialisti in
questo campo. Accanto alle semplici regole
di buona progettazione che coinvolgono
il disegno planimetrico, l’orientamento
dell’edificio e l’articolazione della facciata, il
manuale offre un’ampia visione d’insieme
dei più attuali sistemi d’illuminazione
naturale e artificiale, valutandone l’efficacia
nel contesto di alcuni progetti esemplari.
Ulrike Brandi Licht, 2005
102 pagine con numerose ­illustrazioni
e fotografie. Formato 21×29,7 cm
Buono d’ordine
Fax +49 (0)89 398670 · [email protected] · www.detail.de/italiano · Tel. +49 (0)89 3816 20-0
∂ Praxis
___ 3 Libri + CD ROM in un cofanetto (Intonaci, Luce, Trasparenze) € 139,10
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