giustiniano - La Bacheca

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GIUSTINIANO
GIUSTINIANO regnò sull’impero romano d’Oriente dal 527 al 565 segnando con la sua opera l’intera
storia non solo orientale ma anche occidentale. Lo zio, l’imperatore Giustino oltre ad avergli trasmesso
una salda fede cristiana , gli insegnò personalmente l’arte del governare. I suoi due grandi generali,
NARSETE e BELISARIO gli permisero di salvare l’Impero ad oriente e di ampliarlo ad occidente,
mentre il giurista TRIBONIANO, grande conoscitore delle leggi romane, contribuì, come vedremo, alla
maggiore delle sue imprese. Ma il suo miglior collaboratore fu in realtà una donna, sua moglie, la
celebre imperatrice TEODORA.Proprio per la sua fede, la politica religiosa ebbe per Giustiniano
un’importanza fondamentale. Anche egli seguì la pratica del cesaropapismo (predominio dell’imperatore
sul clero, in quanto l’imperatore voleva appropriarsi dei poteri del papa e ciò ebbe conseguenze negative
nei rapporti tra Bisanzio e Roma). tuttavia nei primi anni fu difensore del papa col quale cercò di avere
sempre buoni rapporti. I problemi nacquero a causa della persistenza nell’impero dell’eresia monofisita,
i cui seguaci sostenevano che Gesù avesse una sola Natura, quella divina, e non anche quella umana, e
che quindi la persona e la natura umana di Gesù fossero solo apparenti e non reali. Giustiniano non era
monofisita ma sia per debolezza nei confronti della moglie, che difendeva i monofisiti, sia per appianare
le divisioni tra cattolici ed eretici, con l’EDITTO DEI TRE CAPITOLI assunse una posizione che veniva
incontro agli eretici e costrinse anche il papa ad approvarla. Nel 529 Giustiniano ordinò la chiusura
dell’Accademia platonica ad Atene, scuola fondata da Platone e ultimo baluardo del pensiero pagano.
Occorre certamente ricordare la sua importante attività edilizia ed artistica fra cui la Basilica di Santa
Sofia. Ma la più grande fra tutte le opere di Giustiniano fu senz’altro la grande codificazione generale di
tutto il Diritto Romano, il CORPUS IURIS CIVILIS. Si tratta della raccolta ragionata e completa in
quattro parti di tutte le principali leggi imperiali da Adriano (II sec. d. C.) in poi (Codice) e dei maggiori
giuriisti romani dell’antichità (Digesto). In questa attività emerse l’opera del giurista Triboniano. Per
questo nel rievocare la figura del grande imperatore Dante scrisse di lui nella Divina Commedia che
“dalle leggi trasse il troppo e il vano”: quello che era in eccesso e quello che era inutile. Fece anche
compilare le istituzioni che dovevano servire agli studenti desiderosi di apprendere il diritto. Questo
prezioso lavoro ha consentito di trasmettere l’insieme delle leggi romane.
Giustiniano fu tra gli ultimi imperatori romani conquistatori. Perseguì l’ideale di riunificare l’antico
impero romano tentando la riconquista dell’occidente. Dapprima però saggiamente decise di coprirsi le
spalle a oriente, infatti i persiani di re Cosroe I minacciavano continuamente i confini orientali.
Giustiniano iniziò la GUERRA PERSIANA che terminò con una pace di comodo, cioè che in cambio di
un tributo Cosroe prometteva pace perpetua con l’impero. L’imperatore allora iniziò la riconquista
dell’occidente; si volse dapprima contro i Vandali in Africa dando il comando dell’esercito a Belisario.
Nel 533 il regno dei Vandali cadde in mano bizantina. Nel 535 Giustiniano decise di scende in Italia
dando inizio alla GUERRA GRECO-GOTICA (535-553). Dopo una prima fase poco favorevole i Goti
guidati dal re Totila riconquistarono tutta l’Italia eccetto Ravenna. Belisario fu tolto dal comando e al
suo posto fu chiamato Narsete che portò a termine vittoriosamente la guerra nel 553. Con una
Prammatica Sanzione nel 554 Giustiniano organizzò il governo in Italia nominando un Esarca che
risiedeva a Ravenna con pieni poteri e il protettorato dei vescovi sul popolo. Giustiniano morì nel 565.
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