NUMERO 18 | GENNAIO 2017
Coordinamento redazionale Marina Roscani
Progetto grafico Sergio Giantomassi
Stampa Gruppo Manservigi
Per informazioni commerciali Cristina Cognini tel. 392.2049761
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A Portorecanati
il regno della canapa
Fino ad aprile
stagioni piene di big
Futurismo in mostra
a palazzo Bisaccioni
Una country house costruita in
mattoni di calce e fibra naturale con cucina tutta biologica...
Undici spettacoli tra Pergolesi
e Teatro Spontini con attori del
calibro di Sandrelli e Placido...
A Jesi una ricca esposizione
fino al 26 febbraio dedicata al
gruppo dei maceratesi...
05
ANNO
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08/09
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Abbanda, in marcia
per suonare il funky
L'inverno è piumino
con o senza piume
La prima marching band delle
Marche spopola con le sue esibizioni di musica e non solo...
Il primo esemplare fu realizzato nel 1954, e testato dalla
spedizione italiana sul K2...
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Si
ricomin
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G
ennaio, mese dedicato al
dio Giano.
Si riparte, addio al
vecchio anno e via con il nuovo
e la speranza, sempre, che
sia migliore. Facciamo finta di
crederci, ricominciamo con
entusiasmo. La fortuna aiuta gli
audaci, dice il vecchio adagio...
Da Capodanno alla Befana, le
feste si allungano anche in questo mese invernale, poi L’Epifania tutte le feste si porta via. Per
chi può, le vacanze di Natale
fanno rima con viaggio, in montagna, anche senza neve, o alla
ricerca del caldo.
I primi giorni dell’anno, sono
spesso impegnati dal cambio
dei regali.
Difficile che nel pacchetto si
trovi la misura giusta.
E poi ci sono i saldi.
Scatta la caccia all’affare.
In queste giornate fredde e un
po’ livide, il pensiero va a chi è
senza casa.
Il terremoto, in quelle zone
martoriate continua a farsi sentire, mettendo a dura prova tutti,
mentre si spalano le macerie e
si tenta di ripartire.
Speriamo che questo anno
con il 17 porti buono, come ci
insegnano gli anglosassoni, per
i quali è un numero portafortuna, in quanto il 17 marzo viene
celebrato San Patrizio, patrono
dell’Irlanda.
• m.r.
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PENSARE BIOLOGICO
NUMERO 18 | GENNAIO 2017
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Dalla terra al piatto
C’è l’orto fai da te
Frutta, verdure
di stagione
e dolci bio
In cucina un laboratorio
per sperimentare a km 0
E
d è proprio l’orto della
country house la star indiscussa. «Gli ospiti- sottolinea
la titolare - hanno la possibilità
di viverlo e di raccogliere i
prodotti che coltiviamo: questo ci consente di far conoscere le culture delle nostre zone,
zafferanone, ceci, cardi … che
poi riproponiamo nei nostri
piatti con sfiziose ricette che
rivalutano le nostre tradizioni
culinarie».
Dai vini rigorosamente locali
ai prodotti genuini,passando
per i dolci e i rinfrescanti
centrifugati, la filosofia del
locale si traduce a tavola.
Prosciutto tagliato a mano,
invitanti zuppe, delizie di
canapa e quinoa, sullo sfondo
di un’atmosfera da favola:
«Selezioniamo accuratamente
produttori locali che ci garantiscono freschezza quotidiana e
genuinità. Utilizziamo verdure
biologiche e appena raccolte
dal nostro orto, seguendo
sempre la stagionalità della
terra. Ci piace pensare la
cucina come un laboratorio in
cui si sperimentano giornalmente ricette nuove e salutari.
Siamo unici nel proporre piatti
a base di farina, olio e semi
di canapa, che oltre a essere
gustosi è ormai dimostrato
scientificamente siano molto
salutari. Apprezzatissime dai
clienti, poi, le nostre colazioni
con prodotti freschi e rigorosamente biologici, dolci tipici
e marmellate fatti in casa e
a.b.
estratti di frutta fresca».
•
PERIODICO
DI INFORMAZIONE
DIRETTORE
RESPONSABILE
Marina Roscani
PROGETTO
GRAFICO
Sergio Giantomassi
IMPAGINAZIONE
Icselle Design
Studio S.a.s
EDITORE
Cristina Cognini
ANNO
003
STAMPA
Gruppo Manservigi
Registrazione presso
il Tribunale di Ancona
N. 3638/2015 RCC
del 28 agosto 2015
Per informazioni commerciali
Cristina Cognini
Cell. 392.2049761
[email protected]
La prima country house in Italia creata in mattoni di calce e canapa
Il regno della canapa è da sogno
Tra Loreto e Porto Recanati
un paradiso ecosostenibile
con centro benessere
giardino e bistrot
di Alessandra Bruno
A
Porto Recanati c’è un piccolo
gioiello ecosostenibile a pochi
passi dal mare, che sorge ai piedi della Basilica di Loreto. Si chiama
“Ortopì - Country House” ed è la prima struttura ricettiva in Italia costruita con mattoni di calce e canapa con
intonaco naturale di farina e uova. Per
gustare prodotti a km 0, rilassarsi nel
centro benessere, per spezzare i ritmi
frenetici restando immersi nel verde.
La giovane titolare, Ilaria Astuti, racconta come è nato il progetto: «Ortopì nasce come un sogno di famiglia,
quello di creare una struttura ricettiva
ecosostenibile, costruita con materiali naturali e di recupero, che rispetti
l’ambiente, che rivaluti tradizioni
e territorio; un sogno interpretato
egregiamente dallo studio di architettura Frontini e Terrana, che hanno
progettato la struttura coniugando le
più moderne tecniche architettoniche
(ventilazione, raccolta dell’acqua piovana, fitodepurazione) con la semplicità e la naturalità dei materiali della
tradizione: la canapa, un biocomposito completamente ecologico che
permette di ottenere, attraverso il suo
isolamento, traspirabilità e regolazione termo igrometrica, consentendo
un ottimo comfort abitativo; il legno,
le pitture naturali contenenti albume,
latte, tuorlo, talco, olio di lino, oli essenziali di agrumi e menta. Un sogno
che oggi è diventato realtà». Gli ospiti
sono catapultati in una dimensione
rilassante e familiare, dove tutto è
curato nei minimi dettagli: «La naturalità e l’ecosostenibilità - spiega Ilaria- è tradotta anche nella scelta degli
arredi, pezzi unici, progettati e ideati
da noi e creati artigianalmente. Abbiamo creato Ortopi dove prima era
la nostra vecchia casa di campagna,
dove avevamo l’orto che da sempre i
nostri nonni hanno coltivato e dove
passavamo le estati o ci ritrovavamo.
Abbiamo mantenuto la nostra identità estendendola e promuovendola
nella ricettività. Con le camere luminose ognuna con vista esclusiva e
balcone privato; asciugamani in bamboo, biancheria da letto in canapa
lavorata a mano da sarte locali, carte
riciclate dai contenitori tetra pak.
L’ampio giardino ospita un’ esclusiva
piscina in marmo con acqua salata e
idromassaggio; relax room con sauna,
doccia svedese e cromoterapia». Un
protagonista indiscusso è sicuramente
l’orto, dai cui prodotti nascono ricette semplici e raffinate, una festa per
le papille: «Nel nostro bistrot- svela
ancora Ilaria- presentiamo cibi della
tradizione marchigiana, ricerchiamo e
riproponiamo ingredienti semplici e
di origine antichissime , il granturco
di Arcevia, la roveja sono solo alcuni
esempi, trasformandoli in piatti rifiniti e presentati con cura. Insieme
ad ogni piatto ci piace raccontare
una storia». La stagione si è conclusa
con successo, a degustare le specialità
sono stati diversi ospiti illustri, come il
cantante Angelo Branduardi: «E’ bello che ne apprezzino la passione e la
dedizione, per il 2017 abbiamo già in
programma molte interessanti proposte», chiude Ilaria.
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Il PERSONAGGIO
NUMERO 18 | GENNAIO 2017
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Marco Santini compositore del brano “Il Cristo delle Marche” è stato ringraziato dal Papa
Il violinista di Dio sogna il cinema
Suona da quando aveva
5 anni, famoso all'estero
vorrebbe COMPORRE la
colonna sonora di un film
di Talita Frezzi
I
l “violinista di Dio” è osimano, ha
imbracciato lo strumento a soli 5
anni e non ha più smesso di suonare e comporre. Oggi Marco Santini è il
tipico esempio del “profeta in patria”,
marchigiano umile, schivo e riservato
quando si trova nella sua terra, ma rivoluzionario della musica quando suona
all'estero dove è famoso. La ribalta vera
e propria è arrivata con “Il Cristo delle Marche”, eseguito al Pantheon che
è valso a Santini il ringraziamento e il
plauso di Papa Francesco.
Come è nato il suo amore per la
musica?
“Credo di aver amato la musica da
sempre. La prima ad accorgersene è
stata mia madre, che a 5 anni mi ha
iscritto alla Civica Scuola di musica di
Osimo”.
Da alcuni anni sta lavorando alla
genesi di un nuovo genere, una musica contaminata dalla classica, dalla
world music da jazz e improvvisazione: come intende rivoluzionare il
panorama musicale?
“Direi che lo scopo della mia musica
non è quello di rivoluzionare, ma di
emozionare. Scrivo musica per tutti,
secondo me l’arte è per tutti. E tutti
hanno il diritto di giudicarla. Non c’è
bisogno di capire cos’è un accordo di
settima o una cadenza d’inganno per
esprimere un giudizio. Basta aprire il
cuore e…imparare ad ascoltare!”
Può raccontarci la genesi de 'Il Cristo delle Marche'?
“Nazareno Rocchetti, scultore, mi chiese di scrivere una melodia per il suo
'Cristo delle Marche', statua di granito
nero d’Africa posta all’Avenale di Cingoli. Non avevo mai scritto un brano
fino al quel momento. Sono andato in
quel posto incantato, ho ammirato la
statua e la natura che la abbraccia e ho
provato a descrivere quello che sentivo
con la musica”
Si sarebbe mai aspettato i complimenti e ringraziamenti da Papa Francesco?
“Mai e poi mai! Ho suonato 'Il Cristo
delle Marche' in giro per il mondo,
durante i miei concerti. Una volta lo
suonai in Argentina. Javier Lucca, stimato avvocato di Rosario, rimase molto
colpito dalla mia melodia e senza dirmi
nulla lo portò in dono a Papa Francesco
(su di un cd masterizzato!). Prima ho
ricevuto un sms sul cellulare e poi una
mail. Un altro di quei doni che la vita sa
farti, quando meno te lo aspetti”.
Collabora con attori e performer
teatrali, ma quando si sente davvero
artisticamente in equilibrio con la
sua identità?
“Bella domanda…Quando stai suo-
•
•
•
nando sul palco e senti che si crea
quell’energia speciale tra te e il pubblico, allora è in quel momento che ti senti
bene, in pace col mondo, senti che stai
emozionando e che ti stai emozionando. E poco importa se stai suonando
in un teatro importante o no, se ti stai
esibendo da solo, in duo, o con un’orchestra d’archi…conta solo l’energia
che si crea”.
A cosa sta lavorando ora?
“Nel 2015 è uscito il disco “Op.
1”, che si apre con 'Il Cristo delle
Marche' ed è già stato presentato in Germania, Danimarca,
Isole Far Oer e tra qualche
mese anche in Giappone.
Ora sto lavorando a brani
inediti e un cd di brani classici interpretati da violino e
pianoforte”.
- Un sogno?
“Mi piacerebbe musicare un grande film”.
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Lo scopo della mia
musica non è quello
di rivoluzionare ma
bensì di emozionare
basta saper ascoltare
Dopo Op1, sto
lavorando a dei
brani inediti e un cd
di classici interpretati
da violino e pianoforte
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FATTI & PERSONAGGI
NUMERO 18 | GENNAIO 2017
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Andò a studiare a Roma
dove conobbe Antonio
Canova e da quel momento
la sua carriera prese il volo
di Claudio Desideri
Nacqui il 21 marzo
del 1800 in un’umile
casa visibile nella via
a me intitolata, mio
padre faceva il sarto
M
aestro, sicuri di non far
torto ad altri, lei è il personaggio più importante
nella storia anconetana dell’800.
Ho trascorso la mia vita a dipingere, con passione ed entusiasmo.
Credo che la mia longevità sia stata
strettamente legata al fatto che per
dipingere, serve conoscere e studiare,
ragionare e approfondire ogni cosa.
Nulla è lasciato al caso e ogni interpretazione artistica, per quanto geniale, ha una solida base nel sapere.
Ci racconti di lei.
Nacqui ad Ancona il 21 marzo
del 1800 in un’umile casa ancora
oggi visibile nella via a me intitolata. In quegli anni la Città faceva
parte del Regno Italico napoleonico
ed era capoluogo del Dipartimento
del Metauro. Mio padre, Giuseppe
Podestà, era sarto e lavorava per i
Francesi come fornitore del vestiario
delle truppe. Stanco di sentirsi chiamare Podestì cambio il suo cognome
in Podesti. All’età di quindici anni
rimasi orfano dei miei genitori e grazie all’interessamento del marchese
Carlo Bourbon Del Monte ottenni
dal Comune di Ancona un sussidio
per studiare all’Accademia romana di
San Luca. Nella capitale ebbi la fortuna di conoscere Antonio Canova e
da quel momento la mia carriera artistica non si fermò più sino alla mia
morte avvenuta alla bellissima età di
novantacinque anni.
La sua vita fu costellata di successi
e le sue opere sono esposte in musei
di tutta Italia e anche all’estero.
Ho avuto il piacere di lasciare la
mia firma su una moltitudine di tele
e affreschi. Alcuni dei miei dipinti
sono presso la Pinacoteca di Ancona, che avete intitolato a mio nome,
ma anche presso il Museo diocesano
e la Galleria nazionale delle Marche
a Urbino. Sempre ad Ancona, nella
Chiesa del Santissimo Sacramento,
gli affreschi dei quattro evangelisti
che realizzai all’età di ottanta anni e
poi quello che tutti conoscete, il Giuramento degli Anconetani esposto
oggi in Pinacoteca. Mie opere sono
a Brera, al Museo nazionale di Capodimonte, al Palazzo reale di Torino,
alla Reggia di Caserta, nei Palzzzi
Vaticani, nella Galleria nazionale di
Roma e in tante chiese e palazzi di
tutta Italia.
Per noi anconetani il quadro che la
identifica è “Il Giuramento”
Ritengo che per la sua collocazione, durata molti anni, nella sala del
Consiglio comunale sia l’opera più
vista dagli anconetani. Mi fu commissionata dalla Municipalità cittadina nel 1844, grazie all’interessamento del marchese Carlo Burbon Del
Monte. La tela rappresenta la forza,
la fierezza e l’orgoglio anconetani in
occasione dell’assedio del cancelliere
del Barbarossa, Cristiano di Magonza, avvenuto nel 1174.
Questa tela, che misura 5 metri e 10
di lunghezza per 3 e 85 di altezza,
•
•
A fianco, il chiostro della pinacoteca
che porta il nome del grande artista
Francesco Podesti. Foto Paolo Zitti
Francesco Podesti, grande artista è sicuramente il personaggio
più importante nella storia anconetana dell’800
Pittore, scultore
poeta una vita lunga
ricca di successi
•
•
volò a Londra del 1851 e a Parigi nel
1855 dove ricevette premi importanti nell’Esposizione universale che
si tenne in quelle due città. Quando realizzai questo grande quadro,
Ancona era ancora parte dello Stato
Pontificio che con gli Austriaci teneva la Città sotto un pesante controllo.
Gli anconetani accolsero con grande
entusiasmo una tela che rappresentava un vero e proprio manifesto d’indipendenza. Il successo fu immenso.
Maestro, lei fu anche poeta e scultore.
“Ut pictura poesis”, Come nella
pittura così nella poesia, scrisse Orazio. L’arte letteraria fu un’altra delle mie passioni. Scrissi soprattutto
poesie ma anche romanzi fantastici
per ragazzi. Mi cimentai poi nella
scultura per realizzare il monumento
funebre dedicato alla mia amata figlioletta, Amalia a Santa Maria sopra
•
la Minerva a Roma e quello per mia
moglie Clotilde Cagiati, al Verano.
Nella sua vita percorse l’Italia da
nord a sud e Ancona?
Pensi che già all’età di sedici anni
lasciai la Città per studiare a Roma.
Il viaggio fu parte saliente della mia
vita perché mezzo di conoscenza e
ovviamente di lavoro. Milano, Napoli, Torino, Firenze Bologna, Venezia e Roma furono le città a me più
care ma Ancona fu sempre nel mio
cuore. Nel 1800 la Città fu al centro
degli interessi delle grandi potenze
europee passando sotto dominazioni
Francesi e Austriache che guardarono
soprattutto a conservare o rafforzare
le opere di difesa lasciando la città e il
porto in abbandono. L’opera più importante realizzata in quel secolo fu il
Teatro delle Muse che sorse dopo che
furono abbattuti il medioevale Palazzo del Podestà, l’isolotto dei Filippini
•
chiese. Sono state cancellate opere di
grande valore storico e con esse le radici di una comunità.
Oggi gli Anconetani dimostrano di
avere un grande interesse nel riscoprire la loro storia.
In effetti è così. In un momento in
cui il Mondo è a portata di tutti, credo che avere chiare le proprie origini
sia fondamentale. E’ come avere il
timone in una barca nella tempesta.
Penso che gli Anconetani si stiano
rendendo conto di quanto sia bella la
loro Città, importante la sua storia e
soprattutto quante opere d’arte ha tra
le sue mura. Andare a cercare fuori
da queste mura va benissimo ma solo
dopo aver conosciuto la propria città,
credo sia indispensabile. Forse il momento potrebbe essere maturo per
organizzare una grande mostra sulle
mie opere. Sono o no uno dei pittori
più importanti dell’Ottocento?
•
e la Chiesa di San Nicola. Come notate Ancona non ha mai smesso di distruggere per costruire e non sempre
con qualcosa di bello, vedi il palazzo
della Rai in Piazza della Repubblica.
In questo stesso modo sono andati perduti nei secoli, palazzi, mura,
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musiche di strada
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Spopola la prima marching band delle Marche che rivisita il funky e il blues a passo di danza
Abbanda: l’orchestra scende in piazza
Da James Brown alle sigle
Tv, 16 musicisti danno
spettacolo alle feste a
colpi di coreografi e note
di Alessandra Bruno
L
a musica da ascoltare e guardare,
in una parola Abbanda. E’ la prima marching band made in Marche, nata dall'incontenibile passione di
16 ragazzi per le note e il movimento.
Ogni esibizione diventa spettacolo
puro, dove il ballo si fonde a diversi generi musicali, dal sound funk al rhythm
‘n’ blues. Stefano, Luca, Mauro, Filippo, Mirko, Andrea, Fabio, Massimo,
Gabriele, Carlo, Francesco, Marco, Paolo,
Marco E., Samuele e
Domenico hanno dato
vita ad un progetto
senza eguali, facendo
tesoro delle loro diverse formazioni musicali. Gli ingredienti
all’apparenza sono agli
antipodi,ma la miscela
funziona alla perfezione. I fantastici sedici
girano tutta la regione avvolgendo il
pubblico in un turbinio di frizzante
creatività. A parlare dell’armonia del
gruppo, è proprio Domenico Cellini,
vice presidente dell’associazione.
Quando e come è nata la band?
«Abbanda nasce nel 2012, ormai ci
siamo fatti le ossa. In quel periodo era
da un pò che Paolo Luzi, presidente
dell'associazione, aveva questa idea
in mente: durante una festa ha ascoltato la P-Funking Band di Perugia
prendendo lo slancio per iniziare. In
principio sarebbe dovuta essere solo
una band di percussionisti, poi è stata
ampliata ai fiati. Il passaparola con gli
amici del conservatorio, ha fatto il resto ed eccoci qui».
Qual è il segreto del successo?
«L’esclusività del progetto è dovuta al
fatto che siamo l'unica marching band
delle Marche, proponiamo un tipo di
spettacolo molto dinamico e la gente
•
•
non fa fatica a lasciarsi coinvolgere. Il
nostro obiettivo è uno solo, quello di
divertirci facendo divertire la gente».
Quali stili mescolate?
«Il genere al quale ci ispiriamo è principalmente il funky arrangiato nello stile
americano, tra i componenti ci sono
diplomati al conservatorio e musicisti
che provengono da altri tipi di formazione come bande e gruppi di musica
leggera».
I vostri cavalli di battaglia?
«I Got You di James Brown e alcune
sigle televisive ri-arrangiate come il
mitico “theme” dei Ghostbusters».
Ritmo scatenato e passi di danza,
come fate?
«Le coreografie nascono
come dalla tradizione
delle Marching Band ,
poi c’è lo zampino di
una nostra fedelissima
amica che, con molta
pazienza, cura tutti i
nostri movimenti per
lo spettacolo».
Dove vi esibite
principalmente?
«Piazze, strade, teatri
locali e ovunque ci sia
da far festa».
Cullate un sogno?
«Suonare brani scritti totalmente da
noi all'interno di eventi importanti
nelle piazze più grandi d'Italia e, perché no, d'Europa».
Un momento che ricordate con
affetto?
«La nostra prima esibizione all'Artistrada di Colmurano: neanche noi ci
aspettavamo di avere una reazione dal
pubblico così accesa e divertita. La nostra performance aveva fatto centro ed
eravamo…ancora in fase di sperimentazione».
Che rapporto avete con i fan?
«Bellissimo, sono la nostra linfa. Il più
bel complimento che generalmente riceviamo è riferito alla nostra capacita'
di trasmettere allegria semplicemente
divertendoci, facendo sembrare tutto
il nostro impegno e il costante studio
una cosa del tutto naturale».
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Domenico, della band
la nostra unica mission
è divertire
Un sogno? Esibirci
nelle piazze d’Europa
•
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Alcune immagini delle esibizioni
di piazza della prima marching band
delle Marche, Abbanda
06
le note solidali
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Stake&Simo, sulle note di “Se non hai” raccolgono fondi per la ricostruzione
Il ballo della terra è canzone
Versi pop e rap nel testo
scritto da due musicisti
marchigiani per raccontare
le emozioni del sisma
di Alessandra Bruno
C
uore e anima nella canzone “Se
non hai…”, il primo singolo
dedicato al terremoto del Centro Italia. Due musicisti, il maceratese
Valerio La Fontana, in arte Stake, e
Simone Cesaro di Castelfidardo, alias
Simo Whitesoldier, hanno unito i talenti per un progetto benefico rivolto
alle popolazioni colpite dal sisma. Il ricavato del brano, in digital download
negli store più diffusi e su Apple e ITunes, sarà devoluto al 100% per la ricostruzione. Nel videoclip le immagini
immortalate dal videomaker Federico
De Marco. In questa intervista “doppia” conosciamo meglio gli autori.
Come è nata l'idea?
Stake>Volevo raccontare quello che
avevo provato scrivendo una canzone,
ne ho parlato con Federico (De Marco) e a lui è piaciuta subito: mi ha proposto di realizzare un videoclip con le
sue immagini girate dalle zone rosse.
Volevamo lanciare un messaggio di
speranza.
Simo> E’ nata da Stake che poi in un
secondo momento mi ha chiesto di
partecipare scrivendo alcune parti del
testo.
Il tuo nome d'arte?
Stake> E’ la mia scommessa personale, ho puntato su me stesso, con un
progetto solista.
Simo> Rappresenta il mio stile di vita.
Per inseguire il bene e l'amore, bisogna
essere capaci di lottare e l'immagine di
un "soldato bianco" e' stato un po'
l'ossimoro che mi ha fatto identificare
in questo concetto.
La tua formazione musicale?
Stake> Ho iniziato studiando il basso elettrico, poi chitarra e infine voce,
migliorando la tecnica con l'aiuto di
tre maestri di canto, in due scuole di
musica. Tanti ascolti dei generi più
differenti e altrettanti live in tutta la
regione.
Simo> Molto articolata. Dall'età di
12 anni ho dedicato la mia ricerca
musicale allo studio del ritmo in tutte
le sue forme, prima attraverso le percussioni, poi la batteria fino ad arrivare al rap.
Il pop e il rap si mescolano alla perfezione, qual è il segreto?
Stake> E’ aprirsi a nuove influenze,
raccontare la stessa storia con stili di-
Stake&simo
CANTANTI
Siamo arrivati al
cuore, ora sogniamo
di costruire una
scuola per i bimbi
che l’hanno persa
versi, mixare le stesse emozioni.
Simo> Saper mescolare le stesse emozioni, poi il genere viene da sé. Abbiamo vissuto in prima persona questo
terremoto e questo ci ha uniti anche
nella musica.
Vi aspettavate questo successo?
Stake> Abbiamo realizzato tutto in
pochi giorni, lo scopo era quello di
raccogliere fondi e lanciare un messaggio di rinascita. Non dovevamo risultare bravi, ma sapevamo che questo
tipo di musica è diretto e arriva alla
gente.
Simo> A dire il vero no. Siamo rimasti molto sorpresi dell'impatto mediatico , ma la cosa che più mi fa piacere
è aver percepito le emozioni fortissime
di chi ha vissuto questo dramma e si è
riconosciuto nel brano.
Il ricavato sarà destinato ai terremotati: progetti?
Stake> Aiutare la scuola di Pievebovigliana. Gli alunni hanno ricominciato
in una tensostruttura, non hanno i
giochi. Iniziamo a piccoli passi.
Simo> Lascio la parola a Stake.
Il momento più emozionante?
Stake> Ho pianto quando ho scritto il
testo, al verso "corri e porti i tuoi figli
fuori..." Lì ho capito che ero riuscito a
tirar fuori quello che avevo dentro.
Simo> L'abbraccio di uno dei sindaci
delle zone colpite dal terremoto e gli
occhi lucidi delle persone sotto il palco che poi sono diventati abbracci.
Un sogno?
Stake> Ricostruire con i fondi raccolti
un intera scuola, antisismica e vedere i
bambini viverla senza paura.
Simo> Riuscire a donare una nuova
scuola a chi l’ha persa con le vendite
di “Se non hai..”.
•
Alcune immagini del video
dei due musicisti e due foto dei danni
provocati dal sisma
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TECNOLOGIA IN MEDICINA
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A Villa Silvia e San Nicola l’innovativa terapia per la lotta a depressione e dipendenze
Nuovi impulsi per ritrovare la vita
Potrebbe rappresentare
l’ultima frontiera per
intervenire a livello
fisiologico senza farmaci
I disturbi
Terapia versatile
“Trattamento,
non miracolo”
di Talita Frezzi
C’
è una rivoluzione tecnologica alla base della speranza
di cura del nuovo male del
secolo, la depressione. Questa importante novità arriva dalla Casa di
Cura Villa Silvia di Senigallia e dal
Centro di post-cura San Nicola di
Piticchio di Arcevia, strutture che
hanno già adottato gli “impulsi magnetici” per il trattamento a livello
neurologico dei disturbi psichiatrici
e comportamentali. I due centri già poli d’eccellenza nell’ambito del
trattamento delle dipendenze e delle
patologie psichiatriche - introducono nella nostra regione l’innovativa
tecnologia di Stimolazione Magnetica Transcranica Profonda Ripetitiva
(rTMS-d), nuova frontiera nella lotta
alla depressione e alle dipendenze da
alcol e droghe. La rMTS-d potrebbe rappresentare una svolta radicale
nella lotta alle dipendenze in quanto consente di intervenire a livello
fisiologico, ma senza la necessità di
somministrare al paziente ulteriori
sostanze/farmaci con il rischio di innescare una nuova dipendenza. “La
tecnologia di Stimolazione Magnetica Transcranica Profonda Ripetitiva
(rTMS-d) - spiega il dottor Ruggero Raccah, psichiatra e consulente
scientifico della società di Tel Aviv
Brainsway, produttrice della strumentazione - integra i vari percorsi di
cura. Tuttavia, rispetto a tali percorsi,
N
sa agire in modo più mirato, affiancando le soluzioni farmacologiche.
Il tutto attraverso un procedimento non invasivo e non doloroso che
consente di agire direttamente sui
meccanismi neuronali del paziente”.
Il paziente, sottoponendosi a questo trattamento, deve solo indossare
uno stimolatore magnetico (casco) a
contatto per cinque sedute da ven-
elle attuali società sviluppate la diffusione della
patologia depressiva ha un’incidenza che può variare dal 5% al
15% della popolazione. Spesso
conduce o si lega direttamente
a comportamenti nocivi come
l’abuso di sostanze (cocaina, alcol…) o altre dipendenze di tipo
comportamentale (es.ludopatia,
sex addisction…), andando così
a configurare una situazione clinica inquadrata con la moderna
definizione di “doppia diagnosi”
cioè una pericolosa combinazione tra disturbi di origine psichiatrica e dipendenze. Attraverso
l'H-Coil, una specifica bobina in
grado di trasmettere gli impulsi
magnetici nella struttura cerebrale profonda, è possibile aumentare l'efficacia e la versatilità
della terapia. Secondo gli studi
condotti, la rTMS-d ha la capacità di contribuire a disinnescare
i processi neuronali che portano
i soggetti dipendenti al craving,
quell'inarrestabile desiderio di ricorrere alle sostanze di abuso. Il
trattamento per Impulsi magnetici integra efficacemente la cura
farmacologica e terapeutica.
Info: www.villasilvia.com
ti minuti a settimana (trattamento
base previsto sia in regime ambulatoriale sia in quello residenziale, approvato dal Ministero della Salute).
Le sedute, ripetute nel tempo, “producono un costante miglioramento
dei fattori neurologici che sono, al
contempo, origine e conseguenza dei
disturbi comportamentali e psichiatrici trattati”. “E' una vera e propria
rivoluzione tecnologica nell’approccio di cura delle persone affette da
patologie psichiatriche e dipendenze
patologiche- conferma il fondatore
del Centro San Nicola e direttore
generale di Villa Silvia, dottor Vincenzo Aliotta - che offre un sostegno
concreto a chi soffre di uno dei mali
del nostro tempo, la depressione”.
Proprio la depressione nel corso
degli anni e un prolungato abuso
di sostanze possono portare a delle
alterazioni funzionali del cervello,
con un ostacolo al corretto funzionamento neuronale. Fattori fisiologici contro i quali i normali approcci
terapeutici di natura psichiatrica e
psicologica hanno un potenziale di
efficacia ridotto. “Ma tramite la stimolazione localizzata e ripetuta delle
aree cerebrali interessate, realizzata
attraverso la tecnologia rTMS-d, è
invece possibile andare a riattivare direttamente le zone del cervello
precedentemente
"danneggiate",
producendo risultati soddisfacenti
nella lotta contro un ampio raggio
di patologie psichiatriche o fisiologiche, come la depressione, i disturbi
bipolare e ossessivo-compulsivo, lo
stress post-traumatico, l'autismo, la
sindrome di Asperger, la malattia di
Alzheimer e la sclerosi multipla”.
•
VINCENZO
ALIOTTA
Tramite la stimolazione
localizzata-ripetuta
è possibile riattivare
le zone del cervello
danneggiate
Qui sopra il fondatore del Centro
San Nicola e direttore di Villa Silvia
dottor Vincenzo Aliotta
08 09
LE COSE DA FARE
NUMERO 18 | GENNAIO 2017
PAGINE
LUNEDì 2 GENNAIO
DOMENICA 8 GENNAIO
JESI
Teatro G.B. Pergolesi
IL LAGO DEI CIGNI
Musiche di P.I. Tchaikowsky
coreografie M. Petipa
Corpo di Ballo Ballet
of Moscow
OSIMO
Stagione teatrale
2016/2017
Teatro La Nuova Fenice
CARAVAGGIO
Con Vittorio Sgarbi
Undici spettacoli al Pergolesi e al Teatro Spontini
VENERDì 13 GENNAIO
DOMENICA 15 GENNAIO
MERCOLEDì 8 FEBBRAIO
FANO
Stagione teatrale
2016/2017
Teatro della Fortuna
L’AVARO
Con Alessandro
Benvenuti
MAIOLATI SPONTINI
Stagione teatrale
Jesi- Maiolati Spontini 16/17
Teatro G. Spontini
PARENTI SERPENTI
Con Lello Arena
Regia di Luciano Melchionna
JESI
Stagione teatrale
Jesi- Maiolati Spontini
2016/2017
Teatro G.B. Pergolesi
L’ORA DEL RICEVIMENTO
Con Fabrizio
Bentivoglio
Regia di Michele Placido
VENERDì 6 GENNAIO
MARTEDì 14 FEBBRAIO
SENIGALLIA
Stagione teatrale
2016/2017
Teatro La Fenice
CABARET
Il musical
Con Giampiero
Ingrassia e Giulia
Ottonello
JESI
Stagione teatrale
Jesi- Maiolati Spontini
2016/2017
Teatro G.B. Pergolesi
IL BORGHESE
E GENTILUOMO
Con Emilio Solfrizzi
Regia di Armando Pugliese
SABATO 21 GENNAIO
MARTEDì 10 GENNAIO
MATELICA
Matelica Festival
2016/2017
Teatro Piermarini
concerto
IF MUSIC BE THE FOOD
OF LOVE
Shakespeare e la musica
Mezzosoprano Mya Fracassini
Pianoforte Ettore Costabile
MACERATA
Stagione teatrale
2016/2017
Teatro Lauro Rossi
LE SERVE
Con Anna Bonaiuto
Vanessa Gravina e
Manuela Mandracchia
MARTEDì 10 GENNAIO
CIVITANOVA
Stagione teatrale
2016/2017
Teatro Rossini
VENERE IN PELLICCIA
Con Sabrina
Impacciatore
e Valter Malosti
SABATO 7 GENNAIO
DUE STAGIONI DI PROSA FINO
AD APRILE TRA I VIP SANDRELLI
COVATTA, GUERRITORE
PLACIDO E MONTANINI
SENIGALLIA
Mamamia
SALMO live
Hellvisback Tour 2017
di Alessandra Bruno
7/8 GENNAIO
U
ASCOLI PICENO
Stagione teatrale
2016/2017
Teatro Ventidio Basso
CAMERA CON VISTA
Con Selvaggia
Quattrini, Paola
Quattrini
Regia di Stefano Artissunch
DOMENICA 8 GENNAIO
JESI
Stagione teatrale
2016/2017
Teatro G.B. Pergolesi
IL GIUOCO
DELLE PARTI
di Luigi Pirandello
Con Umberto Orsini
Regia di Paolo Valerio
Shakespeare, standup
comedy e cinema
al 2017 si brinda sul palco
MERCOLEDì 11 GENNAIO
JESI
Opera Ancona Jesi
Teatro G. Pergolesi
LA SCUOLA DE’ GELOSI
Musiche di Antonio
Salieri
ndici eventi in cartellone
fino al 2017, due rassegne di
prosa servite dalla Fondazione Pergolesi Spontini: la stagione del
teatro G.B. Pergolesi di Jesi e quella
del teatro G. Spontini di Maiolati.Un
ricco carnet di appuntamenti, dal 14
dicembre al 4 aprile, che spazia dalle
pietre miliari del teatro come Pirandello, alle pièce tratte dagli eterni
capolavori del cinema, passando per
gli spettacoli musicali e le commedie
esilaranti. Sul palco i grandi registi
contemporanei e gli interpreti più
amati dal pubblico. Ad aprire la stagione 16/17 del teatro Pergolesi, il 14
dicembre, l’Amleto, una delle più celebri tragedie di Shakespeare, capace
di toccare tutte le corde dell’animo
umano: il destino, l’amore, le ingiustizie, le controversie, il dolore, la
perdita. La versione è restituita dalla
vena creativa di Daniele Pecci, nella
duplice veste di regista e protagonista.
Accanto a lui Maddalena Crippa e altri dodici attori. Il 15 gennaio sbarca
a Maiolati la commedia in due atti
“Parenti Serpenti” con protagonista
Lello Arena e una compagnia di sette
attori, per la regia di Luciano Melchionna. L’11 febbraio 2017 il re della stand up comedy in Italia, Giorgio
Montanini, porta in scena “Per quello che vale”, una riflessione sul ruolo
del comico nella società odierna. Il
17 febbraio due grandi star, madre
e figlia insieme sul palco: Stefania
e Amanda Sandrelli interpretano il
testo di Astrid Veillon, “Il bagno”,
accompagnate dal cast femminile
composto da Euridice Axen, Claudia
Ferri e Elda Alvigini. La stagione del
teatro Spontini si chiude il 2 aprile con lo spettacolo degli Oblivion,
“The human jukebox”: un articolato
mangianastri umano che mastica tutta la musica e la digerisce in diretta
in modi mai sentiti prima. Dopo le
feste si apre la stagione del Pergolesi.
Si parte l’8 gennaio con la commedia, più volte rivisitata, “Il giuoco
delle parti” di Luigi Pirandello con
Umberto Orsini per la regia di Paolo
Valerio. L’8 febbraio sbarca “L’ora del
ricevimento”, una commedia «non
per ridere, ma per riflettere» quella
firmata da Michele Placido con Fabrizio Bentiviglio nei panni del disilluso professor Ardeche, insegnante in
una scuola ai margini dell’area metropolitana di Tolosa, dove la scolaresca,
è un crogiuolo di razze e culture. Il 14
febbraio Emilio Solfrizzi diventa “Il
borghese e Gentiluomo”, tratto dal
celebre testo di Moliere.
Il 6 marzo il comico Gioele Dix dirige due maestri della risata come Enzo
Iacchetti e Giobbe Covatta in “Matti
da slegare”. Il 25 marzo in scena va
la trasposizione di uno dei capolavori
del cinema italiano “Il sorpasso” di
Dino Risi, interpretato da Giuseppe Zeno, Luca di Giovanni per la
regia di Guglielmo Ferro. Il 4 aprile
chiude il cerchio “Mariti e mogli”,
dall’omonimo film di Woody Allen
con un quartetto di eccellenze: Monica Guerritore, Francesca Reggiani,
Pietro Bontempo e Antonio Zavatteri.
•
24 | 25 GENNAIO
DOMENICA 29 GENNAIO
MACERATA
Stagione teatrale
2016/2017
Teatro Lauro Rossi
GIANNI
Di e con Caroline
Baglioni
Ispirato alla voce di Gianni
Pampanini
TOLENTINO
Stagione teatrale
2016/2017
Cine teatro Don Bosco
L’AMORE MIGLIORA
LA VITA
Con Edy Angelillo
Ettore Bassi
Giorgio Borghetti
Scritto e diretto da Angelo
Longoni
GIOVEDì 26 GENNAIO
SABATO 14 GENNAIO
DOMENICA 22 GENNAIO
OSIMO
Stagione teatrale 2016/2017
Teatro La Nuova Fenice
CATAPULT
Magic shadows
Musiche Antonio Vivaldi, Harold Arlen, Christopher Norton
Regia di Adam Battelstein
FABRIANO
Stagione teatrale
2016/2017
Teatro Gentile
SERIAL KILLER
PER SIGNORA
Con Gianluca Guidi e
Giampiero Ingrassia
ARIETE > 21/03 | 20/04
L’anno inizia molto bene: un
progetto importante a lungo
accarezzato si realizza.
Pazienza ancora un po’.
Fascino in aumento e collezione di cuori.
ANCONA
Stagione di prosa
2016/2017
Teatro delle Muse
BILLY ELLIOT
IL MUSICAL
musiche Elton John
Tratto dal film di Stephen
Daldry
Regia originale Massimo Romeo Piparo
CAPRICORNO > 22/12 | 20/01
Sarà un mese ricco di entusiasmo, con Venere propizia, che
faciliterà conquiste e colpi di
fulmine.
Cambiamenti di lavoro, dovuti
a insofferenza.
di Maria Sabina Coluccia
TORO > 21/04 | 20/15
Brindi al nuovo anno tra i
piaceri della buona tavola e
dell’alcova.
Peccato quel Saturno invidioso,
che ti punzecchia su un progetto inconcluso.
CANCRO > 22/06 | 22/07
L’anno comincia con…l’affanno. Impegni gravosi vi offuscano le feste. Anche l’amore si fa
desiderare.
Approfittatene per riordinare le
idee.
vergine > 24/08 | 22/09
Inizio d’anno romantico, con
Venere che vi strizza l’occhiolino dai Pesci.
Incontri d’amore piccanti ma
brevi. Si parte coi fuochi d’artificio.
SCORPIONE > 23/10 | 22/11
L’anno inizia annoiato per i nati
in seconda decade, mentre gli
altri sono pieni di entusiasmo.
Un amore clandestino può
diventare esplosivo.
ACQUARIO > 21/01 | 19/02
Un problema di vecchia data si
scioglierà come neve al sole in
questo inizio d’anno.
Una splendida Venere brillerà e
porterà a molti l’amore.
GEMELLI > 21/05 | 21/06
A gennaio scintilla il sole
d’inverno su voi Gemelli, eterni
ragazzini nel cuore.
Urano, come una Befana, lascia
cadere mille impreviste novità.
LEONE > 23/07 | 23/08
Brilla un pallido Sole sul vostro
gennaio, mese che non convince. Urano si fa sentire, specie
sul lavoro.
Si dissolvono alcune nebbie
nettuniane.
BILANCIA > 23/09 | 22/10
Ottimo inizio grazie a Nettuno.
Cambiamenti imprevedibili
in amore.
Vecchi rapporti familiari
difficili si risolvono.
Buon mese sul lavoro.
SAGITTARIO > 23/11 | 21/12
L’anno inizia tra frizzi, lazzi e
saggi propositi.
Plutone è andato, passata è la
tempesta.
Ora c’è l’energia per affrontare
tutto col sorriso.
PESCI > 20/02 | 20/03
Venere a inizio anno porta
amore. Guadagni inaspettati
e forse un cucciolo a quattro
zampe.
Per i nati in terza decade
probabili rovesci di coppia.
Il giornale è anche disponibile
in digitale nel sito:
www.d-mare.it
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Per info commerciali contattare:
Cristina Cognini
[email protected]
phone 392.2049761
Illustrazione di Sergio Giantomassi
e Felice 2017
D.mare è disponibile anche
gratuitamente presso le librerie
Feltrinelli di Ancona e Cattolica di Jesi
10
MOSTRE D'AUTORE
NUMERO 18 | GENNAIO 2017
PAGINA
A palazzo Bisaccioni la collettiva “Futurismi, percorsi nell'arte del primo Novecento”
Jesi, in mostra gli artisti maceratesi
In ESPOSIZIONE LE opere DI
PITTORI COME Bravi, Capponi
Monachesi, Pannaggi
Peschi, Tano e Tulli
di Talita Frezzi
I
ALFIO BASSOTTI
PRESIDENTE CARISJ
La Fondazione Carisj
ha così scelto di
promuovere il
patrimonio artistico e
culturale del territorio
In alto, la locandina ed alcune
immagini della mostra a palazzo
Bisaccioni. Sotto, Alfio Bassotti
colori irrompono nella tela con
prepotenza, le forme si stagliano
severe delineando nuovi confini,
l'immaginazione oltrepassa i suoi
limiti per andare oltre, nulla è più
come era, come sembrava. Sono i
tratti di un'avanguardia storica capace di rivoluzionare il pensiero,
l'arte, la moda, la cultura, il cibo, la
letteratura.
Il Futurismo, movimento artistico
e culturale italiano del XX secolo
nato grazie al poeta e scrittore Filippo Tommaso Marinetti, irrompe
nell'arte marchigiana delineando
una rottura con il passato. Il Futurismo Italiano si identifica nei
maggiori esponenti come Balla,
Depero, Sironi. Anche nella nostra
regione il fermento culturale e artistico dell'epoca si manifestò come
“gruppo futurista” o “gruppo maceratese”, con artisti del calibro di Rolando Bravi, Cleto Capponi, Sante
Monachesi, Ivo Pannaggi, Umberto
Peschi, Bruno Tano e Wladimiro
Tulli.
I loro linguaggi, il loro modo di segnare la rottura con quell'isolamento provinciale della cultura della
Penisola verso la riapertura del dialogo con l'Europa, sono al centro di
un'interessante mostra “FuturismiPercorsi futuristi nell'arte del primo
Novecento”, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi
(Carisj) e allestita presso la sede di
Palazzo Bisaccioni in piazza Colocci
n.4 a Jesi.
La collettiva - curata dal professor
Stefano Papetti, direttore dei Musei
Civici e Galleria d'arte contemporanea Osvaldo Licini di Ascoli Piceno
- intende portare l’attenzione sugli
sviluppi che il Futurismo ha avuto nelle Marche a partire dal 1922
quando a Macerata presso il Convitto Nazionale, il giovane pittore
Ivo Pannaggi organizzò una mostra
di opere di Balla, Boccioni, Carrà e
Depero, e sui riflessi di tale stagione dell’arte italiana su quella marchigiana, che non furono di poco
conto.
La mostra ha aperto i battenti il 7
dicembre e sarà fruibile fino al 26
febbraio 2017. Sono esposte alcune opere di principali esponenti del
movimento come Balla, Depero,
Sironi e degli artisti marchigiani
che hanno fatto parte del “gruppo
futurista” o “gruppo maceratese”. La
mostra è patrocinata dal Ministero
dei Beni e delle Attività Culturali e
del Turismo oltre che dalla Regione
Marche.
«La Fondazione Cassa di Risparmio
di Jesi ha scelto di promuovere il
patrimonio artistico e culturale del
territorio - spiega il presidente della Carisj Alfio Bassotti - attraverso
la creazione, nella sede di Palazzo
Bisaccioni, di un museo costituito
da raccolte di quadri di arte antica
e contemporanea, da una biblioteca, dall'archivio storico della Carisj, da sale per convegni e incontri,
nonché da una sala per l'esposizione
di banconote e monete della Repubblica Italiana. La Fondazione,
attenta alle iniziative culturali di
alto profilo espresse dalla dinamicità
del territorio, ne favorisce in varie
forme la realizzazione e il successo.
Un percorso iniziato nel 2015 con
la mostra su “Osvaldo Licini. Le
tracce, il segno” e continuata con
successo con “La Scuola romana-da
via Cavour agli anni '50”, prosegue
ora con la mostra dedicata al “Futurismo”, determinante fase d'avanguardia inizialmente per la cultura
italiana e successivamente diffusasi
in tutta Europa».
La mostra è a ingresso libero, aperta tutti i giorni dalle 9,30 alle 13 e
dalle 15,30 alle 19,30 con chiusura
solo il 25 dicembre e il 1 gennaio
2017. Info: 0731-207523.
•
NUMERO 18 | GENNAIO 2017
11
FORMAZIONE D'ECCELLENZA
PAGINA
fumetto, animazione
web design e grafica
pubblicitaria per formare
i nuovi comunicatori
di Talita Frezzi
C’
è tutto un mondo, quello
della creatività, che ha bisogno di uscire dalla scatola
delle idee, dai confini dello sguardo e
dalla materia di un tratto. Un mondo
eccezionale che si canalizza in realtà,
forme, colori e suoni, diventando personaggi, azioni, storie, vite. Ed è grazie
a questa inesauribile fo’nte di fantasia,
che dopo quasi vent'anni Nathan Never vende ancora circa 70mila copie,
Dylan Dog supera le 150.000-200.000
copie e il mercato dei fumetti a tutt'oggi in Italia è ancora uno dei più vasti in
assoluto. L'Italia, per territorio e popolazione, è il secondo mercato mondiale
di fumetti dopo il Giappone. E a Jesi
dal 1999 sorge la terza sede in ordine
di tempo della Scuola internazionale di
Comics, l'Accademia delle arti figurative e digitali, una fucina di artisti dei
linguaggi espressivi destinati a portare
l'emozione di un tratto nel mondo.
E non è un caso che questa particolarissima scuola sorga in uno spazio di
500 metri quadrati in via Santa Maria
1/a a Jesi, in un palazzo di archeologia
industriale che fu di una cartiera ormai
recuperata, vicino al centro storico.
Un'area completamente ristrutturata
con imponenti capriate e luminosi lucernari. Nelle cinque aule disponibili
tre sono dedicate ai corsi di fumetto,
illustrazione, scrittura e scultura mentre due sono esclusivamente dedicate ai
corsi multimediali.
Si sviluppano percorsi personalizzati
per ciascun corso, per capire le reali
propensioni dell'allievo. Il corso di
fumetto - altamente formativo e che
porta a raffinare uno stile personale serve a dare le basi, infatti nei primi
due anni si affrontano elementi di anatomia, prospettiva, studio dei personaggi e degli ambienti, inchiostrazione
e sceneggiatura, fino alla realizzazione
di vere e proprie tavole a fumetti. Il terzo anno è quello della specializzazione,
scelta arricchita da un orientamento
sulle richieste editoriali e da una panoramica sul mondo del lavoro e le sue
reali richieste. Il corso di illustrazione
muove dalle basi del disegno (anatomia, prospettiva, disegno dal vero) per
proseguire con le varie tecniche pittoriche. Il corso di animazione fornisce
gli strumenti necessari per muoversi
autonomamente nel mondo dei corti
in animazione.
•
A Jesi è attiva l'accademia delle arti figurative e digitali
Comics... ci disegnano così!
LA SCUOLA
Formazione e lavoro
Dal banco alla
fiera Falcomics
I
l corso di grafica pubblicitaria
risponde all'esigenza moderna
del cambiamento di linguaggio,
ormai definitivamente lontani
dalle avanguardie futuriste di
Marinetti o Majakovskij, ora la
comunicazione attraversa il secolo e arriva ad essere patrimonio
di tutti con un utilizzo di forme,
linguaggi, parole, segni e alfabeti
simile a un bombardamento. E la
professione del grafico pubblicitario si ritaglia addosso a quelle
persone curiose, osservatrici,
capaci di farsi domande e trovare
le risposte giuste con i messaggi
che arrivano più in fretta. Niente
artisti con particolari inclinazioni
creative, ma metodici professionisti della comunicazione:
Comics li disegna così. Oltre ai
variegati corsi proiettati alla formazione di figure da inserire nel
mondo del lavoro, dal 2012 la
sede Comics di Jesi ha in carico
l'organizzazione della storica
“Fiera del Fumetto Falcomics” di
Falconara Marittima, riscuotendo
grande consenso di pubblico
(www.falcomics.it). L'Accademia
internazionale di Comics di Jesi è
visitabile tutti i giorni in orario di
ta.fre.
segreteria.
www.scuolacomics.com/sedi/jesi.
•
In alto, due docenti della
Scuola Internazionale di Comics
Accademia delle arti figurative
e digitali. Sopra e al centro della
pagina alcune illustrazioni
realizzate dagli allievi
12
LUPI DI MARE
NUMERO 18 | GENNAIO 2017
PAGINA
L'iniziativa
Evento by Restyling
Babbo Natale
è arrivato
con il sup
D
al porto di Numana costeggiando il Conero, la spiaggiola, la spiaggia del frate, la Urbani,
San Michele, i Sassi neri fino alle
due Sorelle, scortati da barche a
vela della Four Sailing. Ed ecco
che in una bella domenica di dicembre pre-natalizia, l'esercito di
strampalati Babbi Natale è arrivato
in sup. La suggestiva manifestazione, promossa da Restyling in
collaborazione con Fitness Square,
Hair Baldella, scuola di vela Four
Sailing ha visto anche la partecipazione della Tenuta il Corbezzolo
con il titolare Erik Rosciani e i suoi
cavalieri. Circa 30 i Babbi Natale
con cappellini, barbe e il classico
vestito rosso, qualcuno anche
equipaggiando il proprio sup con
un piccolo alberello.
Una giornata coronata da uno
splendido sole e temperature
relativamente miti, che ha visto
attendere i Babbi Natale in sup da
una lusinghiera cornice di pubblico e curiosi, armata di fotocamere
e telefonini.
Restyling sta programmando una
replica per il prossimo anno,
magari con stand gastronomici e
ta.fre.
animazione musicale.
•
Foto Gionata Taddei
Regate internazionali, gare e campionati: un anno da vincere
Lega Navale, è ora di salpare
CALENDARIO ATTIVITÀ 2017
LEGA NAVALE ITALIANA
SEZ.ANCONA
Per la prima volta nelle
Marche, la sezione di
Ancona ospiterà l'ambito
Trofeo mondiale Kinder
di Talita Frezzi
R
egate, trofei regionali, campionati italiani, incontri a
tema e soprattutto per la prima volta nelle Marche l'ambito Trofeo Kinder, manifestazione di punta
della categoria Optimist, che vedrà
partecipare 300 giovanissimi regatanti. Sarà un anno ricco di impegni
per la Lega Navale Italiana sezione
di Ancona, che sta stilando un'agenda di appuntamenti sociali, sportivi,
culturali e ludici, che vedranno impegnati anche molti soci volenterosi
e con un senso di appartenenza encomiabile. Per la didattica si avranno
due corsi per il conseguimento della
patente nautica (vela e motore) nel
periodo di marzo/giugno e ottobre/
dicembre; uno stage di 4 giornate di
teoria della navigazione per aiutanti
skipper cui seguirà un corso pratico.
Tornano gli incontri su temi relativi a meteorologia, onde e ambiente
marino, vhf ed emergenze di bordo.
Parallelamente si continuerà l'attività nelle scuole (al Liceo Scientifico
GENNAIO
4 giornate di stage di teoria della
navigazione per aiutanti skipper
FEBBRAIO
corso di navigazione per aiutanti
skipper con utilizzo delle carte
nautiche (11 e 25)
MARZO
1° corso patente nautica
(vela e motore)
APRILE
corso pratico di 4 giorni
per aiutanti skipper
MAGGIO
Regata Ancona-Tremiti-Ancona
no stop (26/28)
GIUGNO
Esame 1° corso patente nautica
(vela e motore); Grand Prix Città di
Ancona tappa campionato italiano
Moto d'acqua (17/18); XXVII°
Middle Adriatic off shore cup Trofeo
coast to coast Ancona-Zara (22/25)
LUGLIO/AGOSTO
attività giovanile volta
all'iniziazione e al perfezionamento
degli allievi classe Optimist.
SETTEMBRE
XI° Trofeo Colle Guasco (3);
Campionato italiano Model vela
(17); Trofeo Kinder (23)
OTTOBRE
2° corso patente nautica
(vela e motore); esposizione
di modellismo navale
NOVEMBRE/DICEMBRE
6 incontri su temi relativi a meteorologia, onde e ambiente marino, vhf
ed emergenze di bordo
Savoia Benincasa). Intenso anche il
calendario dell'attività sportiva: dai
corsi di avvicinamento alla vela riservati a bambini dai 6 agli 8 anni,
alle regate delle classi Optimist, Laser, Finn. «E' stato proprio grazie
all'intervento del nostro presidente
Nicola Basti coadiuvato dalla nostra responsabile della vela giovanile Arianna Gambuzzi che la nostra
sezione potrà ospitare per la prima
volta il Trofeo Kinder con 300 giovani - sottolinea il vice Galliano
Ippoliti – in lizza per il trofeo». Tra
gli eventi previsti sono confermati: i campionati di moto d'acqua,
di model vela, l'undicesimo Trofeo
Colle Guasco in concomitanza con
la Festa del Mare e la regata internazionale Middle Adriatic off shore
cup (Maoc) trofeo Coast to Coast
Ancona-Zara, 27° edizione. In concomitanza con questa regata sarà effettuata – novità di questa edizione
– la traversata con canoa dalla costa
croata fino ad Ancona dove a pagaiare saranno un istruttore (Francesco Amore) e un ragazzo non
vedente, che si orienterà solo con
messaggi vocali e sensoriali, questa
impresa del Gruppo canoa sarà supportata da due imbarcazioni partecipanti alla regata Ancona-Zara che
fungeranno da barca-appoggio per
l'iniziativa.
Altro grande evento velico, e novità
assoluta per l’intero ‘mondo’ nautico anconetano, sarà la regata d’altura Ancona-Tremiti-Ancona che
vedrà la sua prima edizione proprio
nel 2017.
La stagione di impegni agonistici si
chiude poi con le regate zonali: due
Optimist, due Finn, 2 Laser le cui
date sono ancora in via di definizione in base alle assegnazioni della
FIV. Appuntamento di rilievo anche
quello dell'esposizione di modellismo navale con 20 riproduzioni di
navi d'epoca dei soci Renato Ulisse
e Romolo Giampieri.
•
13
moda & MODE
NUMERO 18 | GENNAIO 2017
PAGINA
Il capospalla, caldo e leggero, che da decenni ha sostituito cappotti, pellicce e montoni
D’inverno è piumino, con o senza piume
Il primo fu realizzato
nel 1954, testato da una
spedizione italiana sul K2
e promosso a pieni voti
di Marina Roscani
A
ll’inizio erano le pelli degli animali a difendere l’uomo dai
rigori dell’inverno. Poi, col trascorrere dei secoli, arrivarono i tessuti
e le mode. Le stoffe più preziose per
i ricchi, e quelle più ruvide per i poveri. Le donne tornarono a indossare
pellicce, simbolo di benessere e distinzione. Il visone era il sogno per tante
casalinghe anni Cinquanta, che faceva
il paio con la borsetta di coccodrillo,
rigida e a soffietto.
Chi non poteva si accontentava del
cappotto che, durante l’ultima guerra,
quando era troppo usurato, si faceva
girare dal sarto, un double-face ante
litteram e obbligato.
Ma la moda macina e propone sempre
novità. Così abbiamo visto l’epoca del
montone, rovesciato e non, che nella
sua evoluzione è diventato sempre più
leggero e portabile, arricchito da dettagli di pelliccia. Ricco ed avvolgente,
abbellito da ricami e applicazioni.
Ma l’avanzare del sentimento animalista, che ha indotto nell’alimentazione alla scelta della dieta vegetariana o
vegana, e nella vita sociale alla grande
diffusione degli animali da compagnia, nel fashion ha decretato la messa
al bando di pellicce e capi di pelle.
Già da alcuni decenni, infatti, hanno fatto la loro comparsa i piumini.
Una grande soluzione leggera e calda,
da lavare in lavatrice e per tutte le tasche.
Un capo dal Dna francese ma destino
IL VENERDÌ ORARIO
CONTINUATO
Dopo le forti proteste
animaliste per le oche
brutalmente spennate si
è scelta un’imbottitura
animal free
Sopra, la spedizione italiana sul K2
del 1954 che testò i primi piumini
italiano. Infatti il primo piumino realizzato nel 1954 viene testato in quota
da una spedizione italiana sul K2. Fu
promosso a pieni voti. Le elevate caratteristiche tecniche e l’invenzione della
piuma Duvet che lo rende leggero ma
caldo lo incoronano capo d’eccellenza
all’interno del guardaroba sportivo.
Innovazione ed evoluzione. Sono le
parole magiche sul quale l’azienda
Moncler, leader nel settore, ha puntato tutte le sue forze. Il piumino pensato per prestazioni d’alta quota scende
in strada, si reinventa di continuo, si
adatta ai colori e alle forme del decennio che lo ospita.
Dalle divise della scuola francese di
sci che invadono le piste e le Olimpiadi del 1968, alla moda di status dei
giovani paninari degli anni Ottanta
con colori scintillanti, nylon lucidi
e forme oversize, fino al ritorno alle
origini negli anni Duemila, quando il
Abbigliamento
0-14
I
D
L
SA
Corso Amendola, 46/E
Ancona
Tel. 071.2075182
marchio diventa italiano e si posiziona nel mondo del lusso.
E l’evoluzione continua, tante le griffe
che ne hanno fatto il capospalla per
eccellenza, al maschile e al femminile.
Con cappuccio o senza, lungo o corto,
il piumino trova posto negli armadi di
tutti, capo trasversale per età e censo.
Certo gli stilisti ogni anno debbono
inventarsi un’idea vincente per spingere il pubblico all’acquisto. Così per
innovare il cotone imbottito si accoppia al tessuto, a volte nascosto, a
volta in vista. Il comfort della piuma
è innegabile, anche se pure su questo
fronte gli animalisti si sono fatti sentire, a difesa delle oche crudelmente
spennate. A salvare capre (oche) e cavoli si è fatto avanti il marchio Save
the duck, appunto, completamente
animal free. Meno costoso degli omologhi in piume, e che mette pace nella
disputa.
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COSTUME & SOCIETÀ
NUMERO 18 | GENNAIO 2017
PAGINA
L’estetica sociale del periodo che viviamo ci porta a super-coprirci
Oversize per sentirsi al sicuro
Lo stilista Usa Rick
Owens ha fatto sfilare
modelli-bozzoli, fasciati
in metri e metri di mohair
di Marina Roscani
L
a moda, si sa, è sempre stata influenzata dal periodo storico in
cui si esprime. Così negli anni
che hanno fatto seguito alle due Guerre mondiali, abbiamo visto accorciarsi
visibilmente le gonne degli abiti femminili, per il bisogno di risparmiare
tessuto. E dalla necessità al diktat degli stilisti, il passo è stato breve. Mary
Quant lanciò nel Sessanta la minigonna, che divenne il simbolo della
Swinging London e della libertà delle
donne, di muoversi senza impacci.
E se guardiamo agli anni Ottanta,
dominati dall’edonismo, dall’eccesso,
nella società e nell’abbigliamento, carico e segnato dall’imperversare dalle
maxi spalline, ci appare sempre più
chiara l’influenza della realtà contingente sulle scelte del fashion. Ed è
conseguente che, in un periodo difficile e incerto come quello che stiamo
vivendo, sulle passerelle tornano a sfilare modelli over.
Le paure, le inquietudini per il futuro
ci portano a cercare rifugio, e a volte
può bastare anche un maglione avvolgente, o un paio di occhiali dalle lenti
grandi e scure, dietro ai quali nascondersi. Diventano immense le camicie
a scatola, le gonne si allungano, le
borse sono grandi sacche portatutto.
Anche nella moda maschile le maglie
si dilatano, con le spalle scese e i cappotti che toccano quasi terra.
Rick Owens ha fatto sfilare modellibozzoli, fasciati in metri e metri di
mohair, ma anche lo street fashion
lancia felpe tre taglie più grandi, con
cappucci abbondanti sotto i quali
nascondersi e sentirsi protetti. Ma anche nella tecnologia s’impone il maxi,
smartphone e tablet diventano sempre
più grandi, e nel restyling delle auto
si tende ad accrescere le dimensioni.
Una follia, se si pensa alle nostre città sempre più congestionate. Ma che
forse, avere intorno qualche centimetro in più di carrozzeria, ci fa sentire
più al sicuro dagli attacchi esterni...
Dunque ogni periodo storico ha la sua
estetica sociale, e questo 2017 ci evidenzia un gran bisogno di protezione,
di affetto. E visto che i rapporti con i
nostri simili sono sempre più difficili
ed effimeri, ci conviene accontentarci
di un pull oversize e di uno smartphone plus.
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Le paure per il futuro
ci inducono a cercare
rifugio, e a volte può
bastare anche un
maglione avvolgente
NUMERO 18 | GENNAIO 2017
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PAROLE NELLO SCAFFALE
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Chi è Matteo Ricci
Ponte tra Italia e Cina
Una missione
in dieci racconti
S
Illustrazione di Sergio Giantomassi
i chiama “Dieci racconti di un
uomo strano”, l’opera prima
dedicata ai piccini dell’autrice
anconetana Beatrice Salustri.
Sullo sfondo di un'antica Cina, le
immagini e il testo della Salustri,
presentano ai lettori la storia di un
uomo straordinario: Padre Matteo
Ricci (in cinese Li Madou), il giovane missionario maceratese che
lasciò tutto per evangelizzare una
terra lontana e sconosciuta. Sarà
proprio un cinesino a raccontare
di una grande amicizia che si instaurò tra l'uomo strano Li Madou
e il popolo cinese, un profondo
legame che ancora oggi funge da
ponte tra la Cina e l'Occidente.
Una favola moderna su accoglienza e integrazione, che piacerà
anche agli adulti: «Ho fatto un
lungo viaggio e in questo libro,
oltre a rappresentare quello che
ho visto esprimo il mio amore per
la Cina e la mia stima verso il suo
a.b.
popolo», spiega l’autrice.
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Per chi ha amato La verità sul caso Harry Quebert
Segreti di famiglia, Dicker
sforna Il libro dei Baltimore
"Dieci racconti
di un uomo strano"
Beatrice Salustri
Giaconi Editore
32 PAGINE € 12,00
“Il libro dei Baltimore”
Joël Dicker
LA NAVE DI TESEO
592 PAGINE € 22,00
Polci porta alla luce gli
scritti di Dolores Prato
Magagnini racconta le
magie del mondo vegetale
di Alessandra Bruno
D
opo il trionfo letterario di “La
verità sul caso Harry Quebert”, Joël Dicker torna con
“Il libro dei Baltimore”. I Goldman
di Montclair, nel New Jersey, vivono
in un piccolo appartamento mentre
i Goldman di Baltimore vivono nel
lusso in una splendida residenza a
Oak Park. Alla loro ricchezza e felicità
Marcus Goldman – protagonista del
grande successo editoriale di Dicker,
ha sempre guardato con ammirazione.
Marcus e i suoi due cugini Woody e
Hillel, quando erano ancora piccoli,
avevano amato intensamente Alexandra.Otto anni dopo un tragico avve-
nimento, Marcus Goldman ripercorre
la sua vita per narrarla alla propria
famiglia: la giovinezza, la scuola, i
Goldman di Baltimore… Ritornando
a episodi del passato Marcus nota che
qualcosa manca nel grande quadro
che precede il giorno della tragedia. La
domanda che torna a ossessionarlo è
semplice: cosa è successo ai Goldman
di Baltimore?. Torniamo in Italia. In
occasione delle celebrazioni del centenario di Roma capitale (1871-1971),
Dolores Prato voleva esaudire il suo
desiderio, fortissimo, di esprimere
un punto di vista in controtendenza
rispetto alla imperante storiografia
risorgimentale. Scrisse frammenti,
appunti, riflessioni preparatori a un
pamphlet, Voce fuori coro, che però
nessun editore si dichiarò disposto a
pubblicare. Oggi quegli scritti vedono
finalmente la luce grazie all’autrice e
giornalista maceratese Valentina Polci.
“Il fiore all'occhiello”
Il primo libro sul mondo
delle piante con un
vademecum per il giardino
fai da te..
“Voce fuori coro”
L'acutezza di Dolores
Prato e i frammenti autografi
su Roma tornano
a illumnare...
Alessandro Magagnini
Giaconi Editore
144 PAGINE € 15,00
Valentina Polci
Quodlibet Studio
512 PAGINE € 21,25
Nella prima parte del volume si ricostruisce l’orizzonte storico e storiografico entro il quale la celebre poetessa
concepì il suo lavoro, contribuendo
così a mettere in luce l’acutezza del
suo sguardo sui cambiamenti sociali e
culturali che l’Italia aveva attraversato
nell’ultimo secolo. La seconda parte
del testo contiene la trascrizione degli
appunti autografi della Prato, nella
loro forma embrionale di stralci destinati ad abbozzare l’intelaiatura del
progetto . Con “Il Fiore All’occhiello”
Alessandro Magagnini, giovanissimo
creativo di Recanati , esordisce nel
panorama letterario conducendo il
lettore in un affascinante viaggio nel
mondo delle piante. Sei capitoli densi
di emozioni e innovazioni, arricchiti
da un vademecum per permettere a
chiunque di creare il proprio giardino,
magari in un cappello o riciclando un
pallone da calcio.
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