Il petrolio e i combustibili liquidi Natura e formazione del petrolio Il

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Il petrolio e i combustibili liquidi
Natura e formazione del petrolio
Il petrolio è costituito da una miscela di sostanze (idrocarburi) composte per lo più da idrogeno e
carbonio
Secondo la teoria più diffusa, il petrolio si è formato in epoca preistorica a seguito della trasformazione
dei residui di piante e animali.
Questi si depositarono sul fondo del mare mescolandosi a fango e sabbia e andarono a formare mari
strati successivi di sedimento. Con il passare dei millenni, il calore e la pressione hanno trasformato tali
residui in un liquido oleoso, quello che noi chiamiamo petrolio.
La ricerca di giacimenti
Il petrolio è sempre legato alla presenza di sedimenti marini, ragione per cui la ricerca di giacimenti
avviene in zone che in passato erano ricoperte dal mare. In genere, lo si trova raccolto in sacche di roccia
impermeabile che possono assumere varie forme:
-l’anticlinale, formato da strati di roccia di forma arcuata,che costituisce la maggior parte dei campi
petroliferi del mondo;
-la faglia, costituita da una frattura degli strati rocciosi, che porta uno strato impermeabile a
imprigionare un altro starato contenente petrolio;
-la trappola stratigrafica dove fra stati inclinati di roccia, è racchiuso il petrolio.
Prima di scavare i pozzi, occorre individuare con precisione i giacimenti. Esistono diversi sistemi per la
ricerca dei giacimenti.
Esplorazione sismica SI attua mediante l’esplosione di cariche poste nel sottosuolo. Le onde d’urto delle
esplosioni colpiscono gli strati di roccia e rimbalzano in superficie,dove vengono registrate da un
sismografo. Il tempo impiegato da queste onde per raggiungere la superficie fornisce importanti
indicazioni sulla natura della roccia, la sua profondità e la possibile presenta del petrolio.
Esplorazione magnetica Poiché le rocce sedimentarie nelle quali si trova il petrolio contengono poco
ferro, hanno anche un grado minore di magnetismo rispetto alle altre. Questa differenza è rilevabile
utilizzando appositi strumenti installati a bordo di aeroplani, in modo da esplorare vaste zone.
Esplorazione gravimetrica Basata sulla diversa intensità la forza di gravità conseguente alla
composizione delle rocce del sottosuolo. E’ simile all’esplorazione magnetica.
Esplorazione sottomarina SI effettua con metodi simili a quelli usati sulla terraferma dall’esplorazione
sismica. Uno dei sistemi più utilizzati prevede l’uso di due battelli: uno fa esplodere le cariche , l’altro
registra le onde di ritorno grazie a speciali sismografi.
Il trasporto e la lavorazione del petrolio
Il petrolio appena estratto, detto greggio, per essere trasformato in prodotti utilizzabili deve essere
trasportato nei luoghi di lavorazione. Dal giacimento esso raggiungere le coste mediante tubazioni
lunghe anche centinaia di chilometri, gli oleodotti. Qui il greggio è caricato su navi cisterna che
provvedono a trasportarlo presso le raffinerie, dove viene sottoposto a un processo di distillazione.
Questo processo consiste nel riscaldare il petrolio all’interno di alte colonne di acciaio, nelle quali la
temperatura diminuisce gradualmente mano a mano che si sale verso l’alto. Quando il greggio entra
nella parte inferiore della colonna, riscaldata a 350 °C, una parte si trasforma in vapore e sale, mentre il
bitume e gli oli pesanti restano allo stato liquido e sono prelevati dalla parte bassa della colonna .ll
vapori che salgono trovano temperature inferiori che riportano nuovamente le varie sostanze allo stato
liquido.
Partendo dalle zone più basse in questo modo si attengono diverse sostanze:
-bitume e oli pesanti (350 °C);
-gasolio (280-350 °C);
-cherosene (200-280 °C);
-benzine (100-200 °C);
-gas di raffineria (meno di 100 °C).
Il cracking e il reforming
I prodotti della distillazione però non soddisfano completamente le esigenze del mercato, che richiede
soprattutto carburanti come benzina e gasolio. Per ottenere questi prodotti, le raffinerie utilizzano due
sistemi:
-il cracking, consiste nel sottoporre gli oli densi a temperature di 400-500 °C, così da suddividere le
molecole in altre più semplici come quelle delle benzine;
-il reforming, che modifica la benzina ottenute per distillazione e le trasforma in super carburanti.
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