Foie gras - Esternalizzati.it

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La sicurezza del potere si fonda sull'insicurezza dei cittadini
Foie gras? Se lo scopo di una trovata pubblicitaria è quello di rimanere impressa, beh (onomatopeico), il fantasioso autore di questa propaganda visiva c’è davvero riuscito! Al punto che ho dovuto ricercare l’antidoto, al disagio provato, nella scrittura. È una immagine marchiata “accenture” composta da un panorama marino visto da un’altura. Il cielo limpido si confonde con un mare calmo. Lievi increspature bianche delimitano una costa dai dolci e verdi declivi. In primo piano una creatura orribile che occupa circa un terzo della scena. Si tratta, non a caso, di una “mansueta” pecora dal corpo abnorme, rotondo, tremendamente gonfio che insiste su zampe, talmente “regolari”, da sembrare striminzite. Anche il muso, affondato nella balla di lana è “naturale”. Tuttavia, l’espressione degli occhi, puntati verso l’osservatore, è quella della rassegnazione mista a tristezza. Fa davvero pena! Nel cielo si staglia una scritta bianca dal sapore numinoso che tuona così: “Come fare per ottenere di più dalle stesse risorse? La risposta arriva dal prato, talmente raso da non poter essere brucato e che rafforza la congettura del pompaggio alimentare subito dalla pecora: “Migliorate la produttività senza aumentare i costi. Contattateci per scoprire come le nostre risorse possono aiutarvi a massimizzare la resa delle vostre”. E già da quest’ultima frase sembra passare il messaggio che le risorse (?) di accenture possano essere ben rappresentate, ad absurdum, dall’artificiale obbrobrio ovino per questo si invitano, i potenziali clienti, a scoprire l’eventuale metamorfosi anche delle proprie risorse (?). La sicurezza del potere si fonda sull'insicurezza dei cittadini
Ma l’idea stessa che si possa massimizzare la resa al punto da poter creare produttivi esseri mostruosi (con tanta più lana), pur rimanendo all’interno del paradosso raffigurativo, possiede forse valenze perverse. Insomma, l’effetto simpatetico che questa immagine pubblicitaria restituisce genera un effetto contrario alle aspettative promozionali. Innanzitutto perché vibra con dissonanza nelle corde dei nostri istinti naturali, che rigettano geneticamente deformità organiche. Poi perché l’associazione mentale, più che alla pecora Dolly, punta al Foie gras (lett.: Fegato grasso). La famosa specialità della cucina francese derivata da una alimentazione forzata che induce la crescita abnorme del fegato di un’oca (o di un’anatra). I volatili sono costretti in gabbie in cui non si possono muovere e lì, ingozzati con somministrazioni eccessive di cibo, secondo cadenze prefissate, per massimizzare la resa del prodotto finito, reputato di alta qualità e prelibatezza. La steatosi epatica è la crudele patologia che si genera sull’animale tanto che il tasso di mortalità, fuori della norma, è altissimo. L’ingozzamento alimentare delle oche Eppure in precedenti immagini pubblicitarie di accenture, gli animali seppur immortalati in situazioni assurde ma divertenti, non mutano il loro aspetto anzi, sono proprio le loro naturali caratteristiche a fornire efficaci slogan. Penso all’elefante sulla tavola da windsurf e la scritta che recita così: “Non si è mai troppo grandi per essere agili”. Oppure al branco di piccoli pesci configurati in modo da raffigurare uno squalo e la dicitura: “La sua azienda è preparata per competere?” Ma allora cosa è successo? Foie gras? stefano torcellan aprile 2011 
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