Surplus del consumatore.

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Lezione 15
Consumatori, Produzione e efficienza
Docente: Leonardo Bargigli
2015
L'Economia del Benessere
• Nella lezione di oggi ci occuperemo di valutare e quantificare i benefici che
consumatori e produttori (le imprese) hanno dallo scambio.
• La branca dell'economia che studia questo aspetto e che va a indagare sul
benessere degli individui si chiama Economia del Benessere.
• In genere, l'economia del benessere non si basa su concetti soggettivi ed
etici (cosa è giusto o non lo è) ma su analisi oggettive di "quanto" benessere
viene prodotto dal sistema economico. L'approccio di queste teorie è
microeconomico.
• Viene quindi analizzato in che modo il mercato promuove il benessere e se
è possibile intervenire sul mercato per migliorare il suo funzionamento.
La curva di domanda
• In base alla legge della domanda, se il prezzo aumenta, ogni
singolo individuo riduce la sua domanda.
• Ovvero, vi è una relazione inversa fra quantità e prezzo. La quantità
domandata è una funzione decrescente del prezzo e tale funzione,
detta curva di domanda, è rappresentabile in un grafico.
Prezzo
P
Curva di
domanda
P
D
D
Quantità
domandata
Curva di domanda e disponibilità a pagare
• La curva di domanda ci dice quanto bene viene venduto ad un
certo prezzo. Attenzione: il prezzo è riferito ad ogni unità del
bene.
• Tale prezzo indica la disponibilità a pagare dei consumatori.
Ovvero rappresenta la cifra che i consumatori sono disposti a
pagare pur di poter usufruire del bene o del servizio.
• In pratica, ci dice che i consumatori attribuiscono un certo
valore ad un bene e che il valore può essere rappresentato da
tale prezzo.
Curva di domanda e disponibilità a pagare
• Il grafico ci dice che per avere una quantità del bene D2 i
consumatori sono disposti P2 per ogni unità del bene.
• Il grafico ci dice anche che per avere una quantità del bene
D1 i consumatori sono disposti a pagare P1 per ogni unità.
• Ma allora se nel mercato si realizza P1 alcune unità di bene
vengono vendute a meno di quella che è la disponibilità a
pagare
Prezzo
P
Curva di
domanda
P
D
D
Quantità
Curva di domanda e disponibilità a pagare
• Se si realizza un prezzo P1, quali sono le unità di beni che i
consumatori acquistano ad un prezzo inferiore alla loro
disponibilità a pagare?
• Sono tutte le unità che vanno da 0 a D1
Prezzo
Curva di
domanda
P
D
Quantità domandata
Curva di domanda e disponibilità a pagare
• In pratica tutte le unità prima della D1esima vengono
vendute ad un prezzo inferiore alla disponibilità a pagare
• Chiamiamo x1, x2, x3… tutte queste unità. Per ogni unità
posso identificare la disponibilità a pagare
Prezzo
Disponibilità a
pagare per l'unità x1
Curva di
domanda
Disponibilità a
pagare per l'unità x2
Disponibilità a
pagare per l'unità x3
P
x
x2
x3
D
Quantità domandata
Curva di domanda e disponibilità a pagare
• Quando il prezzo è P1 vi è una grande differenza fra la
disponibilità a pagare relativa all'unità x1 e il prezzo che io
effettivamente pago.
• E lo stesso vale, in misura minore, per le unità x2, x3 ecc..
Prezzo
Disponibilità a
pagare per l'unità x1
Curva di
domanda
Disponibilità a
pagare per l'unità x2
Disponibilità a
pagare per l'unità x3
P
x
x2
x3
D
Quantità domandata
Il vantaggio del consumatore
• Si consideri che prevalga il prezzo P1.
• Rispetto all'unità x1 il consumatore sarebbe stato disposto a
pagare Px1 ma ha pagato P1 (P1 è inferiore a Px1).
• Questo costituisce un "vantaggio" o "beneficio" per il
consumatore e tale vantaggio è quantificabile nella differenza fra
la cifra che sarebbe stato disposto a pagare e quella che ha
effettivamente pagato. In pratica tale vantaggio è Px1-P1
• Esempio: se io sono disposto a pagare 10000 euro per una Fiat Panda ma
riesco a pagarla 8000 euro posso quantificare il mio "vantaggio" o "beneficio"
in 10000-8000=2000 euro.
• Attenzione, questo ragionamento vale per tutte le unità di bene: x1,
x2, x3.
Il surplus del consumatore
• Quello che fino ad ora abbiamo chiamato "vantaggio",
"beneficio", in termini economici si chiama Surplus del
consumatore.
• Il surplus del consumatore è dato dalla somma che un
compratore sarebbe disposto a pagare per una certa unità di
bene meno la somma che egli effettivamente paga per
quell'unità di bene.
• Esso misura il beneficio che il consumatore ricava dal
partecipare al mercato.
Come misurare il surplus del consumatore
• Ogni unità acquistata genera un beneficio pari alla differenza
fra la disponibilità a pagare relativa a quella unità e il prezzo
effettivamente pagato.
• Il surplus complessivo è pari alla somma di tali differenze.
• Graficamente è quindi pari alla somma di tutti i segmenti
evidenziati in rosso.
Prezzo
Disp. a pagare per x1
Disp. a pagare per x2
Curva di
domanda
Disp. a pagare per x3
Disp. a pagare per x4
Disp. a pagare per x5
P
x
x2
x3
x4 x5
D
Quantità domandata
Come misurare il surplus del consumatore
• Graficamente occorre andare a considerare tutte le unità di
bene che posso acquistare, in pratica tutti i segmenti rossi che
sono presenti a destra di D1.
Prezzo
Disp. a pagare per x1
Disp. a pagare per x2
Curva di
domanda
Disp. a pagare per x3
Disp. a pagare per x4
Disp. a pagare per x5
P
x
x2
x3
x4 x5
D
Quantità domandata
Come misurare il surplus del consumatore
• In pratica, graficamente, la somma di tutti i benefici per ogni
unità acquistata è data dal triangolo compreso fra la curva di
domanda e il livello di prezzo prevalente sul mercato (P1, nel
nostro esempio)
Prezzo
Curva di
domanda
P
D
Quantità domandata
Surplus del consumatore e prezzo del bene
• Confrontiamo il surplus del consumatore nel caso di due
prezzi del bene diversi: P1 e P2.
• Per P1 il surplus è dato dall'area rossa. Per P2 il surplus è dato
dall'area rossa più quella verde.
Prezzo
P
P2
Curva di
domanda
Surplus per il
prezzo P1 e per
P2 s
Incremento di surplus col prezzo P2
D
D2
Quantità domandata
Surplus del consumatore in pratica
• Il surplus del consumatore ci permette di identificare il beneficio
che il consumatore trae dall'acquisto del bene.
• In pratica ci dice che quando il prezzo è basso il consumatore trae
grande beneficio dall'acquisto del bene (il surplus è alto).
• L'analisi grafica ci permette anche di quantificare (graficamente)
l'entità di tale beneficio (dato, quantitativamente dall'area del
triangolo)
La determinazione del surplus del consumatore nel
mercato
• Fino ad adesso abbiamo supposto che il prezzo prevalente
fosse in qualche modo dato. In realtà il prezzo è tipicamente
dato dall'incontro della domanda e dell'offerta.
• Da tale incontro si determina il prezzo di equilibrio risultante e
da esso il surplus del consumatore.
Prezzo
Curva di
offerta
Pe
Surplus del
consumatore
Curva di
domanda
Qe
Quant. domandata, quant. offerta
Il Surplus del produttore
• Tutti i ragionamenti fatti per i consumatore e per il suo
surplus possono essere estesi al produttore utilizzando la
curva di offerta.
• Ovvero, la curva di offerta identifica il prezzo a cui le imprese
sono disposte ad offrire una certa quantità.
• Quantità minori di quella effettivamente offerta avrebbero
quindi un prezzo di offerta minore.
• In pratica vi è una differenza fra il prezzo di vendita ed il
prezzo a cui le imprese sarebbero disposte a vendere quantità
minori
Il surplus del produttore
• Quando il prezzo è P1 vi è una grande differenza fra il prezzo
a cui le imprese sarebbero disposte a vendere l'unità x1 e il
prezzo che io effettivamente ricevono.
• E lo stesso vale, in misura minore, per le unità x2, x3 ecc..
Prezzo
Curva di
offerta
P
Prezzo a cui sarei
disposto a offrire
x3
Prezzo a cui sarei
disposto a offrire
x2
Prezzo a cui sarei
disposto a offrire
x1
x
x2
x3
O
Quantità offerta
Il surplus del produttore
• Il surplus del produttore è dato dalla somma che il
produttore riceve dalla vendita di una certa unità di bene
meno il prezzo a cui sarebbe disposto a vendere quella certa
unità di bene.
• Esso misura il beneficio che il produttore ricava dal
partecipare al mercato.
Il surplus del produttore
• Ogni unità venduta genera un beneficio pari alla differenza
fra il prezzo effettiva ed il prezzo a cui si era disponibili a
vendere quella data unità.
• Il surplus complessivo è pari alla somma di tali differenze.
• Graficamente è quindi pari alla somma di tutti i segmenti
evidenziati in rosso.
Prezzo
Curva di
offerta
P
Prezzo a cui sarei
disposto a offrire
x3
Prezzo a cui sarei
disposto a offrire
x2
Prezzo a cui sarei
disposto a offrire
x1
x
x2
x3
O
Quantità offerta
Il surplus del produttore
• In pratica, graficamente, la somma di tutti i benefici per ogni
unità venduta è data dal triangolo posto sopra la curva di
offerta e sotto il livello di prezzo prevalente sul mercato (P1,
nel nostro esempio)
Prezzo
Curva di
offerta
P
O
Quantità offerta
Il surplus del produttore e aumento dei prezzi
• Se i prezzi aumentano il surplus aumenta (si veda figura).
• Più alto è il prezzo, maggiore è il surplus del produttore.
Prezzo
P2
P
Curva di
offerta
Aumento di surplus al prezzo P2
Surplus per il
prezzo P1 e per P2
O O2
Quantità offerta
Surplus del produttore in pratica
• Il surplus del produttore ci permette di identificare il beneficio
che il produttore trae dalla vendita del bene.
• In pratica ci dice che quando il prezzo è alto il produttore trae
grande beneficio dall'acquisto del bene (il surplus è alto).
• L'analisi grafica ci permette anche di quantificare
(graficamente) l'entità di tale beneficio (dato,
quantitativamente dall'area del triangolo)
La determinazione dei surplus nel mercato
• Vediamo come si determinano i surplus nel mercato. I surplus
dipendono dai prezzi che sono determinati dall'incontro della
domanda e dell'offerta.
• Da tale incontro si determina il prezzo di equilibrio (Pe), la
quantità scambiata (Qe) e da esse il surplus del consumatore e
dal produttore.
Prezzo
Curva di
offerta
Pe
Surplus del
consumatore
Curva di
domanda
Surplus del
Produttore
Qe
Quant. domandata, quant. offerta
Lo scontro fra consumatori e produttori
• Il surplus dei consumatori si riduce quando aumenta il
prezzo, quello dei produttori aumenta all'aumentare
del prezzo.
• Vi è quindi uno "scontro" per l'accaparrarsi i benefici
dello scambio.
• Come si può ottenere una "buona" suddivisione dei
benefici?
Lo scontro fra consumatori e produttori
• Esempio: per un prezzo basso (Pb) i consumatori hanno un grande beneficio
ma i produttori ne ricevono uno piccolo.
• Attenzione: quando il prezzo è più basso di quello di equilibrio non tutta la
domanda viene soddisfatta e quindi il surplus del consumatore non equivale
all'area di un triangolo ma a quella di un trapezio.
Prezzo
Curva di
offerta
Surplus del
consumatore
Curva di
domanda
Pb
Surplus del
Produttore
Qb
Quant. domandata, quant. offerta
La soluzione di mercato e l'efficienza
• Il mercato provvede alla soluzione di questo "scontro" tramite la
determinazione del prezzo di equilibrio.
• Quando i prezzi sono all'equilibrio di mercato viene assicurata
che la somma del surplus dei consumatori e quella dei
produttori sia massima. Di conseguenza, globalmente, questa è
la soluzione migliore. (Questa affermazione verrà provata nelle prossime
slide).
• Nel linguaggio economico si indica questa situazione come efficiente.
• In economia, con il termine efficienza si indica la proprietà per cui il
surplus totale di tutti gli agenti economici è massimo.
• La soluzione di mercato, è una soluzione efficiente
L'efficienza del mercato
• Dimostriamo adesso che la soluzione di mercato è efficiente.
• Per farlo confrontiamo la soluzione di mercato, in cui i prezzi sono determinati
liberamente dall'incontro di domanda e offerta, con quei casi in cui i prezzi
vengono determinati in altre maniera e sono quindi più alti o più bassi di quelli
di mercato.
• Daremo una dimostrazione grafica e mostreremo che:
1) Se il prezzo è più basso di quello di equilibrio di mercato, il surplus totale è
più basso di quello che si avrebbe nella soluzione di mercato.
2) Se il prezzo è più altro di quello di equilibrio di mercato, il surplus totale è
più basso di quello che si avrebbe nella soluzione di mercato.
Se dimostriamo il punto (1) e il punto (2) siamo in grado di dimostrare che la
soluzione di mercato è quella che garantisce il massimo del suplus totale ed è
quindi una soluzione efficiente.
Punto 1: prezzo di equlibrio vs prezzo basso
• Confrontiamo il surplus totale che si determina quando vige un prezzo più basso di
quello di equilibrio con quello che si determina quando il prezzo è pari all'equilibrio
di mercato. Nel primo caso la quantità scambiata è più bassa poiché l'offerta è bassa!
Caso I: Prezzo Basso
Prezzo
Pb
Curva di offerta
Surplus del
consumatore
Surplus del
Produttore
Curva di
domanda
Qb
Caso II: Prezzo di
Equilibrio di Mercato
Prezzo
Pe
Quant. offerta, Quant. domandata
Curva di offerta
Surplus del
consumatore
Surplus del
Produttore
Curva di
domanda
Qe
Quant. offerta, Quant. domandata
Punto 1: prezzo di equlibrio vs prezzo basso
• Confrontando il surplus totale (dato dall'insieme dell'area colorata di rosso e di
giallo) si nota che il surplus totale è più alto quando il prezzo è quello di equilibrio di
mercato. ATTENZIONE: questo vale per qualunque prezzo più basso di Pe!
Caso I: Prezzo Basso
Prezzo
Pb
Curva di
offerta
Curva di
domanda
Surplus del
consumatore
Surplus del
Produttore
Qb
Caso II: Prezzo di
Equilibrio di Mercato
Prezzo
Pe
Quant. offerta, Quant. domandata
Surplus del
consumatore
Curva di
offerta
Curva di
domanda
Surplus del
Produttore
Qe
Quant. offerta, Quant. domandata
Punto 2: prezzo di equlibrio vs prezzo alto
• Confrontiamo il surplus totale che si determina quando vige un prezzo più alto di
quello di equilibrio con quello che si determina quando il prezzo è pari all'equilibrio
di mercato. Nel primo caso la quantità scambiata è più bassa, poiché la domanda è
bassa!
Caso I: Prezzo Alto
Prezzo
Curva di
Surplus del
offerta
Pa Consumatore
Curva di
Surplus del
domanda
Produttore
Qa
Caso II: Prezzo di
Equilibrio di Mercato
Prezzo
Pe
Quant. offerta, Quant. domandata
Surplus del
consumatore
Surplus del
Produttore
Qe
Curva di
offerta
Curva di
domanda
Quant. offerta, Quant. domandata
Punto 2: prezzo di equlibrio vs prezzo alto
• Confrontando il surplus totale (dato dall'insieme dell'area colorata di rosso e di
giallo) notiamo che il surplus totale è più alto quando il prezzo è pari all'equilibrio di
mercato. ATTENZIONE: questo vale per qualunque prezzo più basso di Pe!
Caso I: Prezzo Alto
Prezzo
Pa
Curva di
offerta
Curva di
domanda
Surplus del
Consumatore
Surplus del
Produttore
Surplus del
Produttore
Qa
Caso II: Prezzo di
Equilibrio di Mercato
Prezzo
Pe
Surplus del
consumatore
Surplus del
Produttore
Qe
Quant. offerta, Quant. domandata
Curva di
offerta
Curva di
domanda
Quant. offerta, Quant. domandata
L'efficienza del mercato
• Abbiamo dimostrato che
1) Se il prezzo è più basso di quello di equilibrio di mercato, il surplus totale è
più basso di quello che si avrebbe nella soluzione di mercato.
2) Se il prezzo è più altro di quello di equilibrio di mercato, il surplus totale è
più basso di quello che si avrebbe nella soluzione di mercato.
Di conseguenza, la soluzione di mercato è efficiente.
Attenzione: avremmo potuto dimostrare questo risultato riferendoci non al
prezzo di equilibrio, ma alla quantità di equilibrio. Il libro di testo usa questo
approccio.
Analisi normativa ed efficienza
• Lo studio dell'economia offre analisi di tipo positivo e di tipo normativo.
• Le analisi di tipo positivo cercano di spiegare come funziona un fenomeno
presente nella realtà.
• Le analisi di tipo normativo cercano di spiegare come dovrebbe funzionare
un fenomeno per renderlo migliore.
• L'analisi che abbiamo svolto sull'efficienza del mercato è di tipo normativo
poiché ci dice che, per massimizzare il benessere degli individui, si dovrebbe
lasciare che il mercato determini autonomamente il prezzo.
Il Pianificatore Benevolo
• Proseguendo in un analisi di tipo normativo, occorre quindi studiare in
che modo il mercato dei beni dovrebbe funzionare per garantire il
massimo benessere degli individui.
• In queste analisi si ricorre alla metafora del pianificatore benevolo,
ovvero un'entità (o un istituzione), onnisciente, onnipotente e pieno di
buone intenzioni.
• Qualora tale entità esistesse, come dovrebbe intervenire per migliorare il
benessere degli agenti economici?
• La nostra analisi sull'efficienza economica ci permette di dire che il
pianificatore benevolo non dovrebbe interferire con i meccanismi di
mercato, nel caso in cui il suo obiettivo fosse rendere massimo il surplus
totale.
Efficienza ed equità
• La soluzione di mercato garantisce l'efficienza.
• Questo non vuol dire che sia anche equa. Ovvero è possibile che la distribuzione dei
benefici fra agenti economici (compratori e venditori) non sia equa, e uno di questi
due gruppi risulti avere poco benessere.
• L'efficienza garantisce che il livello di benessere complessivo sia massimo, l'equità
si occupa di garantire che tale benessere sia distribuito in modo che tutti possano
avere un livello di benessere adeguato.
• Il pianificatore benevolo ha quindi spazio negli interventi volti a rendere più equa la
distribuzione del benessere. Egli tuttavia non dovrebbe modificare la soluzione di
mercato (poiché altrimenti ridurrebbe il benessere complessivo) ma deve limitarsi a
redistribuire i proventi determinati dalle forze del mercato.
• All'interno della nostra analisi quindi, il pianificatore benevolo deve limitarsi ad
interventi di natura redistributiva ma non deve alterare i meccanismi e i risultati di
mercato
L'Efficienza del mercato
• La conclusione dell'analisi a cui siamo giunti è che le soluzioni di mercato
garantiscono l'efficienza.
• Occorre però sottolineare che questi risultati sono corretti solo se le ipotesi su
cui si basa la nostra analisi sono corrette.
• Quando tali ipotesi non si verificano, potrebbe venire meno l'efficienza del
mercato.
• In particolare, la nostra analisi si basa sull'ipotesi che i mercati siano
perfettamente concorrenziali: se questo non è vero, i mercati potrebbero non
essere efficienti.
• Se le ipotesi che sono alla base della nostra analisi non sono verificate il
mercato potrebbe non dar luogo a soluzioni efficienti dal punto di vista del
benessere. In queste circostanze si parla di fallimento del mercato.
Imposte, efficienza e benessere
• Cerchiamo di valutare ora come l'imposizione di
un'imposta sui beni altera la determinazione del
benessere.
• Come avevamo visto precedentemente, l'effetto di
un'imposta sui beni è identico sia che essa gravi sul
compratore che sul venditore.
• Per questa ragione, trattiamo solo il caso di
un'imposta sui beni a carico del compratore
Imposte sui compratori
• In caso di imposta sui compratori, questi ultimi non
devono pagare solo il prezzo chiesto dalle imprese
ma devono pagare una maggiorazione che va allo
stato.
• In queste circostanze, quello che effettivamente
pagano è pari al prezzo più le imposte.
• Di conseguenza, per ogni possibile prezzo, adesso
gli individui chiedono una quantità minore.
Imposte sui compratori
• Supponiamo che venga applicata un'imposta pari ad x per ogni unità di
bene venduta.
• I consumatori, per ogni unità acquistata, devono pagare un prezzo
maggiorato di una quantità pari a x.
• Quindi, la curva di domanda trasla verso il basso di un'entità pari ad x.
• Attenzione: i compratori pagano Pe2+x!
Prezzo
Effetto dell'imposta:
La curva trasla di x: il prezzo di
equilibrio si riduce e la quantità
di equilibrio si riduce.
O
Pe1
D1
Pe2
D2
Qe2
Qe1
Quantità domandata, quantità offerta
Imposte e benessere
• Cosa accade al surplus complessivo (la somma del surplus del
consumatore e del produttore)?
• I consumatori, per ogni unità acquistata, devono pagare un prezzo
maggiorato di una quantità pari a x. Quindi pagano Pe2+x. Il loro surplus
è l'area compresa fra la curva di domanda D1 (che ci da la disponibilità
effettiva a pagare) e il prezzo che pagano (Pe2+x)
Surplus del consumatore
Prezzo
O
Pe2+x
Surplus del produttore
Pe1
D1
Pe2
D2
Qe2
Qe1
Quantità domandata, quantità offerta
Benessere con e senza imposte
• Cosa accade al surplus complessivo (la somma del surplus del consumatore e del
produttore)?
• Il surplus complessivo è dato dalla somma dei triangoli gialli e rossi. In assenza di
tasse il surplus è nettamente più ampio.
Surplus del consumatore
Prezzo
Pe2+x
Pe1
O
Surplus del produttore
D1
Pe2
D2
Qe2 Qe1
Quant. domandata, quant. offerta
Surplus del consumatore
Prezzo
O
Surplus del produttore
Pe1
D1
Pe2
Qe1
Benessere, imposte e gettito fiscale
•• In realtà al danno derivante dalla riduzione del benessere andrebbe contrapposto
il vantaggio derivante dal gettito fiscale incassato, che permette di avere risorse da
impiegare per il bene dalla società.
• Il gettito è pari all'entità dell'imposta moltiplicata per la quantità scambiata () e
graficamente è pari al rettangolo blu.
Surplus del consumatore
Prezzo
O
Pe2+x
Gettito Fiscale
Surplus del produttore
Pe1
D1
Pe2
D2
Qe2 Qe1
Quantità domandata, quantità offerta
Benessere e gettito fiscale con e senza imposte
• Tuttavia anche aggiungendo il gettito fiscale al surplus complessivo questa somma
è sempre inferiore al surplus complessivo in assenza di imposte.
Surplus del consumatore
Prezzo
O
Pe2+x
Pe1
Gettito Fiscale
Surplus del produttore
D1
Pe2
D2
Qe2 Qe1
Quant. domandata, quant. offerta
Surplus del consumatore
Prezzo
O
Surplus del produttore
Pe1
D1
Pe2
Qe1
Quant. domandata, quant. offerta
Benessere e gettito fiscale con e senza imposte
• Graficamente si vede che in presenza di imposte viene a mancare dal surplus
complessivo il vertice destro del triangolo, che evidenziamo in verde.
Surplus del consumatore
Prezzo
O
Pe2+x
Pe1
Gettito Fiscale
Surplus del produttore
D1
Pe2
D2
Qe2 Qe1
Quant. domandata, quant. offerta
Surplus del consumatore
Prezzo
O
Surplus del produttore
Pe1
D1
Pe2
Qe1
Quant. domandata, quant. offerta
Benessere, imposte e gettito fiscale
• La perdita di benessere derivante dall'introduzione delle imposte (rappresentata
graficamente dall'area verde) è detta perdita secca.
• Essa è una misura della distorsione e della perdita di efficienza dovute
all'introduzione di un'imposta sui beni.
PERDITA SECCA
Surplus del consumatore
Prezzo
O
Pe2+x
Gettito Fiscale
Surplus del produttore
Pe1
D1
Pe2
D2
Qe2
Qe1
Quantità domandata, quantità offerta
La distorsione da imposta
• Le imposte sullo scambio di beni sono distorsive.
• Esistono imposte che sono meno distorsive o che non lo
sono affatto (ad esempio le tasse a somma fissa).
• Quando le imposte non sono distorsive, esse non alterano la
determinazione di prezzi e quantità di equilibrio di mercato.
• Le imposte non distorsive, spesso, sono però inique (ad
esempio le tasse a somma fissa colpiscono tutti
indipendentemente dalla loro capacità contributiva)
Alcune considerazioni
• Oggi abbiamo mostrato che il mercato, sotto le ipotesi di
concorrenza perfetta, consegue l'efficienza ovvero il
massimo benessere complessivo.
• Il pianificatore benevolo deve astenersi dall'intervenire sul
funzionamento del mercato.
• L'imposizione di tasse sui beni ha effetti distorsivi e riduce il
benessere. Tasse a somma fissa sono invece non distorsive.
• Attenzione però:
1) Questa analisi teorica è corretta nella misura in cui sono
corrette le ipotesi su cui si fonda.
2) ogni teoria è figlia del suo tempo: queste teorie sono state
sviluppate prima della grande depressione del 1929…
Un'applicazione: commercio
internazionale
Partiamo da una situazione iniziale di assenza di commercio
e ci chiediamo:
• Che cosa succede a prezzo e quantità di equilibrio se il
commercio estero viene liberalizzato?
• Chi guadagna e chi perde?
Dobbiamo distinguere tra Paese esportatore e importatore.
• Facciamo l'ipotesi di “paese piccolo”: la produzione interna
non incide sul prezzo mondiale
Equilibrio iniziale
P
Surplus
consumatore
Surplus
produttore
Q
Paese esportatore: prezzo mondiale
> prezzo interno
Variazione benessere produttore:
(C + B + D) – C = B + D
Variazione benessere consumatore:
A – (A + B) = - B
Variazione benessere totale:
(A + B + C + D) – (A + B + C) = D
P
A
B
D
C
Prezzo
mondiale
Esportazioni
Conclusioni su paese esportatore
Se il commercio internazionale viene
liberalizzato:
● i produttori interni traggono un beneficio, i
consumatori sono danneggiati
● Il benessere complessivo aumenta
(sarebbe possibile per un miglioramento di
entrambi)
Paese importatore: prezzo mondiale
< prezzo interno
Variazione surplus produttore:
C - (C + B ) = - B
Variazione surplus consumatore:
(A + B + D) - A = B + D
Variazione surplus totale:
(A + B + C + D) – (A + B + C) = D
P
A
B
D
C
Importazioni
Prezzo
mondiale
Conclusioni su paese importatore
Se il commercio internazionale viene
liberalizzato:
● i consumatori traggono un beneficio, i
produttori sono danneggiati
● Il benessere complessivo aumenta
(sarebbe possibile per un miglioramento di
entrambi)
Effetti di un dazio su un paese
importatore
Variazione surplus produttore:
(C + G) - G = C
Variazione surplus consumatore:
(A + B) – (A + B + C + D + E+ F) = - (C + D + E+ F)
Variazione Entrate:
E–0=E
Variazione surplus totale (perdita secca): - (D + F)
A
Prezzo con dazio
C
D
G
E
F
Prezzo mondiale
Effetti di un dazio
●
●
Il dazio è un particolare tipo di imposta sui beni,
valgono le medesime conclusioni che valevano
per le imposte sui beni in generale
Gli effetti negativi di questa particolare imposta
sono:
–
Aumento della produzione interna a costi maggiori di
quella estera (area D)
–
Diminuzione del consumo interno a causa
dell'incremento di prezzo (area F)
Contingentamento (paese importatore)
Variazione surplus produttore:
(C + G) - G = C
Variazione surplus consumatore:
(A + B) – (A + B + C + D + E ' + E ''+ F) = - (C + D + E' + E'' + F)
Variazione surplus importatori:
E' + E'' – 0 = E' + E''
Variazione surplus totale (perdita secca): - (D + F)
A
E'
C
D
G
N.B. L'offerta si sposta a dx
Per una distanza pari
al contingente d'importazione,
Solo per un prezzo maggiore
Del prezzo mondiale
E''
F
Prezzo mondiale
Effetti del contingentamento
●
●
Il contingentamento produce effetti equivalenti a
quelli del dazio, però aumenta il benessere degli
importatori e non quello dello Stato
Lo Stato può emettere licenze d'importazione
dietro pagamento in modo da appropriarsi del
surplus E' + E''
Una visione politica del commercio
internazionale
●
●
Se il paese è importatore si perdono posti di
lavoro, questi potrebbero essere recuperati
attraverso le esportazioni (vantaggio comparato),
però la reciprocità non può essere data per
scontata (politica commerciale, accordi tra aree
economiche, barriere non tariffarie come gli
standard ecologici)
In ultima istanza, una politica commerciale
sbagliata porta lo Stato al fallimento (Argentina)
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