CHITARRA 2006 &OLTRE Programma Concerti 9 febbraio 19 maggio Direzione Artistica Alessandro Sassoli Associazione Culturale “Arte&Arte” Associazione Musicale “Costa Ovest” In collaborazione con beat Pulsazione Ritmica Istituzione Comunale per la Cultura Battito Cardiaco Stravagante Comune di Carrara Associazione Pane&Jazz CHITARRA &OLTRE 2006 Direzione Artistica Alessandro Sassoli Direttore di produzione Alessandro Sabadini Informazioni: [email protected] Tel. 338.7011001 (orario 10.00/12.00 e 15.00/17.00) Informazioni e prevendite sui singoli concerti: Teatro Animosi (Carrara) Tel. 0585.641425 Sala Spettacolo (Collesalvetti) Tel. 0586.963166 Castello Pasquini (Castiglioncello) Tel. 0586.754202 - 759021 Teatro del Sale (Firenze) Tel. 055.2001492 Chiesa di Sant’Andrea - Teatro Lux (Pisa) Tel. 338.7011001 Orari: 10.00 /13.00 - 15.00 /18.00 Sono previste riduzioni per studenti universitari solo per i concerti presso la Chiesa di S.Andrea, Pisa (rivolgersi all’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio - Università di Pisa - Lungarno Pacinotti n. 32 Tel . 050.567508) CHITARRA 2006 &OLTRE Programma Concerti 9 febbraio 19 maggio Programma Concerti CHITARRA Antonella Ruggiero Maurizio Colonna & Frank Gambale Antonella Ruggiero Maurizio Colonna Frank Gambale in “Trio” In collaborazione con: Comune di Carrara in “Trio” Giovedì 9 febbraio 2006 Teatro Animosi - Carrara - ore 21.30 Guitar Night “La chitarra tra generi diversi” Giovedì 2 marzo 2006 Chiesa di Sant’Andrea - Pisa - ore 21.00 “Vola Mimmo...Vola!” Omaggio a Domenico Modugno Produzione Chitarra & Oltre - 2006 Venerdì 31 marzo 2006 Sala Spettacolo - Collesalvetti (LI) - ore 21.30 Steve Howe Venerdì 19 maggio 2006 Teatro E. De Filippo - Cecina (LI) - ore 21.30 CHITARRA&OLTRE2006 - CONCERTI Giovedì 9 febbraio 2006 Teatro Animosi - Carrara - ore 21.30 La particolare versione acustica del brano di Antonella Ruggiero, “Echi d’infinito”, realizzata dalla stessa Ruggiero e dai chitarristi Maurizio Colonna e Frank Gambale al 55° Festival di Sanremo, è stata unanimemente considerata come uno dei momenti più significativi della manifestazione sanremese del 2005. Il risultato musicale di tale esperienza va oltre i parametri dell’appartenenza stilistica, evidenziando il valore artistico di una delle voci più emozionanti di oggi, quella appunto di Antonella Ruggiero, della chitarra di Maurizio Colonna, uno dei più grandi musicisti classici del nostro tempo e di Frank Gambale, chitarrista jazz-rock tra i più acclamati, premiato con il Grammy Award per la musica. Antonella Ruggiero, Maurizio Colonna & Frank Gambale in “Trio” presentano un programma acustico che rivisita le pagine più note del loro repertorio solistico, proponendolo in duo, in trio e in “solo”. Dalle note pop songs “Vacanze romane”, “Blue Moon”, “Besame mucho”, ecc. a “Summertime”, e poi percorrendo una rilettura di alcuni brani della “Imagery Suite” di Colonna e Gambale, fino all’interpretazione di brevi pagine del repertorio sacro, il programma coinvolge il pubblico in un’atmosfera ricca d’emozioni. Un trio d’eccezione per la scelta timbrica e per la presenza di tre straordinari musicisti di oggi. Guitar Night “La chitarra tra generi diversi” Tre concerti in un uno solo...un modo per far conoscere la chitarra attraverso vari stili e generi musicali. La chitarra nella musica jazz Roberto Taufic (chitarra) special guest Roberta Pierazzini (voce) Giovedì 2 marzo 2006 Chiesa di Sant’Andrea - Pisa ore 21.00 La chitarra nella musica classica Stefano Mafizzoni (flauto) Luigi Puddu (chitarra) Programma M. GIULIANI Gran duo concertante op.85 Allegro maestoso Andante sostenuto Scherzo Trio Allegretto espressivo N. PAGANINI Tema e variazioni sul Carnevale di Venezia Trascrizione di P.A.Genin A. PIAZZOLLA Café 1930 da “Histoire Du Tango” G. BIZET Fantasia sulla Carmen Trascrizione di F.Borne Il concerto del Duo Stefano Mafizzoni - Luigi Puddu verrà replicato il giorno venerdì 3 marzo alle ore 21.15 presso il Teatro del Sale - Firenze. CHITARRA&OLTRE2006 - CONCERTI La chitarra nel Flamenco Juan Lorenzo (chitarra flamenca) con la partecipazione di Josè Greco (baile) in “Antologia d’autore” da Ramon Montoya a Paco De Lucia “Vola Mimmo...Vola!” Steve Howe Omaggio a Domenico Modugno In collaborazione con: beat Pulsazione Ritmica Battito Cardiaco Stravagante coproduzione Omaggio a Domenico CHITARRA &OLTRE Istituzione Comunale per la Cultura Venerdì 31 marzo 2006 Sala Spettacolo - Collesalvetti (LI) - ore 21.30 Karima Ammar: Voce Franco Ceccanti: Chitarra Gabriele Evangelista: Contrabbasso Walter Paoli: Batteria Archi Toscanajazz Un “tributo” ad uno dei massimi esponenti della musica italiana, la sua produzione si estende dal Folk alle commedie musicali quali “Rinaldo in Campo”, scritto in collaborazione con Luis Bacalov, il capolavoro “Volare” è soltanto il punto di partenza di questo progetto che coinvolge affermati jazzisti e li vede far da cornice ad una voce emergente già venuta alla ribalta in campo nazionale. A far da sfondo gli Archi Toscanajazz, che propongono arrangiamenti originali realizzati appositamente per questo evento destinato a crescere nel tempo Karima Ammar è considerata dalla critica una delle giovani voci più belle del panorama italiano. A 12 anni partecipa alle serate finali di “ Bravo Bravissimo “, condotto da Mike Bongiorno su Rete 4, due anni dopo vince il concorso nazionale “ECOFESTIVAL “ a Montecatini Terme. Fa parte del cast fisso di “Domenica In” su RAI 1 per l’anno 2002/2003. Partecipa alle finali di “Amici di Maria De Filippi” su CANALE 5 nel 2003. Nel 2004 studia con Donna Mc Elroy e D. Montgomery III. Vince una borsa di studio per il Berklee College di Boston, incide 3 brani gospel per la compilation “RadioMontecarlo night”. Partecipa a Barga Jazz 2004. Venerdì 19 maggio 2006 Teatro E. De Filippo - Cecina (LI) - ore 21.30 Steve Howe è considerato uno fra i più grandi e innovativi chitarristi rock della storia. Principalmente noto come membro dello storico gruppo di rock progressive “Yes”, in cui figura anche come autore o coautore di molti dei brani più celebri, ha suonato anche negli “Asia” e nei “GTR” e ha al suo attivo una discografia solista piuttosto ampia e numerose altre collaborazioni e apparizioni come guest star in opere di altri artisti, da Lou Reed ai Queen. Virtuoso di ogni genere di chitarra (elettrica, spagnola, classica, fretless, e via dicendo), Howe ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo contributo all’evoluzione della tecnica della chitarra moderna. Stephen James Howe è nato a Londra l’8 aprile 1947. Nella primavera del 1970, Howe fece il suo ingresso negli Yes, un gruppo che aveva alle spalle già due album di discreto successo, allora formato dal cantante Jon Anderson, il tastierista Tony Kaye, il bassista Chris Squire e il batterista Bill Bruford. L’ingresso di Howe, che sostituiva il precedente chitarrista Peter Banks, portò una vera rivoluzione nel gruppo. Il primo album degli Yes con Howe alla chitarra, The Yes Album del 1971, consacrò immediatamente gli Yes come membri dell’Olimpo del rock progressive. Gli Yes si sciolsero ufficialmente nel 1981 e da quell’anno in poi, Howe intensificò le collaborazioni con altri artisti (possiamo ricordare Lou Reed e Frankie Goes to Hollywood fra quelli più noti) e, nel 1982, fondò gli Asia, un altro supergruppo composto di reduci delle più importanti band progressive degli anni 70 (John Wetton e Geoff Downes dei King Crimson, Carl Palmer degli Emerson, Lake & Palmer). Nonostante il notevole successo commerciale ottenuto da questo progetto, Howe abbandonò la propria “creatura” appena dopo il secondo album, partecipando ai successivi solo occasionalmente, come ospite. A questo punto Howe riprese le fila della sua carriera solista, abbandonata al secondo album, iniziando a pubblicare opere proprie in modo abbastanza regolare. Nel 1991 uscì il terzo album Turbulence, a cui seguirono in breve successione Not Necessarily Acoustic, The Grand Scheme of Things, Pulling Strings e Mothballs (una raccolta dei lavori incisi da Howe con i gruppi della sua adolescenza, dai Syndicats ai Bodast). Nella metà degli anni 90 gli Yes tornarono a ricostituirsi nella loro formazione classica: Jon Anderson, Chris Squire, Rick Wakeman, Alan White e Howe alla chitarra. La pubblicazione di nuovi album degli Yes, con i relativi tour mondiali, tuttavia, non ha rallentato la produzione solista di Howe. CHITARRA&OLTRE2006 - CONCERTI Programma Concerti OLTRE Jan Garbarek Group Jan Garbarek Group Sabato 18 marzo 2006 Castello Pasquini - Castiglioncello (LI) - ore 21.30 Sabato 18 marzo 2006 Castello Pasquini - Castiglioncello (LI) - ore 21.30 Marco Pierin in: Stabat Mater di G.B. Pergolesi Una produzione Chitarra & Oltre - 2006 Nuova produzione in forma scenica Giovedì 23 marzo 2006 Chiesa di Sant’Andrea - Pisa - ore 21.30 Africa Chiossan Giovedì 6 aprile 2006 Chiesa di Sant’Andrea - Pisa - ore 21.30 Janis Siegel Quartet Domenica 14 maggio 2006 Teatro Lux - Pisa - ore 21.30 CHITARRA&OLTRE2006 - CONCERTI Jan Garbarek: Sax Manu Katche: Percussioni Rainer Brüninghaus: Tastiere Eberhard Weber: Basso Quando Jan Garbarek, all’età di 14 anni, ascoltò alla radio John Coltrane, ebbe una sorta di illuminazione. Si comprò subito un libro per imparare la posizione delle dita sul sassofono: “Quando ho potuto permettermi il mio primo sassofono ero veramente preparato sull’argomento e molto ansioso di suonarlo”. Coltrane era stata una scelta di modello fortuita, ma il seguire le sue orme aprì a Garbarek nuovi orizzonti. L’interesse di Coltrane per Ravi Shankar, avvicinarono Garbarek alla musica indiana nel 1963. Dal Coltrane Quartet, il giovane musicista norvegese imparò la dinamica della band e le relazioni tra gli strumenti. L’apertura di Coltrane verso gli spiriti più liberi della New Thing, focalizzarono l’attenzione di Garbarek su Pharoah Sanders, Archie Shepp e, specialmente, Albert Ayler. La Scandinavia, in quel periodo, era un vero paradiso per i musicisti americani. Garbarek ebbe molte opportunità di ascoltare (e di imparare) Dexter Gordon, Ben Webster e Johnny Griffin. Nel 1964 ha la possibilità di suonare con Don Cherry, il quale univa le tradizioni folk di tutto il mondo in un’unica varietà di Free Jazz. Molto importante, in questo periodo di formazione, fu il pianista e compositore americano George Russel, che si esibì con il gruppo di Garbarek al Molde Festival del 1965, invitando anche il giovane sassofonista diciottenne a suonare con la propria band. Nel 1969 Manfred Eicher fonda la EMC Records e invita Garbarek a registrare per il nuovo marchio diversi album. Oltre al lavoro con EMC Garbarek ha composto diverse colonne sonore di film norvegesi, di programmi radio e TV, nonché di produzioni teatrali. Nel 1986 registra l’album solista All those born with wings. Le musiche per film e per teatro includono influenze non solo jazz, ma anche della musica classica e contemporanea. Il progetto Officium, ideato dal produttore Manfred Eicher pone provocatoriamente le improvvisazioni di Garbarek nel contesto dell’ Officium defunctorum di Cristobal de Morales e di altri brani di musica antica. Officium si afferma in numerose classifiche come miglior album dell’anno per la musica classica, jazz, “indipendente” e pop, dimostrando di avere al tempo stesso un fascino, inclassificabile e universale, che non mostra, tutt’ora, segni di voler diminuire. Attualmente, il piano di lavoro di Jan Garbarek si divide tra le esibizioni nelle più importanti chiese del mondo insieme all’Hilliard Ensemble e in un’intensa attività di concerti con il Jan Garbarek Group. CHITARRA&OLTRE2006 - CONCERTI Marco Pierin in: Stabat Mater Coproduzione: CHITARRA &OLTRE Giovedì 23 marzo 2006 Chiesa di Sant’Andrea - Pisa - ore 21.30 di Giovan Battista Pergolesi (nuova produzione in forma scenica) Chiara Mattioli: soprano Miria Adriani: contralto Orchestra Clara Schumann direttore Mario Menicagli Marco Pierin danza e coreografia regia: Alessio Pizzech costumi: Yaron Munza luci: Micol Versari con la partecipazione straordinaria di Elena Croce Una scrittura per la scena che segna un percorso, un viaggio tra pensiero ed anima…un percorso all’interno del quale le due cantanti, quasi come una sorta di Vegliatrici, vocano con la loro voce, riscrivono con i loro suoni la vicenda del Cristo morto sulla croce. Sono loro, quelle due donne che vegliano il corpo, a richiamarlo a sé ripercorrendone empaticamente le tappe della sua sofferenza, della sua crocifissione…loro sono lì, presenze femminili, autrici loro stesse nel momento in cui cantano, madri, sorelle avvolte in un lungo lutto; sono loro di fronte a Lui, il Cristo. Lui è lì, presente nella sua assenza: il corpo del danzatore rivive trasportato dalla forza della musica e del canto. Ma anche Lei è lì, presenzia al rito: Lei la Madre, l’origine della vita, la testimone della morte. Un altare sacrificale, un luogo deputato, isolato dal mondo, sospeso nel tempo e nello spazio, su cui le due sacerdotesse ricostruiscono, rimettono insieme i frammenti dispersi di un’antica storia che parla della morte del Cristo, di un rito che da sempre occupa il pensiero delle due donne delle due Vegliatrici. Le due donne attendevano solo il momento in cui poter parlare, in cui liberarsi catarticamente del loro segreto doloro: quella morte assoluta, eterna luminosa. I loro gesti, la loro attitudine fisica è di chi officia, di chi porta in sé l’elemento del scaro: una religiosità maturata che domina l’intera scrittura scenica. La Madonna spettro che presiede il corpo, che lo conserva immutato ed immutabile, diventa coscienza profonda di un’anelito alla vita ,alla nascita che anche nell’atto supremo della morte, urla il proprio diritto ad esistere. La Madre che urla di fronte all’ingiustizia della morte del Figlio di parte di sé . Il corpo del danzatore nella sua presenza fisica a sua volta rappresenta quel tanto di umano che c’è nella vicenda cristologica ma allo stesso tempo il suo muoversi ,il suo agire lo spazio impone alla carne un aspetto divino, un collegarsi all’inafferrabilità del corpo in movimento. E’ da qui da questa relazione tra il movimento della voce e quello del danzatore che nasce la vibrazione emotiva. E’ uno sfiorarsi un impercettibile toccarsi tra corpo fisico e corpo vocale. La storia che viene evocata nello Stabat Mater diviene così esemplificativa sì del rapporto tra umano e divino ma soprattutto nella mia lettura la Stabat è il paradigma dell’estrema condizione dell’uomo: il dolore supremo che origina l’apetto più umano dell’uomo ossia la sua fragiltà di fronte al mistero della morte. L’uomo / Cristo diviene per Pergolesi un’ immagine espressionisticamente intesa che porta con sé e su di sé il dolore umano in ogni tempo…ecco che la danza eternizza, direi universalizza la vicenda specifica. Ecco che l’attesa, incarnata dalla Madre / Madonna, l’attesa suprema, la contemplazione assumono le forme di azione teatrale. Continuo è il tentativo da parte delle due anime femminili di ritrovare un’unione totale con il corpo che si pone di fronte a loro; cercano di catturarlo, di affferarlo per proteggerlo per farlo loro...lo ritratteggiano in un’ansia di afferrarne l’estremo respiro, l’ultimo atto di un lento distacco dal finito…verso l’infinito. Alessio Pizzech CHITARRA&OLTRE2006 - CONCERTI Africa Chiossan Giovedì 6 aprile 2006 Chiesa di Sant’Andrea - Pisa - ore 21.30 Moris Sene: djembé e voce Papis Ba: djembé e voce Donatus Junga: doun doun Ndene Seck: sabar e balafon Abdoulaye Diouf: djembè Il gruppo di percussionisti Africa Chiossan, parte integrante dell’ Associazione stessa, è composto da cinque percussionisti senegalesi. Il repertorio musicale del gruppo propone ritmi, canti e balli del Senegal e dell’Africa Occidentale. Ogni concerto è un piccolo viaggio: i ritmi di djembé, sabar, doun doun e balafon, gli strumenti del gruppo, assieme ai passi di danza, ci accompagnano nella vita di ogni giorno in Africa. Ogni concerto si sviluppa in un crescendo di emozioni tipiche dell’Africa Nera. Viene spiegato al pubblico il significato e l’origine di ogni ritmo; gli spettatori vengono coinvolti direttamente nello spettacolo; viene instaurato un dialogo fra artisti e spettatori; la comunicazione è immediata e lo spettacolo riporta tutta la solarità e la gioia di vivere dell’Africa. “...il ritmo è l’architettura dell’essere la pura espressione della forza vitale, è lo shock che genera la vibrazione che tramite i sensi afferra la radice al nostro essere; il ritmo si esprime attraverso i mezzi più materiali mediante accenti nella poesia e nella musica e nei movimenti della danza. Con questi mezzi esso riconduce tutto sul piano spirituale. Nella misura in cui si incarna sensibilmente, il ritmo illumina lo spirito...” Leopold Sedar Senghor Programma BAMBA: religioso dedicato a Cheick Amadou Bamba, fondatore della città Santa di Touba in Senegal. BALMA YAI: ritmo dedicato alle mamme. BIM BAM: canzone d’amore. BELLE MASIYO DJEMBEFOLA: Ritmo che invita i djembefola ad unirsi per suonare insieme; la musica unisce popoli e culture e diffonde il valore della pace e della fratellanza. segue Africa Chiossan Janis Siegel Quartet In collaborazione con: Associazione Pane&Jazz Programma PASSO DELL’ ELEFANTE INNANEHOLE: Ritmo che celebra l’unione familiare. YEUREM LEN JIGUEN: Ritmo dedicato a Mame Diarra Bousso, madre di Cheick Amadou Bamba, fondatore della confraternita dei mourid in Senegal. NA FANTA: canzone d’amore e d’amicizia. WALO: ritmo dedicato alle donne della tribù di Walo che piuttosto di consegnarsi ai mercanti di schiavi si sono incendiate nelle loro capanne. Strumenti DJEMBE’: E’ originario dell’Africa occidentale, essendo nato in guinea ed appartenente alla cultura mandino. E’ un tamburo a forma di calice, aperto alle due estremità, dotato di una pelle applicata alla estremità di diametro maggiore. Per suonarlo occorre tenerlo sollevato da terra per permettere all’aria di passare. La pelle viene percossa con entrambe le mani. Spesso si applicano due lamiere di metallo a cui sono fissati alcuni anelli che fungono da risonatori. SABAR: E’ un tamburo a calice monopelle, alto circa un metro; scavato in un tronco d’albero. All’estremità superiore viene posta una pelle. Viene suonato con una bacchetta ed una mano libera. DOUN DOUN: Il doun doun è un tamburo dai toni bassi a due estremità ricoperta da due pelli di vacca. Si suona percuotendolo con due bastoni. E’ lo strumento più comunemente usato come basso per lo djembé. BALAFON: Il balafon è uno xilofono appartenente alla cultura mandino. E’ dotato di barre di legno collocate orizzontalmente in maniera scalare su un supporto di bambù. Sotto ogni tasto si trovano delle zucche forate che fungono da cassa di risonanza. Si suona con due mazzuoli con un’estremità coperta di caucciù. CHITARRA&OLTRE2006 - CONCERTI Domenica 14 maggio 2006 Teatro Lux - Pisa - ore 21.30 Janis Siegel: Voce Alan Pasqua: Piano Darek Oles: Contabbasso Steve Hass: Batteria Solista eccezionale, Janis Siegel è conosciuta non solo come superba vocalist, ma soprattutto come solista per decenni di un acclamato complesso come i Manhattan Transfer. Nata a Brooklyn, New York, nel 1952, esordisce all’età di dodici anni con un gruppo chiamato The Young Generation e con cui lavorerà a lungo, anche dopo che lo stesso complesso, ridenominatosi Laurel Canyon, affronterà soprattutto un repertorio pop influenzato dal modello Motown. Influenzata inizialmente da Aretha Franklin come da Barbra Streisand, poi da Laura Nyro e Joni Mitchell, Janis Siegel incontra nei primi anni Settanta Tim Hauser, fondatore dei Manhattan Transfer, che la invita a far parte del gruppo. Non meno apprezzata e pluripremiata (la Siegel ha ottenuto nove Grammy Award e ben diciassette nomination allo stesso premio) è stata ed è la sua carriera di solista, che l’ha portata a collaborare con artisti quali Richie Cole, Michael Brecker, Jay McShann, Lew Soloff, Ilhan Mimaroglu, Bobby McFerrin, la violinista accademica Nadja Solerno-Sonnenberg, l’orchestra da camera Concordia, Frank Colon, Hank Crawford, Victor Lewis, Russell Malone, Fred Hersch, Cedar Walton, Tom Harrell, David “Fathead” Newman, Branford Marsalis. Janis Siegel ha partecipato anche a numerose pellicole di successo, come Dick Tracy, Swing Kids, A Leaugue of Their Own. CHITARRA &OLTRE 2006 9 febbraio - 19 maggio