Le smanie della villeggiatura

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Recensioni teatrali | Teatro.Persinsala.it
Caris
Ienco
giugno 11, 2016
Al Teatro Lux di Pisa, quest’anno si è scelto di ripescare i classici del
passato per riviverli e, magari, ripensarli in funzione della nostra
contemporaneità.
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In questo solco, il 30 maggio scorso il duo artistico Ierardi/Vierda ha messo
in scena una nuova versione de Le smanie della villeggiatura di Carlo
Goldoni. Uno spettacolo abbastanza fedele all’originale, che mette in
risalto l’invariata attualità del commediografo.
ìCome osservano gli stessi autori, il teatro goldoniano nasce e si sviluppa
in un momento critico della società, soprattutto quella borghese, in cui i
valori morali sono facilmente confusi con quelli materiali. Si è alla ricerca
della “pace interiore”, che pare si acquisti comperando oggetti da mettere
sotto gli occhi altrui – allo scopo di far vedere quanto si è ricchi. La
spettacolarizzazione dei propri averi e dei propri vizi, scambiati per virtù, è
dunque il nodo tematico della commedia goldoniana messa in scena al
Teatro Lux.
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La trama rimane per lo più invariata: Leonardo, innamorato di Giacinta e
della sua presunta dote, vuole andare a Montenero con l’amata,
nonostante non se lo possa permettere economicamente. Ma il padre di
lei, il signor Filippo, uomo generoso e amante della compagnia, invita
anche Guglielmo, suscitando la gelosia dell’innamorato. La sorella di
Leonardo, poi, è in preda al panico perché il sarto non ha ancora finito di
confezionare il vestito prescritto dalla moda del momento.
Così, gelosie incrociate e difficoltà di varia natura minacciano di far saltare
le progettate partenze. L’unico rapporto con la realtà di oggi è
rappresentato dai costumi, che richiedono allo spettatore un po’ di
immaginazione per non restare frastornato nel sentire una fanciulla in
“pinocchietti” e occhiali da sole, anni Settanta, parlare di cavalli e
carrozze. Va detto, però, che il richiamo alla nostra attualità è automatico.
Viene spontaneo notare quanto la spettacolarizzazione dei propri averi e
dei propri sentimenti appartenga anche a noi. Il materialismo ridicolizzato
da Goldoni pare si sia ben radicato tra gli abitanti del Duemila. Così come
lo è l’uso strumentale dei sentimenti, spesso esibiti in trasmissioni
televisive, giornali e social, allo scopo di ottenere attenzione e fama. Viene
quasi da pensare che anche adesso servirebbe una nuova ventata
d’Illuminismo, magari riadattato ai nostri tempi.
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Caris
Ienco
giugno 11, 2016
Dal punto di vista registico lo spettacolo funziona molto bene, sia nei
tempi comici che nell’uso dello spazio. Le entrate e uscite sfruttano al
meglio le possibilità del piccolo teatro. C’è un’ammirevole “semplicità”
nella messa in scena, che quasi rimanda ai teatrini dell’inizio della
Commedia dell’Arte. Unica pecca è l’ambiguità del personaggio di
Ferdinando, impersonato benissimo dall’attrice en travesti, se non fosse
per qualche incongruenza – come quella delle scarpe con i tacchi,
vistosamente femminili.
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Lo spettacolo è andato in scena:
Cinema Teatro Lux
lunedì, 30 maggio
piazza Santa Caterina – Pisa
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Attendiamo il seguito con Le avventure della villeggiatura, che saranno in
scena al Teatro Lux il prossimo 23 giugno.
Teatro studio La Ribalta presenta:
Le smanie della villeggiatura
testo di Carlo Goldoni
regia Alberto Ierardi e Giorgio Vierda
con Carlo Scorrano, Salvatore Zappia, Andrea Console, Nico
Tedeschi, Francesco Orazzini, Isabelle Farah, Giulia Di Sacco, Ilaria
Orselli e Marta Bettini
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