23 - la cardiologia veterinaria

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CARDIOLOGIA VETERINARIA, UNA DISCIPLINA IN
COSTANTE EVOLUZIONE
La cardiologia veterinaria ha conosciuto in quest’ultimo decennio un sorprendente
avanzamento sia nei termini di diagnostica che di terapia medica e chirurgica.
L’avvento dell’ultrasonografia è sicuramente stato il mezzo diagnostico che ha
consentito questo salto di qualità, consentendo diagnosi accurate, con un approccio
non invasivo (non si richiede anestesia o utilizzo di mezzi di contrasto iodati) e la
radiologia rimane come tecnica diagnostica di supporto.
Sia cani che gatti possono risultare affetti da patologie cardiache congenite, presenti
fin dalla nascita e spesso in questo caso con una certa predisposizione di razza:
persistenza del dotto arterioso nel barboncino e nel labrador, stenosi subaortica nel
boxer e nel golden retriever; oppure acquisite, che si sviluppano durante il corso
della loro vita: cardiomiopatia dilatativa nel pastore tedesco, nel dobermann e nelle
razze giganti e molossoidi in generale e la malattia valvolare degenerativa più tipica
invece dei cani di piccola taglia.
Il Medico Veterinario fin dalla prima visita clinica ha sufficienti mezzi per
sospettare una patologia cardiaca e nel caso lo ritenga opportuno proporre al cliente
una visita cardiologica di approfondimento.
La visita cardiologica ha quindi il compito di individuare il difetto cardiaco,
determinarne l’entità e stabilire se è correggibile chirurgicamente o mediante terapia
medica.
La regolare visita di vaccinazione ha senza dubbio anche questo importante compito,
quello cioè di individuare precoci anomalie a carico del cuore consentendo al
Veterinario di proporre tempestivi approfondimenti in modo da poter consigliare le
opzioni diagnostico-terapeutiche più appropriate.
Le patologie cardiache congenite riguardano sia la specie felina che canina.
Cardiomiopatie congenite
Relative a disordini genetici e per questo ereditarie, possono essere di diversa
natura:
- patologie così gravi da non essere compatibili con la vita del paziente e che esitano
quindi con morte neonatale o a pochi giorni - mesi dalla nascita;
- patologie lievi che non modificano in modo significativo l’emodinamica del
paziente, e che quindi una volta appurato e ricontrollato a distanza l’entità del
danno, consentono al Medico Veterinario di rassicurare il proprietario che con ogni
probabilità sarà un paziente con un aspettativa di vita pari a quella di un paziente
normale;
- patologie marcate capaci di alterare l’emodinamica del paziente e che prevedono
quindi una stadiazione, dei controlli seriali e, quando possibile, un intervento
chirurgico, mentre laddove ciò non sia proponibile decidere quando e come iniziare
la terapia medica più appropriata.
Ogni caso clinico e’ un caso a sé e come tale andrà trattato e gestito al fine di poter
ottenere il massimo dei risultati.
Cardiomiopatie acquisite
Appartengono a questo gruppo le cardiomiopatie che si sviluppano nel corso della
vita di un animale, possono essere un difetto primario del muscolo cardiaco o
dell’apparato valvolare, o secondarie a disturbi di conduzione che finiscono con
influenzare la capacità contrattile muscolare del cuore; di solito vengono rilevate dal
Medico curante durante la visita di vaccinazione o a seguito della richiesta di visita
da parte del proprietario per una tosse insistente comparsa improvvisamente. Non
mancano le situazioni estreme in cui soggetti più trascurati arrivano in pieno edema
polmonare con crisi dispnoica.
Patologie cardiache acquisite non influenzanti l’emodinamica
Sono qui comprese tutte quelle patologie dell’apparato valvolare, del muscolo
miocardico o dell’apparato elettrico che, pur non essendo normali, per l’esiguità
della loro espressione non riescono a determinare alcun deficit della funzione di
pompa svolta dal cuore.
Prima che il Medico Veterinario possa sbilanciarsi nell’ascrivere a questo gruppo la
patologia che sta esaminando necessiterà di una serie di esami di controllo seriali
che gli consentiranno di accertare la situazione statica della patologia.
Patologie cardiache acquisite influenzanti l’ emodinamica
Appartengono a questo gruppo patologie valvolari, di deficit sistolico, di deficit di
conduzione.
La visita cardiologica completa, comprendente visita clinica, radiografia toracica,
misurazione della pressione, esami ematochimici, elettrocardiogramma ed ecocardio
color doppler, consentirà di ottenere un quadro completo sullo stato di salute del
paziente e sulle sue condizioni di emodinamica. In base agli esami ed alle
misurazioni ottenute si potrà stabilire il grado di deficit e conseguentemente
impostare una terapia adeguata.
E’ importante che il proprietario sappia che nella stragrande maggioranza dei casi si
tratta di patologie che non conoscono una remissione ma che possono solo avanzare
e peggiorare col tempo, per questo effettuare i controlli seriali proposti é
fondamentale al fine di poter intervenire tempestivamente su eventuali
peggioramenti correggendo e meglio adattando la terapia alle nuove esigenze del
paziente.
Concludendo, è possibile affermare che oggigiorno i mezzi a disposizione della
medicina veterinaria sono tali che anche patologie cardiache che fino a qualche anno
fa avrebbero causato una morte precoce del paziente sono diventate curabili, e che
l’aspettativa media di vita di un paziente cardiopatico si è innalzata moltissimo;
condizione necessaria resta però la tempestiva diagnosi ed un’accurata terapia
ottenibile solo a mezzo di controlli seriali stabiliti e concordati col proprio Medico
curante.
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