Scarica

annuncio pubblicitario
LE PIANTE ORNAMENTALI: INTRODUZIONE
Le specie che coltiviamo hanno le provenienze più disparate e appartengono a un numero elevato di
famiglie botaniche di origine antica. Molte specie e varietà sono frutto di modifiche spontanee o
artificiali più recenti. Possono essere di natura erbacea, arbustiva o arborea e si adattano alla
coltivazione in casa, in serra o all’aperto, ma l’ambiente in cui vivono deve riprodurre il più possibile quello
originario.
Molte di esse, in particolare quelle di appartamento, provengono da Paesi dell’area tropicale, per cui
necessitano di cure particolari soprattutto in relazione alle loro esigenze di temperatura, luce e umidità
dell’aria. Altre, invece, sono di origine europea e comunque manifestano doti di adattabilità così spiccate
da essere considerate tranquillamente coltivabili nei nostri ambienti mediterranei.
Le piante ornamentali hanno dunque specifiche esigenze di ordine climatico, ma anche precise
necessità in fatto di terreno, di nutrizione, di acqua. Conoscere, seppure superficialmente, tali aspetti
significa avere una valida possibilità di successo nella loro coltivazione.
I FATTORI AMBIENTALI
La temperatura
E’ un fattore climatico molto importante, che ha riflessi determinanti sul regolare svolgimento del ciclo
vegetativo. E’ proprio in funzione delle escursioni di temperatura (= differenza tra le temperature minima
e massima), e dei suoi valori minimi invernali e autunnali che una pianta può essere coltivata o meno
all’aperto.
In alcuni casi l’inconveniente può essere risolto coltivando la pianta in vaso e tenendola all’aperto
dalla primavera all’autunno, in serra o al riparo durante l’inverno (come si fa con gli agrumi ornamentali,
con gli oleandri, i gerani , ecc.). Sono proprio le specie di appartamento ad avere le maggiori esigenze di
calore: l’origine prevalentemente tropicale consiglia la loro coltivazione in ambienti protetti, a
temperatura costante ed elevata umidità relativa.
E’ buona norma evitare di collocare le piante vicino alle fonti di calore (termosifoni, stufe, ecc.). o
di sottoporle a bruschi sbalzi di temperatura, tipo quelli provocati dall’apertura delle finestre durante il
periodo invernale.
E’ bene ricordare che un rapido abbassamento di calore, anche di pochi gradi, può causare il crollo
fisiologico di una pianta.
La luce
Senza luce non può avere luogo la fotosintesi clorofilliana. Le piante si nutrono attraverso le radici, ma
soprattutto attraverso le foglie: le radici assorbono dal terreno l’acqua e i sali minerali in essa disciolti; le
foglie assorbono dall’aria l’anidride carbonica (CO2) e soprattutto l’energia luminosa proveniente dal sole,
che servirà per unire assieme le sostanze semplici e costruire quei composti di cui ogni pianta è fatta.
Pertanto la luce è un fattore fondamentale e da controllare soprattutto per le piante che sono allevate in
serra o in appartamento.
Il fabbisogno di luce varia in funzione delle specie coltivate e viene espresso in “Lux” (che rappresenta
l’unità di misura dell’intensità luminosa). Se la luce è insufficiente le foglie rimangono più piccole e rade,
tendono a ingiallire e il fusto si sviluppa piuttosto stentatamente. Per contro, se la luce è eccessiva e
soprattutto se i raggi del sole arrivano direttamente sulle piante, possono verificarsi bruciature sulle
foglie, che ne compromettono in qualche caso le normali funzioni.
La luminosità di un ambiente non è omogenea in tutti i suoi punti, ma varia secondo la posizione
rispetto alla fonte di luce:
-
la
la
la
la
luce
luce
luce
luce
solare diretta é quella proveniente da finestre situate a mezzogiorno;
viva corrisponde a quella diretta, filtrata da una tenda trasparente;
media è tipica di ambienti con finestre non esposte a mezzogiorno;
scarsa è di ambienti lontani dalla fonte luminosa.
Le piante ornamentali possono essere quindi suddivise in funzione delle necessità di luce.
L’acqua
L’acqua può essere considerato un costituente del terreno perché vi si trova sempre presente, anche se in
proporzioni enormemente variabili. Serve come solvente e come mezzo di trasporto degli elementi
nutritivi (cioè scioglie i sali minerali così che le radici delle piante possono assorbirli attraverso l’acqua
stessa). Pertanto rappresenta una sostanza indispensabile per tutti gli organismi viventi.
Il fabbisogno idrico delle piante varia secondo le specie, l’ambiente e il clima in cui esse si trovano.
La presenza di acqua non deve superare un massimo, oltre il quale si possono manifestare fenomeni di
“asfissia radicale” (le radici soffocano per mancanza di aria), e non deve essere inferiore ad un minimo
che può portare all’appassimento e alla morte della pianta.
Nei giardini e nelle coltivazioni all’aperto la necessità di effettuare innaffiature è legata
all’andamento meteorologico e alle temperature stagionali. Normalmente si deve distribuire acqua alle
piante nel periodo estivo, quando le precipitazioni vengono a mancare o sono a intervalli troppo lunghi. In
serra o in appartamento le irrigazioni sono necessarie tutto l’anno perché l’evaporazione avviene
costantemente e in modo elevato mentre il terreno non immagazzina la pioggia.
Come criterio generale le irrigazioni devono essere abbondanti, effettuate nelle ore meno calde
della giornata e con acqua a temperatura ambiente. Nelle piante di appartamento bisogna accertarsi che
l’eccesso idrico fuoriesca dal fondo del vaso per evitare pericolosi ristagni. (A ciò fanno eccezione alcuni
generi, tipo Alocasia, Papiri, felci, ecc., che prediligono terreni sommersi. Le innaffiature devono essere
periodiche, ma non troppo frequenti per consentire alle radici una buona respirazione. L’acqua ideale, salvo
casi particolari di inquinamento atmosferico, è quella piovana. Quella di rubinetto può contenere cloro e
carbonati di calcio ed essere molto fredda. Facendola riposare alcuni giorni in vasche o recipienti aperti,
potrà riscaldarsi e disperdere almeno parte del cloro. I carbonati potranno essere eliminati con prodotti
decalcificanti o con impianti filtranti. (L’acqua ricca di carbonati può causare carenze al terreno come la
“clorosi ferrica” che si manifesta con ingiallimenti e deperimento della pianta).
I substrati di coltivazione
Per “substrato di coltivazione” si intende più semplicemente il terreno sul quale si coltivano le piante. Se
nei giardini si utilizza la terra esistente, eventualmente migliorata e arricchita con composti organici e
minerali, nelle serre o nei vasi si impiegano le cosiddette “composte”, miscele realizzate appositamente
per creare un terreno ottimale per la coltivazione di piante ornamentali. In ogni caso il substrato deve
avere precise caratteristiche:
-
essere consistente e sufficientemente plastico per consentire un buon ancoraggio delle radici;
essere poroso e soffice per permettere una buona circolazione dell’aria e impedire i ristagni di acqua;
essere dotato (o poter essere integrato) degli elementi nutritivi necessari alla coltura, in forma
facilmente assimilabile, per una alimentazione costante ed equilibrata;
essere ben dotato di sostanza organica per una buona ritenzione dell’acqua e delle sostanze nutritive e
favorire la presenza dei microorganismi utili alle piante;
essere neutro o sub-acido;
essere privo di semi di piante infestanti e di agenti patogeni;
Le composte possono essere ottenute con diversi “ingredienti di base”, mescolati tra loro anche in diverse
proporzioni. Quelli più diffusi sono:
-
le torbe
i terricci di foglie (lettiere di bosco)
il compost
la sabbia
inerti vari (perlite, vermiculite, pomice, polistirolo, argilla espansa, lana di roccia, ecc.)
Gli elementi nutritivi e la concimazione
Gli elementi nutritivi vengono suddivisi in tre gruppi:
i macroelementi
i mesoelementi
i microelementi
Tutti sono ugualmente necessari per la vita di un vegetale, a prescindere dalla quantità nei tessuti
vegetali e dalle funzioni che essi svolgono nella biologia delle piante.
I Macroelementi
Sono Carbonio (C), Idrogeno (H), Ossigeno (O), Azoto (N), Fosforo (P), e Potassio (K).
I primi quattro sono presenti in grande quantità nei tessuti vegetali e svolgono funzioni “plastiche”:
costituiscono, cioè, la struttura stessa delle piante. Il fosforo è presente in composti importanti per
l’eredità dei caratteri o per il trasporto di energia. Il potassio favorisce l’accumulo delle sostanze di
riserva (zuccheri in particolare), e interferisce sulla produzione dei pigmenti, cioè sulla colorazione di
fiori e frutti.
I Mesoelementi
Sono Magnesio (Mg), Zolfo (S), Calcio (Ca).
Il magnesio fa parte della molecola della clorofilla; lo zolfo entra nella composizione di molti aminoacidi
nobili, in più è un fattore di acidificazione del terreno; il calcio dà robustezza alla membrana cellulare, per
cui svolge funzioni di sostegno per le piante.
I Microelementi
Sono Ferro (Fe), Zinco (Zn), Rame (Cu), Manganese (Mn), Boro (B), Molibdeno (Mo), Cobalto (Co), ecc.
La loro presenza è necessaria perché avvengano determinati processi biologici o specifiche reazioni
chimiche.
Senza ferro, ad esempio, non può avvenire la funzione clorofilliana; senza boro non si formano nuovi
tessuti e la fecondazione avviene irregolarmente.
La concimazione deve provvedere all’apporto di tutti gli elementi nutritivi necessari alle piante (a parte il
carbonio, l’idrogeno e l’ossigeno che la pianta ricava dall’acqua e dall’anidride carbonica).
Come criterio pratico è bene impiegare sempre concimi completi nei quali prevalga l’azoto alla
ripresa vegetativa e nelle fasi di maggior crescita per la pianta; il fosforo durante lo sviluppo e il
potassio alla formazione di fiori e frutti. La presenza di piccole quantità di Microelementi è sempre
positiva; in particolare quella del ferro nei concimi usati nelle prime fasi vegetative.
Molto importante è la prontezza d’azione del concime, ed è perciò sempre consigliabile l’impiego di
concimi solubili nell’acqua di irrigazione.
Questo è necessario per le piante in vaso, ma risulta estremamente valido anche per quelle che
vengono allevate in terra.
Dalla primavera all’autunno l’apporto di elementi nutritivi è bene che avvenga a turni di 10-20 giorni; più
spesso nei periodi di massima vegetazione.
Non bisogna dimenticare che le piante assorbono i concimi anche per via fogliare. Soprattutto in
momenti di crisi o nei periodi di calore più intenso, l’irrorazione delle foglie con una soluzione nutritiva può
restituire alle piante salute e naturale bellezza.
DOMANDE di VERIFICA APPRENDIMENTO
1.
Perché molte specie ornamentali si adattano alla coltivazione in serra o a rimanere all'interno delle nostre
abitazioni?
2.
Di quali regioni climatiche sono originarie le "piante d'appartamento"?
3.
Di quali condizioni ambientali necessitano normalmente queste piante?
4.
Quali sono i principali fattori ambientali da considerare nella coltivazione delle spp. ornamentali?
5.
Cos'è l'escursione termica?
6.
Elenca alcune specie di piante che d'inverno necessitano di un ambiente protetto come , ad esempio,
l'interno delle nostre abitazioni.
7.
Quali buone regole sono da osservare, in fatto di temperatura, per le piante all'interno delle abitazioni?
8.
Le piante hanno tutte le medesime esigenze in fatto di luce?
9.
Qual è l'unità di misura dell'intensità luminosa?
10. Cosa può succedere ad una pianta esposta ad un'insufficiente radiazione luminosa?
11. Quali tipi di luminosità possiamo avere in un ambiente come quello domestico?
12. Perché l'acqua è considerata indispensabile per le piante, quali funzioni svolge?
13. Cosa vuol dire solvente?
14. In base a quali condizioni ambientali può variare il fabbisogno idrico delle piante?
15. Cos'è l'asfissia radicale?
16. Quali criteri generali si devono osservare nell'irrigazione delle piante?
17. Quali caratteristiche può avere l'acqua del rubinetto e quali accorgimenti si possono adottare per poterla
utilizzare per l'irrigazione delle piante ornamentali?
18. Quali conseguenze per le piante può provocare l'eccesso di carbonati nell'acqua di irrigazione?
19. La coltivazione del geranio: elenca, descrivi e commenta le condizioni ambientali e le operazioni colturali
nella coltivazione del geranio
ALUNNO ________________________________ CLASSE__________ DATA________
VERIFICA DI FLORICOLTURA
Domande
1 Quali condizioni ambientali adatte alle piante è possibile ricreare o modificare in una serra come quella della scuola?
(precisa anche in quale modo, con quali strutture)
2 Quali aspetti riguardanti la temperatura è bene considerare?
3 Qual è l'unità di misura dell'intensità luminosa?
4 Cosa può succedere ad una pianta esposta ad un'insufficiente radiazione luminosa?
5 Quali danni può provocare alle piante un eccessiva e prolungata presenza di acqua nel terreno ?
6 Quali caratteristiche può avere l'acqua e quali accorgimenti si possono adottare per poterla utilizzare per
l'irrigazione delle piante ornamentali?
LE SPECIE ANNUALI
(GENERI: Impatiens, Begonia, Tagetes, Petunia, Ageratum, Salvia, Alissum, Coleus, , Lobelia, Portulaca,
ecc.)
Le piante cosiddette annuali appartengono a specie che svolgono il loro ciclo vitale nell'arco di
un anno o di una stagione vegetativa. Spesso vengono considerate o utilizzate come annuali anche
specie biennali o perenni originarie di altri climi che da noi non potrebbero superare i rigori invernali,
per questo il loro utilizzo termina nell'autunno successivo. Sono, in definitiva, piante erbacee che
hanno in comune la brevità del ciclo. Sono caratterizzate generalmente da minori esigenze in fatto
di temperatura e nutrienti ma, quasi tutte, amano gli ambienti molto luminosi.
La temperatura ideale è generalmente compresa fra i 15 e i 18 °C di giorno e i 15°C di notte. Vengono
spesso coltivate in serra fredda a temperature più basse che ne ritardano la fioritura e ne riducono
lo sviluppo. Richiedono un substrato mediamente drenante e poroso. Ciò per prevenire sia il ristagno
idrico (più probabile con le basse temperature), che l'eccesso di salinità.
Si possono quindi utilizzare substrati mediamente porosi e ben drenati, con pH compreso fra 5.5 e
6.0, con una integrazione di 1,8 - 2 g/l di concime a cessione programmata di breve durata (3 mesi),
che fornisce alle piante il necessario nutrimento anche quando non si può fertirrigare. Normalmente
si miscelano al terriccio industriale 1,5 Kg/mc di Osmocote 15-11-15+2Mg micro, della durata di 3/4
mesi.
Volendo accelerare lo sviluppo, in particolare per quelle specie che richiedono maggiori dosi di
concime (come Tagete e Salvia), si esegue qualche fertirrigazione con un concime bilanciato a
partire da una settimana dopo il rippicchettamento, con concimi idrosolubili tipo 15-1115+1Mg+microelementi, a 50-70 g/hl anche 1 volta alla settimana.
Quando inizia la bocciolatura è conveniente un concime più favorevole alla fioritura, cioè con titolo
più alto in fosforo e potassio e più basso in azoto (ad esempio: 8-15-24+2Mg+ microelementi, a 100
g/hl per 1-3 interventi complessivi).
Possono essere utili interventi che favoriscano la crescita compatta e molto ramificata (chiamati
trattamenti brachizzanti o nanizzanti). Si usano allo scopo prodotti chimici (a base di ormoni
sintetici) tipo il cycocel o Alar, in soluzioni che vanno nebulizzate in modo da bagnare la vegetazione
(preferibilmente nelle ore serali per non danneggiare le piante), o somministrate per via radicale; la
concentrazione è variabile a seconda della sensibilità della specie.
Per le irrigazioni valgono gli accorgimenti utili anche per le altre colture: usare possibilmente acqua a
temperatura ambiente, intervenire di mattina così che l'eventuale vegetazione bagnata possa
rapidamente asciugarsi. L'acqua troppo ricca di carbonati può portare il pH del substrato a valori
superiori a 7, con conseguenze sull'assorbimento del ferro. Questo la carenza che ne consegue è
chiamata clorosi ferrica. Qualora non si possa porre rimedio all'acqua, si rivelano utili le
somministrazioni di chelati di ferro per via radicale.
VERIFICA APPRENDIMENTO (PER CASA)
1. Cosa sono le piante floricole annuali?
2. Quali specie annuali coltiviamo nella serra della nostra Scuola?
3. Quali caratteristiche presentano generalmente queste piante?
4. Quali condizioni ambientali prediligono in genere?
ALUNNO________________________________CLASSE________ DATA_________
VERIFICA DI FLORICOLTURA. Domande
1 Descrivi sinteticamente le caratteristiche e le esigenze delle specie floricole annuali.
2 Elenca le principale e più importanti operazioni colturali che fino ad ora si sono eseguite sulle
specie floricole in coltivazione presso la serra della Scuola.
3 Cos'è la spuntatura e per quale motivo si esegue?
ALUNNO
CLASSE 3°
DATA
VERIFICA DI FLORICOLTURA. Domande:
1.
Quali sono gli accorgimenti da mettere in atto e le condizioni ambientali da creare nel
momento in cui delle giovani piantine floricole (es.: geranio) arrivano in azienda per
essere invasate?
2.
Quali tipi di geranio sono più diffusi e in quali vasi vengono generalmente coltivati? Per
quali tipi è previsto l’utilizzo della “torre”?
3.
Quali accorgimenti sono utili per un corretto invaso e quali conseguenze possono
derivare da invasi sbagliati?
4.
Cosa sono le piante brevidiurne? (fa l’esempio di almeno una specie floricola
brevidiurna).
5.
La luce: cosa può comportare una insufficiente disponibilità di luce per le piante
ornamentali?
6.
Quali cure colturali si eseguono alle piantine, nei primi 15 giorni dall’invaso?
Scarica