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Sport
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Investire nella Qualità della Vita
■ ■ ■ Famiglia Messo a punto Gamlss, strumento di screening per individuare i deficit del linguaggio
Il baby-test delle 670 parole
Se a due anni utilizza più di 500 vocaboli è precoce. Sotto i 50 scatta l’allarme
di Annika Abbateianni
D
alla sinergia dei ricercatori del Cnr e dell’Afar (Associazione Fatebenefratelli per la ricerca) è nato uno strumento di screening in grado di rilevare i disturbi del linguaggio nei bambini di età compresa tra i 18 e i 36 mesi, consentendo una diagnosi precoce e, qualora fosse utile, un intervento tempestivo. La nuova metodologia diagnostica, testata su 800 bambini, è nel suo genere la prima realizzata in Italia.
«Il test, tanto semplice quanto preciso per le
sue basi scientifiche e matematiche, consiste in
un questionario di 670 parole che i genitori devono compilare, con calma, nell’arco di alcuni
giorni, indicando i termini che vengono pronunciati dai loro figli», spiega Patrizio Pasqualetti,
statistico dell’Afar, che ha definito i limiti di normalità dello screening, elaborando «curve di
crescita» relative ai cambiamenti del livello linguistico in rapporto all’età. Il format contiene anche una seconda parte
dedicata alla capacità di elaborare alcune frasi da parte dei bambini di 24
mesi che, oltre a utilizzare un certo numero di vocaboli, iniziano ad associare
anche solo due semplici parole (per esempio: mamma bella) piuttosto che una frase complessa con il
verbo (la mamma è bella), che arriva più tardi. La nuova procedura, chiamata Gamlss (acronimo di Generalized additive models for location, scale and shape), è basata su determinati «intervalli di riferimento», che mutano rapidamente all’aumentare degli anni. È stato osservato, per esempio, che a 24 mesi un bambino riesce a dire più di 250 parole delle 670 del test; se ne utilizza
oltre 500 è particolarmente precoce, mentre se usa meno di 50 vocaboli può preoccupare e fare scattare una spia d’allarme. «Tuttavia, per evitare eccessive preoccupazioni, occorre precisare che
spesso si tratta di ritardi transitori o disturbi lievi, che poi si risolvono spontaneamente entro l’età prescolare», spiega la Maria
Cristina Caselli, psicologa e primo ricercatore all’istituto di scienze e tecnologie della Cognizione del Cnr che prosegue. «Basti pensare, per esempio, che il 10-15% dei bambini che
nascono ogni anno in Italia e che risultano a rischio intorno ai due anni e mezzo, recuperano
senza alcun intervento diretto da parte degli esperti, quali psicologi o logopedisti, il ritardo di linguaggio, in questo caso definito semplice. Inoltre,
facendo ulteriori rilevazioni negli anni (sia in Italia che all’estero), le percentuali si abbassano notevolmente, per cui si può passare al 5-8% intorno ai 4 anni». I bambini che sviluppano un disturbo serio, invece, sono il 3% e spesso manifestano problemi di apprendimento in età scolare,
dimostrando quindi un forte collegamento con il
deficit di linguaggio che, in alcuni casi, può essere la spia di altre problematiche più serie, quali un ritardo mentale lieve o addirittura l’autismo.
Ecco perché la diagnosi precoce è fondamentale
per agire tempestivamente e meglio.
Di recente sono state organizzate anche alcune campagne di sensibilizzazione realizzate in collaborazione con il comune di
Roma nell’ambito delle strutture educative dei nidi e con i pediatri di famiglia, durante le quali sono stati seguiti con un processo di follow-up, i
bambini per i quali si sospettavano disturbi del linguaggio. Il test Gamlss
(attualmente disponibile in versione cartacea e presto anche elettronica)
è gratuito e può essere richiesto al Cnr esclusivamente su prescrizione
dello psicologo o del pediatra. (riproduzione riservata)
■ ■ Teatri In scena al Ventaglio uno dei balli più sensuali. Dove però manca a tratti l’autentica passione
Occhi che non si cercano abbastanza
nel tango che diventa musical
di Barbara Rivoli
S
e la gente non cerca il tango, che il tango cerchi la
gente. Sembra essere questo il leitmotiv cultural-concettuale che anima la Compagnia
Vientos del Sur, in scena a Milano con lo spettacolo Pasionestango y musical. L’immagine
tradizionale del tango è quello di
un ballo rigoroso, sensuale e affascinate, ma anche violento nelle sue passioni, a tratti persino
cupo, inquietante. Adrian Aragon
e Erica Boaglio, stelle indiscusse della compagnia e non a ca-
so ballerini di livello internazionale, rielaborano invece le più
classiche coreografie contaminandole di elementi più moderni: passi di danza contemporanea, costumi sexy e scintillanti
per le ballerine, scenografie che
suggeriscono un’Argentina at-
tuale e protagonista
dello spettacolo tanto quanto i suoi ballerini. Perché, tra un
tema musicale e l’altro, questo vorrebbe
essere un musical
che racconta l’Argentina e la sua gente,
con la sua voglia di vivere e giocare, di stuzzicarsi in continue
schermaglie amorose, di scendere in strada per giocare a pallone o cantare una serenata.
Sempre col sorriso sulle labbra,
con leggerezza e freschezza.
Ecco, forse la debolezza di uno
spettacolo altrimenti coinvolgente per i ritmi e per la bravura dei
suoi ballerini, sta proprio qui. In
sorrisi troppo esibiti, in troppa
carne nuda che allontana il desiderio invece di accenderlo, in
sguardi che non si cercano quasi mai. E allora l’esecuzione è
perfetta, lo spettacolo piace, ma
ci sembra che il tango resti un’altra cosa. Info: Pasiones- tango y musical. Al Teatro Smeraldo fino al 25 febbraio. (riproduzione riservata)
Lampi
nel buio
“
Le parole hanno vita
più lunga che i fatti
Pindaro
”
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