Quanta tecnologia

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Quanta tecnologia
nell’infanzia del terzo millennio
di Rita Simeoni
In uscita a febbraio 2007
“INFANZIA, MEDIA E NUOVE TECNOLOGIE”
di Francesco Pira e Vincenzo Marrali
Chi ha ancora in mente lo stereotipo del bambino italiano tutto intento a giocare con la
bambola o con il camion dei pompieri dovrà completamente ricredersi.
Francesco Pira, docente di comunicazione pubblica e sociale e relazioni pubbliche
all’Università di Udine, ed il Primario Emerito di Pediatria Vincenzo Marrali, firmano insieme un
volume in uscita a febbraio 2007 per la prestigiosa casa editrice Franco Angeli (Collana
Comunicazione) che con indiscussi impegno e capacità professionale, ma anche non senza una
certa meraviglia, ci pone di fronte al sempre più intenso e variegato rapporto dei bambini
italiani con il mondo dei media.
Il libro “Infanzia, media e nuove tecnologie”, che con grande puntualità non a caso
sottotitola “Strumenti, paure e certezze”, ci restituisce in primo luogo i risultati di un’analisi
quantitativa condotta su un campione multiregionale (Sicilia, Toscana, Campania, Abruzzo,
Veneto e Friuli Venezia Giulia le regioni interessate) di 1.212 bambini tra gli otto e gli undici
anni, volta a scoprire ed analizzare come e quanto la “civiltà tecnologica” abbia influito e
contribuisca a cambiare (per sempre ?) lo sviluppo e la crescita dei nostri figli.
I bambini italiani quante ore passano davanti alla tv? E quante a videogiocare ? Quali
sono i loro programmi preferiti? Hanno un loro telefonino ? Quanti libri leggono? E, soprattutto,
le tecnologie quanto hanno “adultizzato” i bambini ?
Partendo da domande come queste Pira e Marrali ci accompagnano in un mondo dove,
si scopre, le trasmissioni preferite dai bimbi italiani sono “Camera Cafè” e “Striscia la notizia”,
dove il 61% di loro già possiede un cellulare e spedisce da 1 a 3 SMS al giorno, l’89 % usa il
computer, il 60 % naviga su internet e trascorre in media ogni giorno 1 ora e 55 minuti a
videogiocare. E, spesso, tutto questo viene fatto dai nostri ragazzi, con una facilità sconosciuta
ad altre generazioni, contemporaneamente !
Dati, questi, che se da un lato possono non rappresentare una sorpresa, dall’altro
testimoniano, con la realistica “crudezza” dell’analisi scientifica, i pericoli e le potenzialità che,
rispettivamente, il fenomeno abilmente cela ma può altrettanto efficacemente svelare a chi
abbia a cuore quel delicato e affascinante percorso della costruzione della personalità degli
uomini e delle donne di domani.
Ma il lavoro di Pira e Marrali non si limita certo a questo. “Il rapporto tra minori e media
- si legge nell’introduzione al volume - è stato ed è oggetto di analisi continue sia a livello
internazionale che nazionale. Il grande divario che però percepiamo è quello tra teoria e
pratica, tra le analisi e le valutazioni degli esperti di diversi ambiti scientifici (sociologici, medici
pediatri, psichiatri e psicologi) e la loro conversione in azioni e strumenti al servizio di genitori,
insegnanti professionisti della comunicazione, cittadini.”
Ecco allora che gli autori ci offrono, ben disegnate sui tre piani della ricerca sociologica,
dell’approccio clinico e del risvolto formativo, riflessioni, analisi e comparazioni con altri paesi
europei ed extraeuropei per capire ed approfondire la conoscenza di una realtà ormai
affermata e quindi ineludibile, ma anche nuovi strumenti per interagire efficacemente con essa
ed orientare correttamente il difficile rapporto infanzia/media. A partire - affermano gli autori ”proprio da quello degli adulti che solo se si faranno essi stessi promotori di un uso
consapevole potranno trasmettere correttamente regole e strumenti ai bambini, modificando
ove necessario e controllando l'utilizzo di questi strumenti in modo che diventino una risorsa e
non una dipendenza.”.
L'indagine sul campo, che rappresenta il cuore di questo volume, fotografa infatti alcuni
aspetti del rapporto tra bambini e media evidenziando soprattutto come esso continui
esponenzialmente ad intensificarsi e, in conseguenza, sottolinea l'urgenza di azioni e strategie
che non passino solo attraverso il divieto ma piuttosto volgano ad un uso consapevole e
avvertito degli strumenti di comunicazione.
La seconda parte, attento e puntuale sviluppo della prima, utilizza invece un approccio
clinico pediatrico, nel quale la lunga esperienza del Dottor Vincenzo Marrali si interfaccia con le
analisi sociologiche del Prof. Pira e ne analizza gli aspetti di potenziale patologico ed i rischi per
la crescita, sottolineandone altresì i potenziali positivi in termini di sviluppo psico-fisico.
Prestigiose, inoltre, le tre prefazioni al lavoro di Pira e Marrali, cariche di riflessioni così
come di forti ancoraggi alle realtà personali degli autori, rispettivamente scritte da Tiziana
Ferrario, inviata del Tg1 e ideatrice e prima conduttrice del GT Ragazzi della Rai, da Furio
Honsell, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Udine e dalla Senatrice Livia Turco,
Ministro della Salute.
In libreria da febbraio 2007, il volume di Pira e Marrali si rivolge dunque a tutti coloro
che sono interessati a questi temi (operatori della comunicazione, assistenti sociali, istituzioni,
studenti di Pediatria e dei corsi in Relazione Pubbliche, Scienze della Formazione, Scienze della
Comunicazione) e a chi in particolare si occupa di argomenti attinenti la Sociologia dei processi
culturali, ma anche e soprattutto ai genitori e agli insegnanti, perché - come ricorda la Sen.
Turco nella sua prefazione - “è proprio nella collaborazione più stretta tra questi elementi del
capitale sociale, scuola e famiglia, con il coinvolgimento anche di altre istituzioni pubbliche (...)
che occorre investire per una nuova politica di sensibilizzazione e promozione di nuove
“finestre” di interesse e crescita sociale e culturale dei nostri ragazzi. Una sinergia per
rispondere alle esigenze e ai cambiamenti che la crescita richiede e che ci impone di
mantenere sempre alta l'attenzione e la capacità di ascolto rispetto a un mondo, quello dei
giovani, che è nostro dovere ascoltare e comprendere”.
Un libro, questo, che il Rettore Honsell ci indica avere “il dono di saper far parlare quei
numeri che attraverso i tanti sondaggi e analisi ci stanno sommergendo (...), una guida
preziosa che ci obbliga a scelte responsabili”, associandosi all’appello di Tiziana Ferrario che,
richiamando tutti all’impegno personale, così chiude la sua prefazione: “Anche io come Pira
penso spesso agli occhi dei bambini in tutto il mondo. E vorrei che nessun bambino fosse
triste. Possiamo lavorare perché questo accada. Basta essere tutti un po' più responsabili”.
“Infanzia, media e nuove tecnologie” non può mancare nella biblioteca di chi, col
pensiero rivolto a quella straordinaria risorsa per il paese che è il mondo dell’infanzia, vuole
acquisire una efficace chiave di lettura e restare concretamente in contatto con i molti
fenomeni e profondi cambiamenti che interessano la nostra società, sempre più tecnologica,
multiforme, pluridimensionale.
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