Il malato immaginario

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http://resilienze.blogspot.it/ In psicologia la resilienza rappresenta la capacità di affrontare le avversità della vita e vincerle mercoledì 12 febbraio 2014 Il malato immaginario Ieri sono stata alla prima de "Il malato immaginario ovvero Le Molière imaginaire", portato a Roma dal Teatro Kismet Opera di Bari. Lo spettacolo è un'originale e quanto mai veritiera rappresentazione della commedia di Molière: la pièce è andata in scena per la prima volta nel 1673 ed ancora oggi è una delle più apprezzate. C'è un padre che vuole sistemare la figlia con un ragazzo di buona famiglia che lei non ama, una matrigna che non vede l'ora di tuffarsi sull'eredità del moribondo (?) malato immaginario e Pulcinella, la storica maschera napoletana simbolo di acuta furbizia e divertente sarcasmo. Il malato, nonostante il perenne pessimismo, non ha una patologia grave in ambito clinico, ma probabilmente è il personaggio che più di tutti ha riflettuto profondamente su ogni sfaccettatura della vita ed è ormai ossessionato dalla morte, perché prima o poi arriverà. E allora uno che vive a fare? Perché svagarsi o intraprendere qualsiasi nuova attività? Come si guarisce da una malattia simile? La soluzione gli viene data da medici furbacchioni che pensano solo a raggirare i pazienti ed i relativi portafogli. Ci sono delle opere classiche, come "Il malato immaginario", che amo particolarmente poiché attraverso un'affascinante lungimiranza mi dimostrano sempre che tutto si ripete anche dopo centinaia di anni. Pensateci bene: nel XVII secolo, a quanto pare, c'era un padre che voleva vedere la figlia sposata con un buon partito, una donna cinica che accetta di sposare un uomo molto più grande di lei per poter godere, da vedova, della ricca eredità, due ragazzi sinceramente innamorati ma che incontrano solo ostacoli che non permettono loro di stare assieme. E poi c'è Pulcinella! Chi non l'ha mai conosciuto? Ognuno di noi ne ha conosciuto o ne conoscerà uno: un personaggio col volto coperto da una maschera, perché nel teatro "tutto è finto e nulla è falso" -­‐ come disse Gigi Proietti -­‐ che ha avuto un'infanzia fin troppo semplice e ha frequentato la scuola della strada per poter ambire a quel qualcosa in più. Povero e servitore, questo è Pulcinella per molti. Una persona triste, vi direte? Non è forse più triste il ricco "malato" imaginaire (curiosità: in Francia nel XVII "imaginaire" significava "pazzo"), che è ricco ma non riesce a comprare neanche un pizzico di pace interiore? La rappresentazione cui ho assistito ieri mi ha emozionato sul serio, mi ha fatto riflettere su molti finti problemi esistenziali. In più, è stata popolare e divertente. E' in scena al Teatro Vascello di Roma fino al 23 febbraio. www.teatrovascello.it Pubblicato da Resilienze a 16:39:00 
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