medicina di laboratorio - Digilander

annuncio pubblicitario
MEDICINA DI LABORATORIO
18/05/2006
10:30 – 12: 30
TRAPIANTI RENALI
( Il professore ha fatto solo un’ora di lezione)
Sono i trapianti più facili da eseguire e sicuramente anche i più frequenti.
Si trapianta il rene sia da vivo a vivente,sia da cadavere a vivente,a differenza di altri organi come il
fegato o il cuore che non si possono trapiantare da vivente a vivente.
Quando si trapianta un rene? Quando il paziente ha un’insufficienza renale cronica,cioè quando è
soggetto ha patologie come il rene policistico oppure patologie che seguono le glomerulonefriti
come la glomerulostenosi. Voi avete che il rene non filtra e per poterlo fare ha bisogno di una
macchina e successivamente ha bisogno di un trapianto.
Si può trapiantare un unico rene oppure due reni.
Vediamo cosa succede ai reni quando vengono trapiantati.
Voi sapete che esistono degli antigeni di istocompatibilità e sono degli antigeni personali che non
vengono riconosciuti dall’organismo trapiantato e si possono verificare problemi di rigetto.
In questa lezione quindi valutiamo il rigetto iperacuto,il rigetto acuto,la nefropatia cronica da
trapianto,la malattia de novo,la recidiva di malattia e le infezioni.
Che cos’è il rigetto iperacuto?
È una situazione che avviene nelle prime 72 ore dal trapianto ed è l’effetto di una risposta
anticorpale nei confronti del rene nuovo.
Dal punto di vista istologico si osserva una necrosi piuttosto estesa che è associata ad una malattia
che si chiama SINDROME EMOLITICA-UREMICA : il paziente improvvisamente urina sangue
ed è colpito da fortissimi dolori.
Quando si intraprende lo studio del rene,i compartimenti importanti che vano analizzati sono:
 I tubuli
 I vasi
 L’interstizio
 I glomeruli
La distinzione tra glomerulonefrite e il rigetto che si può avere in seguito a trapianto si basa proprio
sulla gerarchia di importanza che hanno questi compartimenti,cioè i primi compartimenti interessati
in una glomerulonefrite sono diversi da quelli interessati in un rigetto di un trapianto di reni.
Nelle glomerulonefriti è molto importante valutare il glomerulo e a seconda dell’entità della lesione
del glomerulo si parlerà di glomerulonefrite membranosa,glomerulonefrite mesangioproliferativa e
di tutte le altre glomerulonefriti sia che siano primitive,cioè originate nel rene per la prima volta,sia
che siano secondarie,cioè una manifestazione renale di una malattia sistemica come per esempio il
Lupus.
Quando dunque parlate di glomerulonefriti,la cosa più importante che andate ad osservare è il
glomerulo.
Quando invece pensate ad un rigetto,ad un rene cioè trapiantato,la prima cosa che andate ad
osservare è il tubulo,allora cambia il punto di vista.
Non c’è un aiuto per vedere il rene,ma c’è un metodo per vedere la malattia e allora se io devo
cercare una diagnosi di rigetto devo guardare il rene dal compartimento dei tubuli,devo iniziare da
lì.
Il primo compartimento che si ammala nel corso di rigetto è il tubulo.
Nella glomerulonefrite il primo compartimento che si ammala è il glomerulo e il secondo
compartimento che si ammala è l’interstizio.
Anche nel rigetto il secondo compartimento che si ammala è l’interstizio e il terzo compartimento
coinvolto è il vaso e quando si ammala il vaso vuol dire che il rigetto è molto grave,occorrerà
stabilire una terapia molto potente,in alcuni casi può essere devastante.
Allora schematicamente sapete che il rene si osserva guardando i glomeruli,i tubuli,l’interstizio e i
vasi.
Per quanto riguarda le glomerulonefriti voi guardate il glomerulo come prima istanza,se invece
parlate di rigetto considerate prima i tubuli,poi l’interstizio e quindi i vasi.
Il primo organo che si ammala nel rigetto è il tubulo.
I linfociti aggrediscono le cellule epiteliali dei tubuli perché i tubuli sono rivestiti da cellule
epiteliali.
I linfociti che non riconoscono il rene (sono i linfociti del ricevente e non riconoscono il rene del
donatore) aggrediscono per prima cosa i tubuli del rene nuovo.
Tutto ciò avviene se il paziente non viene messo in terapia,il processo continua e i linfociti
aggrediscono anche l’interstizio e si infilano come granuli di pepe nell’interstizio.
Nell’interstizio del rene che è virtuale,cioè non si vede nel rene normale (se si vede l’interstizio
significa che il rene è ammalato) ci sono i linfociti e questo scatena come causa secondaria una forte
proteinuria cioè tutte le malattie dell’interstizio si traducono dal punto di vista clinico con una
proteinuria.
Il terzo distretto interessato dai linfociti che non riconoscono il rene (prima aggrediscono i tubuli e
poi l’interstizio) sono i vasi e danno origine a delle vere e proprie arteriti.
Si definisce arterite una lesione in cui si interrompe lo spessore della parete vascolare e si
interrompe la lamina elastica del vaso.
Quando la lamina del vaso è rotta si parla di arterite.
Il rigetto acuto è una patologia che interessa il ricevente e comporta una gamma di lesioni che va
dalla tubulite che significa infiltrazione di linfociti a livello tubulare a vasculite.
A seconda della gravità di queste lesioni che possono essere mescolate e sovrapposte noi avremo un
rigetto di grado I cioè un rigetto lieve oppure in caso di vasculite un rigetto grave di grado III.
I concetti importanti sono :
1. i compartimenti del rene : glomeruli,tubuli,interstizio e vasi
2. sapere che quando parlate di glomerulonefrite la prima cosa che dovete vedere è il
glomerulo
3. quando parlate del rigetto avete un punto di vista diverso perché i linfociti per prima
attaccano i tubuli per cui avrete in ordine i tubuli,interstizio e vasi
4. i glomeruli nel rigetto quasi non sono interessanti perché i glomeruli nel rigetto sono
raramente o tardivamente colpiti (quasi mai nel rigetto acuto,quasi sempre nel rigetto
cronico) e se i glomeruli sono colpiti in un soggetto che ha fatto trapianto renale è
verosimile che questo soggetto stia avendo una glomerulonefrite che può essere la recidiva
della malattia che aveva prima oppure una glomerulonefrite nuova.
(il professore proietta diapositive di sezioni di parenchima renale )
Riconoscete un tubulo perché è rivestito da cellule epiteliali. Osservate anche la membrana basale
che circonda interamente il tubulo. Notate che qui appare una cellula che è circondata da un alone
biancastro,questo è un linfocita che si sta immergendo in un tubulo.
Questo fenomeno che in termine medico si chiama “emperipolesi” si chiama anche più facilmente
“tubulite”.
La tubulite è l’espressione morfologica dell’introduzione di linfociti nell’epitelio tubulare.
I linfociti possono essere più o meno numerosi,ovviamente più sono numerosi e più è grave la
tubulite. Allora la tubulite è la prima lesione del rigetto.
Qui vediamo che i tubuli sono attaccati dai linfociti e addirittura in alcune aree non si riconoscono
più i tubuli ma si vede un tappeto di linfociti. Questo è un rigetto piuttosto avanzato.
Ancora qui si vede che i tubuli diminuiscono sempre di più e aumentano i linfociti.
Il rigetto più severo è dato da un quadro istologico dove non ci sono più i tubuli,ma tutto è
aggredito da linfociti e sicuramente ci sarà anche una vasculite e questi soggetti rischiano di perdere
anche il rene se non vengono curati.
Qui si riconosce un’arteriola piena di emazie e si vedono dei linfociti che iniziano a marginarsi e
cioè a portarsi verso la parete perché poi dovranno attraversarla. Questa è una vasculite di grado
lieve al contrario di questa dove invece notate che c’è una modificazione della parete con
un’interruzione e poi all’interno c’è un’iperplasia dell’intima cioè una vera e propria arterite. Allora
qui il rigetto si fa più interessante e si fa ancora più grave.
Riepiloghiamo dunque: la tubulite che è dovuta all’attacco dei linfociti contro i tubuli può essere di
vari gradi,maggiore è il numero dei linfociti e maggiore è il grado della tubulite. L’interstizio è
diffusamente ricoperto da linfociti e i vasi arteriosi possono essere sede di vasculite più o meno
grave. La vasculite è l’interruzione della lamina elastica,quando i linfociti aggrediscono la lamina
elastica si fa diagnosi di vasculite. La vasculite viene diagnosticata a seguito di una analisi
microscopica effettuata dal patologo notando che il vaso è interrotto perché i linfociti passano
attraverso la parete.
Anche la tubulite è una diagnosi istopatologica.
Il chirurgo opera l’ammalato ed esegue una prima biopsia che è la carta d’identità di
quell’ammalato,i patologi ricevono la prima biopsia e notano le condizioni del rene al momento
zero del trapianto. Successivamente i paziente viene messo in monitoraggio e se si ha un rialzo di
proteinuria o un rialzo di creatinina,il chirurgo immediatamente esegue una biopsia perché i sintomi
dal punto di vista clinico sono assolutamente aspecifici. Infezioni,rigetti e malattie da farmaci hanno
la stessa clinica quindi non è possibile per il clinico decidere quale terapia deve fare. In questo caso
sarà il patologo che,vedendo al microscopio,farà una diagnosi in base alla quale viene fatta la
terapia e vedrete che queste terapie sono fondamentali così come è fondamentale il momento
diagnostico perché se è vero che la sintomatologia è uguale,cioè proteinuria e rialzo di cretinina,è
vero che alla base di questa malattia può esserci il rigetto e in questo caso il clinico deve
somministrare ciclosporina,cortisone,farmaci cioè immunodepressori.
Se alla base di questa malattia c’è un’infezione,il clinico commetterebbe un errore bestiale se
somministrasse altri immunodepressori perché il paziente ha bisogno di essere immunoregolato e in
questo caso dovrà abbassare drasticamente gli immunodepressori e alzare invece gli antibiotici e
altri farmaci.
Se invece il paziente ha creatinemia e rialzo di proteinuria perché sono stati somministrati farmaci e
quindi ha un sovradosaggio di farmaci,allora il clinico dovrà togliere alcuni farmaci cercando di
modulare la terapia.
Il momento diagnostico è fondamentale perché dal punto di vista clinico questi pazienti sono uguali
sia che abbiano un’infezione sia che abbiano un rigetto sia che abbiano assunto troppi farmaci,ma è
importante l’osservazione al microscopio e la formulazione di una diagnosi corretta perché
sbagliare una diagnosi di rigetto e chiamarla infezione,o il contrario,significa in realtà modificare in
maniera errata la terapia e quindi apportare ulteriori danni.
Il primo controllo che viene effettuato nella trapiantologia è la biopsia.
Nel rigetto acuto dovete soltanto conoscere questo : è una patologia che si verifica quando
l’immunità non è corretta e si manifesta con tubulite nei gradi bassi di rigetto acuto,con una flogosi
dell’interstizio quando si alza il grado del rigetto acuto e nei casi di rigetto acuto severo con
vasculite.
Questi sono i segni cardinali del rigetto acuto : tubulite,flogosi dell’interstizio e vasculite.
Adesso diciamo due parole sulla nefropatia cronica da trapianto.
Abbiamo parlato di rigetto acuto che anticamente,fino a 7-8 anni fa si chiamava rigetto cronico,oggi
non si chiama più rigetto cronico ma nefropatia cronica da trapianto.
Il rigetto cronico è un termine abbandonato perché si pensa che il rigetto cronico sia un ombrello in
cui ci siano soltanto lesioni di rigetto,invece nefropatia cronica da trapianto è un termine più
completo perché evidentemente in questa categoria di malattie finisce una serie di patologie che
vanno da ripetuti rigetti acuti che diventano cronici,poi malattie di tipo infiammatorio,poi malattie
di tipo farmacologico.
Qui si divide in tre gradi dove il primo grado e il secondo grado sono più lievi mentre il terzo spesso
richiede l’espianto.
- GRADO I (lieve) : fibrosi lieve,atrofia tubulare
- GRADO II (moderato) : fibrosi e atrofia moderata
- GRADO III (severo) : fibrosi interstiziale con atrofia tubulare severa
La vita media di un rene trapiantato è sui 10 anni,alcuni vivono di più e altri sfortunatamente vivono
di meno e devono essere espiantati prima dei 10 anni perché si è verificato o un rigetto acuto severo
che non viene guarito oppure una nefropatia cronica da trapianto di grado III che non può essere
guarita.
Enunciamo un principio fondamentale che vi serve per il vostro corso di medicina : voi sapete che
la flogosi acuta e la flogosi cronica viene così chiamata o in base al tempo (la flogosi cronica dura
più di tre mesi) oppure “acuto-cronico” si riferisce alla popolazione di cellule della flogosi,per
esempio granulociti sono acuti,i linfociti sono cronici.
Nel rene cambia il concetto di acuto-cronico : quando parlate di acuto nel rene intendete l’edema
dell’interstizio,quando parlate di cronico intendete fibrosi dell’interstizio.
Questo è un passaggio molto importante perché l’edema è reversibile cioè l’edema si cura. Se voi
avete per esempio una nefrite tubulo-interstiziale acuta,questa può guarire perché la nefrite
interstiziale acuta significa che l’interstizio è edematoso,ci sono anche cellule della flogosi
compresi i linfociti,ma si torna indietro perché dall’edema si torna indietro.
Se invece noi parliamo di nefrite cronica interstiziale,non si torna indietro perché dalla fibrosi non si
torna indietro.
La fibrosi del rene è un evento terminale (è come una colata di cemento che viene buttata alla fine
di eventi acuti per cercare di riparare la parte danneggiata e una volta buttata questa colata di
cemento non esiste nulla che possa togliere la fibrosi),ecco perché la patologia renale acuta va
immediatamente curata per non farla diventare cronica perché una volta cronica non torna più
indietro.
Anche nelle glomerulonefriti,raggiunta la sclerosi il glomerulo finisce di lavorare. Laddove invece
c’è un rafforzamento di membrana,un ispessimento del mesangio,un mesangio ipercellulare,allora
la somministrazioni di farmaci come il cortisone aiuta la guarigione del rene e si può tornare
indietro.
È fondamentale a questo punto capire se l’evento clinico in esame è cronico o acuto perché se è
acuto va immediatamente curato. Il problema di una malattia cronica renale è molto più grave.
Nella nefropatia cronica da trapianto noi guardiamo gli stessi distretti,ma impariamo subito delle
terminologie e diciamo che per quanto riguarda i tubuli parliamo di atrofia : le cellule cubiche belle
piene diventano appiattite,piatte e cioè atrofiche,i lumi si dilatano e questi effetti ricordano i
follicoli della tiroide (l’atrofia quando diventa eccessiva viene chiamata dai patologi “thyroid-like”
perché il rene assomiglia alla tiroide).
La nefropatia cronica da trapianto :
1. atrofia tubulare
2. sclerosi interstiziale
3. ispessimento delle arteriole
Nel rigetto acuto l’ordine era : tubulite,flogosi interstiziale mentre qui abbiamo atrofia tubulare e
sclerosi interstiziale.
Nei vasi abbiamo ispessimento della parete fino ad avere riduzione del lume ad un punto tale in cui
c’è una ostruzione e il sangue non passa più. Se il sangue non passa più e non arriva più nutrimento
abbiamo un aumento di sclerosi interstiziale e quindi un fenomeno che si autoalimenta.
Dal punto di vista clinico nella nefropatia cronica da trapianto di grado tre il paziente dovrà tornare
in dialisi perché il processo è così irreversibile che non c’è più nulla da fare.
Abbiamo visto che esiste il rigetto iperacuto che avviene nelle 72 ore e che è caratterizzato da una
fortissima reazione anticorpale che provoca una necrosi massiva del rene. Questo è un evento
rarissimo.
Poi esiste il rigetto acuto che è un evento che si compie quando si abbassa l’immunità ed è
caratterizzato da tubulite,flogosi interstiziale e arterire (la tubulite se il rigetto è lieve,l’arterite se il
rigetto è grave).
Poi abbiamo la nefropatia cronica da trapianto,qui noi dobbiamo riconoscere l’atrofia tubulare,la
sclerosi interstiziale,l’ispessimento dei vasi.
Adesso aggiungiamo un’altra patologia e cioè l’infezione.
Cosa succede quando un clinico abbonda con gli immunodepressori e quindi il fisico del ricevente il
rene si trova debilitato? Può succedere che molti virus che abitano con noi (se noi stiamo lontani da
stress non ci sfiorano) possono generare delle vere patologie.
POLYOMAVIRUS
È un virus che molti contraggono ma che è silente. Quando c’è una grave immunodepressione
(l’immunodepressione non si ha solo nei trapiantati,ma si ha nei ammalati di AIDS,per esempio,in
alcune persone che nascono con deficienza del timo,in alcune persone che assumono per problemi
reumatologici forti dosi di cortisone,per gli ammalati di linfoma…).
Questo virus è stato isolato per la prima volta nelle scimmie,ma è passato nell’uomo.
Al microscopio ottico i patologi non vedono i virus (i virus si vedono soltanto al microscopio
elettronico),i patologi quindi possono vedere al microscopio ottico l’effetto che il virus produce
sulla cellula.
Il nucleo è grande,laccato (il nucleo in genere è opaco),ipercromico. Noi sappiamo che a questo tipo
di impronta si associa il polyomavirus e la nostra diagnosi istologica sarà infezione da
polyomavirus.
Occorrerà la conferma del biologo molecolare o del virologo che deve isolare il polyomavirus.
Del polyomavirus dovete soltanto conoscere questo : si può isolare anche nelle urine con esame
istologico e si trova nelle cellule di Decoy che sono cellule epiteliali o della vescica sfaldate che
hanno questo effetto citopatico (nucleo grande,nucleo scuro,nucleo laccato).
La patologia del polyomavirus in quasi tutti i casi porta all’espianto del rene. Il problema di questa
infezione è che non si eradica e rischia di diventare sistemica e quando le infezioni diventano
sistemiche si rischia la morte perché si hanno delle sepsi.
I patologi usano anche dei marcatori immunoistochimici, andiamo cioè con degli antigeni a vedere
se quelle cellule hanno dei recettori con i quali si legano e si accendono come lampadine. Questa
tecnica si chiama immunoistochimica e ci consente di testare delle risposte contro il polyoma,le
disseminiamo su tutto il parenchima e le cellule infettate dal polyoma si colorano in maniera
brillante e ci danno la prova che questa è un’infezione da polyomavirus.
CYTOMEGALOVIRUS
Il CMV è responsabile particolarmente di polmoniti da CMV.
L’infezione da CMV è caratterizzata dalla presenza di una cellula molto grande con un nucleo che
presenta una sorta di occhio di civetta. È un nucleo molto più grande di forma irregolare che viene
definito come un occhio di civetta. Anche qui ci sono dei marcatori immunoistochimici.
HERPERS VIRUS
L’herpes virus è caratterizzato da sincizi,cioè le cellule hanno più nuclei e sono grandi (il
polyomavirus ha un nucleo grande,unico,laccato,nero; il CMV ha un nucleo grande con un nucleolo
prominente che sembra un occhio di civetta; l’herpes virus ha nuclei multipli.
TOSSICITA’ DA CICLOSPORINA
Le ciclosporine sono farmaci che si danno maggiormente ai trapiantati. La ciclosporina viene usata
anche nei trapianti di cuore,di polmone,di pancreas.
I danni della ciclosporina che viene data per il trapianto di cuore,per esempio,si ripercuotono sul
rene che è l’organo bersaglio della ciclosporina.
Cosa succede al rene che beve la ciclosporina?
Succede che ha una forte sclerosi interstiziale a strie,si chiama “sclerosi a strie”.
I vasi risultano ispessiti con dei noduli pass-positivi.
Si hanno allora due lesioni:
1. sclerosi interstiziale
2. noduli pass-positivi
In generale tutti i pazienti che hanno un rene trapiantato andranno prima o poi incontro ad un
episodio di rigetto acuto,magari per la discontinuità nell’assunzione di farmaci.
Questo per dire che acuto o cronico non sono da riferirsi nel tempo per quanto riguarda il rene,ma
sono da riferirsi all’immunità di quel momento cioè un rigetto acuto si può avere anche a distanza di
11 anni se si abbassa l’immunità. Ovviamente un rigetto cronico non si può avere dopo 3 giorni
perché per manifestarsi una nefropatia cronica da trapianto occorrono vari insulti che si sommano e
che quindi si vedono solo a distanza.
Anche i danni da ciclosporina sono danni tardivi,non basta prendere una compressa ma occorrono
terapie lunghe e continuate di almeno 5-6 mesi.
Le infezioni,invece,possono essere anche molto rapide perché se il clinico dopo l’intervento sbaglia
il dosaggio degli immunodepressori ( il dosaggio va modulato,non tutti ricevono lo stesso grado di
cortisone o lo stesso grado di ciclosporina) l’infezione può venire anche molto presto.
A questi ammalati di rene possono accadere anche due cose molto sfortunate : la più sfortunata di
tutte è che si ammalino di una seconda glomerulonefrite e questo è un evento che purtroppo
succede. I pazienti avevano una glomerulosclerosi membranoproliferativa,si ammalano,vengono
trapiantati e magari dopo 10 anni sviluppano una glomerulonefrite membranosa che non ha niente a
che vedere con quella che avevano prima.
Ci sono delle malattie in cui la glomerulonefrite può tornare come ad esempio nel diabete. Il diabete
è una malattia sistemica. Il rene viene tolto,viene messo un nuovo rene e,soprattutto nei giovani
maschi ipertesi,si può avere una recidiva dovuta all’insulto che anche questo rene subisce a causa
del diabete. Esistono delle malattie per le quali non vale la pena trapiantare come per esempio il
diabete o anche la glomerulosclerosi segmentale focale. Questo significa che ci sono delle malattie
che possono recidivare e altre malattie che non possono recidivare.
Un’altra malattia che può recidivare è la nefropatia cronica IgA (malattia di Berger). Anche
questa,che colpisce con lieve prevalenza i giovani maschi,si manifesta con emomicroematuria ed è
caratterizzata da depositi di IgA nel glomerulo.
Molti pazienti arrivano con la glomerulosclerosi e quindi con un rene finito. In questo caso è
difficile sapere la causa che l’ha scatenata perché voi sapete che è difficile dire chi ha provocato la
glomerulosclerosi che si chiama anche end-stage-kidney (evento terminale del rene). Molti vanno al
trapianto senza conoscere la malattia di base quindi quando poi manifestano le IgA è difficile
statisticamente dire se questa è una malattia de novo (che origina nuovamente) o è una recidiva
della malattia di Berger che il paziente già aveva perché il paziente è arrivato tardi quando già
aveva una glomerulosclorosi.
Quando il rene si può trapiantare e quando no? In genere i donatori di rene sono donatori
anziani,che hanno circa 50-60 anni,e che muoiono di accidenti vascolari ma i loro reni non sono in
condizioni ottimali perché nella ipertensione uno degli organi che si ammala per primo è proprio il
rene (a parte il sistema renina-angiotensina ,ma subendo forti pressioni il rene va incontro a sclerosi
interstiziale e ispessimento arteriolare).
i reni trapiantati sono allora già in condizioni non ottimali.
Quando viene trapiantato un rene viene chiamato un patologo per valutare bene il rene e in base al
valore che viene dato a questo rene il chirurgo decide se fare il trapianto monorene (trapiantare un
solo rene) oppure trapiantare due reni. Il rene viene posizionato nelle fosse iliache e uno dei due
reni malati viene conservato così da lasciare un bersaglio per gli anticorpi perché se lo togliessero
non sarebbe più lui un bersaglio e si rischia che lo diventi il rene nuovo.
Il momento di decidere se il trapianto va fatto unico o doppio è un momento che viene preso in
collaborazione con l’anatomopatologo e ovviamente con la clinica (si vede il rialzo della creatinina
e della proteinuria).
Un’altra fascia di donatori sono i motociclisti e sono in genere delle persone che hanno dei reni più
sani. Già da giovani ci si accorge che le nostre arterie sono piene di ateromi,sono un po’ chiuse,il
nostro interstizio già un po’ sclerotico e questo dipende dal nostro stile di vita (stress).
Un’altra cosa che il patologo osserva per decidere la trapiantabilità o meno di un organo è vedere se
questo cadavere (donatore) nel suo organismo,dopo autopsia,presenta un nodulo strano che viene
poi esaminato.
Può accadere che il paziente sta per donare il suo rene ma ha un nodulo polmonare e questo è per
esempio un tumore del polmone o ha un nodulo della mammella ed è un tumore della mammella
oppure negli uomini che hanno 60-65 anni è diffuso il tumore della prostata.
Se un donatore ha un tumore,l’organo non può essere trapiantato.
Esistono casi in cui i pazienti trapiantati hanno sviluppato un tumore che derivava dal donatore.
Esistono altri casi in cui il tumore origina nell’organo che è stato trapiantato perché questo organo
ha una genetica che non è la genetica del ricevente ma è la genetica del donatore.
Il patologo si interessa della problematica della trapiantabiltà oltre che a quella del rigetto.
Osserva i distretti che sono : tubuli,interstizio,glomeruli e vasi e va ad analizzare le malattie
croniche e quindi la sclerosi dell’interstizio,l’ispessimento delle pareti e il glomerulo.
Concludendo,per guardare un rene occorre scomporlo in 4 distretti : interstizio,tubuli,glomerulo e
vasi. Se parlate di nefrologia medica il primo organo da guardare è il glomerulo. Se parlate di
trapiantologia il primo distretto da guardare è il tubulo. Successivamente il tubulo può essere sede
nella nefropatia cronica da atrofia,nel rigetto acuto da tubulite. L’interstizio può essere sede di
infiltrato di linfociti nell’acuto,di sclerosi nel cronico.
I vasi : arterite nell’acuto,ispessimento nel cronico.
I glomeruli possono presentare varie patologie di cui non abbiamo trattato perché meno
importanti,ma ci sono le recidive e le malattie de novo.
Le infezioni sono gravi perché possono portare a morte. Il rigetto non porta a morte,porta a perdita
dell’organo,invece l’infezione porta a morte. Le infezioni più importanti sono date da
polyomavirus,CMV,herpes virus.
La tossicità da ciclosporina provoca sclerosi interstiziale a strie,ispessimento nodulare arteriolare e
infine i due criteri della trapiantabilità di un singolo organo o di un organo doppio a seconda della
sclerosi dell’interstizio,dell’atrofia dei tubuli,della glomerulosclerosi e dell’ispessimento arteriolare.
Scarica