Documentazione Meteorologia 6.7 11/1992 di Luigi Mariani I VENTI Il vento è un parametro meteorologico caratterizzato da forte variabilità sia spaziale che temporale. Infatti nel corso del giorno sia la velocità che la direzione (i 2 parametri fondamentali che lo caratterizzano), subiscono continue variazioni. In particolare in condizioni di tempo stabile la velocità minima si tocca all'alba e la massima intorno alle 15, in corrispondenza con il raggiungimento della massima temperatura dell'aria al suolo. In generale il vento sul nostro e sugli altri pianeti del sistema solare è determinato dalle differenze di pressione, per cui l'aria tende a spostarsi dalle zone a pressione più alta verso quelle a pressione più bassa. Tuttavia con tale moto interferisce la rotazione del pianeta, per effetto della quale il vento nel nostro emisfero tende ad essere deviato verso destra, disponendosi in direzione tale da avere la bassa pressione alla propria sinistra (legge di Buy Ballot). 1 Tale comportamento è tipico del vento in quota; vicino al suolo invece diviene forte l'influenza dell'orografia e dei caratteri del terreno con conseguente riduzione della velocità e deviazione della direzione. La velocità del vento, misurata quantitativamente con l'anemometro (*) può essere correlata con osservazioni sensoriali eseguibili da chiunque attraverso l'uso di una scala messa a punto nel secolo scorso dall'ammiraglio Beaufort. Tale scala prevede un totale di 12 casi. Le figure illustrano i casi più diffusi in pianura Padana. FORZA DEL VENTO 1 Calma il fumo si alza verticalmente. 2 Debole il vento si avverte sul viso; le foglie storniscono. 3 Moderato Sventolano le bandiere; Le foglie e i ramoscelli si agitano con moto continuo. 4 Forte si agitano i grandi rami; solleva la polvere e i pezzi di carta; si formano increspature sull’acqua. 2 IN LOMBARDIA In Val Padana il regime dei venti è molto influenzato dalla presenza della massiccia barriera orografica delle Alpi, per cui la velocità risulta in genere molto attenuata. Tuttavia in condizioni particolari si manifestano venti caratteristici quali la bora, il libeccio, lo scirocco, il favonio e le brezze. LA BORA nel periodo invernale apporta sulla Pianura Padana aria relativamente asciutta e molto fredda proveniente dalle steppe euroasiatiche, dando luogo ad estese gelate. IL LIBECCIO è un vento tipico del periodo autunnale e primaverile. Spira da sud-ovest, determinando in genere l'afflusso di aria umida e instabile che dà luogo a nuvolosità stratificata e compatta e produce piogge anche di elevata entità, in particolare sull' Appennino Pavese, sulla Pianura e sulle Prealpi Lombarde. LO SCIROCCO è un vento da sud-est che può dar luogo a fenomeni simili a quelli dati dal libeccio. Lo scirocco causa infatti l'afflusso sulla Lombardia di aria umida e instabile che fluisce sul lato orientale di una depressione con centro sul mediterraneo occidentale e sul nord Africa. La nuvolosità che ne deriva è in prevalenza stratificata e alla pioggia più abbondante sui territori orientali della regione, è spesso associata la presenza di particolato terroso molto fine (argille e limi), quello che spesso viene indicato sui quotidiani col termine di "sabbia del deserto". IL FAVONIO vento da nord ovest che si origina allorché una massa d'aria umida e instabile investe l'arco alpino da settentrione. Tale massa d'aria infatti risalendo il versante nord delle Alpi produce nuvolosità compatta e piogge copiose, perdendo così gran parte dell'umidità di cui è dotata. Ne deriva che l'aria arriva sulla Val Padana ormai asciutta e calda (l'a ria si riscalda per compressione scendendo a valle) originando un vento, il favonio, che con raffiche anche intense percorre la pianura. Tale vento è chiamato "FOEHN" dai popoli alpini di lingua tedesca. 3 LE BREZZE venti locali che si riscontrano in condizioni di tempo stabile e soleggiato. Le brezze derivano da differenze termiche fra superfici diverse (es.: fra superfici lacustri e terraferma, fra fondovalle e pendici, fra superfici agricolo- forestali e aree urbanizzate). Tale legame fra brezze e superficie fa sì che il loro effetto sia significativo fino ad altezze di 200-500 metri dal suolo. In genere il vento in Val Padana è un fattore benefico perchè favorendo il rimescolamento della massa d'aria in vicinanza del suolo impedisce che gli inquinanti superino le soglie di pericolosità(**). (*) consulta la scheda "Documentazione / Meteorologia 6.1.3" L'ANEMOMETRO (**) consulta la scheda "Documentazione/lnquinamento dell'aria 10" INQUINAMENTO DELL'ARIA 4