la supervisione psicologica agli operatori in adi, quando il paziente

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LA SUPERVISIONE PSICOLOGICA AGLI OPERATORI IN ADI, QUANDO IL PAZIENTE È PEDIATRICO
E. GUCCIARDO, M. CAMMARATA, G. MISTRETTA
CONSORZIO SISIFO, ALCAMO, ITALY
La costellazione di sollecitazioni emozionali cui è sottoposta l’équipe che si occupa dell’assistenza
domiciliare ai pazienti terminali, può comportare un accumulo di stress che esita in sintomi propri della
sindrome del burn-out. È obiettivo della Supervisione Psicologica prevenire quanto predetto, prevedendo
l’attivazione di risorse organizzative e strutturali complesse che devono oggettivamente e razionalmente
essere rivolte al benessere dell’operatore, oltre che del malato. Con la supervisione in questo ambito si
vuole offrire uno strumento per migliorare e sviluppare la sinergia necessaria al lavoro in équipe; crea uno
spazio dove può svilupparsi l’identità del gruppo e del servizio. In particolare, le profonde emozioni attivate
dall'
assistenza di un malato terminale mettono a dura prova le capacità del personale curante, non solo da
un punto di vista professionale ma anche e soprattutto sotto il profilo psicologico ed emotivo. Aiuta a trovare
un terreno comune di autoriflessione rispetto alla quotidianità del servizio. La possibilità di una formazione
psicologica permanente degli operatori può: permettere all'
équipe di svolgere una funzione di base sicura a
cui la famiglia può appoggiarsi, al fine di poter raggiungere un maggior adattamento alla malattia ed un
miglioramento delle comunicazioni intrafamiliari; favorire l'
elaborazione ed il controllo delle dinamiche
psicologiche ed emotive degli operatori. Quest'
ultimo, è forse il compito più gravoso, sia qualitativamente
che quantitativamente. Infatti, gli operatori si trovano spesso soli ad affrontare l'
ansia che gli deriva dal
confronto con la morte e con la sofferenza dell'
altro, in un continuo conflitto tra l'
illusione di immortalità e
l'
evidenza della finitudine, tra il proprio bisogno di ottemperare alla propria professione ed il dover accettare
la propria sconfitta. Inoltre, il contatto quotidiano con malati che evocano l'
immagine della morte, con la
sofferenza e la disperazione dei familiari che viene scaricata sugli operatori, provoca usura, attenuazione
dell'
impegno, crisi depressive, aggressività. Tutto ciò può provocare l'
insorgenza di dinamiche centrifughe,
difficoltà di relazione personale e professionale tra le diverse figure professionale, a discapito del lavoro di
gruppo. Nelle cure palliative pediatriche tutti i componenti del team interdisciplinare di assistenza sono
fondamentali per identificare i problemi e proporre le migliori soluzioni. Il team si deve porre l’obiettivo di
garantire un’assistenza olistica e diretta alla famiglia fino al decesso. I bisogni individuali influenzano il tipo e
la qualità e quantità di cure necessarie che, a loro volta, condizionano le scelte organizzative e gli specifici
modelli di assistenza. In provincia di Trapani si sta cercando di rendere sempre più peculiare
l’organizzazione dell’ADI tenendo conto naturalmente degli aspetti psicologici degli operatori per scongiurare
il burn-out, soprattutto quando il paziente in carico è pediatrico. Tra gli aspetti presi in considerazione
troviamo: Le condizioni di lavoro che riguardano il carico orario e il sovraccarico di casi difficili e l’offerta di un
ambiente di lavoro piacevole; le interazioni informali del personale con discussioni spontanee e accoglienza
degli elementi disfunzionali relativi all’équipe; il supporto formale allo staff incoraggiando il lavoro d’équipe e
la condivisione degli obiettivi, con attenzione a possibili counselling individuali e di gruppi di supporto con
incontri strutturati sul tema pediatrico. Nel lavoro di supervisione dedicato alle équipe che si occupano dei
pazienti pediatrici, è incoraggiata una co-visione dei problemi ed un’atmosfera che aiuta il lavoro sulle
emozioni negative e disturbanti nell’implementazione dell’assistenza; inoltre è incoraggiata un’atmosfera non
giudicante, di altruismo e sostegno reciproco. Le tensioni interpersonali tra i membri dell’équipe, critiche e
sentimenti ostili vengono esplorati in modo delicato e supportivo.
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