Esame di Economia dell`informazione e della comunicazione

Esame di Economia dell’informazione e della comunicazione
Svolgimento sintetico della prova scritta del 8 giugno 2010
Molto sintetico (questa volta non ho molto tempo); uso dei rinvii ai testi distribuiti e/o
consigliati. Naturalmente quei testi sono molto più di quanto vi si richiedeva di dire,
ma almeno avete i riferimenti.
Le quattro file avevano domande simili, ma in ordine diverso. Svolgo nell’ordine della
Fila 1, ed ecco qui le corrispondenze con l’ordine delle altre file
(Fila 1 Domanda 1) = (Fila 2 Domanda 2) = (Fila 3 Domanda 3) = (Fila 4 Domanda 1)
(Fila 1 Domanda 2) = (Fila 2 Domanda 1) = (Fila 3 Domanda 2) = (Fila 4 Domanda 3)
(Fila 1 Domanda 3) = (Fila 2 Domanda 3) = (Fila 3 Domanda 1) = (Fila 4 Domanda 2)
Uscita dei risultati prevista per la sera di domenica 13 giugno
FILA 1
1) (a) L’esistenza di un monopolio (tipica nel campo delle tecnologie
dell’informazione) crea un problema di efficienza: spiegare; (b) illustrare cosa
significa ‘discriminazione di prezzo’ da parte di un monopolista, e quali diversi
tipi ne esistono. (uguale per tutti)
Vedere il documento “monopolista” nell’indice generale dei materiali di EIC sulla mia webpage. Quel documento inizia con il tipico costo prevalente nelle imprese delle tecnologie
dell’informazione, che provoca l’esistenza di monopoli; ma non era necessario farla lunga su
questo punto: bastava definire cos’è un monopolio. Per la parte (a) è importante dire che il
monopolista sceglie una quantità inferiore a quella socialmente efficiente, e farlo capire bene
preferibilmente con un grafico (dove è importante insistere sul fatto che il ricavo marginale
del monopolista è diverso dal beneficio marginale sociale dei consumatori, cioè la loro curve
di domanda; dunque la scelta ottima del monopolista è diversa da ciò che farebbe chi volesse
massimizzare il surplus sociale). Per la parte (b) bastava elencare, con brevissima illustrazione, i tre tipi di discriminazione; se qualcuno ne ha approfondito uno, meglio ancora.
2) (a) Si discuta brevemente la nozione di esternalità; (b) si faccia un esempio di
esternalità positiva (in altre file si chiedeva “negativa”), e se ne individuino le
implicazioni in termini di efficienza.
Vedere il documento “esternalità e efficienza” nell’indice generale dei materiali di EIC sulla
mia webpage. Quel documento inizia con la definizione di esternalità. Per la parte (b) della
domanda avrei preferito che si facesse non solo un esempio raccontato velocemente, ma che
lo si analizzasse, cioè si facesse il grafico e si vedesse qual è la soluzione privata, che è una
quantità inefficiente (maggiore della quantità efficiente nel caso di esternalità negativa, minore nell’altro caso); in particolare, sarebbe bene far vedere il livello di surplus sociale che
si ottiene quando il mercato sia lasciato a se stesso (soluzione inefficiente) e nel caso della
soluzione efficiente. Infine, non sarebbe male indicare brevemente le possibili soluzioni, o
almeno la soluzione pubblica (tassare in caso di esternalità negativa, sussidiare nell’altro caso)
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3) (a) Si dica cosa significa in generale ‘informazione asimmetrica’; (b) si studi
un caso di azione nascosta (in altre file si chiedeva “informazione nascosta”).
Vedere il documento “Informazione asimmetrica” nella parte “asimmetria” dei materiali di
EIC sulla mia webpage. Ci sono entrambi i casi, informazione nascosta e azione nascosta.
Naturalmente, vanno bene gli esempi delle auto usate e dell’assicurato contro furto/incendio
(rispettivamente per informazione nascosta e azione nascosta). Ma anche altri esempi vanno
bene: per l’informazione nascosta, assumere un nuovo lavoratore da parte di un datore di lavoro, dare credito ad una nuova impresa da parte di una banca, assicurare qualcuno per problemi sanitari da parte di un assicuratore; per l’azione nascosta far lavorare qualcuno alle
proprie dipendenze, pagare un avvocato per proteggere i propri interessi. L’importante è:
1) definire bene ‘informazione asimmetrica’: i due lati di una transazione economica non
hanno le stesse informazioni circa (a) le caratteristiche dell’oggetto di scambio (informazione nascosta); oppure (b) il comportamento tenuto dalla controparte durante l’esecuzione del
contratto (azione nascosta);
2) far capire bene dove e come sorge l’inefficienza (surplus sociale inferiore al massimo) nei
due casi: (a) nel primo caso (informazione nascosta) deriva dalla scomparsa del mercato della qualità buona, e quindi del corrispondente surplus; (b) nel secondo caso (azione nascosta)
deriva dal fatto che la controparte si sforza meno di quanto sia socialmente efficiente (dove
‘socialmente’ significa tenendo conto del surplus di entrambe le parti, non solo di quella che
deve eseguire)
Forse non è male suggerire le possibili soluzioni al problema (dare una ‘garanzia’ per l’informazione nascosta; siglare un contratto a condizioni variabili, dipendenti dai risultati, per
l’azione nascosta)
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