I terremoti (2a parte)

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I terremoti (2° parte)
I danni principali agli edifici sono causati dai movimenti orizzontali del suolo. Il tipo di costruzione ha grande
importanza; l’ingegneria antisismica è in grado di realizzare strutture resistenti a sollecitazioni, di fronte alle quali i
normali edifici sono invece vulnerabili. Anche la natura geologica del terreno su cui poggiano gli edifici ha grande
importanza in quanto può modificare il comportamento delle onde sismiche. Alcuni terreni a causa delle vibrazioni
subiscono un fenomeno detto liquefazioni e perdono ogni consistenza facendo sprofondare gli edifici.
Se il terremoto si verifica sotto il fondo del mare si ha un maremoto che provoca onde molto lunghe che si
propagano in mare molto velocemente.
Le onde sismiche portano con se informazioni sui terreni attraversati codificate come variazioni delle traiettorie e
della loro velocità di propagazioni. In un mezzo omogeneo le traiettorie sono rettilinee, nel caso della terra risultano
invece curve perché le onde vengono rifratte cioè cambiano direzione passando da un materiale all’altro. Per ogni
terremoto esiste una zona d’ombra dove non arrivano onde P dirette. La zona d’ombra ha rivelato l’esistenza
all’interno della terra di un nucleo di materiale diverso da quello che lo avvolge. La constatazione che le onde P
perdono velocità nell’attraversare il nucleo e che le onde S non vi penetrano ha portato a concludere che il nucleo
almeno nella parte esterna è fluido. A 2900km di profondità c’è il limite tra il nucleo e il mantello e tale limite è la
discontinuità di Gutemberg.
Su basi simili è stato individuato il nucleo interno solido a 5170km di profondità e il limite è detto discontinuità di
Lehmann. La superficie di Mohorovicic separa il mantello e la crosta.
L’indagine sismica ci mostra un involucro formato da tre sfere concentriche. Il mantello fra i 70 e i 250 km mostra un
comportamento più plastico e quella zona è detta astenosfera ed il materiale è parzialmente fuso. La parte superiore
del mantello e la crosta sono la litosfera solida.
Una sismicità significativa segue il sistema delle dorsali oceaniche. Una sismicità intensa segue tutte le fosse
oceaniche. Una fascia di forte sismicità segue le catene montuose di formazione recente. I terremoti vulcanici sono
vibrazioni del suolo prodotte dal movimento del magma in risalita entro la crosta e nel camino vulcanico.
La previsione deterministica dei terremoti viene tentata attraverso l’esame di fenomeni precursori.
Alla base della ricerca di fenomeni precursori sta il modello del rimbalzo elastico. In una massa rocciosa sottoposta a
sforzo, si verifica una deformazione elastica, ma prima della rottura è stato individuato uno stadio in cui la roccia
tende a dilatarsi. Questo fenomeno detto dilatanza provoca alcune anomali nelle caratteristiche fisiche e nel
comportamento di alcune rocce. Tra queste anomalie, la variazione della velocità nella propagazione delle onde P,
sensibili sollevamenti di ampie aree e l’aumento della quantità di gas radon disciolto nelle acque e nelle falde
che si libera dalla superficie del suolo.
La previsione statistica si basa sui cataloghi sismici che contengono i dati di tutti i terremoti di cui si è avuta notizia
o di cui è disponibile la registrazione strumentale. La previsione statistica è a lungo termine, ma di scarsa utilità per
un allarme sismico, ma è importante per circoscrivere aree sismiche e concertare le ricerche per una previsione
deterministica.
La difesa dai terremoti avviene tramite la prevenzione dei pericoli. Occorre applicare alcune norme antisismiche e
l’educazione di massa.
© Federico Ferranti S.T.A.
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