PALAZZETTO BRU ZANE CENTRE DE MUSIQUE ROMANTIQUE

annuncio pubblicitario
FESTIVAL
BENJAMIN GODARD NEI SALOTTI PARIGINI
DAL 9 APRILE AL 15 MAGGIO 2016
Palazzetto Bru Zane – martedì 26 aprile, ore 20
Scene italiane e non solo...
Alessandro Deljavan, pianoforte
PALAZZETTO
BRU ZANE
CENTRE
DE MUSIQUE
ROMANTIQUE
FRANÇAISE
Compositore prolifico, eccellente autore di mélodies, nonché abile
violinista e un pianista virtuoso, Benjamin Godard (1849-1895) non
ha lasciato quasi traccia di sé nella storia della musica, se non per
la sua Berceuse tratta dall’opera Jocelyn. Appassionato di musica
strumentale, Godard privilegia nelle sue pagine lo slancio del cuore
sul ragionamento della mente. Benjamin Godard svolge un ruolo
attivo nella vita musicale francese all’inizio della Terza Repubblica.
Si esibisce in quartetto ed è anche direttore d’orchestra, veste
nella quale fonda la Société des concerts modernes. Il suo stile,
alla maniera del classicismo romantico di Mendelssohn, rimane
tradizionale e non subisce il fascino della scrittura wagneriana.
Alcune delle sue pagine fanno vibrare l’intimo sentimentalismo
dell’ascoltatore, mentre altre evocano il colore pittoresco o gli
arcaismi del passato attraverso uno stile alla portata del grande
pubblico.
Compositeur prolifique, violoniste habile, pianiste virtuose, mélodiste
de premier ordre, Benjamin Godard (1849-1895) n'a laissé quasiment
aucune trace dans l'histoire de la musique, si ce n'est avec sa « Berceuse »
tirée de l'opéra Jocelyn. Amoureux de musique instrumentale, l'artiste
privilégie l'élan du cœur sur le raisonnement de l'esprit. Benjamin
Godard tient un rôle actif dans la vie musicale française des débuts
de la Troisième République. Il se produit en quatuor ou comme chef
d'orchestre : en tant que tel, il fonde la Société des concerts modernes.
Son style, dans la veine du classicisme romantique d'un Mendelssohn,
reste traditionnel et éloigné de l'écriture wagnérienne. Nombre de ses
pièces et mélodies font vibrer la fibre sentimentale de son auditoire,
tandis que d'autres évoquent le pittoresque ou les archaïsmes du passé
à travers un style mis à la portée du grand public.
Il «pezzo di genere» pianistico
Il «pezzo di genere» fiorisce in età romantica sotto l’influsso
di quello spirito rapsodico che definisce l’intero Ottocento:
la mente sembra libera da costrizioni formali e si dispiega
a seconda dell’ispirazione del momento. Ma già le epoche
precedenti incoraggiavano questa creatività attraverso l’arte
dell’improvvisazione. I preludi romantici (Chopin, Kalkbrenner,
Hummel…) riprendono questa vena barocca, ravvivata da
armonie sulfuree e spesso sorprendenti. Contemporaneamente
quei «pianisti-poeti» che furono Chopin, Heller, Godard o – in
Germania – Mendelssohn, Schumann e Brahms inventano il
«notturno», l’«intermezzo», la «rapsodia»… Perfino lo «studio»
pianistico, genere didattico che parrebbe così poco propizio
all’effusione dell’anima, si carica di un pathos nuovo. Poiché,
accanto a Cramer o Czerny, Hélène de Montgeroult, Chopin,
Liszt, Chaminade e Saint-Saëns gli conferiscono una nuova
capacità espressiva. Certe menti rivoluzionarie, come Alkan,
non esiteranno a conferirgli una spettacolare dimensione
temporale (dai venti ai trenta minuti).
2
La « pièce de genre » pianistique
La « pièce de genre » éclot à l’époque romantique sous l’influence
de la rhapsodie qui définit le XIXe siècle tout entier : l’esprit semble
libéré des contraintes formelles et s’épanouit selon l’inspiration
du moment. Mais les périodes antérieures prônaient déjà
cette créativité à travers l’art de l’improvisation. Les préludes
romantiques (Chopin, Kalkbrenner, Hummel…) poursuivent
cette veine baroque, ravivée par des harmonies sulfureuses et
souvent surprenantes. Simultanément, les « pianistes-poètes » que
furent Chopin, Heller, Godard ou – en Allemagne – Mendelssohn,
Schumann et Brahms inventent le « nocturne », l’« intermezzo », la
« rhapsodie »… Même l’« étude » pianistique, genre pédagogique
qu’on croirait si peu propice à l’épanchement de l’âme, se charge
d’un nouveau pathos. Car, aux côtés de Cramer ou Czerny,
Hélène de Montgeroult, Chopin, Liszt, Chaminade et Saint-Saëns
lui confèrent un nouveau pouvoir d’expression. Certains esprits
révolutionnaires, comme Alkan, n’hésiteront pas à lui donner une
dimension temporelle spectaculaire (de vingt à trente minutes).
Benjamin Godard
Barcarolle no 2 op. 80
Barcarolle op. 105
Scènes italiennes op. 126 :
Sérénade florentine – Sicilienne – Tarentelle
Vingt Pièces pour le piano op. 58 :
1. Valse Villageoise – 2. Ballade – 3. Rococo – 4. Scherzetto – 5. Vieux Conte en Style moderne – 6. Petit Canon
7. Confidence – 8. Pantins – 9. Près de la Mer – 10. Do, Do, l’Enfant do – 11. Les Patineurs – 12. Romance sans
Paroles – 13. Bagatelle – 14. Prélude – 15. Improvisation – 16. Courante – 17. À la Chopin
18. Variations sur un Air Écossais – 19. Feuillet d’Album – 20. Dig, Ding, Don !
Durata del concerto / Durée du concert
1h15
Le opere
Les œuvres
Benjamin Godard: Barcarolle n. 2 op. 80
Nella Francia dell’ultimo quarto del XIX secolo, in piena seconda
rivoluzione industriale, si delinea una società nuova: i trasporti si
sviluppano, le città si industrializzano e la Repubblica si consolida
in modo duraturo. Di fronte al progresso apparentemente sempre
più rapido del mondo moderno, alcuni compositori preferiscono
esplorare un registro nostalgico nelle loro opere destinate ai salotti
dell’alta società. Quest’ultima, che proviene dalla grande borghesia
del commercio e dell’industria, tende a imitare le antiche classi
dirigenti: assume modi sempre più aristocratici e si compiace di
vagheggiare un’età dell’oro appartenente al passato, lontana dal
tumulto dell’epoca moderna, in cui il tempo sospeso lasciava spazio
a una vita contemplativa. La barcarola è una risposta a questo stato
d’animo. Entrata nel repertorio dei pianisti da salotto sin dagli anni
quaranta dell’Ottocento con Mendelssohn, Chopin, Liszt, ritorna di
moda negli anni ottanta: per lo spazio di un breve brano, il cui ritmo
ternario vuole riprodurre il dondolio delle gondole e lo sciabordio
dei canali, una nuova generazione di compositori rivisita lo spirito
romantico, piuttosto che cedere alle seduzioni del wagnerismo.
Nel 1881 Gabriel Fauré inaugura un ciclo di tredici barcarole, che si
concluderà nel 1921. Pubblicata nel 1884, la Barcarola n. 2 s’inserisce
a sua volta in una serie di sei pezzi che costellano – dall’op. 44 (1878)
all’op. 129 (1891) – la produzione di Godard per canto e pianoforte
o per pianoforte solo. L’op. 80, in fa minore, Andantino, tranquillo,
propone tre sviluppi successivi del tema iniziale (pianissimo) – che nei
loro passaggi agitati richiedono una prova di bravura all’interprete.
4
Benjamin Godard : Barcarolle no 2 op. 80
Dans la France du dernier quart du XIXe siècle, alors que la seconde
révolution industrielle bat son plein, une société nouvelle se dessine :
les transports se développent, les villes s’industrialisent et la République
s’installe durablement. Face à la modernité d’un monde qui semble
avancer toujours plus rapidement, certains compositeurs explorent
un registre nostalgique dans les œuvres qu’ils destinent aux salons
de la haute société. Cette dernière, issue d’une grande bourgeoisie
du commerce et de l’industrie, tend à imiter les anciennes élites : elle
s’aristocratise et se plait à rêver – loin du tumulte de leur époque –
d’un âge d’or révolu, où le temps suspendu permettait de contempler
la vie. La barcarolle répond à cet état d’esprit. Entrée dans le répertoire
des pianistes de salon depuis les années 1840 (Mendelssohn, Chopin,
Liszt), elle redevient un genre à la mode dans les années 1880 : le temps
d’une courte pièce dont le rythme ternaire illustre le mouvement
des gondoles et le clapotis des canaux, une nouvelle génération de
compositeurs revisite alors l’esprit romantique plutôt que de répondre
aux sirènes du wagnérisme. Gabriel Fauré débute, en 1881, un cycle de
treize barcarolles qui s’achèvera en 1921. Publiée en 1884, la Deuxième
Barcarolle s’inscrit elle aussi dans une série de six pièces qui jalonnent
– de l’opus 44 (1878) à l’opus 129 (1891) – la production de Godard pour
chant et piano, ou piano seul. L’opus 80, en fa mineur, noté Andantino,
tranquillo, propose trois développements successifs de son thème
initial – pianissimo – s’agitant au gré des traits de bravoure demandés
à l’interprète.
Benjamin Godard: Barcarolle op. 105
Pubblicata da Durand e Schoenewerk intorno al 1887, la
Barcarolle op. 105 di Godard s’inserisce nella tradizione di un
genere assai apprezzato dai compositori ottocenteschi, da
Mendelssohn a Fauré passando per Offenbach o Čajkovskij. In
origine, «barcarola» è il termine che indica il canto dei gondolieri
veneziani e funge da mezzo privilegiato per rappresentare Venezia
nell’immaginario musicale, in particolare in epoca barocca. Nel
XIX secolo essa perde tale connotazione extra-musicale, ma
continua a essere caratterizzata da un metro ternario e da un
ostinato ritmo di crome, che evocano il lento scivolare di una
barca sull’acqua. Godard amava particolarmente questo tipo di
composizione, come si può vedere dalla quantità di barcarole
per pianoforte presenti nel suo catalogo. Accanto a questi pezzi,
anche altre opere denotano l’influenza di tale genere sul suo
corpus strumentale, come per esempio la Sonata per violoncello e
pianoforte in re minore op. 104 o Sur la mer per pianoforte op. 44. Se
la scrittura adottata per la Barcarolle op. 105 ricorda i Lieder ohne
Worte di Mendelssohn, l’ispirazione melodica di questo brano
evoca maggiormente la musica di Schumann, che costituisce
un punto di riferimento importante per l’intera produzione
di Godard. Il discorso è portato avanti dalla ripetizione di un
medesimo motivo con sottili variazioni melodiche e armoniche,
queste ultime costantemente modificate nei loro effetti, secondo
un procedimento di scrittura tipicamente godardiano nella
raffinatezza dello stile. Contenuta nella sua espressività, questa
Benjamin Godard : Barcarolle op. 105
Publiée chez Durand et Schoenewerk vers 1887, la Barcarolle
op. 105 de Godard s’inscrit dans la tradition d’un genre prisé des
compositeurs du XIXe siècle, de Mendelssohn à Fauré, en passant
par Offenbach ou Tchaïkovski. À l’origine, la barcarolle désigne
le chant des gondoliers de Venise et sert de moyen privilégié de
représentation de cette ville italienne dans l’imaginaire sonore,
notamment à l’époque baroque. Au XIXe siècle, elle perd cette
connotation extra-musicale mais se caractérise encore par un
mètre ternaire et par un rythme obstiné de croches qui évoquent
le lent mouvement d’une barque sur l’eau. Godard affectionnait
particulièrement ce type de composition, comme en témoigne
l’abondance de barcarolles pour le piano à son catalogue. Aux
côtés de ces pièces, d’autres opus illustrent aussi l’influence de
ce genre sur son corpus instrumental, à l’instar de la Sonate
pour violoncelle et piano en ré mineur op. 104 ou de Sur
la mer pour piano (op. 44). Si le dispositif pianistique adopté
dans l’opus 105 n’est pas sans rappeler les Romances sans
paroles de Mendelssohn, l’inspiration mélodique de cette pièce
évoque davantage la musique de Schumann, une référence
importante dans l’ensemble de la production de Godard. Le
discours procède par répétition du même motif qui connaît de
subtiles variations mélodiques et harmoniques, ces dernières en
modifiant constamment l’éclairage, selon un procédé d’écriture
emblématique du raffinement du style de Godard. D’une
expression retenue, cette page est dominée par des nuances
5
6
pagina è dominata da sfumature di grande dolcezza, oscillanti
dal pianissimo al piano, che conferiscono al brano una tinta
«crepuscolare» – per riprendere un termine utilizzato da Godard
nel titolo di un’altra delle sue barcarole.
très douces, oscillant du pianissimo au piano, qui donnent à
l’ouvrage une teinte « crépusculaire » pour reprendre un terme
employé par Godard dans le titre d’une autre de ses barcarolles.
Benjamin Godard: Scènes italiennes op. 126
Sérénade florentine – Sicilienne – Tarentelle
Benjamin Godard : Scènes italiennes op. 126
Sérénade florentine – Sicilienne – Tarentelle
Nela scia di una tradizione inaugurata nel primo Ottocento da
compositori rimasti folgorati dai loro soggiorni iniziatici in Italia
(da Mendelssohn a Berlioz), Benjamin Godard ci regala con le sue
Scènes italiennes tre ritratti musicali transalpini, esaminati attraverso
il prisma di tre luoghi, ai quali corrispondono altrettanti generi
musicali. In origine eseguita all’aperto, la serenata diventa nel XIX
secolo un genere associato all’espressione del sentimento amoroso
(Ständchen di Schubert) o di una certa tristezza (Sérénade mélancolique
di Čajkovskij). Qui un discorso di estrema leggerezza, basato su
motivi vorticosi, assume un carattere danzante, che questo primo
movimento ha in comune con gli altri due. La siciliana, caratterizzata
da un ritmo al tempo stesso ternario e puntato che ha ispirato
compositori sin dall’epoca barocca, ha accenti più malinconici, alla
stregua di quella di Fauré. Il modello della terza di queste Scènes
italiennes è la tarantella, una danza indiavolata originaria del
Napoletano, contraddistinta da un ritmo irregolare e da un carattere
frenetico. Nell’Ottocento, il suo tempo rapido e volubile poteva
essere lo spunto per uno sfoggio di virtuosismo strumentale (come
Dans une tradition inaugurée dans la première moitié du XIXe siècle
par des compositeurs marqués par leurs séjours initiatiques en Italie
(de Mendelssohn à Berlioz), Benjamin Godard livre avec ses Scènes
italiennes trois portraits musicaux transalpins, envisagée par le prisme
de trois lieux auxquels correspondent autant de genres musicaux.
Originellement exécutée à l’extérieur, la sérénade devient au XIXe siècle
une pièce associée à l’expression du sentiment amoureux (Ständchen
de Schubert) ou d’une certaine tristesse (Sérénade mélancolique,
Tchaïkovski). Ici, le discours d’une grande légèreté, fondé sur des motifs
tournoyants, revêt un caractère dansant que ce mouvement partage
avec les deux autres pièces de l’opus. La Sicilienne, caractérisée par son
rythme à la fois ternaire et pointé qui a inspiré les compositeurs depuis
l’époque baroque, est d’un climat plus mélancolique, à l’instar de celle de
Fauré. Modèle de la troisième de ces Scènes italiennes, la tarentelle est
une danse endiablée originaire de la région de Naples, qui se distingue
par son rythme irrégulier et on caractère frénétique. Au XIXe siècle, son
tempo rapide et volubile pouvait être le prétexte au déploiement d’une
virtuosité instrumentale (par exemple les Tarentelles pour violoncelle
per esempio nelle Tarentelles per violoncello e pianoforte di David
Popper o in quelle per flauto, clarinetto e orchestra di Saint-Saëns).
Composte tra il 1890 e il 1891, le Scènes italiennes furono pubblicate
da Schoenewerk e sembra che abbiano avuto ampia diffusione,
come denota la loro presenza nei cataloghi di diverse biblioteche
americane sin dall’inizio del Novecento.
et piano de David Popper ou pour flûte, clarinette et orchestre de
Saint-Saëns). Composées en 1890-1891, les Scènes italiennes ont été
publiées chez Schoenewerk. Elles semblent avoir circulé abondamment,
comme en atteste leur présence au catalogue de plusieurs bibliothèques
américaines depuis les premières années du XXe siècle.
Benjamin Godard: Vingt Pièces per il pianoforte op. 58
1. Valse Villageoise – 2. Ballade – 3. Rococo – 4. Scherzetto – 5.
Vieux Conte en Style moderne – 6. Petit Canon – 7. Confidence –
8. Pantins – 9. Près de la Mer – 10. Do, Do, l’Enfant do – 11. Les
Patineurs – 12. Romance sans Paroles – 13. Bagatelle – 14. Prélude –
15. Improvisation – 16. Courante – 17. À la Chopin – 18. Variations
sur un Air Écossais – 19. Feuillet d’Album – 20. Dig Ding, Don!
Benjamin Godard : Vingt Pièces pour le piano op. 58
1. Valse Villageoise – 2. Ballade – 3. Rococo – 4. Scherzetto – 5. Vieux Conte
en Style moderne – 6. Petit Canon – 7. Confidence – 8. Pantins – 9. Près de
la Mer – 10. Do, Do, l’Enfant do – 11. Les Patineurs – 12. Romance sans
Paroles – 13. Bagatelle – 14. Prélude – 15. Improvisation – 16. Courante –
17. À la Chopin – 18. Variations sur un Air Écossais – 19. Feuillet
d’Album – 20. Dig, Ding, Don !
Le Vingt Pièces op. 58, pubblicate da Leduc intorno al 1887, sono
una raccolta di pezzi pianistici a destinazione pedagogica, come
attestano le dediche di molti di essi ad altrettanti allievi del
compositore. Testimonianza dell’attività didattica di Godard, che
insegnò al Conservatorio parigino e diede lezioni private, queste
pagine si presentano come sussidi a un apprendimento globale della
musica, dalle competenze tecniche necessarie per padroneggiare lo
strumento alla conoscenza della tradizione musicale, grazie alla
frequentazione di antichi maestri quali Bach, Mendelssohn, Chopin,
Schumann. Di difficoltà disomogenea – la facilissima Valse Villageoise
(n. 1) si distingue da Près de la Mer (n. 4), Courante, nello stile di Bach
Album de pièces pour le piano à destination pédagogique, ainsi que
l’atteste la dédicace de nombreux numéros à des élèves du compositeur,
les Vingt Pièces op. 58 ont été publiés chez Leduc vers 1887. Témoignage
de l’activité de pédagogue de Godard, qui enseigna au Conservatoire
de Paris et dans des cours privés, ces pages se présentent comme des
supports à un apprentissage global de la musique, des compétences
techniques nécessaires à la maîtrise digitale de l’instrument à la
connaissance de la tradition musicale, grâce à la fréquentation de
modèles anciens (Bach, Mendelssohn, Chopin, Schumann). D’une
inégale difficulté – la très facile « Valse Villageoise » (no 1) se distingue
des plus virtuoses « Près de la Mer » (no 4), « Courante » dans le style de
7
(n. 16) o Variations sur un Air Écossais (n. 18), più virtuosistici –, dal
momento che si rivolgono a strumentisti più o meno progrediti,
questi pezzi sono tuttavia accomunati da uno stesso intento, che è
quello di sviluppare le qualità musicali degli allievi. Le composizioni
che prendono spunto da motivi celebri tratti dal patrimonio popolare
o dalla tradizione infantile (Do, Do, l’Enfant do, n. 10) lasciano
trasparire, in particolare, la cura di Godard per l’armonizzazione, di
grande raffinatezza e costantemente rinnovata. La scrittura denota
anche l’intenzione di conferire all’apprendimento dello strumento
un aspetto ludico: la musica imita piacevolmente di volta in volta il
suono delle campane (n. 20) o il movimento dei pattinatori (n. 11).
L’eclettismo dei riferimenti storici, culturali e stilistici contribuisce
a dare a questa raccolta un rilievo notevole nell’ambito della
letteratura didattica dell’epoca.
8
Bach (no 16) ou « Variations sur un Air Écossais » (no 18) –, s’adressant
à des instrumentistes diversement avancés, ces pièces témoignent
toutefois d’un égal souci de développer les qualités musicales des
élèves. Les compositions à partir de timbres célèbres empruntés au
patrimoine populaire et enfantin (« Do, Do, l’Enfant do », no 10) laissent
en particulier apparaître le soin apporté par Godard à l’harmonisation,
constamment renouvelée et d’un grand raffinement. L’écriture révèle
aussi le souci de conférer à l’apprentissage de l’instrument un aspect
ludique – la musique imite tour à tour plaisamment le son des cloches
(no 20) ou le mouvement des patineurs (no 11). L’éclectisme des références
historiques, culturelles et stylistiques achève de donner à cet album un
relief tout à fait remarquable au regard de la littérature pédagogique
du temps.
Il compositore
Le compositeur
Benjamin Godard (1849-1895)
Enfant prodige del violino, allievo di Richard Hammer e di Henri
Vieuxtemps, Benjamin Godard entra al Conservatorio parigino, ove
studia Composizione con Henri Reber. Fallisce due volte il concorso
per il prix de Rome, ma occupa nondimeno una parte importante nella
vita musicale francese agli inizi della Terza Repubblica; suona con pari
disinvoltura il violino e il pianoforte, ma è richiesto soprattutto come
violista e molto apprezzato come tale dai quartetti d’archi che frequenta
all’epoca. I suoi pezzi pianistici riscuotono sempre un sicuro successo
nei salotti. In qualità di direttore d’orchestra, fonda nel 1884 la Société
des Concerts modernes con gli strumentisti dei Concerts populaires
de Pasdeloup (che era appena andato in pensione). A partire dal 1887 è
docente al Conservatoire de Paris, ove è titolare della classe di ensemble
strumentale. Il corpus dei suoi lavori comprende circa 150 opere e tocca
tutti i generi: sei opere, tra cui Jocelyn (1888), famosa per la sua Berceuse,
e La Vivandière, che conobbe un grande successo postumo; numerosi
pezzi per orchestra, tra cui diverse sinfonie a programma (Symphonie
orientale, Symphonie légendaire con cori, Le Tasse, sinfonia drammatica
con solisti e coro, che gli valse nel 1878 il Prix de la Ville de Paris); svariati
concerti, brani di musica da camera e un’abbondante produzione
di mélodies e di musiche per pianoforte. Inizialmente fu ritenuto un
compositore originale e fantasioso e un importante rappresentante della
scuola francese moderna, ma il suo stile non tenne conto dell’evoluzione
dello stile musicale avviata in Francia negli anni ottanta del XIX secolo.
Temendo l’influenza di Wagner sui musicisti della sua generazione,
Godard rimase fedele al proprio linguaggio, intriso del romanticismo
che gli ispiravano Chopin, Mendelssohn e Schumann. La sua carriera
s’interruppe prematuramente; di salute cagionevole, fu costretto a
lasciare Parigi per trasferirsi a Cannes, dove mosrì nel 1895.
Benjamin Godard (1849-1895)
Enfant prodige du violon, élève de Richard Hammer et d’Henri
Vieuxtemps, Benjamin Godard entre au Conservatoire de Paris où il
étudie la composition avec Henri Reber. Il échoue deux fois au concours
de Rome, mais n’en tient pas moins une place importante dans la vie
musicale française des débuts de la IIIe République : se produisant aussi
bien au violon qu’au piano, c’est surtout à l’alto qu’il est un partenaire
apprécié dans les différents quatuors que Godard fréquente, et ses pièces
de piano connaissent un succès certain dans les salons. Chef d’orchestre,
il crée en 1884 la Société des Concerts modernes avec les musiciens des
Concerts populaires de Pasdeloup (qui venait de prendre sa retraite). Il
est professeur au Conservatoire de Paris, chargé de la classe d’ensemble
instrumental à partir de 1887. Son catalogue d’environ 150 numéros
d’opus touche à tous les genres : six opéras, dont Jocelyn (1888),
célèbre pour sa « Berceuse », et La Vivandière qui connut un grand
succès posthume ; des pièces orchestrales dont plusieurs symphonies
à programme (Symphonie orientale, Symphonie légendaire avec
chœurs, ou encore Le Tasse, symphonie dramatique avec soli et chœurs
qui lui vaut le Prix de la Ville de Paris en 1878) ; plusieurs concertos,
des pièces de musique de chambre, ainsi qu’une abondante production
de mélodies et de musiques pour piano. D’abord considéré comme un
compositeur original et fantasque, important représentant de l’école
moderne française, le style de Godard ne prit pas en compte l’évolution
du style musical amorcé en France dans les années 1880. Redoutant
l’influence de Wagner sur sa génération, Godard demeura fidèle à son
langage, tenant d’un romantisme qu’inspiraient Chopin, Mendelssohn
et Schumann. Sa carrière s’interrompt prématurément : de santé
fragile, Godard est contraint de quitter Paris pour Cannes, où il meurt
en 1895.
L'interprete
L'interprète
Alessandro Deljavan, pianoforte
In oltre 15 anni di attività concertistica, Alessandro Deljavan
è stato applaudito nei maggiori teatri di tutto il mondo.
Sensibile camerista, ha suonato con celebri ensemble quali il
Takacs Quartet e i Sine Nomine Quartet. Nel 2005 è premiato
alla Gina Bachauer Young Artists Competition di Salt Lake
City e al Concorso internazionale Johann Nepomuk Hummel
di Bratislava. Dal 2005 al 2013 fa parte dei sei giovani pianisti
selezionati all’Accademia Pianistica Internazionale del Lago
di Como. Nel 2006 ha suonato e diretto l’Orchestra Sinfonica
G. Verdi di Milano in occasione dell’integrale dei concerti
di Mozart. Nel 2010 vince il secondo premio al Concorso
internazionale Isang Youn in Corea del Sud e inizia a suonare
in duo con la violinista Daniela Cammarano. Nel 2011 è stato
fra i protagonisti, con Kissin, Pappano e Rosen di un film su
Liszt prodotto dalla Rai e trasmesso su Rai3 e Sky Classica.
Inoltre, Alessandro Deljavan tiene corsi di perfezionamento
pianistico e di musica d’insieme sia in Italia che all’estero. Ha
inciso oltre 30 dischi da solista ed in formazioni da camera, dal
duo al quintetto, tra cui Trois Grandes Études, Sonatine, Deux
Pièces di Charles-Valentin Alkan e Piano Works di Benjamin
Godard per Piano Classics.
10
Alessandro Deljavan, piano
En plus de 15 ans d’activité concertante, Alessandro Deljavan a
été applaudi dans les plus grands théâtres du monde. Musicien
sensible à la musique de chambre, il a joué avec de célèbres
ensembles tels le Takacs Quartet et les Sine Nomine Quartet. En
2005, il remporte la Gina Bachauer Young Artists Competition
de Salt Lake City et le Concours international Johann Nepomuk
Hummel de Bratislava. Entre 2005 et 2013, il fait partie des six jeunes
pianistes sélectionnés à l’Accademia Pianistica Internazionale du
Lac de Côme. À l’occasion de l’intégrale des concertos de Mozart,
en 2006, il dirige et joue avec l’Orchestre Symphonique G. Verdi de
Milan. En 2010, il gagne le second prix au Concours international
Isang Youn en Corée du Sud et débute sa collaboration en duo
avec la violoniste Daniela Cammarano. L’année suivante, avec
Kissin, Pappano et Rosen, il est le protagoniste d’un film sur Liszt
produit par la Rai et transmis en Italie sur les chaînes Rai3 et
Sky Classica. Alessandro Deljavan donne par ailleurs des cours de
perfectionnement en piano et de musique d’ensemble, aussi bien
en Italie qu’à l’étranger. Il a enregistré plus de 30 disques en tant
que soliste et en formation de musique de chambre, du duo au
quintette, parmi lesquels Trois Grandes Études, Sonatine, Deux
Pièces d’Alkan et Piano Works de Godard chez Piano Classics.
BENJAMIN GODARD, ALCUNE PROPOSTE DISCOGRAFICHE
PIANO WORKS VOL. 1
Eliane Reyes pianoforte
GRAND PIANO
PIANO WORKS
Alessandro Deljavan pianoforte
PIANO CLASSICS
PIANO WORKS VOL. 2
Eliane Reyes pianoforte
GRAND PIANO
BRU-ZANE.COM
Prossimi eventi al Palazzetto Bru Zane
Prochains événements au Palazzetto Bru Zane
Sabato 30 aprile, ore 17
Violoncello romantico
Musiche di GODARD, STROHL
Gary Hoffman, violoncello
David Selig, pianoforte
Giovedì 12 maggio, ore 20
Sogno vissuto
Musiche di GODARD
Eliane Reyes, pianoforte
Finale con brindisi
Martedì 3 maggio, ore 20
Godard e la mélodie
Musiche di GODARD
Tassis Christoyannis, baritono
Jeff Cohen, pianoforte
Sabato 7 maggio, ore 17
Romanticismo e modernità
Musiche di GODARD, FAURÉ, L. BOULANGER
Trio Talweg
Domenica 15 maggio, ore 17
Poesia
Musiche di GODARD, CHAUSSON, SAINT-SAËNS
Maria Milstein, violino
Nathalia Milstein, pianoforte
Martedì 24 maggio, ore 18
Incontro con Lorenzo Mattei:
Il musicista di Joséphine: note sullo Spontini francese
Ingresso libero – Consigliata la prenotazione
Domenica 8 maggio, ore 15.30
Do, mi, re, suoniamo in tre
Laboratorio-concerto per le famiglie
Mediazione a cura di Diana D'Alessio
Musiche di GODARD, BOULANGER
Trio Talweg
Sabato 18 giugno
Art Night
Ore 17-18: laboratorio di costruzione di uno strumento musicale
con materiali di riciclo. Per adulti e bambini tra i sei e i dodici
anni. A cura di Sestante di Venezia.
Ore 18: visita guidata per bambini e famiglie
Ore 19-23: visite guidate alternate a concerti dei giovani musicisti
dell'Académie internationale de musique Maurice Ravel.
Posti limitati – Prenotazione obbligatoria
Disponibilità limitata – Consigliata la prenotazione
Contributi musicologici
Louise Bernard de Raymond, Hélène Cao, Bénédicte Gandois Crausaz,
Fanny Gribenski, Étienne Jardin, Nicolas Southon
2
Traduzioni
Arianna Ghilardotti
Palazzetto Bru Zane
Centre de musique romantique française
San Polo 2368, 30125 Venezia - Italia
+39 041 52 11 005
bru-zane.com
Scarica