Libretto incontro gennaio 2017: "...quando meno

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ITINERARIO DI SPIRITUALITÁ PER GIOVANI
L’HO INCONTRATO
…quando meno me lo aspettavo
(Mt 4,18-22)
G. Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni erano al lavoro. I primi due fratelli
gettavano le reti, gli altri due le riparavano. Apparentemente “era un giorno
come tanti altri…” perché il lavoro è l’attività ordinaria della giornata, della vita
quotidiana. Eppure era anche “un giorno come nessun altro” perché “quel giorno
Lui passò”.
Gesù è sempre con noi. La sua umanità è unita alla nostra, ogni giorno, in ogni
istante, sino alla fine del mondo. Tuttavia ci sono momenti in cui Egli “passa”
nella nostra vita in un modo speciale. Pur con la sua straordinaria delicatezza e
discrezione, passa per donarci una luce nuova, improvvisa, inaspettata. Una
sorta di “carezza” silenziosa, un raggio che squarcia l’oscurità della fede.
È una parola che ti raggiunge e fa breccia nel cuore; senti che in quella parola è
Gesù che ti sta parlando; che ti invita a incontrarlo, a seguirlo. A volte è una
parola che nasce dall’ascolto del vangelo, di una meditazione, di un canto… altre
volte dal silenzio; a volte mentre sei in preghiera, altre volte mentre stai
lavorando o studiando. Arriva senza preavviso. All’improvviso. Ti accorgi che è
Lui perché senti il cuore “ardere” in un modo incredibile (cfr. Lc 24,32). Ti
accorgi che è Lui perché quella parola misteriosa ha il potere di infondere gioia
e speranza e di fare indietreggiare i dubbi e le paure.
Come è accaduto ai discepoli di Emmaus e ai quattro discepoli pescatori. Quando
meno se lo aspettavano… lo hanno incontrato. Dice la Scrittura: «Oggi, se udite la
sua voce, non indurite i vostri cuori» (Eb 4,7). Ci è chiesto di non indurire i cuori,
di aprirli quando udiremo la sua voce…
canto d’ingresso
Io non sono degno di ciò che fai per me:
Tu che ami tanto uno come me,
vedi non ho nulla da donare a Te,
ma se Tu lo vuoi prendi me.
Sono come la polvere alzata dal vento‚
sono come la pioggia caduta dal cielo‚
sono come una canna spezzata dall’uragano
se Tu, Signore, non sei con me. Rit.
Contro i miei nemici Tu mi fai forte‚
io non temo nulla e aspetto la morte‚
sento che sei vicino, che mi aiuterai‚
ma non sono degno di quello che mi dai. Rit.
P. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T. Amen.
2
P. Il Signore che ci viene incontro per ravvivare la nostra speranza sia con tutti voi
T. E con il tuo spirito.
P. Carissimi, invochiamo il dono dello Spirito Santo, perché la Parola che
ascolteremo illumini i nostri cuori e li faccia ardere dell’Amore di Cristo.
canto
Invochiamo la tua presenza vieni Signor.
Invochiamo la tua presenza scendi su di noi.
Vieni Consolatore e dona pace e umiltà.
Acqua viva d'amore questo cuore apriamo a Te.
Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi
Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi
Vieni su noi Maranathà, vieni su noi Spirito
Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi
Vieni Spirito, vieni Spirito,
scendi su di noi, scendi su di noi.
Invochiamo la tua presenza, vieni Signor,
invochiamo la tua presenza scendi su di noi.
Vieni luce dei cuori dona forza e fedeltà.
Fuoco eterno d'amore questa vita offriamo a te. Rit.
Orazione
P. O Dio, che ci vieni incontro nel tuo amato Figlio Unigenito, donaci il tuo Spirito
di santità perché ti riconosciamo presente nella tua Parola e nel Pane di Vita. Per
il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
T. Amen.
(seduti)
«…vi farò pescatori di uomini»
L1. «Gesù comincia il suo ministero, e chiama Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni:
“Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”. Non pescheranno più pesci nel lago, ma
diventeranno collaboratori per la vita del mondo intero.
3
L2. La chiamata di Dio apre prospettive immensamente più grandi di quelle dei
nostri progetti umani. Il vivere la vita nella fede, nell'adesione al progetto del Signore, dà
dimensioni più ampie e senso infinito alla nostra vita. Perché la nostra vita si apre ad una
dimensione universale e diviene una missione.
L1. Anche noi siamo chiamati ad essere "pescatori di uomini". L'espressione non richiama
a prima vista cose molto positive: prendere la gente all'amo, nella rete. L'uomo non può
essere considerato uno da adescare, da attirare per metterlo nel sacco.
L2. Oggi però molti lo fanno: la pubblicità e i vari centri del potere mediatico cercano
affannosamente di catturare le persone, di conquistare l'audience…
L1. Ma ai quattro chiamati Gesù dice prima: “seguitemi!”, “venite dietro a me!”. Quindi:
guardate come io “prendo i pesci”, come incontro le persone. Gesù non ha usato alcuna
forma di violenza, di condizionamento, di adescamento. Eppure su molti ha avuto un
effetto “vincente”: perché hanno creduto all'amore di Dio e alla sua parola: «Tu sei voluto,
per il Padre sei importante!».
L2. Finire nella rete del Padre di Gesù dunque è una bella cosa, per noi e anche per
gli altri: perché è la rete del suo amore».
[da un commento di don Marco Pratesi]
G. (In piedi) Accogliamo la Parola del Signore. Gesù viene accanto a noi e ci parla
perché possiamo rallegrarci della sua presenza. Acclamiamo al Vangelo.
canto al Vangelo
Alleluia, alleluia, alleluia
Dal vangelo secondo Matteo (4,18-22)
18
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone,
chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano
infatti pescatori. 19E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini».
20
Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due
fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca,
insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito
lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Parola del Signore.
Ass. Lode a te, o Cristo.
meditazione
4
Esposizione eucaristica e tempo per la preghiera personale
G. Gesù desidera ricolmarci dei suoi doni di grazia più ancora di quanto li
desideriamo noi; ma per poterceli donare ha bisogno del nostro desiderio e della
nostra richiesta. Come poveri dinanzi al Signore dell’universo, ricco di bontà e
misericordia, riconosciamo che Egli, realmente presente nella santa Eucaristia, è
l’unico Signore della nostra vita e la sorgente di ogni bene. Ravviviamo il nostro
desiderio di Lui e del suo Santo Spirito. Durante questo tempo possiamo scrivere
alcune risonanze o intenzioni di preghiera che verranno raccolte.
canto per l’esposizione eucaristica
Ho bisogno di incontrarti nel mio cuore,
di trovare te, di stare insieme a te:
unico riferimento del mio andare,
unica ragione tu, unico sostegno tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo tu.
Anche il cielo gira intorno e non ha pace,
ma c'è un punto fermo è quella stella là.
La stella polare è fissa ed è la sola,
la stella polare Tu, la stella sicura Tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
Tutto ruota intorno a Te, in funzione di Te,
e poi non importa il come, il dove e il se.
Che tu splenda sempre al centro del mio cuore,
il significato allora sarai tu,
quello che farò sarà soltanto amore.
Unico sostegno tu, la stella polare tu
al centro del mio cuore ci sei solo tu. Rit.
G. Adoriamo il Signore Gesù presente qui dinanzi a noi con le parole di un grande
innamorato di Cristo, san Francesco d’Assisi: le sue “Lodi di Dio altissimo”.
Intervalliamo le lodi con il canto del canone:
Oh, oh, oh, adoramus Te, Domine.
Oh, oh, oh, adoramus Te, Domine
5
C1. Tu sei santo, Signore, solo Dio, che compi meraviglie.
Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo,
C2. Tu sei onnipotente, Tu, Padre santo, re del cielo e della terra.
Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dèi.
Oh, oh, oh, adoramus Te, Domine…
C1. Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene,
il Signore Dio vivo e vero.
C2. Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza,
Tu sei umiltà, Tu sei pazienza.
Oh, oh, oh, adoramus Te, Domine…
C1. Tu sei bellezza, Tu sei sicurezza, Tu sei quiete.
Tu sei gaudio e letizia, Tu sei la nostra speranza.
C2. Tu sei giustizia e temperanza,
Tu sei tutto, ricchezza nostra a sufficienza.
Oh, oh, oh, adoramus Te, Domine…
C1. Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine.
Tu sei protettore, Tu sei custode e difensore.
C2. Tu sei fortezza, Tu sei rifugio.
Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede.
Oh, oh, oh, adoramus Te, Domine…
C1. Tu sei la nostra carità, Tu sei tutta la nostra dolcezza,
Tu sei la nostra vita eterna.
C2. Grande e ammirabile Signore,
Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.
(TUTTI) Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene. Amen. Amen. Amen.
Spunti per la meditazione personale
(durante il tempo del silenzio è possibile distribuire ai presenti un biglietto e una penna,
sul quale possono scrivere ed eventualmente condividere una risonanza personale)
6
Anche voi siete chiamati a diventare “pescatori di uomini”
DISCORSO DI PAPA FRANCESCO AI GIOVANI AL TERMINE DELL’EVENTO
“GETTATE LE RETI”
(NB. Il Papa commenta Lc 5,4-15, brano parallelo di Mt 4,18-22)
Dinanzi a un’esperienza di fallimento, un’esperienza che ci lascia vuoti, ci scoraggia
giustamente voi vi chiedete: che cosa possiamo fare? Certamente una cosa da non fare è
quella di lasciarsi vincere dal pessimismo e dalla sfiducia. (…)
Voi sapete, questi mercanti di morte, quelli che vendono morte ti offrono una strada per
quando voi siete tristi, senza speranza, senza fiducia, senza coraggio! Per favore, non
vendere la tua gioventù a questi che vendono morte! Voi mi capite di che cosa sto
parlando!
Ritorniamo alla scena del Vangelo: Pietro, in quel momento critico (…) con coraggio, esce
da sé stesso e sceglie di fidarsi di Gesù. Dice: «…sulla tua parola getterò le reti».
Attenzione! Non dice: sulle mie forze, sui miei calcoli, sulla mia esperienza di esperto
pescatore, ma “sulla tua parola”, sulla parola di Gesù! …
Gesù non è un’illusione! Fidati di Gesù! Il Signore è sempre con noi. Viene sulla riva del
mare della nostra vita, si fa vicino ai nostri fallimenti, alla nostra fragilità, ai nostri peccati,
per trasformarli. …
Seguire Gesù è impegnativo, vuol dire non accontentarsi di piccole mete, del piccolo
cabotaggio, ma puntare in alto con coraggio!
Non è buono – non è buono – fermarsi al «non abbiamo preso nulla», ma andare oltre,
andare al «prendi il largo e getta le reti» di nuovo, senza stancarti!
Quando tutto sembra fermo e stagnante, quando i problemi personali ci inquietano… La
strada è Gesù: farlo salire sulla nostra “barca” e prendere il largo con Lui! Lui è il Signore!
Lui cambia la prospettiva della vita.
Cari giovani (…) anche voi siete chiamati a diventare “pescatori di uomini”. Non esitate a
spendere la vostra vita per testimoniare con gioia il Vangelo, specialmente ai vostri
coetanei.
(…) lo hanno fatto i Santi. I Santi non nascono già perfetti, già santi! Lo diventano perché,
come Simon Pietro, si fidano della Parola del Signore e “prendono il largo”. (…) Sono
persone comuni, che invece di lamentarsi hanno “gettato le reti per la pesca”. Imitate il loro
esempio, affidatevi alla loro intercessione, e siate sempre uomini e donne di speranza!
Niente lamentele! Niente scoraggiamento! Niente buttarsi giù, niente andare a comprare
consolazione di morte: niente! Andare avanti con Gesù! Lui non fallisce mai, Lui non
delude, Lui è leale!
 Le mie esperienze di fallimento mi hanno insegnato a contare con maggiore
fiducia sull’Amore di Gesù piuttosto che sulle mie sole forze?
 Sono consapevole che anche a me Gesù chiede di diventare “pescatore di
uomini”?
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 Cosa posso fare di più e meglio per essere un pescatore di uomini? Come posso
donare in modo più grande la mia vita a Gesù?
Emozionàti di gioia straordinaria perché pescati da Cristo
OMELIA DI SAN GIROLAMO, DOTTORE DELLA CHIESA, AI NEOFITI
Voi che vi siete rivestiti di Cristo e, seguendo la nostra guida, mediante la parola di Dio
siete stati tratti come pesciolini all'amo fuori dei gorghi di questo mondo, dite dunque: 'In
noi è mutata la natura delle cose. Infatti i pesci che sono estratti dal mare, muoiono. Gli
apostoli invece ci hanno estratti dal mare di questo mondo e ci hanno pescati perché da
morti fossimo vivificati. Finché eravamo nel mondo i nostri occhi guardavano verso il
profondo dell'abisso e la nostra vita era immersa nel fango, ma, dopo che siamo stati
strappati ai flutti, abbiamo cominciato a vedere il sole abbiamo cominciato a contemplare la
vera luce ed emozionati da una gioia straordinaria, diciamo all'anima nostra: «Spera in Dio:
ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio»
Raccolta delle risonanze e delle preghiere
“…ed essi subito lasciarono
la barca e il loro padre e lo seguirono”
canto per la ripresa della preghiera
(reposizione dell’Eucaristia)
Signore, com’è bello, non andiamo via,
faremo delle tende e dormiremo qua;
non scendiamo a valle dove l’altra gente
non vuole capire quello che Tu sei.
Ma il vostro posto è là, là in mezzo a loro;
l’amore che vi ho dato portatelo nel mondo;
io son venuto a salvarvi dalla morte;
il Padre mi ha mandato ed io mando voi.
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Quando vi ho chiamato eravate come loro
col cuore di pietra, tardi a capire,
ciò che io dicevo non lo sentivate;
È pazzo - si pensava - non sa quello che dice. Rit.
Adesso che capite cos’è la vera gioia,
volete stare soli e non pensare a loro.
A cosa servirà l’amore che vi ho dato,
se la vostra vita da soli vivrete? Rit.
G. (seduti). Gesù ci viene incontro non tanto per chiedere ma per donare.
Chiede solo per poter donare. Ci dona il sogno che ha per noi. Il sogno di una
vita bella, piena, spesa totalmente per amare.
Gesù ci vuole anche liberare da un rischio terribile: quello di accontentarci di una
vita piccola, egoista, pantofolaia, meschina, vissuta solo per sé stessi. Una vita
“mondana”. Ma “a che cosa serve all’uomo guadagnare il mondo intero se poi
perde sé stesso, la propria anima?” (cfr. Mc 8,36). Mettiamoci in ascolto di una
meditazione che ci ricorda che i veri “modelli” della nostra vita non sono quelli
propinati dai media, ma i santi!
Dio ha un sogno anche per
(non siate come le lumache…)
voi!
«Oggi uno dei problemi più grandi e più urgenti è il problema dei modelli, i modelli ai quali
la gente e soprattutto i giovani guardano per ispirarsi e sognare la propria vita. Se i modelli
sono sbagliati, la vita di conseguenza è sbagliata. Un tempo, i modelli della gente erano i
santi e dai santi si imparavano la lealtà, la fedeltà, l’umiltà, il coraggio, il perdono, la
generosità e lo spirito di servizio. (…)
Cari ragazzi, vi voglio parlare di due santi che ho incontrato personalmente.
Il primo è san Giovanni Paolo II. (…) Mercoledì 30 marzo 2005, poco prima di morire, il
Papa volle affacciarsi per salutare la folla radunatasi in piazza San Pietro e, senza riuscire
a parlare, fece un grande segno di croce dicendo una sola parola “Amen”, che vuol dire mi
appoggio sopra, mi aggrappo, credo. La sua ultima parola fu un atto di fede, come quello
che avete fatto voi oggi. Quando, prima di morire, l’ho incontrato per l’ultima volta il
suo sguardo era felice, sembrava andasse ad una festa. E questo sia perché un
cristiano non ha paura della morte, in quanto lo porta all’incontro con il Signore, ma anche
per la convinzione di aver realizzato la sua vocazione, era convinto di essersi speso
completamente per l’ideale della sua vita e questo gli donava una gioia immensa.
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La seconda figura è santa Teresa di Calcutta. Era il 22 maggio e Madre Teresa era
anziana e ammalata. Mi disse: “Sono di ritorno dagli Stati Uniti dove ho inaugurato una
casa che accoglierà i malati di Aids e da qui ripartirò domani l’altro per andare a Dublino,
dove abbiamo una casa per gli alcolizzati, poi andrò a Londra…”.
A quel punto le risposi: “Madre, ma nelle sue condizioni come può fare tutti questi viaggi?”.
Così lei mi ribatté: “Vescovo Angelo, ricordati che la vita è una sola e io debbo
spenderla, non ne ho un’altra di ricambio. Quando morirò, porterò con me solo la
valigia della carità e voglio riempirla. Riempila anche tu, finché sei ancora in tempo”.
E poi aggiunse: “Forse un giorno o l’altro, potresti sentir dire che Madre Teresa è morte di
schianto del cuore”. Le replicai: “Perché, le sue condizioni di salute sono peggiorate?”. “No
– concluse lei – Mi potrebbe schiantare il cuore per la troppa contentezza”.
A quel punto la guardai, indossava un sari (l’abito a strisce azzurre che indossano le suore
di Madre Teresa, ndr) ridotto a tal punto da poter essere gettato al cassonetto, eppure
disse che le poteva scoppiare il cuore per la troppa contentezza! (…)
Cari ragazzi, Dio ha un sogno anche per voi, Dio ha un progetto anche per voi. Non
deludetelo, perché sarebbe la vostra delusione. La vita è solo una – diceva Madre
Teresa – spendetela bene per lasciare un segno a questo mondo.
Un giorno, Giovanni Paolo II mi disse che molte persone rassomigliano a delle lumache
non perché vanno piano, ma bensì perché lasciano dietro di sé solo il segno della scia
della bava, che dura poche ore e non lascia alcun segno nel mondo.
Lasciate un segno di bene a questo mondo: è lo scopo della vostra vita che vi
permetterà di dire che vi potrebbe scoppiare il cuore per tanta contentezza!
(Card. Angelo Comastri)
G. Condividiamo ora i frutti della nostra preghiera.
canone per intervallare le risonanze
Bonum est confidere in Domino
Bonum sperare in Domino
P. Carissimi, raccogliamo tutte le nostre intenzioni di preghiera nell’orazione del
Signore, perché si compia nella nostra vita la parola del Padre
Padre nostro…
Orazione
P. O Padre santo, che nel tuo Figlio Gesù ti sei fatto vicino a ogni uomo che ti
cerca, concedici di corrispondere con il dono della nostra vita all’opera della tua
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misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e
regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
T. Amen.
benedizione
P. Il Signore vi benedica e vi protegga.
R. Amen.
P. Faccia risplendere il suo volto su di voi e vi doni la sua misericordia
R. Amen.
P. Rivolga su di voi il suo sguardo e vi doni la sua pace.
R. Amen.
P. E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su
di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
canto di congedo e consegna del segno del mandato
(ad es. un pezzo di rete per ricordare che Gesù chiede a ognuno di diventare pescatore di
uomini oppure qualcosa che rappresenti una lumaca per invitare a lasciare una “scia di
bene” in questo mondo. Oppure il foglietto con il disegno di una lumaca e la scritta:
«Lascia una scia… di bene!»)
Lascia che il mondo vada per la sua strada,
lascia che l’uomo ritorni alla sua casa,
lascia che la gente accumuli la sua fortuna.
Ma tu, tu, vieni e seguimi. Tu, vieni e seguimi!
Lascia che la barca in mare spieghi la vela,
lascia che trovi affetto chi segue il cuore,
lascia che dall’albero cadano i frutti maturi.
Ma tu, tu, vieni e seguimi. Tu, vieni e seguimi!
E sarai, luce per gli uomini
e sarai sale della terra
e nel mondo deserto
aprirai una strada nuova (2v.)
E per questa strada va’, va’
e non voltarti indietro mai…
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PROSSIMI APPUNTAMENTI
L’HO INCONTRATO…
 NEL BUIO DELLE MIE DOMANDE (febbraio)  Gv 3,1-17
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