Disagio psichico che fare? Un corso Caritas

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GENTE VENETA | Attualità
Lunedi, 4 Febbraio 2008 | Salute mentale
Disagio psichico che fare? Un corso Caritas
Un disagio appena percepito, un malessere non detto. Una persona, magari un vicino di casa o
un parrocchiano, che mostra segni di una difficoltà crescente. Segni di disagio psichico.
L'interrogativo si fa pressante: che fare? Perché di fronte a una persona in difficoltà economica
o con problemi di salute fisica i modi per venirgli in aiuto sono più semplici, le parole per essergli
vicino si possono individuare con relativa semplicità. Ma se il malessere è psichico, non è così
facile intercettare la difficoltà e trovare il modo giusto per proporsi come sostegno. Da questa
necessità, ma non solo, si è mossa la Caritas diocesana promuovendo il corso ?La salute
mentale?, nell'ambito delle iniziative di formazione alla diaconia della carità, che parte sabato 9
febbraio. Un corso, patrocinato dallo Studium generale Marcianum, rivolto sia agli addetti ai
lavori (operatori sociali e sanitari, ai quali viene riconosciuto l'accreditamento Ecm regionale) sia
ai volontari, agli operatori parrocchiali e più in generale alle persone che vogliano interessarsi di
benessere psichico, un termine che allarga il concetto di salute mentale. «Il concetto di
benessere viene associato alla salute fisica, molto meno a quella mentale», spiega Marina
Paties, psichiatra e psicoanalista, referente Caritas per la salute mentale. «Ma il concetto di
benessere psichico esiste, perché la questione della salute mentale non deve limitarsi
solamente alla malattia, alla patologia». E in questo senso occorrono le coordinate sociali per
affrontare sintomi e malesseri prima che si manifestino in forma patologica. Occorre poterne
parlare. Ecco la necessità di dare strumenti anche ai "non addetti ai lavori". Ad esempio, di
fronte ad alcuni segnali di disagio come può comportarsi una comunità? «Pensiamo ai
catechisti o agli educatori che all'interno di un gruppo possono individuare un giovane in
difficoltà. E' importante - osserva la dottoressa Paties - sapere che fa parte del loro servizio
cogliere anche questi segnali di disagio. E non basta avvicinarsi alle persone basandosi
semplicemente sull'empatia. Occorrono delle chiavi di lettura. Poi è importante sapere a chi
rivolgersi, sapere che esistono dei servizi, delle associazioni nel territorio che possono essere
d'aiuto». Il senso del corso promosso dalla Caritas va in questa direzione, come si desume
dalla scelta delle tematiche affrontate e degli esperti che parteciperanno, che vanno molto al di
là della dimensione clinica della salute mentale. Sono cinque gli appuntamenti previsti tra
febbraio e aprile, in orario 9,30-12,30 e che si terranno presso la sede Caritas di Venezia
(Piazzale Roma, fondamenta Santa Chiara, Santa Croce 495/a), tranne l'incontro del 16
febbraio che si svolgerà presso l'Ateneo Veneto: il primo appuntamento, il 9 febbraio, dopo la
presentazione del corso da parte di mons. Dino Pistolato direttore Caritas e di Marina Paties, è
dedicato a: "L'agire umano e la domanda di felicità da parte dell'uomo", con mons. Gianni
Bernardi presidente dello Studium generale Marcianum e Maurizio De Vanna, psichiatra
(Università di Trieste); poi sabato 16 febbraio all'Ateneo Veneto: "Quando la violenza fa
cronaca", con lo psichiatra Vittorino Andreoli, il giornalista Leopoldo Pietragnoli e Gabriella
Straffi, direttrice degli istituti penali di Venezia; l'8 marzo "Quando il corpo è elemento di
comunicazione" con Adriana Monselesan, docente Istituto freudiano, Carlo Montanaro, docente
di Teoria di metodo dei mass-media e la psicoanalista Anna Zanon; sabato 29 marzo "Etica e
bioetica della cura della salute mentale", con Alberto Peratoner docente di Filosofia morale al
Marcianum e Carlo Viganò, Istituto freudiano; sabato 12 aprile "L'adolescenza: correre rischi e
assumersi responsabilità", con Giuseppe Molin docente al Liceo "Parini" e Sara Tosi ostetrica al
Consultorio familiare di Venezia. Informazioni allo 041.52.89.888.
Serena Spinazzi Lucchesi
Tratto da GENTE VENETA, n.5/2008
Articolo pubblicato su Gente Veneta
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