Le Infezioni Ospedaliere - Azienda Ospedaliera di Padova

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REGIONE DEL VENETO
AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA
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e-mail [email protected]
COMUNICATO STAMPA DEL 21.03.2013
Le infezioni ospedaliere
Che cosa sono le infezioni ospedaliere
Sono infezioni acquisite in ambiente sanitario (ospedale o altri ambienti dove si svolgono le
cure, come RSA, ambulatori ed anche il proprio domicilio), riconducibili all’episodio
assistenziale e quindi non clinicamente presenti al momento dell’inizio della cura.
Quanto sono frequenti le infezioni ospedaliere
Nell’Unione Europea ogni anno circa 4 milioni di pazienti contraggono una i.o., con un
numero stimato di circa 37.000 decessi direttamente correlati (0,9%).
Studi effettuati in Italia negli ultimi anni hanno stimato che dal 5 all’8% dei pazienti ricoverati
contrae una i.o., corrispondente a circa 450.000 - 700.000 casi di infezione.
Uno studio effettuato nella Regione Veneto dal Sistema Epidemiologico Regionale su un
campione di oltre centomila ricoveri ha rilevato un tasso di i.o. ospedaliere in linea con la
media nazionale.
Presso l’Azienda Ospedaliera di Padova, nel contesto di uno studio di prevalenza
delle i.o. condotto nel 2011 in 359 ospedali europei, si è evidenziato un tasso di infezioni in
linea con quello degli altri centri ad alta complessità (8,9%).
Le i.o. più ricorrenti, che rappresentano da sole oltre l’80% di tutte le infezioni osservate, si
possono dividere in quattro gruppi:
• le infezioni del tratto urinario
• le infezioni del sito chirurgico
• le infezioni dell’apparato respiratorio
• le infezioni sistemiche (sepsi, batteriemie).
Le infezioni del tratto urinario rappresentano il 30%-35% di tutte le infezioni correlate
all’assistenza, ma questa distribuzione varia nel tempo, a seconda dei contesti assistenziali
e della complessità delle cure erogate.
I microrganismi responsabili
Possono essere coinvolti tutti i microrganismi e in molti casi le infezioni sono
polimicrobiche. Negli ultimi anni sono sempre più frequenti infezioni sostenute da germi
gram-negativi e da gram-positivi come lo stafilococco aureus, gli stafilococchi coagulasi
negativi e gli eneterococchi e infezioni fungine.
Un problema emergente in tutti i Paesi ad elevato standard sociosanitario è quello della
diffusione di germi che sviluppano una progressiva resistenza a molte classi di antibiotici
(germi multi-drug resistant, MDR).
Questo problema, strettamente connesso all’utilizzo non sempre appropriato degli
antibiotici, interessa sia le infezioni acquisite in ambiente ospedaliero sia quelle acquisite in
comunità.
Perché si trasmettono le i.o.
Il rischio di contrarre una i.o. è collegato alla presenza di numerosi fattori:
- uso di tecniche diagnostiche e terapeutiche sempre più potenti e invasive
- l’aumento di patologie croniche e di condizioni che aumentano la suscettibilità dei pazienti
alle infezioni
- permanenza prolungata in ospedale
- non corretto utilizzo degli antibiotici
- aumento della complessità dei servizi e della trasferimento dei pazienti nei diversi ambiti
assistenziali;
Si possono prevenire
Le i.o. hanno una notevole importanza nel contesto della sicurezza dei pazienti perché
sono frequenti, hanno un elevato impatto sui costi dell’assistenza e sulla salute del paziente
e possono essere prevenute almeno in parte.
Gli esperti stimano che in Italia si potrebbero prevenire le i.o fino al 30%., corrispondenti a
135-210 mila casi evitati ogni anno.
Cosa si può fare
E’ necessario applicare tutte le nozioni consolidate sui comportamenti professionali e azioni
organizzative efficaci nel ridurre significativamente il rischio di contrarre una i.o.
A Padova sono messe in atto una serie di azioni finalizzate alla prevenzione e al controllo
delle i.o.:
-
la sorveglianza attiva delle principali infezioni, in particolare nei reparti ad alto
rischio;
l’analisi epidemiologica, lo studio microbiologico e la condivisione in tempo reale
delle informazioni relative alle i.o. correlate a germi multiresistenti (MDR);
la formazione del personale (medico, infermieristico, tecnico e operatori di supporto)
in merito all’epidemiologia delle i.o. e alle misure di prevenzione;
l’implementazione e la verifica dell’applicazione di procedure e buone pratiche
assistenziali nazionali e internazionali di provata efficacia nel controllo delle i.o.;
azioni di informazioni ed empowerment rivolte al paziente e al personale sanitario e
socio-sanitario che opera nelle strutture assistenziali comunitarie;
azioni di sistema per il potenziamento della rete fra operatori dei diversi servizi e
cittadini, finalizzata ad una migliore circolazione delle informazioni epidemiologiche
e alla promozione dei comportamenti utili per la prevenzione del rischio infettivo.
Si autorizza la diffusione ai media – Il capo ufficio stampa dr.ssa Luisella Pierobon
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