Terapia Psicoanalitica

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Terapia Psicoanalitica
Concetti fondamentali
Università Lumsa di Roma
Dott. P. Cruciani
Dott.ssa P. Szczepanczyk
Il colloquio psicoanalitico :
struttura e obiettivi
Analizzabilità
Rimanda a due concezioni:
a) Secondo il modello medico come “indicazioni
e contro-indicazioni” alla cura psicoanalitica.
b) Come limite all’interpretazione,come un
riconoscimento del fatto che nelle produzioni
psichiche ci sia una parte “analizzabile” e anche
una “in analizzabile”.
Nei colloqui preliminari occorre valutare la
capacità di insight del soggetto e la tipologia
della patologia per decidere se sarà possibile
un trattamento analitico vero e proprio o
un’altra forma di psicoterapia.
Per il punto (b) Freud stesso aveva posto la
questione che non tutto possa essere
interpretato.
Parlava,per i sogni, di un elemento che rimane
oscuro :“l’ombelico del sogno”.
La relazione psicoanalitica:
il contratto psicoanalitico
L’alleanza terapeutica
L’accordo di fiducia reciproca che si deve
stabilire fra uno psicoanalista ed il suo
paziente per vincere le resistenze
nevrotiche o psicotiche che si oppongono
al cambiamento e dunque alla guarigione.
Dice Freud “il medico analista e l’Io indebolito
del paziente,tenendosi ancorati al mondo
esterno, devono formare un partito comune
contro i nemici, le pretese pulsionali dell’Es e
le pretese di coscienza del Super-io.
Concludiamo insieme un patto: L’Io del
malato ci promette la più completa sincerità,
ossia la disponibilità di tutto il materiale che la
sua auto percezione gli fornisce,
...
... noi gli assicuriamo la più rigorosa
discrezione e mettiamo al suo servizio la
nostra esperienza nell’interpretazione del
materiale influenzato dall’inconscio. IL
nostro sapere deve compensare il suo non
sapere, restituendogli la perfetta padronanza
su quelle regioni della vita psichica di cui ha
perso il controllo. In questo contratto
consiste la situazione analitica”.
(Freud,Compendio,1938)
Neutralità,riservatezza e astinenza
Una delle qualità che definiscono l’atteggiamento
dell’analista nella cura. L’analista deve essere neutro
quanto ai valori religiosi,morali e sociali, cioè non
deve dirigere la cura in funzione di un qualsiasi
ideale e deve astenersi da qualsiasi consiglio; neutro
nei confronti delle manifestazioni transferenziali, il
che viene espresso abitualmente con la formula
“non entrare nel gioco del paziente”; neutro infine
quanto al discorso dell’analizzato, cioè non deve
privilegiare a priori, in base a pregiudizi teorici, un
certo frammento o un certo tipo di significato.
Transfert
Designa, nella psicanalisi, il processo con cui i
desideri inconsci si attualizzano su determinati
oggetti nell’ambito di una determinata relazione
stabilita con essi e soprattutto nell’ambito della
relazione analitica. Si tratta di una ripetizione di
prototipi infantili che si è vissuta con un forte
senso di attualità. È per lo più il transfert nella
cura che gli psicanalisti chiamano transfert, senza
altra qualificazione. Il transfert è tradizionalmente
riconosciuto come il terreno in cui si svolge la
problematica di una cura psicanalitica, la sua
impostazione, la sua modalità, la sua
interpretazione e la sua risoluzione.
Nevrosi e transfert
a)
Nel senso nosografico, categoria di nevrosi
che Freud distingue nelle nevrosi
narcisistiche, in seno al gruppo delle
psiconevrosi.
Rispetto
alle
nevrosi
narcisistiche, esse sono caratterizzate dal
fatto che la libido è sempre spostata su
oggetti reali o immaginari invece di essere
sottratta a essi e riversata sull’Io. Ne risulta
che esse sono più accessibili al trattamento,
di una nevrosi di transfert nel senso b.
b) Nella teoria della cura psicanalitica, nevrosi
artificiale in cui tendono a organizzarsi le
manifestazioni del transfert. Essa si
costituisce intorno alla relazione con
l’analista ed è una nuova edizione della
nevrosi clinica. La sua elucidazione porta alla
scoperta della nevrosi infantile.
Controtransfert
Insieme delle reazioni inconsce dell’analista alla
persona dell’analizzato e più particolarmente
al suo transfert.
Resistenza
Nel corso della cura psicanalitica, si dà il
nome di resistenza a tutto ciò che, negli atti o
nei discorsi dell’analizzato, si oppone
all’eccesso di questi al proprio inconscio. Per
estensione, Freud ha parlato di resistenza alla
psicanalisi per designare un atteggiamento di
opposizione alle sue scoperte in quanto
rivelano i desideri inconsci e infliggono
all’uomo una “umiliazione psicologica”.
Libere associazioni
Metodo che consiste nell’esprimere senza
discriminazione tutti i pensieri che vengono
in mente sia a partire da un elemento dato
(parola,numero, immagine di un sogno,
rappresentazione qualsiasi), sia in un modo
spontaneo.
Regola psicoanalitica fondamentale
« Lo impegniamo a rispettare la regola
psicoanalitica fondamentale, che d’ora innanzi
dovrà dominare il suo atteggiamento nei
nostri riguardi. Egli deve comunicarci non
soltanto quel che dice intenzionalmente e
volentieri, quel che gli reca sollievo come in
una confessione, ma anche tutto il resto, tutto
ciò che gli viene offerto dalla sua osservazione,
e tutto quello che gli viene in mente, anche se
è sgradevole a dirsi, o se gli sembra irrilevante, o
addirittura assurdo». (Freud,1939)
Attenzione (ugualmente) fluttuante
Modi in cui, secondo Freud, l’analista deve
ascolta l’analizzato: egli non deve privilegiare a
priori nessun elemento del discorso
analizzato, il che implica che egli deve lasciar
funzionare il più liberamente possibile la
propria attività inconscia e sospendere le
motivazioni che dirigono abitualmente
l’attenzione.
« Come il paziente deve raccontare tutto ciò
che gli viene in mente, eliminando qualsiasi
obiezione logica o affettiva che lo induca a
scegliere, così il medico deve essere in grado
di interpretare tutto ciò che egli sente onde
scoprirvi tutto ciò che l’inconscio dissimula, e
ciò senza sostituire la propria censura alla
scelta a cui il paziente ha rinunciato»
(Freud,1912,Consigli al medico per
il trattamento psicoanalitico)
L’interpretazione in psicoanalisi
A.
B.
Esplicitazione, mediante l’indagine analitica,
del senso latente dei discorsi e nelle
condotte di un soggetto. L’interpretazione
mette in luce le modalità del conflitto
difensivo ed è rivolta in ultima analisi al
desiderio che viene formulato in ogni
produzione dell’inconscio.
Nella cura, comunicazione fatta al soggetto
e tendente a farlo accedere a questo senso
latente, secondo regole imposte dalla
direzione e dall’evoluzione della cura.
Costruzione
Termine proposto da Freud per designare
un’elaborazione dell’analista più estensiva e
più distante dal materiale che non
l’interpretazione, e destinata essenzialmente a
ricostruire nei suoi aspetti sia reali che
fantasmatici una parte della storia infantile dle
soggetto.
Il processo analitico e le sue fasi
Acting out
 Reazione terapeutica negativa
 Fase iniziale
 Fase intermedia dell’analisi
 La conclusione di un percorso terapeutico
 Analogie e differenze con la terapia in, di e
attraverso il gruppo.

Acting out
Termine usato nella psicanalisi per designare le
azioni che presentano per lo più un carattere
impulsivo relativamente in rottura con i sistemi
di
motivazione
abituali
del
soggetto,
relativamente isolabile nel corso della sua attività,
e che assumono una forma di auto- o eteroaggressività. Nel sorgere dell’acting out lo
psicanalista vede il segno dell’emergenza del
rimosso. Quando esso sopravviene nel corso di
un’analisi (sia durante la seduta che al di fuori di
essa), l’acting out va considerato nella sua
connessione con il transfert e spesso come un
tentativo di ignorarlo completamente.
Reazione terapeutica negativa
Fenomeno reperibile in certe cure
psicanalitiche come tipo di resistenza alla
guarigione particolarmente difficile da
superare: ogni volta che ci si potrebbe
attendere dal progresso dell’analisi un
miglioramento, si verifica un aggravamento,
come se alcuni soggetti preferissero la
sofferenza alla guarigione. Freud attribuisce
questo fenomeno a un senso di colpa
inconscio inerente ad alcune strutture
masochistiche.
GRAZIE DELL’ATTENZIONE !!!!
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