differenziazione funzionale

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Giustizia ed equità nella prospettiva della teoria dei sistemi
di Giancarlo Corsi
Antonio Maturo
Teoria dei sistemi
• Teoria della società capace di cogliere e
descrivere le peculiarità della società moderna
rispetto a quelle che l’hanno preceduta.
• il risultato di questo tentativo si allontana
fortemente dalla tradizione “umanistica”,
filosofica, antropologica o sociologica che sia…
Comunicazione
• secondo la teoria dei sistemi tutto ciò che è
sociale è comunicazione e solo
comunicazione: il senso di qualunque parola o
concetto può essere colto solo se ci si chiede
come possa essere comunicato e quali
connessioni comunicative possa attivare.
Senso
• non esistono termini o strutture che possano
essere ricondotte a essenze extrasociali,
naturali, ultime o necessarie.
• Qualunque senso venga generato e
comunicato è sempre un prodotto della
società e solo riferendosi alla società può
essere compreso e studiato. Per questo la
teoria dei sistemi invita a considerare
qualunque forma sociale come contingente,
Differenziazione funzionale
• La società premoderna era ancora basata su
un’idea ontologica e ordinata del mondo,
rappresentato secondo un criterio gerarchico che
corrispondeva a ciò che la creazione aveva voluto.
• Il diritto naturale dava per scontato che fosse
possibile riconoscere (in senso sia cognitivo sia
normativo) le qualità che ciascuno aveva ricevuto
con la nascita e che ne contraddistinguevano
appunto la natura.
Differenziazione funzionale
• Il processo di modernizzazione, che si avvia in
modo irreversibile tra il XVII e il XVIII secolo,
costringe la società a una profonda revisione
di queste idee. L’imporsi di una forma nuova
di differenziazione della società, che la teoria
dei sistemi chiama differenziazione funzionale,
rende l’idea di un ordine naturale delle cose
(compresi gli esseri umani) prima implausibile
e poi improponibile.
Differenziazione funzionale
• Differenziazione funzionale significa innanzitutto che i
sottosistemi della società complessiva si distinguono in
base alla funzione che svolgono e della quale sono di fatto
monopolisti.
• Per citare i più importanti: solo la scienza può produrre
sapere che viene fatto circolare come “vero”, solo
l’educazione può intervenire sull’ambiente psichico della
società per cambiarlo e renderlo compatibile con le
esigenze crescenti della comunicazione, solo l’economia
può motivare a rimandare il soddisfacimento di bisogni di
fronte al problema della scarsità dei beni, solo la religione
può duplicare la realtà secondo lo schema
immanente/trascendente e – casi per noi decisivi –
Differenziazione funzionale
• solo la politica può prendere decisioni
vincolanti collettivamente e solo il diritto può
stabilire e generalizzare aspettative
controfattuali, cioè resistenti alla delusione
(norme).
Giustizia ed equità nel diritto
• il diritto svolge la funzione di elaborare e
imporre aspettative di tipo normativo che
possano essere generalizzate.
• aspettative cognitive e aspettative
normative…
Giustizia ed equità nel diritto
• Se si interroga il diritto stesso, si ottiene una
risposta forse sorprendente per chi non ha
pratica di diritto: con giustizia si intende il
vincolo di decidere casi uguali in modo uguale
e casi diseguali in modo diseguale. In altre
parole, non c’è la possibilità di concretizzare
l’ideale della giustizia in un programma
decisionale specifico, ma solo la possibilità di
valutare la coerenza decisionale.
Giustizia ed equità nel diritto
• il concetto di aequitas diventa rilevante come
concetto giuridico, come compensazione della
giustizia: dal principe, al quale è demandata la
iurisdictio, ci si aspettano entrambe, giustizia
ed equità o iustitia et clementia. Una formula
apertamente paradossale, come se la giustizia
non potesse bastare a se stessa per essere tale
Giustizia ed equità nel diritto
• summum ius summa iniuria.
• Dal punto di vista giuridico, quindi, l’equità è
stata un modo per modulare discriminazioni
(cioè distinguere tra chi ha torto e chi ha
ragione in una disputa) che nei diversi contesti
concreti potevano risultare pericolose o
quantomeno non facili da imporre.
Oggi
• “La legislazione, cambiando il diritto,
contraddice necessariamente l’esigenza di
decisioni coerenti, poiché consente di
decidere in modo diseguale casi uguali e in
modo diseguale casi uguali a seconda che la
decisione venga presa prima o dopo l’entrata
in vigore della legge” (Luhmann 1993, p. 229).
Politica
• se gli argomenti alimentano una discussione
che sposta l’attenzione verso il conflitto di
valori, non è più il diritto l’indirizzo al quale
rivolgersi per capire cosa può significare
“equità” o “giustizia”, soprattutto se a
quest’ultimo termine viene associata la
qualificazione di “sociale”. È la politica.
Modernità
• le disuguaglianze sociali tradizionali, che
costituivano un ordine privo di alternative,
diventano un problema e non sono più
legittimate a priori.
Politica
• è proprio la differenziazione funzionale a
moltiplicare le differenze sociali, per quanto
non nel senso antico legato al rango e alla
dignità morale di pochi; le differenze, oggi,
sono prodotte continuamente dai
sottosistemi, basti pensare all’educazione e
all’economia.
Paradosso
• Il paradosso è interessante: la fine delle
diseguaglianze naturali genera molte più
diseguaglianze “artificiali”, senza che sia
possibile stabilire un criterio generale. La
stessa sociologia, a questo proposito, ha
messo in rilievo questa mancanza di
preferenze generalizzabili: è il denaro che fa
differenza oppure il titolo di studio?
Politica
• Per fronteggiare questo e altri problemi, la politica
moderna si trasforma rapidamente verso l’idea di Stato
liberale e costituzionale e poi, nel ventesimo secolo,
verso l’idea di Stato del benessere.
• In questo passaggio, per quanto attiene al nostro tema,
si può senz’altro rilevare la definitiva differenziazione
del sistema della politica, che nella figura dello Stato
concentra sia la rappresentazione simbolica del potere
sia la necessaria struttura organizzativa della pubblica
amministrazione.
Politica
• È lo Stato, ora, che diventa destinatario di
aspettative e pretese di garanzie individuali e
sociali,
Politica
• lo Stato moderno passa dalla centralità della
questione dei diritti fondamentali e dalla sua
costituzionalizzazione alla centralità della
questione dell’inclusione sociale. Ora è
l’accesso delle persone ai diversi sottosistemi il
problema di base che deve essere affrontato,
Stato del benessere
• La politica può occuparsi solo di questioni
politiche.
• Qualunque sia il problema che le viene
indirizzato, deve renderlo politico – altrimenti
non saprebbe nemmeno costruirlo come
“discorso” o come tema di discussione
politica.
Stato del benessere
• Stato del benessere risolve certamente
problemi, ma le soluzioni incidono in modo
inaspettato e imprevedibile sulla stessa realtà
oggetto dell’intervento. In questo senso, i
problemi della politica sono problemi creati
dalla politica.
Stato del benessere
• La politica nasconde a se stessa il punto che i
problemi che si trova ad affrontare sono una
conseguenza delle idee che essa stessa
persegue e cerca di realizzare.
Politica
• Sostituisce questa consapevolezza, che
sarebbe fatale, con i tipici strumenti della
discussione politica: statistiche, scenari a
breve termine, centralità delle persone e
scarsa chiarezza programmatica,
sopravvalutazione delle variazioni minimali di
successo/insuccesso elettorale, grande cura
delle esternazioni alla stampa. ..
Politica
• Non c’è dunque da meravigliarsi se temi come
giustizia sociale o equità vengono trattati con
enfasi e compartecipazione, per poi essere
tradotti in iniziative a breve termine che
culminano con il voto favorevole/sfavorevole
dei parlamenti e non con la loro realizzazione
– scaricando così sul diritto l’onere di gestire
una produzione continua di nuove leggi, che
molto spesso sono pleonastiche, irrealizzabili
o addirittura incostituzionali.
Politica
• Il problema dello Stato del benessere sta
dunque nelle condizioni della sua possibilità.
La giustizia e l’equità non sono minacciate
dalla mancanza di soldi, ma dalle esigenze di
compensazione che provengono da chi è
vittima dei rapporti sociali
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