AIOM_NEWS_62

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AIOM NEWS
NEWSLETTER SETTIMANALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DI ONCOLOGIA MEDICA
Editore Intermedia - Direttore Responsabile Mauro Boldrini
Anno III – numero 62 – 5 aprile 2005
GIOVANNI ROSTI ELETTO RAPPRESENTANTE ITALIANO ALL’ESMO
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01. POLMONE, FARMACO AL POSTO DI CHEMIO PER I NON FUMATORI
02. SENO, LA PILLOLA CONTRACCETTIVA AIUTA A RIDURRE IL RISCHIO
03. COLLO DELL’UTERO, QUASI PRONTO IL VACCINO PREVENTIVO
04. SARCOMA DI KAPOSI, FARMACO ANTIRIGETTO PER ERADICARLO NEI TRAPIANTATI DI RENI
News
05. MONITO A UE, E’ NECESSARIO RADDOPPIARE I FONDI PER LA RICERCA
06. SENO, IN EDICOLA UN DVD PER LA DIAGNOSI PRECOCE
07. STUDIO IN CAMPANIA, PIÙ MORTI NELLE AREE VICINE ALLE DISCARICHE
08. TIROIDE, NUOVO FARMACO BIOTECH
09. COLON, NUOVE STRATEGIE PER RIDURRE LA MORTALITA'
Dalle Regioni
10. LA RICERCA BIOCHIMICA, BIOMOLECOLARE E PRECLINICA, CONVEGNO A BERTINORO
11. SENO, NUOVA TECNICA PER BIOPSIA VELOCE A BOLOGNA
12. NEL LAZIO, SALVATA DAL CANCRO ALLA BOCCA SENZA INTERVENTO CHIRURGICO
13. A NOVARA ARRIVA LA IORT
Agenda: i prossimi appuntamenti Aiom
Concorsi e Bandi
GIOVANNI ROSTI ELETTO RAPPRESENTANTE ITALIANO ALL’ESMO
Giovanni Rosti, responsabile dell’Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera S. Maria della Croce di
Ravenna e consigliere nazionale AIOM è stato eletto rappresentante per l’Italia all’ESMO. “Innanzitutto
voglio ringraziare chi ha voluto manifestare questa fiducia nei miei confronti – dice Rossti - Sono iscritto
all'ESMO da quasi vent'anni e sono stato uno dei primi a sostenere l'allora sconosciuto "esame ESMO".
Credo che l'Italia meriti molto di più in campo Europeo e che l'Europa meriti di essere meglio conosciuta
ed apprezzata a casa nostra. Orti, orticelli e campanili non – prosegue Rosti - hanno più ragione di
esistere (se mai ne avessero avuta una !) di fronte ad un problema tutt'altro che risolto e globale come
quello del cancro e della diffusione delle notizie. Occorrerà costruire una cultura "quotidiana" e non solo
legata al congresso ogni due anni, che si rivolga oltre i confini regionali, del gruppo o anche nazionali,
cercando di dare sempre più di quello che si riceve”.
INDICE
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01. POLMONE, FARMACO AL POSTO DI CHEMIO PER I NON FUMATORI
Un farmaco che potrebbe sostituire, dopo l'operazione, la chemioterapia nei malati di tumore al polmone
che non fumano. La nuova speranza arriva da Bologna, da uno studio condotto dal gruppo di ricerca
dell'ospedale Bellaria in collaborazione con il Colorado Cancer Center di Denver (Usa) i cui risultati
verranno pubblicati a maggio su una rivista scientifica internazionale. Il farmaco è il gefitinib (un anticorpo
monoclonale diretto contro il recettore per il fattore di crescita epidermoidale, anti EGFR) sperimentale e
non in commercio. Il prodotto si è dimostrato particolarmente efficace su alcune persone affette da
tumore al polmone non a piccole cellule già trattato con la chemioterapia. Nel corso dell'ultimo anno il
gruppo di ricerca della struttura bolognese (parte del Dipartimento di scienze oncologiche dell'azienda Usl
di Bologna) coordinato da Lucio Crinò e diretto da Federico Cappuzzo, ha identificato i fattori biologici che
condizionano la maggiore sensibilità al farmaco. L'equipe del Bellaria e i ricercatori statunitensi hanno
dimostrato che il gefitinib è più attivo nei pazienti che hanno un aumento del gene che produce una
particolare proteina (il recettore per il fattore di crescita epidermoidale). Questo fenomeno, tecnicamente
definito ‘amplificazione genica’, è particolarmente frequente nei pazienti non fumatori, che quindi
rispondono meglio alla terapia: il farmaco è efficace in più del 50% dei non fumatori, mentre nei fumatori
la percentuale scende al 5%. Se verranno confermati i dati preliminari, sarà possibile ipotizzare, nei
pazienti con le caratteristiche di quelli coinvolti nello studio, l'impiego di gefitinib in sostituzione della
chemioterapia. “Il tasso di risposta alla chemioterapia è in genere del 30% - ha spiegato Cappuzzo questo potrebbe far scegliere di non trattare con la chemioterapia i malati che hanno maggiori possibilità
di risposta al farmaco”. I dati dello studio sono stati dedotti analizzando la storia clinica di 100 pazienti,
del Bellaria, del Monteluce di Perugia e del San Raffaele di Milano. Lo studio, ancora in corso, è stato
supportato dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) che ha stanziato 80.000 euro anno
per tre anni. E' la prima ricerca con farmaci biologici nel tumore del polmone in cui i pazienti vengono
selezionati in base a criteri 'biologici', per cercare di riservare la terapia solo a chi ne può trarre il
maggiore beneficio, risparmiando così inutili effetti collaterali a chi invece è potenzialmente resistente. Ma
il risparmio, hanno fatto notare i ricercatori, è anche economico, dato che il trattamento non verrebbe
dato a pioggia ma solo a chi ne potrebbe trarre effettivo giovamento.
INDICE
02. SENO, LA PILLOLA CONTRACCETTIVA AIUTA A RIDURRE IL RISCHIO
Una ricerca australiana ha accertato che la pillola contraccettiva presa sin dall'adolescenza può ridurre il
rischio di tumore del seno nelle donne con alto rischio genetico di contrarre la malattia. I ricercatori del
Centro di epidemiologia genetica dell'Università di Melbourne hanno osservato che la pillola, presa per più
di 12 mesi, riduce il rischio di sviluppare il cancro al seno tra il 10% e il 20%, nelle donne portatrici del
gene BRCA-1. Lo studio, pubblicato dalla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers and Prevention, ha
esaminato quasi 2.000 donne sotto i 40 anni, fra cui 1.156 pazienti con cancro al seno, in Australia,
Canada e Stati Uniti. E' risultato che le donne con una mutazione ereditaria del gene BRCA-1 riducevano
di quattro volte la probabilità di contrarre la malattia se prendevano la pillola. Il gene, che aumenta il
rischio di cancro al seno in una proporzione fra il 40% e l'80%, in Australia è presente in una donna su
500. Il rischio di cancro al seno fra le australiane in genere, è di circa il 10%. I risultati contraddicono
l'ipotesi di partenza degli stessi ricercatori, secondo cui la pillola avrebbe aumentato e non diminuito
l'incidenza di cancro al seno nei gruppi ad alto rischio. Secondo il direttore del Centro di epidemiologia
genetica e principale autore dello studio, John Hopper, questo suggerisce che non debbono essere
scoraggiate dal prendere la pillola le portatrici di variazioni ereditarie dei geni BRCA-1 o BRCA-2, i quali
sono responsabili di circa il 10% dei tumori che colpiscono le giovani. “I nostri dati non indicano che l'uso
di contraccettivi orali nell'insieme protegge dal cancro al seno, ma che può proteggere le donne portatrici
della mutazione BRCA-1 - ha precisato Hopper - Se saranno confermati, sarà un notevole passo avanti. E'
una maniera per le donne geneticamente suscettibili di ridurre il rischio di cancro al seno e alle ovaie”.
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03. COLLO DELL’UTERO, QUASI PRONTO IL VACCINO PREVENTIVO
E' quasi pronto il primo vaccino preventivo contro il cancro del collo dell'utero e contro la malattia
sessualmente trasmessa più diffusa al mondo, il condiloma, vaccino che induce lo sviluppo di immunità
contro il papillomavirus, la specie virale che causa queste malattie. Secondo i dati preliminari del
programma di sviluppo del vaccino, presentati all'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma in
occasione del congresso “Human Papillomavirus: le acquisizioni di base e la ricerca clinica”, il vaccino da
una risposta immunitaria anche fino a 60 volte superiore di quella naturale, una protezione vaccinale del
100% e nessuna reazione avversa. Nell'arco di 15-20 mesi si potrebbe avere un vaccino pronto per la
distribuzione, ha riferito Luciano Mariani, direttore dell'ambulatorio di ginecologia oncologica dell'Istituto
Regina Elena di Roma. Il target per la vaccinazione è per ora rappresentato dalle adolescenti all'inizio della
loro vita sessuale, prima cioè che possano correre il rischio di contrarre dal partner il papilloma virus
(HPV) responsabile dei 3500 casi di tumore del collo dell'utero che ogni anno si contano solo in Italia,
dove il tumore ha ancora una mortalità del 37% soprattutto in alcune regioni italiane in cui ancora è
difficile fare diagnosi precoce quando la malattia sarebbe curabile. Il vaccino è ormai alla fine della terza
fase di sperimentazione clinica che ha coinvolto migliaia di donne in tutto il mondo nell'ambito dello studio
FUTURE di cui l'Istituto oncologico della capitale è capofila per l'Italia insieme ai centri Pascale di Napoli, al
S. Andrea di Roma, Brescia e Palermo. Il preparato preventivo crea immunità contro quattro ceppi di
papilloma virus, due ad alto rischio di successiva comparsa di cancro (HPV 16 e 18), due a maggior rischio
di condilomi (HPV 6 e 11). Al momento non è ancora chiara la durata della copertura immunitaria offerta
dal vaccino, ha precisato Sergio Pecorelli, responsabile del gruppo di lavoro sulla prevenzione del cervicocarcinoma del Ministero della Salute, ma una volta stabilita con certezza la durata del vaccino si potrebbe
addirittura pensare ad allestire programmi di vaccinazione alla nascita con successivi richiami, in modo da
immunizzare l'intera popolazione contro i papilloma ed eradicare tutte le malattie di cui sono causa. “In
base ai risultati della sperimentazione che conduciamo al Regina Elena ha ribadito Francesco Cognetti,
direttore scientifico dell'Istituto romano il vaccino profilattico si è dimostrato in grado di dare una potente
risposta immunitaria con la produzione di anticorpi in grado di proteggere contro l'infezione da HPV e
quindi contro il tumore”, poiché l'associazione tra virus HPV e cancro, ha aggiuto Cognetti, è la più forte
trovata finora nell'ambito del 20% di patogeni tra virus e batteri legati a vari tipi di tumori. Il cancro al
collo dell'utero colpisce nel mondo 500-900 mila donne ogni anno, soprattutto nei paesi in via di sviluppo
dove la mortalità è del 90% e dove è impossibile attuare screening diagnostici. In queste realtà il vaccino
preventivo sarebbe risolutivo, hanno concluso gli esperti, che potrebbe anche aiutare nella prevenzione di
altri tipi di tumore mediati dagli HPV come quelli della testa, del collo, della laringe.
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04. SARCOMA DI KAPOSI, FARMACO ANTIRIGETTO PER ERADICARLO NEI TRAPIANTATI DI
RENI
E’ possibile eradicare il sarcoma di Kaposi, tumore maligno della pelle spesso diagnosticato nei pazienti
sottoposti a trapianto renale, utilizzando lo stesso farmaco usato per prevenire il rigetto dell'organo
trapiantato. E' quanto emerge da uno studio italiano, pubblicato sul New England Journal of Medicine,
condotto presso l'Università di Bari su 15 pazienti in terapia con ciclosporina per prevenire il rigetto,
risultati affetti da sarcoma di Kaposi. Entro tre mesi dal passaggio alla terapia immunosoppressiva con
sirolimus (Rapamune) tutti i 15 pazienti sono risultati completamente esenti dal sarcoma a livello clinico e
istologico. Nei pazienti trapiantati, il sarcoma di Kaposi è un tumore in genere confinato alla pelle, ma
potenzialmente fatale in funzione della forma e dell'estensione delle lesioni che genera. La probabilità di
sviluppare la malattia è 500 volte maggiore nei pazienti trapiantati rispetto alla popolazione generale. Tale
aumento è teoricamente imputato all'uso di alcuni farmaci immunosoppressivi quali la ciclosporina, la cui
somministrazione si associa a un'incidenza del sarcoma pari al 10%. Il principale approccio alla gestione
del sarcoma di Kaposi nei pazienti trapiantati prevede la riduzione - e persino la sospensione - del
trattamento immunosoppressivo, soluzioni potenzialmente in grado di indurre una regressione delle lesioni
cutanee a spese però di un possibile rischio di rigetto dell'organo trapiantato. “L'insorgenza di tumori commenta Francesco Paolo Schena, Responsabile della Divisione di Nefrologia, Dialisi e Trapianti
dell'Università degli Studi di Bari - è da lungo tempo una notevole fonte di preoccupazione per i pazienti
dopo il trapianto. Sappiamo che nei nostri pazienti trapiantati, il rischio di sviluppare il sarcoma di Kaposi
supera considerevolmente quello riscontrato nella popolazione generale. Questa nuova scoperta permette
di offrire ai pazienti una terapia immunosoppressiva alternativa in grado di proteggere i reni trapiantati
dal rigetto e di inibire la progressione di questo tipo sarcoma cutaneo”. Nello studio, condotto presso la
Divisione di Nefrologia e Trapianto - informa il comunicato -15 pazienti sottoposti a trapianto di rene in
terapia immunosoppressiva con ciclosporina e mofetil micofenilato (MMF) sono risultati affetti da sarcoma
di Kaposi. Posta la diagnosi, l'assunzione di ciclosporina e MMF è stata sospesa e i pazienti sono passati al
trattamento con sirolimus al dosaggio normalmente utilizzato nel trapianto renale. Entro un mese, le
lesioni cutanee hanno cominciato a regredire in 12 dei 15 pazienti e, dopo tre mesi, sono risultate
clinicamente ed istologicamente assenti in tutti i soggetti. Inoltre, non si sono verificati episodi di rigetto
acuto e, a 6 mesi di distanza dallo studio, nessuno dei pazienti trattati con sirolimus ha sviluppato recidive
del sarcoma di Kaposi.
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News
05. MONITO A UE, E’ NECESSARIO RADDOPPIARE I FONDI PER LA RICERCA
L'Europa rischia di perdere i suoi 'cervelli' migliori se non saranno raddoppiati i fondi alla ricerca sul
cancro. E' il monito rivolto all'Ue dall'European Cancer Research Managers Forum (ECRMF), che avverte:
la fuga dei migliori scienziati potrebbe danneggiare l'assistenza ai pazienti. E il rischio è reale. Secondo il
rapporto, infatti, gli Stati dell'Unione sostengono una spesa procapite per la ricerca sui tumori sette volte
inferiore agli Stati Uniti. Inoltre, gli studi nel Vecchio continente si concentrano sulla biologia del cancro
più che sullo sviluppo di trattamenti e strategie preventive. Non solo. La ricerca dipende troppo dai fondi
delle organizzazioni non profit. I 25 Paesi dell'Ue spendono una media di 2,56 euro per persona, rispetto
ai 17,63 degli Usa. L'Europa, dunque, dovrebbe fare di più, raddoppiando le risorse destinate alla ricerca
sul cancro. Potenziandola, sottolineano gli specialisti, si salverebbero altre 20 mila vite ogni anno.
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06. SENO, IN EDICOLA UN DVD PER LA DIAGNOSI PRECOCE
Un dvd interattivo, per informare le donne sulla diagnosi precoce e la lotta al tumore al seno, è in edicola
gratuitamente in allegato a quattro settimanali: l'iniziativa è del ministero per le Pari Opportunità, in
collaborazione con il Forum italiano Europa Donna, associazione internazionale che da anni si occupa della
lotta al tumore al seno, nell'ambito della campagna di informazione sulla salute delle donne preannunciata
in occasione dell'8 marzo. Il dvd, dal titolo “Il seno: conoscerlo e proteggerlo”, è accompagnato da una
lettera del ministro Stefania Prestigiacomo, nella quale si legge che “la donna è la prima alleata di se
stessa e della sua salute” e che “la diagnosi precoce, in tutti i campi, richiede consapevolezza e
informazione”. “Il tumore al seno - afferma ancora il ministro - rappresenta da solo un terzo dei tumori
femminili, una donna su dieci ha la probabilità di ammalarsi, ma altissime, circa l'80%, sono le percentuali
di guarigione, specie se il male viene individuato nella sua fase iniziale”. Lo scopo è quello di fornire un
ulteriore strumento di informazione alle donne per conoscere il proprio corpo e acquisire quelle buone
abitudini, che unite agli strumenti diagnostici esistenti, mammografia ed ecografia, sono fondamentali per
la tutela della loro salute. Nel dvd sono riportate anche alcune testimonianze dirette di donne che hanno
affrontato e vinto la malattia. Il filmato inizia con la descrizione scientifica del seno e continua illustrando
le varie fasi di controllo a cui le donne dovrebbero sottoporsi sin dalla più giovane età. Una descrizione
accurata è riservata agli esami di controllo che si possono fare autonomamente, come l'autopalpazione, e
a quegli accertamenti clinici specifici, come la mammografia, l'ecografia e in caso di necessità la biopsia,
che devono essere prescritti e controllati dal medico.
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07. STUDIO IN CAMPANIA, PIU’ MORTI NELLE AREE VICINE ALLE DISCARICHE
Non si può provare scientificamente che a Giugliano, Qualiano e Villaricca si muore 'di discarica', ma i dati
degli ultimi 15 anni evidenziano che in queste zone della Campania i decessi per cancro sono più frequenti
che nelle altre province italiane. Lo dimostra un'indagine durata oltre un anno e mezzo, pubblicata su
'Epidemiologia e prevenzione' e rilanciata su 'lanuovaecologia.it', quotidiano ondine di Legambiente.
Secondo la ricerca, frutto di un progetto che ha coinvolto Iss, Cnr, Enea, Legambiente Campania, Arpa,
Seconda Università degli Studi di Napoli e Osservatorio epidemiologico regionale, nel triangolo GiulianoQualiano-Villaricca “la mortalità per cancro è risultata significativamente accresciuta rispetto alla media
nazionale”, soprattutto per “tumori maligni di polmone, pleura, laringe, vescica, fegato ed encefalo”. E
anche i numeri di malattie circolatorie e diabete sembrano maggiori che nel resto della penisola. Sotto
esame un'area fortemente urbanizzata, di circa 108 chilometri quadrati e che ospita circa 150 mila
persone e 39 siti di discarica, di cui 27 “probabilmente con la presenza di rifiuti pericolosi”, dice
Legambiente. Lo provano le statistiche dal 1986 al 2000 - sottolinea l'associazione - e i dati più
significativi riguardano Giugliano, dove l'indice di mortalità per tumore al polmone sfiora il 30% per gli
uomini e il 20,5% per le donne, rispetto a una media nazionale del 14%. Mortalità ben più alta che nel
resto d'Italia anche per Qualiano e Villaricca, per il cancro alla pleura e alla vescica e per le malattie del
sistema circolatorio. “L'incremento di morti per tumore - dice Pietro Comba dell'Iss, coordinatore dello
studio - non è sufficiente per ricollegarlo alla presenza di una così alta concentrazione di discariche in
questa zona, ma fa partire un ulteriore approfondimento”. “Quest'area per decenni è stata lo sversatoio
dei rifiuti di ogni tipo dell'ecomafia - commenta Anna Savarese, direttore generale di Legambiente
Campania - e questo studio lancia un campanello d'allarme, rappresentando la base scientifica per
sollecitare ulteriormente l'intervento di Regione e Provincia in prevenzione, bonifica e rilancio”.
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08. TIROIDE, NUOVO FARMACO BIOTECH
Colpisce circa 2 mila italiani l'anno, pari a un quinto di tutti i casi che si registrano in Europa, con un picco
massimo tra i 30 e i 50 anni e un'incidenza quattro volte maggiore nelle donne. Le cure sono buone, tanto
che a vent'anni dalla diagnosi sono ancora vivi nove pazienti su 10. Ma quando l'asportazione della
ghiandola non basta a rimuovere completamente il tessuto malato, la terapia classica con iodio radioattivo
crea gravi problemi alla qualità della vita. Per utilizzarla con successo bisogna infatti sospendere gli
ormoni somministrati in sostituzione a quelli che prima dell'intervento venivano prodotti dalla tiroide. Col
risultato che il paziente si gonfia, ingrassa ed è spossato da una sonnolenza quasi letargica, che impedisce
il lavoro e le normali attività quotidiane. Inconvenienti seri e con un costo sociale elevato, che oggi e'
possibile 'dribblare' grazie a un nuovo farmaco biotech disponibile anche in Italia. Il prodotto, a base di
tireotropina alfa (Thyrogen*, Genzyme), era gia' impiegato a scopo diagnostico ed e' stato approvato di
recente dall'autorita' regolatoria Ue anche ad uso terapeutico. ''Si tratta della versione biotecnologica
dell'ormone TSH (ormone tireotropo) - spiega all'Adnkronos Salute il professor Furio Pacini, direttore della
cattedra di Endocrinologia all'ospedale Le Scotte di Siena - Mima in tutto e per tutto l'ormone naturale, è
sicuro e rimborsato dal Ssn”.
''Il cancro alla tiroide è fra i tumori più curabili - sottolinea Pacini - Le guarigioni sono la regola. Il
problema - continua l'esperto - subentra quando il malato, nonostante l'operazione chirurgica, non
guarisce perché ha delle metastasi o un residuo di tumore. In questo caso gli si deve somministrare iodio
radioattivo, che viene captato dalle cellule neoplastiche, entra al loro interno e le uccide. Una sorta di
radioterapia mirata, che però costringe il paziente a sospendere l'ormonoterapia”, perché solo così i livelli
di TSH si alzano e le cellule vengono indotte a incamerare lo iodio 'killer'. ''Ma senza ormonoterapia il
malato torna ipotiroideo, con i sintomi come gonfiore generale, aumento di peso, sonnolenza e
rallentamento psico-fisico. Tale da spingerlo ad abbandonare il lavoro anche per due settimane, perché in
queste condizioni perfino guidare l'auto può diventare impossibile. E se un giovane sopporta, nell'anziano
si possono aggravare anche altre malattie”. Ed è qui che si inserisce il nuovo farmaco, puntualizza Pacini.
La sostanza, infatti, “è un ormone TSH prodotto con tecnica ricombinante e fa le funzioni del TSH
fabbricato dall'organismo. Assumendolo, quindi, il paziente può procedere alla terapia con iodio radioattivo
senza sospendere l'ormonoterapia. In questo modo non diventa ipotiroideo, non ha i sintomi tipici e può
continuare a vivere come faceva prima”. L'efficacia della tireotropina alfa è stata dimostrata in uno studio
comparativo condotto in nove centri tra Europa, Canada e Stati Uniti, su un totale di 63 pazienti sottoposti
ad asportazione della tiroide e a successivo trattamento con iodio radioattivo. In tutti i malati il
trattamento con iodio radioattivo ha dato gli stessi risultati sia abbinato alla somministrazione del farmaco
sia accompagnato da sospensione dell'ormonoterapia. “Ma nel gruppo che invece di sospendere
l'ormonoterapia ha assunto tireotropina alfa non si sono verificati casi di ipotiroidismo. Una condizione
invalidante - ripete lo specialista - che fino a oggi rappresentava un passaggio obbligato della cura”.
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09. COLON, NUOVE STRATEGIE PER RIDURRE LA MORTALITA'
Scienziati provenienti da tutta Europa hanno discusso a Vienna nuove strategie per ridurre il tasso di
mortalità del cancro al colon, una malattia molto ben curabile se scoperta precocemente, ma in seguito
alla quale ogni anno nell'Unione europea rimangono vittime 140mila persone. Un fattore importantissimo
a tale proposito è l'addestramento e la specializzazione dei chirurghi, oltre alla sensibilizzazione della
popolazione per questo tema, hanno reso noto gli esperti presenti al primo convegno della federazione
europea contro il cancro al colon (Efr), che si è concluso sabato 2 aprile. “In Svezia siamo riusciti a ridurre
il tasso di mortalità di pazienti con cancro al colon dal 40% del 1960 al 60%. Per il 75% di tutte le
guarigioni è responsabile il chirurgo, quindi abbiamo sviluppato un programma per la specializzazioni di
chirurghi”, ha detto Lars Pahlman del policlinico di Uppsala. “Visto che i risultati degli interventi chirurgici
di pazienti con cancro al retto anni fa erano talmente scarsi, abbiamo deciso che questo tipo di intervento
non può essere considerato una parte della chirurgia generale, abbiamo perfino chiuso ospedali. Oggi la
prognosi per il cancro al retto in Svezia è più buona di quella per il cancro al colon. Ora stiamo pensando
di introdurre lo stesso programma di specializzazione anche per il cancro al colon”, ha aggiunto. Il mezzo
più efficace per combattere la malattia sarebbero ampi programmi per il riconoscimento precoce del
morbo, ha detto Irene Kuehrer, oncologa al policlinico di Vienna. “In Norvegia il 70% della popolazione sa
che oltre i 50 anni è possibile contribuire attivamente al riconoscimento precoce. In Europa lo sa soltanto
un 50%”, ha detto Kuehrer, spiegando che ogni persona sopra i 40 anni dovrebbe fare esami regolari
esami delle feci per scoprire un'eventuale presenza di sangue. A 50 anni, ha aggiunto, ognuno dovrebbe
sottoporsi alla prima colonscopia, esame da essere ripetuto ogni 5-7 anni.
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Dalle Regioni
10. LA RICERCA BIOCHIMICA, BIOMOLECOLARE E PRECLINICA, CONVEGNO A BERTINORO
(FORLI’)
Dall’1 al 4 giugno prossimi si terrà presso il Centro Residenziale Universitario di Bertinoro (FO) un
convegno organizzato congiuntamente dall’Istituto Oncologico Romagnolo (IOR) e dal Dipartimento di
Biochimica della Scuola di Farmacia dell’Università di Bologna. L’argomento è di esclusiva competenza
oncologica e verte soprattutto sugli aspetti traslazionali della nuova ricerca biochimica, biomolecolare e
preclinica; tutti gli argomenti trattati, infatti, sono stati scelti in quanto di interesse per gli attuali o futuri
sviluppi delle terapie a target biologico che rappresentano certamente un interessante campo di azione
dell’oncologia medica del prossimo futuro. In una cornice estremamente suggestiva, la Rocca di Bertinoro
è stata adibita a centro residenziale per congressi scientifici e dispone di apposite sale attrezzate oltre che
della possibilità di alloggio, nei tre giorni di convegno i maggiori esperti, prevalentemente Europei ma con
alcuni ospiti Statunitensi, dibatteranno i temi loro affidati in maniera assolutamente interattiva con
l’audience in modo da rendere i lavori quanto più proficui possibile. I giovani Oncologi Medici che grazie al
loro curriculum di studi hanno maggiore dimestichezza con la ricerca oncologica di base potranno
confrontarsi con esperti ricercatori ed apprendere o approfondire nuovi concetti da trasferire poi al letto
del malato o in sperimentazioni cliniche. Maggiori dettagli sul programma e sugli aspetti logistici è
possibile trovarli direttamente sul sito dell’Istituto Oncologico Romagnolo www.ior-forli.it. Per questo
evento sono stati richiesti i crediti ECM.
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11. SENO, NUOVA TECNICA PER BIOPSIA VELOCE A BOLOGNA
Una nuova tecnica di biopsia mammaria veloce (fast track biopsy) unica in Europa. Con questo metodo,
messo a punto recentemente dall'equipe di Anatomia istologica e citologia patologica del Dipartimento di
scienze oncologiche dell'Azienda Ausl di Bologna, diretta da Vincenzo Eusebi, il risultato di una biopsia
mammaria è pronto dopo sole tre ore dal prelievo, contro 2-4 giorni richiesti dal metodo tradizionale. La
nuova tecnica, che utilizza le microonde, non solo evita giorni di angoscia alla paziente che si sottopone
all'accertamento, ma consente anche di programmare addirittura in giornata ulteriori procedure
terapeutiche. La biopsia mammaria veloce viene sempre accompagnata da quella chirurgica, ma il
responso diagnostico è sempre coincidente. Sono oltre 400 gli interventi per tumore al seno eseguiti ogni
anno dai medici bolognesi e la sopravvivenza, a cinque anni, supera l'85%. Per la terapia viene svolta
un’attività integrata tra Oncologia, Radioterapia ed il Servizio di Anatomia patologica. L'attività senologica
chirurgica inoltre si avvale dell'integrazione con il centro di diagnostica senologica dell'Ospedale Maggiore
e con i centri screening mammografici aziendali.
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12. NEL LAZIO, SALVATA DAL CANCRO ALLA BOCCA SENZA INTERVENTO CHIRURGICO
Guarire dal cancro alla bocca senza ricorrere all'intervento chirurgico, ma con un mix di radioterapia e
chemioterapia combinate. E' quanto è accaduto a una giovane immigrata romena di 24 anni salvata,
senza l'uso del bisturi, dal team dell'ospedale George Eastman di Roma da un gravissimo carcinoma alla
bocca. A 18 mesi di distanza - assicurano gli esperti dell'ospedale capitolino - la ragazza sta bene. “Arrivò
da noi circa un anno e mezzo fa - racconta Francesco Riva, direttore dell'Unità operativa di chirurgia orale
dell'ospedale George Eastman - con una tumefazione all'arcata mascellare superiore di circa 4 centimetri.
La lesione sospetta, dopo le indagini del caso, si è rivelata un carcinoma. Si trattava di salvarle la vita, in
questi casi in genere si deve intervenire in modo radicale. Ma se avessimo usato il bisturi, come si deve
nella maggior parte dei casi, avremmo dovuto asportarle la metà superiore del cranio”. L'intervento
chirurgico per asportare questo tipo di carcinoma, se non preso in tempo, è uno degli interventi più
devastanti. “Ci siamo consultati - ricorda Riva - e abbiamo deciso di tentare una via diversa, rinunciando
all'intervento operatorio e puntando tutti i nostri sforzi su un mix di radioterapia e chemioterapia
combinate. Abbiamo avuto ragione. Quell'esperienza ci ha permesso di mettere a punto un nuovo
protocollo, che riteniamo potrà aiutare molte altre persone colpite da carcinoma alla bocca, conservando
la qualità della loro vita”. Oggi la giovane donna continua ad essere osservata dai medici dell'ospedale
odontoiatrico romano, “ma - sottolinea Riva - ha superato il suo grave problema e ora sta bene”.
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13. A NOVARA ARRIVA LA IORT
L'ospedale Maggiore di Novara si pone all'avanguardia in Italia per l'applicazione della Iort, una particolare
tecnica di radioterapia che consente di erogare radiazioni in una singola frazione durante l'intervento
chirurgico: l'apparecchiatura Iort (unica in Italia, mentre in Europa ne esistono solo tre uguali) è stata
inaugurata giovedì scorso, finanziata al 50% dalla Fondazione della Banca Popolare di Novara (800.000
euro).
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GLI APPUNTAMENTI AIOM
1° Incontro Aiom Umbro Marchigiano
EARLY BREAST CANCER: What’s New From St. Gallen Cancer Conference 2005?”
Perugia, 8-9 aprile 2005 – Park Hotel (Ponte San Giovanni – Sala Grifo)
Segreteria scientifica: Regione Marche (Stefania Gori – Tel. 075/5784212)
Segreteria scientifica: Regione Umbria (Rosa Rita Silva – Tel. 0732/707447)
Segreteria organizzativa: Visetur – Tel. 075.59794302-3
Per Scaricare il programma clicca qui
PRESENTAZIONE LIBRO: “SCENE FINALI. MORIRE DI CANCRO IN ITALIA” (Il Mulino)
Lunedì 11 Aprile – ORE 18 - Sala Alabastro – Centro Congressi Giovanni XXIII - Bergamo
Intervengono:
Marco Marzano - Docente di Sociologia autore del libro
Roberto Labianca - direttore Oncologia Ospedali Riuniti di Bergamo Presidente AIOM
Mauro Ceruti - preside Facoltà Lettere e Filosofia Università di Bergamo
Ivo Lizzola - docente di Pedagogia sociale Università di Bergamo
Per informazioni Tel. 035.22.58.45. Oppure potete scrivere a [email protected]
IV CORSO ANNUALE: PROBLEMATICHE NELLA GESTIONE DEI PAZIENTI CON NEOPLASIA DEL
TRATTO GASTROINTESTINALE
Bergamo, 14-15 aprile 2005 Centro Congressi Giovanni XXIII
Direttori: Stefano Cascinu, Alfredo Falcone, Roberto Labianca
Info: accademia nazionale di medicina Sezione DI Oncologia
tel 010 83794238 - e-mail: [email protected] - www.accmed.org
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X CONFERENZA AIOM: IL CARCINOMA DELLA MAMMELLA
Genova, 17-19 aprile 2005 - Cotone Centro Congressi
Presidenti:Riccardo Rosso, Marco Venturini
Segreteria Scientifica: Aiom – Tel. 02.70630279 - [email protected]
Segreteria Organizzativa: E.R. Congressi – Tel. 051.4210559 [email protected]
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8° Corso Nazionale di Formazione al Management e alla Comunicazione per il Team oncologico
ASSOCIAZIONE PER IL MANAGEMENT E LA QUALITÀ NELLE ORGANIZZAZIONI PER LA SALUTE
ROMA – Hotel Villa Torlonia (28/29/30 aprile - 26/27/28 maggio - 30 giugno/1/2/luglio)
Direttore del corso Dr. Salvatore Palazzo (Cosenza) e Prof. Ercole De Masi (Roma)
Info: Gamma Congressi srl – Via della Farnesina, 136 – Roma - fax 06.3290694, e-mail:
[email protected]
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Il Cannocchiale Oncologico
IL CARCINOMA POLMONARE NON MICROCITOMA - ATTUALITÀ E PROSPETTIVE DI
TRATTAMENTO
Novara 24 maggio 2005 - Auditorium della Banca Popolare di Novara (Via Negroni 12)
Segreteria Scientifica: Prof. Oscar Alabiso (Il Segretario regionale AIOM Piemonte)
Segreteria organizzativa: MC Medical Congress - Tel 0321/331215; e-mail: [email protected]
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9° Congresso Nazionale Società Italiana di Psico-Oncologia
VERSO L'ECCELLENZA DELLE CURE NEI CENTRI ONCOLOGICI
Rende (Cs) 16/18 Giugno 2005
Info: www.oncologia-cosenza.org
Segreteria organizzativa: Gamma Congressi - 00194 Roma - Via della Farnesina, 136
Tel. 06.36300769 - Fax 06.3290694 - [email protected]
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CORSO DI FORMAZIONE IN PSICONCOLOGIA
Perugia, 10 giugno 2005 – Giò Hotel Arte e Vini
Aiom Umbria in collaborazione con Società Italiana di Psiconcologia
Info: 075/5731100
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COMMUNICATION SKILLS E MODALITA’ RELAZIONALI IN ONCOLOGIA
Ferrara, 1-2 Settembre 2005 – Workshop (San Girolamo dei Gesuati – Via Madama 40/A)
Ferrara, 3 settembre 2005 – Corso di aggiornamento interattivo (Università di Ferrara – Via Borsari)
Direttori: W.Baile (Usa) e L. Grassi (Italia)
Info: Francesca Marangoni (European School of Oncology) – 02.85464525 – [email protected]
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Registrazione on line al sito www.cancerwolrd.org/eso
2° CONGRESSO NAZIONALE DI ONCOLOGIA GERIATRICA
Casale Monferrato, 10-11 ottobre 2005-02 - Hotel Candiani
Ssegreteria organizzativa: M&B – 011.4730433
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ALTRI APPUNTAMENTI SONO DISPONIBILI SUL SITO DELL’AIOM ALLA PAGINA
http://www.aiom.it/news/news.asp
INDICE
Concorsi e bandi
PREMIO DI RICERCA: IL RUOLO DEGLI ANALOGHI DELLA SOMATOSTATINA NELLA GESTIONE
DELLE MALATTIE NEUROENDOCRINE
Italfarmaco bandisce 2 premi di ricerca clinica da assegnare a Laureati in Medicina e Chirurgia di età non
superiore a 40 anni, operanti presso Strutture Sanitarie del nostro Paese.
I premi saranno dell’importo di 5.000 € cadauno.
Verranno premiati i due lavori originali che avranno prodotto i risultati più interessanti in tema di
miglioramento della prognosi e della terapia del paziente affetto da patologia neuroendocrina.
I lavori saranno valutati da una apposita commissione costituita da sei membri specialisti in
Endocrinologia ed in Oncologia (Prof. A.Angeli, Prof. E.Ghigo, Prof. A.Giustina, Dr. R.Labianca, Prof.
G.Lombardi, Prof. E.Martino) e da un Rappresentante dell’Azienda.
Scadenza 30 giugno 2005
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INDICE
MANAGEMENT IN ONCOLOGIA
Nuovo insegnamento nella formazione universitaria dei medici. La Scuola di Specializzazione in Oncologia
dell’Università di Padova, diretta dal Prof. Alberto Amadori, ha inserito come insegnamento “Il
Management in Oncologia”. Scopo della nuova introduzione - la prima in Italia - è rendere più completa la
formazione degli specializzandi integrandola con elementi manageriali, soprattutto alla luce delle nuove
terapie biologiche fortemente impegnative anche sul versante economico.
Per informazioni, contattare la Segreteria al tel 049.8215804. E-mail:[email protected]
INDICE
Supplemento ad AIOM Notizie – Direttore Responsabile Mauro Boldrini - Redazione: Gino Tomasini, Carlo Buffoli
Consulenza scientifica: Alain Gelibter (Divisione Oncologia Medica “A” Istituto Regina Elena di Roma), Laura Milesi (U.O.
Oncologia Medica, Ospedali Riuniti di Bergamo)
Editore Intermedia - Reg. Trib. di BS n. 35/2001 del 2/7/2001
Intermedia: Via Costantino Morin 44 Roma Tel. 06.3723187- Via Malta 12/b Brescia Tel. 030.226105
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Questa pubblicazione è resa possibile da un educational grant di Roche – innovazione per la salute
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