Gli accordi di Maastricht e il debito pubblico italiano

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Corso di Politica Economica –
2013/2014 Prof.ssa Cristina Brasili
Laurea in Scienze Statistiche
GLI ACCORDI DI MAASTRICHT
E IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO
GLI ACCORDI DI MAASTRICHT
Il nuovo trattato prevede

Ampliamento del campo d’azione
Istruzione,
formazione professionale,
salute,
innovazione e tecnologie,
 trasporti e comunicazioni,
ambiente,
protezione
dei consumatori.
Principio di Sussidiarietà:
L’Unione interviene quando gli obiettivi non
possono essere conseguiti in modo
soddisfacente dagli Stati membri e le politiche
devono essere attuate al livello più utile per il
perseguimento degli obiettivi
Istituzione di un Fondo di coesione
 Per i paesi con reddito pro capite inferiore al
90% della media CEE si rafforzamento le
politiche strutturali e regionali (raddoppio dei
finanziamenti)
Accordo
siglato
sulla Politica sociale
da 11 paesi (Regno Unito escluso)
Il nuovo trattato dell’Unione europea
viene ratificato dai Paesi membri nel 1992
Corso di politica economica - Prof. Roberto Fanfani
L’ACCORDO DI MAASTRICHT
Avvia l’Unione economica e
monetaria (UEM)
• costituzione dell’Istituto
monetario europeo nel 1994 per
coordinare le politiche monetarie degli stati membri.
• Introduzione dell’EURO come
moneta comune (dal 1996 al 2001)
• la politica monetaria sarà affidata
al SEBC formato dalle banche
centrali nazionali e dalla Banca
centrale Europea che dovrà
assicurare la stabilità dei prezzi
GLI INDICATORI DI
CONVERGENZA DI
MAASTRICHT
•
Gli Stati membri devono rispettare i
seguenti parametri:
• Tasso di inflazione non superiore dell’1,5%
– (rispetto a quello medio dei tre paesi meno
inflazionistici)
• Disavanzo pubblico non superiore al 3% del PIL
• Debito pubblico non superiore al 60% del PIL
• Tassi di interesse nominali a lungo termine non
superiori del 2%
rispetto a quello medio dei tre paesi meno
inflazionistici
• Rispetto per almeno due anni della banda
stretta di fluttuazione per il tasso di cambio
delle monete
SCADENZE PER L’UNIONE MONETARIA EUROPEA
• Entro il 1° Luglio 1998:
Approvazione dei Capi di Stato e di Governo del Comitato
esecutivo della Banca Centrale Europea
• 1°Gennaio 1999:
Entrano in vigore i cambi fissi con l’Euro fra 11 Paesi e la
politica monetaria viene gestita dalla Banca Centrale
Europea
• 1° Gennaio 2002:
Messa in circolazione delle banconote in
ritiro delle banconote nazionali
Euro e
• 1° Luglio 2002:
Abolizione del corso legale delle
banconote e
monete nazionali
• Anticipata al 1° Marzo 2002 l’adozione dell’EURO
L’ACCORDO DI MAASTRICHT
Tasso di
Inflazione
Indebitamento
netto P.A: % PIL
Debito della P.A.
% PIL
Tassi Interesse a
lungo termine%
1996
1997
1998
1996
1997
1998
1996
1997
1998
1996
1997
1998
Austria
1,8
1,2
1,5
4,0
2,5
2,6
69,5
66,1
66,0
6,3
5,7
5,1
Belgio
1,8
1,5
1,7
3,2
2,1
1,7
126,9
122,2
119,0
6,5
5,8
5,2
Danimarca
1,9
2,0
2,5
0,7
-0,7
-1,4
70,6
65,1
63,0
7,2
6,3
5,4
Finlandia
1,1
1,2
2,0
3,3
0,9
0,1
57,6
55,8
58,0
7,1
6,0
5,2
Francia
2,1
1,3
1,2
4,1
3,0
3,0
55,7
58,0
58,0
6,3
5,6
5,1
Germania
1,2
1,5
1,5
3,4
2,7
2,5
60,4
61,3
61,0
6,2
5,6
5,0
Grecia
7,9
5,4
2,5
7,5
4,0
2,4
111,6
108,7
106,0
14,4
9,9
11,0
Irlanda
2,2
1,2
2,0
0,4
-0,9
-0,5
72,7
66,3
64,0
7,3
6,3
5,3
Italia
4,0
1,9
1,8
6,7
2,7
2,6
124,0
121,6
118,2
9,4
6,9
5,4
Lussemburgo
1,2
1,4
1,4
-2,5
-1,7
-1,0
6,6
6,7
7,1
6,3
5,6
5,1
Olanda
1,4
1,9
2,3
2,3
1,4
1,7
77,2
72,1
70,0
6,2
5,6
5,0
Portogallo
2,9
1,9
2,0
3,2
2,5
2,5
65,0
62,0
63,0
8,6
6,4
5,4
Regno Unito
2,5
1,9
2,5
4,8
1,9
0,8
54,7
53,4
51,0
7,9
7,1
6,1
Spagna
3,6
1,9
2,0
4,6
2,6
2,4
70,1
68,8
67,0
8,7
6,4
5,3
Svezia
0,8
1,9
1,7
3,5
0,8
-0,6
76,7
76,6
74,0
8,0
6,6
5,6
2,6
2,7
2,9
3,0
3,0
3,0
60,0
60,0
60,0
9,1
8,0
7,1
Criteri di
convergenza
Lussemburgo
Regno Unito
Francia
Finlandia
convergenza
Germania
Portogallo
Austria
Spagna
Danimarca
Irlanda
Svezia
Olanda
Grecia
Italia
Belgio
Criteri di
%
Debito pubblico in % del PIL -1996-
debito pubblico in % del PIL- 1996
140,0
120,0
100,0
80,0
60,0
40,0
20,0
0,0
Paesi
L’ACCORDO DI MAASTRICHT E L’EURO
Padoa-Schioppa Tommaso, L’Euro in
prospettiva storica, il Mulino, n.399,
1/2002
• La moneta unica rappresenta il punto di
incontro di tre diversi percorsi:
• Economico, Politico, Monetario
• L’economia: da Roma a Maastricth
• La politica: dalla guerra al “dolce”
commercio
• La moneta: da vecchie a nuove ancore
Padoa-Schioppa Tommaso, L’Euro in prospettiva
storica, il Mulino, n.399, 1/2002
L’economia: da Roma a Maastricth
• Passaggio dal Dollaro all’Euro (moneta
esplicita) dell’Unione(moneta implicita degli anni ’50 e ’60)
• L’obiettivo del Trattato di Roma era la creazione
del Mercato comune (poi Mercato unico) con la
libera circolazione di Beni, Servizi, Capitali, Persone
• Il trattato di Roma aveva il dollaro come
moneta implicita in un sistema di cambi fissi
(Bretton Woods 1945- 1973)
• Il passaggio da dollaro all’euro è stato
favorito
– Messa in discussione della corrispondenza
biunivoca fra monete e Stati nazionali
– Inconciliabilità del così detto “quartetto
Inconciliabile”
•
•
•
•
Libero scambio
Mobilità dei capitali
Tassi di cambio fissi
Indipendenza delle politiche monetarie
nazionali
Padoa-Schioppa Tommaso, L’Euro in prospettiva storica, il Mulino, n.399, 1/2002
• Il sistema monetario internazionale
adotta i cambi flessibili dopo il 1973
• L’Europa adotta i cambi fissi
• SME
• Serpente
• Il marco come moneta di riferimento
• La moneta unica (Euro)
– La moneta unica viene decisa con
l’entrata in vigore del trattato di Maastricht
e nel 1998 viene istituita la Banca centrale
europea
– La stabilità macroeconomica viene
ripristinata con i criteri di convergenza
– L’Euro entra in vigore nei primi mesi del
2002 negli 11 paesi che aderiscono alla
moneta unica
• Ogni Stato resta costantemente sotto esame
nel rispetto dei criteri di convergenza
Padoa-Schioppa Tommaso, L’Euro in prospettiva storica, il Mulino, n.399,
1/2002
La politica: dalla guerra al “dolce”
commercio
• La costruzione dell’Unione europea è
un atto essenzialmente politico,
sebbene le realizzazioni siano
prevalentemente di natura economica
• La costruzione europea si basava sulla
volontà di:
“Mai più una guerra fra noi”
(Shuman, Adenauer, De Gasperi)
– CECA (Jean Monnet)- 1951
– Comunità europea di difesa - 1954
– Trattato di Roma del 1957
• Con la creazione del Mercato comune
(1968) e del Mercato unico (1993) il
commercio sostituisce la bellicosità dei
rapporti fra gli Stati
• La creazione della moneta unica è
probabilmente il passo più avanzato
compiuto nell’integrazione europea
(La moneta e l’esercito sono la principale espressione della sovranità
nazionale)
•
Padoa-Schioppa Tommaso, L’Euro in prospettiva storica, il Mulino, n.399, 1/2002
• La moneta: da vecchie a nuove ancore
• Tra il 1957 ed il 1992 le monete
perdono le due ancore a cui erano
vincolate
• L’oro
• Il potere dello Stato
• Il valore della moneta si basa sulla
fiducia e non più sul suo valore
intrinseco
• Cambia il ruolo della moneta nella
politica economica
– L’effetto della politica monetaria sull’economia era
quello di un trade-off fra inflazione e disoccupazione
(curva di Philips)
– Si afferma la neutralità della moneta nel modificare il
tasso di disoccupazione di lungo periodo (tasso naturale
di disoccupazione)
– Si apre la strada alla minore influenza politica della
moneta e ciò facilita il trasferimento a livello
sopranazionale del controllo della moneta
– L’indipendenza delle banche centrali si afferma come
elemento indispensabile per regolare l’emissione di
moneta (evitare l’eccesso di moneta, il finanziamento
senza costi, l’affermarsi della spesa in disavanzo)
•
Padoa-Schioppa Tommaso, L’Euro in prospettiva storica, il Mulino, n.399, 1/2002
I tre elementi fondamentali dell’Unione
economica e monetaria (Uem)
• A) La stabilità dei prezzi è l’obiettivo
principale della politica monetaria
• B) La piena indipendenza della Banca
centrale europea
• C) Il carattere costituzionale dello
statuto della Banca centrale e della
moneta
Il Trattato di Maastricht sostituisce
queste nuove ancore a quelle vecchie
che in passato avevano regolato la
politica monetaria
Lussemburgo
Irlanda
Regno Unito
Spagna
Danimarca
Finlandia
Svezia
Olanda
Portogallo
Francia
Austria
Germania
Belgio
Grecia
Italia
Debito/PIL nei paesi dell’UE - 2004
Unione europea- Debito/PIL - 2004
120
100
80
60
40
20
0
Francia
Germania
Olanda
Portogallo
Italia
Grecia
Regno Unito
Lussemburgo
Austria
Irlanda
Belgio
Svezia
Spagna
Danimarca
Finlandia
Deficit-PIL nei paesi dell’UE - 2004
Unione europea- Deficit/PIL - 2004
3,0
2,0
1,0
0,0
-1,0
-2,0
-3,0
-4,0
Il patto di stabilità e crescita
Mantovani A., Mattarin L, Economia
dell’integrazione europea, Il Mulino,
Bologna 2008 (cap 5 pp. 163-200)
• Il patto di stabilità e crescita fu firmato
a Amsterdam nel 1997, come parte
integrante di quello dell’Unione
europea
• I principi cardine del patto erano:
– Rispettare un deficit pubblico vicino al pareggio o in
surplus, nel medio termine.
– Non superare il deficit annuale del 3% del PIL
– Tranne nei casi di una recessione eccezionale e
improvvisa (maggiore di 0,75% del PIL)
• Le sanzioni previste per chi sfora il 3%
– Preavviso di infrazione (early warning) e rientro
nell’anno successivo
– Deposito non remunerativo del 0,2% del PIL (più 0,1%
per ogni percentuale in più di sforamento)
Il patto di stabilità e crescita
• Rischi
– Il paese indebitato ha maggiori
difficoltà a collocare il proprio debito
(maggiori tassi di interesse)
– Il rischio paese non dovrebbe
contagiare gli altri paesi, anche perché
alla BCE non è permesso salvare un
paese prossimo alla bancarotta
(no bail-out)
• I problemi
– I paesi non sono andati verso il
pareggio del bilancio
– Difficoltà di mantenere elevati saggi di
sviluppo del PIL
Il nuovo patto di stabilità
Stabilito dal Consiglio europeo del
marzo 2005
• Minore rigidità nel rispetto del 3% del
deficit annuale
– Minore crescita rispetto al potenziale o crescita
negativa
– Misure temporanee per riforme strutturali (effetti
negativi di riforme, pensioni o sanità)
– Rientro più flessibile e contrattato con le autorità
europee
• Prescrizioni di medio termine
– Il rientro del deficit deve tenere presente l’andamento
del ciclo economico e delle misure una tantum
– Il rientro può essere dello 0,5% all’anno
con un bilancio in pareggio fissato per il
2011 (per quasi tutti i paesi)
Il nuovo patto di stabilità dopo la crisi 2008-2010
Proposto dal Consiglio dei ministri
Ottobre 2010
• Maggiore rigidità nel rispetto del deficit e
rientro dal debito pubblico
• Sanzioni quasi immediate
•
One contentious question (among many) was the degree of
“automaticity” in imposing sanctions on the spendthrift. The hawks
wanted punishment to be inflicted more or less on the say-so of the
European Commission, the EU's civil service; it should be a technical
decision, unclouded by political considerations. Ministers could only
block sanctions if they could muster a qualified majority (with votes
weighted according to the size of countries) against it.
• Prescrizioni di medio termine
– Potenziare il sistema di sorveglianza dei
bilanci
– Definire procedure di valutazione ex
ante
– “Semestre europeo” di sorveglianza dei
bilanci e sull’agenda economica di
ciascun paese
“Fiscal Compact”
Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance dell’Unione
economica e monetaria (2 Marzo 2012)
Obiettivo di medio periodo:
• Regola del pareggio di bilancio,
con uno scostamento dal deficit
strutturale dello 0,5% del PIL
• Il rientro del Debito prevede
– una riduzione di un ventesimo all’anno
(1/20) dello scostamento del rapporto
Debito/Pil del Paese dal 60%.
• E’ richiesta la regola del pareggio del
bilancio a livello costituzionale
• Il pareggio di bilancio è stato
introdotto nella Costituzione il 20
Aprile 2012, con legge costituzionale
n.1/2012
ITALIA- Debito PA/ PIL- 1990-2005
debito P.A./PIL 1990-2005
130
120
110
100
90
19
90
19
91
19
92
19
93
19
94
19
95
19
96
19
97
19
98
19
99
20
00
20
01
20
02
20
03
20
04
20
05
80
ITALIA- Debito PA/ PIL- 1990-2005
ITALIA – FINANZA PUBBLICA 1990 -2005:
Indebitamento, spesa per interessi, Avanzo primario
Italia - FINANZA PUBBLICA: 1990-2005
8
6
4
2
0
-2
-4
-6
indebitamento P.A./PIL
-8
-10
avanzo primario/PIL
-12
spesa per interessi/PIL
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
-14
GLI ACCORDI DI MAASTRICHT e il DEBITO PUBBLICO
Da studiare
Politica Economica Europea
Vittorio Valli, Ed. Carocci, 1999, paragrafi 2.2 e
2.3
Padoa-Schioppa Tommaso, L’Euro in
prospettiva storica, il Mulino, n.399, 1/2002
Istat, Rapporto annuale 2012, La situazione del
Paese. Roma, maggio 2012. (par.2.2.4 – la finanza
pubblica: dal trattato di Maastricht al Fiscal Compact)
Poliica Economica e Macroeconomia Vittorio Valli e
altri, paragrafi 7.6, 7.7, 7.8 (2010), Ed. Carocci
Anni 2010-2013
NOTIFICA DELL’ INDEBITAMENTO NETTO
E DEL DEBITO DELLE AMMINISTRAZIONI
PUBBLICHE SECONDO
IL TRATTATO DI MAASTRICHT
ISTAT 23 aprile 2014
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