la disonestà apologetica

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la malhonnêteté apologetique
tre annifa Giuseppe mi mandò l’articoletto di Pietro sull’osservatore romano per ricordare
dEmilio Gandolfo. A me sembrò un’inutile ingiuria.
Giuseppe sa bene che io una religione e un prete di quel genere non li ho mai frequentati.
E’ inutile che ripeta che sono un meticcio culturale, convinto che il catechismo della grande
chiesa di Roma sia in gran parte falso. E di questo discutemmo mille e mille volte con
Emilio.Già ma quel gran signore di Pietro cancellò alcune parole dallo statuto depositato
dal notaio. dEmilio era amico di me e di Marina che non avevamo una « teologia
strutturata » come avrebbero voluto i gran bigotti di Giuseppe,Pietro e Paolo. E Pietro non
si è ancora vergognato. « io so io e tu non vali un cazzo ». Il dEmilio nostro amico era ben
diverso da come lo hanno descritto, per depistare i sospetti di omicidio. Eppure Giuseppe
sapeva bene quel che era successo. «Anto’ lo sai ?sono stati quei pretacci ».
Emilio ci ricordava che dalla zia di Marina Annamaria Masci, sua collega al Virgilio, era
stato aiutato ad amare la verità più della vita. E infatti è stato ammazzato. Masci è un
nome arabo e Masci era il nome di Niccolò IV, il primo papa francescano, che stabilì
rapporti con il Medio Oriente e con la Cina. Anche Marina dunque era un meticcio
culturale, ben diversa da come oscenamente durante i funerali l’ha dipinta (spogliandola
della sua gran cultura laica) Silvano che ama mascherarsi da prete, per dire che una
donna si guadagna la salvezza solo diventando discepola di un prete, ben sapendo che
nel Vangelo non si parla mai di preti e di sacerdoti. Che schifo !
Ricorderò che il mio meticciato culturale è stato rafforzato dai miei studi: ho avuto come
relatore alla tesi di laurea e poi come maestro; (sono stato per moti anni suo assistente
volontario) Geza de Francovich, di padre nobile ungherese, di madre croata, con studi
fiorentini e poi per molti anni impiegato alla biblioteca tedesca Hertziana. Fu certamente
tra i maggiori conoscitori della cultura e dell’arte persiana e il grande sostenitore del ruolo
che ebbe la Siria nella formazione del cristianesimo delle origini. Fu lui a spiegarmi con
tanti documenti storici che non c’era quasi niente di vero nella tradizione del cristianesimo
delle origini. Non c’è quasi niente di vero nel catechismo della chiesa cattolica. Lo
spiegammo a centinaia di studenti.
Anni più tardi Emilio Gandolfo mi convinse a studiare M.Jousse, gesuita ed antropologo
famoso, che scriveva: meno teologia e più antropologia. Ed ancora: Si commette un grave
errore a voler ridurre tutto al solo greco-latinismo, che rappresenta una cultura, un aspetto
del pensiero umano senza dubbio assai ricco... ma anche altri popoli hanno pensato.
Infine Y. Congar, che sarà nominato cardinale (uno dei grandi, stimato immensamente da
Emilio Gandolfo), ringraziò il suo e mio amico Vittorio Periz (dicono Peri, ma il suo vero
nome, cambiato dal fascismo, era Periz,era un croato), per alcuni studi, che mettevano in
evidenza la: Vérité vraie, celle que nous restituent les historiens échappant à la
malhonnêteté apologetique Fr.Yves Congar, 30.XII.80, in Via San Calepodio, Lettere di MarieDominique Chenu a Vittorio Peri, Edizioni Studium Roma, 2011, pag.130.
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