TRAUMATOLOGIA DEL SISTEMA NERVOSO Trauma midollare esogeno Relativamente frequente nei piccoli animali Danni primari di varia gravità sezione completa Danni secondari di tipo biochimico/vascolare contusione Zone di ischemia Deplezione di ATP e Produzione di radicali liberi (OH-) Danno di membrana cellulare Produzione di prostaglandine e afflusso di ioni Ca Edema citotossico e vasocostrizione Estensione della zona d’ischemia Mielomalacia diffusa Instabilità vertebrale Successivi, nuovi insulti di tipo compressivo e contusivo Infarcimento emorragico e mielomalacia Trauma midollare esogeno APPROCCIO CLINICO-DIAGNOSTICO Potenziale politraumatizzato Immobilizzazione su supporto rigido Esame neurologico con estrema cautela Shock, lesioni toraciche o addominali, trauma cranico spesso associati Principali riflessi spinali (flessore ant e posteriore, patellare Alcuni nervi cranici (riflesso palpebrale, reazione di minaccia, riflessi pupillari) Studio radiologico Prima su soggetto sveglio, successivamente in anestesia Linea passante per il pavimento del canale vertebrale: compartimento dorsale e ventrale Trauma midollare esogeno TERAPIA CHIRURGICA Lesioni instabili Coinvolti entrambi i compartimenti Riduzione della frattura/lussazione± emilaminectomia con asportazione di detriti in canale Frattura/lussazione T12-T13 Chiodi di Kirschner a U alla base dei processi spinosi Placche sui corpi vertebrali Soggetti piccola taglia Vertebre lombari Chiodi o viti sui corpi vertebrali + polimetilmetacrilato Tecnica più usata Stabilizzazione con Viti+metilmetacrilato Trauma cranico TRAUMA A CARICO DEL NEUROCRANIO CHE COINVOLGE L’ENCEFALO Minore incidenza negli animali domestici rispetto all’uomo Prognosi migliore rispetto all’uomo Maggiore protezione dell’encefalo da parte della scatola cranica e dei muscoli che la rivestono Vaste aree cerebrali non sono determinanti per l’espletamento di funzioni vitali Danno primario e secondario Trauma cranico DANNO PRIMARIO (causato direttamente dall’agente traumatico) Commozione cerebrale (concussione) Contusione cerebrale Scuotimento subito dal cervello che è circondato dal liquido cefalorachidiano La forza trasmessa dall’urto si concentra a livello di tronco encefalico (sostanza reticolare) Temporanea perdita di coscienza Azione lesiva diretta sull’encefalo Sviluppo di edema, emorragia ± ematoma Lacerazione cerebrale Diretta scontinuazione del parenchima cerebrale (proiettili, schegge ossee) Soprattutto alla corteccia cerebrale Trauma cranico DANNO SECONDARIO (causato da zone di parenchima cerebrale ischemiche) Deplezione di ATP Accumulo intracellulare di Na e Ca Aumento intracellulare di liquido (edema citotossico) Depolarizzazione membrane cellulari Rilascio neurotrasmettitori citotossici (glutammato) Produzione prostaglandine e radicali liberi (OH-) Danno di membrana e morte cellulare Vasocostrizione e ampliamento ischemia Trauma cranico I danni primari e secondari determinano l’insorgenza dell’edema cerebrale e l’aumento della pressione intracranica Trauma cranico APPROCCIO CLINICO: Valutare concomitanti Monitoraggio Trattare ipovolemia Shock, ipovolemia, ipotensione e ipossia Colloidi (aumentano pressione sistemica e migliorano la pressione di perfusione cerebrale) Evitare glucosio (glicolisi anaerobia in zone cerebrali ipossiche, con accumulo di acido lattico, altamente neurotossico) Ossigenare il paziente Si riduce drasticamente il volume cerebrale e la pressione intracranica Trauma cranico APPROCCIO CLINICO: Rx cranio Tc Evidenzia eventuali fratture In paziente stabile o comatoso Evidenzia lesioni ossee e emorragie o ematomi recenti RM Valuta l’evoluzione morfologica di emorragie e ematomi Trauma cranico TERAPIA FARMACOLOGICA: Ripristino volemia e ossigenazione Testa sollevata di 30 gradi Mannitolo Favorisce il deflusso venoso Riduce la pressione intracranica e migliora la perfusione cerebrale 1g/Kg/ev in bolo Non superare 3 somministrazioni in 24 h Furosemide 2-5 mg/kg, 15 minuti dopo il mannitolo Trauma cranico TERAPIA CHIRURGICA: Craniotomia decompressiva