Anatomia e fisiologia dell`apparato visivo

Anatomia e fisiologia
dell’apparato visivo
Corso: Malattie Apparato Visivo
UNIVERSITA’di BOLOGNA
Facoltà di Medicina e Chirurgia
CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA.
PROF. SERGIO ZACCARIA SCALINCI
ANATOMIA E FISIOLOGIA OCULARE
BULBO OCULARE
•Il bulbo oculare ha una forma sferoidale e un
diametro di circa 22.5 mm
•Diametro
antero-posteriore
ipermetropi e maggiore nei miopi
minore
negli
Bulbo oculare
Parete costituta da 3 tuniche:
Esterna: cornea (+anteriore)
sclera
Media: uvea (iride+corpo
ciliare+coroide)
Interna: retina

ANATOMIA OCULARE
SCHEMA ANATOMIA OCULARE
ANATOMIA OCULARE
SCHEMA ANATOMIA OCULARE
Bulbo Oculare



Limbus: punto di passaggio da cornea
alla sclera
Ora serrata: punto di passaggio dalla
coroide al corpo ciliare
Le tuniche si interrompono al polo
posteriore per dare passaggio alle fibre
nervose provenienti dalla retina (nervo
ottico)->forame ottico->chiasma ottico>corteccia occipitale
Bulbo oculare

1.
2.
3.
Tre cavità:
Camera anteriore
Camera posteriore
Camera vitrea
Bulbo oculare

Tre cavità:
Camera anteriore: spazio, contenente
umor acqueo delimitato anteriormente
dalla cornea, posteriormente da breve
tratto del corpo ciliare, dall’iride e dalla
porzione del cristallino che si affaccia
nel forame pupillare
Bulbo oculare

Tre cavità:
Camera posteriore: piccola cavità
contenente umor acqueo delimitata
anteriormente dall’iride, lateralmente
dal corpo ciliare e posteriormente dalla
zonula e dal cristallino
Camera vitrea: la più ampia contiene
una sostanza gelatinosa (corpo vitreo)
SCLERA
La sclera è la guaina di supporto e protettiva per
il contenuto bulbare, dà inoltre inserzione ai
muscoli oculomotori.
È costituita da fibre collagene, fibre elastiche e
fibrociti. La superficie esterna sclerale è ricoperta
da una sottile lamina di tessuto connettivo lasso
vascolarizzato, indicato come episclera.
Cornea


Rappresenta la parte anteriore della
tunica fibrosa:
Superficie anteriore: convessa con
diametro orizzontale>di quello
verticale (diverso raggio di curvatura).
Superficie posteriore: concava con
stesso raggio di curvatura
Cornea

Lo spessore corneale:
–0,5 mm (=500 µm) nella zona
centrale
–0,7 mm (=700 µm) in periferia
Cornea

5 Strati:
1.
Epitelio: di tipo pavimentoso pluristratificato (50-60 µm).
Cellule basali dotate di attività replicativa
2.
3.
Membrana di Bowman (10 µm): fibre collagene
Stroma (400 µm): fibre connettivali parallele, sostanza
fondamentale, cheratociti
4.
Membrana di Descemet (10 µm): acellulare, fibre
collagene
5.
Endotelio: strato unicellulare. Cellule esagonali non dotate
di capacità replicativa (densità: ~3000 cell/mm², si riduce
con l’età) collegate da desmosomi e addensamenti
intercellulari
Cornea
Avascolare: il film lacrimale è la fonte
principale di O2 per epitelio e stroma,
l’umor acqueo per l’endotelio
Innervazione: di tipo sensitivo,
rappresentata dalle terminazioni nervi
ciliari lunghi del ramo naso-ciliare della
branca oftalmica del trigemino
Cornea
Proprietà:
Trasparente: per
1.
Assolutà avascolarità
2.
Caratteristiche strutturali dello stroma
3.
Meccanismi fisiologici che impediscono
l’imbibizione (barriera passiva= membrane
semipermeabili, barriera attiva=pompe
Na/K)

Cornea
Proprietà:
Specularità: capacità di riflettere la luce
sulla sua superficie. Legata
all’integrità epiteliale e del film
lacrimale

Congiuntiva

1.
2.
3.
Membrana mucosa che riveste la parete
anteriore della sclera e la superficie
posteriore delle palpebre:
Porzione palpebrale: dalla giunzione
mucocutanea del bordo palpebrale, adesa
allo strato tarsale
Porzione dei fornici: libera e lassa
Porzione bulbare: lo stroma adesrisce
tenacemente al Tenone a livello limbare
Congiuntiva
Epitelio cilindrico pluristratificato,
contiene ghiandole mucipare (cellule
caliciformi, Cripte di Henle, ghiandole
di Manz) e ghiandole lacrimali
accessorie (di Wolfring e Krause).
Congiuntiva
Annessi congiuntivali:
Plica semilunare: occupa il canto interno
dell’apertura palpebrale, ha forma di
arco
Caruncola lacrimale: corpo giallo
rossastro all’interno della plica, ricco
di cellule mucipare e ghiandole
sebacee o follicoli piliferi
Il film lacrimale
Pellicola trasparente che riveste gli epiteli
della cornea e della congiuntiva

In condizioni fisiologiche la secrezione
lacrimale è circa 1 microlitro/min

Svolge funzioni fondamentali per il
benessere e la funzionalità dell’intero bulbo
oculare

Il film lacrimale:
composizione
Tre componenti:
1.
2.
3.
Componente mucosa: cellule caliciformi
della congiuntiva
Componente acquosa: ghiandole lacrimali
principali e accessorie
Componente lipidica: ghiandole di
Meibomio e di Zeiss
Strato Mucoso
Costituito prevalentemente da mucina,
albumina, globuline e glicoprotine
Garantisce la bagnabilità dell’epitelio della
superficie oculare
Le sue capacità viscoelastiche riducono le
forze di sfregamento delle palpebre
Impedisce l’adesione batterica
Il film lacrimale:
componente acquosa

Ghiandola lacrimale principale:
porzione orbitaria e palpebrale

Ghiandole lacrimali accessorie:
ghiandole di Krause, di Wolfring-Ciaccio
Strato Acquoso
Rappresenta circa il 90% dello spessore
del film lacrimale (7 micron).
È composto da:







Acqua
Elettroliti: Na++, K+, Ca ++, Mg++, fosfati e
bicarbonati
Proteine
Immunoglobuline: IgA, Beta e Gamma Ig
Enzimi: Lisozima e Lattoferrina
Detriti
Impurità
Strato lipidico
Costituito da:




Esteri delle cere
Esteri di colesterolo
Acidi Grassi
Trigliceridi
Un della concentrazione di a. grassi e
fosfolipidi è la causa della schiuma che si
forma lungo il bordo palpebrale nella
blefarite seborroica
Turnover del film lacrimale
Evaporazione: interessa gli strati più esterni.
Influenzato dalle condizioni ambientali.
Escrezione: deflusso attraverso le vie lacrimali.
Via di deflusso del film
lacrimale
Puntini lacrimali superiore e inferiore
Canalicoli lacrimali
Sacco nasolacrimale
Dotto nasolacrimale
Fossa nasale
Funzioni del film lacrimale
Ottica: garantisce una superficie liscia e di alta
qualità ottica
Protettiva:



azione filtrante sulle radiazioni ultraviolette e
infrarossi
azione tampone (neutralizza spostamenti di pH)
E. Cinetica delle particelle atmosferiche
……
Funzioni del film lacrimale
Pulente:
il turn over del film lacrimale allontana i
detriti cellulari, scorie del metabolismo, eventuali
contaminanti
Antimicrobica:
lisozima, lattoferrina e IgA
impediscono l’adesione dei germi e esercitano
un’azione diretta sulle membrane cellulari
microbiche
Nutritiva: veicola O2, sostanze nutritive, vitamine e
GF
…..
Funzioni del film lacrimale
Lubrificante: grazie alle capacità viscolelastiche
garantisce la lubrificazione delle palpebre e un
ammiccamento veloce e inavvertito
Fisiologia del film
lacrimale
Secrezione basale: costante nell’arco della
giornata. Tende a diminuire con l’età.
Secrezione riflessa:
stimolo di natura meccanica
stimolo di natura luminosa/psichica
Regolata dal parasimpatico con attivazione anche
nell’occhio controlaterale
Fattori Importanti
Ammiccamento palpebrale regolare: garantisce
l’integrità dinamica del film lacrimale e delle sue
componenti.
Numero ammiccamenti: 12/min
Perfetta apposizione della palpebre sulla
superficie oculare.
Integrità dell’epitelio corneale
CRISTALLINO
CENNI DI ANATOMIA
• Il cristallino è un organo trasparente situato
all’interno del bulbo oculare e circondato da un
apparato di contenzione detto zonula di Zinn.
• Strutturalmente si distinguono:
La capsula o cristalloide
L’epitelio sottocapsulare
Il parenchima
CRISTALLINO
CENNI DI ANATOMIA
CRISTALLINO
CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA
•La capsula è una membrana estremamente sottile
che avvolge il cristallino nella sua interezza.
CRISTALLINO
CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA
L’epitelio sottocapsulare riveste la superficie interna
della capsula sul suo tratto anteriore ed equatoriale.
CRISTALLINO
CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA
Il parenchima è costituito da fibre lenticolari
immerse in una sostanza cementante. Si distingue
una orzione interna e centrale (nucleo) e una
porzione superficiale (strato corticale)
CRISTALLINO
CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA
• Le proprietà fondamentali del cristallino sono: la
trasparenza e il potere diottrico.
• La trasparenza è essenziale affinchè le immagini
vengano correttamente proiettate a livello della
retina.
• Il cristallino ha la forma di una lente biconvessa,
sospesa al corpo ciliare mediante le fibre zonulari di
Zinn: dall’azione di queste strutture dipende il
processo accomodativo.
CRISTALLINO
CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA
CRISTALLINO
CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA
• L’integrità della capsula è indispensabile per gli
scambi metabolici e per il mantenimento della
trasparenza. Inoltre la trasparenza del cristallino
dipende dal fatto che le fibre sono strettamente
addossate una all’altra.
• Il cristallino avascolare prende nutrimento
dall’umore acqueo e va incontro fisiologicamente
con l’età a modificazioni, anche importanti, di
spessore, elasticità e trasparenza.
Uvea
Tunica pigmentata compresa tra
sclera e retina. Funzione nutritizia.
3 porzioni:
1.Iride
2.Corpo ciliare
3.Coroide

Iride



Disco circolare perforato al centro dal
forame pupillare.
La superficie anteriore dell’iride presenta
irregolarità formate da creste e vallecole
La superficie posteriore è liscia e di colorito
nero per la presenza di cellule pigmentate.
Le variazioni nella quantità di pigmento
determinano le variazioni del colore dell’iride
Iride
Strutturalmente è formato da connettivo
lasso (stroma) che contiene formazioni
vascolari e muscolari: muscolo dilatatore
dell’iride innervato dal simpatico e muscolo
costrittore o sfintere dell’iride innervato dal
parasimpatico.
MIOSI: restringimento della pupilla
MIDRIASI: dilatazione della pupilla

Corpo ciliare
Costituisce il tratto medio delle tunica vascolare (tra
iride, anteriormente, e coroide, posteriormente).
 2 parti:
Orbicolo ciliare (pars plana)
Corona ciliare (pars plicata): processi plicati

Zonula dello Zinn o ligamento sospensore del
cristallino: collegano al cristallino
Corpo ciliare
Istologicamente :
Stroma connettivale
Vasi (arterie ciliari posteriori lunghe e art
ciliari anetriori)
Muscolo ciliare: fibre longitudinali (m. di
Bruck), si inserisce nello sperone
sclerale; fibre circolari (m. di Muller)

Corpo ciliare

La funzione principale del corpo ciliare
è quella accomodativa: la
contrazione delle fibre longitudinali
sposta verso l’asse antero posteriore
del bulbo le teste dei processi ciliari ->
rilasciamento della zonula -> cristallino
assume forma più globosa -> aumenta
il potere diottrico
Coroide
Tessuto fortemente vascolarizzato, di
colorito bruno per la presenza di cell
pigmentate (schermo protettivo).
Rapporti
Ant: corpo ciliare (ora serrata)
Post: circonda il nervo ottico
Ext: sclera (spazio soprocoroideale
attraversato da vasi e nervi)
Int: epitelio pigmentato retinico (membrana di
Bruch)

RETINA
ANATOMIA
• La retina corrisponde alla tunica interna o nervosa
del bulbo oculare.
• E’ costituita dall’epitelio pigmentato o foglietto
esterno e dalla retina propriamente detta o foglietto
interno.
E’ deputata alla ricezione degli stimoli luminosi,
alla loro trasformazione in segnali nervosi che, quindi,
vengono trasmessi fino alle strutture cerebrali.
- La retina è una membrana sottile,
delicata, e trasparente, leggermente
rosea perché vascolarizzata.
- La faccia esterna è a contatto con la
coroide, tramite l’epitelio pigmentato
attraverso un’aderenza solida.
- La faccia interna è a contatto con il
corpo vitreo, cui aderisce nella regione
dell’ora serrata (a livello della base
del vitreo).
- Epitelio pigmentato e
neuroepitelio sono adesi mediante
un meccanismo osmotico di pompa
dell’epitelio pigmentato stesso.
La retina è formata da
più strati di cellule,
ognuno con una
funzione specifica, che
va dalla percezione
dello stimolo luminoso
alla sua trasformazione
in un impulso che
viene trasmesso al
cervello attraverso il
nervo ottico.
Gli strati retinici >
RETINA
ANATOMIA: STRATO ESTERNO
• Il foglietto esterno o epitelio pigmentato della
retina, si estende dalla papilla ottica all’ora serrata
dove si continua con l’epitelio pigmentato della pars
plana.
• Esso consta di uno strato unico di cellule esagonali
a bordi arrotondati di vario spessore; contengono
melanina
L’Epitelio Pigmentato della Retina è uno strato di cellule
pigmentate con diverse funzioni:
1)
2)
3)
4)
5)
assorbimento della luce
trasporto attivo dei metaboliti
costituzione della barriera emato-retinica
rigenerazione dei pigmenti visivi
fagocitosi
Microscopia dell’epitelio pigmentato
RETINA
ANATOMIA: STRATO ESTERNO
Le cellule dell’epitelio pigmentato hanno
una membrana basale che fa parte
della membrana di Bruch con apporto
energetico che deriva dalla sottostante
corio-capillare.
Le cellule sono adese tra loro mediante
giunzioni strette che creano una vera e
propria barriera.
RETINA
ANATOMIA: STRATO INTERNO
• Il foglietto interno o retina propriamente detta è
una membrana sottile e facilmente lacerabile, che si
estende dalla papilla ottica all’ora serrata, dove si
continua nell’epitelio ciliare.
•In corrispondenza del polo posteriore vi è una
piccola depressione rotondeggiante, detta fovea
centrale.
RETINA
ANATOMIA: STRATO INTERNO
• La retina propriamente detta consta di nove strati:
•strato dei coni e dei bastoncelli
•membrana limitante esterna
•strato dei granuli esterni
•strato plessiforme esterno
•strato dei granuli interni
•strato plessiforme interno
•strato delle cellule gangliari
•strato delle fibre ottiche
•membrana limitante interna
RETINA
STRATI RETINICI
• Gli elementi di fotorecezione costituiscono lo strato
dei coni e dei bastoncelli.
• la membrana limitante esterna dotata di fori: più
grandi per il passaggio dei coni, più piccoli per il
passaggio dei bastoncelli.
• Il rigonfiamento dei fotorecettori (granulo) che
accoglie il nucleo costituisce lo strato dei granuli
esterni.
• Le terminazioni dei fotorecettori, quando entrano
in rapporto con i dendriti delle cellule bipolari,
danno luogo allo strato plessiforme esterno.
RETINA
STRATI RETINICI
• I corpi delle cellule bipolari, insieme a quelli delle
cellule orizzontali, delle cellule amacrine e delle
cellule (fibre) di Muller, formano lo strato dei
granuli interni.
• Le sinapsi degli assoni delle cellule bipolari e delle
cellule amacrine con i dendriti delle cellule gangliari
costituiscono lo strato plessiforme interno.
• L’insieme delle cellule gangliari forma, in
associazione agli astrociti, lo strato delle cellule
gangliari.
RETINA
STRATI RETINICI
• Gli assoni delle cellule gangliari, o fibre nervose
visive (circa un milione), formano, insieme agli
astrociti, lo strato delle fibre ottiche.
• La membrana limitante interna divide la retina dal
corpo vitreo ed è costituita dalle fibre di Muller.
• Lo strato neuroepiteliale della retina è avascolare
ed è nutrito dalla trasudazione della lamina coriocapillare, mentre lo strato cerebrale, ad eccezione
dell’area centrale, è rifornito direttamente dalle
arterie retiniche.
RETINA
STRATI RETINICI
• A livello della retina sono presenti:
•Elementi di fotorecezione
•Elementi della conduzione
•Elementi di associazione
•Elementi di sostegno
•Elementi vascolari
I coni e i bastoncelli sono i cosiddetti fotorecettori,
che trasformano la luce in stimolo nervoso.
Sulla retina si contano:
120 milioni di bastoncelli
6,3-6,4 milioni di coni
I coni sono presenti
maggiormente nella zona
della retina detta macula e
sono importanti per la
visione discriminata e dei
colori.
I bastoncelli - più numerosi
in periferia - allargano il
campo visivo, ma sono
deputati ad una visione più
grossolana.
Gli strati più esterni, che vanno dai
fotorecettori fino allo strato delle cellule
ganglionari, servono principalmente alla
trasmissione del segnale percepito dai
coni e bastoncelli fino alle fibre che
formano il nervo ottico. Quest’ultimo,
poi, agisce come un cavo della corrente
elettrica che porta il segnale fino al
cervello.
Quindi la retina funziona come la
pellicola di una macchina fotografica
che si “impressiona” con l’immagine e,
attraverso il collegamento con un cavo
(il
nervo
ottico),
consente
di
trasmettere l’immagine al cervello
(dove viene “sviluppata”).
Struttura della retina
RETINA
ELEMENTI DI FOTORECEZIONE
• Sono di due tipi: le cellule dei bastoncelli e le
cellule dei coni (130 milioni le prime e 7 milioni le
seconde).
• Ognuna di esse consta consta di un elemento
recettore (il bastoncello o il cono, posto al di là della
membrana limitante esterna e diviso in due
segmenti: articolo esterno e articolo interno) e di
una fibra, che presenta lungo il suo decorso un
rigonfiamento che accoglie il nucleo e rappresenta il
corpo cellulare.
RETINA
ELEMENTI DI FOTORECEZIONE:
BASTONCELLI
• L’articolo esterno è cilindrico e la sua estremità è
situata tra i processi dell’epitelio pigmentato;
costituito da numerosi dischi impilati, contiene la
rodopsina che è il fotopigmento specifico.
• L’articolo interno, affusolato, consta di due tratti:
l’ellissoide, deputato alla respirazione del
fotorecettore e il mioide, destinato alla contrazione
sotto l’azione della luce.
RETINA
ELEMENTI DI FOTORECEZIONE:
BASTONCELLI
• E’ unito al suo corpo cellulare dal tratto esterno
della fibra; il corpo cellulare è quasi esclusivamente
occupato dal nucleo; da qui parte il tratto interno
della fibra, il quale termina con un piccolo
rigonfiamento, detto sferula, che prende contatto
con le cellule bipolari per i bastoncelli.
RETINA
ELEMENTI DI FOTORECEZIONE:
BASTONCELLI
RETINA
ELEMENTI DI FOTORECEZIONE: CONI
• L’articolo esterno è leggermente appuntito e privo
di porpora visiva; è lievemente più corto di quello
del bastoncello ed è costituito da una serie di dischi
sovrapposti
• L’articolo interno del cono è grosso, ha forma
conica e vi si distingue un ellissoide e un mioide.
Nella fovea i coni sono più lunghi e più sottili, alla
periferia invece sono più corti e più tozzi. Il tratto
esterno della fibra è molto corto o quasi inesistente;
il nucleo del cono sta pertanto a ridosso del
segmento interno.
RETINA
ELEMENTI DI FOTORECEZIONE: CONI
RETINA
ELEMENTI DI CONDUZIONE
• Comprendono le cellule bipolari per i coni e i per i
bastoncelli e le cellule gangliari.
• Le cellule bipolari per i coni sono piccole e
possiedono un unico dendrite, che prende intimo
rapporto coi piedi ramificati dei coni; il loro neurite
contrae rapporti col dendrite delle cellule gangliari.
RETINA
ELEMENTI DI CONDUZIONE
• Le cellule bipolari per i bastoncelli sono invece
caratterizzate dal possedere una o più ramificazioni
dendritiche molto varie e voluminose.
• La funzione delle cellule bipolari è quella di far
confluire gli impulsi originati in gruppi di
fotorecettori su di un numero inferiore di cellule
gangliari.
• Le cellule gangliari o multipolari, hanno aspetto
globoso e dimensioni varie; possono presentare un
grosso dendrite unico oppure diversi dendriti.
RETINA
ELEMENTI DI ASSOCIAZIONE
• Comprendono le cellule orizzontali e le cellule
amacrine.
• Le cellule orizzontali sono disposte nello strato dei
granuli interni ed hanno la funzione di collegare
orizzontalmente i fotorecettori e di aumentare o
deprimere la soglia funzionale dei coni, dei
bastoncelli e delle cellule bipolari, inibendo o
facilitando il flusso degli impulsi visivi.
RETINA
ELEMENTI DI ASSOCIAZIONE
• Le cellule orizzontali sono disposte nello strato dei
granuli interni ed hanno la funzione di collegare
orizzontalmente i fotorecettori e di aumentare o
deprimere la soglia funzionale dei coni, dei
bastoncelli e delle cellule bipolari, inibendo o
facilitando il flusso degli impulsi visivi.
• Le cellule amacrine, sono anch’esse situate nello
strato dei granuli interni ed hanno la funzione di
collegare le cellule bipolari e le cellule gangliari;
sono considerate come elementi associativi profondi.
RETINA
ELEMENTI DI SOSTEGNO
• I più importanti sono rappresentati dalle fibre di
Muller: gli elementi accessori sono l’astroglia, la glia
perivasale e la microglia.
• Le cellule o fibre neurogliali di Muller, disposte
parallele una all’altra, attraversano ortogonalmente
tutti gli strati della retina; da un lato terminano a
livello della membrana limitante esterna, che
concorrono a formare e dal lato opposto terminano
in grosse espansioni coniche o bulbari che danno
luogo alla membrana limitante interna.
RETINA
ELEMENTI DI SOSTEGNO
• Gli astrociti sono cellule con aspetto stellato dotate
di numerosi ed esili prolungamenti.
• Le cellule gliali perivasali sono elementi che
contraggono rapporti coi capillari retinici,
circondandoli ad anello o a spirale e completando
l’isolamento delle strutture basali da quelle nervose.
• Le cellule microgliali si trovano nello strato dei
granuli interni; si tratta di elementi migranti con
funzione fagocitaria.
La Macula



La macula è quella porzione centrale della retina del
diametro di circa 5 mm, posta temporalmente alla papilla:
4.5 mm dal centro della papilla
0.8 mm al di sotto
Garantisce la percezione delle forme
Viene suddivisa in [vedi diapositiva successiva]:
- foveola (0,35 mm)
- fovea (depressione più centrale 1,5mm)
- parafovea (anello che circonda la zona foveale del
diametro di 0,5mm)
- perifovea (misura 1,5 mm)
La Macula
a. foveola
b. fovea
c. parafovea
d. perifovea
ORBITA
INTRODUZIONE
•Funzione di protezione e di contenzione delle
strutture oculari
•Forma di piramide quadrangolare rovesciata
all’indietro
•Altezza, larghezza, profondità di circa 40 mm
ORBITA
ASPETTI ANATOMICI
•Bordo superiore: osso frontale
•Bordo laterale: osso zigomatico
•Bordo inferiore: osso zigomatico e mascellare
•Bordo interno: osso
papiracea) e lacrimale
mascellare,
etmoidale
(lamina
•Parete posteriore: osso sfenoidale
•Pareti mediali: parallele fra loro
•Pareti laterali: divergono dal piano sagittale con un angolo
di 45°
ORBITA
APICE ORBITARIO E CANALE NASO-LACRIMALE
ORBITA
APICE ORBITARIO
•Forame ottico: formato dalle radici della piccola ala dello
sfenoide. Si continua col canale ottico (nervo ottico e arteria
oftalmica)
•Fessura orbitaria superiore: laterale al canale ottico e di
forma allungata (nervi per muscoli oculari, rami del
trigemino, vene oftalmiche, radice simpatica del ganglio
ciliare, arteria lacrimale)
•Fessura orbitaria inferiore: percorsa dal nervo trigemino
(2nda branca), arteria infraorbitaria, vena oftalmica
inferiore
•Anello di Zinn: inserzione attorno a forame ottico
ORBITA
APICE ORBITARIO E CANALE NASO-LACRIMALE
ORBITA
TROCLEA E SEPTUM ORBITAE
•Troclea: formazione osteo-tendinea al vertice
supero-mediale dell’orbita. E’ detta anche “puleggia
dell’obliquo superiore”
•Periorbita: tessuto periosteo che riveste l’orbita
•Septum orbitae: separa il ventre posteriore
dell’orbicolare dai tarsi palpebrali impedendo al
grasso orbitario di infiltrarsi nelle palpebre
MUSCOLI EXTRAOCULARI
INTRODUZIONE
•Funzioni: motilità oculare e mantenimento del
bulbo nella cavità orbitaria
•Capsula di Tenone: fascia connettivale che origina
al limbus e separa il bulbo dal grasso orbitario
•I muscoli prendono origine dall’anello di Zinn
tranne il piccolo obliquo (margine orbitario inf.)
ORBITA
APICE ORBITARIO E CANALE NASO-LACRIMALE
MUSCOLI EXTRAOCULARI
RETTO MEDIALE E INFERIORE
•Retto mediale: innervato dal nervo oculomotore
comune. In posizione primaria agisce come
adduttore puro
•Retto inferiore: innervato dal nervo oculomotore
comune. In posizione primaria abbassa, extorce e
adduce il bulbo
MUSCOLI EXTRAOCULARI
RETTO LATERALE E SUPERIORE
•Retto laterale: innervato dal nervo abducente. In
posizione primaria agisce come abducente puro
•Retto superiore: innervato dal nervo oculomotore
comune. In posizione primaria eleva, intorce e
adduce il bulbo
MUSCOLI EXTRAOCULARI
OBLIQUI
•Grande obliquo (obliquo superiore): è il muscolo
più lungo dell’orbita. Decorre dall’anello di Zinn
fino alla troclea in prossimità della quale diventa
tendineo. Qui si riflette indietro, in basso e
lateralmente, passa sotto il retto superiore e si
inserisce nel quadrante supero-laterale della sclera.
E’ innervato dal nervo trocleare. In posizione
primaria è in prevalenza incicloduttore, ma anche
abbassatore ed abduttore
MUSCOLI EXTRAOCULARI
OBLIQUI
•Piccolo obliquo (obliquo inferiore): prende origine
dalla parte antero-mediale del pavimento
dell’orbita. Decorre verso l’indietro, passando tra
orbita e retto inferiore, si dirige verso l’alto
passando sotto il retto laterale e si inserisce quasi al
polo posteriore del bulbo. E’ innervato dal nervo
oculomotore comune. In posizione primaria è in
prevalenza excicloduttore, ma anche elevatore ed
abduttore
PALPEBRE
INTRODUZIONE
•Piega
muscolo-membranosa
rivestita
sulla
superficie anteriore dalla cute e su quella posteriore
dalla congiuntiva
•Le palpebre hanno funzione di protezione per il
bulbo oculare e sono fondamentali per la
produzione, distribuzione ed eliminazione del film
lacrimale
PALPEBRE
INTRODUZIONE
•Si distinguono in superiore e inferiore
•La rima palpebrale è la fessura delimitata dai bordi
palpebrali quando le palpebre sono aperte o
semiaperte
•Si distinguono: faccia anteriore, faccia posteriore,
margine libero, commessura mediale e laterale che
circoscrivono gli angoli palpebrali
PALPEBRE
INTRODUZIONE
•Palpebra superiore: si continua in alto nella cute
del sopracciglio. Altezza 20-25 mm
•Palpebra inferiore: confina in basso con la guancia
(il confine si chiama solco infrapalpebrale). Altezza
12-15 mm
•Spessore: 2 mm al bordo; aumenta in periferia
• Componente strutturale (connettivo):
- tarso e ghiandole tarsali di
Meibomio
- setto
•Superfici:
- esterna (cute + ghiandole)
- interna (mucosa + ghiandole)
• Bordo palpebrale: - epitelio di transizione
- orifizi ghiandolari
- bulbi piliferi delle ciglia
Caratteristiche
anatomo-funzionali
delle palpebre

Componente muscolare:
- deputata all’apertura
innervazione: simpatica (ganglio cervicale)
parasimpatica ( III nervo cranico)
- deputata alla chiusura
innervazione: parasimpatica ( VII nervo cranico)
PALPEBRE
STRATO TEGUMENTALE
•Costituito da strato cutaneo e sottocutaneo
•Srato cutaneo: cute sottile, con lieve peluria e poche
ghiandole sudoripare
•Strato sottocutaneo: superficiale (molto lasso),
intermedio (fascetti della parte palpebrale del
muscolo orbicolare), profondo (lasso)
•Nella palpebra superiore nello strato sottocutaneo
passano le espansioni del tendine del muscolo
elevatore
PALPEBRE
STRATO MUSCOLARE
•Muscolo elevatore della palpebra
innervato dall’oculomotore comune
superiore,
•Muscolo orbicolare: decorre parallelo ai bordi di
ambedue le palpebre, è innervato dal nervo faciale e
serve per chiudere la rima palpebrale
•Muscolo di Muller che è in stretto rapporto con lo
strato proprio
ORBITA
APICE ORBITARIO E CANALE NASO-LACRIMALE
PALPEBRE
STRATO PROPRIO
•Costituisce lo “scheletro” delle palpebre
•Costituzione: tarso
legamenti larghi
superiore
ed
inferiore
e
•Tarsi: lamine fibro-elastiche con una faccia
anteriore, posteriore, un margine ciliare (libero nello
spessore palpebrale), un margine orbitale che si
continua col setto orbitale ed è in rapporto con i
muscoli di Muller ed in alto col tendine
dell’elevatore
PALPEBRE
STRATO PROPRIO
•Nel tarso sono contenute:
•Le ghiandole di Meibomio decorrono parallele per
l’intero tarso fino a sboccare in prossimità del
margine palpebrale.
Nel margine palpebrale (porzione ciliare) emergono
le ciglia. Nel follicolo ciliare si aprono le ghiandole
sebacee di Zeiss.
ORBITA
APICE ORBITARIO E CANALE NASO-LACRIMALE
commissure




Sono i punti di giunzione a livello mediale e
laterale tra la palpebra superiore e la
palpebra inferiore.
La distanza tra le commessure mediale e
laterale è di 28-30 mm.
- Commessura laterale : giace sul bulbo
oculare
- commessura mediale: è separata dal bulbo
oculare dalla presenza della caruncola e
della plica semilunare.
CANTI

I canti mediale e laterale sono gli
angoli formati dalle palpebre in
corrispondenza delle commissure
MARGINE PALPEBRALE



E’ diviso dal punto lacrimale in una porzione
mediale (lacrimale) che è arrotondata, ed
una porzione laterale.
Sul margine palpebrale anteriore della
palpebra inferiore ci sono 50 ciglia (100
sulla palpebra superiore).
In corrispondenza di ogni follicolo ci sono le
ghiandole sebacee di Zeiss, mentre tra i
follicoli ci sono le ghiandole di Manz.

Centralmente il margine esibisce una
fine LINEA GRIGIA che rappresenta le
estensioni terminali del musc. di
Riolano. Questa linea serve da guida
per separare la palpebra in una lamella
anteriore di cute, muscolo e ciglia ed
in una posteriore di tarso e
congiuntiva
SOLCO PALPEBRALE
INFERIORE


inizia medialmente a 4-5 mm dal
margine palpebrale e si porta
inferiormente e temporalmente.
E’ in corrispondenza dell’inserzione
superficiale dei muscoli retrattori.
piano muscolare
superficiale
FRONTALE
PROCERUS
CORRUGATORE del
SOPRACCIGLIO
ORBICOLARE
ZIGOMATICO MAGGIORE
e MINORE
ELEVATORE del LABBRO
SUPERIORE
ELEVATORE di ALA del NASO
TRASVERSO del NASO
ORBICOLARE del LABBRO
PALPEBRALE
ORBITALE
TARSALE
Muscoli Orbicolari


Costituiscono il piano muscolare
superficiale e sono in continuità con gli
altri muscoli di questo piano:
superiormente il musc. frontale ed
inferiormente il musc. zigomatico.
Sono separati dal derma da uno strato
fibro-adiposo di 4-5 mm.


Setti fibrosi dal derma, interdigitati con
fibre orbicolari, mantengono la cute
aderente ai muscoli.
Attorno alla fessura palpebrale le fibre
sono parallele e concentriche

Le fibre più periferiche fanno un giro
completo, quelle più prossimali si
interrompono nel rafe mediale e nel
rafe laterale.




Il muscolo orbicolare presenta 3
porzioni:
TARSALE
PALPEBRALE ( in corrispondenza del
setto orbitale)
ORBITALE ( che darà i festoni)



1) TARSALE
è aderente al tarso, ed origina dalla
porzione superficiale e profonda del
LEG. CANTALE MEDIALE.
I capi superficiali dell’orbicolare sono
in continuità con la porzione
superficiale del Leg. cantale mediale.



La porzione profonda ( MUSC. di
DUVERNEY-HORNER) si inserisce sulla
cresta lacrimale posteriore
Sia la porzione superficiale sia quella
profonda contribuiscono al meccanismo di
pompa lacrimale.
Il musc. di Duverney è importantissimo nel
mantenimento dell’ apposizione bulbopalpebrale.

Il musc. di Riolano è una piccola
componente del musc tarsale e si
trova adiacente al bulbo pilifero.Il
musc di Riolano costituisce la LINEA
GRIGIA punto di repere
importantissimo per la ricostruzione
palpebrale.



2) PALPEBRALE
Le fibre originano lungo i margini
superiori ed inferiori del Leg. cantale
mediale, sono attorno alle palp e si
portano verso il LEG. CANTALE
LATERALE.
Al canto laterale le fibre trovano
attacco a livello dello zigomo lungo
una linea orizzontale, il RAFE PALP
LAT.




3) ORBITALE
Copre i bordi orbitali.
Origina dall’inserzione del processo
frontale dell’osso mascellare, processo
orbitale del frontale e dal leg. cantale
med.
Queste fibre passano attorno ai bordi
orbitali.


L’ammiccamento involontario è dovuto
alle componenti tarsale e palpebrale
La chiusura forzata è dovuta anche
alla componente orbitale
Musc. di
Riolano
RAFE MEDIALE
LEGAMENTI CANTALI
MEDIALE E LATERALE


Sono uniti ai bordi orbitali laterale e
mediale
Il termine legamento è più appropriato
di tendine perché questa struttura
connette tessuto fibroso all’osso e
serve da supporto strutturale al musc.
orbicolare.
LEG CANTALE MEDIALE


Si estende anteriormente alla cresta
lacrimale anteriore e superiormente
lungo il processo frontale dell’osso
mascellare e del frontale.
Le fibre profonde si inseriscono sulla
cresta lacrimale post e costituisconmo
la porzione anteriore dei musc tarsali
profondi.


Si inserisce anteriormente alla cresta
lacrimale anteriore e posteriormente
alla fascia lacrimale e cresta lacrimale
post.
E’ unito superiormente inferiormente e
posteriormente dal musc. di Duverney
LEG. CANTALE LATERALE




E’ meno complesso del mediale.
E’ unico e si unisce al Tubercolo
orbitale laterale di Whitnall dentro al
bordo orbitale laterale.
La direzione di questo lega,mento è
importante nell’ectropion palp inf.
E’ connesso al legamento del musc
retto laterale
SETTO
ORBITALE
LEG.CANTALE
MEDIALE
LEG. CANTALE
LATERALE
SETTO ORBITALE



E’ una sottile membrana fibrosa che
delinea il confine anteriore dell’ orbita.
Parte dal periostio della cavità orbitaria
e dal periostio del mascellare
(inferiormente) e del frontale
(superiormente).
L’unione costituisce il setto orbitale che
si porta verso il tarso sup ed inf.




Posteriormente al setto c’è il GRASSO
RETRO-SETTALE (ORBITALE)
Anteriormente al setto c’è il GRASSO
PRE-SETTALE (fa parte dello strato
profondo del sottocute)
Il tessuto sottocutaneo si trova a
livello pre-orbitale e pre-settale.
E’ assente nel tessuto pre-tarsale


L’edema del tessuto plapebrale
sottocutaneo è tipicamente demarcato
da uno specifico bordo in quanto la
zona circostante è costituita da un
tessuto fibro-adiposo sottocutaneo più
denso.
L’edema è in particolar modo espresso
a livello del tessuto sottocutaneo
profondo.
FASCIA SUPERFICIALE





divide lo strato sottocutaneo in due strati:
-profondo
-superficiale
Ricopre tutto il nostro corpo ad eccezione
degli arti superiori ed inferiori ed è
scarsamente rappresentata nella porzione
inferiore della schiena.
A partite dal collo verso la testa vi
compaiono fibre della muscolatura mimica
GRASSO ORBITALE
(RETRO-SETTALE)
GRASSO
PRE_SETTALE
SETTO
ORBITALE
FASCIA
CAPSULOPALPEBRALE
MUSCOLI EXTRAOCULARI
MUSCOLO ELEVATORE PALPEBRALE
•Muscolo elevatore palpebrale: origina dalla piccola
ala dello sfenoide e decorre sotto il tetto dell’orbita.
Dopo aver dato origine al legamento trasverso
superiore si inserisce nella cute della palpebra
superiore, nell’orbicolare pretarsale e sulla
superficie anteriore del tarso. E’ innervato
dall’oculomotore comune
•Muscolo di Muller: piccolo muscolo innervato dal
simpatico che si inserisce sul bordo superiore del
tarso
MUSCOLI EXTRAOCULARI
MUSCOLO ELEVATORE PALPEBRALE
•Muscolo elevatore palpebrale: origina dalla piccola
ala dello sfenoide e decorre sotto il tetto dell’orbita.
Dopo aver dato origine al legamento trasverso
superiore si inserisce nella cute della palpebra
superiore, nell’orbicolare pretarsale e sulla
superficie anteriore del tarso. E’ innervato
dall’oculomotore comune
•Muscolo di Muller: piccolo muscolo innervato dal
simpatico che si inserisce sul bordo superiore del
tarso
RETRATTORE
PALPEBRALE INFERIORE



Sono meno sviluppati rispetto alle
corrispondenti strutture della palp sup.
Sono estensioni che provengono dal
musc retto inf.
Questo muscolo manda la FASCIA
CAPSULO-PALPEBRALE che circonda il
musc obliquo inf.





La fascia capsulo-palpebrale ha 3 inserzioni:
- più profonda: che termina nella FASCIA di
TENONE
- centrale: compaiono fibre muscolari lisce
che costituiscono il MUSC. TARSALE INF e si
inserisce al bordo tarsale inf
Il musc tarsale inf è l’ analogo del musc di
Muller della palp sup
- esterno: termina nella parte superiore del
setto orbitale