il PIL File - e

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MISURARE L’ATTIVITÀ
ECONOMICA: IL PIL
Laura Resmini
a.a. 2014-2015
Principi di economia 4/ed
Robert H. Frank, Ben S. Bernanke, Moore McDowell, Rodney Thom, Ivan Pastine
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Prodotto interno lordo (PIL)
• Valore di mercato dei beni e servizi finali prodotti in un
paese in un determinato periodo di tempo
• sintetizza in un solo numero la ricchezza prodotta in una
data economia
• Informazioni necessarie:
• Quantità prodotta di ciascun bene (Qi)
• Valore di ciascun bene, prezzo unitario (Pi)
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Esempio:
Beni
Mele
quantità
4
Prezzo (€)
0.25
Banane
scarpe
6
3
0.50
20
Il valore di mercato della produzione (il PIL) è:
(4x0.25)+(6x0.50)+(3x20)=64€
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Sono parte del PIL
• I beni e i servizi finali
Beni e servizi di cui usufruiscono effettivamente i
consumatori
Esempio: pane
• I beni capitale
Beni di lunga durata che vengono prodotti o utilizzati per
produrre altri beni e servizi. Rientrano nel PIL solo quelli
di nuova produzione
Esempio: fabbricati e macchinari (impastatrice, forno)
• Servizi della pubblica amministrazione
Il loro valore economico è approssimato dal costo di
produzione
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Non fanno parte del PIL
•
I beni non scambiati sul mercato
•
Lavori autoprodotti dalle famiglie
• I beni e i servizi intermedi
• Beni e servizi utilizzati per la produzione dei beni e
servizi finali;
• Esempio: grano e farina, entrambi utilizzati per produrre
pane
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PIL come valore aggiunto
Il valore di mercato dei beni e dei servizi finali è
calcolato in maniera indiretta, sommando il valore
aggiunto da ciascuna delle imprese coinvolte
nel processo produttivo
Valore aggiunto
differenza tra il valore di mercato del prodotto o
servizio e il costo degli input necessari per
produrre quel bene
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Esempio:
Una economia produce 3 beni: pane, farina e grano. Il grano viene
interamente acquistato dal mulino per produrre farina, che viene
interamente acquistata dal Forno per produrre pane.
PIL come valore dei beni finali = PIL come somma del
valore aggiunto
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Il PIL basato sulla spesa
Tutti i beni e servizi finali prodotti all’interno di un paese in
un certo anno sono acquistati e utilizzati da soggetti
economici appartenenti a uno o più dei seguenti gruppi:
• Famiglie
• Imprese
• Settore pubblico
• Settore estero
Il PIL può essere dunque misurato:
• Come somma del valore di mercato di tutti i beni e
servizi finali di produzione nazionale.
• Come somma dell’ammontare complessivo che
ciascuno dei quattro gruppi spende per beni e servizi
finali
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Il PIL basato sulla spesa
•
Consumi (C): Spesa delle famiglie per l’acquisto di beni e servizi,
quali cibo, abbigliamento e divertimenti
• Investimenti (I): Spesa delle imprese in beni e servizi finali,
soprattutto beni capitali e immobiliari; investimenti in scorte.
• Acquisti del settore pubblico (G): Spesa delle
amministrazioni locali e statali in beni e servizi finali
• Gli acquisti pubblici non comprendono né i trasferimenti, vale a dire
le somme erogate dallo Stato dietro nessuna corresponsione di beni
e servizi, né gli interessi pagati dallo Stato sul debito pubblico
• Esportazioni nette (NX): Differenza tra esportazioni e
importazioni
• Esportazioni (X): Beni e servizi finali di produzione nazionale che
vengono venduti all’estero
• Importazioni (M): Beni e servizi prodotti all’estero e acquistati dai
consumatori nazionali.
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In sintesi:
Y  C  I  G  NX
Rielaborando:
Y M C I G X
risorse
impieghi
Questa è la logica alla base del Conto economico delle
risorse e degli impieghi
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Il PIL dell’Italia
2011
spesa per consumi finali delle famiglie
spesa per consumi finali delle amministrazioni pubbliche
2012
2013
2014
1008590
995077
977879
983198
320918
315878
315723
314496
investimenti lordi
335062
288028
278523
267213
importazioni di beni e servizi fob
467932
445024
426432
423302
esportazioni di beni e servizi fob
442219
461172
463769
474648
1638857
1615131
1609462
1616254
prodotto interno lordo ai prezzi di mercato
Milioni di €, prezzi di mercato
1.616.254 + 423.302 = 983.198+314.496 + 267.213+474648
Risorse (PIL + M)
Impieghi (C+I+G+X)
Fonte: ISTAT
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PIL come valore aggiunto
2011
2012
2013
2014
produzione
3214830
3132487
3081274
3060452
consumi intermedi
1743101
1682599
1632411
1609615
valore aggiunto
1471728
1449887
1448863
1450837
185337
186232
183270
189447
18208
20988
22671
24030
imposte sui prodotti (+)
contributi ai prodotti
(-)
prodotto interno lordo ai prezzi di mercato
1638857 1615131 1609462 1616254
Il PIL può essere «letto» dal lato della domanda o da quello dell’offerta. Le due
grandezze a livello aggregato devono essere identiche.
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Il PIL e i redditi da capitale e lavoro
• Quando un bene o un servizio viene fornito o venduto, i
proventi della vendita vengono distribuiti ai lavoratori e
ai proprietari del capitale impiegato nella produzione
del bene o del servizio
• Quindi, a parte alcuni aggiustamenti tecnici, il PIL
equivale anche alla somma dei redditi da lavoro, redditi
da capitale e imposte.
• Redditi da lavoro
Comprendono salari, stipendi e redditi da lavoro autonomo al
lordo delle imposte.
• Redditi da capitale
Sono composti dai pagamenti a favore dei proprietari di capitale
fisico e di capitale intangibile, misurati al lordo delle imposte.
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PIL come somma dei redditi
2011
2012
2013
2014
redditi interni da lavoro dipendente
651470
643056
636317
641924
risultato lordo di gestione e reddito misto lordo
782865
754856
765267
759880
imposte sulla produzione e sulle importazioni
233426
248194
240544
249011
28904
30975
32666
34561
contributi ricevuti
prodotto interno lordo ai prezzi di mercato
1638857 1615131 1609462 1616254
Redditi da lavoro: 40% circa del PIL
Redditi da capitale: 47% circa del PIL
Imposte nette: 13% circa del PIL
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Il flusso circolare del reddito
(imprese, famiglie, mercati)
Domandano beni
Offrono beni
MERCATI DEI BENI
E DEI SERVIZI
Ricavi
Spesa per
consumi
FAMIGLIE
Flussi reali
Flussi monetari
Remunerazione dei
fattori (reddito)
IMPRESE
Costi
MERCATI DEI
FATTORI
Offrono fattori
produttivi
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Domandano fattori
produttivi
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Famiglie, imprese e Stato
• Servizi pubblici
• Prestazioni sociali
• Stipendi, interessi
FAMIGLIE
• Servizi pubblici ed
infrastrutture
• Sussidi, trasferimenti
STATO
• Imposte e tasse
• Contributi sociali
• Lavoro e capitali
IMPRESE
• Imposte e tasse
• Contributi sociali
• Beni e servizi
Le tasse e i trasferimenti hanno finalità redistributive e non generano un
aumento del prodotto a differenza della spesa pubblica per beni e servizi.
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Il flusso del reddito in economia aperta
Redditi
Lavoro e Capitale
IMPORT
FAMIGLIE
IMPRESE
ESTERO
Beni e Servizi
EXPORT
Imposte
Imposte
P.A.
Servizi Pubblici
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Servizi Pubblici
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Il PIL nominale e il PIL reale
• La variazione del PIL nominale da un anno all’altro può dipendere da:
• Variazioni nella produzione di beni e servizi
• Variazioni nei prezzi dei beni e servizi
• Per studiare l’andamento nel tempo del PIL occorre separare i due effetti
• È importante sapere di quanto varia nel tempo la capacità di un sistema
economico di produrre beni e servizi in termini «reali».
Per questo si distingue:
• PIL nominale, produzione di beni e di servizi valutata a prezzi correnti;
• PIL reale, produzione di beni e servizi valutata a prezzi costanti;
• Viene scelto un “anno base” e tutti I beni e i servizi sono valutati in base ai
prezzi di quell’anno
PIL nom 2014= P2014x Q2014
PIL reale 2014 = Panno base xQ2014
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Esempio:
Il PIL nominale nel 2004 è
(10 pizze*10 euro/pizza)+(15 calzoni*5 euro/calzone) = €175
Il PIL nominale nel 2008 è
(20 pizze*12 euro/pizza)+(30 calzoni*6 euro/calzone)=€420
Il PIL reale nel 2004 (anno base 2004) è:
(10 pizze*10 euro/pizza)+(15 calzoni*5 euro/calzone)=€175
Il PIL reale nel 2008 (anno base 2004) è:
(20 pizze*10 euro/pizza)+(30 calzoni*5 euro/calzone)=€350
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Ha importanza la scelta dell’anno base?
Prendiamo il 2008 come anno base
Il PIL reale nel 2004 è
(10 pizze*12 euro/pizza)+(15 calzoni*6 euro/calzone)=€210
Il PIL reale nel 2008 è
(20 pizze*12 euro/pizza)+(30 calzoni*6 euro/calzone)=€420
Il PIL reale nel 2008 è pari al doppio del PIL reale del 2004,
indipendentemente dall’anno base
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PIL reale e nominale in Italia
Fonte: Istat
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Deflatore del PIL
Deflatore del PIL = PIL nominale /PIL reale
Inflazione = Variazione % annua del deflatore del PIL
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IL PIL e il benessere economico
• Il PIL non registra il valore dei beni e servizi non
scambiati sul mercato:
• Produzione per autoconsumo
• Servizi non retribuiti (es. lavoro domestico non
retribuito; volontariato)
• Utilità/disutilità derivante dalla qualità dell’aria,
dell’acqua e dell’ambiente
• Utilità del tempo libero
• Economia sommersa (comprese le attività illegali)
IL PIL può sottostimare la ricchezza reale ed il
benessere economico
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La misura dell’economia sommersa
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IL PIL e il benessere economico
“The political problem of mankind is to combine three things: Economic
Efficiency, Social Justice and Individual Liberty.” (J. M. Keynes)
• “Con il problema dello sviluppo economico intendo semplicemente il
problema di spiegare i pattern osservati, tra paesi e tra periodi, nei livelli e
nei tassi di crescita del reddito pro capite. Questa affermazione può
sembrare eccessivamente ristretta e forse lo è, ma riflettere sui cambiamenti
del reddito necessariamente ci porta a fiflettere anche su molti altri aspetti
delle società” (R. Lucas, 1988)
• “Il PIL è una metrica inadeguata per la valutazione del benessere nel tempo,
particolarmente nelle sue dimensioni economica, ambientale e sociale,
aspetti a cui ci si riferisce con il termine ‘sostenibilità’” (J. Stiglitz, 2009)
•
• PIL e benessere economico non sono la stessa cosa, ma sono correlati tra
loro
• Il paesi con un elevato PIL reale pro capite tendono ad avere maggiore
aspettativa di vita, minore mortalità infantile, minore denutrizione, maggiore
istruzione, etc.
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Indicatori di benessere
• Indice di Sviluppo Umano (Nazioni Unite)
(http://hdr.undp.org/)
• tenta di catturare le capacità individuali di partecipare
attivamente alla vita sociale (A. Sen)
• Basato su 3 dimensioni:
• Aspettative di vita media alla nascita
• Accesso alla conoscenza (alfabetizzazione e scolarizzazione)
• Standard di vita (PIL pro capite)
• Benessere equo e sostenibile (www.istat.it)
• Basato su 134 indicatori raggruppati in 12 aree
(ambiente, salute, benessere economico, Istruzione e formazione,
Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, relazioni sociali, Sicurezza,
Benessere soggettivo, Paesaggio e patrimonio culturale, Ricerca e
innovazione, Qualità dei servizi, Politica e istituzioni)
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Human Development Index
Media aritmetica di tre indici:
• Aspettativa di vita = (AV –25)/(85-25)
• Indice di educazione= 2/3 TIA + 1/3 TIS
• Tasso di istruzione Adulti (TIA): (TIA-0)/(100-0)
• Tasso di iscrizione scolastica (TIS): (TIS-0)/(100-0)
• PILpc PPA= (log(PILpc PPA) – log(100))/(log(40,000) – log(100))
N.B. Con i logaritmi si scontano pesantemente i livelli elevati di reddito, riducendone la
discrepanza tra Paesi ricchi e poveri
HDI (e i suoi componenti) è normalizzato tra 0 e 1
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HDI 2013
rank country
1
Norway
HDI
rank
HDI
178
Country
Mozambique
0.944
2
Australia
0.933
179
Guinea
0.392
3
Switzerland
0.917
180
Burundi
0.389
4
Netherlands
0.915
181
Burkina Faso
0.388
5
United States
0.914
182
Eritrea
0.381
6
Germany
0.911
183
Sierra Leone
0.374
7
New Zealand
0.910
184
Chad
0.372
8
Canada
0.902
185
Central African Republic
0.341
9
Singapore
0.901
186
Congo (Democratic Republic of the) 0.338
10
Denmark
0.900
187
Niger
26
Italy
0.872
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0.393
0.337
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La mappa dello sviluppo umano oggi
Min: 0.337 (Niger)
Max: 0.944 (Norvegia)
Italia: 0.87
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30
… e ieri
Min: 0.19 (Niger)
Norvegia: 0.79
Max: 0.84 (Australia)
Italia: 0. 72
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31
Qual è la relazione tra PIL e HDI?
PIL pro capite
Norvegia
Niger
Human Development Index
• La correlazione tra il rango di PIL e rango di HDI é 0.94
• Il PIL pro capite è in media una buona approssimazione del benessere.
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