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Gli animali degli Abissi
Buciumar Denis
1°B
Gli abissi
A lungo si è creduto che gli abissi marini fossero come immensi deserti
perché le forti pressioni cui vengono sottoposti gli animali
impediscono la vita.
Nella fossa delle Marianne (oceano pacifico), ogni organismo subisce
una pressione atmosferica idrostatica di 1064 atmosfere, 1064 volte
superiore a quella che subiamo noi sulla superficie terrestre a livello
del mare. Gli animali vivono senza problemi perché come agli
essere umani sulla terra,la pressione esercitata dall’acqua e dall’aria
si propagano in tutto il corpo.
Caratteristiche degli animali
abissali
I pesci abissali sono rari da avvistare e non si ritrovano mai in
gruppo, ma per questi animali degli abissi trovare il partner è di
fondamentale importanza. Ma nel buio delle profondità marine
andare alla ricerca di compagnia è veramente difficile. Allora
entrano in funzione dei messaggi luminosi che oltre ad essere
un’esca per le prede sono delle chiare ed inequivocabili
dichiarazioni d’amore. Strane, stranissime creature abissali che si
sono adattate a vivere in un ambiente cosi particolare, in un
ambiente freddo e buio, privo di ripari, vivendo sempre in cerca di
qualcosa. Un bagliore o uno scintillio che possa essere una preda o
un partner.
Pesci abissali carnivori, spesso necrofagi o caprofagi, che hanno
assunto sembianze mostruose per vincere la corsa con l’evoluzione.
Bocche grandi, armate di denti enormi e aguzzi, occhi grandi e
strane appendici lungo tutto il corpo. Insomma dei piccoli draghi
marini che nella storia hanno sicuramente ispirato storie mitologiche
e leggende. E poi quella luce, una luce che viene emessa come fa
un lampeggiante che indica attenzione. Si, perché nelle profondità
marine imbattersi in un predatore abissale non è facile, allora il
predatore non può farsi sfuggire l’occasione di un pasto.
La luce di questi pesci abissali, è dovuta al fenomeno della
Bioluminescenza. Sulla terra ferma sono soltanto le lucciole e altre
poche specie ad averne il dono. In mare invece il fenomeno della
biolominescenza è molto comune. La luce viene prodotta da
speciali cellule chiamate fotofori. Nei fotofori avviene una vera
reazione chimica che da origine ai bagliori luminosi.
Squalo Goblin
Lo squalo goblin (Mitsukurina owstoni jordan, 1898), unico membro
vivente della famiglia dei Mitsukurinidi, è una specie di squalo
abissale. La principale caratteristica distintiva di questo animale è la
stranissima forma della testa. Lo squalo goblin, infatti, possiede un
lungo rostro simile ad un becco, a forma di cazzuola, molto più
lungo del muso delle altre specie di squalo. Tra le altre
caratteristiche di questa specie ricordiamo il colore del corpo, quasi
completamente rosa, e le lunghe mascelle protrudibili. Ha un muso
insolitamente lungo che ricorda quello dello squalo Toro.
Vive a 200 metri di profondità, dove il sole non giunge mai e si trova in
tutto il mondo. Si nutre di molte creature che vivono negli abissi.
Sono noti solo 45 esemplari alla scienza, non è considerato un animale
in via di estinzione. Lo squalo goblin può raggiungere i 3,3 metri di
lunghezza e i 159 chili di peso, presenta il corpo semi-fusiforme
tipico di tutti gli squali.
Nel suo habitat naturale lo squalo goblin gioca un ruolo di carnivoro di
livello superiore. Come macro-organismo, dà rifugio a vari parassiti
esterni e interni. In un esemplare catturato al largo dell'Australia
vennero scoperte due nuove specie di tenia, Litobothrium
amsichensis e Marsupiobothrium gobelinus. Non sappiamo quasi
nulla sulle abitudini riproduttive di questa specie. Sebbene non sia
mai stata catturata o avvistata una femmina gravida, si presume che
la specie sia ovovivipara, così come tutti i membri dell'ordine dei
Lamniformi, le uova maturano e si schiudono all'interno del corpo
della madre e i piccoli vengono partoriti vivi. A causa dell'assenza di
luce tipica degli abissi in cui vive, lo squalo goblin va in cerca di cibo
percependo la presenza delle prede con gli organi elettro-sensitivi
situati nel rostro. Una volta individuata una preda, protrude
rapidamente le mascelle, utilizzando al contempo un muscolo simile
a una lingua per risucchiarla tra gli acuminati denti anteriori. Tra le
prede di cui si nutre ricordiamo una particolare specie di scorfano
abissale, cefalopodi e crostacei.
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