I MEDIA NARRANTI: UN APPROCCIO PEDAGOGICO La letteratura

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I MEDIA NARRANTI: UN APPROCCIO PEDAGOGICO
La letteratura per l’infanzia è, per vocazione, territorio di confine tra i linguaggi della
comunicazione: fin dai suoi esordi mescolanza e contaminazione – tra fiaba, feuilleton,
almanacco, letteratura “bassa” e “alta”, ecc. – hanno rappresentato un elemento di distinzione
e di riconoscimento.
Già nel XVI secolo circolavano in Europa volumetti nei quali si sottolineava l’importanza
fondamentale dell’immagine nell’apprendimento della lettura, ma è stato Comenio, con il suo
Orbis Sensualium Pictus, a sancire il legame strettissimo tra testo scritto e illustrazione, anche
dal punto di vista narrativo. Da quel momento la storia della lettura e, in particolare, la storia
della letteratura per l’infanzia, ha sempre avuto un rapporto privilegiato con i media, anche
quelli nuovi che, di volta in volta, si affacciavano all’orizzonte comunicativo. Anzi, proprio
perché considerata marginale, di natura didascalica e avulsa dall’attenzione della critica
ufficiale, la letteratura per l’infanzia è spesso divenuta territorio di sperimentazione e
innovazione.
In molte occasioni, più di quante ci si aspetti, le trasmissioni radiofoniche, il cinema – sia
quello con attori in carne ed ossa, che quello d’animazione – e, di seguito, i programmi
televisivi e la multimedialità interattiva hanno scorto nella fiaba e nei protagonisti della
letteratura per l’infanzia interlocutori privilegiati per un dialogo fitto, e talvolta audace, con la
propria contemporaneità. Fin dalle origini quello scambio è stato aperto e mai unidirezionale:
se i media hanno guardato, e continuano a guardare, alle narrazioni rivolte a bambini e ragazzi
come fonte d’ispirazione, da parte loro gli autori più autorevoli di libri per l’infanzia traggono
le proprie storie dalle pieghe dell’immaginario adulto, del quale rielaborano temi, situazioni e
contenuti, declinandoli e interpretandoli in chiave nuova.
Oggi più che mai, dunque, per comprendere l’attualità e la dirompente alterità di una
dimensione narrativa viva e palpitante, non si può prescindere dalla molteplicità di stimoli
esterni ed interni alla scrittura che la vivificano e la rendono momento conoscitivo
privilegiato.
Obiettivi fondamentali della ricerca sono, dunque, da un lato quello di scoprire se, e in quali
termini, dietro ai sempre più frequenti rimandi, da parte di tutti i media, a temi, personaggi e
atmosfere propri della fiaba e della narrativa per ragazzi, si nasconda una profonda necessità
pedagogica della nostra società contemporanea nella sua interezza; dall’altro indagare se, in
qualche modo, l’avvicinarsi dell’immaginario adulto a quello bambino e adolescente sia
sintomo di un profondo rinnovamento immaginativo del quale non si è ancora, perlopiù, presa
consapevolezza ne, tantomeno, approfondita la valenza educativa.
L’originalità di questo progetto comporta l’utilizzo di una pluralità di strumenti interpretativi
in grado di individuare all’interno della narrazione in tutte le sue forme – scritta, teatrale,
iconica, filmica, televisiva, videogiocabile, ecc. – alcuni filoni, quali, ad esempio, il ritorno
dell’avventura come dimensione esperienziale e iniziatica, rivisitata attraverso i nuovi
linguaggi narrativi.
L’approccio metodologico dovrà essere, inevitabilmente, interdisciplinare e aperto al
confronto con una pluralità di ambiti conoscitivi dai quali ricavare strumenti d’indagine nuovi
nell’ambito degli studi pedagogici.
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