Brani scolpiti nella memoria del rock progressive

Notte di velluto sulle onde del tempo
NEW TROLLS
live il 30 gennaio 2010 al Carlo Felice di Genova
In quest’epoca dove si parla un linguaggio scalzo fatto di neologismi umoristici e di tormentoni,
spesso spacciati come l’unica dimensione di libertà possibile e si rivolge alla nostra sfera emotiva,
la musica rimane ben salda all’intreccio delle sette note e ci fa vivere splendide emozioni.
Da sempre l’obiettivo dei New Trolls è portare la musica al pubblico, sussurrando delicate emozioni
attraverso l’energia che cambia ad ogni concerto. In un periodo in cui le canzoni sono spesso povere
e la musica classica rimane troppo carica di significati per la gente comune, che non ha più tempo di
dedicarsi alla sua comprensione, la Band utilizza un linguaggio chiaro, dal quale traspare l’amore
per la musica e la poesia, un connubio perfetto. Dall’unione tra due culture musicali, il rock e il
barocco, una fusione importante per la loro musica che lasciato il beat si è tuffata nel progressive,
hanno fermato il tempo, creando capolavori che segnano un’epoca.
Un progetto che ha saputo percorrere i tempi e rappresenta un riferimento per originalità e qualità.
Dopo più di venti anni di “esilio”, il cast dei New Trolls è composto dai grandi protagonisti della
prima era musicale, quello che è stato definito da sempre il “Gruppo Storico”, la formazione
originaria che a partire dal 1967 dava vita al primo rock progressive italiano, autore di una lunga
lista di ricordi e di musica, dalle vivaci tinte con un forte senso melodico, una ricerca armonica
approfondita e una sensibilità quasi romantica, in grado di calamitare, ancora oggi, l’interesse del
pubblico.
La scenografica ambientazione del Teatro dell’Opera Carlo Felice di Genova, fa da cornice a questa
“Reboante Réunion”, l’occhio si sofferma a lungo ad ammirare uno scorcio cittadino, con finestre
e balconate che sfumano gradatamente sul palco.
Il nuovo Teatro ricostruito dopo i bombardamenti della seconda Grande Guerra, esattamente
sull'area dell'antico palazzo, inaugurato il 7 aprile 1828, ha conservato della storica struttura le
colonne, i bassorilievi, il pronao, l'iscrizione latina e il terrazzo che si affaccia su via XXV Aprile,
mentre gli interni sono nuovi. La struttura odierna inaugurata nel 1991, è molto compatta e
geometrica, con la torre scenica a forma di parallelepipedo alta circa 63 metri, che ospita la
macchina per muovere gli spettacoli. Sovrasta l’atrio dell’ingresso la “Lanterna poligonale”, un
elemento caratteristico del nuovo Teatro, si tratta di una sorta di piramide o cono luminoso che
percorre l'edificio in tutta la sua altezza e porta la luce dal tetto alla piazza coperta.
Un evento “epocale” che farà vivere momenti da sogno e rimarrà indelebile nella memoria
dell’incalzante pubblico che chiama a viva voce i loro beniamini, i New Trolls si presentano con:
Vittorio De Scalzi, voce, tastiere, flauto e chitarra, di grande ispirazione inventiva è musicista che
sul palco trasmette un crescendo di entusiasmo irradiando vivacità, è un continuo “moto perpetuo”,
luminoso.
Nico Di Palo, tastiere e voce di notevolissima tempra e virtuosa tecnica, riesce a salire di tonalità
fino a raggiungere un’estensione vocale senza paragoni, che si libera con una gamma di gradazioni
estremamente originali ed incisive, differenziate a seconda della colorazione dei “poemi” musicali,
tanto da avvincere l’ascoltatore dalla prima all’ultima nota, emozionante.
Giorgio D’Adamo, basso, dall’indiscussa perizia tecnica è alla base del suo carisma e della sua
forza scenica, musicista composto degno della fama che lo circonda, brillante.
Gianni Belleno, drums, picchia come un martello pneumatico, linfa vitale del trasporto passionale,
con un modo tutto personale di diffondere la musica e un senso del ritmo a volte travolgente, con un
assolo che lo conferma inossidabile.
Nel loro delizioso viaggio sonoro, la band genovese è accompagnata da esperti musicisti: Andrea
Maddalone, un guitar tecnicamente ineccepibile che può ancora emotivamente stupire, Francesco
Bellia, basso, chitarra e voce, Ricky Bolognesi alle tastiere e voce.
Alla riuscita serata, ha contribuito la bella versatilità del "Gnu Quartet" che ha mostrato pieno
possesso dei mezzi tecnici, coinvolto da anni in un progetto che lega la musica a messaggi di alto
spessore culturale eseguendo importanti composizioni liriche scritte appositamente per i New Trolls
dal Premio Oscar Luis Bacalov. Il maestro Stefano Cabrera, al violoncello, ha diretto il quartetto
con mano sicura e tempi ben scanditi nel seguire felicemente il tracciato sussultorio dei brani, dove
sono state utilizzate lucide geometrie sonore. Una sottolineatura va fatta per la convincente prova
del primo violino solista Roberto Izzo, che rimane in primo piano dall’inizio alla fine,
interpretando le melodie con gusto e limpidezza, straordinario nel “duello” con Andrea.
All’apertura del sipario, Gianni, Vittorio, Giorgio e Nico sono tutti in prima fila e a sorpresa in
coro: “Vent’anni sembravano tanti ..sentivo una forza dentro..qui, non credevamo di trovarvi
qui..ma noi siamo qui”, quasi a voler ricordare il tempo passato e Giorgio, con l’emozione in gola:
“Grazie per averci aspettato”.
Fin dalla presentazione affiora una forte emozione, sopra e sotto il palco, ma dopo le prime note i
New Trolls forniscono all’ascoltatore il filo narrativo ed emotivo da seguire, gratificando in virtù
della tecnica e delle sensibilità tutti i presenti.
Il programma del concerto ha previsto una sorta di escursione musicale nel vasto repertorio, che ha
compreso tutti gli “evergreen e gli standard” del gruppo genovese, in scaletta non sono mancate
autentiche perle della musica, arie senza tempo, come: “Miniera”, “Visioni” e come in una favola
“Davanti agli occhi miei” e dedicata da Vittorio a Nico “Radio Luxembourg”.
Con la partecipazione del Gnu Quartet, propongono i primi tre tempi del primo “Concerto
Grosso”, a seguire “Vivace” del secondo “Concerto Grosso”, per passare poi alla recente settima
stagione di “The Seventh season”, e grande ritmo con “Le Roy Soleil”.
Brani scolpiti nella memoria del rock progressive, con il felicissimo incontro con l’orchestra, dove
la forza del rock incontra la tradizione della musica classica.
In quest’evento così carico di significati, i New Trolls alternano le loro più celebri canzoni a
momenti straordinari di un sound ammaliante e non manca la contaminazione tra musica e poesia.
Pubblico incantato, grazie alla bravura con cui gli artisti hanno saputo tenere la scena ed ipnotizzati
dalle note dei “Folletti”, capaci, come pochi, di catturare l’essenza della gioia e delle emozioni, con
brani dalle “memorie perfette” di sicura presa.
Nel canto singolo, come nei duetti o nel corale, hanno confermato di avere ancora voci trascinanti
per il fraseggio, che hanno trovato accenti di spontanea dolcezza e morbido abbandono melodico.
Gli anni passano, i successi musicali li hanno incoronati come uno dei migliori e più spettacolari
gruppi dell’area Rock-Prog-Pop dove la ricerca continua li ha staccati dalla semplice canzonetta a
favore di un sound più impegnato, convincendo subito anche i più scettici e raccogliendo in poco
tempo unanimi ed entusiastici consensi da parte del pubblico.
Per circa tre ore, si sono susseguite pagine della storia musicale e dell’esecuzione va sottolineata
l’ottima prestazione dei musicisti, perfetti nell’amalgama, creando un mirabile “tappeto sonoro” sia
dal punto di vista del suono che della vocalità.
L’avvolgente climax della serata sposta in alto limiti e temperatura, affrontano con grande facilità le
difficili partiture, variazioni, intrecci sonori e sovrapposizioni ben calibrate, dalle sequenze
armoniche inconfondibili, come: la composta bellezza di “Poster” e la straordinaria “Signore, io
sono Irish”.
Con l’entrata sul palco del chitarrista genovese Armando Corsi e la partecipazione di Edmondo
Romano, un ricordo a Fabrizio De Andrè, “Creuza de ma”.
Ritorno al passato, con: “Che idea”, la monumentale "Aldebaran” e l’autentica opera d’arte di
“Quella carezza della sera”, proposta con la voce di due ospiti speciali Mamo Belleno e
Armanda De Scalzi, figli di Gianni e Vittorio.
All’incirca è mezzanotte e a grande sorpresa arriva sul palco un’ospite speciale: Renato Zero, non
per cantare ma per ricordare straordinari momenti trascorsi con la band, che lo ricambia con “Il
Cielo”.
La pittura musicale della serata, avvolge gradatamente l’ascoltatore sull’onda evocativa di un gusto
della melodia, di un raffinatissimo, sottile ricamo filigranato di nitida bellezza, sono quanto di
meglio ci si potesse aspettare e sono soprattutto una serie di brani suonati in maniera impeccabile,
con gusto e qualità tecniche indiscutibili senza la ruggine del tempo, a coronare un sogno durato
lunghi anni. Chiamati a gran voce dal pubblico, gran finale con: il rock n’roll di “Musica”, “Ho
veduto”, “Una notte sul Monte Calvo” e con il bis di “Miniera” salutano l’affezionato pubblico.
Vero e proprio evento irripetibile la pulsante e attesa “Réunion”, con i loro intrecci musicali in
un’ambientazione perfetta e come dei rinomati “Chef” hanno preparato delle straordinarie leccornie,
in un Teatro andato esaurito, per una sensazionale serata come “unicum” in quanto difficilmente
ripetibile nel cuore e nella mente di un pubblico arrivato nella città della “Lanterna” da ogni dove.
“Vittorio, Nico, Gianni e Giorgio, grazie per averci chiamato”.
Daniele Raimondi