Le opere dei Biazaci

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Le opere dei Biazaci
A Busca
Non restano a Busca opere firmate, certamente gli inizi e la costituzione della
bottega è avvenuta negli anni giovanili ed è ipotizzabile che tra le numerose cappelle
andate perdute o gli affreschi che ancora restano sotto l’intonaco di altre, siano opera
dei Biazaci. Tra gli affreschi in cappelle ancora esistenti:
La cappella di santo Stefano, restaurata dal Comune nel 1988 ad opera della ditta
Carli e Rossellini di Racconigi.
La cappella di San Sebastiano, vicino al cimitero, purtroppo in grave stato di
degrado in attesa dei restauri programmati dalla Parrocchia.
Il trittico della parete sud della cappella di Madonna del campanile.
L’abside della cappella di San Martino, purtroppo ridipinti con tecnica
irrecuperabile.
Altre opere o lacerti di affreschi sono in corso di studio in Busca, in quanto
presentano caratteristiche che li avvicinano ai nostri artisti.
A Marmora
Nel 1988 scoperti gli affreschi che fiancheggiano l’ingresso della parrocchiale di: è
venuta alla luce, tra le figure di santi, un monito in lingua italianizzante, con la firma
di Tommaso Biazaci e la data 1459 un’opera di che rivela artisti già maturi.
A Savigliano
Nel 1465 Tommaso è a Savigliano per gli affreschi della torre dell’orologio del
Comune.
Nel 1994-95 durante i lavori di restauro dell’antica chiesa di San Giovanni si
ebbe un’altra scoperta: venne alla luce un’intera vela dell’antica chiesa capovolta nel
1454 al di sopra di una Annunciazione, attribuita sin dal tempo del Turletti, a Pietro
da Saluzzo.. Ciliento della soprintendenza ai Beni artistici e Storici di Torino, che ha
seguito i lavori, li attribuisce con sufficienti ragioni ai Biazaci.
Chiesa di San Giuliano: il dottor Ciliento attribuisce i dipinti esterni ai nostri
pittori, non così Perotti.
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A Cuneo
Capella Mater Amabilis (il più antico nucleo del Santuario degli Angeli ora inserita
nella casa di cura). Galante Garrone la riferirebbe a Pietro da Saluzzo, ma la
consuetudine dei tratti somatici la fa riferire al migliore Tommaso.
Nella valli cuneesi
Tra l’attività saviglianese e quella ligure, iniziata secondo il Rossi nel 1474, si
collocano le altre opere Piemontesi delle valli Maira e Varaita.
A Valgrana nella Casa dell’ospizio resta la bella Trinità dello stesso tipo
iconografico di quella di Melle, opera questa che si è salvata fortunosamente dalla
distruzione dell’Ospizio su cui era dipinta.
Nel 2000 sono stati recuperati gli affreschi della cappella di San Peyre di Macra.
Con la danza macabra e una data forse 1461 (M. Piccat).
In questi anni è stata recuperata la cappella di Santa Orsola a San Giovanni di
Caraglio.
A Sampeyre gli splendidi affreschi della parrocchiale nella Prima cappella a sinistra.
A Chiot Martin di Valmala Catalano ha letto la data 1474 e i nomi dei Biazaci.
In Liguria
Nel 1474 Tommaso e Matteo lavorano ad Albenga: Madonna di Palazzo Bianco.
L’oratorio dell’Annunziata del 1474 fu forse la prima opera ligure.
San Berbardino di Albenga e Montegrazie di Imperia, con i cicli escatologici e
la stupenda abside con storie del battista firmata e datata 1484 e la Cappella di San
Lorenzo, datata 1490
Asunta ai piani di Imperia, firmata da Tommaso nel 1488 con la bella serie delle
Sibille.
A Casteldelfino
La Parrocchiale Santa Margherita, forse ultima opera.
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