25 maggio_consenso informato e laparoscopia

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UFFICIO STAMPA
25 maggio 2012
Meeting scientifico al San Carlo sulla chirurgia laparoscopica in urgenza: focus sul consenso
informato
Il professor Francesco Corcione è preoccupato e lo dice con chiarezza. E’ passata infatti tra molti
pazienti l’idea che la chirurgia mini-invasiva sia una attività di tutto riposo: trasferiscono la
riduzione dei tempi di degenza e le minime tracce fisiche dell’intervento fino a banalizzarne
complessità e rischi. Il primario di Chirurgia generale dell’Ospedale Monaldi di Napoli, un’autorità
nazionale sul fronte delle tecniche laparoscopiche, sottolinea con forza la necessità di una
particolare attenzione nella fase del consenso informato a rendere chiaro al paziente che quelli miniinvasivi sono interventi chirurgici a tutti gli effetti e quindi richiedono un approccio mentale e una
consapevolezza netta dei potenziali pericoli da parte dei pazienti. L’occasione per questo importante
chiarimento la “lectio magistralis” tenuta stamattina al meeting scientifico: “La Chirurgia
mini-invasiva nelle urgenze toraco-addominali. Cosa c'è di nuovo?” che si è svolto
presso l'Auditorium “Potito Petrone” dell'Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo”.
Convegno organizzato dal dott. Pio Rocco Tramutoli, Direttore dell'U.O. di Chirurgia d'Urgenza
del San Carlo e patrocinato dall'Ordine dei Medici di Potenza, dall'Ipasvi Potenza e dalla Società
Italiana di Chirurgia Endoscopica e Nuove Tecnologie. Presidente onorario del simposio il prof.
Francesco Corcione; coordinatore scientifico il dott. Paolo Caiazzo.
L’uso delle tecniche laparoscopiche in urgenza ha evidenti benefici per i pazienti ma richiede
requisiti e abilità specifiche che si affinano con la dura attività quotidiana e consistono nella
velocità diagnostica e di decisione operativa, così come nella capacità di operare in tempi ristretti e
in condizione di forte pressione psicologica. Requisiti che lo stesso professore Corcione, con
ammirevole modestia, non si attribuisce mentre riconosce la consolidata qualità ed esperienza
raggiunte dall’equipe di chirurgia d’urgenza del San Carlo. Il meeting di oggi ha consentito una
ricognizione a 360° sulle nuove tecniche laparoscopiche, anche in abbinamento con modalità
endoscopiche e robotiche, sulle complicanze emergenti, sui problemi dell’area infermieristica.
Se la domanda che si è posto il prof. Corcione “La laparoscopia in urgenza in mani esperte, può
davvero non avere limiti?” ha avuto una risposta attestata sui temi dell’etica e della responsabilità
professionale, altri contributi, più specificamente tecnici, hanno evidenziato i contesti in cui sono
particolarmente evidenti queste problematicità. Si pensi alle applicazioni laparoscopiche alla cura
delle grandi obesità (da tecniche di cerchiaggio a by pass intestinali) che presentano evidenti
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maggiori difficoltà oppure alle particolari tecnologie, ancora più di dimensioni ridotte, che devono
essere adottate in area pediatrica. Su quest’ultimo tema hanno riferito, in particolare, due medici
del Bambino Gesù di Roma, la struttura di eccellenza nazionale che ha in corso un’importante joint
venture con la Regione Basilicata e l’Ospedale San Carlo e che la settimana prossima ha in cantiere
il prossimo evento formativo con un corso di cardiologia pediatrica e di ecocardiografia pediatrica
di base, in programma i prossimi 30 e 31 maggio.
Nel suo intervento di saluto, anche a nome dell’assessore regionale Attilio Martorano, il direttore
generale Giampiero Maruggi ha sottolineato come la vocazione all’eccellenza del San Carlo, perno
del sistema sanitario regionale, si alimenta del solido contributo di realtà di qualità consolidata
come la chirurgia d’urgenza dell’ospedale
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